Comincia come un giallo in piena regola: amanti diabolici (Ronet e Moreau) architettano un piano per far fuori il marito di lei che è anche il direttore della ditta dove lavora lui. La sera tardi lui lo fa fuori in ufficio simulando un suicidio e fugge dal terrazzo, ma dimentica lì una corda (genio...) e deve immediatamente tornare per riprenderla. Peccato che, una volta nell'edificio, resti chiuso in ascensore quando l'ultimo ad uscire stacca la corrente a fine turno. Nel frattempo un ragazzo e la sua fidanzata gli rubano l'auto e se ne vanno in un motel spacciandosi per lui. Conosceranno lì due turisti che a sorpresa faran fuori. Appunto, pare un giallo curioso e stimolante, che però la regia...Leggi tutto di Malle indirizza presto in tutt'altra direzione, dilatando i tempi e cogliendo gli aspetti paradossali della storia non senza un certo gusto. La mitizzazione del film tuttavia pare eccessiva: va bene gli assoli di tromba di Miles Davis che sappiam tutti esser stati improvvisati in una sera, indubbiamente di gran fascino la fotografia in bianco e nero che gioca sui contrasti, ma la storia viene affrontata senza convinzione alcuna, come se le passeggiate notturne per Parigi con la Moreau sovrappensiero coinvolgessero anche la regia dell'esordiente Louis Malle in un rigurgito pre-Nouvelle Vague che guarda tutto con distacco da una parte e liberando silenziosi monologhi dall'altra. L'intreccio diventa insomma assolutamente secondario e le indagini del commissario interpretato da Lino Ventura (ben poche pose per lui) un di più che trova l'unica vera ragion d'essere nel divertito interrogatorio di Ronet nella semioscurità, durante il quale si manifestano bene le intenzioni dissacratorie del regista. Invece le idee per un giallo dalle coincidenze curiose e dal finale degnissimo c'erano e se sfruttate in maniera più tradizionale avrebbero anche potuto soddisfare gli appassionati del genere. Dal momento però che le intenzioni di Malle sono altre sarà meglio valutare quelle, con i relativi rallentamenti dovuti a scene che sembrano aggiunte o allungate senza un motivo e chiudendo un occhio sulla scarsa plausibilità di molte situazioni (dalla corda lasciata lì alla macchina che prima non parte e poi sì fino al risibile alibi del protagonista). La Moreau fa il broncio di sempre, Ronet non incide granché, gli altri non brillano particolarmente (Ventura solo per questioni di tempo). Da quello che per molti versi viene ritenuto un classico c'era da attendersi di più, anche se lo stile di Malle è innegabilmente personale ed è impossibile non ravvisarne le qualità.
Amanti diabolici architettano l'uccisione del di lei marito: una sciocchezza manda a monte un piano ben studiato, e poi... La colonna sonora di Miles Davis (improvvisata - secondo la leggenda - davanti alle immagini del film) basterebbe ad assicurare un posto nella storia, ma il debutto di Malle ha altri meriti, dall'infernale meccanismo del Fato che governa la trama, alla plateale anticipazione della Nouvelle Vague imminente (i monologhi della Moreau, i due giovani sbandati) pur in una struttura ancora abbastanza classica. Ottimo
Classico indiscusso del cinema noir francese. Sceneggiatura e dialoghi perfetti, con un ritmo implacabile. Scene memorabili a volontà. Su tutte: la passeggiata notturna per le vie di Parigi della Moreau e l'interrogatorio da parte del commissario Ventura allo stanco Ronet. Attori da urlo, a partire dagli amanti Moreau e Ronet, fino ad arrivare ad un Ventura che, seppure in un ruolo defilato, lascia un segno indelebile. Inarrivabile la colonna sonora.
Un bellissimo noir di produzione francese. Louis Malle crea un'atmosfera eccellente e descrive alla perfezione il precipitare inesorabile dell'omicidio iniziale da "crimine perfetto" a "disastro totale". Dotato di un ritmo davvero eccellente per il genere; le scene sono ben mixate e la prestazione degli attori davvero di prima qualità. Un film da non perdere.
Opera prima del francese Malle che mostra già ottime qualità registiche che verranno confermate nei lavori successivi e che mette già a fuoco uno dei temi prediletti di tutto il suo cinema: i rapporti tra uomo e donna. In questo caso lo fa attraverso un noir che si avvale di una bella idea di partenza, di un discreto ritmo e della notevole colonna sonora di Miles Davis che fu per gran parte improvvisata. Ottima la prova di Jeanne Moreau.
Due amanti decidono di far fuori il marito di lei, ma l’omicida in fuga rimane intrappolato nell’ascensore. Un’opera prima di grande potenza: la tensione ansiogena dell’imprevisto e dei diversi eventi che si intrecciano si fonde bene con la narrazione dei sentimenti. Attori intensi (folgorante Jeanne Moreau). In un bellissimo b/n emerge una città ovattata (a causa della mancata presa diretta del suono: sarebbe un errore, ma in realtà accresce di fascino il racconto) solcata dalla straordinaria musica di Miles Davis.
Due coppie di amanti, un'auto rubata, un ascensore bloccato, un rullino fotografico, due delitti: uno premeditato, l'altro d'impeto. Arzigogoli del Caso, nemesi del Fato, ingranaggio perfetto proprio perché impazzito, in cui nessuna molla scatta a vuoto. Ottimi dialoghi, volti, andature e gesti indimenticabili, affascinante sintonia tra immagini e colonna sonora, in una Parigi di vetro e di ardesia.
Ottimo noir, che con una trama semplicissima affascina e coinvolge. Due amanti cercano, con il delitto perfetto, di poter vivere felici la loro vita, ma non tutto andrà come previsto... Dopo un inizio incalzante, il film perde un po' di intensità mano a mano che la storia si "ingarbuglia", ma è solo un piccolissimo difetto tra una marea di pregi. Diretto splendidamente, con interpreti in gran forma.
Un ascensore maledetto quello di Malle ma nemmeno troppo. Perché saranno altri i fattori che cambieranno la partita di questo film e perché al regista in fondo preme più mettere in evidenza i rapporti tra le coppie protagoniste del film, più con straniante delicatezza che secondo i canoni tradizionali. Ma anche per questo la parte centrale soffre di una qualche lentezza e fa perdere la presa.
Folgorante esordio registico di Louis Malle in un film capace al contempo di essere anticipatore della imminente Nouvelle Vague (in particolare nell'utilizzo del jazz straziante e straniante di Miles Davis come nella recitazione naturale eppur intensissima di Jeanne Moreau) e debitore del cinema classico (il b/n "langhiano", il beffardo meccanismo hitchcockiano dello script). Un film saturo e perfetto, visionando il quale ci si abbandona al delirio degli uomini e alla potenza riparatrice del Fato.
MEMORABILE: Julienne/Florence in giro di notte per le strade di notte alla ricerca del suo amante.
I meriti del film? Una bella fotografia, colonna sonora, naturalmente e prestazione degli attori. Opera prima dove c'è la volontà di strafare e questo causa situazioni che possono anche affascinare, estrapolate e separate da tutto il contesto, ma al servizio della storia. Storia che inizia molto bene per poi perdersi in eccessive lentezze e con accenni politici del tutto inutili che spengono il ritmo e rendono gravosa la visione. Molto figlio della sua epoca e buono come esperimento per portare a migliori (e più mature) prestazioni successive.
Un capolavoro. Malle non si concentra sul plot giallo del film ma spinge la sua suspense dentro l’attesa trepidante e peripatetica della complice dell'assasino, Jeanne Moreau, nell’inquietudine segreta che agitano tutti personaggi, nell’accorata riflessione della precarietà della vita umana sempre sotto lo scacco di un destino superiore, imperscrutabile ma comunque imparziale. Un film esistenzialista. La straordinaria tromba di Miles Davis riempie con la sua poesia musucale gli spazi del film dove l’azione di ferma a riflettere. Una gemma preziosa.
Grandissimo esordio di Malle in questo noir affascinante nelle atmosfere, nel tratteggio luciferino della coppia di amanti protagonisti, nell'impianto narrativo, nella costruzione drammatica, nell'aura classicheggiante che però si apriva a pregevolissime parentesi (seppur acerbe) da Nouvelle vague. Sceneggiatura compassata e inesorabile posata sul destino, che monta e smonta piani, indagini, sospetti e rimorsi avvolgendo lo spettatore in una spirale dove l'attesa prende il sopravvento e dove è il caso a decidere. Sopraffino score musicale.
Il bianco e nero è proprio meraviglioso in questo film. La fotografia infatti colpisce fin da subito, così come i ritmi piuttosto serrato e la sceneggiatura, davvero ben scritta e strutturata. Gli attori sono ottimi e la regia trasuda esperienza da tutti i pori.
Un noir notevole, con una Jeanne Moreau impeccabile diretta da un Louis Malle che nel genere è uno dei migliori. Storia non originalissima, ma che comunque ha nelle sfumature la qualità più convincente. Da non dimenticare un simpatico Lino Ventura nel ruolo del commissario.
Noir dal sapore vagamente hitchcockiano con intreccio meccanico, impreziosito dalla colonna sonora di Miles Davis che scandisce i tempi della suspance incalzante. Nouvelle vogue ante litteram, carismatica l'interpretazione della Moreau nel ruolo di algida vedova nera. Malle non si ripeterà più sugli stessi livelli.
Il delitto perfetto mandato a monte dagli strali del Caso: un oggetto dimenticato, un ascensore fermo, un’auto rubata, un incontro casuale, un altro delitto compiuto da terzi... Per la prima regia di Malle il noir è come il letto di Procuste, poiché l’attenzione per le grigie atmosfere urbane sottolineate dai chiaroscuri fotografici e la suspense à la Hitchcock – la sequenza in ascensore – si volge di frequente ai tumulti interiori dell’addolorata Moreau e al suo amour fou per l’amante Ronet. La vicenda parallela dei due ragazzini in fuga annuncia che la Nouvelle Vague è ormai alle porte.
Arabeschi del destino nella sceneggiatura di Malle, Nimier e Calef: volute che addensano elementi narrativi scatenando un senso panico di incertezza e disorientamento. Le improvvisazioni jazzistiche di Miles Davis braccano i passi di Jean Moreau - notturna, disperata, bellissima - mentre l'inferno di Henri Decaë la inghiotte in una Parigi dai barbagli attoniti, dalle oscurità anìmiche. Malle dècima la statura mitica del noir, scompone le simmetrie, esalta il fallimento, le futilità atroci, la mediocrità del caso. Mai più il suo cinema sarà così opportunamente perfido, beffardo, indispensabile.
Due giovani amanti architettano un delitto nei minimi particolari, ma il caso muterà il corso degli eventi. La trama è di gran presa e il soggetto spiega anche quanto una verità possa essere manipolata ed interpretata, pure se alla fine i pezzi del puzzle combaceranno. Tanto affascinante quanto brava Jeanne Moreau nei panni della dark lady.
Noir atipico, forse perchè francese, che non rientra nel filone del noir classico tipicamente americano. Film caratterizzato da un'ottima colonna sonora, fotografia e recitazione, con una trama molto particolare, che, però, rischia di non creare la giusta suspense per almeno metà del film. Molti episodi durante la prima mezz'ora possono sembrare poco veritieri, ma il tutto viene giustificato dalla seconda parte della pellicola, che, da sola, basta per rendere questo film un cult del genere Noir.
MEMORABILE: Florence Carala: "Avete Visto Il signor Tavernier Stasera?"
Il successo di questa pellicola è meritatissimo. In un bianco e nero ovattato si dipanano le vicende di una coppia di diabolici amanti alle prese con il terzo incomodo: il marito di lei. Sarà un inatteso imprevisto a modificarne i piani. Un film con un'atmosfera avvolgente gravido di tensione che vede una coppia di grandi mattatori del grande schermo in performance attoriali di primissimo livello. Indimenticabile.
Uno degli esordi più brillanti della storia del cinema. Inserendo elementi della nascente Nouvelle Vague in una situazione classica del noir (coppia di amanti che decide di eliminare il marito di lei), Malle dirige con ritmo sostenuto un grande classico del genere, impreziosito da una splendida fotografia e dalla musica di Davis. La tensione è apprezzabile, la sceneggiatura ben congegnata e giustamente perfida. Ottima la coppia Moreau/Ronet, ma anche Ventura ha modo di farsi valere nei panni del commissario.
Ex parà uccide il ricco principale, marito della sua amante, e poi ne mette in scena il suicidio. Potrebbe essere un delitto perfetto ma... Racchiuso in una manciata di ore ed articolato in tre linee di narrazione (l'assassino bloccato in ascensore, la donna che vaga per la città, la coppietta di ragazzi sull'auto rubata), Malle esordisce con un noir elegante, dalla splendida colonna sonora e con un bn notturno che alterna morbidezza e nitore. Funzionali ed in parte Ronet e Ventura, mentre Moreau, l'algido viso alterato dalla passione, offre una delle sue migliori interpretazioni.
Giallo-noir alla Hitchcock sorprendentemente snello e intrigante, ricco di colpi di scena e con una piacevole vena ironica di fondo. Cast azzeccato: Ronet notevole omicida catalizzatore di sfighe, Jeanne Moreau un po' troppo caricata, Lino Ventura ottimo nei panni del tenente Colombo della situazione. Regia completamente subordinata al soggetto, dunque priva dalla forza trascinante dei film del citato inglese, ma il ritmo ne guadagna. Vari gialli complottisti nostrani devono molto a questo film.
Primo film di Louis Malle, si caratterizza per un utilizzo totalmente poetico della macchina da presa. È lei che indaga l'amore, la disperazione, la solitudine, i volti, le cose. Miles Davis improvvisa con la tromba e altri quattro musicisti sulle sequenze a lui affidate. La lucida e imparziale fotografia lascia che il pensiero di chi assiste fluisca liberamente e senza giudizio. Opera poetica dalle prime inquadrature in cui una semplice telefonata, che dilaga su un mondo libero, si chiude in realtà sui due protagonisti. Tutto il resto è fuori.
Un film diviso in tre, ovvero in tre generi: abbiamo la suspense del giallo (un assassinio premeditato), l'esistenziale (la Moreau che vaga per una Parigi notturna) e il cinema free (la fuga dei due ragazzi); peccato solo che, nel finale, tali episodi abbiano un loro scioglimento poliziesco che ne smussa gli aspetti più eclatanti. Ad ogni modo un esordio d'eccezione.
Un delitto in una stanza chiusa, due amanti, due ragazzini inconsapevoli agenti del fato. Le qualità estetiche del film non si discutono, l'eleganza della messa in scena colpisce ed eleva l'opera dal contesto di genere in cui, per il resto, potrebbe collocarsi. La camminata notturna parigina della Moreau resta impressa, anche se il suo personaggio inclina al melodramma. Si aggiunga una colonna sonora splendida e circonfusa dal mito. Ci sono incongruenze grossolane (il motel) e personaggi superficiali (i due giovani), ma il film ha un grande fascino.
Rivederlo dopo anni, restaurato e in lingua originale, ne guadagna. Ciò che mi piaceva meno (la storia al motel) oggi mi convince di più. Il mistero Moreau: è bella? Recita? Non si sa, ma il magnetismo è indiscusso. Ottimi attori e fotografia di Decäe da ovazione. Un film che ha aperto la strada alla nouvelle vague (credo che la Moreau in giro di notte improvvisi) incorniciato da una colonna sonora fondamentale.
MEMORABILE: Le musiche di Davis, che improvvisò durante una proiezione in studio, dove testò le chances dell'improvvisazione modale.
Il delitto architettato da una coppia di amanti incontra numerosi ostacoli, dall'ascensore bloccato del titolo al furto dell'auto a opera di un'altra coppia. Una Parigi ovattata e opprimente fa da sfondo a una trama di ispirazione classica (Hitchcock e Lang in primis) ma che anticipa la Nouvelle Vague con il suo uso spregiudicato del jazz e le peripezie dei due giovani ladruncoli. Ventura, Ronet e un nervoso Poujouly formano un grande cast maschile, ma la migliore in assoluto è la Moreau, tanto fredda all'esterno quanto lacerata nell'animo.
MEMORABILE: Gli interrogatori in una stanza nera, quasi priva di pareti; La Moreau per le strade di Parigi; Tutte le scene con Ronet in ascensore.
Lo schema fondamentale (triello infernale con omicidio) appare mutuato da "I diabolici" (il libro, più che altro) anche se poi il film va a parare da tutt'altra parte. Ottima è infatti tutta la prima parte giocata sul contrasto tra interni stringenti (quelli dell'ascensore e quelli della psiche della Moreau) ed esterni in cui la protagonista si muove, che a ben vedere anticiperanno molto dell'idea di Novelle Vague presente in Godard. Poco convincente la sottotrama dei ladruncoli, anche se utile per portare alla luce un bel discorso sugli arabeschi del caso.
Parigi, la notte e le luci, una femmina fatale dallo sguardo inquieto/indecifrabile risoluta all'azione; un uomo attanagliato; le conseguenze della passione, della brama, del destino e delle coincidenze significative, sulle note misteriose e scure di una partitura jazz ipnotica. Cupo noir a orologeria, non contorto; di inesorabile linearità diegetica nel maneggiare la coppia alla nitroglicerina caso/necessità. Regia ispirata, con sguardo classicista e inventivo; fotografia espressiva, interpreti perfetti: il magnetismo è per occhi e cervello.
Bell'esordio di Malle, che crea un'atmosfera che avvolge e rende partecipi delle vicende che si intrecciano. Un po' forzato l’errore che dà il via alla vicenda, un po' eccessiva la decisione relativa alle pillole, ma il resto fila via che è un piacere. Dominato dal magnetismo della Moreau, impagabile quando erra, scorata e confusa, per la notte di Parigi. Bianconero impeccabile. Bel ruolo per Lino Ventura, grazie anche all'impagabile physique du rôle. Denner è il suo aiutante.
MEMORABILE: "Siete abituato ai Commissariati?" "Tutte le domeniche..."
Delitto alla Hitchcock con conseguenze alla francese: una spirale di catastrofi causate dalla passione che già si sa dove andrà a parare. È lo sviluppo sorprendente che cattura la nostra attenzione, con una narrazione alternata: il protagonista chiuso in un ascensore; la sua amante che incessantemente, invano, lo cerca nei suoi luoghi; e la coppia di giovani balordi che scombinano le carte in tavola. Fascinoso e angosciante come tutti i "noir" francesi. I piccoli cali di ritmo sono trascurabili. La tromba stridula aggiunge nervosismo.
MEMORABILE: Nessuno vede lo scalatore dell'edificio? Perché i ragazzini fanno sviluppare le foto presso il motel? Chissà. C'est la vie. O forse il Fato.
Più che per l'originalità o la solidità della trama (che, non casualmente, trova negli assorti vagabondaggi notturni per Parigi di Florence-Moreau uno dei momenti più convincenti e avvincenti), il film di Malle si fa ricordare per gli eleganti appunti a margine sul tempo e sul caso, denotando un'attenzione per il dinamismo "invisibile" che manca a molti noir canonici. L'approccio, introspettivo e a tratti filosofico, è aiutato dal plastico b/n e, soprattutto, dalla meravigliosa e malinconica O.S.T. improvvisata da Miles Davis e gruppo.
Noir essenziale dalla trama classica, che si fa pian piano intrigante grazie agli innumerevoli imprevisti, ma difetta in diverse lungaggini e qualche assurdità non trascurabile (l'auto che parte/non parte, le pillole, il motel). Affascinante la Moreau, ottimo Ronet, ruolo defilato per Ventura; un bianco e nero plumbeo e l'accompagnamento strumentale di Davis completano una pellicola ricca di fascino e stile ma decisamente imperfetta.
Buon noir, più riuscito nei dettagli che nella resa complessiva, ma comunque memorabile. Il punto di partenza è il classico tema del delitto (im)perfetto, ma, dopo l'ironico intervento del fato, il plot si dipana in tre direzioni diverse. L'ascensore fermo regala momenti di ottima suspense, le peregrinazioni della Moreau nella Parigi notturna (musicate da Davis) colpiscono col loro misterioso fascino, la fuga della coppia di ladri offre qualche bel dialogo. L'insieme a volte non convince, ma la fotografia incanta. Riuscito il finale risolutivo.
MEMORABILE: Julien prova a calarsi dalla cabina dell'ascensore, ma questo parte all'improvviso; Il tragico furto della Mercedes; Julien guardato di sbieco al bar.
Splendido noir francese che parte da un spunto ritrito, ma nel contesto assolutamente non banale della Francia coloniale: il giovane amante (reduce) in combutta con la moglie uccide il ricco marito venditore di cannoni. Peccato che il primo compia un paio di grossolani errori e rimanga intrappolato quasi fino alla fine del film. Una coppia di giovanissimi proletari si dà alla fuga al suo posto, ma il patibolo è lì a due passi... Grandissima sceneggiatura, grandissimi personaggi e grandissimi attori. Capolavoro fino al doppio omicidio, poi perde un po' di compattezza.
Coppia di amanti progetta di eliminare il marito di lei. Partenza gialla con un buon piano se non ci si mette la distrazione e un tocco fantozziano. Malle, salvo il finale, è interessato poco a risolvere il caso e entra nelle varie psicologie per narrare gli struggimenti amorosi o le immaturità giovanili. La Moreau carica troppo il personaggio, Ronet ha una certa classe anche se sembra moscio; bravo Ventura. Discrete le atmosfere notturne (da sottolineare che è un esordio) e indovinati gli accompagnamenti musicali di Miles Davis.
MEMORABILE: La serratura chiusa dall'interno; Le foto sviluppate; La foto sul giornale già colpevole.
Cinema d'impressioni, di diurni caotici e contrasti notturni, sui quali deambulano, come echi, geometrie umane evanescenti. Una di quelle opere che tengono al miracolo perché tenute insieme da una serie di fortunati eventi contingenti - tra esordi lucidi, visioni fotografiche e quel jazz regale - che portano trama e personaggi a volteggiare nelle intenzioni e nelle sfumature (seppur restando fedeli al genere nella struttura). Influenze tangibili circa la sacralità femminile della Nouvelle vague e un per disco quale "Kind of blue". Non si dovrebbe aggiungere altro.
MEMORABILE: La Moreau che attraversa le strade notturne; Miles Davis ispiratissimo; La sequenza dell'ascensore ripresa da tanti in seguito.
Pur non essendo prettamente il suo genere, Louis Malle gira un ottimo noir, che per gran parte della sua durata segue le tre vicende che lo compongono separatamente come se fossero storie separate, per poi unirle sapientemente nel finale. Per fare questo ci vuole una grande sceneggiatura, come è quella di questo film. Peccato che anche qui sia radicato il grande difetto del cinema francese di quel periodo, cioè la pesantezza a tutti i costi. La lentezza infatti tende a dissipare l'atmosfera e la tensione generata dalla narrazione. Comunque un buon film, e un bell'esordio.
Julien Tavernier uccide il suo datore di lavoro Florence Carala d'accordo con la moglie di lui che è anche la sua amante. Ottimo esordio di Malle alla regia. Film metaforicamente notturno per eccellenza. Lo è per vocazione prima ancora che per prevalente ambientazione: la stasi prevale sul movimento, l'analisi della psicologia dei personaggi ha la meglio sull'azione senza sovrastarla. Due citazioni d'obbligo: la camminata senza scopo della Moreau, parente stretta di quella di Edmund di Germania anno zero e la tromba di Miles Davis: uno stupendo, avvolgente tappeto sonoro.
MEMORABILE: La deriva di Jeanne Moreau per le strade della Parigi notturna; La colonna sonora di Miles Davis.
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MusicheTravis • 28/06/10 14:12 Pulizia ai piani - 576 interventi
Ascenseur pour l'échafaud: colonna sonora di Miles Davis.
La registrazione avvenne in un'unica sessione, presenti, tra gli altri, il regista e Jeanne Moreau, che interpreta la protagonista del film. La colonna sonora fu incisa come improvvisazione collettiva, mentre i musicisti guardavano il film scorrere sullo schermo.
Possibile uso della controfigura nella delicata scena in cui Julien (Ronet), si cala su una fune dopo aver passato l'intera notte intrappolato dentro l'ascensore.