Il merito della riuscita del film, più che alla regia disciplinata di King, va dato alla sceneggiatura di Nunnally Johnson (che fa, del leggendario Jesse James, un uomo mite, attaccato ai valori della famiglia, ma costretto, suo malgrado - a causa del capitale, rappresentato dalle ferrovie(?) -, ad una vita - e ad una morte - da fuorilegge), ed alla presenza di due divi come Tyrone Power ed Henry Fonda. Uno script praticamente perfetto (si veda il primo dialogo tra Randolph Scott e Power: un trionfo del sottinteso), in grado di anticipare (a 30 minuti dall'inizio!) l'epilogo.
Il film è molto fedele alla vera storia di Jesse James, ne offre un'impronta "buonista" facendone una specie di eroe, dando alle Ferrovie la responsabilità di averne fatto un bandito. La prima parte del film è eccellente e riesce a dare allo spettatore tutte le emozioni e le simpatie per i fratelli James (Power e Fonda), poi si spegne un po nella parte centrale per rifarsi nel finale e nel tradimento a Jessie ormai pronto per una nuova vita. Gli attori sono bravi e ci sono caratteristi notevoli. Buona sceneggiatura che non lascia spazio a inutilità.
MEMORABILE: Tutte le volte che il Maggiore "giornalista" e simpatizzante di Jess, vuole scrivere un articolo di fondo, arrabbiato, su qualcuno o qualche categoria.
Considerato giustamente dalla critica come uno dei migliori western realizzati negli anni ’30, Jess il bandito è un ottimo film di genere, che ripercorre in maniera storicamente opinabile la storia della famiglia James, i cui componenti sono descritti come ottime persone costrette al crimine. Al di là di queste forzature, il film risulta molto godibile e mescola al meglio momenti intimisti e sequenze da western di grande respiro, dovute alla professionalità del regista. Ottima l’interpretazione di Fonda, meno idoneo al ruolo Tyrone Power.
Storicamente non è attendibile in diversi frangenti, ma per una volta poco importa la
veridicità. La regia di King è buona, ma protagonista assoluta è la sceneggiatura che disegna un personaggio mitico ed indimenticabile (ma anche quello dello zio giornalista è eccellente) ed una serie di situazioni intense e riuscite. Ne è venuto fuori un film bellissimo, ricco di emozioni e di bei momenti. Eccellente il lavoro sui colori, esaltati dalla sontuosa fotografia di Georges Barnes. Ottima prova del cast. Essenziale per il genere e la fortuna del personaggio cui il cinema dedicherà svariati film.
MEMORABILE: Il primo incontro tra Jess e Will (il poliziotto). Lo zio giornalista e le sue sfuriate
Il matrimonio di Jess. L'incontro con il figlio.
Autocritica di un paese ove la difesa dei diritti (felicità, proprietà, lavoro, famiglia, associazionismo) convive pericolosamente con gli atti predatori del capitalismo e del progresso, sul lato filmico “Jesse James” si presenta in un elegante Technicolor dalle tinte acquerellate ed offre un ritratto composito del bandito, seguendolo nella dimensione diacronica e rilevandone le diverse sfaccettature nei differenti ruoli sociali da lui ricoperti. Tuttora assai moderni il primo scontro con gli agenti della Società ferroviaria, le colorite invettive di Hull e l’epitaffio contro i traditori.
MEMORABILE: Le invettive del giornalista (Henry Hull) contro avvocati, treni, dentisti, governo, etc.: «…e ammazzarli tutti come cani rognosi!!!».
Raro caso in cui la versione a colori non è frutto di manipolazione digitale ma di ripristino filologico. Eppure, la tentazione è quella di tornare al bianco e nero della prima lontana visione: il bandito Jess che, il volto semicoperto da un fazzoletto, lotta contro le prepotenze dei boss delle ferrovie, è fratello gemello di quello Zorro che lo stesso Power impersonerà l'anno successivo. E poco importa se il primo si ispira ad un personaggio reale, a differenza dell'altro creatura letteraria: sono entrambi eroi romantici, eredi di Robin Hood. Regia di polso, cast eccellente, film memorabile.
80 anni e non dimostrarli. Questo western con venature d'avventura, nonostante la vegliarda età, scorre che è una bellezza, pur con alcune scelte recitative e alcune scene d'azione che oggi risultano un po' goffe. Adattissima la coppia di protagonisti, con Henry Fonda leggermente meglio di Tyrone Power. Gli scenari sono molto belli e ci aiuta ad apprezzarli una bella colorazione. Sicuramente uno dei migliori film western dell'epoca.
King prende con decisione le parti del celebre fuorilegge, un uomo mite che diventa un paladino contro le ingiustizie, in un affresco in Technicolor con notazioni sociali nel quale anche i personaggi secondari sono vividi e ben delineati. Sicuramente uno dei migliori western dell’epoca, sia da un punto di vista tecnico che della recitazione, in cui l’unico punto un po’ debole è Power, attore “solo” discreto (Fonda, pur defilato, mostra maggior spessore e avrebbe meritato più spazio).
MEMORABILE: “Siamo buoni amici, vero?”; Gli “articoli di fondo” del Maggiore.
Western, che si avvale di ottimi interpreti e può contare su un buon ritmo e una piacevole vena ironica, grazie al direttore del giornale locale, ma che non si discosta mai dal fulcro della vicenda: la storia del bandito Jess, un eroe per la sua gente (colpisce le ferrovie, che sottraggono terreni agli allevatori), uno spietato fuorilegge per gli altri. Sono però le varie sfaccettature del bandito a rendere un po' più credibile la sua figura, scelte discutibili comprese (il protettivo fratello gli darà anche della canaglia). I segni dell'età sono evidenti, ma è comunque una pellicola notevole.
MEMORABILE: "Prima era più semplice: se un uomo ne uccideva un altro, ne arrivava uno che lo uccideva. Poi arrivavano i federali, che ammazzavano tutti".
King porta per la seconda volta sullo schermo la storia di uno dei più celebri antieroi con cui il sogno americano s’è trovato a fare i conti. La produzione è di quelle importanti e la storia di Jesse James è sceneggiata in modo piuttosto credibile e procede per scene madri, privilegiando all'approfondimento psicologico un tono melò che talvolta si fa eccessivo. Corretta, anche se non particolarmente coinvolgente, la prova del blasonato cast mentre la confezione è garantita da grandi nomi del cinema hollywoodiano. Un lavoro non del tutto riuscito ma una visione la merita sicuramente.
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CuriositàDaniela • 5/01/16 16:45 Gran Burattinaio - 5944 interventi
Il film di Henry King ha avuto un sequel: Il vendicatore di Jess il bandito, diretto da Fritz Lang, con Henry Fonda sempre nel ruolo di Frank James.
DiscussioneDaniela • 20/11/19 20:56 Gran Burattinaio - 5944 interventi
semi-SPOILER
Si tratta di uno spoiler perché riguarda la penultima sequenza, ma molto relativo in quanto tutti sanno come Jessie James trovò la morte ed il film di Henry King è piuttosto fedele a riguardo.
Robert Ford sparò a James mentre questi, salito su una sedia, era intento a raddrizzare un quadro storto appeso al muro della sua casa.
Ed infatti nel film si vede John Carradine sparare alle spalle di Tyrone Power. Subito dopo il colpo, Power si gira portandosi una mano al petto, Corradine gli spara nuovamente e Power cade a terra su un fianco.
Quando la moglie, uditi gli spari, accorre e si inginocchia accanto al corpo esanime, si vede però chiaramente che il gilet marrone è integro, né ci sono tracce di sangue.
Per quanto si vede, potrebbe anche essere morto per infarto...