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Cangaceiro: Benedetto dal maestro Steno, Bud si cala nel ruolo più affascinante della sua lunga e sfavillante carriera: il commissario Rizzo. Vederlo camminare con la sigaretta in bocca durante i titoli di testa, accompagnati dallo splendido tema principale (non credo esitano pellicole di Bud e/o Terence con una colonna sonora trascurabile) ogni volta mi apre il cuore... Le uniche due pecche di questo film, altrimenti eccezionale, sono un Glauco Onorato non a perfetto agio con il doppiaggio in napoletano e un finale un po' sbrigativo.
Xamini: La Mongolia, queste distese di prati senza confini interrotte da tende, che talora si accomunano in villaggi. Tulga ha dimenticato i suoi ritmi, abituato nella sua vita adulta alla città, e torna per assistere il padre morente. La sua permanenza diventa l'occasione per conoscere un giovane vicino e contestualmente il significato della paternità. Baljinnyam non usa tanto le parole (che in italiano suonano un po' stridule) ma soprattutto gli sguardi e i paesaggi per raccontarcelo, mostrando di conoscere il mestiere e di costruire, con i mattoni del semplice, un buon cinema.
MEMORABILE: L'uomo in cima al cavallo con un telefono appeso a un'asta; La costruzione sul monte.
Belfagor: Musicarello militare, questa volta ambientato nel mondo della Marina Italiana, dalla natura evidentemente "marchettara". Nulla che non si sia già visto: trama labilissima volta unicamente a creare situazioni adatte alle canzoni di Little Tony, un paio di siparietti affidati a Flauto, Amendola e Scotti, qualche bella figliuola e nient'altro. Innocuo, insipido.
Geppo: Il film scorre molto bene e si lascia guardare fino in fondo senza annoiare. Franco e Ciccio sono davvero convincenti. Ci sono tante gag memorabili(vedi la spaghettata con gli hippies). Nel cast vediamo anche un simpaticissimo Luca Sportelli (qui doppiato da Gigi Reder) nel ruolo del maresciallo e uno strepitoso Fiorenzo Fiorentini. Da notare anche la bellezza di Katia Christine. Il regista Giuseppe Orlandini dà, a mio avviso, libero sfogo all'improvvisazione di Franco e Ciccio. Divertente anche la colonna sonora del Maestro Lallo Gori.
Reeves: Meno scatenato di Ore 9 lezione di chimica, ma comunque sempre piacevole. A metà degli anni Cinquanta Mattoli decide di rifare due dei suoi grandi classici e in questa storia di ragazze in collegio, di equivoci, di ribellioni romantiche e di punizioni ingiuste riesce a dare il meglio di sé. Brave Allasio e Lisi, ottimo de Teffè non ancora western; degli attori del film originale rimane solo Carlo Micheluzzi, affarista affettuoso e distratto nonché padre della "signorina Campolmi" che ne fa di tutti i colori.
Enzus79: Tratto dall'omonimo romanzo: un bambino affetto da una rara malformazione cerca di essere accettato a scuola. Storia toccante e impegnativa, nella quale i buoni sentimenti prendono il sopravvento su tutto. Si affronta anche il tema del bullismo in modo abbastanza perspicace. Qua e là si forza un po' la mano. Cast di buon livello. Colonna sonora che non convince pienamente.
Rigoletto: Spacconata divertente che presenta una distopia di base alquanto fastidiosa. E se vale il motto "Ci vuole un pazzo per beccare un pazzo!", hanno richiamato in servizio uno Sly surgelato per afferrare uno Snipes col gusto dell'omicidio. La Bullock, poi, appare di una femminilità estrema: è capace di dare calci alle "Jackie Chan" e non disdegna letture dalla biblioteca Schwarzenegger. Un action nel quale l'ironia si taglia a fette e non ci si prende troppo sul serio. In fondo lo scopo è raggiunto.
MEMORABILE: Stallone maestro di uncinetto; La violazione di moralità verbale; "Fare l'amore: voglio dire, scopare, fottere, trombare, ballare la rumba".
Gabrius79: Una piacevole sorpresa, questo esordio al cinema di Vincenzo Alfieri. Nel film un bel mix di azione e divertimento si aggiunge a buoni momenti dark. A volte la trama pare essere piuttosto esile, salvo poi riprendersi in alcune occasioni grazie alla simpatia di Alfieri e Guanciale. Ottimo il cast di contorno (in modo particolare la Attili, Izzo e la piccola Sara Tancredi). Gradevole l'ambientazione napoletana.
Dusso: Non mi ha entusiasmato troppo questa trasferta Viennese del grande Merli. La prima mezzora è eccessivamente piena delle battute (alcune purtroppo penose) di Merli, decisamente meglio quando la vicenda si fa seria. Purtroppo la sceneggiatura è poco curata e poco originale. Film comunque piacevole con alcune scene gustose e una bella regia. Vienna è molto ben fotografata.
Gabrius79: Terzo film della trilogia e sicuramente il peggiore. Oramai si percepisce una ripetizione a oltranza di cose straviste (su tutti l'episodio a teatro) e da ridere rimane veramente ben poco. A salvarsi è forse l'episodio più tenero ossia quello in cui Pozzetto e Villaggio devono occuparsi di un neonato. Tutto il resto è noia. Peccato.
Mco: Thomas è stato costretto dagli alti ranghi mafiosi ad abbandonare gli States per raggiungere lo "zio Nicola" a Venezia. Qui lavorerà nell'albergo di quest'ultimo, ai comandi della moglie Thelma. La storia ha una sua originalità e sfrutta al meglio la cornice pittorica di Venezia e dei suoi canali per dipanare l'intreccio tra malavita e sentimenti (impossibili). La Seigner meriterebbe un commento a parte per la sua capacità di seduzione, sia quando si mostra nuda che quando è vestita. Buoni anche gli altri, Mantegna in primis. Gradevole mélange.
MEMORABILE: L'amplesso "bestiale" sotto la pioggia battente.
Saintgifts: Western australiano bellissimo per quel che riguarda le riprese naturali e le sfrenate galoppate di cavalli selvaggi e di cavalieri, ma piuttosto confuso sotto l'aspetto dei rapporti umani. Bisognerebbe aver vissuto in certe terre australiane e in quel periodo per capire fino a che punto c'è corrispondenza con la realtà del tempo; di sicuro il film ci marcia sopra e costruisce situazioni ad hoc per enfatizzare i fatti di una trama classica: rapporti di famiglia, rapporti sociali, amori romantici e contrastati. Ottimo Douglas che si sdoppia.
Harrys: Fenomenale. Moccia oramai, inquadrato nell'ottica del trash italico più becero in circolazione, non offre sogni ma solide realtà. Recitazione da vaudeville post-sbronza, montaggio senza cognizione d'intermezzo, script costellato da soliloqui imbarazzanti coadiuvati da musiche da flashgames... Tra tutti, il comparto che regala le emozioni più significative è sempre il più evidente: quello attoriale; realizzate uno screenshot su un primo piano gaudente o struggente e avrete la fotografia del film. Purtroppo inarrivabile Amore 14. *, ma con mucho gusto.
Markus: Un fatto di cronaca del 1997 (il film è ambientato in quell'anno) trasformato in una pellicola "demenziale". Appare sin da subito chiaro che la spina dorsale è la verve del protagonista Galifianakis ma, ahimè, sul piatto del divertimento ci sono ben poche portate. La pellicola "gira" male, con momenti di vuoto piuttosto evidenti; fatto curioso e per certi versi disastroso per un film americano che, alla mancanza di espressività (tipica invece del nostro umorismo), dovrebbe supplire con la scrittura. Si ride davvero troppo poco per essere indulgenti.
Il Gobbo: Nuovo Ercole di Francisci, introdotto dalla divertente colluttazione con Primo Carnera, e che vive pressochè solo per la bellezza figurativa che Bava regala alla parte centrale del film, nel misterioso regno della bella e sfortunata Sylvia Lopez, seppellita al cimitero di Montparnasse. C'è però qualche battuta a vuoto, anche se il gayissimo cattivo impersonato da Fantoni innalza positivamente il tasso di kitsch. Il peplum era ormai una realtà.
Alex1988: Henry Fonda, prima di C'era una volta il West, condivide la scena con l'altro mito Jimmy Stewart; in qualche modo questo film, col citato classico leoniano, condivide l'atmosfera crepuscolare che indica la fine di un'epoca. I protagonisti, pur trovandosi in barricate opposte, sono entrambi due perdenti legati a valori che stanno per scomparire. Ritmo non all'altezza, anche se adatto al tipo di storia. Discreto.
Disorder: Con una vera sceneggiatura a disposizione, Ale e Franz si rivelano buoni attori comici; pur non rifacendo alcuno sketch di repertorio, ricadono ogni tanto nei loro classici personaggi (forse involontariamente). Un film simpatico, niente di eccezionale ma per quanto mi riguarda superiore a tanti prodotti di nomi ben più blasonati della comicità italiana odierna (cinepanettoni, per intenderci...).
Thedude94: Prima parte di un film dedicato al comandante Guevara, diretto ottimamente da Soderbergh, il quale con molta eleganza e grazie ad una sceneggiatura ben scritta mette in scena una parte della sua vita facendola raccontare in una sorta di finta intervista allo stesso protagonista. Oltre a quest'ottima idea, da segnalare c'è una delle migliori interpretazioni di Del Toro, circondato da un eccellente cast. Le scene d'azione sono ricche di suspense, ben realizzate e la fotografia in alcuni punti è folgorante. Da vedere assolutamente, per chi è interessato alla storia di Cuba.
Il Gobbo: Arriva Fidani, spettatore... fatti il segno della croce! Esordio ufficiale per il maestro del western laziale; in realtà il film è uno dei suoi migliori, e si segnala per svariati eccessi di violenza cartoonistica (fantastico l'inizio con vecchiette pugnalate e bambini travolti), salvo perdersi ogni tanto in fidanate (vedi sotto). Cast allucinante: si va da Joe Sentieri a Joe D'Amato, accreditato come Ariston Massachussets (!), e muove i primi passi Fabio Testi.
MEMORABILE: La scena delle "uova volanti", con protagonisti due fessi uno dei quali è Joe D'Amato, che parla romanesco dicendo solo "ammazza" e "mortacci".
Smoker85: Bud Spencer viene lasciato totalmente solo a reggere il peso della pellicola, la cui sceneggiatura non gli consente mai di brillare come invece accaduto in altri lavori da "solista". Il piccolo alieno dello Sceriffo extraterrestre si vede poco e il buon Amendola non è in grado di fare granché per risollevare le sorti del film. Il risultato è quindi un lavoro opaco e noioso, dove ci si diverte (non troppo) solo nelle fasi iniziali. Evitabile.
Pigro: Il delitto Kennedy viene fagocitato dal western e assurge a grande saga epica e popolare (morale e sentimentalmente politica), come lo erano i fatti del giorno rimasticati dagli antichi cantastorie. Valerii compone un film avvincente e brillante, mantenendosi fedele all’omicidio di Dallas (dove, in una diversa dislocazione temporale, ambienta l’agguato a un altro presidente Usa) ma anche alle regole del western, e infondendo il calore di temi particolarmente sentiti: il rapporto padre-figlio e quello amicale, la giustizia e il tradimento.
Samuel1979: Ennesima fiction (una delle meno riuscite), sulla figura di Paolo Borsellino, qui interpretato da un lodevole Zingaretti, il quale smessi temporaneamente i panni di Montalbano, ci offre una prova schietta e sincera paragonabile per intensità al "suo" Puglisi nel film di Faenza. Delude il resto del cast, fatta eccezione per il buon Tidona. Le musiche di Morricone rimandano volutamente a un noto capolavoro cinematografico di Sergio Leone.
Herrkinski: Mix tra commedia romantica e degli equivoci adatto a tutta la famiglia, risolve inaspettatamente in fretta l'inizio con il protagonista babysitter e la bambina pestifera per concentrarsi maggiormente sulle gag legate al ruolo "in incognito" da nascondere ai colleghi di lavoro, nonchè sulla parte sentimentale. Sheen offre una prova sicura grazie al suo savoir faire e la Bisset ha l'eleganza giusta per il ruolo; tutto scorre su binari collaudati ma tra qualche risata e il tipico finale edificante il film risulta gradevole per una serata di totale disimpegno in stile primi 90s.
Galbo: Al suo debutto da regista, Morelli tenta la strada delle commedia sofisticata, confezionando un film garbato e ambientato in una Napoli particolarmente solare e "sfavillante". Riuscito nella prima parte, dove il regista da il meglio di se anche grazie all'ausilio di validi caratteristi e partecipazioni speciali godibili come quella di Salemme, il film perde un pò quota nella seconda, dove la sceneggiatura è più fiacca. Buona l'intesa (peraltro già rodata) del regista/protagonista con la brava Serena Rossi. Non male.
Nando: Action abbastanza convenzionale con il tema della vendetta come linea guida. Sparatorie e combattimenti di buona fattura intercalati con inseguimenti automobilistici. Reeves ha il fisico e lo charme del bello e dannato e appare indistruttibile, riusciti solo in parte i suoi antagonisti, buona parte di Dafoe. Probabile il seguito.
Mclyntock: Divertente e brioso western, tra i migliori interpretati dal grande Glenn Ford, qui in perfetta forma. Diretto a ritmo incalzante dal veterano Marshall, strappa un buon numero di risate, mettendo insieme ingredienti piacevolmente chiassosi, tra baruffe e pasticci. Dialoghi all'altezza della situazione. Resta opera, comunque, di valore nella rappresentazione del lavoro degli allevatori di bovini. Buono!
Furetto60: Quello di Burton non è un remake bensì una reinterpretazione del romanzo; appare però stonata la scelta di far parlare gli umani (nel primo capitolo erano muti e un po’ stupidi): in tal caso non si capisce perché non siano anche organizzati. Al di là di questo, che non è poco, la mano del regista si nota solo a tratti (azzeccate le scimmie che zompano proprio come... scimmie, l’ambientazione intorno al lago) e il protagonista è troppo impettito, mentre sono più a loro agio alcune figure comprimarie; efficace il colpo di scena finale.
Cangaceiro: Sequel usa e getta con il solo scopo di battere cassa il più possibile dopo il boom di 2 anni prima. Si cambia solamente il luogo del "delitto" con il passaggio della storia in una fredda e natalizia New York mentre trama e situazioni varie sono una fotocopia sgualcita di quel che fu. Comunque sempre simpatici Culkin, Pesci e Stern. Superfluo.
Nando: Una pellicola che affronta un tema delicato miscelando bullismo con latente omosessualità nei sobborghi di Miami. Validi e ben realizzati i primi due "episodi" mentre nel terzo emerge una certa lentezza che sfocia in dialoghi prolissi e un finale forse previsto. Buono il cast, con Ali spacciatore dal cuore d'oro e gli altri interpreti ispirati. Indubbiamente un buon film ma non un capolavoro.
Deepred89: Pellicola potentissima finché resta sui territori indefiniti e originali del primo tempo, col suo susseguirsi di piatti originali e lussuosi concepiti da uno chef memore di certi istrioni sadici alla Oscar insanguinato, ma che sbanda quando passa alla violenza (ok la revolverata, meno il dito), a parentesi stile La pericolosa partita o a moralette antiborghesi con "scream queen" al seguito. Pecche evitabili anche alla luce del finale, semplice ma efficace e coerente, con qualche eco di Midsommar. Sempre accurata la scelta delle inquadrature, mentre Fiennes sovrasta il resto del cast.
Pessoa: Gangster movie che promette poco ma quel poco lo mantiene tutto. La trama sa di già visto e l'atmosfera patinata non aiuta a distinguere il film da tanti prodotti simili con la sceneggiatura che tanto per non sbagliare si adagia su triti luoghi comuni. Qualche momento action e alcuni sussulti tentano di giustificare il prezzo del biglietto, ma un ritmo eccessivamente lento rischia di vanificare gli sforzi. Discreto il cast, con James fra il sornione e l'imbambolato e una Ratajkowski da infarto che avrebbe meritato un doppiaggio migliore. Si guarda e si dimentica subito dopo.
Galbo: Una cornice paesaggistica di tutto rispetto (per forza, siamo in Provenza!) fa da sfondo ad una commedia dal target familiare. Si tratta del classico confronto generazionale e geografico tra nonni e nipoti, città e provincia. Benché non priva di luoghi comuni, la vicenda si lascia seguire sia per la bellezza del contesto che per la bravura e la simpatia degli attori, specie i veterani (ma anche i giovani se la cavano anche se il doppiaggio italico non è il massimo). Non male.
Il Gobbo: Gradevole lungometraggio lupiniano dalla firma illustre, con in effetti una buona dose di trovate, magari gravate qua e là da una certa intenzionalità "poetica" a scapito (ma solo un po') dell'umorismo surreale che è una delle cifre del personaggio. Comunque ingiusto negargli una piena sufficienza.
Tarabas: Nella New York periferica non ancora "gentrificata" si aggira un serial killer. Un ex poliziotto indaga con l'aiuto di un adolescente orfano. Gli elementi per un fiasco c'erano tutti, ma in realtà il film funziona, sia pure come opera d'intrattenimento senza pretese. Questo grazie soprattutto alla bravura di Neeson e a una riuscita atmosfera d'insieme. Le debolezze della trama sono molte e l'originalità latita anzichenò, ma nel complesso l'obiettivo di un film "scacciapensieri" è centrato.
Domino86: Una coppia, afflitta dal male comune della mancanza di denaro utile a porre basi stabili per la propria vita e il proprio futuro, in un momento di ubriachezza lancia una sfida provocatoria sul web. Da questo "scherzo" prende vita la storia del film che viene sviluppata in maniera buona tranne, a mio avviso, nel finale, in cui si perde qualcosa. Valore aggiunto alla pellicola il personaggio interpretato da Rocco Papaleo.
Ciavazzaro: Insipido. Non l'ho proprio digerito, sarà per la durata eccessiva (si vede che Costner è fissato con i film lunghi, hehe). Cast vario, ma non offre sempre buone interpretazioni. Discreti Costner e Pullman, c'e Hackman, sottotono Dennis Quaid. Troppi personaggi, troppo lungo.
Pesten: Buon film di guerra riuscito a metà, con un grande George Peppard. Interessante e coinvolgente tutta la parte bellica e quella inerente la rivalità battagliera tra i protagonisti, mentre fin troppo standard e mediocre quella sentimentale, che tende ad appiattire un po' tutto. Ancora oggi però un film che merita, grazie anche alle belle riprese aeree (che nel 1966 non erano certo così facili come oggi da eseguire, con questa perizia).
Ale nkf: Non è assolutamente paragonabile alla serie classica che ha avuto un enorme successo, ma è comunque un prodotto più che discreto. La trama del film cerca di seguire le orme della serie animata non sempre riuscendoci e anche gli effetti speciali per creare il cane Scooby non sono per niente buoni. Una nota: i cinque protagonisti amanti del mistero sono molto simili agli originali, forse uno dei pochi aspetti positivi.
Giacomovie: Film francese sulla vita all’interno di una casa chiusa diretto da un regista (Bertrand Bonello) a cui sembra caro il tema del sesso (è suo anche Il pornografo). Si nota una certa classe negli ambienti e nei costumi, un erotismo per lo più efficacemente rozzo e un tentativo di denuncia indiretta fatta emergere dalla vita che conducono le ragazze e dalle stranezze dei clienti. L’andamento è monotono e ciò appesantisce le 2 ore di visione. L’ultima inquadratura mostra delle prostitute in strada per indurre al confronto tra ieri e oggi.
Von Leppe: Trama tra le più scontate (Tarzan deve salvare Jane rapita dal cattivo) e anche i personaggi lo sono, perlopiù: ad esempio il cattivo gentiluomo che si prende sputi e insolenze dalla sua prigioniera che, per questo atteggiamento, viene considerata emancipata. Tarzan diventa un vero e proprio supereroe, che ha i flashback di come ha acquistato i propri "poteri" (la sua infanzia tra le scimmie). I gorilla, che dovrebbero essere il pezzo forte, non hanno molta voce in capitolo e non sono molto riusciti come effetto speciale. Belli i paesaggi africani.
Ryo: Divertente pellicola d'azione del filone buddy-movie. Molto affiatati Ryan Reynolds e Samuel Jackson, che sanno dare a vita a divertentissimi siparietti davvero esilaranti. Azione adrenalinica e girata con bei tocchi di genio, sangue che scorre a litri e un cattivo eccezionale interpretato dal grandioso Gary Oldman. Un prodotto ben bilanciato, che regala un ottimo intrattenimento.
MEMORABILE: L'inseguimento con le macchina in Olanda; Il flashback di come il personaggio di Samuel Jackson si innamorò.
Cotola: Horror lituano di poche pretese e poca resa. Dopo una prima parte piuttosto lunga e banale, inizia la solita mattanza con tanto di folle armato di ascia. Molti dei personaggi sono di rara antipatia e quindi poco male che vengano "allegramente" trucidati. Discreta qualche caratterizzazione. L'unico guizzo arriva a tempo scaduto, con un finale riuscito e mediamente più cattivo del solito. Mediocre ma con un suo perché, specie per appassionati del genere. A patto di aspettarsi davvero poco.
Gabrius79: Il film ha vaghi echi che ci rimandano un po' Johnny Stecchino senza averne lo stesso valore. Qui Enrico Lando mette a disposizione un disincantato Herbert Ballerina che con la sua aria da innocente ci regala qualche piacevole momento grazie anche al supporto del trio Lo Verso-Bruschetta-Sperandeo. In ombra e scialba la storiella sentimentale con la Virgilio e incolore la presenza di Morelli. Simpatico ma buttato lì.
Stefania: I meta-film sono un sub-genere affascinante: il cinema è un giocattolo il cui meccanismo tante volte è stato smontato sotto i nostri occhi, eppure quel giocattolo conserva il suo incanto. Questa indie-comedy inanella, con una certa grazia, noti stereotipi sulla Fabbrica dei Sogni: giovani scrittori idealisti, ex-produttori ansiosi di tornare in pista, executives-squali, registi-primedonne. Buona la prima parte, con la trovata semi-demenziale del film "ad alto contenuto ebraico", in calo la seconda, più sentimentale. Birichino ma di buon cuore!
Redeyes: Commedia sui luoghi comuni che è cosciente di questo e amplificandoli ne esce senza ossa rotte. Incantevole Lodovini con una Geppi piuttosto in forma e un Preziosi che, nonostante la faccia da schiaffi, ha qui il suo perché. A cornice il "poco freddo" Vinicio e la Riccobono, il personaggio maggiormente caricaturale. Piacevole film perché pur trattando di amori "impossibili" non punta tutto su questo, lanciando anche un gustoso sindaco di sinistra e potendo contare su una buona fotografia. Commedia leggera ma decisamente gradevole.
Geppo: Più che una commedia è un film sentimentale leggermente sexy. È la semplice storia della tipica ragazzina (Leonora Fani) che gioca attorno all'uomo maturo (Philippe Leroy). La Bouchet arriva soltanto nella seconda parte del film. La trama l'ho trovata poco interessante, c'è qualche bella location, ma tutto il resto è appena sulla sufficienza. Philippe Leroy fa quel che può, Barbara Bouchet recita con tutta la sua unica eleganza ma purtroppo sottoutilizzata. Leonora Fani giovanissima che non esita a mostrarsi in tutto il suo splendore. Mediocre.
Kinodrop: Non c'era bisogno di scomodare una storia vera per confezionare una farsa sgangherata in cui latita anche quel minimo di coerenza necessario anche alla più sfrenata demenzialità. Un furto da 17 milioni di dollari si divide in due storie maldestramente intrecciate, quella dell'ingenuo e un po' tonto autore della rapina con relative illusioni sentimentali e quella della gang di manipolatori che di fatto si appropria di tutto il malloppo, da cui un tira e molla fatto di gag di bassa lega e spesse volte gratuite, in grottesca simbiosi con le improbabili acconciature e trucchi posticci.
Katullo: L'odissea di una madre che non si rassegna alla tragica scomparsa della sua neonata. Perseguitata dai sospetti e allontanata da tutti, tranne qualche scelta infelice (una coppia di nonni-soprammobile e bambini che assistono accompagnati a terribili confessioni), la storia della Rapace regge tra dramma e thriller, infierendo sulla protagonista fino alla "sorpresa" finale. Ed è proprio quest'ultimo a lasciare un po' interdetti: dopo tanto dolore forse ci si aspettava una conclusione più aderente agli sviluppi del caso. Magari evitando prima il siparietto hot, leggermente incoerente.
Mco: Thomas è stato costretto dagli alti ranghi mafiosi ad abbandonare gli States per raggiungere lo "zio Nicola" a Venezia. Qui lavorerà nell'albergo di quest'ultimo, ai comandi della moglie Thelma. La storia ha una sua originalità e sfrutta al meglio la cornice pittorica di Venezia e dei suoi canali per dipanare l'intreccio tra malavita e sentimenti (impossibili). La Seigner meriterebbe un commento a parte per la sua capacità di seduzione, sia quando si mostra nuda che quando è vestita. Buoni anche gli altri, Mantegna in primis. Gradevole mélange.
MEMORABILE: L'amplesso "bestiale" sotto la pioggia battente.
Geppo: Una carrellata ricca di attori e caratteristi stupendi e piacevoli per questa pellicola, che secondo me anticipa la "commedia sexy all'italiana". Detto questo mi chiedo cosa ci facciano Franco e Ciccio in questo film... Proprio loro, che non hanno mai voluto partecipare a questo genere di pellicole. Con questo non voglio dire che il film sia brutto, anzi, è molto divertente, trovo solo curioso vedere i due mischiati nel cast. Tutto sommato il film è un buon lavoro in cui si vede la mano sapiente dell'ottimo regista Mariano Laurenti.
MEMORABILE: Franco e Ciccio mentre abbracciano due donne nude dentro il bosco.
Enzus79: Francesco Rosi, regista di tutt'altro genere, dirige questa sorta di fiaba con una pimpante Sophia Loren e un discreto Omar Sharif. Ci si annoia nella seconda parte, che poi dovrebbe essere quella più importante. Alla sceneggiatura c'è anche Tonino Guerra.