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TITOLO INSERITO IL GIORNO 26/02/08 DAL BENEMERITO COTOLA
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Cotola 27/02/08 01:46 - 9009 commenti

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Bel film sulla figura di don Puglisi che deve la sua buona riuscita alla bella (per una volta) regia di Faenza, che mantiene livelli di sobrietà e scarnezza davvero meritevoli evitando le solite scene madri e ad effetto che in genere infarciscono questo tipo di film. Spesso emozionante e toccante pur senza cadere nel patetico. Insomma, una pellicola all’altezza del personaggio che viene così ottimamente omaggiato.
MEMORABILE: Don Puglisi che dice ai suoi amici: "Quando morirò non lasciatemi troppo solo". Per capire è necessario aver visto il film.

Redeyes 28/02/08 18:00 - 2443 commenti

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Gran bel film con uno Zingaretti in gran forma (ormai adottato dalla Sicilia). Basato, purtroppo, su di una storia vera, ne ricalca gli eventi senza enfatizzarli ne scadere del melodramma. Regia asciutta, lineare, Faenza non cerca di strafare né ci angoscia con trite scene da lacrime agli occhi ma, vuoi per il tema trattato, vuoi per l'ottima recitazione e direzione della pellicola, ci lascia quel senso di rabbia e frustrazione di fronte a certi eventi.

Giùan 16/11/11 16:41 - 4539 commenti

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Paradossalmente l'opera meno rischiosa (cinematograficamente parlando) di Faenza, si rivela il suo film più riuscito. Nel racconto (miracolosamente e maledettamente vero) di Don Pino non c'è nulla di fideistico, riuscendo, regista ed interprete (uno Zingaretti dal sorriso contagioso) ad esser schietti, diretti e coinvolgenti. Ne risulta un film asciutto e felice, che riesce a farci odiare la mafia ma a non disperar sulla lotta contro il degrado che alimenta e le fa da cemento. Piacevole l'eco di Rosi e (soprattutto) Damiani. Fotografia abbacinante di Petriccione.

Galbo 3/05/09 08:36 - 12380 commenti

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Sincero e sentito omaggio alla figura di Padre Puglisi in questo film di Roberto Faenza che evita fortunatamente la retorica dei film antimafia per realizzare un ritratto di un uomo onesto il cui fine era recuperare una parte del territorio (la propria parrocchia) alla società civile. Regia sobria e misurata e ottime interpretazioni del cast, a partire dal bravo Zingaretti.

Giacomovie 24/05/10 09:40 - 1397 commenti

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Film in memoria di Don Puglisi, tanto importante quanto necessario per far almeno ricordare che esiste la parola giustizia là dove regna l'ingiustizia. La riuscita è decorosa sia nella regia che nella concretezza dei personaggi, ma è un decoro che si ferma a degli intenti di rappresentazione documentale, adatta per far conoscere ai giovani in che tipo di mondo vivono ed imparare l'utilità dell'istituzione parrocchiale. Zingaretti spicca bene con un'interpretazione in crescendo; si poteva però affondare di più e meglio il dito nella piaga. ***

Luchi78 24/01/11 16:52 - 1521 commenti

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Film semplice e drammatico, come è stata la storia di Don Puglisi. Senza sbavature, senza melodrammi o inutili lungaggini, Faenza ci ha regalato un bel ritratto dell'ultimo periodo di vita del prete a Palermo. Come al solito Zingaretti si mostra all'altezza della parte. Emozionante.

Lou 7/06/15 23:34 - 1119 commenti

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Importante testimonianza della vita e dell'azione contro la mafia di Don Pino Puglisi nel quartiere Brancaccio di Palermo, con un ottimo Zingaretti. La regia di Faenza è molto scolastica ma celebra con la giusta enfasi la storia drammatica di Padre Puglisi, che riesce a fornire ai giovani del degradato quartiere in mano alla mafia una speranza di riscatto, con la creazione di una comunità che diventa un riferimento contro il malaffare. Film doloroso di impegno civile, per le scuole ma non solo.

Daidae 3/07/15 17:43 - 3168 commenti

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I film di Faenza finora mi hanno deluso, ma questo è diretto in modo se non perfetto, quasi. Ritratto genuino, realistico di un prete eroe che tentò (e riuscì) di strappare alla mafia diversi giovani cresciuti in un quartiere difficile. Sicuramente un ottimo film da consigliare caldamente. Recitazione buona, in particolare quella del rodato Zingaretti.

Magi94 13/07/17 19:59 - 944 commenti

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Lodevole film di intento sociale basato sulla bella figura di Don Pino Puglisi. Faenza dirige asciutto asciutto, senza fronzoli e quasi senza farsi notare; gli attori fanno ugualmente il loro lavoro con professionalità ma evitando una particolare enfasi. Se questo da un lato non crea certo un capolavoro indimenticabile, dall'altro evita passi falsi vista la delicatezza del tema trattato. Rimane un buon documento storico su una persona esemplare e pulita, d'insegnamento per tutti.

Noodles 5/02/24 09:10 - 2204 commenti

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Un bell'omaggio di Roberto Faenza a uno degli eroi della lotta alla mafia, Don Pino Puglisi. La regia e il racconto sono estremamente concisi e questo è un bene perché ci si concentra subito sulla vicenda reale e sull'atmosfera che doveva aleggiare ai tempi nel quartiere palermitano di Brancaccio. In questo senso non mancano alcune caratterizzazioni un po' forzate, ma il film è forte, diretto e racconta bene la realtà. I difetti possono essere perdonati, compreso un cast non proprio straordinario, su cui Zingaretti spicca. Da guardare, per non dimenticare mai questa triste vicenda.

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  • Discussione Gugly • 2/04/10 18:44
    Portaborse - 4710 interventi
    E' fermo da circa 15 anni il processo di beatificazione di Padre Puglisi.

    I motivi?


    dal sito www.padrepinopuglisi.diocesipa.it


    "Dal '94, per volontà del cardinale Salvatore Pappalardo, l'anno diocesano a Palermo si apre il 15 settembre nel nome di don Puglisi, in modo che il giorno della sua morte non sia simbolo di sconfitta ma momento dell'incontro con il Cristo-vita, attimo simbolico del futuro "kairòs", il tempo della liberazione e della salvezza.

    Durante l'omelia per il primo anniversario Pappalardo sottolineò come "in un contesto mafioso la dignità e la libertà umane vengono ignorate e calpestate, mentre don Puglisi, in nome del Vangelo e della missione educatrice da esso affidatagli, cercava di ottenere che ciascuno comprendesse la necessità di sottrarsi ad ogni pesante giogo e di disporre della propria esistenza senza umilianti asservimenti. Per diventare, da schiavi, uomini liberi".

    Nell'autunno dell'anno successivo ('95) lo stesso cardinale in Cattedrale, a conclusione delle commemorazioni, invitò a iniziare una raccolta di tutte le testimonianze su "3P".
    Dal '96 al '97 già si susseguirono raccolte di firme per chiedere l'apertura del processo di beatificazione.
    Nel maggio ‘96 il nuovo arcivescovo di Palermo, Salvatore De Giorgi, mostrò subito di ben conoscere la storia e l'itinerario di don Puglisi: nel primo messaggio, inviato alla città subito dopo la nomina, citò il parroco di Brancaccio additandolo a "esempio per tutta la nostra comunità". Nel settembre '97 in Cattedrale lo accomunò a Madre Teresa di Calcutta, da poco scomparsa, e li definì entrambi "testimoni credibili e coraggiosi della speranza che non delude".

    Le ultime parole di don Pino, infatti, - "me l'aspettavo" - "rivelano la consapevolezza di questo sacerdote di andare incontro al proprio martirio proprio perché fedele al suo ministero di evangelizzatore".

    L'anno dopo (1998) si compiono i cinque anni dalla morte, termine minimo per l'avvio delle procedure canoniche. E il cardinale De Giorgi dà l'annuncio della decisione presa nel corso dell'omelia per il 25° anniversario della sua ordinazione episcopale (29 dicembre '98). Il 22 febbraio '99 nomina la commissione diocesana e il 15 luglio - durante la processione per Santa Rosalia - comunica ai fedeli di aver chiesto alla Santa Sede il nulla osta all'avvio ufficiale del "processo". Nulla osta che arriva pochi giorni prima del sesto anniversario.

    Il 15 settembre 1999 si insedia il Tribunale ecclesiastico. I componenti del Tribunale sono: don Giorgio Scimeca (delegato arcivescovile), mons. Domenico Mogavero (postulatore), don Vincenzo Talluto (promotore di giustizia), Agostina Ajello (notaio).
    I componenti della Commissione diocesana per l'istruttoria preliminare sono: mons. Salvatore Di Cristina, don Francesco Michele Stabile, mons. Francesco Pizzo, don Francesco Conigliaro, don Mario Golesano, mons. Carmelo Cuttitta, don Giorgio Scimeca, Agostina Ajello e Francesco Deliziosi.

    Le commemorazioni in Cattedrale sono state proseguite dall’attuale arcivescovo di Palermo, Paolo Romeo, che ad ogni 15 settembre e anche in altre svariate occasioni ha voluto ricordare don Puglisi con affetto e ammirazione additandolo come “esempio per ogni presbitero di impegno evangelizzatore nella società“.

    Ha collaborato alla stesura della Positio, inviata in Vaticano nel 2001 con l’incartamento della causa, don Mario Torcivia, che così scrive in uno suo recente studio:
    “Don Pino non è stato ucciso solo per l’amore per Cristo, la testimonianza presbiterale resa nella parrocchia di Brancaccio, lo stretto legame instaurato tra evangelizzazione e promozione umana, l’affermazione della radicalità dei valori evangelici e della coerenza tra annuncio evangelico e testimonianza di vita, la donazione totale della vita per il Signore e i fratelli, l’impegno di educatore delle coscienze, specie quelle delle giovani generazioni, la franchezza nel dire la verità, l’attività di promozione sociale, la “provocazione” allo stile malavitoso del quartiere Brancaccio, il deciso impegno per la dignità e la promozione dell’uomo, ma è stato ucciso dall’organizzazione criminale mafiosa “in odium fidei” anche per due motivi alti:
    Primo perché, uccidendo don Puglisi, la mafia ha voluto colpire l’intera Chiesa italiana.
    Secondo, motivo più profondo, perché la mafia in quanto forma di ateismo pratico, nonostante la parvenza religiosa, è e si mostra avversa alla fede cristiana."


    Ho assistito alla presentazione del libro di Don Torcivia sull'argomento: in pratica, il processo di beatificazione è ancora fermo perchè Don Puglisi non è stato ammazzato da gente pagana (così si configurerebbe il c.d. "odium fidei"), ma da gente sì mafiosa, ma regolarmente in seno alla Chiesa ( battezzata, cresimata, ecc.) Alla mia diretta domanda su quanto contasse la famosa scomunica fatta da Giovanni Paolo II nella valle dei templi ("Convertitevi"), mi ha risposto che purtroppo si tratta di una questione tecnica molto delicata e sottile, perchè la scomunica riguarda sempre gente che è dentro, e non fuori dal cattolicesimo.
  • Discussione Renato • 2/04/10 19:34
    Addetto riparazione hardware - 376 interventi
    Gugly ebbe a dire:
    (...) purtroppo si tratta di una questione tecnica molto delicata e sottile, perchè la scomunica riguarda sempre gente che è dentro, e non fuori dal cattolicesimo.
    In altre parole mi stai dicendo che non posso essere scomunicato???
  • Discussione Gugly • 2/04/10 21:17
    Portaborse - 4710 interventi
    mmmh...se non hai fatto qualcosa contro la Chiesa, tecnicamente no, direi.
  • Homevideo Gestarsh99 • 16/05/11 00:39
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Disponibile in edizione dvd dal 18/05/2011 per San Paolo Audiovisivi:



    DATI TECNICI

    * Lingue Italiano
    * Schermo Anamorfico 16:9
    * Audio Dolby Digital 2.0
  • Curiosità Fedemelis • 11/07/13 15:38
    Fotocopista - 2137 interventi
    La partita guardata dai ragazzi in tv e ascoltata dai mafiosi alla radio (si sente in sottofondo nelle scene finali del film), è Juventus - Lokomotiv Mosca,trentaduesimi di finale di Coppa Uefa 93/94, finita 3-0, e giocata a Bologna per la squalifica dello stadio di Torino. La partita è stata giocata la sera del 15 settembre 1993 la sera dell'omicidio di Don Puglisi, anche se nel film viene ucciso di giorno.