Una piccola specifica al mio commento:
Ho menzionato Il prescelto di LaBute con Nicolas Cage consapevole che fosse il remake di The wicker man di Hardy. Il problema è che Il prescelto l'ho visto, The wicker man, no.
Ergo non è mia abitudine citare film che non ho visto.
Comunque, giusto per entrare nello spirito critico di questo film molto discusso. Qualcuno ha detto che gli ricorda un pò Kubrick. Ed io sono molto d'accordo, nel senso però negativo.
Ari Arter, del quale ho apprezzato enormemente Hereditary, è un pò come Kubrick. Nel senso che tralascia spesso la narrazione a beneficio della bella inquadratura e dell'autocitazionismo. Visivamente sarà un prodotto anche perfetto ma se rimane fine a se stesso e non racconta niente, per me resta un esercizio di stile. Bello ma inutile e soprattutto ininfluente per la narrazione.
Da sottolineare che ho notato anche qualche plot hole. Per esempio tutte le spiegazioni sul libro delle scritture (cosa sia realmente, perchè le pagine sono quasi tutte cancellate, chi lo ha rubato ecc) E francamente, in un film che dura 140 minuti e perde 10 minuti di tempo solo per raccontare un trip andato pure male per qualcuno, mi sembra davvero inaccettabile.
Non so, sembra quasi che Arter sia uno di quei registi che ti voglia prendere per i fondelli. Un pò come l'ultimo Refn. Ti spara riprese "stordenti" senza che però ci sia un vero senso in quello che fa.
O forse sono solo io che non lo capisco
Ultima modifica: 6/03/20 09:15 da
Piero68