A contare i film americani che girano intorno al rito matrimoniale e al conseguente incontro tra famiglie dai caratteri diametralmente opposti ci sarebbe da perder la testa. BIG WEDDING è solo uno dei tanti, destinato ad esser dimenticato in fretta e privo di una vera ragion d'essere che non sia quella di sfruttare economicamente il filone riciclando a destra e a manca. Si prendano due divi dalle comprovate attitudini brillanti (De Niro e la Keaton) e li si faccia recitare la parte dei coniugi per forza, divorziati da tempo ma costretti a fingersi sposati per non scandalizzare la bigottissima madre naturale del loro figlio adottivo alla vigilia del suo matrimonio. Sembra quasi di vedere il VIZIETTO...Leggi tutto in versione politically correct, con molta meno grinta e Susan Sarandon a fare il Michel Serrault della situazione. La famiglia è però numerosa: ci sono gli altri figli dei due anziani protagonisti, la figlia un po' libertina della madre naturale dello sposo e i genitori semimummificati della sposa a completare il quadro, con un Robin Williams in abito talare che spunta in due o tre momenti senza poter ahinoi incidere (tranne nella prima scena in cui compare, autore di un bel colloquio spiazzante, che faceva ben sperare). Tra tutti, in fin dei conti, l'unico ad emergere per verve e simpatia è il buon vecchio De Niro, in un ruolo divertito di scultore un po' rimbecillito che ritrovandosi "conteso" tra l'ex moglie e l'attuale convivente si fa maltrattare dall'intera famiglia uscendone senza gran sorpresa vincitore in un finale consolatorio tipico da film per famiglie. E d'altra parte questo è BIG WEDDING: intrattenimento popolare con sfumature da commedia adulta che però scade continuamente in insulsaggini sempre meno sopportabili col passare dei minuti (saggia in questo senso la scelta di chiudere ancor prima della canonica ora e mezza). Desolante il rapporto tra il 40 anni vergine e la disinibita ragazza colombiana, sua parente acquisita da lui vista come possibile allettantissima "nave scuola", verbosi e raramente pungenti gli interventi della pur brava Katherine Heigl, nel film problematica donna incinta dal carattere scontroso e ben poco amichevole con suo padre. La ancora affascinante Sarandon, cui forse spettava il ruolo sulla carta più brillante (la convivente che decide di sparire per lasciare posto alla farsa salvo poi ripensarci), viene condannata a una scarsa reattività e a vendette da operetta, schiacciata dall'esuberanza della Keaton e ridotta a comprimaria. Quanto ai giovani solo facce e personaggi anonimi come da tradizione (d'altra parte i protagonisti non son certo loro).
Commediola divertente e leggera, a dispetto delle severe stroncature in patria, dove si resta sempre in bilico tra sentimentale e momenti volgarotti e sopra le righe. De Niro è strepitoso, in gran forma comica e duetta alla perfezione sia con la brillante Keaton che con la Sarandon. Il resto del cast è in parte, con una simpatica partecipazione di Williams (in un ruolo simile a quello di Licenza di matrimonio). Buono.
In mancanza d’idee ecco l’ennesimo rifacimento (stavolta di un film francese). Vicenda vista e stravista in mille altri film perché, in definitiva, è la solita - quasi snervante - storia che ci mostra una famiglia borghese allargata in cui a far da perno centrante/carismatico è il trio “senile” De Niro/Sarandon/Keaton spalmati da Zackham in un’ora e mezzo di situazioni da pochade (tiritere amorose, corna vissute, ripicche) nella solita villa americana sul lago immersa tra i severi boschi. Pellicola evitabile e soprattutto dimenticabile.
Ennesima parata di star americane (più o meno al tramonto artistico) per una commedia che parla di amore, matrimonio e rapporti disfunzionali. Non spiacevole, ma simile a decine di altri (c'è quasi il sottogenere delle commedie matrimoniali americane) e soprattutto provocatoria solo in apparenza, in realtà assai convenzionale nella struttura. Retta solo dal mestiere degli attori, che in realtà recitano con il pilota automatico e nemmeno al meglio, è stata abbastanza meritatamente un "flop" commerciale in patria.
Remake di una pellicola francese in cui si assiste alle scontate vicende prematrimoniali di due giovani e delle loro famiglie. Situazioni in alcuni casi boccaccesche in altre scontate; difficilmente si sorride. Cast altisonante ma oramai tendente al bollito, con la Sarandon in buona vena ben coadiuvata dalla Keaton; inspiegabile De Niro. Deludente.
Un gruppo di attoroni per la solita commediola della famiglia allargata, delle nuove conoscenze e che fa anche meno ridere delle altre. La storiella è di una scontatezza assoluta in ogni sua parte, in ogni suo "colpo di scena" e lieto fine; essendo scritta da uno che principalmente fa lo sceneggiatore, la cosa è emblematica della crisi del cinema moderno. Le risate durante la visione si contano con una mano sola e tutto infastidisce. Di queste commedie che hanno farcito lo scorso decennio – e in cui De Niro ricorre spesso – siamo stufi!
Questo film in una parola: tristezza assoluta. Perché sulla carta il cast sarebbe anche buono, ma viene totalmente sprecato, quasi ridicolizzato. Mette tristezza vedere persone che hanno recitato in ottimi prodotti fare un film simile. Fa rabbrividire anche la sceneggiatura, che è semplicemente il nulla, così banale e prevedibile da non far neppure ridere. Potremmo definirlo un film "copia-incolla", girato "tanto per…". Odioso.
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