Amusement - Giochi pericolosi - Film (2008)

Dà davvero ai nervi vedere tanta classe, tanta cura figurativa e tanta disinvoltura registica guastate da uno script che fa dell'instabilità la sua tenue de soirée. Vien la carogna, perché Simpson ci sa davvero fare, usa la mdp come un pennello e la sa lunga su cosa turba disturba inquieta e spaventa la platea. Ma alla scrivania c'è ahilui e ahinoi quel Jake Wade Wall reo impunito di crimini filmici quali Chiamata da uno sconosciuto e il remake di The Hitcher: chiara l'entità del danno?

Al discount dell'horror si mette nel carrello un camion stile duel, una strada deviante, un ragazzino malvagio, un tizio con impermeabile in una notte di tempesta, una stanza piena di clown ghignanti ed un clows a grandezza naturale che pure il gatto mangia la foglia, un hostel degli orrori con ingranaggi mortali ed un emulo tonto di Saw... dimenticavo, tre belle ragazze in pericolo (ma non fatevi illusioni, niente TETTE nude). Confezione discreta, ma per far paura un centone simile dovrebbe essere visto in contemporanea ad un terremoto

Occorre dar merito a Simpson: la sua regia professionale, sapiente, e non priva di qualche buon guizzo creativo, riesce a dare qualche momento di brillantezza e credibilità ad una sceneggiatura bucherellata che non è altro se non una compilation di luoghi comuni del genere, una sorta di Bignami dell'horror/thriller dell'ultimo trentennio. Di fronte a tanto vuoto narrativo, la buona lena del regista e la prova accettabile degli attori non bastano a sollevare il film dalla mediocrità, ma solo a renderlo passabile.

Strana pellicola; un dinamico slasher travestito e strutturato come un film ad episodi. I pregi sono molteplici, vale a dire gran bella regia, ottima fotografia, un gusto particolare nelle scenografie e nelle dinamiche degli omicidi, ma dove il film collassa è nella sceneggiatura: buchi grossi come caverne e salti logici poco comprensibili. Il circo visivo allestito però è notevole, e alla fine il giudizio globale è sicuramente buono.

A colpire, ancora una volta, oltre alla fattura mediocre, è la completa mancanza di interesse che il nuovo horror riesce a suscitare. Alla fine della fiera si guardano tali film solo per vedere come la storiella andrà a finire (e andrà a finire come abbiamo supposto dopo un quarto d'ora...). Ad aggravare il tutto vi è la congenita arietta anonima degli attori nonché la credibilità, pari allo zero, di alcuni snodi narrativi (il pagliaccio, la pensione spettrale, il finale). Evitabile.

Uno script dalla struttura curiosa (tre episodi separati, cronologicamente non sempre lineari, che convergono nell'atto finale), qualche onestissimo momento di tensione (la leggenda metropolitana della "statua di clown" viene inscenata con gusto) e un apprezzabile tentativo di coniugare sottogeneri diversi (dal road-thriller à la Radio killer al torture porn in salsa Saw, passando per lo slasher post-Craven) vengono inficiati da una sfilza di cliché, banalità e insensatezze tali da sfiorare la parodia. Sopportabile solo se preso come scervellato diversivo per maratone halloweenesche.