Inizialmente potrà sembrare un polpettone silenzioso e tedioso, in realtà l'Amante è un film d'autore firmato da Jean Jacques Annaud (Sette anni in Tibet, l'Orso, Il nome della rosa) caratterizzato da una splendida fotografia e da una trama sensual-esistenzialista di estremo spessore. Non manca il romanticismo rosa, sfregiato di rossa passione nelle splendide scene di nudo e di sesso con protagonista Jane March, bomba di sesso assoluta. Il film è effettivamente un po' dispersivo ma imperdibile.
Mediocre polpettone erotico il cui unico motivo d'interesse risiede nelle forti scene erotiche, che allora suscitarono scandalo. Ma lo fecero sul serio o no, sul set? Annaud comunque ammanta il film di un ritmo insopportabilmente basso, con dialoghi pretenziosi e personaggi del tutto insoddisfacenti. Gli attori aggiungono del loro con prestazioni a dir poco mediocri.
Allora fece scandalo, in quanto la March (allora diciottenne) interpreta una ragazzina di quindici anni. Tolto questo particolare si tratta di un film non eccezionale ma più che vedibile. Scene erotiche raffinate, bei paesaggi e buona sceneggiatura: ci siamo.
Per nostra fortuna Annaud è un regista felicemente fuori-moda! Qui s'ispira liberamente al romanzo della Duras e lo trasforma in uno splendido film, un piccolo capolavoro (sebbene sottovalutato e incompreso da molti). Dirò di più: a me sembra quasi ovvio considerarlo una sorta di compendio quintessenziale del genere esotico-erotico, una vera delizia per gli occhi, grazie all'elegante fotografia e alle intriganti sequenze di nudo e sesso. Jane March non sarà mai più così bella e sensuale.
Gran film erotico d'autore questo di Annaud, che vede una giovanissima Jane March iniziata alle gioie del sesso da un ben più maturo Tony Leung. Lo stile narrativo con cui viene descritta la storia fa sì che emerga la dimensione del reale, aumentandono conseguentemente la carica erotica delle scene. Le atmosfere afose e i corpi bollenti fanno il resto.
Iniziazione sessuale di una giovane in terra orientale narrata con stile garbato che esalta le ricche e probabilmente reali scene amorose tra i due interpreti principali. Confezione meticolosa e patinata con discreti scorci panoramici. Nonostante tutto accettabilissimo, anzi...
Annaud è un regista con uno stile di ampio respiro, caratteristica che tenta di dare anche a questo film, ma non fa andare il ritmo oltre il soporifero e ciò al posto di far respirare rischia di soffocare. La lentezza però aiuta lo sviluppo di un erotismo di discreta qualità, con scene realistiche che fanno sospettare che sul set ci sia stato vero sesso. Sa comunque rendere precisa l’ambientazione d’epoca e girare con raffinatezza. La consistenza sentimentale della storia matura lentamente e, pur non concretizzandosi, sa essere emotiva.
MEMORABILE: “Ti piacerei lo stesso se fossi povero?”
Checché ne dicano Marguerite Duras (autrice dell'omonimo libro) e il film, ci troviamo di fronte a una comune avventura puramente carnale tra una una ninfetta e un mezzo pedofilo (nel romanzo ha ventisette anni anziché trentadue, ma abborda comunque una minorenne). Il resto è mero contorno scenico (compresa l'esile trama), ma le sequenze di nudo e sesso non cadono mai nella volgarità. Adeguato l'esiguo cast (un po' meno la giovane March dall'espressione spesso imbambolata), soprattutto Ka Fai che ben trasmette le proprie emozioni, non solo corporee.
MEMORABILE: Il cinese offre una sigaretta alla bella fanciulla con mani tremanti di desiderio (erotismo sottile ma di grande impatto emotivo).
La parte più riuscita è quella "documentaristica", che mostra scene di vita quotidiana nell'Indocina degli anni '30 (del secolo scorso). Per il resto Annaud sceglie di puntare tutto su scene di sesso bollente e su un ritmo che definire catatonico è un eufemismo. Il risultato è che le due ore scarse di spettacolo sembrano essere almeno il doppio. La trama in fondo narra le prime esperienze sessuali di una ragazzina, cosa già narrata circa un milione di volte, ed è davvero difficile interessarsi a quanto accade ai protagonisti. La voce off collabora a rendere più pesante il tutto.
Classica storia di amore proibito tra ragazzina bianca e uomo cinese, ambientata negli anni Venti, ricca di erotismo e provocazioni che a tratti risultano soltanto fine a se stesse e non aggiungono nulla a un discorso di per sé ripetitivo e banale. Certo, il suo perché il film ce l'ha nei momenti in cui si prende una pausa dalla tediosa e fastidiosa narrazione in voice over, nei quali il regista Annaud mostra qualcosa in più da un punto di vista registico e fotografico. Non riesce ad essere fino in fondo coinvolgente e appassionante. Rimandato.
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Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (Ciclo: "Film cronaca", martedì 23 marzo 1993) di L'amante:
Jane March ha negato che lei e Tony Ka Fai Leung avessero effettivamente fatto l'amore ("Non ho mai fatto sesso con Tony, né sul set, né fuori. È così semplice"). Tutte le scene di sesso sono state realizzate con un'accurata coreografia e delle controfigure. Il regista Jean-Jacques Annaud ha falsamente insinuato che il sesso fosse reale per aumentare la pubblicità al film: la stampa scandalistica ne parlò a lungo rendendo la vita così difficile alla March e alla sua famiglia che la ragazza ebbe un esaurimento nervoso e si rifugiò per un po' di tempo alle Seychelles. Annaud in seguito dichiarò che il sesso non era reale ("All'inizio ero lusingato che la gente ci credesse, ma dopo chiusi con la stampa in Gran Bretagna. Ovviamente non facevano sesso").