Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Il numero del canale si trova tra parentesi dopo il suo nome. Se non c'è, cercatelo qui: numero canale. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Ciavazzaro: Pessimo come tanta parte dei film giovanili di un Alessandro Gassman decisamente ancora acerbo. Alcunli italiani si fingono mafiosi per raccattare soldi a New York. Trama esilissima, attori che poco incidono e deludenti camei di Gassman padre e della Winters. I particolari trash da citare sarebbero troppi: dalla sfilata per scegliere i migliori vestiti da mafiosi al bacio d'onore tra i tre fino alla festa finale.
Rambo90: Storie di vita intersecate in una sceneggiatura imprevedibile nella prima parte e più telefonata nella seconda, ma che tocca le corde giuste. Il racconto, anche se lento, si fa seguire e i personaggi catturano da subito per merito di dialoghi semplici e abbastanza realistici. Le buone interpretazioni fanno il resto, da una raggiante Wilde agli ispirati Isaac e Banderas. C'è spazio anche per un po' di ironia in un film godibile e che verso la fine emoziona davvero. Buono.
Homesick: Dignitoso film d’avventura tratto dai romanzi di Salgari. Uccisioni a tradimento, patti demoniaci, fantasmi, vendette, rapimenti, catture ed evasioni sono manovrati con competenza dal bravo Sòllima, che sa infondere alle scene d’azione – soprattutto duelli e assedi – una non indifferente spettacolarità, merito anche del maestro d’armi e aiuto regista Franco Fantasia. La bellissima e bellicosa Jeanine surclassa decisamente l’insipida Andrè.
Motorship: Tardissima commedia sexy diretta dallo specialista Tarantini. Poche le cose da salvare e soprattutto una trama scadente con una sceneggiatura che è un susseguirsi di momenti ripetitivi che alla lunga annoiano. Cast piuttosto sprecato: il più simpatico del quartetto è Spaccesi, che regge praticamente il film, mentre gli altri o sono malserviti (Gullotta) o scarsi di per sé (Ciardo). Meglio si sta sul lato donne, in particolare con la giunonica Rondinella.
Capannelle: Bel film. Lucchetti regala una valente conduzione che non sfrutta troppo i cliché del genere, non si perde in rivoli demagogici e si avvale della buona prova corale degli attori, da un ottimo Orlando (genuinamente idealista senza diventare macchietta) alla Galiena (brava e particolare nella sua espressività) ad altre figure di contorno. Il film si gode, anche perché non vive di alti e bassi, ma mantiene costantemente un discreto ritmo.
MEMORABILE: Il consiglio di classe e le "riaperture" delle discussioni.
Elenamaria: Il mio film preferito tra i "balneari" di Girolami. Trasmette allegria e spensieratezza e quando lo vedo mi tira sempre su il morale. Secondo me è da apprezzare anche per l'umorismo leggero e raffinato di Sandra e Raimondo e anche di tutti gli altri attori, un umorismo che, forse, ai giorni nostri non esiste quasi più nel cinema. La trama e i dialoghi sono semplici ma non banali, belle e romantiche le musiche.
MEMORABILE: Piero, Claudio e Romoletto sono dentro la tenda e la macchina parte e se la porta via!
Mclyntock: Godibilissimo western d'annata, misconosciuto e tradizionale, con tutti gli elementi in ordine, contamina con brio e leggerezza il western con la commedia (divertenti le gag tra i militari), con un sottotesto, un po' stiracchiato, sul tema del melting pot razziale. Regia solidissima dell'esperto Douglas, vivace e ricca d'effetti insoliti. Ben fotografato e discretamente recitato. Lovejoy ha la maschera giusta.
Cotola: Film fiume (dura più di tre ore) ispirato alle imprese, a metà tra storia e leggenda, di uno dei personaggi più famosi della letteratura spagnola medioevale. Il risultato è dignitoso ma discontinuo nonostante la regia di Mann che colpisce solo a tratti. Classico giocattolone che a tratti avvince e a tratti annoia. Ideale per gli appassionati del genere.
Geppo: Questo mitico film è ai vertici dei Franco & Ciccio movies. Abbastanza geniale, ben diretto da Lucio Fulci (bravo come sempre) e ottimamente interpretato da Franco e Ciccio. Dopo capolavori come I due della legione e I due evasi di Sing Sing la collaborazione tra Franco Franchi, Ciccio Ingrassia e Lucio Fulci non si discute! Attori tutti bravi sopratutto Gianni Agus. Da vedere assolutamente anche per chi non impazzisce per Franco e Ciccio!
Nando: Esordio registico per Antonio Albanese, che qui narra le vicende di un professore "underground, il quale perde la memoria e abbandona per cinque anni la moglie in dolce attesa... La straripante e surreale ironia di Antonio Albanese irrompe nella narrazione con gag azzeccate, nonostante la narrazione sia molto semplicistica. La pellicola scorre senza intoppi.
MEMORABILE: L'irruzione nel negozio di dischi e le vicende al ristorante.
Sunchaser: Un film da vedere non solo per le straordinarie performance dei suoi attori (sublime la Taylor), ma anche per "gustarsi" l'acido e impietoso spettacolo offerto dal drammaturgo T. Williams, che non fa sconti sull'ipocrisia e sull'immoralità dei suoi personaggi. Regia di grande eleganza, fotografia maestosa, sceneggiatura perfetta: sono questi i film che hanno fatto grande il cinema americano. Candidato a 6 Oscar, non ne vinse nemmeno uno.
Siska80: Approfittando delle sue conoscenze mediche, una giovane elimina il fidanzato con una iniezione perché ha osato festeggiare l'addio al celibato in maniera hot. Come realizzare un discreto thriller con pochi mezzi e molta suspense (la protagonista commette vari crimini ai danni di chi la ostacola), un ritmo regolare e un cast convincente. Certo, va detto che lo spunto non è originale (di infermieri killer è pieno il cinema), ma questo personaggio femminile che vuole accasarsi a tutti i costi con uomini belli e fedeli attrae, nella sua singolarità (la ragazza si accontenta di poco!).
Saintgifts: Western australiano bellissimo per quel che riguarda le riprese naturali e le sfrenate galoppate di cavalli selvaggi e di cavalieri, ma piuttosto confuso sotto l'aspetto dei rapporti umani. Bisognerebbe aver vissuto in certe terre australiane e in quel periodo per capire fino a che punto c'è corrispondenza con la realtà del tempo; di sicuro il film ci marcia sopra e costruisce situazioni ad hoc per enfatizzare i fatti di una trama classica: rapporti di famiglia, rapporti sociali, amori romantici e contrastati. Ottimo Douglas che si sdoppia.
Il Dandi: Sequel naturale de Il medico della mutua, da cui riprende l'ottimo cast (con poche insignificanti aggiunte): il dott. Tersilli ha fatto il salto di qualità ed è divenuto imprenditore della sua clinica privata, e perfino l'ex-primario Claudio Gora -a cui un tempo leccava i piedi- è ridotto come gli altri al suo seguito strisciante. Ma lo sguardo di Salce (e stavolta anche di Sordi) appare più schifato, precludendo anche quel margine di italiota simpatia che il primo Tersilli poteva ancora suscitare, rimanendo comunque agli stessi alti livelli.
MEMORABILE: La perlustrazione dei reparti (e dei loro costi d'esercizio), col seguito strisciante dei colleghi, dopo le preghiere mattutine in cappella.
Rambo90: Catlow e la sua banda rubano un carico d'oro destinato all'esercito americano, ma uno sceriffo suo amico si ostina a dargli la caccia per recuperarlo. Western che non si prende troppo sul serio, scanzonato in alcuni momenti e più serio quando si tratta di sparare un po'. Nulla di eccezionale, ma la coppia Brynner-Crenna è in palla e tiene in piedi gran parte dello spettacolo. Vedibile.
Caesars: Western classico, diretto con mano robusta da Robert Wise che si avvale di un ottimo Robert Mitchum contornato da un buon cast attoriale; belli i paesaggi, ben fotografati in b&n. La trama, pur non originalissima, riesce a tener desta l'attenzione grazie al ruolo non totalmente "positivo" del suo protagonista. Inevitabile, ma non necessaria, la love story che fortunatamente non ruba troppo metraggio alla storia. Non memorabile, ma comunque meritevole di visione.
Mutaforme: Inguardabile fiction che ripropone su piccolo schermo una serie infinita di banalità e situazioni ampiamente prevedibili. Come se non bastasse la trama è davvero caotica e si fa fatica a trovare un filo logico. Davvero Abatantuono aveva bisogno di girare una cosa del genere?
Graf: I film di Franco e Ciccio hanno una particolarità: riescono a cogliere con precisione lo spirito più autentico del ceto popolare italiano. Cosa che non riesce quasi mai ai film “d’autore” di registi che credono di stare dalla parete della “ggente”. Anche questo film sprizza i sapori più tipici del costume più autentico dell’italiano semplice e genuino. Aromi di trattoria e effluvi, saturi di fumo, di palestre pugilistiche di periferia, fanno da sfondo alla genuina e terragna comicità del duo siciliano. Laurenti filma con umile spirito di servizio.
MEMORABILE: Mario Carotenuto un oste "completamente fracico" di pugilato, é una figura di straordinaria umanità; Il sottobosco pugilistico é reso con precisione.
Vitgar: Il film inizia bene, con una trama simpatica che incuriosisce, in cui si ironizza sui fenomeni mediatici di massa. Purtroppo progressivamente il tono cala inesorabilmente raggiungendo livelli bassi con momenti di vuoto narrativo, arrivando alla soluzione finale francamente insulsa. Al Pacino ce la mette tutta ma non può fare miracoli. Bei ricordi con il remake, sui titoli di coda, di "Like a natural woman" di Carole King.
Trivex: Ancora una bella avventura per Piedone, con tanto di trasferte internazionali, ben organizzate. Forse meno “drammatico” del suo predecessore, mantiene una buona vena poliziesca, ma non mancano divertenti siparietti per regalare sorrisi, oltre a qualche prolungata (forse troppo) parentesi fatta di scazzottate in cui il commissario le dà a tutti di santa ragione. Steno sa il fatto suo e dirige il film in modo impeccabile, ben supportato dalle adeguate musiche dei De Angelis e da una produzione che non lesina in scenografie e comparse. Bello e per tutti.
MEMORABILE: Piedone, forte con i forti e comprensivo con i più deboli; Piedone ritrova i suoi amici marinai americani; Il finale.
Rambo90: Per girare questo film Boldi ha saltato il giro del film natalizio e ha fatto malissimo, perché è molto al di sotto degli standard dei suoi ultimi film (soprattutto di Olè): le battute non fanno mai ridere, il cast è poco in parte (se si eccettua il sempre simpatico Catania) e la noia regna invincibile. Il finale poi è talmente assurdo da risultare solo patetico e ridicolo.
124c: Il cast è dei migliori, peccato che il film non sia un western spaghetti ma una pellicola firmata dal francese Christian Jacque, il quale si sforza di essere almeno un Sergio Corbucci, ma non ci riesce. La trama delle due bande rivali (cinque ragazze capitanate da B.B. e quattro ragazzi comandati dalla Cardinale) in lotta per un giacimento di petrolio in un ranch poteva essere gestita meglio. Restano la scazzottata fra la Bardot e la Cardinale e l'ironico sceriffo di Micheal J. Pollard doppiato da Oreste Lionello; un po' poco...
MEMORABILE: I 4 fratelli della Cardinale, innamorati delle 4 sorelle di Brigitte Bardot si sposano davanti allo sceriffo Pollard che li ha appena arrestati.
Ultimo: Visto il buon successo della coppia Boldi-Mattioli in Un ciclone in famiglia, si è pensato bene di riproporre gli attori in altra veste. Il guaio è che qui i due attori non hanno alle spalle una sceneggiatura nemmeno lontanamente passabile e così, seppur con qualche momento non disprezzabile, ci si annoia e il prodotto risulta così insufficiente. Grossa delusione.
Disorder: Classico western ironico post-Trinità, con cattivi da operetta e ampio uso di innoque scazzottate. L'idea vincente in questo caso è quella di affiancare a Bud un bambino da proteggere: una trovata che sarà ampiamente utilizzata in futuro. La trama è appena sufficiente, ma per i fans è l'occasione per gustarsi uno Spencer un po' diverso dal solito, quasi paterno. Non male, dopotutto...
MEMORABILE: Spencer in perenne fuga da una donna che vorrebbe "impalmarselo"!
Myvincent: Troppo esile e poco ridanciana questa Miss Marple televisiva che si trova invischiata nei soliti omicidi, matasse intricate da risolvere. Il pubblico edotto farà le sue giuste congetture sin dall'inizio, il resto è una ingegnosa costruzione "a posteriori". Tre pallini solo per la presenza stellare della mitica Bette Davis, sul cui fisico son evidenti i segni della malattia e qui nel ruolo inusitato di personaggio buonissimo...
Redeyes: In potenza notevole, in atto mediocre. È indubbio il fascino dell'idea a monte della pellicola, ma altrettanto lapalissiana è l'incapacità di renderla in video. La colpa non è tanto nei due attori protagonisti, quanto in un senso di non trasporto che colpisce non solo gli agognanti l'isola, ma anche noi esterni. Come se il bianco e la freddezza del background ci anestetizzasse. Non dico che si fatichi a giungere al termine, anzi, ma si poteva far di meglio. Il finale sicuramente è iper convenzionale. Nel mio voto comunque premio l'idea!
Decimamusa: Intanto gli attori: Auteuil, Luchini, Noiret, Perez, il meglio del cinema francese. Poi la grazia e la freschezza della Gillain. E tutti gli ingredienti del "cappa e spada" in una girandola spumeggiante e travolgente, a suo modo rigorosa: congiure, inseguimenti, travestimenti, duelli (con tanto di maestro d’armi a fare da consulente). Sullo sfondo scenografie accattivanti e bei costumi. Risultato? Ci si distrae e ci si diverte (e non è poco) senza provare fastidio per iperboli e inverosimiglianze. Perfino la morte si colora di grottesco.
Almicione: Scialbo film romantico-comico ambientato nella nostra penisola. La mancanza di idee (una serie di addii e nuove storie al centro della pellicola) viene accompagnata dalla massiccia presenza di stereotipi sulla bella Italia (l'adone piacione primo fra tutti) che rendono particolarmente stucchevole la narrazione già di per sé noiosa. Tra situazioni banali, recitazione mediocre e riferimenti cinematografici che si potevano fortemente evitare non credo si salvi proprio niente. Compare anche Monicelli in un paio di scene.
Magnetti: Film epico avventuroso che ricorda (con il dovuto rispetto) Conan il barbaro. Un film da botteghino ma godibile e, cosa rara, adatta anche ai bambini. The rock interpreta bene il suo ruolo di eroe antico. Piuttosto buone le ambientazioni e in alcuni punti ci si riesce anche a divertire.
Modo: Remake della serie televisiva in voga a cavallo tra gli anni '70/'80. Decisamente sottotono, per non dire banale. Storiella semplice semplice diretta in modo caotico. Il ritmo c'è però il film è troppo chiassoso, fine a se stesso. Alcune battute strappano qualche mezzo sorriso, ma si poteva e doveva fare decisamente di meglio. Infine, Daisy... è castana e ha gli occhi chiari e non il contrario. Per favore! Più che la cugina "Duke" comunque, sono i due giovanotti a non reggere il confronto col passato.
Lupus73: Genitori molto protettivi e un ragazzino che di notte sente una voce dal muro che lo costringe a ribellarsi a loro. Horror ambientato interamente ad Halloween, tira in piedi una storiella macabra che nasconde risvolti ambigui a sorpresa, il babau di turno, con capelli lunghissimi e spiderwalk in stile Samara. In generale convince assai poco e può essere visionato in mancanza di meglio nel periodo della suddetta festività. Atmosfere e luci molto scure e dark, fotografia artefatta e molto digitale, caratterizzazioni piuttosto monolitiche, canovaccio e sceneggiatura basilari.
Siska80: Nulla di nuovo sotto il sole (e in questo film ce n'è davvero tanto di sole, insieme al mare e a divertimenti vari): la solita bella donna in carriera ritrova un affascinante ex... E vissero felici e contenti dopo l'imprescindibile bacio conclusivo (qui accompagnato, giusto per fare le cose in grande, da spettacolari fuochi d'artificio). A differenza di altre commedie sentimentali simili però, a parte un'affiatata coppia di protagonisti, abbiamo un bello stile registico (particolarmente riuscite le sequenze subacquee) unito a un ritmo veloce. Mediocre ma indubbiamente brioso.
Belfagor: Coppia divorziata torna a far scintille quando lui riceve l'incarico di arrestare lei. La guerra dei sessi al cinema è ormai degenerata in una gara di antipatia, per giunta senza coraggio: sappiamo fin troppo bene come andrà a finire nonostante tutte le fastidiose scaramucce tra i due protagonisti. Butler, che comunque ha del potenziale per la commedia, si butta via, mentre la Aniston sembra intenzionata a interpretare personaggi sempre più antipatici.
Capannelle: Harvey (Hoffman) è in difficoltà sul lavoro e vola a Londra per il matrimonio della figlia che non vede da anni. Viene accolto con freddezza, scopre che lei verrà portata sull'altare dal patrigno e perde il volo di ritorno. All'aeroporto incontra la 40enne Kate (Thompson) che lo spinge a non darsi per vinto e riprendere in mano la sua vita. Sceneggiatura semplice ma intensa, poche scene madri, nessuna pretesa di originalità ma tanta leggerezza nelle note musicali e nelle inquadrature di Hopkins che sanno esaltare le doti dei due solidi attori.
Mark: L'avventura giovanile di Hemingway sul fronte italiano come volontario della croce rossa e la sua love story con un'infermiera. La storia diventerà un famoso romanzo. Il film ha uno svolgimento lineare, un cast discreto, ma più di ogni cosa riesce ad esprimere l'inquietudine che caratterizzava la personalità di Hemingway già da giovane. Non a caso egli amava ripetere che "è meglio morire nella giovinezza non ancora disillusa che in un corpo vecchio senza illusioni".
Jurgen77: Bel film di ambientazione sommergibilistica in clima da guerra fredda. Molto buona la caratterizzazione dei personaggi e il clima sovietico di indottrinamento delle giovani reclute. Buona la prova di Ford nei panni dell'amato/odiato capitano della nave. Tra le pellicole di genere, sicuramente una delle più riuscite. Tutta la storia si ispira a fatti realmente accaduti.
MEMORABILE: Lo spegnimento del nucleo radioattivo.
Rambo90: Fiacco. Seppur curatissimo in confezione ed effetti speciali, il film non decolla mai, ripetendo la stessa formula fino alla fine di una sceneggiatura non troppo fantasiosa, che affastella ricerche piene di buchi logici giusto come collante tra un mostro e l'altro (questi sì efficaci). Ci sono un paio di sequenze tese e i ragazzi protagonisti se la cavano molto bene, ma per stupire ancora in questo genere servono idee vere. Mediocre.
Uomoocchio: Manifesto di cinema femminista 70esco. Visto sperando in numerosi nudi della Sandrelli, annunciati dal Giusti e invece assenti. Banalissimo, manicheo, noioso. Lei è una maestrina servile (parla in italiano mentre il marito, meccanico truzzissimo, parla invece in dialetto...) che prende coscienza ecc ecc. Da vedere solo come testimonianza di un certo clima e, se vogliamo, di un certo cinema (sì, ma quale?)...
Ira72: Film in costume ambientato nei Paesi Bassi dove, nel XVII secolo, il mercato dei tulipani era un po' come la Borsa di New York oggi. Decisamente ben fatto: atmosfere meticolosamente ricostruite, così come i costumi. In parte anche gli interpreti su cui spicca (anche se in un ruolo marginale) la badessa Dench, che conferisce quelle note di sarcasmo e ironia utili a stemperare la parte drammatica. Il punto forte è senz'altro il ritmo, incalzante grazie anche ai diversi colpi di scena.
Galbo: Una donna italoamericana si trasferisce a Los Angeles dalla figlia, dopo essere rimasta vedova. Commedia basata sul problematico rapporto madre figlia affrontato con toni brillanti e di leggera malinconia per il tempo che passa. La storia non è nulla di che, ma la prestazione di una Susan Sarandon sempre affascinante rende la visone tutto sommato gradevole. Breve ma incisiva la prova di J. K. Simmons altro attore di razza. Non male dopotutto.
Pinhead80: Un povero cristo rimane coinvolto in un'operazione della polizia che cerca di sventare un traffico d'armi. La coppia Jackson/Levy è ben assortita e i momenti divertenti sono molti. Il film scorre via che è un piacere nella sua semplicità anche se tutto comunque alla fine sa di già visto. Levy sembra essere sempre rimasto il papà logorroico di American pie ma poco importa, perché alla fine funziona.
Trivex: Il regista frulla bene il western con l’avventura e il “militaresco”. Grigio, polveroso, marziale e alla fine salta fuori anche una poderosa mattanza. Gli ampi mezzi, la buona regia e la location principale (il forte tra le rocce) valorizzano l’insieme e lo rendono imperdibile per gli appassionati. Grandissimo Coburn, massiccio ed essenziale Spencer, cattivo e controverso Savalas; ma anche gli altri sono quelli giusti. Le “profonde” le musiche di Riz Ortolani accompagnano bene una vicenda anche improbabile nella sua dinamica, ma profondamente appassionata nella sua motivazione.
MEMORABILE: Lo sguardo "finale" di Coburn verso Savalas.
Cotola: Avventura italiana in cui Lupin viene sfidato dal Conte mascherato: chi si impossesserà per primo del tesoro del Conte di Cagliostro? Fiacca pellicola che non riesce ad avvincere e divertire in modo convincente. Peccato perché l'ambientazione nel nostro paese avrebbe potuto essere una freccia in più all'arco del film, almeno qui da noi. Invece ci si annoia non poco, soprattutto a causa di una storia poco intrigante nonché di personaggi poco carismatici, con un vilain davvero bolso. Gaemon defilato, Jigen un po' meno, Lupin mattatore con Zenigata che lo segue a ruota. Modesto.
Markus: Modesto film d'Oltralpe, che secondo i cliché più tipici del genere mostra vita, sessualità e paturnie dei quarantenni con matrimonio alle spalle e figli grandi. La Delpy regista, attrice e sceneggiatrice cerca di dar ritmo alla pellicola in parte riuscendoci, ma i contenuti appaiono decisamente stantii. Il solito Boon con le sue smorfie tra le rughe d'espressione e non funziona, così come il giovane Lacoste, che non indossa la polo manica corta ma la somiglianza a un giovane Nuti (compresa la faccia da schiaffi che li accomuna). Si ridacchia.
Markus: Ennesimo war-movie americanocentrico (stavolta ambientato in Germania nel 1945) le cui lodi sono soprattutto da estendere alla buona ricostruzione di quel tempo (quindi ai costumi), a una verosimiglianza nelle tecniche di battaglia e, ahimè, alla rappresentazione - talvolta raccapricciante - degli orrori della guerra. Buone le caratterizzazioni dei personaggi, che lasciano trasparire una combinazione tra patriottismo esasperato, virile mascolinità dettata dalla situazione e, ovviamente, paure. Un po' di maniera il personaggio affibbiato a Lerman.
Dusso: Che cosa aspettarsi da questo film? Poco. E' la solita commedia americana moderna direi gradevole, senza assolutamente nulla di speciale, dove però si affacciano inattese parentesi lievemente drammatiche. La Banks pare più invecchiata rispetto alla sua età, la Kendrick (si vede un po' meno) è carinissima, il comparto maschile offre qualche risata assicurata.
Puppigallo: Sembra più un film di fantascienza che un horror (le mutazioni ricordano un ibrido tra Alien e Predator). Ormai, tolto Snipes, che continua a essere in parte (evidentemente credeva nel personaggio), la storia stessa delle mutazioni vampiresche fa un po' storcere il naso; e il fatto che i mutanti si muovano nel sottosuolo, con rapidi scatti, ricorda troppo Mimic (è lo stesso regista). Resta comunque piuttosto splatter (l'autopsia) e l'azione è assicurata da Blade e dalla sua squadra d'appoggio (bello il bestione che lo odia). Non va comunque al di là del vedibile, quanto perdibile.
Daniela: Per trovare i soldi per mandare la figlia al college, una tranquilla coppia mette in piedi una casa da gioco clandestina. Gli affari vanno a gonfie vele ma questo suscita gli appetiti dei criminali veri... Certo Ferrell è formidabile in certi ruoli di borghese cretino però raramente si imbatte in copioni in grado di sfruttare al meglio la dirompente vis comica. Qui non siamo all'ignominia ma il film funziona a scartamento ridotto e solo poche gag vanno a segno, anche se grazie a Ferrell in versione "Macellaio" e a Renner gangster sfigato il film guadagna un mezzo punto in più.
Il ferrini: Gioiello di Rodriguez: ottime trovate registiche, splendida colonna sonora, tutto il cast in ottima forma. La storia è consueta, ma il modo folle e visionario in cui si dipanano le varie scene rendono questa pellicola un piccolo capolavoro del puro intrattenimento (la barzelletta raccontata da Tarantino e la custodia della chitarra/bazooka sono due momenti di rara comicità). Antonio Banderas e Salma Hayek assoluti mattatori ma anche Buscemi lascia il segno. Il Messico è fotografato in modo assai suggestivo. Consigliato.
MEMORABILE: "Ti ho già ringraziato?" "No" "Lo farò".
Cerveza: Quando dirigi una decina di film l'anno, per un impulso creativo compulsivo o necessità economiche, è ovvio che poi l'andar per le spicce abbatte la qualità. Praticamente ne escono solo dei trastulli familiari in cui Franco ci tiene aggiornati sullo stato del suo triolismo. Una sequela di scenette senza senso, sempre in bilico tra pornografia e farsa, accompagnate da una snervante musichetta in ragtime, che non offrono alcun meccanismo erotico o comico ma solo il triste pretesto per esporre la sua giovane bambolina depilata, esibita a tutti fino alla noia.
Digital: Uomo d'affari viene coinvolto in un gioco mortale da due ragazze le quali dapprima lo seducono e poi lo sottopongono ad ogni genere di tortura. Tardo Grindhouse diretto da un regista poco noto ma che riesce a dar vita ad un film sudicio, brutale ed estremamente violento. Valido il cast, con l’ex moglie di Clint Eastwood, Sondra Locke, perfettamente calata nel ruolo della sadica psicotica; apprezzabile anche Seymour Cassel, costretto - suo malgrado - a subirne di cotte e di crude.
Alex75: Adattamento di una pièce di Tennessee Williams, che mette spietatamente a nudo le brutture, le ipocrisie, i fallimenti e la confusione tra materialità e sentimenti di un gruppo di famiglia in un interno la cui forza sta inevitabilmente nei dialoghi, soprattutto nelle aspre invettive della “gatta” Taylor e negli aforismi del “patriarca” Ives. Alcune caratterizzazioni e alcuni dialoghi sono forse eccessivi e l’oscuramento di ogni riferimento all’omosessualità (dovuto alla censura dell’epoca) rende certi passaggi ambigui e irrisolti, ma ciò non inficia la buona riuscita dell’insieme.
MEMORABILE: L’acida e quasi scimmiesca Mae e la sua orrenda prole; Il confronto in cantina tra Brick e il padre.
Ciavazzaro: Pessimo. Il cast, tranne qualche piccola eccezione, è composto da veri e propri canidi. La Grandi zoccoleggia, Eastman latin-lover fa una comparsata, c'e Capucine editrice lesbica e la Nicolodi doppiata; la Grandi purtroppo non viene doppiata e si sente. Omicidi feroci (quello della Michelsen in piscina) e con qualche guizzo di tecnica, ma per il resto il film è davvero pessimo. Troppi personaggi e l'identità del colpevole non è così difficile da individuare, se si è cultori del genere.
MEMORABILE: Il cast di attrici che come bellezza sono decisamente ok, ma come recitazione...
Galbo: Sequel di Big Mama, vede ancora protagonista l'agente FBI Turner travestito da tata, per badare ai bambini del principale indiziato di un indagine. Sulla falsariga della precedente, un'altra mediocre commedia nella quale Martin Lawrence "gigioneggia" in modo insopportabile sfoderando tutti i clichè del film "en travesti", con più di una similitudine narrativa nei confronti di Mrs. Doubtfire ma una sceneggiatura decisamente più debole. Purtroppo Lawrence non è Robin Williams, né ci si avvicina.
Samuel1979: Esordio positivo alla regia per Scola il quale va sul sicuro dirigendo una commedia a episodi (per la verità non tutti riusciti), ispirandosi in gran parte ai Mostri di Risi. Protagonista assoluto della scena è Gassman, attore che proprio negli anni Sessanta vivrà il suo periodo migliore e che proprio con Scola intraprenderà un importante sodalizio artistico. Nel cast spicca la presenza del bravissimo Walter Chiari.
Pigro: Alpinista austriaco, nonché militare tedesco nell'ultima guerra, rimane affascinato dal Tibet. Film maestoso che ha nei paesaggi esotici (geografici e antropologici) il suo punto di forza e in Brad Pitt il suo divo da botteghino. Impossibile definirlo emozionante, più facile considerarlo interessante e istruttivo (utile da mostrare nelle scuole), e soprattutto suggestivo grazie alla conclamata sensibilità visiva di Annaud.
Greymouser: Soavi è un regista di talento, anche se le sue produzioni non sono tutte all'altezza delle sue capacità. In questo film discontinuo e tuttavia affascinante, l'autore riesce a creare un clima di mistero e di minaccia che intriga e coinvolge lo spettatore, anche perchè lo script è di sicuro interesse per gli orrorofili. Lo svolgimento, soprattutto nel finale, non mantiene tutte le promesse, ma resta un lavoro più che dignitoso.
Paulaster: Regista in crisi si inventa un'attrice virtuale. La parte iniziale illustra i (pochi) contenuti del film, che sono il potere degli attori sulla produzione e la morbosità dei media. Poi tutto si trasforma in una stiracchiata caccia alle streghe. Ogni apparizione della protagonista ha derive trash e i tentativi di distruzione della sua immagine sono ridicoli. La parentesi musicale è inutile e il salvataggio finale a dir poco fantasioso. Pacino non trova mai il personaggio e solo la Ryder, in un paio di occasioni, si inventa qualcosa.
MEMORABILE: La telefonata in autostrada; In mezzo ai maiali; La Ryder che sbotta per il van più alto.
Il Gobbo: Celebrazione un po' enfatica del '900 visto sub specie rivoluzionaria, come un tormentato cammino verso la libertà. La linea come sappiamo sarà più un arabesco, la meta più un'aspirazione che una realtà. Brass monta con Arcalli, i testi sono del mitico Giancarlo Fusco, letti da Buazzelli e Salerno (tanta roba). La Milo che dà voce a Rosa Luxembourg un tocco un po' trashone.
Michdasv: Rilassante. Alcune cose pregevoli (ottima la sensuale Sonja Jeannine nella parte della nativa Yara), altre ridicole (un conte “verde” anche nei capelli (!), la battaglia, le cannonate, Coclite sul ponte). Bedi elegante come un vero nobile, deliziosa Dagmar Lassander come Marchesa di Bermejo. Buffi gli olandesi. Il pirata Morgan/Infanti anticipa di 40 anni la genialità di Jack Sparrow, sia nell' “interpretare i regolamenti”, sia negli stratagemmi.
MEMORABILE: Gli occhi di Yara; Lo Spagnolo: “Il mio Sangue… è marcio”, indimenticabile lezione di storiografia più efficace d'un corso universitario.
Herrkinski: Un dramma che si fa apprezzare per l'approccio realista in tutto, dai rapporti familiari e sentimentali fino alla rappresentazione della vita quotidiana e delle sue difficoltá; Audiard sceglie un taglio quasi documentaristico e anti-spettacolare che però è tutto tranne che sciatto, con momenti registicamente eccellenti. Bellissima prova per i due protagonisti e buono anche il cast di contorno, script che dosa dolcezza e amarezza senza mai scadere nel patetismo, con risvolti non scontati che tengono sempre viva l'attenzione. Emozionante e "vero".
Daidae: Se si chiude un occhio (meglio due) sull'aspetto degli uomini pesce, direi che tutto sommato è vedibile. Martino fece e farà di molto meglio, ma i bravi attori riescono a reggere la baracca penalizzata, e non poco, oltre che dal discutibile trucco, anche dall'esile trama. Ambientanzioni stupende.
MEMORABILE: Gli uomini pesce; Javarone in via di mutamento.