Manifesto di cinema femminista 70esco. Visto sperando in numerosi nudi della Sandrelli, annunciati dal Giusti e invece assenti. Banalissimo, manicheo, noioso. Lei è una maestrina servile (parla in italiano mentre il marito, meccanico truzzissimo, parla invece in dialetto...) che prende coscienza ecc ecc. Da vedere solo come testimonianza di un certo clima e, se vogliamo, di un certo cinema (sì, ma quale?)...
Film al femminile; oltre che alla regia, vede anche nella musica, nel montaggio e nella fotografia interventi di signore, la presenza maschile è ridotta al minimo indispensabile. Tratto dal romanzo della Maraini "Donne in guerra", è la storia di Vannina (Sandrelli) e Giacinto (Placido), marito e moglie, di diversa estrazione e cultura. Più che un film femmista è la rappresentazione di un'unione che, nonostante l'amore, non funziona; le cause sono legate alla "ignorante" insensibilità del marito. Datato ma non male.
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