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La nostra recensione di A Capodanno tutti da me

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Dalla loro omonima commedia teatrale, Toni Fornari e Andrea Maia ricavano un film televisivo che Canale 5 ha trasmesso per la prima volta il 1 Gennaio del 2025 (al momento giusto, insomma). Una commedia festaiola, corale, che trova in Massimo Boldi il suo cardine. E' lui Lorenzo Colombo, ministro da poco in pensione che si appresta a festeggiare il Capodanno insieme a colleghi e conoscenti del bel mondo nella sua lussuosa villa con piscina, affidandosi per l'organizzazione a Elisa (Manzini), efficientissima segretaria personale. I vecchi amici però, quelli che da venticinque anni continuano a mandargli messaggi video al cellulare sperando di passare la festa con lui come ai vecchi tempi,...Leggi tutto sembra averli dimenticati. Santo Longanesi (Ceccherini) e Ciro Bertolasi (Conticini), rispettivamente cantante e avvocato falliti, ciclicamente ci provano, a restare in contatto ma, così come l'ex moglie Patrizia (Brilli) con relativa figlia (Lucaferri), sembrano ormai appartenere al passato, per Lorenzo.

Un passato che tuttavia ritorna magicamente d'attualità grazie all'incantesimo di un mago televisivo (Casella), il quale, spuntato da uno dei tanti schermi accesi in villa durante la festa, annuncia ciò che sta per accadere: per la durata esatta di un'ora, il tempo si fermerà tornando indietro di vent'anni, e in quell'ora tutti vivranno un'esperienza che avrebbe potuto verificarsi ma non si è verificata. Lorenzo ed Elisa ascoltano ovviamente scettici, ma presto devono ricredersi, perché d'improvviso dalle sale della villa spariscono gli invitati e qualcuno suona al campanello. Sono Santo, Ciro e Patrizia, sorprendentemente ringiovaniti, che dicono di essere lì perché chiamati dall'amico ministro, il quale si scopre in fondo ben felice di rivederli e di festeggiare con loro. Passeranno insieme bei momenti all'insegna dei ricordi e di qualche confessione che li farà riflettere (e pure intristire), prima del brusco ritorno al presente, nel quale Lorenzo decide di invitare tutti e tre (insieme alla figlia Irene) alla festa in corso. Santo farà amicizia con la procace moglie (Fico) di un onorevole mentre Ciro riprenderà il gioco di languidi sguardi e frasi dolci con Elisa che aveva già cominciato ad attuare vent'anni prima.

Il canovaccio facile, su cui era possibile imbastire una sceneggiatura vivace, si rivela invece, purtroppo, tremendamente carente dal punto di vista umoristico. Che Boldi non potesse più contare sulla verve d'un tempo era scontato, ma il buon Max Cipollino a ben vedere il suo lo fa. A difettare drammaticamente sono gag che possano rendere spiritoso il film. Gli autori si appoggiano troppo spesso a trovate vetuste ormai improponibili (il cameriere ubriaco interpretato da Augusto Fornari) o a sketch che dovrebbero far sorridere per chi vedono coinvolti (il cardinale che si apparta a parlare con una donna mentre è ripreso dalla figlia influencer di Colombo) ma lasciano solo assai perplessi. Se poi Boldi appare inevitabilmente piuttosto spento, non va molto meglio un appena corretto Conticini, mentre Ceccherini, sempre uguale a se stesso, si lascia andare con un po' di grinta in più. Nancy Brilli si fa valere mostrando ancora buona presenza scenica, mentre gli altri sono presenze di discreto valore che ben poco hanno modo di incidere.

Certi intermezzi malinconici (si veda il lungo momento di mestizia post "obbligo o verità" sulle note di "Io e te" di Jannacci) sono inseriti davvero maldestramente e l'intera parentesi nel passato, priva della cornice allegra della festa, incupisce ulteriormente il tutto (anche nei colori desaturati del giardino), alla ricerca di una traccia più impegnata che per funzionare doveva essere gestita con ben altra convinzione; quando poi si ritorna nel presente ci si ritrova davanti a personaggi (tutti con nome e carica politica inserita in sovrimpressione, come se servisse) interscambiabili, che fanno da tappezzeria aggiuntiva per intervenire saltuariamente senza costrutto tra canzonette cantate in karaoke col playback (uno spettacolare controsenso!), balletti e atteggiamenti provocanti di una discinta Raffaella Fico, comizi su Stato e potere di un infervorato Conticini tra i divani…

La regia, pur piuttosto agile, è sovente goffa e a tratti inciampa in fasi imbarazzanti non riuscendo nel complesso a conferire la grinta necessaria a un film spento, che sa di fiction appena tirata a lucido, povero nei dialoghi e nelle idee, che si conclude con tuffo collettivo in piscina e una passeggiata notturna al parco tematico “This is Wonderland” al Giardino delle Cascate dell’EUR, a Roma, mentre sullo sfondo si ascolta Boldi cantare a lungo con voce ormai poco indicata per la pratica. Product placement spudorato, come in altri casi, ma magari stesse in questo il problema...

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Tutti i commenti e le recensioni di A Capodanno tutti da me

TITOLO INSERITO IL GIORNO 3/01/25 DAL BENEMERITO HERRKINSKI POI DAVINOTTATO IL GIORNO 18/01/25
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Herrkinski 3/01/25 22:46 - 8590 commenti

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A causa di un incantesimo lanciato in tv da un mago (Giucas Casella), la notte di Capodanno il senatore Colombo torna indietro dal 2024 al 2004, rincontrando vecchi amici. Film tv patrocinato da Mediaset che riporta sul piccolo schermo Boldi; l'attore avrebbe forse ancora qualche cartuccia da sparare, ma è al servizio di uno script debole, indeciso tra comicità leggera e riflessioni scontate sull'amicizia, sull'età che avanza e altre banalità. Cast con qualche vecchia gloria del cinema italiano e della televisione; musiche mediocri, con qualche brano cantato persino da Boldi.

Rambo90 4/01/25 03:43 - 7922 commenti

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Il duo di autori e registi prende l'idea alla base del loro Ritorno al presente e cerca di ibridarla con volti e alcune gag da cinepanettone. Il risultato è altalenante, a causa soprattutto di una regia ancora acerba e di una fotografia spenta. A tratti si sorride ma non basta, anche perché l'unica a sostenere bene le svolte più seriose è la ritrovata Nancy Brilli, mentre se di Boldi già conosciamo il logorio, spiace vedere come anche Conticini e Ceccherini sembrino aver esaurito la verve. Funge qualche lazzo affidato a personaggi di contorno, così come le musiche omaggio a Jannacci.

Markus 18/01/25 10:00 - 3750 commenti

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L'impostazione teatrale si intravede, ma al di là delle dinamiche relazionali che certe opere impongono, trattasi di un film che mette i piedi in due scarpe: da una parte il più classico dei cinepanettoni (cast variegato, situazioni pochadistiche in ambito alto borghese) e dall'altro un lato malinconico, che se non fosse dato in pasto a un Boldi ormai poco convincente in tutto non sarebbe stato concettualmente così sbagliato da raccontare. La regia c'è, la prestazione attoriale un po' meno; si ride a denti stretti ma è un lavoro onesto.
MEMORABILE: La canzone cantata da Boldi è un momento di raro imbarazzo.

Panza 18/01/25 22:18 - 1916 commenti

I gusti di Panza

E' quasi desolante vedere come Boldi sia diventato così ingessato con l'età e si ritrovi a ripetere antichi tormentoni (persino "Ta ta ta" e "Non lo sapessi ma non lo so"), pure in un contesto meno esagitato dei cinepanettoni che consentirebbe una recitazione meno gigionesca, teoricamente più congeniale all'età dell'attore. Qualche sorriso lo riservano Conticini e Ceccherini, ma non si ride mai sul serio. Gli accenni più malinconici sul tempo che passa e sull'ipocrisia attorno al protagonista sono abbozzati. Imbarazzanti le canzoni di Boldi con palesi "aggiustamenti" in autotune.

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