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La nostra recensione di A working man

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Rapiscono la figlia del suo capo e lui parte in caccia per recuperarla. Potrebbe esaurirsi qui, il riassunto di un soggetto che non fa certo dell'originalità il suo punto di forza. D'altra parte parliamo di un genere - all'interno dell'action di marca prettamente hollywoodiana - che non ha bisogno di null'altro che di un protagonista carismatico e di un regista che sappia dirigere con sapienza ritmo e azione, per garantirsi un pubblico. Qui però in sceneggiatura (e pure alla produzione) troviamo Sylvester Stallone, la cui mano in qualche passaggio ironico si sente. Trovato in Jason Statham un credibile alter ego al suo Rambo...Leggi tutto (o Cobra, se vogliamo rimanere in ambiti più simili), Sly gli cuce addosso parti di sé e questo, dal punto di vista della godibilità nel tratteggio del personaggio, fa guadagnare punti al grugno impassibile di colui che più di ogni altro, negli ultimi anni, ha saputo incarnare l'eroe invincibile capace di annientare da solo intere legioni di criminali.

Qui il nemico ha le tante facce della mafia russa, che sequestra la figlia (Rivas) del costruttore edile (Peña) per cui Levon Cade (Statham) lavora. Lo vediamo all'opera nell'incipit, il nostro "working man", a capo della sua squadra di onesti operai che se male ti comporti nelle sue vicinanze ti fa nero. Quando il padre della rapita lo supplica di aiutarlo a ritrovare la ragazza, lui risponde deciso che non fa più quel lavoro, ma poi passa dall'amico non vedente che conosce bene il suo passato nei Royale Marine inglesi e gli annuncia di aver deciso: riporterà indietro Jenny Garcia, costi quel che costi! Il che significa, lo sappiamo tutti, imbracciare il fucile per trasformarsi in una macchina da guerra inarrestabile, avviando indagini che sortiranno un'infinita scia di cadaveri. Non vuoi parlare? T'ammazzo. Parli? T'ammazzo lo stesso, che mi frega.

Dal pesce piccolo al pesce più grosso - come si autodefinisce Dimi (Osinski) - è solo questione di tempo, perché prima o poi tutti finiscono nella rete di Levon. Il quale, per entrare nel giro giusto, si finge spacciatore e comincia a salire i gradini verso il vertice. Incappando negli inconvenienti di sempre, naturalmente: gente manesca dal grilletto facile, poliziotti corrotti, brutti ceffi dal ghigno sadico e l'intero campionario del genere. E lui lì, a spiaccicare quattro parole, lanciarti un'occhiata di fuoco e poco dopo a spararti in faccia. E la rapita? Lei è un peperoncino: morsica i suoi rapitori, scalcia e si rende degna figlioccia del giustiziere amico di papà. Il quale avrebbe anche una figlia propria, a dire il vero, pure più piccola, ma questa è un'altra storia, una storia di quelle che van bene come riempitivo: baci e sorrisi, la madre morta, il suocero insopportabile.

Il film sta altrove, e David Ayer (che già aveva diretto Statham nel meno centrato BEEKEPER) replica con un po' di brillantezza in più e il film scorre che è una bellezza, senza pause fino all'immancabile epilogo (che ci potevano risparmiare, per quel che serve...). Azione ben diretta, le facce giuste e un bel po' di violenza gratuita che tale non può in verità essere definita, in un film che vive di quello e di una discreta dose d'ironia. Al mafioso che si vede puntare minacciosamente la sua arma addosso e gli domanda se è uno sbirro, il nostro risponde solo: “Ti piacerebbe, che lo fossi...”; mentre al superboss seduto sul trono e circondato dai suoi sgherri che gli fa la stessa domanda per capire se è uno affidabile replica: “Io no, e tu?”.



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Tutti i commenti e le recensioni di A working man

In attesa di comparire nel box Ultimi commenti: Galbo (19/05/25 20:43)
TITOLO INSERITO IL GIORNO 14/04/25 DAL BENEMERITO RAMBO90 POI DAVINOTTATO IL GIORNO 26/04/25
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Rambo90 14/04/25 20:59 - 8009 commenti

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Stallone (che sceneggia e produce) porta Statham in un territorio simile al suo ultimo Rambo, con una spruzzata della saga di Equalizer. Il risultato per i fan del genere è notevole, anche perché la regia di Ayer sa essere più professionale e ricercata della media di questi film e la storia non punta solo sull'azione ma crea una selva di personaggi piccoli e grandi con loro tratti peculiari, con una miriade di detestabili cattivi. Dura quasi due ore ma fila liscissimo, verso uno scontato ma appagante finale pirotecnico, con Statham sempre adatto in questi ruoli.

Gabrius79 18/04/25 08:52 - 1516 commenti

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Un film denso di azione ma anche di efferata violenza foriera di morti ammazzati, trascinato da un bravo Jason Statham a fare da giustiziere solitario per salvare una ragazza rapita. Qualche incertezza e sbavatura nella sceneggiatura non compromettono comunque la riuscita della pellicola. Interessanti i personaggi di contorno ben delineati e ovviamente tutti ad alto tasso di cattiveria.

Voloerrand 22/04/25 23:15 - 46 commenti

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L'ennesimo tronfio trionfo della smargiassa smania manesca e delirio di onnipotenza alla repubblicana maniera. Sono andati un pochino troppo in là ormai con la sospensione dell'incredulità e d'accordo che si chiama azione, ma non epurazione. Le sceneggiature poi, figurine copia incolla, sembrano tutte scritte da IA senza fantasia né tocco umano di diversità ma minestroni triti del già visto. Qui siamo ai confini della realtà tra medioevo e ritorno dei pistoleri.

Markus 5/05/25 08:38 - 3765 commenti

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È chiaro sin da subito che la scrittura di Sylvester Stallone si adatta perfettamente alla figura del suo erede cinematografico, Jason Statham. Le premesse di questo "sparatutto" lo vedono schivare qualsiasi proiettile diretto verso di lui. Si tratta di pellicole di puro intrattenimento che mantengono ciò che promettono: un'esperienza visiva distensiva, sebbene arricchita da un'azione molto intensa e un tasso di violenza decisamente elevato.

Il ferrini 7/05/25 23:21 - 2692 commenti

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Divertente carneficina alla maniera di Rambo (sua la sceneggiatura). I cattivi sono russi - ma pensa un po' - e rapiscono la ragazzina sbagliata, perché è amica di Statham. E quando importuni un tizio che mena a mani nude un megalodonte sono ca... lašnikov amari. Il film non è originale e neanche sorprendente, tuttavia le scene d'azione sono ben girate, gli antagonisti sono spregevoli, oltre che stupidi, quindi l'empatia con il protagonista scatta da subito. Imperturbabile e indistruttibile Bill è anche un bravo padre. Insomma, è un serial killer ma non si può che volergli bene.

Puppigallo 16/05/25 07:50 - 5492 commenti

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Facente parte del filone "Io vi troverò", questo action ammazzatutti (soprattutto russi) sembra un po' fatto in quattro e quattr'otto, giusto per dare a Statham, che in questi ruoli da musone rancoroso ci sguazza, la possibilità di scatenarsi. E questo poteva anche andare bene. Ma qui l'ironia, necessaria in un contesto fanta-esagerato, è a spizzichi e bocconi, mentre i veri clown sono i russi, a cominciare dai due sgherri del primo boss (improponibili). Il finale, poi, con la rapita in azione (gambe letali), va parecchio oltre. Da Stallone sceneggiatore era lecito aspettarsi di più.
MEMORABILE: Lo spacciatore di colore seduto su una sorta di trono di spade per motociclisti; "Sai chi siamo noi?". "Sì, due che la mamma veste strano".

Rufus68 16/05/25 22:43 - 3968 commenti

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Action che s’inabissa progressivamente nelle insidiose sabbie mobili del già visto. Stavolta non c’è neanche il frizzo sbarazzino dell’esagerazione parodistica, ma solo la tiritera dell’uno contro tutti i cattivi (russi freak e pervertiti, ovviamente, come da copione della nuova guerra fredda) sino alla salvezza della vittima (che strangola i suoi aguzzini, però, meglio di un’arma letale). Statham striscia stancamente il badge, il resto dell’inverosimile cast si adegua.

Galbo Ieri 10:15 - 12655 commenti

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Già insieme in un film non indimenticabile, Jason Statham e il regista David Ayer tornano a collaborare in una pellicola che lungi dal portare un contributo originale al genere a cui appartiene, appare almeno più strutturato rispetto al precedente. La trama è quella ultraclassica di un ex agente delle forze speciali che torna in azione in maniera esplosiva per salvare la figlia del suo capo. Con il contributo di Stallone alla sceneggiatura, un film dal ritmo elevato con un protagonista in parte. Il resto è tutto già visto e prevedibile, ma almeno vedibile.

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