Un remake senz’anima, di cui proprio non si sentiva la necessità. E che a firmarlo sia Tim Burton è ancora più grave: da un regista come lui ci si aspettava ben di più di qualche bello scenario naturale in cui muovere personaggi scialbi (le scelta di Mark Wahlberg come protagonista non si rivela delle più felici). Non si può andare al cinema solo per vedere il gran lavoro di make-up della specialista Rick Baker (che poi, a ben vedere, mostra evidenti limiti nel disegno delle scimmie di genere femminile). Tutta la prima parte è di una pochezza disarmante, tanto da far anticipare a metà film quel colpo di scena spazio-temporale che aveva caratterizzato...Leggi tutto così bene l'ultima sequenza del PIANETA DELLE SCIMMIE originale, costringendo poi gli autori a un ulteriore ribaltamento conclusivo che ha del ridicolo. Burton si salva col mestiere, ma questo pseudo-remake (che guarda più al romanzo di Pierre Boulle che al suo antecedente cinematografico) delude gravemente le aspettative rivelandosi banale quanto non mai, incapace di dare una svolta decisa verso quella fantascienza intelligente che dovrebbe essere l'obiettivo minimo, per un regista come Burton. L'altro Tim (Roth) è talmente seppellito dal pelo (è Thade) che non ha modo di far valere il suo talento, facendoci intendere quanto la vera qualità qui richiesta sia stato lo stoicismo col quale si devono essere sopportate le lunghe sedute al trucco. Perfino la natura del pianeta non dà modo a Burton di mettere in mostra il suo estro visionario: giungle e deserti non riservano segreti, così come le musiche e tutto l'insieme. Sembra un blockbuster qualsiasi, nemmeno interessante o avvincente.
Quasi due ore sono un po’ troppe; e infatti ci sono pause che non giovano di certo. Da Burton era lecito aspettarsi di più, ma va reso grande merito al make up degli attori, un vero capolavoro. Il protagonista umano viene surclassato dalla bravura dell’attore che impersona lo spietato generale dell’esercito: uno scimpanzè psicopatico che odia a morte gli umani. Molto bravo anche l’attore nei panni dell’orango schiavista. La bellona è messa lì solo per figura. Non male, nel complesso.
MEMORABILE: La cena, con scimmie a tavola e umani camerieri. L'assalto finale.
Ci risiamo: un altro inutile remake che non fa altro che far rimpiangere il film originale. Questa volta a cedere nel tranello c'è un autore vero (può piacere o meno, io non lo adoro, ma non si può negargli questo status) e la cosa dà da pensare. Forse l'intenzione di Burton era quella di far rivivere un grande film di fantascienza degli anni '60, ma il risultato è un polpettone di una lunghezza quasi estenuante. Non molto da salvare in questa operazione se non un grande "make-up" (e ci mancava altro) e qualche bella immagine. Evitabile.
Il film di Burton non è esattamente un remake del celebre predecessore; si tratta di un film diverso, per certi aspetti riuscito anche se non in grado di raggiungere i livelli artistici del precedente. Atmosfera molto cupa e orwelliana, trasformazioni prodigiose degli attori e ritmo incalzante, gli aspetti positivi del film. Purtroppo Walhberg non è l'attore ideale per questo ruolo (esce schiacciato dal confronto con i personaggi "scimmieschi") e il film dura un po' troppo, così che alla fine aleggia la noia.
Era difficile riprendere in mano il plot del grande film di Shaffner ma alla fine Burton non sfigura rispetto all'originale. La pellicola, infatti, è abbastanza gradevole e soprattutto coinvolgente, nonostante qualche caduta di gusto qua e là e qualche abbassamento di tensione. Indimenticabile e spiazzante il finale
per quanto diverso rispetto all'originale.
Inutile, non ha la forza dell'originale con Charlton Heston. Non piace; Mark Walbergh protagonista non si impegna a fondo, come dovrebbe, abbastanza statico il resto del cast (salvo giusto David Warner). Fantascienza a buon mercato sprecata. Inutile. Guardatevi gli originali: è meglio.
Remake di un cult della fantascienza (bisognava per forza farlo?). I risvolti sono un po' diversi dell'originale e poteva uscire qualcosa di meglio. La sensazione è che Tim Burton si sia abbassato alla volontà delle major. Wahlberg non è Heston e si vede.
Anche con un ricco cast non si può riuscire a rifare un grande film. Anche se dietro la macchina da ripresa c'è uno come Tim Burton, che comunque ha adattato la storia al suo mondo. Wahlberg non ha voglia e i più bravi sono dietro le maschere da scimmia. Comunque salvabile se non accostato al vecchio; d'altronde il regista più volte ha sottolineato di aver preso solo spunto dall'originale.
Remake per un classico della fantascienza con ottimi effetti speciali: con rara perizia gli attori sono stati trasformati in scimmie/scimpanzè. Mi è piaciuta la parte ambientata nelle parti deserte del pianeta. La trama invece mi ha lasciato perplesso e non volevo ammertelo in questa sede... ma, dopo una ricerca su internet, noto che nessuno si spiega il finale a Washington (ci sono diverse teorie). Male Wahlberg, irriconoscibile la mano magica di Tim Burton. La bella Estella Warren recita in modo imbarazzante. Un buon film comunque.
Se provo a fingere di non conoscere altri pianeti di altre scimmie, quindi se non lo considero un remake, in fondo mi accorgo che non è niente male: è ben raccontato, ha i suoi momenti riusciti, gli effetti speciali sono buoni (non proprio belli) ma non è niente di superiore ad un semplice intrattenimento. Dove è la mano artistica del Burton così maniacale nell'impianto visivo? C'è invero, è nei paesaggi e nella realizzazione dell'esercito scimmiesco, ma la confezione globale pecca un po' di superficialità e poco è rivolta alla dimensione di film sci-fi.
Remake di cui non si avvertiva il bisogno, ma dal quale era lecito attendersi una certa carica spettacolare e visionaria, considerato il regista. Ed invece fallisce su quasi tutta la linea, a parte il make up scimmiesco e qualche scena di massa. Se Roth, Duncan e Bonham Carter riescono ad essere espressivi anche dietro maschere di carnevale, Wahlberg è pateticamente inadeguato e Estelle Warren ridicola. Il colpo di scena finale non è male (anche se non può rivaleggiare con quello dell'originale), ma ci si arriva dopo 2 ore estenuanti.
MEMORABILE: Il pistolotto del vecchio Heston, passato dall'altra parte della barricata, suona ironico considerata la posizione politica dell'attore
Non mi ha convinto del tutto questa sorta di remake/non remake. Infatti il film ripercorre solo in parte la storia dell'originale Pianeta delle scimmie e ne stravolge abbastanza il background (soprattutto nelle scene finali). Un applauso agli attori che interpretano le scimmie comunque: le loro movenze sono davvero perfette.
Per me è un remake a tutti gli effetti del film mitico interpretato da Charlton Heston e quando fai un remake il confronto con l'originale è inevitabile. Vada per la ricostruzione scenica, vada per il trucco, vada per le location ma a mio parere questo film ha due talloni d'Achille: uno l'attore principale, con poco carisma (giusto passabile la sua interpretazione). Due, queste scimmie troppo umane, nei gesti di tutti i giorni, addirittura una di queste che si infatua del protagonista.
Difficile (anche se inevitabile) fare un confronto con l'originale. Da evitare, inoltre, il confronto con altre pellicole di Burton, ben più riuscite. L'atmosfera ombrosa e distopica e un trucco eccellente non bastano a coprire i difetti di questo film: lungo più del dovuto e soprattutto poco visionario, quando invece Burton aveva decine di possibilità per sbizzarrirsi. Rimane comunque una pellicola abbastanza buona, ma da cui non bisogna aspettarsi troppo e di cui è meglio non badare troppo al finale.
Un film sconcertante. La rilettura di Burton del celebre Pianeta delle scimmie è quanto di più asettico ed inutile il mitico regista dark potesse proporre. Chi si aspettava una sua rilettura personale (tipo Batman) non può che essere rimasto fortemente deluso di fronte ad un film senza ritmo, ironia o suspance. Tutto appare quasi una mascherata pseudotelevisiva, un lavoro su commissione, eseguito distrattamente.
Da Tim Burton ci si aspettano sempre grandi cose e quindi non si può che rimanere un po' delusi dalla visione di questo anomalo blockbuster. Non che sia un brutto film, intendiamoci: il cast è di livello, gli effetti ottimi e la metafora delle parti invertite tra animali e uomini funziona ancora; tuttavia non ci si eleva mai dalla mediocrità e questo è davvero imperdonabile ad uno come Burton (mi aspettavo qualche colpo di scena ad esempio nella relazione tra Wahlberg-uomo e la Carter-scimmia). Insomma, la classica occasione sprecata...
Insieme a Ed Wood e Edward mani di forbice, è assolutamente il capolavoro di Tim Burton. Pur adorando il capostipite (e l'intera saga delle fantascimmie), ho trovato questo remake/omaggio una vera delizia per gli occhi e per il cuore. Profondamente ancorato nello spirito del folletto di Burbank (la scimmia di Giamatti che si cosparge di fiori davanti allo specchio è burtoniana pura) con questa volta il mondo dei balocchi "dark" popolato da scimmie sazienti e despote. Ferino il generale Thade di Tim Roth. Grandioso make up di Rick Baker. Immenso.
MEMORABILE: La ferocia del generale dei gorilla di Roth; gli occhi languidi della Carter primate verso Whalberg; il pazzesco e geniale twist finale.
Molto diverso dall'originale del 68 in piena guerra fredda, dove la paura atomica era molto sentita. In questo remake rimane in parte il significato antiumano, che va scemando con l'andare avanti del film che prende toni da kolossal (alla faccia della vecchia fantascienza); l' esercito scimmiesco infatti è ispirato all'antica Roma e alla fine c'è una battaglia alcuanto noiosa con toni epici. La parte migliore è quella svolta nella città delle scimmie. Notevoli gli effetti speciali, ingarbugliato il finale.
MEMORABILE: Il loro ingegno marcia di pari passo con la loro crudeltà...
Quello di Burton non è un remake bensì una reinterpretazione del romanzo; appare però stonata la scelta di far parlare gli umani (nel primo capitolo erano muti e un po’ stupidi): in tal caso non si capisce perché non siano anche organizzati. Al di là di questo, che non è poco, la mano del regista si nota solo a tratti (azzeccate le scimmie che zompano proprio come... scimmie, l’ambientazione intorno al lago) e il protagonista è troppo impettito, mentre sono più a loro agio alcune figure comprimarie; efficace il colpo di scena finale.
Se ritenete l'originale un capolavoro resterete delusi già a partire dal protagonista (Wahlberg), che non regge il confronto con Taylor/Heston (qui in un prezioso cameo che non fa altro che peggiorare la situazione). I trucchi penalizzano l'ottimo cast: non per qualità ma per un erroneo mix tra scimmiesco-umano, punto di forza del film di Schaffner. L'ambientazione, la città stessa, il prevalere dell'oscurità risente di questa filosofia. Il film forse è più verosimile ma perde tutto il fascino western tipico del predecessore. Si poteva evitare.
MEMORABILE: Zaius/Heston che ripete la sua celebre invettiva finale a parti invertite.
Pur non essendo propriamente un remake, rispetto all'originale del 1968 manca di quel tono apocalittico che aleggiava per tutta la pellicola. Questo è un buon film che non passerà mai alla storia, ma ciò non toglie che sia uno spettacolo accettabile che omaggia il capostipite con un cameo di Charlton Heston. Ottimi Roth e la Carter. Quando è uscito avrei scommesso un forziere di dobloni che da lì in poi la carriera di Wahlberg sarebbe esplosa (in senso positivo): visti i risultati ottenuti dall'attore oggi avrei perso il forziere.
Tim Burton riprende in mano il primo capitolo della saga delle scimmie, ci dà una bella shakerata e rimescola le carte in tavola. Storia decisamente diversa dall'originale e certamente meno coinvolgente, anche se visivamente è d'impatto. Buoni gli effetti speciali. Finale completamente difforme e meno epico. Attori così così, meglio le scimmie! Un remake forse inutile ma non da buttare.
Film controverso: da una parte cicca l'intento di creare un remake del classico che fu di Schaffner ma dall'altra sfoggia nel cast tecnico un grandissimo Rick Backer al trucco (7 volte premio Oscar) e un altrettanto brava Atwood ai costumi (3 volte premio Oscar). E non è un caso che proprio trucco e costumi siano i punti di forza del film. Anche perché il cast "umano" lascia alquanto a desiderare, con un Wahlberg ancora immaturo per rivestire quel ruolo. Bravi gli "scimmieschi" e fuori posto il pistolotto eco-sociale-antropologico.
Non male come film, ma è quasi totalmente assente quella magia fiabesca che caratterizza le pellicole di Tim Burton, tanto che potrebbe benissimo essere stato girato da un qualsiasi altro regista. Fantastico il trucco e tutti gli attori scimmia, mentre gli attori umani, come Wahlberg, risultano un po' inadeguati al ruolo. Il difetto maggiore è forse l'eccessiva durata, che addormenta in parte il film. Complessivamente non è malaccio ma non è nemmeno memorabile.
Burton si cimenta con un classico della storia del cinema e realizza un film molto sottovalutato e considerato minore nella sua filmografia, ma non per questo poco interessante. Infatti, nonostante i difetti di una sceneggiatura poco incisiva e un protagonista (Wahlberg) relativamente anonimo, la messa in scena è buona, il make up delle scimmie soddisfa e le scenografie fanno il loro effetto anche dopo vent'anni dall'uscita. Il resto del cast si comporta comunque bene e, nel complesso, il film non è altro che un blockbuster godibile e apprezzabile anche per alcune tematiche sociali.
Qui si entra nella decadenza burtoniana. Il regista di Burbank gira svogliatamente un remake che di burtoniano ha ben poco, forse qualche costume degli scimmioni o qualche rovina grandiosa. Persa completamente la complessità filosofica concettuale dell'f=742]originale[/f], ci si concentra su uno spettacolone risaputo e con tratti quasi da comedy, che non può non finire che con la consueta battaglia di eserciti fuori dalle corde di Burton. Fior di attori sotto mascheroni di lattice ma comunque più espressivi degli "umani", il qui poco simpatico Wahlberg e la "fissa" Warren. Deludente.
MEMORABILE: Il finale/finale in cui si cerca di imitare lo shock dell'originale con esiti ridicoli.
Forse si pensava che il prototipo fosse troppo noioso? Questa versione segue poco o per nulla i fatti del libro di partenza (il tanto bistrattato epilogo è tra l'altro proprio ciò che più vi si avvicina) e si risolve di fatto in un'opera sì imponente, ma piuttosto banale e in linea di massima non interessante. La sceneggiatura risulta dilatata e un po' pasticciata (complici forse le svariate riscritture a lavori in corso), i personaggi non hanno molto spessore e Wahlberg protagonista è una scelta infelice. Rimane in mente più che altro per il bel trucco scimmiesco firmato Baker.
MEMORABILE: Il trucissimo volto del generale Thade; "Puzzi di umano"; Il finale, con la scoperta della statua.
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Accanto al nome di Charlon Heston andrebbe messo (n.c.) in quanto non è accreditato ufficialmente (è Zaius)
DiscussioneDaniela • 24/04/20 18:01 Gran Burattinaio - 5944 interventi
Per quanto riguarda il personaggio di Zaius, interpretato da Charlton Heston, l'ultima frase che pronuncia è: "Maledetti. Che siano maledetti all'inferno!"
Si tratta di una evidente citazione dell'ultima battuta pronunciata dal protagonista de "Il pianeta delle scimmie" del 1968, interpretato dallo stesso attore: "Maledetti, maledetti per l'eternità! Tutti!".