Thriller costruito su misura per esaltare le giunoniche forma di Serena Grandi (all'epoca sulla cresta dell'onda dopo il successo di blockbuster erotici del calibro di MIRANDA, DESIDERANDO GIULIA o LA SIGNORA DELLA NOTTE), diretto da un Lamberto Bava piuttosto dimesso (non ha mai amato il thriller e, così dice, uccidere una donna con un coltello gli ripugna) che lascia intravedere vaghi sprazzi di un talento ancora in attività. L’ambientazione - una villa in stile dal grande giardino con piscina - ricorda molto quella...Leggi tutto del suo precedente LA CASA CON LA SCALA NEL BUIO, ma qui c'è un erotismo insistito (oltre alla Grandi mostra il suo seno perfetto anche la statuaria Sabrina Salerno) che in Bava non avevamo ancora visto. Il ritorno alle atmosfere argentiane e l’affiancamento a quelle ultrapatinate dei Vanzina di SOTTO IL VESTITO NIENTE è suggellato da una fotografia sfolgorante e da scenografie più curate del solito, ma la storia e soprattutto la sceneggiatura lasciano molto a desiderare. Oltretutto a interpretarle è stato chiamato un cast poco convincente (oltre alla Grandi, che lascia qui a desiderare rischiando l’umorismo involontario in più occasioni) e alla Salerno (in scena giusto per mostrare il suo bel seno e farsi subito gonfiare da uno sciame di api assassine), troviamo David Brandon (presenza fissa del nuovo horror all'italiana), la rediviva Daria Nicolodi, Capucine (recita due spanne sopra gli altri) e il glorioso George Eastman, che ritrova la Grandi dopo averle mangiato il feto nel cult ANTROPOPHAGUS. Il commissario non fa indagini né domande a nessuno, si limita a osservare gli eventi. Poco sangue, qualche buon omicidio, zero tensione.
Lamberto Bava ama lavorare con i soliti caratteristi e porta qui con se alcuni attori già presenti nel fortunato Demoni (Karl Zinny e Pasqualino Salemme). La pellicola non è niente di speciale: si tratta di un giallo con inserti splatter e una buona dose di erotismo. Serena Grandi qui è al massimo del suo splendore fisico così come Sabrina Salerno, ma tutto ciò non salva il film dalla mediocrità. Peccato, perchè il regista sa fare molto meglio.
Ultimi sussurri di un genere storico, ultimi vizi (non necessariamente attribuibili a calze nere), ultimi delitti (con tacchi alti) sferzati dopo carezze di mezzanotte. Bava ha stile e compone immagini di rara bellezza (sia sexy che thriller), ma gli attori italiani non esistono più; resta solo l'accanimento sui corpi (la Salerno brutalizzata con miele ed api, Trine Michelsen metamorfosata in un enorme insetto).
Persino Daria Nicolodi vacilla (nei panni della lesbica editrice). Artefice della scarsa riuscita resta (una nuda) Serena Grandi.
MEMORABILE: L'omicida riversa miele sul corpo nudo di Sabrina, prima di liberare le api....
Ennesimo giallo ambientato nel vizioso mondo dell'alta moda. Il livello è sufficiente e il film si fa apprezzare soprattutto per le consuete citazioni cinefile di Bava jr, in particolare La finestra sul cortile (il vicino di casa paralitico) e un'idea di La scala a chiocciola (il killer che vede le sue vittime trasformate in mostri). Cast ben assortito.
Giunto ormai al suo terzo giallo, Bava jr tocca il fondo del barile dando vita ad un pessimo giallo “screziato”, si fa per dire, di erotismo (di grana grossa). La storia è assolutamente ridicola, come pure ridicole e fastidiose sono le citazioni cinefile (su tutte quella del ragazzo paralitico che spia la sua dirimpettaia). Vi ricorda qualcosa? La tensione è del tutto assente e nemmeno le burrose forme di Serena Grandi (più cagna del solito) riescono a tenere desta l’attenzione dello spettatore.
Pacchiano come pochi, ricco di colori sgargianti e di citazioni alte, un prodotto tutto sommato molto divertente se non lo si prende troppo sul serio. L'identità dell'assassino è celata efficacemente, gli interni risultano ben arredati, ma la recitazione è povera: si passa dalla Grandi procace-incapace a Salemme espressivo-ma non troppo, passando per i dignitosi Corbellini, Nicolodi ed Eastman. Buono per una serata pop-trash.
Ultimi fuochi del giallo all'italiana, all'insegna (in)estetica del decennio da bere, inclusa la recitazione per sottrazione (nel senso che sono stati sottratti gli attori). In realtà girato da Bava jr. con una certa perizia, e condotto in porto sostanzialmente senza tempi morti. Non mancano i momenti gustosi (l'improbabile - per le posture dei corpi - coito in vasca, o la culterrima morte della Salerno), ma il mestiere del regista tiene lontano l'effetto di celebrazione dei giornaletti alla Blitz che aleggia fin dai titoli di testa.
MEMORABILE: Brandon alla Salerno: "Sabrina, espressione!" Buonanotte....
Non si può stroncarlo tout court, perché aleggia nel film una certa atmosfera tipicissima di quegli anni, che alla fine lo rende guardabile. Se si riesce a concentrarsi sulla "trama" e sulla "recitazione", evitando di passare il tempo a chiedersi come facevamo a pettinarci e vestirci in quel modo, il pallinaggio è destinato a scendere inesorabilmente. Dialoghi al limite del ridicolo, finale improbabile, musiche ridondanti, colori artificialissimi, insomma, c'è tutto quello che non dovrebbe esserci. Si può vedere giusto per completezza.
Dialoghi spesso ridicoli e la cagneria di vari interpreti baccalà (la Grandi, che parla con la sua voce, è tremenda) vanificano il film, almeno come thriller del bel tempo che fu. Restano le opulenze carnose e qualche azzeccato momento, specialmente quando Bava può muovere la macchina senza essere costretto a far recitare nessuno (per esempio al cimitero). La morte della Salerno, se non erro, ha almeno un antecedente illustre nel Dr. Phibes. Da notare che l’editrice Gioia ignora che fotografando un positivo si ottiene un negativo! Insufficiente.
Meglio di Morirai a mezzanotte e anche dell'internazionale Body Puzzle, questo thriller di Lamberto Bava si riallaccia al mondo della moda e del jet-set. Il cast è un piatto ricco di caratteristi all'italiana: Brandon, Salemme, Nicolodi, Eastman, Grandi, Salerno. Ed è proprio questo il punto forte, una varietà di volti e scene che sanno di già visto ma che sono congruenti ai fini della sceneggiatura. Le citazioni a Hitchcock sono sotto l'occhio di tutti e la fotografia in pieno stile Anni Ottanta esalta la regia patinata di Bava.
MEMORABILE: La fine della Salerno; l'amplesso Eastman-Grandi.
Bava jr. sta a metà strada tra il giallo all'italiana di derivazione argentiana (ma con tensione tendente allo zero) e il film l'erotico (ma molto blando), cucinando così un piatto che riesce a scontentare tutti. Il talento del regista si intravvede in qualche sequenza e c'è una certa accuratezza nelle scenografie, ma non si può sorvolare sul fatto che la sceneggiatura sia veramente risibile e che Serena Grandi sia, recitativamente parlando, un vero disastro. Se si ama il genere si può anche vedere.
Pessimo. Il cast, tranne qualche piccola eccezione, è composto da veri e propri canidi. La Grandi zoccoleggia, Eastman latin-lover fa una comparsata, c'e Capucine editrice lesbica e la Nicolodi doppiata; la Grandi purtroppo non viene doppiata e si sente. Omicidi feroci (quello della Michelsen in piscina) e con qualche guizzo di tecnica, ma per il resto il film è davvero pessimo. Troppi personaggi e l'identità del colpevole non è così difficile da individuare, se si è cultori del genere.
MEMORABILE: Il cast di attrici che come bellezza sono decisamente ok, ma come recitazione...
Pretenzioso "thrilleros" che, a parte i nudi (mai integrali, in verità) della Michelsen, delle Salerno e soprattutto della Grandi, ha poco da offrire di interessante. La sceneggiatura non funziona, il soggetto è povero, le recitazioni non eccellono (la Salerno e la Grandi - con la sua voce spocchiosa da pestaggio - recitano con le tette) e l'atmosfera platinata dà un nonsochè di posticcio e presuntuoso proprio irritante. C'è dell'ottima tensione in certe scene (quella nel supermercato), ma a poco vale. Quasi zero il livello del sangue. Voto: *!
MEMORABILE: L'omicidio con le vespe, la situazione nel supermarket e i nudi delle attrici!
Non è certamente ai livelli di Dèmoni o Macabro, ma questo thriller presenta diversi elementi di valore. Buona la scelta del cast, con un freddo David Brandon e una sensuale Grandi, mentre non convince troppo Karl Zinny. Non genera molta tensione ma indovinare l'assassino è piuttosto difficile. Curiosa l'idea del killer che vede le vittime con l'aspetto di esseri mostruosi, più che discreta la colonna sonora dell'ottimo Simon Boswell. Nel variegato panorama del thriller italiano anni 80 un buon film da riscoprire.
Thriller scollacciato e oggettivamente insulso, costruito unicamente sulla figura della protagonista, che di notevole ha solo il seno. La storia è assurda e piena di incongruenze nonchè di elementi ridicoli (le visioni dell'assassino, per fare un esempio) e si va persino a scomodare Hitchcock con un riferimento a La finestra sul cortile. Ci sono alcuni buoni effetti, ma vengono presto annegati da una generale mediocrità che pervade l'intera pellicola. Score musicale pessimo.
MEMORABILE: La morte di Sabrina Salerno, tanto originale come idea, quanto grottesca come realizzazione.
Mediocre giallo erotico post-depalmiano, con una parvenza di discorso sullo sguardo ed il voyeurismo, tematiche metacinematografiche allora di moda proprio grazie al regista italoamericano oggetto di emulazione. Molto belle le immagini, ma la regia non ha il mordente necessario a rendere la storia credibile; attori abbandonati a se stessi, in balia di talenti non sempre cristallini. In particolare nuoce al film la pessima prova della Grandi, che pure sorregge il film sul piano estetico. Da ricordare anche il corpo della Salerno.
MEMORABILE: Le allucinazioni del killer durante gli omicidi.
Discreto giallo di Bava, che aveva fatto di meglio con La casa con la scala nel buio. In questo caso il principale intoppo è dato dall'interpretazione degli attori, peggiorata dal doppiaggio; su tutti la Grandi, seppur in parte, non convince. L'elemento erotico si limita alle ripetute esibizioni d'epidermide della Serena nazionale e della Salerno, mentre è la parte gialla a prevalere, con qualche buon omicidio, alcuni momenti di tensione riusciti e un discreto finale. Location e modus operandi del killer ricordano Tenebre di Argento. Patinato.
Ambientato quasi tutto in una villa (ben sfruttata) come La casa con la scala nel buio, di cui riprende il confronto del giallo col visivo (lì un film da musicare, qui delle foto di moda) complicando l'intreccio narrativo e il modus operandi del killer. Ha dei lampi di talento, sarebbe un valido thriller se non fosse per una generale mediocrità di produzione (fotografia, musiche, dialoghi, attori) che non riesce a farlo emergere dal piattume dei telefilm che anche Bava jr. realizzava in quel periodo.
MEMORABILE: Il fotografo esorta (invano) la Salerno: "Sabrina, espressione!" (espressione tutta da vedere); bella la scena della scala mobile.
Arida ma colorata estrema propaggine del giallo all'italiana, omaggia Argento con estrosi delitti, ricorda, per l'ambientazione, Gli occhi di Laura Mars, ruba a De Palma l'ossessione per lo sguardo spione-desiderante-impotente-distruttivo. La regia amplifica il potenziale ansiogeno degli spazi (la villa, la piscina, il set, il grande magazzino con manichini, scale mobili, ascensori). Ma un cast temendo biascica impacciato dialoghi tremendi, in più manca un filo conduttore preciso, i personaggi si muovono a tentoni, in attesa degli eventi. Guardabile, per i fan del genere.
Negli anni 80 andava molto di moda l'erotismo e le maggiorate: Serena Grandi ne era un simbolo, anche se come attrice non era molto dotata (nel film c'è anche Sabrina Salerno). Lamberto Bava è un bravo regista (è una goduria vedere come è girato questo film), però spesso si perde in soluzioni banali. Oltre alla regia ci sono le ottime musiche di Simon Boswell e una buona fotografia. Divertenti i volti delle vittime visti con forme mostruose. Molte scene notevoli (la parte nel supermercato), altre un po' meno...
Serena Grandi si dà all'horror in un film di Lamberto Bava del 1987. La trama è solo un pretesto per vedere le "gioie", anzi le "grazie" di Serena Grandi in primo piano,la quale non fa altro che scappare da un maniaco misterioso che la perseguita. Tutto il resto del cast è fin troppo al servizio della Grandi e, quindi, si fa piccolo. Sabrina Salerno, però, gira una scena veramente terrificante e d'effetto (viene punta da uno sciame di api attirate da un profumo al miele). Tirando le somme un thriller-horror abbastanza riuscito. Da due.
MEMORABILE: Il disabile guardone che telefona in continuazione alla Grandi, spaventandola.
A parte il superbo Macabro, il cinema di Bava Jr non mi ha mai esaltata e questo film non fa eccezione. Non si può neanche definire brutto; è ben girato, ha un certo ritmo che salva dalla noia, si lascia guardare fino alla fine ma è sostanzialmente mediocre, con passaggi scontati, omicidi privi di tensione e recitazione pessima (in particolare la Grandi... brr). E passi la sfilata di tette, ma l'incubo di Gioia con lampada (vedere per credere!) è decisamente trash...
Tenebre e Sei donne per l'assassino, i numi tutelari di questo piccolo gioiello firmato Bava jr. La presenza giunonica e "pneumatica" della Grandi non danneggia più di tanto, perché Bava ammalia con schegge geniali tra le più belle del suo cinema (dalla stanza delle fotografie dell'assassino, che ha un che di necrofilo e mortifero, alla visione delle ragazze come mostruosi insetti antropomorfi) e sprazzi fetish di culto assoluto (le mutandine). Gran finale delirante che sfocia nella pazzia, quasi macchiettistica, dell'assassino. Estratto baviano puro.
MEMORABILE: Le ragazze, viste nell'ottica dell'assassino, come degli insettoni che manco La donna vespa di Corman; Zinny in carrozzina e fucile; L'intimo della Grandi.
Cultissimo giallo thriller, violento e con una Serena Grandi in forma tutto sommato anche per quanto riguarda la recitazione. Daria Nicolodi tiepida ma sempre efficace. Gli omicidi sono godibilissimi e la musica azzeccata. Unica pecca è l'inquadratura di troppo che fa indovinare prima del tempo l'assassino.
Un sublime giallo trash in puro stile anni 80 un po' Vanzina-way: racconta di un serial killer che rivolge i suoi interessi verso splendide donne succinte. Gli omicidi vengono esaltati da una colonna sonora orecchiabile, mentre su tutto impera Serena Grandi, perfetta nel ruolo di "maitresse" (recitazione a parte). Nonostante i difetti siano sotto gli occhi di tutti, Lamberto Bava si conferma comunque artigiano di un modo di fare cinema oramai perduto.
Davvero poca cosa questo thriller di Bava, imparagonabile ai suoi primi lavori. Certo la vicenda c'è, ma la colpa dell'insuccesso è dovuta alla presenza di dialoghi aberranti (specie della Grandi, bella, formosa, ma veramente poco credibile...) mista a momenti di pseudo tensione che non destano poi così paura. L'urlo isterico della Nicolodi ricorda un momento di Tenebre, ma lì eravamo al cospetto di un capolavoro.
Pruriginoso thriller/giallo di Bava jr. Storia e interpretazioni risibili (a eccezione della giunonica Serena Grandi, qui al top del suo splendore e della carica erotica). Nonostante le sue brevi sequenze sexy, il film è veramente poca cosa. Tensione e suspance ridotte all'osso. Solo per guardoni di seconda serata...
In considerazione della successiva filmografia di Lamberto Bava piegata ai dettami della tv commerciale, possiamo considerare questo giallo argentiano "alla Tenebre" come un testamento; insomma, siamo dalle parti della rivalutazione. L'esclusiva scenografia che ostenta ricchezza va a braccetto con l'avvenenza della protagonista Serena Grandi (non doppiata, ahimé) al massimo della sua prorompente bellezza, che talvolta leva spazio all'aspetto thrilling del film. Qualche omicidio in più avrebbe giovato e tolto qualche verbosità inutile all'opera.
MEMORABILE: L'omicidio ai magazzini "Mas" di Roma.
Un'improbabile Serena Grandi in un improbabile thriller (giallo?) all'italiana tutto fumo e niente arrosto. Lo si guarda per curiosità e per divertirsi a smontarlo (come per un oggetto non funzionante ma del quale si vuole salvare qualche pezzo). Quasi tutto il cast sembra non sapere cosa sta facendo, la vicenda è pretestuosa e confusa, le allucinazioni dell'assassino fanno ridere e i dialoghi sono terrificanti. È un C-movie che lotta per la salvezza.
Thriller altalenante che non dà mai l’impressione di potercela fare. Sul piano narrativo, infatti, arranca a causa di una flebile apprensione che latita a più riprese, mentre convince di più sull’estetica e la padronanza del mezzo. Ritornano le luci di matrice baviana e quel tocco tra il macabro e il raffinato tipico di famiglia, anche se non sempre è supportato da un ritmo trascinante e interpretazioni all’altezza; la Grandi, infatti, per quanto sia prorompente, non è particolarmente dotata come attrice. Imperfetto, ma non tutto è da buttare.
Thrillerino erotico che sprizza anni '80 da tutti i pori. La presenza di Serena Grandi è assolutamente inutile, ingombrante e dannosa per la pellicola, messa lì solo per attirare i fan delle sue forme nel periodo, evidentemente. Di buono ci sono qualche omicidio, le oniriche visioni dell'assassino e qualche momento di tensione creata grazie al mestiere di Bava Jr.
Nella vasta produzione del grande Lambertone Bava questo thriller non è sicuramente una delle cose peggiori che possa capitare di vedere. Alcuni particolari entrano di diritto nel trash più assoluto (le vittime con le facce mostruose e gli orribili stivali di Vanni Corbellini a bordo piscina), ma la storia del killer non è così male, così come non lo è il finale a sorpresa. Innumerevoli le scene di nudo che vedono coinvolte le attrici, su cui spicca il corpo scultoreo di Sabrina Salerno nei panni di Sabrina. Disastrosa invece la recitazione.
Bava Jr. realizza il suo personale Sotto il vestito niente, mantenendo il modello argentiano vivo e pulsante tra soggettive dell'omicida, heavy metal e scene madri dai cromatismi allucinati, ma perdendosi dietro le curve di prosperose e non raffinatissime figure femminili. Nicolodi e Brandon unici buoni elementi dal cast, atmosfera televisiva con qualche guizzo a livello visivo, come nell'allucinato scontro finale. Un paio di riusciti omicidi onscreen e decine di topless: forse sarebbe stato meglio il contrario, ma il film scorre discretamente.
MEMORABILE: La visione della donna mono-occhio; Le api; La resa dei conti.
Scampolo del thriller ottantiano ambientato nel mondo delle modelle e dei servizi fotografici, inficiato da una confezione piatta e sbrigativa e reso spesso poco sopportabile da una recitazione di basso livello. Restano dei momenti riusciti, dalla Michelsen vista dall'assassino come un mostruoso insetto al singolare omicidio della Salerno e alle scene nel cimitero e nel grande magazzino, ma si perdono nella mediocrità generale. Superflue per l'economia del film, ma di certo non spiacevoli, le generose forme della Grandi e della Salerno.
MEMORABILE: Lo sciame di api assassine che assale la Salerno.
Discreto thriller che vuole essere al tempo stesso un aggiornamento di quelli che Martino produceva quindici anni prima con la Fenech ma anche un prodotto utilizzabile pure in televisione (di sangue se ne vede molto poco, i nudi non sono mai integrali). Detto questo, e detto anche che Grandi e Salerno si fanno notare piu per le forme che per la recitazione, Bava riesce comunque a inventare qualcosa di interessante e le soggettive "zoologiche" dell'assassino non sono niente male.
MEMORABILE: Tutta la sequenza girata ai MAS: ora che sono stati chiusi, resta un reperto storico oltre che un momento bel riuscito di thriller.
Questa bizzarra Finestra sul cortile vegliata da un paralitico onanista, è un minestrone di situazioni improbabili, recitazione scadente e dialoghi al limite del farsesco; anche la mitica Capucine è risucchiata nel baratro e ridotta a una macchietta da Centovetrine. Tutto il carrozzone trash, arricchito da crimini grotteschi alla Dr. Phibes, è solo il pretesto per esibire al pubblico le ghiandole mammarie fuori standard della coppia Grandi/Salerno.
MEMORABILE: I capelli di Kim: bagnati o asciutti ad ogni cambio inquadratura; La strana teoria delle foto che più le ingrandisci e meno ne vedi i difetti.
Thriller modaiolo anni 80 firmato Lamberto Bava che si fa ricordare di più per la bellezza e le forme della Grandi e della Salerno che per l'effettiva qualità del prodotto. Qualche omicidio interessante, un po' di erotismo e qualche buona intuizione (il killer che vede le sue vittime come mostri) non riescono però a elevare una pellicola che spesso annega nella mediocrità generale (i dialoghi sono da dimenticare). Finale azzeccato, cast spesso spaesato.
Non male questo giallo di Lamberto Bava, uno che è sempre riuscito a districarsi in produzioni non eccelse. I rimpianti però non mancano. Grande pecca del film è la recitazione. A parte Serena Grandi (perdipiù doppiata malissimo), è in generale tutto il cast a non offrire prove convincenti. Il confronto con Daria Nicolodi è impietoso. Per il resto buone le location e buona la storia, con un discreto e morboso finale. Non mancano le citazioni, né qualche passaggio scontato, ma il film è piacevole. Guardabile.
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Urcah da prendere non al volo ma di corsissima! Ma però queste notizie mi fanno inalberare, addirittura il br per questo si, e per "La signora della notte" ancora la vhs!
Si mi correggo vedo ora il prezzo e la qualità audio un infimo 2.0, ci si tiene il dvd a sto punto, € 34,90 per cosa?
Ops Undy avevi ragione tu, ho guardato meglio, è in effetti la versione inglese della Shriek Show, riporta gli extra con interviste al cast non presenti nella versione italiana (e anche in altre come ad esempio quella tedesca che è pari pari come la nostra) che sono in lingua italiana con sub english (non rimovibili da quello che leggo in rete), aimè seppur in rete e su amazon viene scritto che l'audio è sia in italiano che in inglese, purtroppo vi è la sola traccia english, tuttavia la qualità video dagli screen presenti in rete è uguale alla nostra.
C'è anche un'idea di ambientazione nell'(ultimo) cinema popolare italiano: George Eastman è truccato come in un film postatomico, la scena con Sabrina Salerno è ambientata negli studi semivuoti della De Paolis. Molto anni Ottanta
DiscussioneDusso • 21/04/23 09:49 Archivista in seconda - 1870 interventi