Conosciuto, tra le numerose varianti del titolo, anche con quella, azzeccatissima, di "Porno Pop", questo ridente supersexy show psichedelico della Romay - sempre con le parti intime in bella mostra - abbraccia la commedia, con intenzioni e/o esiti (auto)ironici: sguardi in macchina, dialoghi con lo spettatore, ammiccamenti, personaggi strambi, situazioni da sit-com, accelerazioni da comica muta... Non mancano innesti di altro genere, come la scena del risveglio post-partouze della Romay. Musiche in perenne eccitazione.
MEMORABILE: La Romay elogia il rocker contestatore suo amante (Alain Petit) dopo un'esibizione musicale: «Sei più bravo di Celentano! Molto più bravo!».
Mamma mia!, non credo ai miei occhi dopo la visione di codesto film! Per quanto ami Franco, questo film proprio non lo reggo. Sarà colpa di un orribile doppiaggio italiano, di una trama sconclusionata, della Romay che per carità sarà anche bella, ma dopo un po' stanca... Solito cast di attori scadenti della Eurocine (salvo solo la mia favorita Monica Swinn) e ovviamente il mitico Franco, doppiato con cadenza tedesca nella versione italiana).
MEMORABILE: La tortura alla Romay sul letto (almeno nell'edizione Usa, perché in quella italiana la scena è completamente diversa).
Agghiacciante soft-porno atto a mostrare, in tutte le sue fattezze erotiche, la burrosa musa del regista Jess Franco, Lina Romay. Trama estremamente esile per una vicenda che si trascina stancamente tra una scena di sesso e l'altra, alternate alle consuete immagini oniriche e sanguinolente tipiche del cinema del regista spagnolo. Inqualificabile sotto quasi ogni profilo, la pellicola è salvabile solamente sotto l'aspetto nostalgico di un certo cinema "cult" europeo anni Settanta.
Uno degli innumerevoli film diretti da Jesus Franco per esaltare la compagna di vita Lina Romay. Il film è costruito su misura su di lei e sulla sua voluttuosità. Non a caso è un continuo dialogo con un immaginario spettatore che eccitato dovrebbe contribuire a soddisfare la sua spasmodica voglia di piacere. Verso la fine si cerca di inserire una storia di spionaggio che però fa affondare ancora di più la barca. Gli amanti della Romay godranno e non poco, gli altri probabilmente si annoieranno a morte.
Il film comincia con la Romay che si accarezza nuda su un letto e termina allo stesso modo (dopo 85 lunghissimi minuti). Non c'è ritmo, non c'è una trama vera e propria; si tratta di un pretesto per mostrare l'allora splendida compagna di Franco in tutto il suo splendore mentre si dimena tra lenzuola, corpi e cuscini. Certo, l'occhio dello spettatore è ripagato dalle burrose nudità, ma la noia è tanta... Troppa!
MEMORABILE: I lunghi (e alquanto insensati) gemiti di piacere; Le copule simil-comiche anni 20; Le masturbazioni della Romay (con pube depilato)...
Sciocchezza orrendamente recitata, che non si sa dove voglia andare a parare. La Romay è graziosa come al solito, ma fra ammicchi, languori, sospiri e spogliarelli mette a dura prova la sopportazione dello spettatore. Purtroppo, a parte ammicchi, languori, sospiri et cetera, nulla rimane di vedibile. Penosi alcuni accenti da commedia. Uno dei tanti nadir di Franco, incolpevole, tuttavia, del pessimo doppiaggio.
La bella e svestita Lina Romay vale da sola la visione di questo strambo filmino porno pop. La trama è dunque un mero pretesto per occuparsi delle grazie della musa di Franco. La cosa non dispiace e muove a simpatia, se si è fanatici della protagonista. Intenzioni autoironiche sono palesate dagli sguardi in macchina e dal rivolgersi direttamente allo spettatore. Tra voluttà, languori e ammiccamenti tutto scorre leggero, anzi leggerissimo.
Quando dirigi una decina di film l'anno, per un impulso creativo compulsivo o necessità economiche, è ovvio che poi l'andar per le spicce abbatte la qualità. Praticamente ne escono solo dei trastulli familiari in cui Franco ci tiene aggiornati sullo stato del suo triolismo. Una sequela di scenette senza senso, sempre in bilico tra pornografia e farsa, accompagnate da una snervante musichetta in ragtime, che non offrono alcun meccanismo erotico o comico ma solo il triste pretesto per esporre la sua giovane bambolina depilata, esibita a tutti fino alla noia.
Lavoro che si perde nell'infinita filmografia del regista, anche qui supportato dalla compagna Romay che funge da protagonista e rimane nuda praticamente per l'intera durata del film; oltre che bella, almeno nel periodo d'oro, è sempre stata anche simpatica all'occorrenza e qui regge la baracca interamente da sola, vista la trama minimale. Tra suggestioni hippie, battute di bassa lega, slanci slapstick e un'apparizione dello stesso Franco come aguzzino, non si capisce bene dove voglia andare a parare e arrivare alla fine non è impresa particolarmente semplice; solo per aficionados.
Il doppiaggio non è mai una cosa bella ma in questo caso riesce a rendere quasi invedibile il film, tanto è trasandato e incapace di preoccuparsi anche del labiale delle bellezze che sono quasi sempre in primo piano e cercano di dare un senso erotico alla loro presenza. La vena surreale e trasgressiva di Jesus Franco ("Dal nome due volte blasfemo", come lo definiva Teo Mora) qui non è per nulla presente e la noia fa da padrona.
Jesús Franco HA DIRETTO ANCHE...
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