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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Ci sono film che sanno far montare un clima d'attesa straordinario, che sanno quali corde toccare per intrigare al punto giusto, che sanno mettere a frutto il carisma degli interpreti integrandolo a un'atmosfera carica di mistero. THE MENU vi appartiene a pieno titolo, perché tutta la prima parte è costruita assai sapientemente intorno a una delle più comuni ossessioni di chi può spendere e ama farlo ricercando nel cibo uno degli aspetti più elevati (anche culturalmente) della bella vita.

Un gruppo di persone ha scelto di pagare 1250 dollari a testa per una cena assolutamente esclusiva, da consumarsi su di un'isola dedicata mettendosi nelle mani...Leggi tutto di uno chef impareggiabile (Fiennes), assistito da personale al suo totale servizio e come lui rigido, impassibile. Tra gli ospiti ci viene fatta conoscere in particolar modo una coppia, composta da un giovane entusiasta dell'esperienza che li aspetta (Hoult) e dalla sua attraente compagna (Taylor-Joy), la quale però - lo capiamo non appena i due vengono fermati per confermare la loro identità - non è quella che doveva essere. Un primo interrogativo che resterà tale a lungo ma che nulla è al confronto di quelli suscitati dall'eccentrico comportamento dello chef. Caricatura ovviamente esasperata dei cuochi più pieni di sé che si possano incontrare, il nostro evidenzia da subito un'altezzosità pari solo alla sua boria. Batte le mani per attirare l'attenzione, pretende rigoroso silenzio mentre introduce le portate spiegando a quali stati d'animo ed esperienza sono legate.

Chiusi in una sala dalle pareti blu e le vetrate sul mare, seduti a tavoli dal design rigoroso ed essenziale, gli ospiti conversano tra loro discretamente permettendoci di conoscerne a grandi linee la condizione, in alcuni casi già foriera di tensioni. Nulla però di fronte a quelle che lentamente si insinueranno una volta che capiranno quanto bizzarro sia il comportamento non solo dello chef ma anche dei camerieri; in particolar modo di chi li dirige con piglio severo, una signora orientale (Chau) apparentemente placida ma intransigente, che non ti lascia sgarrare né pensare di fare ciò che credi. Esiste un codice da seguire, e mentre arrivano i primi piatti scopriamo quanto lo chef esiga che non si mangi... per carità! Piuttosto si gusti, si assapori, si assaggi...

Fin qui siamo al cospetto di un film ben condotto, elegante, scritto con cura e carico di aspettative. Poi però le cose cambiano. Perché si tratta di un horror, dopotutto, comunque di un thriller, non certo di una buffa commedia; dalla presentazione si entra così nel vivo dell'azione perdendo lentamente per strada la singolarità della proposta e cercando di evitare i cliché in modo pretestuoso. L'impressione è che si mescolino grottesco e orrore senza criterio, si tenti forzatamente di sorprenderci infilando nella storia la prima follia in tema che salta in mente con la deliberata intenzione di scansare lo scontato sempre in agguato. Non che si pretendano logiche stringenti, da film simili, ma di denunce alla grettezza del capitalismo e di certi eccessi conseguenti ne sono state realizzate negli anni di ben più acute. Qui si passa per spunti che sfociano nel ridicolo per giungere a una conclusione immaginabile, superficialmente “eversiva”.

Da rimarcare qualche apprezzabile guizzo, un Fiennes perfetto per il ruolo, una Margot Taylor-Joy che gli tiene testa impeccabilmente e altre figure azzeccate (a cominciare da John Leguizamo), ma anche tanta fuffa da horror chic cervellotico che dovrebbe indurre a chissà quali riflessioni ma predilige il fumo all'arrosto. Le critiche all'haute cuisine, come a molte altre tipiche espressioni della cultura “alta”, sono da sempre pane per i denti affilati del cinema horror (e per certa televisione legata al mistero, si pensi al celebre “La specialità della casa”, episodio proposto e riproposto nella serie ALFRED HITCHCOCK PRESENTA); riprenderle non è un delitto, anche se poi una seconda parte più creativa e rigorosa avrebbe potuto cambiare radicalmente il giudizio.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 21/11/22 DAL DAVINOTTI
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Hiphop 28/11/22 10:00 - 63 commenti

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Un'occasione persa. Variegato gruppo di riccastri si trasferisce su un'isola deserta per una cena stellare e stellata curata da un famosissimo chef. Mal gliene incoglie. Riuscita a metà la critica verso un certo mondo culinario di arroganti e spocchiosi cuochi che si prendono troppo sul serio e campano su clienti inguenui. Ambientazione fredda meno lussuosa di quel che si poteva pensare, personaggi abbozzati, alcuni piatti, quello sì, memorabili. Ralph Fiennes sempre bravo. Una spruzzata di gore usata a mo' di prezzemolo che tanto non guasta. Inutilmente lungo.

Lupus73 5/12/22 12:15 - 1522 commenti

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Cena in un rinomatissimo ristorante gourmet (porzioni estremamente artistiche e di dimensioni adatte a sfamare un cardellino) in un'isola con uno chef la cui aspirazione è l'irraggiungibile perfezione. Essendo un horror, con un soggetto del genere ci si aspetterebbe del cannibalismo, ma questo non fa parte del gioco che finisce per rivelarsi lentamente fino all'allegorico significato che investe dall'interno la sceneggiatura e il simbolismo esteriore della pellicola. Personaggi stereotipati che lasciano emergere la buona prova della Taylor-Joy e... dello chef. Capitoli da menù.

Kinodrop 25/12/22 20:05 - 3057 commenti

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Una cena ultraesclusiva per pochi ricconi, organizzata da uno chef stellato su un'isola, si tramuterà portata dopo portata in una specie di horror-thriller dai connotati un po' fumosi oltreché artificiosi. Parrebbe una critica facile al mondo del gourmet sofisticato dominato dalla alterigia di chef dittatoriali, ma in realtà l'accento è focalizzato sulla patologia e la follia di un dominatore e di chi a lui si sottomette. La prima parte promette qualcosa, ma lo sviluppo è poco rigoroso e opera per sterili aggiunte che non alzano di un grado la temperatura emotiva. La boria è servita.
MEMORABILE: La didascalia maniacale delle varie portate; La connivenza tra lo chef e il personale; Il liberatorio cheeseburger.

Herrkinski 4/01/23 05:24 - 8271 commenti

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La prima parte, pur essendo solo una lunga introduzione a quello che dovrebbe essere il clou del film, risulta quella girata meglio; visivamente accattivante, con prove superlative del cast (tutto ben scelto, in primis un algido Fiennes), risulta una gustosa presa in giro di certi ristoranti gourmet elitari e dei loro avventori borghesi; quando subentra il plot thriller, si cerca di confondere lo spettatore con alcuni twist e trovate sicuramente bizzarre, ma spesso anche con poco senso o comunque assurde. Volendo stare al gioco ci si diverte comunque e i buoni momenti sono svariati.
MEMORABILE: Le varie portate del menu e le spiegazioni; Il cheeseburger.

Puppigallo 4/01/23 12:26 - 5341 commenti

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Ogni chef ha le sue particolarità, la sua filosofia, che cerca di proporre nei piatti che prepara. Qui però si va ben oltre la sperimentazione, coinvolgendo in prima persona i clienti in una sorta di generale percorso purificatore. Ed è questa la singolarità di una pellicola che non spicca mai definitivamente il volo ma che, grazie a un coinvolto Fiennes e a una convincente protagonista (troppo macchietta l'accompagnatore), riesce a traghettare lo spettatore fino al prevedibile, ma visivamente interessante finale con l'ultima, inclusiva portata. Non male.
MEMORABILE: Dopo aver saputo il prezzo: "Ci fanno mangiare un Rolex?"; La descrizione delle portate; Meglio non fare commenti o richieste; Il dessert.

Capannelle 8/01/23 00:54 - 4451 commenti

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La cartucce migliori le spara nella prima parte, in cui assieme a una messa in scena elegante e a un progressivo disvelarsi della cornice ambientale, vengono presentate le modalità della cena e dello stravagante chef che la presiede. Qualche ospite azzeccato, qualche altro abbozzato in modo forse banale. Quando il tono ambiguo e grottesco passa il testimone alle scene più esplicite iniziano anche lo sterile esibizionismo, le scene ridicole (ad esempio la fuga) e una perdita di consistenza di diversi protagonisti, sia tra le vittime che tra i carnefici. Musiche comunque stuzzicanti.
MEMORABILE: Al taglio del dito "tranquilli è solo un'esibizione scenica"; Tyler ai fornelli.

Manu94 9/01/23 00:05 - 2 commenti

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Il film parte bene, buon ritmo, personaggi caratterizzati in modo efficace, atmosfera intrigante, una satira godibile di un certo tipo di milieu socio-culturale. A lungo andare però il gioco mostra la corda, e l’idea centrale del film non trova uno sviluppo narrativo adeguato, avvitandosi su se stessa e finendo per lasciare lo spettatore a bocca asciutta, un po’ come i malcapitati avventori del ristorante. Vedibile ma anche perdibile…

Daniela 9/01/23 11:17 - 12815 commenti

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12 commensali per una cena lussuosa in un locale esclusivo gestito da un chef divinizzato ai cui ordini milita un piccolo esercito di fedeli addetti ai fornelli: sono le premesse di un horror gastronomico che, come le portate servite in tavola, alla fine risulta meno appagante del previsto. A parte l'eleganza della messa in scena, la prestazione impeccabile di Fiennes e la presenza conturbante di Taylor-Joy, la vendetta contro l'appetito predatorio dei ricchi o/e potenti è condotta in maniera troppo scontata per sorprendere davvero. Vedibile e godibile ma un filo (d'olio) deludente.
MEMORABILE: La prova di cucina affrontata da uno dei commensali ed il suo esito che ricorda certi trattamenti subiti dai concorrrenti di Masterchef.

Thedude94 9/01/23 23:54 - 1113 commenti

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Si può definire questo "The menu" un esempio di film perfettamente inserito nella contemporaneità, trattando un argomento molto in auge da qualche anno a questa parte e colorandolo con discreti tratti thriller/horror. Nonostante la sceneggiatura presenti qualche pecca e indecisione e il ritmo sia altalenante, tutto sommato il film scorre piacevolmente tra piatti di cucina gourmet, sangue e qualche rocambolesca situazione quasi surreale. La bravura del cast fa il resto, con un Fiennes vero mattatore e una Taylor-Joy sempre più a suo agio tra i grandi attori. Da vedere.

Saintjust 15/01/23 13:27 - 159 commenti

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L'idea alla base non è malvagia: isola irraggiungibile, cuoco rinomatissimo, cena costosa per ospiti dell'alta società o comunque facoltosi. La prima parte tiene desti puntando sulla costruzione di qualcosa che è nell'aria e sta per disvelarsi. Nella seconda, quando l'inghippo è ormai chiaro, il film si disunisce leggermente girando a vuoto in un paio di scene. Il finale è soddisfacente. Film molto godibile e interessante grazie a un ritmo che non cala mai e alla prestazione degli attori. La pellicola si fa promotrice di una satira sociale intelligente e al passo coi tempi. Promossa.
MEMORABILE: La scena finale con lo spuntino.

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Jandileida 15/01/23 16:30 - 1588 commenti

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Caricatura abbastanza leggibile di questa epoca in cui siamo tutti chef pentastellati e non ci accontentiamo più dei cari piatti della nonna. Pur mancando di appassionata e sanguigna corrosività, l'esercizio di stile riesce, almeno in parte. Fiennes e Taylor-Joy sono perfetti nei loro ruoli e l'inizio del film sembra promettere bene, con il suo incipit senza fronzoli e che ci precipita subito su un'isola dall'atmosfera straniante. Si vacilla invece un po' quando si entra nel campo splatter, con una parte centrale che va a rilento. Troppo calcolato al millimetro ma non da disprezzare.

Rambo90 21/01/23 16:16 - 7750 commenti

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Un po' come i piatti dello chef, questo film è un intrigante esercizio di stile, elegante nella messa in scena ma che alla fine lascia un senso di vuoto. Parte molto bene e a tratti il grottesco di alcuni momenti genera inquietudine, ma si perde nell'ultima parte, lasciando parzialmente insoddisfatti. Ottimo comunque il cast, con un grande Fiennes, e azzeccato il crescendo iniziale, ma quando dovrebbe montare il vero orrore le sorprese finiscono e rimane una patina di banalità di troppo.

Galbo 1/02/23 16:57 - 12465 commenti

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Tra i film e le serie di ambientazione culinarie, si colloca questo a metà strada tra un thriller e un horror. Lo spunto è la cena presso un celebre ristorante “stellato” che diventa un'esperienza memorabile per gli ospiti. Abbastanza interessante nella prima parte dedicata alla presentazione dei personaggi, il film perde quota nella seconda, in cui si avverte l’esigenza di stupire a ogni costo lo spettatore a discapito della sostanza cinematografica. Rimane la performance impeccabile di alcuni attori, su tutti la Taylor Joy che batte ai punti Ralph Fiennes.

Magerehein 6/02/23 11:30 - 1058 commenti

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La carta del cannibalismo culinario cominciava a farsi abusata, ecco perciò che questo film sceglie di evolvere, con le dovute proporzioni e diversi minuti in meno, in una sorta di dantesco Midsommar gourmet. Chiudendo un occhio sull'indubbia inverosimiglianza, questa grottesca satira su una certa ristorazione (e soprattutto sui suoi fruitori) funziona e intrattiene, complici le ottime prove del duo Fiennes/Taylor Joy; l'uno è sempre una garanzia in simili ruoli, l'altra rende bene un pensiero in cui vien facile identificarsi. Qualche eccesso non macchia la buona resa complessiva.
MEMORABILE: La quarta portata; Il saccente Tyler umiliato pubblicamente; La gioia di riscoprire una ricetta semplice.

Deepred89 7/02/23 00:16 - 3744 commenti

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Pellicola potentissima finché resta sui territori indefiniti e originali del primo tempo, col suo susseguirsi di piatti originali e lussuosi concepiti da uno chef memore di certi istrioni sadici alla Oscar insanguinato, ma che sbanda quando passa alla violenza (ok la revolverata, meno il dito), a parentesi stile La pericolosa partita o a moralette antiborghesi con "scream queen" al seguito. Pecche evitabili anche alla luce del finale, semplice ma efficace e coerente, con qualche eco di Midsommar. Sempre accurata la scelta delle inquadrature, mentre Fiennes sovrasta il resto del cast.

Striscia 7/03/23 14:51 - 68 commenti

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Film a tratti piacevole ma troppo contorto e banale, allo stesso tempo, nella seconda parte. Perché non dare più spazio alle storie dei membri della cucina? Come sono arrivati a quel punto? Perché seguono un pazzo? La cosa curiosa è che anche in un film in cui si tratta di alta cucina, gli americani ci fanno sempre saltar fuori un bell'hamburgerone. Perfetto Fiennes, bella e brava la Taylor-Joy.

Ultimo 13/03/23 13:46 - 1674 commenti

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Horror a tema culinario non perfetto, ma nel complesso niente male. La sceneggiatura è originale e il protagonista Fiennes pare ben calato nella parte dello chef dai comportamenti molto strani (presto si capirà il perché...). Non raggiunge vette alte, ma si lascia guardare e a tratti crea pure qualche brividoe. Finale esagerato, con buona prova della Taylor-Joy, ma coerente. Consigliato a chi voglia vedere un horror diverso dal solito.

Magi94 4/04/23 21:27 - 968 commenti

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Uno scherzo cinematografico tirato troppo in lungo. È ormai appurato che il tema "disuguaglianze estreme" sia di moda nel cinema contemporaneo, ancora di più se declinato nella variante "satira sulle élites dal sapore grottesco". "The menu" lancia qualche freccia in questa direzione giusto per acchiappare le tendenze attuali, ma finisce poi in uno slasher la cui confezione si prende troppo sul serio rispetto ai piatti che ci vengono offerti. Qualche scena prende, qualche momento di ottima tensione c'è, ma il finale wickeriano da pubblicità del McDonald's fa cadere le braccia.

Voloerrand 5/04/23 22:51 - 43 commenti

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Nutre più il cibo o il condito narcisismo egoreferenziale? Disseta più l'acqua o un antropocene che tutto divora, incluso il nostro ecosistema, quindi, la nostra vita? E' l'autocelebrazione la linfa che sfama, e lo spettacolo culinario del proprio insulso ritenersi unici che riempie stomaco e arterie. A guardare odierni programmi di cucina e chef papali, che si sentono sull'olimpo dell'immortalità, parrebbe sia così. Ecco, per tutti loro e i loro seguaci c'è questo succulento, gustoso film che sfama la voglia di normale appetito, di reale gusto e olfatto, non celebrazione di sé.

Schramm 8/05/23 00:55 - 3592 commenti

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Tutti ai pasti di combattimento! Esacerbando Ratatouille, da fornello mancante tra Greenaway e Jigsaw, Mylod gioca con l'aristocrazia sadian-wildesca del cuoco che è ladro moglie e amante di sé, che vuole cucinare e servire il proprio ipertrofico immaginario, le anime e il (posto nel) mondo che abitano e finisce con l'incendiare tutto, lasciando un buco in ogni stomaco nel-col più apocalittico scontro tra ciò che sei e ciò che mangi (e che ti mangia). Anche prescindendo dallo spinato ramificare sottotestuale, bondagizza anche da mera macchina spettacolare. Piatto ricco mi ci impicco!
MEMORABILE: Portata finale.

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Il ferrini 3/10/23 23:36 - 2440 commenti

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12 (biblicamente coerente) invitati per una cena. S'intuisce già dai primi secondi che qualcosa di inquietante aleggia sull'isola e la setta che la abita, ma i ricconi si fanno servire. Fiennes davvero convincente, anche perché ha un profilo psicologico ben esplicitato, gli altri francamente son poco più che comparse (unica eccezione la Taylor-Joy, che in alcune scene gli tiene testa). Buoni la regia e il montaggio, un po' meno la fotografia, troppo contrastata. La critica a certi programmi televisivi è palese ma anche quella all'idolatria verso i cuochi, ormai re dei palinsesti.

Cotola 29/10/23 09:56 - 9188 commenti

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Classico film che non mantiene le tante promesse fatte nella prima parte. L'inizio, infatti, incuriosisce e mette l'acquolina in bocca sotto ogni punto di vista: ci si accorge che il film è ben fatto, curato da un punto di vista visivo, ben scritto e ben recitato dall'intero cast. I problemi si palesano quando arrivano le inevitabili svolte narrative che mettono in luce un meccanismo visto tante altre volte, pur con delle differenze, in molte altre pellicole. Abbastanza riuscito e pure divertente l'epilogo, ma si ha comunque la sensazione di uscire dal ristorante ancora affamati.

Didda23 18/03/24 09:19 - 2436 commenti

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Una discreta opera che gioca con più generi, dall'horror più metaforico alla black comedy, mantenendo un equilibrio che giova indubbiamente alla realizzazione finale. A livello di tensione la prima parte è costruita ad arte, con una caratterizzazione dei personaggi più che soddisfacente, mentre la seconda, pur esplodendo nella "violenza", ha una valenza di significati maggiore lasciando alla sensibilità dello spettatore l'interpretazione del disegno finale. Regia lodevole soprattutto negli interni e nella direzione di un ottimo cast, con la Taylor Joy di rilevante bravura. Piacevole.
MEMORABILE: Il piatto non piatto senza pane; L'umiliazione dell'aiuto cuoco; Il cheeseburger.

Pumpkh75 21/03/24 17:32 - 1782 commenti

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Dà goduria immane il viverlo come una critica caustica (nonché compiaciuto sberleffo) di tutto l’universo culinario da reality, popolato spesso da tromboni narcisi ed esperti da tegamino che credono di disputare sulla fusione a freddo. Non è solo questo, perché lo sguardo si allarga altrove (la rapacità sociale, l’oppressione dei nuovi deboli) e solo qualche gratuità a menù svelato (la fuga) ci privano del ruttino d’appagamento. Regia di pregio, impeccabili Fiennes, la Taylor-Joy e pure Leguizamo. Dopo averlo visto, provare per credere, "Masterchef" non sarà più lo stesso. Yum Yum.

Mutaforme 1/04/24 00:33 - 417 commenti

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Film a metà tra il thriller e l'horror che parte con ottime premesse; uno chef pazzoide mette in atto la propria follia propinandola a commensali che non possono evitare il dramma. L'idea sembra molto valida ma a un certo punto il meccanismo quasi perfetto si arresta, proponendo escamotage abbastanza assurdi. Finale che lascia perplessi. Si poteva sviluppare meglio.

Erfonsing. 16/05/24 10:45 - 31 commenti

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Come in un ristorante stellato dove non si mangia ma si gustano le sfumature, anche di questo film non si guarda la trama ma si assapora la parte tecnica. Fotografia, musiche, regia, montaggio, ma soprattutto interpretazioni (ovviamente Fiennes, ma gli altri non sono da meno) fanno di una pellicola banale un buon film da gustare nel dettaglio. Non si tratta di critica alla mania del cibo o alla società dei ricchi, ma di come chiunque di noi non si opponga a richieste anche assurde. E qui ci siamo.
MEMORABILE: La descrizione delle varie portate. La pistola.

Enzus79 18/05/24 22:18 - 2994 commenti

I gusti di Enzus79

Un gruppo di persone dell'alta società è invitato da uno chef famoso su un'isola a gustare le sue prelibatezze. Sorta di thriller sociologico in cui si criticano il consumo bieco e una certa classe sociale. Il tutto però è affrontato in modo sofisticato, trasmettendo a tratti la tensione. Non mancano scene crude. Anya Taylor-Joy rasenta il conturbante. Tendenza a salire.

Luluke 5/06/24 07:01 - 225 commenti

I gusti di Luluke

Un regista che da anni non dirigeva per il cinema in una sorta di piéce che ricalca la logica narrativa di "Dieci piccoli indiani" con Fiennes nella parte del padrone di casa, che ridicolizza la filosofia radical chic sul cibo e la sciatteria morale dei suoi adepti. Considerato un horror, per alcune scene brutali, peraltro dosatissime, è piuttosto un fantasy dal momento che situazioni del genere non si verificheranno mai. La tensione che lo accompagna nella prima parte si stempera nella seconda e qua e là si intravede qualche forzatura nella sceneggiatura. Buon prodotto, comunque.

Anthonyvm 24/07/24 02:09 - 5914 commenti

I gusti di Anthonyvm

Satira sociale e horror gastronomico formano da sempre un sodalizio vincente e, in tal senso, Mylod si dimostra rispettoso della tradizione. Non è quindi l'originalità del tema a colpire (anche alla luce di un finale pressoché annunciato), ma la ricercatezza di elementi che andranno a infiorare visivamente la mise-en-scène e incattivire dinamicamente lo script, in una bizzarra e inquietante commistione di deliri settari in zona Midsommar, punizioni grottesche a un passo dal ristorante giapponese di Fantozzi e sadismo culinario degno di Gordon Ramsay. Non rivoluzionario, ma riuscito.
MEMORABILE: Mano sinistra o mano destra?; La prova di caccia all'uomo in stile La pericolosa partita; L'umiliazione di Tyler chiamato ai fornelli; I marshmallow.
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  • Discussione Capannelle • 8/01/23 12:26
    Scrivano - 3627 interventi
    A seconda di come lo guardi può definirsi horror, thriller o black comedy, Horror non tanto per il sangue versato (poco) quanto per l'atmosfera di costrizione e da setta di invasati. Thriller per via di alcuni twist ma non è che il genere ne venga esaltato. Black comedy se pensi ai dialoghi e a come vorrebbe perculare divi e fruitori delle cucine stellate, cosa che però riesce solo in superficie.