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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Di ritorno dall'esperienza americana, Stefano Sollima riprende a occuparsi di quella Roma criminale che gli ha portato gloria e onori in patria (e non solo) chiamando a sé tre dei più apprezzati attori di casa nostra: Valerio Mastandrea (che a dire il vero ha una parte minore ed esce presto di scena), Toni Servillo (che gioca a fare un po' il suonato e ripete le tabelline per non perdere l'attitudine al lavoro del cervello) e Pierfrancesco Favino (che si presenta in scena con perfetto look da Bruce Willis rattrappito - causa malattia - compreso di canotta).

Garantitosi il meglio per il cast, Sollima può non concedersi troppo a quell'azione per la quale è...Leggi tutto ovunque magnificato e concentrarsi sui personaggi, lasciandoli recitare prevedibilmente in sottrazione e facendoli tutti muovere intorno al giovanissimo Manuel (Franchini), il figlio di Daytona (Servillo). Il ragazzo, per sfuggire ai ricatti di un carabiniere corrotto (Giannini) seguiti alla registrazione di un filmato durante un party, si rifugia da Polniuman (Mastandrea), amico del padre il quale a sua volta lo indirizzerà da Cammello (Favino), malato terminale che non sa bene come comportarsi e come prima cosa piazza Manuel nella propria terrazza in attesa di veder calmare le acque. Ma il ragazzo non accetta e se ne torna in strada, sempre cacciato dal viscidissimo Vasco (Giannini).

Fin qui le basi di una trama che a dire il vero offre poco altro, perché è evidente che per Sollima conta di più il contorno; a partire dalle immagini, filtrate da una splendida fotografia (soprattutto notturna), e da ricche scenografie d'interni da associare alle suggestive riprese esterne in cui Roma - chiusa tra i bracci alti della Tangenziale Est e scorci da periferia in decadimento - si fa protagonista. Così come in SUBURRA, che però era opera superiore e scintillante, molto meno manierata, velleitaria. Qui Servillo gigioneggia fin troppo (e quando risolve il cubo di Rubik in un attimo durante un blackout dopo averci tentato per ore invano alla luce c'è da farsi qualche domanda), Mastandrea non vedente ha poco spazio per emergere e chi in definitiva lascia l'impronta maggiore è il solito monumentale Favino, impeccabile nella sua nuova maschera ai limiti della riconoscibilità e incisivo come sempre. Ma non sfigura affatto nemmeno Adriano Giannini, che pur all'ombra di due mostri sacri conferisce la necessaria ambiguità a un personaggio spregevole che si prende con decisione la scena.

I difetti maggiori risiedono nella scarsa capacità di sintesi di Sollima: si oltrepassa ostinatamente la soglia delle due ore (pare che ormai sotto sia impensabile andare, per chi nutre ambizioni medio-alte) con un film che in più occasioni rallenta e quasi si ferma senza motivo, senza riaccelerare pensando che le musiche qui piuttosto anonime dei Subsonica possano riempire i vuoti. Non lo fanno, così come poco incisive sono le fasi in cui al centro si muove il pur lodevole Franchini. Sollima si rifugia in qualche idea eccentrica poco originale (Servillo con le sue tabelline), si affida a un mestiere solidissimo che gli permette di conferire comunque spessore qualitativo al film, ma non fa l'atteso passo in più che - dopo le grandi produzioni internazionali - da lui ci si attendeva.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 15/12/23 DAL BENEMERITO DZEKOBSC16 POI DAVINOTTATO IL GIORNO 16/12/23
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Dzekobsc16 15/12/23 18:01 - 46 commenti

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Il sole arde la Città eterna, accerchiata da un grande incendio che fa da sfondo a una storia cupa in cui si mescolano ex membri della Banda della Magliana e servitori dello Stato corrotti. Sollima dirige con la consueta maestria un gruppo di attori di prim'ordine: Favino sempre sul pezzo e trasfigurato, Servillo, Mastandrea e il giovane Franchini ben calati nel ruolo, ma il vero dominatore della scena è un Adriano Giannini mai così cattivo. Sempre incisive le scenografie di Meduri, mentre i Subsonica disegnano la melodia di questo caos, con il tocco finale di Franco Califano. Crudo.
MEMORABILE: La festa; La breve ma micidiale interpretazione di Valerio Mastandrea; Il finale con omaggio ai protagonisti sulle note di "Tutto il resto è noia".

Markus 17/12/23 13:31 - 3706 commenti

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Pare che per il cinema italiano la nostra capitale sia ormai un covo di criminalità che a confronto il Bronx degli Anni '70 è roba da francescani. Da Sollima era lecito aspettarsi qualcosa che uscisse dal solito canovaccio di "Roma criminale" da lui tanto amato e invece ci troviamo nella solita città apocalittica - per certi versi post atomica - dove dei personaggi fanno cose e bisbigliano - in un romanesco non sempre comprensibile - cose losche. Ineccepibile dal punto di vista della fotografia e delle interpretazioni, un po' meno per certe lungaggini, che si dovevano evitare.

Gabrius79 17/12/23 15:16 - 1433 commenti

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Sollima ci offre l’ennesimo spaccato di una Roma quasi apocalittica con scene e immagini di forte impatto. Abbiamo due stupende interpretazioni di Mastandrea e Favino (quest’ultimo quasi irriconoscibile) che sono una spanna sopra gli altri; anche di Servillo, che è comunque apprezzabile. Ritmo a fasi alterne e anche la durata di quasi due ore di certo non aiuta.
MEMORABILE: I titoli di coda con “Tutto il resto è noia” di Califano.

Panino 22/12/23 02:16 - 15 commenti

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Di ritorno da Hollywood, Sollima gira un crime-noir che per scelte narrative, sviluppi e tecnicismi si ispira al grande cinema di Michael Mann e William Friedkin ma anche ad autori italiani che hanno fatto film importanti e riusciti come Di Leo e Tessari. E lo gira bene, sfruttando le ottime scenografie che la città di Roma può offrire a questo tipo di storia. Qualche pecca narrativa ma un film notevole, per il recente panorama Italiano. Bravi tutti gli attori con una menzione speciale a Favino, qui in una delle sue interpretazioni migliori. Bella la colonna sonora dei Subsonica.

Sonoalcine 22/12/23 16:57 - 185 commenti

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Flop di un regista che aveva già dato tutto il meglio di sé in Suburra. A differenza di quest'ultimo, qui si calca molto meno la mano sul rappresentare la malasanità dei quartieri della Roma malfamata e povera. I personaggi sono tutte alfieri di uno scacchiere cupo e una capitale emarginata e lontana dai poli turistici, in cui il disagio diventa presagio di morte e perdizione e l'ombra sembra prevalere sulla luce. Belle premesse, peccato che al momento della messa in scena appaia tutto fiacco e al piccolo bagliore di brio lo sbadiglio abbia la meglio.
MEMORABILE: Il party; L'interrogatorio a Toni Servillo; La sparatoria finale alla stazione; Franco Califano che canta nei titoli di coda.

Zaratozom 28/12/23 20:49 - 63 commenti

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Gran film, ancora dopo L'ultima notte di Amore. Attori eccelsi, storia apparentemente semplice, location suburbane fotografate in maniera magistrale, colonna sonora un po' debole (peccato, dai Subsonica ci si aspettava di più). Una Roma in preda alle fiamme, un passato terribile che torna a chiedere il conto, una giovinezza ancora non corrotta dal marciume che la circonda. Un messaggio di speranza in mezzo a tanto degrado. Averne di film così.
MEMORABILE: La "trasformazione" di Daytona: grandiosa.

Orson 30/12/23 19:17 - 122 commenti

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Dopo la anodina parentesi americana, Sollima torna in Italia e più precisamente a Roma, ma il risultato non ha la stessa efficacia del suo capolavoro più noto. La pecca maggiore è una certa inconsistenza narrativa, con snodi poco credibili (tutta quella scia di cadaveri solo per riacciuffare un ragazzino in fin dei conti innocuo?). Si palesa inoltre un compiacimento ripetitivo di vezzi (la pioggia di allora viene sostituita qui con un incendio, ma anche la sporcizia di tutti i personaggi sembra calcata a bella posta). Favino grande come al solito, ma stavolta è Giannini a svettare.
MEMORABILE: L'agguato di Servillo col coltello; La performance di Adriano Giannini.

Reeves 3/01/24 09:38 - 2414 commenti

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Roma (nelle cronache così come nei film) è al centro di un intreccio criminale tra ricatti ai politici, carabinieri corrotti e vecchi arnesi della malavita che per vari motivi tornano in attività. Un film cupo, ambientato in una Roma devastata da black out e incendi, piena di spazzatura, dove la vita vale molto poco. Ritmo notevole, ottime interpretazioni, storia avvincente, riuscito ritorno di Stefano Sollima agli scenari italiani.

Mr.chicago 20/05/24 22:22 - 152 commenti

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Una Roma cinerea, sulfurea, cupa, infernale quasi distopica fa da sfondo a questa storia nera che ha come grandissimi protagonisti Servillo e Favino nei panni di due ex criminali che ci regalano interpretazioni di altissimo livello in ruoli non affatto facili, ma che inevitabilmente focalizzano l'attenzione su di loro ed elevano la pellicola di mezzo voto per uno, altrimenti la sceneggiatura troppo fiacca e il ritmo (si va troppo "adagio") avrebbero portato a un pallinaggio più contenuto!
MEMORABILE: Le interpretazioni di Servillo e Favino; I titoli di coda.

Rambo90 10/04/24 01:51 - 7750 commenti

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Sollima decide di concentrarsi sui personaggi ma perde troppo di vista l'azione, in una sceneggiatura talmente basica che di azione proprio avrebbe bisogno per restare impressa. Non c'è tensione in questa caccia al ragazzo, non c'è furia e viene da chiedersi come sarebbe stata questa stessa trama in mano a un Lenzi o a un Massi degli anni 70. Il poker di grandi attori funziona a metà, poco spazio per Mastandrea, poco in parte Servillo. Meglio Giannini e il camaleontico Favino, che almeno in poche battute qualcosa comunque trasmettono. Incolori Di Leva e gli altri. Mediocre.

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Paulaster 15/04/24 18:05 - 4544 commenti

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Alcuni carabinieri corrotti si servono di un ragazzo per incastrare un ministro. Noir in cui Sollima poteva calcare meno la mano sulla Roma apocalittica per giustificare i truci personaggi e snellire la trama, che ogni tanto è poco lineare. Cast di livello nel quale Favino centra perfettamente il suo personaggio e Giannini ha carisma; Mastandrea non riesce a incidere e Servillo ha qualche sprazzo ma gli manca la romanità. Poco numerosi i momenti action in cui la regia dimostra una certa abilità.
MEMORABILE: La camminata dolente di Favino; La sportellata; I monitor in stazione.

Daniela 16/04/24 23:40 - 12814 commenti

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Un ragazzo, costretto a girare un video da utilizzare per ricattare un politico, si spaventa e fugge. I carabinieri corrotti che gli avevano commissionato il lavoro lo cercano per farlo fuori e lui, figlio di un boss della mala affetto da demenza senile, cerca aiuto presso altri malavitosi in disarmo... In una Roma dai toni apocalittici, un noir e cupo e pessimista che, pur senza raccontare nulla di nuovo, colpisce grazie alle belle interpretazioni di Servillo, Mastandrea e soprattutto dell'irriconoscibile Favino. Efficace anche Giannini, rare ma ben dirette le scene d'azione.

Capannelle 28/04/24 18:47 - 4451 commenti

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Era lecito attendersi di più, visti il regista e il cast a disposizione. Sollima cerca varianti e personaggi interessanti e alla fine quelli che rendono di più sono Giannini e Servillo, mentre Favino è bravo ma forse esagerato in una caratterizzazione così spinta. Mastandrea marginale. Atmosfere tese e una vicenda non del tutto chiara, che crea tensione anche se non è troppo solida e si risolve in un finale che lascia più di un dubbio.

Pinhead80 14/05/24 13:42 - 4949 commenti

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In una Roma funestata da un incendio devastante che fa da sfondo e crea un'atmosfera apocalittica, si sviluppa la storia di un ragazzo ricattato dalla polizia e di tre ex-criminali alla deriva che a loro modo cercano di fare un'ultima "buona azione". Sollima torna a raccontare ciò che gli è più congeniale, ovvero le storie cupe e nerissime di personaggi al limite che vivono ai margini di una società che li considera dei derelitti. L'ambientazione è meravigliosa e s'integra alla perfezione con una trama che cattura e che riesce a esaltare un cast in grande forma. Savino sugli scudi.
MEMORABILE: Il riscatto di "Daytona"; L'interpretazione di Favino nei panni del "Cammello".

Luluke 11/05/24 05:35 - 224 commenti

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Storia minima, che serve solo da spunto per una specie di "come siamo ridotti" degli ultimi reduci della Magliana, vecchi, sporchi ma ancora cattivi. Migliori però di quelle guardie che uccidono come i fratelli Savi ai tempi della Uno bianca. Pescando un po' qua e un po' là, riproponendo la stessa Roma di Suburra, qui più di giorno e un nuovo intreccio a incastri, Sollima riesce comunque a gestire bene l'eccellente cast a disposizione. Che non delude, anzi sostiene un film che parte un po' troppo lentamente e presenta alcune lacune di scrittura, compreso un finale piuttosto anonimo.

Il ferrini 13/05/24 23:53 - 2440 commenti

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Noir romano veramente livido, avaro di parole eppure incredibilmente evocativo. Il giovane protagonista è il motore degli eventi, attorno al quale ruotano personaggi che hanno motivo di farlo fuori e altri di salvarlo. Fra questi ultimi ci sono Mastrandrea, Servillo e Favino, probabilmente i migliori attori italiani viventi. Se il primo dà tutto in un'unica scena, il secondo dà vita a un padre in bilico fra la follia e una spietata lucidità mentre il terzo (irriconoscibile) cresce fino a oscurare tutti in una prova superlativa. Gran film.

Galbo 16/05/24 18:59 - 12465 commenti

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Stefano Sollima continua il suo personale viaggio nella Roma criminale con un film cupo e amaro, in cui affronta la decadenza della vecchia malavita rappresentata da tre ex componenti della banda della Magliana in lotta contro un poliziotto corrotto. A dispetto di un ritmo non sempre esaltante, un film godibile, segnato da una buona caratterizzazione dei personaggi e da scene d’azione realistiche e molto ben realizzate. Convincente la prova dei cast nel quale spiccano Favino e un ottimo e per certi versi sorprendente Adriano Giannini. Un buon film.

Piero68 17/05/24 15:11 - 2962 commenti

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Un film decisamente fuori dai canoni di Sollima ma di assoluto valore in cui alla sceneggiatura viene anteposta la scrittura, la caratterizzazione dei personaggi e tutte quelle cose che il cinema spesso perde di vista. Un Favino stratosferico e irriconoscibile svetta sul resto del cast, regalando una performance che già da sola varrebbe l'intero film. Ma oltre a questo coi sono la sceneggiatura, il tratteggio dei personaggi e una fotografia "apocalittica" estremamente azzeccata. Insomma, il film scorrerà pure "adagio", ma non c'è nulla da fare: la classe non è acqua.

Mco 30/05/24 00:26 - 2342 commenti

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Nella Roma che sta tra tenebre e scarsa luce si cela un girone infernale che tutto inghiotte nella sua bocca ctonia. "Queste notti non finiscono" suona Avery nella festa privata di perversioni massime. E difatti non si vede come possano uscire dai loro miasmi di corruzione e perdizione, malavita e malamorte. Risorgono vecchie glorie criminali, acciaccate, accecate ma pur sempre di gravitas dotate. Favino diventa antieroe tra i paladini dei senza legge, si muove come un robot di Nagai e si ritaglia uno scontro memorabile con Giannini. Un film sensazionale e impenetrabile. Epico.
MEMORABILE: "Magari dopo, se vuoi, di là, ne ho di migliore"...

Nando 1/06/24 07:42 - 3838 commenti

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Il cinema di Sollima è caratterizzato da azione, violenza e un ritmo sempre serrato. In questa pellicola protagonista è un carabiniere corrotto che insegue un ragazzo che cercherà aiuto da vecchi amici malavitosi del padre. I cinque interpreti maschili rendono la narrazione avvincente, nonostante a Mastandrea sia riservata solo un piccolo (ma significativo) ruolo; forse non proprio in parte Servillo, che comunque aggiunge carisma; laido quanto basta Giannini e splendido Favino, soprattutto nello spettacolare finale. Bene Franchini e la colonna sonora.

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Schramm 6/06/24 00:53 - 3592 commenti

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Sollima inforna un altro croccante e avvelenatissimo tortino di fatalismo amarezza disperazione con tutti i più neri guai disseminati e quantificati al punto giusto in una città-ordigno carica e sporca di sudore endorfine ceneri dove le luci vanno e vengono come i cervelli i sentimenti e le leggi. E si fa breakdance sui vetri rotti per 127', estasiandosene, grazie anche a Servillo e Favino davvero superiori se non oltre e un Giannini in cima a vette interpretative da mistica autoflagellazione calabra; e si può finalmente dir bravo anche a un Mastandrea fuori dalla sua comfort zone.

Enzus79 6/06/24 22:41 - 2994 commenti

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Noir di buona fattura, dai toni cupi in una Roma apocalittica. Storia che si svolge nell'arco delle ventiquattro ore in cui nessuno dei personaggi è salvabile, sotto l'aspetto morale. Seppur la storia abbia poco di originale, riesce comunque a intrattenere. Cast molto convincente e apprezzabile. Regia di Stefano Sollima efficace. Discutibile la colonna sonora dei Subsonica.

Giùan 16/06/24 08:56 - 4678 commenti

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Impressiona sempre più il controllo registico di Sollima, esercitato stavolta non solo "professionisticamente" su un materiale narrativo “impersonale" ma sulla carne di nuovo viva per quanto ormai purulenta di una Roma (post) criminale che il regista di Suburra rappresenta con insolita e solida determinazione metafisica: concreta eppur sfuggita. Formidabilmente empatica la scelta di questi antieroi zombi richiamati dal loro passato di fasti funesti in soccorso di un barlume ancora di ingenua speranza. Straordinari la silente fissità di Cammello e il repentino rinsavimento di Daytona.
MEMORABILE: Cammello e Manuel… e le cuffie; Daytona sale in macchina e coglie di sorpresa Vasco e Bruno.

Mickes2 29/06/24 01:31 - 1672 commenti

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In una Roma senza luce che guarda a un orizzonte incendiato e in fumo, si districa una storia più bella a vedersi (regia sugli scudi) che incisiva. Il film, dotato di molti spunti e una trama con molta carne al fuoco, tuttavia, non riesce mai a essere incisivo, epidermico e quindi non graffia crogiolandosi così nella ricercata scenografia e in qualche sequenza ben riuscita.

Beffardo57 3/07/24 13:58 - 277 commenti

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Un passo indietro rispetto a Suburra, molto più riuscito e spettacolare e con una serie di storie intrecciate. Qui invece il plot è esile e ben poco avvincente. L'ambientazione sarebbe in teoria originale (una Roma di periferia, oppressa dal caldo e dagli incendi), ma alla lunga stanca. Gli interpreti così così: il giovane protagonista anonimo, Favino irriconoscibile, si salva il carabiniere cattivissimo (ma con famiglia a carico) di Adriano Giannini. Nei dialoghi spesso le battute sono biascicate in un romanesco strascicato che richiederebbe i sottotitoli anche per gli udenti.

Ira72 3/07/24 23:03 - 1327 commenti

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L'unico neo sta nell'inizio, dando per scontata una sceneggiatura che, invece, si svilupperà in corso d'opera ma che, in effetti, annoia nella prima mezz'ora. Poi. Se Mastandrea è poco più di una comparsa, Servillo, Favino e Nannini lasciano il segno. Ognuno tratteggiato con caratteristiche incisive che marcano al meglio le rispettive interpretazioni. In una Roma cupa, desertica seppur affollata, aggredita dagli incendi e da continui black out, gli ex componenti della Banda della Magliana sono ormai dei derelitti sfiancati dalla vita. Tutto a il resto non è noia ma truculenta poesia.

Rebis 8/07/24 10:17 - 2377 commenti

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L'orizzonte è in fiamme, i blackout attraversano l'urbe come ondate di tenebra. Stormi di uccelli in fuga solcano il cielo. Sono gli ultimi giorni dell'umanità. La Terra è abitata da dinosauri diroccati, testimoni patetici di un'epoca ormai estinta, conclusa. E gli ultimi eventi si succedono con il ritmo dell'adagio, senza urgenza. Sollima firma un'opera testamentaria e gerontologica sull'epica del fallimento, dal passo piano e febbrile, che cattura lentamente e lascia il segno a posteriori. Cast di prim’ordine, come richiesto dalla solennità dell'evento. Favino impressionante.

Nicola81 21/07/24 22:21 - 2902 commenti

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Grande film diretto da un regista che finora le sue prove migliori le aveva fornite per il piccolo schermo. Sullo sfondo di una Roma vessata da un caldo torrido e da continui blackout, ripresa e fotografata in modo magistrale, si dipana una narrazione che si prende i suoi tempi (il titolo è un azzeccato manifesto programmatico) ma che avvolge inesorabilmente sia lo spettatore che il giovane protagonista, costretto a destreggiarsi tra carabinieri corrotti e vecchi revenants malavitosi che rappresentano un passato difficile da seppellire. Cast in stato di grazia, finale quasi poetico.
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  • Discussione Bepi • 17/12/23 11:50
    Disoccupato - 13 interventi
    SPOILER
    Ciao,
    dopo aver visto il film 'adagio' mi sono sorti dubbi che vorrei risolvere.
    Chi non vuole avere il finale svelato pertanto è invitato a leggere altrove e non qui.
    La storia si incentra su un sedicenne di Roma (tale Manuel) 'pizzicato' da un gruppetto di carabinieri in un parco di notte intento a compiere atti sessuali con un altro uomo per avere un ritorno in denaro. Nel caso specifico l'atto sessuale è la fellazione.
    I carabinieri, fotografate le scene che dimostrano il sedicenne parte attiva dell'atto sessuale, lo terrorizzano dicendogli che se non farà ciò che gli dicono faranno sapere a suo padre del fatto nonchè renderanno pubblico il tutto pubblicando le foto sul giornale che danno gratuitamente nella metropolitana (o qualcosa di similare insomma).
    Il giovane sedicenne spaventato dal fatto che suo padre possa venire a conoscenza del fatto e non avendo scelta si trova costretto a recarsi ad una festa molto lussuosa nel centro storico di Roma.
    Tra l'altro la festa sembra fatta all'interno di un palazzo sede di governo ma non mi è chiaro dove di preciso sia fatta(anche qui chi è riuscito a capire qualcosa lo spieghi, per cortesia).

    Manuel ha il compito di filmare scene importanti da consegnare poi ai carabinieri che lo hanno ricattato.
    Alla festa pare vi sia un noto politico travestito da donna, vi sono molti minorenni,  c'è cocaina libera che si può sniffare pubblicamente.
    Presumibilmente si vuole incastrare il noto politico per uso di droga in pubblico, atti sessuali con minorenni, prostituzione, il vestirsi da donna  e cose similari.
    Recatosi alla festa , dopo aver detto la parola segreta per entrare, il giovane dopo aver sniffato cocaina pubblicamente si rende conto che vi sono microtelecamere fissate ovunque ed è molto preoccupato poichè ciò dimostrerebbe il suo sniffare cocaina ed il suo frequentare luoghi di prostituzione maschile e femminile.
    Quindi pensa che la situazione è ancora più grave rispetto alla precedente situazione in cui lui fu incastrato e ricattato.
    Perciò telefona al carabiniere.
    Espone le sue preoccupazioni e decide di andarsene dalla festa.
    I carabinieri sono una banda estremamente esperta di intercettazioni.
    Hanno attrezzature molto costose e molto difficili da sapere maneggiare, l'operazione sembra sia parecchio importante.
    La banda è composta tra tre persone , un giovane carabiniere esperto di informatica ed intercettazioni e gli altri due che sono i due protagonisti nella sparatoria finale all'interno della stazione dei treni di Roma.
    Il dubbio è : vogliono incastrare il politico travestito da donna con i baffetti all'interno della festa?
    Per incastrarlo vogliono produrre le prove che usa droga in pubblico, si traveste da donna  e compie atti sessuali a pagamento con minorenni?
    Sembra inoltre che le prove le vogliono  vendere a un misterioso broker che sarebbe il signore con la barba in una macchina lussuosa.
    Chi è questo broker ?Che ruolo ha nella storia ?
    Cosa significa broker?
    Ha fatto un accordo per comprare i filmati che incastrerebbe il politico?
    Perchè è interessato ad incastrare quel politico? Oppure non è come penso?
    Ma la cosa che proprio mi è poco chiara è il perchè la banda dei tre carabinieri è così tanto interessata e rintracciare il sedicenne Manuel che se n'è andato dalla festa?
    Poichè tutta la storia è proprio incentrata sulla caccia che la banda dei tre danno al sedicenne.
    Come mai tutto questo fortissimo interesse nel rintracciarlo?
    Cosa avrà mai visto o saputo che non doveva vedere o sapere?
    Oltretutto le mie perplessità sono anche confermate da uno dei tre carabinieri che appunto domanderà agli altri ' e uno volta che l'abbiamo preso?' .Domanda a cui  la mente della banda altro non risponde dicendo 'intanto iniziamo a prenderlo poi vediamo...'
    La mente della banda dei tre ... hai così un forte interesse a prendere Manuel che non è giustificato.
    Ammazza due persone per riuscire a prendere il sedicenne. Addirittura non trova il tempo da dedicare ai suoi figli perchè è troppo impegnato nelle ricerca del sedicenne.
    Figli che per lui sono molto importanti.
    Come si spiega tutto ciò?
    Vi ringrazio.
    Ciao.


    Ultima modifica: 17/12/23 12:15 da Zender
  • Discussione Zender • 17/12/23 12:26
    Capo scrivano - 48117 interventi
    SPOILER
    Ma scusa, se al sedicenne scappato e fuori controllo viene in mente di denunciare i carabinieri quelli andranno dentro direi, come minimo subiranno processi e inenarrabili complicazioni, quindi l'idea alla fine è di eliminarlo, si immagina. Quanto al broker e alla sua storia mi pareva non avessero alcuna particolare rilevanza. Si sa che paga i carabinieri per avere il filmato e tanto basta.

  • Discussione Bepi • 17/12/23 12:38
    Disoccupato - 13 interventi
    Ciao Zender.
    Denunciare i carabinieri?
    Secondo te il cucciolo(così chiamato nel film dai carabinieri stessi) preso in flagrante e fotografato in piena fellatio con uno per soldi ...potrebbe pensare "adesso vado dai carabinieri e vi denuncio tutti?"
    Primo vorrà starsene il più alla larga possibile dalla vicenda.
    Secondo: chi denuncia?
    Non ha un nome , non un cognome , non una foto , nulla.
    Dirà "sono venuti da me tre tizi che si son dichiarati carabinieri, uno aveva i capelli neri , gli altri due non so???"
    Prova pensare te di trovarti in una storia del genere.
    Io penso a me e mi son trovato in una storia similare e vedo che non avrei scampo in una denuncia poichè salterebbe  fuori ciò che voglio tenere solo per me(che è l'unica cosa che mi interessa).
    La vedo dura ... per il sedicenne...
    Ultima modifica: 17/12/23 13:44 da Zender
  • Discussione Zender • 17/12/23 13:35
    Capo scrivano - 48117 interventi
    Lui li conosce bene, se gli mostrano due foto ci mette un attimo a ricnoscerli e se li vuole denunciare non credo che non lo aiuterebbero a farlo, i colleghi onesti. E i traffici di quelli salterebbero tutti all'aria, oltre al fatto di rischiare processi e via dicendo. Loro non sanno cosa ha in mente il ragazzo e non vogliono rischiare di lasciare a lui la decisione di distruggere le loro vite o meno. Non siamo tutti uguali, non è che se io o tu ragioniamo in un certo modo tutti debbano ragionare così. Non vogliono rischiare quello o di essere ricattati a distanza o chissà cos'altro.
  • Discussione Bepi • 17/12/23 18:34
    Disoccupato - 13 interventi
    Zender ebbe a dire:
     Loro non sanno cosa ha in mente il ragazzo e non vogliono rischiare di lasciare a lui la decisione di distruggere le loro vite o meno.
    Con tutte le capacità che hanno , la banda dei tre carabinieri capitanata da Vasco, possono fermare quando ritengono opportuno un semplice ragazzo di sedici anni ancora ingenuo e totalmente immaturo.
    Se hanno così tanta paura di essere denunciati da lui nemmeno lo avrebbero ricattato perchè anche a quel punto il ragazzo anzichè recarsi alla festa avrebbe potuto recarsi al commissariato per denunciarli, visto che tra l'altro aveva  il loro telefono e la denuncia sarebbe andata in porto con una facilità incredibile.
    E su tutto questo si sorvola ?
    Considerando che mai un tale ragazzo li avrebbe denunciati.
     Non ne avrebbe avuto assolutamente motivo poichè era stato preso in flagrante da loro nel compimento dell'atto sessuale che per lui era di vitale importanza tenere segreto nel modo più assoluto.
    Senza considerare che come lo hanno ricattato una volta non vedo il problema nel ricattarlo una secondo volta: "se tu provi a parlare con altri di questo fatto fra noi e te sei morto".
    Mah...
    Altra osservazione che ho sentito in un video su youtube (https://www.youtube.com/watch?v=EhSxZ5QVpiM ).
    Anche quando vi è la sparatoria in stazione dei treni a Roma.
    I due carabinieri individuato Manuel gli sparano direttamente e solo dopo 'cammello ' sparerà ai carabinieri per difenderlo(uccidendone uno e ferendone gravemente un altro).
    Insomma hanno tantissima paura di essere denunciati  da Manuel e però non temono di sparargli addosso a viso scoperto  di fronte a centinaia (o migliaia) di persone  in un luogo pubblico , con telecamere e probabilmente anche agenti di polizia o di sicurezza in grado di acciuffarli subito?
    Hanno paura di essere denunciati da Manuel ma non hanno paura delle denuncia che gli arriverà per sparargli in pubblico di fronte a migliaia di persone?
    Se lo temono che lo prelevino, lo arrestino  (visto che avevano il tesserino dei carabinieri) e lo uccidano di nascosto.


    Ultima modifica: 17/12/23 18:41 da Bepi
  • Discussione Zender • 18/12/23 09:04
    Capo scrivano - 48117 interventi
    Certo che possono fermarlo, è quello che stanno appunto cercando di fare, di trovarlo. Se quello scappa come lo fermano? Che mai li avrebbe denunciati lo dici tu però, che ne puoi sapere di quello che può fare un ragazzo? Mica siamo tutti uguali, ripeto, se i criminali non valutassero le diverse possibilità e confidassero solo su quello che uno potrebbe non fare sai quante vittime in meno? Quel testimone ci ha visto, lo uccidiamo? Ma no dai, perché dovrebbe denunciarci, che interesse ha?
     Comunque non è che devo difendere un film che non m'è nemmeno troppo piaciuto, ognuno creda quel che vuole, ricordando che dei film non tutto deve sempre essere necessariamente credibile; non è un documentario sulla Roma criminale o un storia vera, che mi risulti.
  • Discussione Blutarsky • 18/12/23 12:16
    Magazziniere - 338 interventi
    SPOILER VARI
    dico la mia sulla questione,
    per me a livello di motivazioni sulla "caccia" al ragazzo c'è un prima e un dopo morte del personaggio di Mastandrea.
    All'inizio probabilmente volevano rintracciare il ragazzo per recuperare il telefono (dotazione forze dell'ordine?), convincerlo a tornare alla festa / spaventarlo a morte per assicurarsi il suo silenzio.
    Dopo l'omicidio non programmato di Mastandrea, devono trovarlo per far sparire il testimone che potrebbe collegarli al reato, sopratutto nel momento in cui diventa ricercato da tutte le forze dell'ordine come primo sospettato dell'omicidio.

  • Discussione Zender • 18/12/23 14:20
    Capo scrivano - 48117 interventi
    Potrebbe essere Blutarsky, certamente.
    Ultima modifica: 18/12/23 14:26 da Zender
  • Discussione Reeves • 3/01/24 09:35
    Formatore stagisti - 722 interventi
    Secondo me è evidente che il telefono in mano al ragazzo è un telefono dell'Arma, e quindi li può incastrare. ecco perchè non possono lasciarlo andare