Da un celebre romanzo di Harry Harrison (“Make Room! Make Room!”) un film di fantascienza insolito, che trova nell'incredibile rivelazione finale buona parte della riuscita di una sceneggiatura comunque interessante. Richard Fleischer, che bazzica la fantascienza fin dai tempi di 20000 LEGHE SOTTO I MARI, sa inoltre valorizzare la forza del copione con una messa in scena ricca di fascino, con una New York del futuro (siamo appunto nel 2022) del tutto simile a quella di oggi ma abbandonata a se stessa. Non vi è stata - per una volta - nessuna guerra nucleare, semplicemente il naturale progresso ha portato a un'inevitabile involuzione,...Leggi tutto con l'umanità sempre più numerosa a combattere la crisi energetica e alimentare; quest'ultima risolta con l’introduzione del Soylent, un cibo di misteriosa provenienza convertito in panetti o tavolette. Quando viene ucciso un grosso esponente della Soylent (Joseph Cotten), un investigatore della polizia (Charlton Heston) comincia a far luce sulle trame poco chiare dell'Ente Supremo. Bella l'ambientazione, con gli esterni assolati da un riverbero verde, ottima l'importazione di Heston, non esattamente uno stinco di santo che vive con un amico anziano (Edward G Robinson) costantemente ossessionato dalla nostalgia per il vecchio mondo. Uno sguardo agghiacciante su uno i nostri possibili futuri, che si chiude in maniera drammatica coerentemente col resto del film. In sostanza quasi un poliziesco immerso in un'atmosfera di grande impatto. Effetti speciali quasi assenti: per fare un buon film di fantascienza non sono fondamentali. Scenografie asciutte, scarne, essenziali. L’impostazione seriosa si sposa ottimamente con la recitazione di Heston.
Una serie di fotogrammi, di non più di 30 secondi, riesce già a spiegare cosa è successo all’umanità. Qui è il rapporto padre-figlio la vera forza del film (il genitore ha assaggiato la vita prima del disastro ambientale, mentre il figlio sembra assuefatto al nuovo mondo). Il quadro è allucinante: povertà, carestia, sovrappopolazione, il tutto avvolto in un sudario provocato dal surriscaldamento del pianeta (profetico?). Il protagonista indagherà su un omicidio, ma finirà per scoprire molto di più. Fantascienza di testa e non di effetti (sia benedetta).
MEMORABILE: Il soylent; La vera cena, con insalata, manzo e una mela; Le spalatrici in azione; La dolce dipartita.
Film di fantascienza in quanto ambientato in un prossimo futuro ma carterizzato da una trama quasi da film noir. Si indaga infatti sull'omicidio di un dirigente della ditta che produce il cibo destinato a sfamare un'umanità a corto di risorse. La pellicola si fa apprezzare soprattutto per l'ambientazione e il bello e pessimistico finale nel quale faremo un'atroce scoperta. Bravi Charlton Heston e Edward G. Robinson, quest'ultimo alla sua apparizione cinematografica finale. Fleischer dirige con la consueta professionalità.
Fantascienza anni '70, completamente priva di effetti speciali, ma che non rinuncia a stupire quando può, in maniera che appare oggi ingenua e quasi commovente (il cabinato di Computer Space in salotto quale simbolo di modernità e ricchezza...). I fotogrammi di prologo e quelli di epilogo sono davvero incisivi, ma nello svolgimento manca forse un po' di atmosfera; perché non caricare la "gita" all'Ente Supremo con il potere evocativo di qualche sottofondo musicale di maggiore impatto? Visto così pare quello che è: un comune apparato industriale. Potere evocativo che avrebbe giovato anche ai colori polverosi di tutta la pellicola.
MEMORABILE: Indubbiamente il momento toccante di Sol nella sua visita - a lungo preannunciata - al tempio.
Ottimo film di fantascienza come se ne facevano ai vecchi tempi e cioè tante idee e pochi effetti speciali (che oggi possono sembrare un po' puerili ed ingenui). La storia, anche se non completamente originale, è molto interessante ed ha il grande pregio di coinvolgere sempre più, man mano che passano i minuti, chi la guarda. Bella come sempre la regia di Fleischer e ottima la prova di Heston che viene però offuscata dalla memorabile ultima interpretazione di Edward G. Robinson. Da non perdere, soprattutto per gli amanti del genere.
MEMORABILE: Il soylent, il manzo, "l'arredamento", "i libri" e, ovviamente, Sol che torna a "casa".
Fantascienza classica, solidissima, appare solo un po' invecchiato laddove mostra gli usi e gli ambienti dalle classi agiate, mentre mantiene tutta la sua potenza (profetica?) nella rappresentazione di un mondo inquinato, surriscaldato e sovrappopolato nel quale l'uomo ha esaurito tutte le risorse naturali condannando anche se stesso ad una vita di miseria e fame. Efficiente Heston, poliziotto testardo con un residuo di coscienza, mentre risulta commovente Robinson, nella sua ultima interpretazione poco prima della morte.
Film per molti versi profetico, che anticipa al cinema numerosi temi oggi molto attuali, primo tra tutti il degrado ambientale e la conseguente crisi ecologica. Il film è importante proprio per questo, al di là della trama e della struttura narrativa, a volte confuse e poco comprensibili. Splendidamente resi invece il contesto ambientale e l'impressione di un cupo medioevo post-apocalittico che ritroveremo al cinema parecchi anni dopo.Ottimo il cast.
Un sudaticcio Charlton Heston arranca in una New York arida. L'estate dura tutto l'anno. Acqua e cibo scarseggiano, non si stampano più libri. Il cibo è prodotto da un'unica multinazionale, razioni vitaminiche monocolore dietro cui si cela il giallo che Heston dovrà sciogliere, mettendosi contro i poteri forti di un futuro mai così vicino a noi. Film di fantascienza di gran classe, con intelligenti previsioni (che ahimè in parte si stanno avverando). Il ritmo non è altissimo, ma il film scorre senza cedimenti. Bello.
MEMORABILE: Heston quasi si commuove di fronte a un gelido rivolo d'acqua corrente.
In un livido futuro di miseria la soluzione per la fame nel mondo è il 'soylent verde': ma quale mistero si cela dietro alla sua fabbricazione? Bella e spaventosa l'ambientazione di un futuro devastato da inquinamento e sovrappopolazione, fino all'agghiacciante rivelazione finale. Narrazione un po' ingenua e da thriller convenionale, ma sicuramente efficace. Da ricordare l'ultima interpretazione di Edward G. Robinson (e la scena in cui muore osservando la natura scomparsa con sottofondo di Beethoven). Un buon film.
Solido, semplice film di Fleischer tenero soprattutto nel descrivere i rapporti tra Heston e Robinson; specie nella cena che, ironia, ricorda quella di Tom Jones. L'ideologia ecologista del film, che fa ricorso ad una fantascienza definita "adulta", è forse prevedibile ma il mestiere di Fleischer e la tenuta della storia (che sostanzialmente è un noir) appassionano. E Robinson riesce a commuoverci. Ancor più colpisce la capacità di piangere del duro Heston.
MEMORABILE: Un must la scena del tempio, quasi un cinerama, in cui si dispiegano immagini delle bellezze della natura che fu. Da contrapporre il viaggio di 2001.
Splendido film di fantascienza che parte da una semplice indagine per omicidio per arrivare alla scoperta di una società cattiva e in continuo logoramento. Bravissimo come sempre Charlton Heston, commovente e toccante l'interpretazione di Robinson e funzionale il cameo di Joseph Cotten nel ruolo dell'uomo assassinato in principio. Un film che non si può non apprezzare, anche per la splendida tenuta del ritmo e della tensione e per un finale davvero inquietante.
Superato, ma all'avanguardia per il suo tempo, il film è ancora oggi un cult di fantascienza, sicuramente ispiratore del successivo e decisamente migliore La fuga di Logan. La morale come parabola involutiva di un'umanità al tracollo senza più risorse. Una pellicola ben recitata, con spunti di riflessione ed un pianeta devastato dalla sua stessa gente, ma l'ambientazione è esagerata.
Uno dei futuri prossimi venturi più angosciosi, cupi e disperati che il cinema di fantascienza degli anni '70 abbia mai mostrato. Zeppo di sequenze indimenticabili, con un Heston al massimo della truzzaggine e un Fleisher più ispirato che mai. Un fantathriller che mozza il fiato (il finale è un pugno nello stomaco bello tosto, quando si scopre da dove viene realmente il soylent green), pervaso da una fotografia "verdognola" che aumenta il senso di angoscia e oppressione. Molto realistico e crudo, con qualche atmosfera alla Tarkovskij.
MEMORABILE: La fabbrica dove si produce il soylent green; la camera della "dolce eutanasia".
In un fututo che nessuno di noi vorrebbe mai vedere, Thorn (Heston) è un poliziotto duro che deve risolvere un caso strano, aiutato dal Sol (Robinson) ex-professore universitario depresso per la perdita del mondo che fu. Fleischer costruisce molto bene il film, rinunciando agli effetti speciali e dando più spazio alla recitazione degli attori. Obiettivo centrato. Heston è sempre una garanzia ma è la performance di Robinson - che, malato, morirà pochi giorni dopo la fine delle riprese - a donarci un tocco di umanità commovente. Da vedere ****
MEMORABILE: Lo stupore e la commozione di Sol alla vista della carne; La scena al Tempio con il sottofondo della Pastorale di Beethoven e del Mattino di Grieg.
Da conservare gelosamente: un autentico capolavoro di fantascienza. I personaggi sono interpretati magistralmente (incluso un doppiaggio di alta scuola) e il film, permeato da un'atmosfera opprimente, dai colori volutamente asfittici in cui l'uomo vive e si moltiplica per puro istinto di sopravvivenza, privo di qualsiasi aspettativa, mantiene il suo fascino dall'inizio alla fine. La contrapposizione poi tra il cinismo di chi non ha mai conosciuto la vera Terra (Heston) e il dotto laudator temporis acti (Robinson) salda l'intero racconto.
È davvero inquietante constatare come una simile distopia sia sul punto di tramutarsi oggi in terribile realtà: disastri ecologici, povertà diffusa, sofisticazione alimentare, disamore per la lettura, una classe politica che manda i cittadini al macello… Su uno scenario da fantascienza torrido e desolato - con cenni agli “Uomini libro” di Bradbury - è diretta un’indagine che coniuga la durezza del poliziesco alla riflessione etico-ontologica, concludendosi con un epilogo particolarmente raggelante e coerente proprio in quanto “aperto”. Grandissimi Heston e Robinson; concisi Cotten e Connors.
MEMORABILE: Il pasto con carne e verdure; la repressione con le spalatrici; il tempio dell’eutanasia; «Dovete fermarli prima che sia troppo tardi!!!!».
Poliziesco in salsa fantascientifica. In un futuro disperato un detective indaga su un omicidio e porta alla luce un agghiacciante segreto. Ottime l'ambientazione, la "profezia" sul futuro, lo sguardo senza pietà all'umanità che sopravvive ammassata, la disparità sociale ben rappresentata. Il film nel suo insieme però è troppo ancorato all'estetica da poliziesco anni '70, che nello scorrere vanifica l'ottima impressione dei minuti iniziali slegati dalla noiosa indagine.
MEMORABILE: I momenti iniziali; La cena; L'organizzazione nel tempio.
Decisamante un film sopra la media, eccellente per essere una pellicola di fantascienza praticamente priva di effetti speciali. Messaggio forte, crudo, di un'esistenza prossima al tracollo. Scene d'impatto ben girate associate a un'ottima scelta del colore. Parla di temi, passati oltre 40 anni, ancora decisamente attuali! Heston, a suo agio, ci regala un'ottima interpretazione come il resto del cast. Una spanna addirittura sopra tutti Robinson. Riflessivo, intenso, a tratti triste. Per gli appassionati del genere un cult, gemma che vale una visione.
Tipico blockbusterone di ieri, un poliziesco fantascientifico dal forte messaggio ecologista, piuttosto scontato nei suoi snodi narrativi ma dalla solida confezione (con interni deliziosamente settantiani, nonostante l'ambientazione futuristica) e con un paio di momenti (la cena old style, le proiezioni al "pensionato") di inaspettata purezza, oltre che di adorabile fascino naif. Heston possiede il physique du rôle, ma il migliore del cast è Robinson, nei panni di una nostalgica vecchia leva del mondo sommerso.
A tratti veramente inquietante, per un futuro spaventoso in cui anche un solo gambo di sedano è considerato oro. Il vero punto forte di 2022 è proprio quello di inquietare e spaventare per quello che potrebbe succedere realmente in un prossimo futuro; il finale poi è veramente agghiacciante! Purtroppo il film è invecchiato piuttosto male e le capigliature, i vestiti e i mobili delle case sono un po' troppo anni 70 per un film ambientato nel 2022 (forse serviva un po' più di fantasia). Comunque resta un film da vedere assolutamente.
Inquietante per la sua essenzialità, questo film di Fleischer non si perde in chiacchiere e mostra da subito allo spettatore la nuova e dura realtà terrestre. L'umanità, con il passare degli anni, si è ridotta a essere pattumiera. La regia è piuttosto ispirata (bellissimo ed esplicativo lo split screen con cui inizia il film), ma la sceneggiatura spesso risulta eccessivamente scarna e prevedibile, non riuscendo a creare la giusta suspense durante le indagini del detective Thorn.
Cult fantascientifico dal profondo significato politico, ambientato in un mondo distopico che fin troppo presagiva quello che sta accadendo veramente. Salvo alcuni piccoli momenti in cui l'andamento sembra un po' strambo, forse per via di un montaggio non chiaro, per il resto la storia scorre bene, con un Heston sugli scudi. Seminale.
MEMORABILE: Gli atti di repressione eseguiti con le spalatrici.
Fantascienza distopica (e poi politica), cupa come un oscuro pozzo senza fondo, distillata aggiungendo preziose suggestioni noir, solida nel disegno psichico dei personaggi, precisa nel dosare la temperatura emotiva, inquieta nell'ambientazione, lirica nelle conclusioni oltremondane, potente nelle immagini. Riesce nella difficile impresa di materializzare un realismo straniato, vivido anche perché privo di effetti speciali e fronzoli da trovarobato settantiano. Charlton Heston magnetico, affiancato da un sensibile Edward G. Robinson.
Un classico della fantascienza distopica sotto forma di indagine poliziesca che si svolge in un futuro desolante ma, purtroppo, non poi così improbabile. Senza neppure incidere troppo, Fleischer dirige uno dei suoi film migliori, sicuramente il più affascinante e ambizioso, sfruttando appieno le potenzialità della sceneggiatura e il cast a disposizione: ottimo Heston investigatore tenace anche se non esattamente irreprensibile, commovente l'ultima interpretazione di Robinson testimone dei bei tempi andati, efficaci i comprimari.
Uno dei film fantascientifici meno fantasiosi e più agghiaccianti mai prodotti. Perfetto l'incipit, con un montaggio fotografico che descrive la perdita di controllo dell'uomo sul progresso tecnologico. In seguito la storia prende una svolta thriller-mystery che culmina in un finale ormai famigerato che ha fatto la storia. Fleischer si conferma grande autore. Ottimo il compianto Robinson e sentita anche l'interpretazione di Heston. Fa sorridere la presenza di dettagli "datati" in un film ambientato nel 2022, ma non importa. Davvero consigliato.
MEMORABILE: L'indimenticabile sequenza dell'eutanasia; Il finale spiazzante.
Originale sci-fi realizzato praticamente senza l’ausilio di effetti speciali (cosa oggi impensabile). Un’indagine poliziesca in un futuro da incubo dominato da sovraffollamento, carestia, surriscaldamento climatico e discriminazioni sociali. Il film si regge sulle interpretazioni di Heston poliziotto perdente nella miglior tradizione noir e Robinson, qui al suo ultimo ruolo, quale malinconico esponente di un’umanità in via d’estinzione. Suggestiva fotografia dai toni verdastri che restituisce al meglio l’inospitale clima di questo mondo futuro.
MEMORABILE: La serena quanto spettrale forma di eutanasia praticata a Sol; Il pranzo a base di carne e verdure fresche; La terribile scoperta finale di Thorn.
Indubbio che sia un classico della distopia. La riprova? Nonostante si sappia qual è il terribile segreto del film, lo si riguarda sempre con piacere. L'efficacia del meccanismo giallo, quindi, si ricrea a ogni visione parallelamente alla cupa forza della profezia. Bravo Heston; altrettanto Robinson nonostante spinga troppo sul versante patetico (la scena nel Tempio, abbastanza facile). Di rilievo, per la sua drammaticità, invece, il finale aperto.
Richard Fleischer ha diretto film discutibili e altri molto riuscti. Questo rientra a pieno titolo nella seconda categoria. Ottima la prova del cast, che conta diversi grandi attori quali Charlton Heston, Edward G. Robinson e Chuck Connors. Bella la scelta delle musiche che mischiano classica e musiche tipicamente anni 70. Difetti? Soprattutto uno: è leggermente noioso nella parte centrale.
In una New York devastata da un'imprecisata catastrofe, affollata e torrida, vengono a mancare le risorse primarie, sostituite da prodotti dagli ingredienti misteriosi. Un esempio di film apocalittico su un futuro (allora lontano) da resa dei conti per l'umanità. Si nota lo sforzo di comprimere l'idea di catastrofe nei limiti di una sceneggiatura scarna e minimale, senza sfoggio di tecnologia; questo però si paga con una certa legnosità e lentezza compassata (anche per il "peso" degli attori in scena). Memorabile solo per l'atroce finale.
MEMORABILE: La dolce morte con proiezioni e musica classica; Il pasto "d'altri tempi"; I libri; Lo spicciativo interrogatorio tra le lenzuola; La doccia calda.
Bel film di fantascienza apocalittica anni '70, in pieno stile film dispotico/catastrofico, diretto con buona mano da Fleischer e ben interpretato da Heston e Robinson su tutti. Le tematiche spaziano, i generi si mischiano toccando anche lo spionaggio puro e mantenendo un'atmosfera che non è così lontana da come è il mondo oggi. Questa è sicuramente la parte migliore del film, che in alcuni momenti si perde in situazioni alquanto improbabili di inseguimenti al limite della realtà. Ottime anche le scenografie e la fotografia, che rende il clima opprimente, in linea con la trama.
Più che un film di fantascienza “2022: i sopravvissuti” è un film politico. Il mondo raccontato da Fleisher è tra i più crudeli e sconfortanti mai visti sul grande schermo. La libertà è un’utopia, le donne poco più che giocattoli sessuali, la corruzione uno stile di vita e l’unico momento di “serenità” è rappresentato da un’eutanasia. Indimenticabile l’interpretazione di Edward G. Robinson, splendide le scenografie di Robert Benton.
Un futuro distopico che non va poi così lontano da alcune teorie ancora attuali e che vede protagonista un discreto cast di attori. C'è una componente thriller che fa da antipasto e che per la verità è la meno avvincente da seguire. Ci sono invece tante trovate da romanzo di fantascienza (la dotazione, le tecniche di repressione, l'eutanasia sinfonica, il finale) che danno sale alla pellicola, anche se l'esposizione nel complesso soffre per una certa confusione e alcune prolissità. Comunque da vedere.
MEMORABILE: Le scavatrici che avanzano tra la folla di dimostranti.
Tratto da un romanzo. La Terra è sconvolta dall'inquinamento e dalla sovrappopolazione e il clima è diventato più che torrido. Fantascienza pura, avendo tutti i crismi di una storia del genere. L'azione non è ai massimi livelli e i ritmi non sono propriamente alti ma si rimane coinvolti, grazie anche a una parte finale molto riuscita. Ultimo film di Edward G. Robinson.
Più poliziesco che fantascientifico puro ma fascinoso e ricco di idee interessanti e per molti versi, purtroppo, profetico. Heston è molto convincente nel ruolo del poliziotto testardo alla ricerca della verità a tutti i costi ma Robinson è straordinario nel commovente ruolo del depositario dei ricordi della Terra prima del degrado. Fleischer ci mette una regia solida e robusta e il film non manca di regalare alcuni momenti memorabili nel contesto di una tangibile e angosciante oppressione. Ottimo il finale, con un colpo di scena che difficilmente lascerà indifferenti.
MEMORABILE: Thorn che mangia carne e verdura; Il dialogo tra Thorn e Sol mentre scorrono le immagini della Terra che fu; L'origine del Soylent Green.
Con le immagini di disastro ecologico e apocalittico montate sulla stupenda musica di Fred Myrow entriamo in uno dei titoli cardine della cosiddetta "fantascienza adulta", umanista ed ecologista ancora genuina e sincera. Fleischer dirige uno dei suoi massimi capolavori - e ne ha fatti anche in altri generi - aiutato alla perfezione da una visione del futuro di cinquant'anni dopo, in un 1973 (allora era il presente) decaduto e in rotta. Diverse sequenze indimenticabili, grandiose interpretazioni di Heston e Edward G. Robinson al suo ultimo film.
MEMORABILE: Tuttta la parte alla "Casa del dolce riposo" con la morte di Sol, la "Pastorale" di Beethoven e l'ouverture del "Peer Gynt" di Edvard Grieg.
Affronta argomenti delicati e di grande rilevanza sociale, disegnando un futuro distopico a cui si potrebbe arrivare, se non si inverte la rotta sull’ambiente. La prende di petto, fornendo una rappresentazione forte e drammatica di cui si ricordano molteplici sequenze, anche per la bravura con cui sono dirette. Inciampa, in maniera inattesa, sul piano narrativo, a causa di uno sviluppo piatto e incapace di coinvolgere realmente, spostando l’attenzione a un omicidio che distoglie dall’assunto principale, assomigliando, in parte, a un giallo anonimo che confonde solamente le acque.
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HomevideoXtron • 3/07/14 20:58 Servizio caffè - 2192 interventi
Il dvd SINISTER
Audio italiano e inglese
Sottotitoli in italiano
Formato video 2.35:1 16/9
Durata 1h32m39s
Extra Fotogallery, trailer
DiscussioneDaniela • 16/02/16 10:59 Gran Burattinaio - 5937 interventi
Nella seguenza più emozionante del film, quella indimenticabile con E.G.Robinson protagonista, le immagini della natura vengono accompagnate da alcuni brani di musica classica.
Si tratta di:
Sinfonia n. 6 (Patetica) di ajkovskij
Sinfonia n. 6 (Pastorale) di Beethoven
Il mattino e La morte di Åse dal Gynt di Grieg.
Robinson, da tempo malato di cancro, sapeva bene che quello sarebbe stato il suo ultimo film ed infatti morì pochi giorni dopo la fine delle riprese. Pare che non avesse rivelato a nessuno della troupe la gravità della sua condizione, anche se era palesemente molto debilitato.
DiscussioneZender • 16/02/16 17:43 Capo scrivano - 48345 interventi
Dovresti dividere in due il post, Daniela. Il primo è legato alle musiche e dovrei spostarlo lì...
CuriositàZender • 23/04/18 18:40 Capo scrivano - 48345 interventi
Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film:
HomevideoRocchiola • 30/10/18 10:54 Call center Davinotti - 1278 interventi
Il DVD della Sinister Film uscito nel 2014 è già fuori catalogo ed anche su Internet risulta raro e mediamente costoso. Si tratta di un buon prodotto con video panoramico 2.35 probabilmente non restaurato ma abbastanza pulito fatta salva la presenza di qualche piccola imperfezione sparsa qua e là. Anche a livello di definizione certe scene appaiono vagamente sfocate ma forse si tratta di un effetto voluto vista la presenza di un alone verdastro che ammanta l’immagine in alcune sequenze girate in esterni. L’audio mono originale è discreto con un livello d’uscita molto elevato. All’estero è stato pubblicato in bluray dalla Warner ma senza audio italiano.
L' effetto " verdastro" della splendida fotografia in esterni di Richard H.Kline, c' è anche nella mia ottima registrazione RAI del 1993. Credo sia una scelta stilistica voluta da Fleischer per aumentare il senso di angoscia e oppressione dell' inquinamento atmosferico e del surriscaldamento climatico
HomevideoRocchiola • 30/12/19 10:24 Call center Davinotti - 1278 interventi
Nel dicembre 2019 la Sinister ha riedito il film in DVD questa volta in versione restaurata in HD. La copertina è la medesima dell’edizione 2014 salvo per l'indicazione del restauro in HD. L’edizione precedente presentava già un buon video anche se non restaurato. Il nuovo master (credo si tratti di quello del BD Warner uscito solo all’estero nel 2011) ha eliminato i piccoli difetti presenti in origine e l’immagine appare pulitissima e perfettamente nitida. Anche in fase di dettaglio si notano lievi miglioramenti nella percezione dei particolari con un’immagine più definita che in passato. L’audio italiano mono resta invece migliorabile in quanto appare abbastanza chiuso e rumoroso. Per quanto discretamente potente se lo confrontiamo con quello originale inglese notiamo subito sin dalle musiche iniziali come il suono sia piuttosto impastato con diversi frusci di sottofondo abbastanza percepibili durante i dialoghi. Diciamo che sono difetti che non compromettono la visione ma sicuramente la traccia audio italiana andrebbe migliorata. La durata sul retro di 97 minuti si conferma sbagliata perché è quella del BD mentre il film su DVD scorre un pochino più veloce riducendosi a 92 minuti effettivi. Comunque il miglioramento c’è è pertanto consiglio il cambio con la vecchia edizione del 2014.
HomevideoRocchiola • 30/12/19 10:25 Call center Davinotti - 1278 interventi
Per quanto riguarda le scene in esterno ritoccate con l'effetto verdastro si registra una maggior incisività dell'immagine che in questi frangenti appare meno sfocata che nell'edizione del 2014.
MusicheMax dembo • 23/08/23 17:33 Servizio caffè - 425 interventi
A parte i meravigliosi, poderosi e indimenticabili inserimenti Beethoven e Grieg nella sequenza più bella del film, la superlativa colonna sonora originale del grande Fred Myrow: https://youtu.be/X2fXWg4ymzg