Tra le tante leggende metropolitane, quella dei cuccioli di alligatore gettati negli scarichi dei WC e cresciuti poi a dismisura nelle fogne cittadine è forse la più celebre. Lewis Teague ci ha fatto un film, cercando di dare una spiegazione al fenomeno con l’inserimento della solita fabbrica di ricerca farmaceutica che, dando da mangiare ormoni speciali ai cani, finisce col fornire cibo “mutante” agli alligatori che se li pappano. In questo modo ecco nascere un super coccodrillo di venti metri e più pronto a mietere vittime tra gli incauti che si avventurano nelle fogne cercando di capire da dove vengano i resti umani trovati nei canali cittadini. Teague non perde...Leggi tutto certo tempo: poco spazio a inutili introduzioni e via subito con l’azione, con un Robert Forster (è un agente della squadra omicidi) che dopo aver raccattato braccia a pezzi capisce che il problemi sta là sotto. Gli autori degli effetti speciali, consapevoli di aver fatto un buon lavoro, non nascondono per troppo tempo la loro creatura, lanciandola presto allo scoperto a masticare chiunque le capiti a tiro. La bocca della bestia pare poco mobile, a dire il vero (le vittime stazionano poco plausibilmente tra le fauci, prima che la cinepresa stacchi), ma lo splatter non manca e il film dimostra subito di essere un solido prodotto di genere. Che comincia molto seriosamente ma poi, per nostra fortuna, lascia intravedere sprazzi di non disprezzabile ironia; nella figura del cacciatore interpretato da Henry Silva, ad esempio, ma non solo. Regia che funziona a corrente alternata, comunque.
Un piccolo di coccodrillo viene gettato nello scarico, ma grazie anche a del cibo speciale diventa… I dialoghi sono sopra la media dei film di questo genere, con una punta di umorismo e di ironia che non guastano mai. Viene utilizzato un coccodrillo vero, circondato da modellini, alternato a una testa finta ben fatta. La pellicola ha dalla sua alcune scene gustose (La piscina con sorpresa; L’irruzione a un ricevimento e gli attacchi nelle fogne), è piuttosto sanguinolenta; e di certo non annoia. Meritevole di visione.
MEMORABILE: Poveri cani...; Il coccodrillo esce dal sottosuolo spaccando l'asfalto!
Film del genere animali assassini, con un coccodrillo cresciuto a dismisura nelle fogne a causa di ormoni per la crescita. Alligator centra l'obiettivo con le idee piuttosto che con i mezzi a disposizione. Ha un buon ritmo in crescendo ed è un signor B-movie. Il tutto anche grazie all'ottimo attore protagonista (Robert Forster, visto, tra l'altro, anche in Jackie Brown di Tarantino). La scena del coccodrillo alla festa di matrimonio è da ricordare per efferatezza e autoironia. Riuscito.
E' forse la leggenda urbana per eccellenza, quella del coccodrillo gigante vissuto nelle fogne. Questo film (appartenente al genere "animali assassini") la mette per immagini. E' uno dei film migliori del genere, grazie soprattutto alla sceneggiatura di John Sayles, efficace ed abile mix tra Lo Squalo, King Kong e film poliziesco. La regia pulita di Teague fa il resto. Bravo Forster poliziotto disilluso con incipiente calvizie. E poi c'è quel brutto ceffo di Silva "cacciatore di coccodrilli"! Effetti speciali un po' datati, ma il film regge ancora.
MEMORABILE: Occhio alla reporter TV: è Sue Lyon, la Lolita di Kubrick!
Invecchia benissimo, questo film basato sulla urban legend per eccellenza. Nonostante il budget non stellare, Alligator è realizzato dignitosamente, con effetti speciali semplici (più che altro giocati con inquadrature studiate e giochi di luce/ombra) ed una vena di ironia che attraversa scene di ferocia piuttosto inattese. La presenza di Henry Silva nei panni del cacciatore conferisce al film il giusto climax agli anni '80, mentre la finezza della Robin Riker (nei panni della scienziata) rende ancor più gradevole la visione. Piacevole.
MEMORABILE: L'uomo nel Lago, con le gambe tranciate dal micidiale morso del cocodrillo.
Rispetto ad altri prodotti di quel tempo, questo film è invecchiato benissimo. Grazie a eccellenti effetti speciali che resistono all'avanzare del tempo (tanto che il film sembra girato ai giorni nostri). Bella la storia, con la suspense in crescendo, mentre le apparizioni del mostro sono calcolate al minuto. Se proprio vogliamo trovarci un difetto è il personaggio interpretato da Silva, troppo caricaturale, quasi parodistico. Ottimo il
resto del cast.
B-Movie con alligatore gigante, confezionato bene però da un regista che sa fare il suo mestiere e da validi effetti speciali. Non mancano le scene truculente e l'azione è presente, con momenti più vicini all'action e al poliziesco più che all'horror puro. A rafforzare questa sensazione anche la presenza del mitico Henry Silva, volto noto del nostro cinema di genere degli anni '70. Prodotto tipicamente anni '80, con alcuni contenuti guizzi ironici, che si lascia vedere più che volentieri. In Italia lo copieranno con la saga di Killer Crocodile.
Divertente e ben riuscita commistione di generi, che grazie alla grande sceneggiatura di John Sayles non annoia mai. Bravo Teague a non prendersi troppo sul serio, ed è questa la forza di un film che con il passare degli anni è assurto ad autentico cult movie. Ingegnosa l'idea di collocare un alligatore gigante in una grande metropoli americana, impagabile la presenza del bravissimo Henry Silva nella parte quasi parodistica del cacciatore e grande Forster. Molti registi dovrebbero prendere ad esempio questo modo di fare cinema. Davvero impagabile.
MEMORABILE: Henry Silva "faccia a faccia" con l'alligatore.
Una nota leggenda metropolitana sfruttata al meglio per un B-movie della collana animali assassini. Sia la regia che gli attori fanno un buon lavoro (Robert Forster è il migliore nel cast), per non parlare della stop motion e degli effetti speciali dell'alligatore, che lo rendono quasi reale. Anche la sceneggiatura aiuta il film, ricca com'è di colpi di scena e di momenti che lasciano col fiato sospeso.
Film sicuramente esagerato ed eccessivo, dalle situazioni improbabili alle dimensioni mirabolanti del bestione. E tuttavia sembra essere il più divertente fra i tantissimi tributi cinematografici ai rettiloni acquatici. Partendo dalla nota leggenda metropolitana dei coccodrilli, o alligatori, buttati nel water e cresciuti nelle fogne, si sviluppa una sarabanda di truculenti assalti del mostro. Gli umani di contorno sono così antipatici da spingerci quasi a fare il tifo per il vorace alligatore.
Basato sulla leggenda metropolitana per eccellenza, quello delle creature mostruose (in questo caso un mega alligatore) che crescono nelle fogne di una metropoli, questo film di Lewis Teague. Realizzato con lo spirito del b-movie (detto in senso positivo) è un film molto godibile e divertente che non manca della giusta autoironia che rende ancora più gradevole l’operazione. Grande ritmo ed ottima prova del cast.
Discreto film horror di inizio anni Ottanta che si eleva dalla media di genere, sebbene il low-budget, grazie ad una regia capace e professionale ed alla scenggiatura (che si ispira ad una celebra leggenda metropolitana americana) scritta
dal bravo regista Sayles che la riempie di trovate ironiche e divertenti. Per chi ama
gli animali assassini (specie i rettili) è una tappa da percorrere.
Divertente B-Movie anni '80 basato sulla celebre leggenda metropolitana dei coccodrilli cresciuti nelle fogne. La bestia è realizzata benissimo e infatti le parti migliori sono quelle in cui compare (specie nella seconda parte, in cui esce dai sotterranei), mentre i dialoghi lasciano un poco a desiderare. In generale la regia di Teague ha poco ritmo (cosa che si nota anche in Cujo o nel Gioiello del Nilo) ma il film si lascia guardare. Bravo Forster, ridicolo Silva (anche se la sua è la morte più "bella").
Il film di Teague trae la sua godibile curiosità dal particolare livello di consapevolezza a cui pare attingere. In effetti tirar fuori un plot cinematografico da una leggenda metropolitana come quella dei coccodrilli nella doccia poteva portare al classico scivolone "cult", e invece, grazie anche e soprattutto all'ironico script in punta di penna del sempre valido John Sayles, il livello di tensione è ben tenuto e la recitazione adeguata (bravo Forster, sempre bello rivedere Henry Silva e "Lolita" Lyon). Certo finir nelle fauci di un coccodrillone..
Piccolo gioiello del genere, spezzato da un'ironia pungente e macabra che Teague (qui straordinario), ripeterà nell'Occhio del gatto. Il regista di Cujo (e Dean Jagger rinchiuso nella limousine agli attacchi del rettilone ne farà ammenda) ci dà giù di splatter e ferocia, con arti strappati e cacciatori sgranocchiati tra le fauci fameliche del rettile. Angosciose e "putride" le location fognarie, ottimi sfx di Robert Short e assoluti momenti da tifo da stadio. Teague strizza l'occhio a certo cinema di Landis e di Dante, con brio e intelligenza.
MEMORABILE: Il coccodrillo "Ramon" esce dal tombino e strappa a morsi la gamba di un poliziotto; il gustoso e delirante massacro alla festa di nozze; il prologo.
Il regista sfrutta la leggenda metropolitana che vedrebbe gli alligatori scaricati nel water crescere mostruosamente nelle fogne e ne fa un film. A parte qualche esagerazione grottesca (il coccodrillo che sfonfa la strada ed esce dalle fogne), l'ambientazione claustrofobica e l'attesa della comparsa dell'animale assassino (che ricorda molto quella de Lo squalo) sono elementi che rendono il film piacevole. Per gli amanti del genere è sicuramente un film da non perdere.
Il tono scanzonato e il registro ironico fanno da contraltare a una sceneggiatura non sempre irresistibile e conferiscono al film una gustosa e stramba atmosfera. Indimenticabile il gatto di marmo Henry Silva in un ruolo autoironico e totalmente privo di senno (mitico quando ci prova con la giornalista utilizzando metafore sul coccodrillo). Gli effetti speciali, seppur limitati, sono uno spasso (il coccodrillone che spacca l'asfalto o quando si "inbuca" ad una festa di matrimonio). Nel finale c'è spazio per un incredibile omaggio a Il terzo uomo.
Fate attenzione sotto i vostri piedi, potreste imbattervi in un lucertolone insaziabile cresciuto a dismisura a causa di carogne ormonate e trasformatosi nell'abovinemole mostro delle fogne. La trama (dal sapore ecologista) è già stata sfruttata, ma il film si lascia godere per il suo trip nostalgico e gli effetti discretamente speciali. Bravo anche il protagonista nei panni del poliziotto un po' "Burt Reynolds".
Ecco un b-movie perfettamente azzeccato, semplicissimo, lineare, quasi essenziale. Prendendo spunto da una famosa leggenda metropolitana si è costruito un film concentrandosi solo sulla tensione. Piacevole, inoltre, che nella vicenda sia coinvolto anche Henry Silva, attore-mito degli anni '70-'80. Ottimo pure il resto del cast. Certamente da vedere anche come simbolo di un'epoca e di un modo di fare cinema ormai tramontato. **!
Considerato da molti un cult, in realtà è solo un divertente B movie, con effetti speciali artigianali ma efficaci (io odio la CGI) e una vena d'ironia a rendere gradevole il tutto. Quando è in scena l'alligatore maxi ci si diverte (crudelissima la scena in cui si pappa un bambino che si tuffa in piscina, divertentissima quella in cui irrompe alla festa degli scienziati cattivoni), il resto è solo riempitivo senza un grande perché. Forster vale quel che vale... Peccato non aver dato più spazio al personaggio di Henry Silva. **!
Capostipite del filone degli animali assassini (in ambiente metropolitano dico, visto che in ambito marino sappiamo bene chi è il leader), questa pellicola di Teague è molto avvincente, cruenta e contornata da un buon cast (che utilizza anche l'arma dell'ironia). Il coccodrillo non si vede molto, ma quando entra in scena è molto funzionale!
Notevole e mitico, per diverse ragioni. Ambiente "America" ancora 70s; atmosfera dramma/action "insertata" da un'ironia adeguata che non guasta. E poi il "mostro" è meno peggio di quel che credevo, nella sua configurazione di rettile abnorme. Un attacco netto alla vivisezione selvaggia e illegale (i cani muti, orrore!), che all'epoca imperversava vergognosamente a causa della mancanza di una adeguata sensibilità umana. E non manca lo spletter/gore primordiale ma a tratti disturbante perché non sempre così lontano dalla realtà (i resti dei cani nella fogna).
Divertentissimo, un piccolo cult. Ricordate la leggenda metropolitana del coccodrillo buttato nelle fogne da incauti proprietari? In questo caso purtroppo non è una leggenda e il caro rettile dopo anni deciderà di prendere un po' la luce del sole e di assaporare la carne umana! Nel suo genere uno dei migliori. Cast veramente intrigante e variegato: si passa dalla stupenda Riker al Gazzo vittima di Colombo fino a Silva bastardissimo cacciatore; c'è pure la Lyon al suo ultimo film! Parecchio sangue, ritmo perfetto, tensione. Cult!
MEMORABILE: Il massacro al matrimonio; Il coccodrillo esce dal sottosuolo; Il venditore di cuccioli giustamente divorato; Henry Silva che ci prova con Sue Lyon!
Della serie più stereotipati non si può. L’unico a intuire la verità è ovviamente ignorato, sia dall’inutile sindaco, colluso con il malfattore locale, sia dalla polizia la cui inettitudine non gli permette di riconoscere l’evidenzia e prendere una qualsiasi decisione. Alcuni passaggi, poi, sono troppo forzati e appiccicati e qualche effettaccio non basta da solo a risollevare una pellicola dalla mediocrità. Con il rettile si poteva osare qualcosa di più, dato che ha buona presenza scenica.
Bella prova quella di Teague, capace di carpire il fascino della clamorosa leggenda metropolitana e di rileggerla in chiave horror con un beast-movie di tutto rispetto. A farla da padrone è un gradevole black humour, chiaramente non lasciato solo nel momento in cui il coccodrillo sale alla ribalta per fare festa (ottimi effetti speciali, oltretutto). Ancora adesso ci si diverte con l'atmosfera spensierata e la classica critica ambientalista a incorniciare degnamente il quadretto. I non amanti del genere possono astenersi tranquillamente.
MEMORABILE: La polizia che esce ridendo dalle fogne; Il coccodrillo alla festa.
La leggenda metropolitana veste con disinvoltura l'abito del B-movie bestiale e claustrofobico (notevoli gli ambienti mefitici e oscuri delle fogne), si fornisce di adeguati accessori splatter e avanza con andatura ironica costante, spargendo per la via dosi di umoristico zucchero a velo nero. Visto (in seconda visione?) in un cinema di periferia mi divertì molto. Rivisto oggi, dopo molti anni, gli riconosco i crismi di un piccolo cult; ha ritmo, immagini azzeccate e quell'ossimorico carattere cialtronesco-professionale che suscita simpatia.
Discreta entry storica nel filone dei coccodrilli (et similia) antropofagi. I personaggi sono ben tratteggiati, soprattutto il protagonista e la presenza di un duro Henry Silva si fa notare. Le scene con l'alligatorone in città sono riuscite, ma il ritmo non si mantiene sempre su alti livelli e il gore seppur presente non salva più di tanto la situazione. Anche se tecnicamente è sopra la media degli animal horror del periodo, non è poi così divertente e le premesse da urban legend potevano essere sfruttate meglio. Vedibile ma non memorabile.
MEMORABILE: Il rettile enorme a zonzo per le strade cittadine.
Divertente horror basato sulla famosa leggenda metropolitana secondo cui nelle fogne vivono giganteschi alligatori gettati da cuccioli negli scarichi dei wc. Alligator è un B-movie invecchiato molto bene e sicuramente tra i migliori del filone animali assassini. A sorprendere maggiormente è proprio l'alligatore, un animatronic davvero ben fatto. Non molto violento ma le masticate certo non mancano. Un cult movie da non farsi scappare.
Horror metropolitano che spinge sulla fobia dei rettili (in questo caso di considerevoli dimensioni). Il rettile (un buon animatronic) viene purtroppo mostrato poco mentre la tensione si ferma in superficie a causa degli attacchi piuttosto telefonati. La trama va avanti per linee rette, decisamente prevedibile e nei momenti clou non manca qualche pacchianata (la distruzione dell'auto alla festa). Buoni cast e montaggio, che garantisce un ritmo fluido. I tentativi ecologisti e comici sono appena accennati e si perdono nel nulla. Guardabile.
Uno dei migliori titoli del filone animali assassini. Merito soprattutto della sceneggiatura di Sayles ispirata a una famosa leggenda metropolitana che mescola poliziesco e horror secondo lo schema classico dello Squalo. Finché il mostro non si vede c’è grande suspense, poi quando compare la tensione cala ma aumenta la dose di gore con alcune uccisioni politicamente scorrette assolutamente gustose. Personaggi attendibili e simpatici incarnati da un cast di mitici caratteristi (Silva, Gazzo, Jagger, Lassick); c’è anche la Lolita di Kubrick.
MEMORABILE: Il giovane agente divorato sotto gli occhi increduli di Foster; La ruota sul tombino nel finale; Silva sgranocchiato; La festa di nozze.
Carino da cucciolo, brutto e cattivo da adulto: è un coccodrillone, diventato grande quanto un tir a causa di maldestri esperimenti ormonali, che se ne sta tranquillo nelle fogne a sbranare quanti gli capitano a tiro, fino a quando viene costretto a sloggiare... Imperdibile per gli appassionati del genere "animali assassini", un B-movie che supplisce ai limiti di budget con una regia svelta ed una sceneggiatura che, tra uno stereotipo e l'altro, lascia spazio a molta ironia. Valido il look della bestia, efficace Forster, poco credibile Riker, caricaturale Silva.
MEMORABILE: Il cacciatore diventa uno spuntino; Il gioco dei bimbi in piscina; L'irruzione al matrimonio (un modo per rendere la giornata davvero indimenticabile)
Se la B sta per bello, allora è un B-Movie con tutti i crismi: novanta minuti di spasso assoluto, dalla evoluzione steroidea della leggenda metropolitana da bagno alla caratterizzazione simpaticamente trasandata di Foster, da Henry Silva tronfio e gabbato alle fantastiche e sgranocchianti evoluzioni del coccodrillone al party nuziale. Teague sa quel che vuole e come ottenerlo, a partire da una coppia poliziotto/scienziata affiatatissima e funzionale all’ambaradan, e trova anche occasione di attaccare (a ragione, ovvio...) le torture selvagge dell’epoca sui poveri animali. Croccante.
Tutta la città è motel vicino alla palude con coccodriller-killer al seguito. Teague sceglie le fogne, subconscio metropolitanimal-legend (i loricata a prova di anitra wc) per (farci) fare colazione coi Kellogg's croco pops. E ribadisce, accodato a Martino e Sands, che le dimensioni contano eccome. La prima noce di coccodrillo a misura d'uomo preistorico a rovinarci in testa dalle palme dell'eco-revenge (i sacrifici in nome dei sovradosaggi ormonali in vitro), lascia – specie dopo McLean e Aja - un lieve bitorzolo. Ma col mindset di allora, qua e là gli occhi sbrilluccicano lascivi.
Ispirato a una famosa leggenda metropolitana, è un film in cui il low budget la fa da padrone, e lo si vede nel pupazzone dell'alligatore e negli effetti speciali piuttosto scarsi. La cosa che però più affossa il film è la scarsa recitazione. La trama c'è, ha anche uno sviluppo decente e qualche scena ad effetto, ma ci sono anche troppi salti di sceneggiatura assurdi e un continuo uso dell'ironia, alla lunga insopportabile. Con un cast migliore e una cura maggiore per i dettagli della narrazione sarebbe stato un bel lavoro, ma così, pur godibile, non esce dalla mediocrità.
Uno dei migliori film del filone "animal horror": dinamico, ironico (volontariamente, però) e con punte di cattiveria estreme impensabili oggi. Teague, validissimo artigiano della serie B, dirige più che bene un gran bel cast con volti noti agli appassionati di exploitation quali Henry Silva, Sue Lyon e Dean Jagger (oltre all'ottimo Forster come protagonista); da non dimenticare anche l'ottima sceneggiatura di Sayles, sulla scia dell'altrettanto ottimo "animal horror" dantesco, del quale questo film è perfetto figlio spirituale. Cinema-bis divertente per una serata disimpegnata.
Simpatico B-movie anni '80 ben diretto da Lewis Teague, che sfrutta la leggenda metropolitana dei coccodrilli cresciuti nelle fogne. In questo caso siamo a Chicago, dove la polizia deve affrontare la minaccia di un alligatore cresciuto a dismisura. Buoni gli effetti speciali per l'epoca, recitazione approssimativa ma il film diverte lo stesso grazie al simpatico coccodrillone, vero protagonista della scena. Tra gli attori Robert Forster, poco convincente, e Henry Silva nella parte del supponente grande cacciatore. Per una serata tra amici con la passione per gli anni '80.
MEMORABILE: La piscina; Il banchetto nuziale.
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Buiomega71 ebbe a dire: Mi fà piacere Ciava. L'ho visto da ragazzo e mi entusiasmò. L'ho rivisto quattro anni fà e l'entusiasmo non e cambiato di una virgola
Dalla collezione cartacea Fauno, il flano del film (l'attinenza con la sala non sembra del tutto casuale!):
DiscussioneCaveman • 26/02/19 20:19 Servizio caffè - 403 interventi
Cultone assoluto!! Una tra le mie pellicole preferite da anni.
HomevideoRocchiola • 20/08/19 20:32 Call center Davinotti - 1314 interventi
Il DVD ONE Movie-01 Distribution è un prodotto datato 2006 che si difende ancora bene. Ormai fuori catalogo ma ancora reperibile su Internet anche se i prezzi iniziano a salire. Il video nel corretto formato 1.85 è tutto sommato discreto abbastanza pulito e dalla definizione accettabile. L’audio italiano mono 2.0 è discreto abbastanza potente e chiaro.
DiscussioneDaniela • 28/12/19 11:55 Gran Burattinaio - 5946 interventi
E' morta all'età di 73 anni Sue Lyon, il cui nome è indissolubilmente legato a Lolita, il film d'esordio cinematografico dopo un paio di apparizioni televisive.
Stellina a 14 anni, ebbe una carriera non all'altezza delle promesse con pochi titoli significativi: La notte dell'iguana, Missione in Manciuria, L'investigatore.
Il dvd conterrà la versione televisiva americana (ovviamente un pó più lunga). Spero che le scene aggiuntive abbiano la stessa qualità video di tutte le altre.