(BABY VINTAGE COLLECTION) Tarantino è un genio e non ci possono essere aggettivi più adatti per definirlo. PULP FICTION è un film violentissimo, velocissimo e zeppo di superlativi nella sua perfetta trasposizione su pellicola dell'idea che si aveva negli anni passati del “pulp”: carta di scarso valore usata per stampare storielle di poche pretese ma di forte presa popolare. Difficile quindi accusare il film di superficialità, perché proprio questa era la caratteristica principale di ogni pulp che si rispettasse. La genialità di Tarantino sta tutta nell'essere riuscito a creare un film a episodi diabolicamente intrecciati, promuovendo a protagonista il fattore temporale. Non c'è apparentemente...Leggi tutto una sequenza logica negli avvenimenti, ma alla fine ogni singolo anello ricompone la catena richiudendola senza il minimo errore. Cosìcché il film, che dura ben due ore e quaranta, fila via come un treno senza pause, divertendo senza mai scadere nella trivialità pur offrendo spaccati di vita davvero poco edificanti. Una grossa mano gli viene data da attori in stato di grazia (vedi soprattutto un “travolgente” John Travolta), ma non va dimenticato che l’intera sceneggiatura è sorprendentemente imprevedibile, con dialoghi talmente ricercati che a dire il vero sembrano poco consoni ai personaggi che li interpretano. Non c'è una sola sbavatura dall'inizio alla fine e l'ottima fotografia unita alla crudezza stilistica tipica di Tarantino consegnano definitivamente il film alla storia. E poi non dimentichiamoci una cosa: qui si ride, e di gusto anche!
Il capolavoro che ha lanciato Quentin Tarantino nel firmamento cinematografico. Suddiviso in episodi concatenati tra loro e non in sequenza temporale, si ha l'intreccio delle vite di vari personaggi, tutti ben caratterizzati. Un cast stellare fa da contorno alla pellicola, che viene impreziosita da un John Travolta che dopo quest'interpretazione tornerà a lavorare in pianta stabile ed in grandi produzioni dopo anni di offuscamento. Grande Bruce Willis, immenso nell'episodio "Zed". Da antologia.
Dopo il folgorante esordio di Reservoir dogs Tarantino replica con questo "Pulp fiction", che gli porterà Palma d'oro a Cannes e imperitura notorietà. Anche se gli ho preferito il predecessore, Pulp fiction è veramente geniale. Il modo con cui tutte le storie si intersecano e si separano, riuscendo a chiudersi senza errori di sorta, è incredibile. Ancora una volta c'è tanta violenza, ma stemperata da una dose di ironia veramente notevole. Molto ma molto bello, un grande esempio di cinema.
Dicesi capolavoro. Poco da fare per i detrattori: i gusti sono sacri e non si toccano ma questo film tecnicamente è superlativo. Cast pazzesco, musiche splendide, fotografia, montaggio e sceneggiatura senza sbavature. E poi naturalmente la ciliegina sulla torta della regia, del Tarantino consacrato con la palma dorata il quale sforna un film che rilancia un Travolta in caduta libera e che qui, invece, è da standing ovation. Il mio prediletto sarà sempre Reservoir dogs, ma Pulp Fiction è imperdibile.
Per tutti gli appassionati di cinema questo film non può che essere un capolavoro. E' da manuale la capacità del regista di incrociare le varie storie mischiandone l'ordine temporale. Dialoghi da antologia. Citazionista alla ennesima potenza, quasi un omaggio al mondo del cinema. I personaggi, pescati dai bassifondi della mala americana, sono azzeccatissimi (Zed, Vega, l'uomo che risolve i problemi etc). Ultimo aspetto da sottolineare? Ovviamente le musiche! Da vedere e rivedere.
Un gioiello. Gli attori girano tutti al massimo (solo Bruce Willis è leggermente limitato dal ruolo). Immensi Travolta, la Thurman, Jackson e Keitel. Nota di merito anche per il boss nero (Marcelus). Ritmo impeccabile, musiche fantastiche, dialoghi tutti da gustare, specialmente quelli tra Jackson e Travolta, ma anche quando si inserisce Wolf, che risolve problemi, si va quasi in estasi. Perfetto l’incrocio di storie e personaggi. La prima “visita” di Travolta e Jackson è stupenda, come la scena nell’auto. Ma ce ne sono molte. Imperdibile!
MEMORABILE: Marcelus, dopo aver sparato nelle palle al suo carceriere, gli dice: "Con te non ho finito manco per il cazzo! Ho una cura medioevale per il tuo culo"
Capolavoro: senza dubbio il miglior film di Tarantino. Tutto funziona alla perfezione: la storia, congeniata in modo impeccabile, i dialoghi, brillanti e divertenti, la regia, trascinante e innovativa, il cast, eterogeneo ma mai così azzeccato, la colonna sonora, piacevole ed azzeccatissima. Il film più bello (e forse più importante) degli anni 90.
A volte i luoghi comuni sono veri, e quelli che circondano Pulp fiction lo sono. Ogni fan discuterà (anche con se stesso) sul QT preferito, ma è impossibile negare a quest'opera l'importanza e l'influenza decisive (in bene e in male, perché i seguaci delle grandi dottrine quasi mai sono all'altezza dei fondatori) su tutta la comunicazione contemporanea. Riuscire poi a coniugare tutto questo col più viscerale, irresistibile, crasso dei divertimenti è, come direbbe Jules, "Dio che interviene a deviare la pallottola".
Tre fasi. Grande inizio prima dei titoli. Poi noioso, fino alla fantastica battuta di Travolta (vedi sotto). Walken spacca il film a metà, perché dopo di lui comincia il grandissimo film, con lo straordinario episodio di Willis e col lungo crescendo conclusivo, semplicemente fenomenale, che inizia dopo che a Travolta è partito il colpo. Arriva Keitel (che poi se ne va con la sosia della Lewinsky), i dialoghi sono ancora prolissi, ma iper-divertenti, fino a quando Roth ha la pistola puntata in fronte e viene voglia che il film non finisca mai.
MEMORABILE: "Ora, se vuoi scusarmi, vado a casa a farmi venire un infarto".
Film imprescindibile, non fosse altro perché alcune delle sue più celebri battute fanno ormai parte del lessico abituale. Attori in gran forma e perfettamente in parte. Sceneggiatura impareggiabile, da imparare a memoria. Colonna sonora da antologia. E, su tutto, il divertimento continuo e rinnovato, anche di fronte alle scene più truci e truculente. Indispensabile vederlo, possibilmente al cinema. Consigliabile rivederlo, ogni tanto, per cogliere qualche dettaglio sfuggito alla visione precedente.
MEMORABILE: "Eri quasi arrivato, ma non ce l'hai mai fatta. E se dovevi farcela, ce l'avresti già fatta" (Marcellus Wallace a Butch Coolidge)
Film giustamente entrato nella storia del cinema e nella terminologia comune. La rappresentazione della violenza è volutamente semiseria (è proprio su questo aspetto che gli avvocati italiani hanno lavorato per tramutare il VM18 in VM14 e farlo vedere in prima serata tv) e perfettamente accompagnata da musiche e dialoghi surreali. Perfino John Travolta riesce a impressionare; ma sono ottime le prestazioni di tutta la compagine, comprese quelle collaterali tipo il "ripulitore" Keitel o il boss Marcelous Wallace. Momenti memorabili a gogò.
Da una storia del più interessante scrittore di "noir" contemporaneo, Roger Avary, Tarantino sforna il suo secondo film, in lista per una valanga di Oscar e non a caso. Oltre all'utilizzo d'attori d'alto rango, il giovane regista imbastisce un omaggio ai classici "pulp" sviluppati su carta stampata, inserendo situazioni inattese e prive di logica (il maniaco Zed ed il negoziante, inattesi sodomizzatori) che riescono a catalizzare l'attenzione pur essendo dilatate oltre misura. Lungo (oltre 140 minuti) diverte dal primo all'ultimo secondo.
Film della grande consacrazione di Tarantino, è un'opera sulla violenza che (analogamente a quanto accadeva ne Le Iene) viene estremizzata e decontestualizzata, non risultando mai fine a sé stessa, ma sempre narrativamente funzionale. Inoltre, come nella sua opera precedente, il regista compie una riuscita miscela di generi, sempre stemperati da un fine tocco ironico chiaramente percepibile nei dialoghi. Cast ottimo, con grandi prove di Travolta, Willis e Jackson.
Osannato da tutti, in realtà non vale quanto il precedente Le Iene. Tarantino costruisce una sceneggiatura a tratti confusa, con situazioni a tratti insostenibili (vedasi la scena della siringa), altre assurde ma divertenti (tipo quella che vede protagonisti Travolta e Jackson in macchina, dopo l'incidente, e la successiva entrata in scena del memorabile personaggio interpretato da Harvey Keitel). Nel cast menzione particolare per Jackson, una splendida Thurman, Willis e il già citato Keitel. Non un capolavoro, ma assai godibile.
MEMORABILE: L'incidente in macchina; il monologo di Lee Jackson sulla furia divina.
Epocale e ipercinefilo. Un unico film smembrato in diversi episodi esibiti sotto forma di flashbacks sincro-diacronici di kubrickiana memoria. Sceneggiatura a prova di bomba, con osmosi continua fra truculenza noir e umorismo piccante e irresistibile che la ridicolizza, rendendola più che sostenibile. La direzione degli attori è eccellente: rifulgono un insolito Travolta, Jackson e la Thurman, sebbene la classe di Keitel nello smoking del "risolviproblemi" Wolf resti impagabile. Anche le musiche fanno la loro parte.
Film che ha consacrato definitivamente Quentin Tarantino come uno dei migliori registi degli Anni Novanta, è stato forse un po' sopravvalutato: in confronto alle altre pellicole dirette in seguito dal regista (ma anche all'esordio Le iene), il film, infatti, sembra un po' un esercizio di stile, programmato per generare discussioni sulla violenza e sul pulp. La fattura è ovviamente ottima, la regia splendida, il cast di lusso, ma rivedendolo con gli anni sembra un po' un film superficiale.
Difficile parlarne senza risultare banali, dal momento che su questo film è stato detto e scritto di tutto. Posso solo dire che dopo numerose visioni rimane sempre un film da godere, dal primo all'ultimo fotogramma, perché se è vero che la perfezione non esiste, Tarantino ci è andato molto vicino. Insieme al precedente Le iene rappresenta quanto di meglio sia uscito al cinema negli Anni Novanta, senza dubbio. Da vedere e rivedere.
Il film di un'epoca: dialoghi straordinari, una vera musica, un senso dell'immagine che è somma di mille altri film eppure è solo e soltanto Tarantiniano. Il regista scoperchia una pentola in piena ebollizione, gli Anni Settanta erano lì pronti ad essere riscoperti e lui riesce con questo capolavoro a sintetizzare miliardi di film, miliardi di emozioni che prova chi, come lui, il cinema se lo gode di pancia. Tra le tante altre cose è il ritratto di una contemporaneità senza gusto per il presente e assolutamente vacua. Chi, come me, ha l'età del regista capirà.
MEMORABILE: Far un massaggio ai piedi e metter la lingua nel più sacro dei suoi buchi non è lo stesso campo di gioco,non è la stessa partita,non è lo stesso sport
Un film da sganasciarsi dal ridere, grazie al meccanismo di entrate e uscite in perfetto ritmo-Feydeau, che scatena situazioni impreviste e irreparabili e a discorsi surreali. Non è un film violento, né profondo: niente sangue, solo succo di pomodoro in palese esaltazione della finzione esagerata (ancora teatro: il Grand Guignol). Se Le iene ci aveva portato alla soglia della tragedia, qui siamo scaraventati nel più puro meccanismo comico: complimenti a Tarantino e agli attori finti cattivi, superlativi nei loro personaggi sopra le righe.
Cult di Tarantino, osannato da critica e pubblico e non si può, obiettivamente, dar loro torto. Dialoghi ormai entrati nella storia del cinema, interpreti in stato di grazia (su tutti Travolta, Jackson, Willis e la Thurman), sceneggiatura e montaggio geniali. Tre storie principali che si intrecciano, in un adrenalinico turbine di fortissimo humour nero, gangster-movie, action e drammatico. Tarantino è riuscito a tirare fuori il meglio da ogni protagonista e a confezionare un film perfetto, grazie anche a un uso eccellente delle musiche.
Cinema per il cinema, puro intrattenimento ma senz'altro di gran livello. Tarantino mescola molti ingredienti e non esagera in niente, nemmeno nei torrenziali dialoghi (che anzi finiscono con l'essere il punto forte del film). Anche la violenza è rappresentata con disincanto, come se non fosse da prendere sul serio... Non si può dire che sia un film emozionante, questo no. Ma è forse il non plus ultra del divertissement anni '90.
MEMORABILE: Il battibecco tra Jackson e Travolta mentre puliscono l'interno dell'auto.
Capolavoro del genere. Tarantino il migliore, se non il maestro, del genere. Non avevo mai visto un film del genere di questo livello. Dopo sono venuti solo copie fatte male. Questo film rimane l'esempio esatto di come si possa far cinema. Non c'è un attore che non sia all'altezza. Inutile dire quale scena sia da ricordare, potrei dimenticarne una...
Tutto è perfezione, in questa magnifica pellicola. Capolavoro del genio Tarantino per dialoghi, scansione temporale, scelta degli attori, look, atmosfere, caratterizzazione dei personggi, scelte stilistiche, ritmo, battute memorabili. John Travolta tossicomane ai suoi massimi storici, Bruce Willis perfetto nel ruolo di pugile che la sfanga, Samuel L. Jackson terrificante nella sua divertente tiritera biblica. Applausi.
MEMORABILE: Il dialogo fra John Travolta e il suo spacciatore prima che gli eventi degenerino.
Capolavoro di Quentin Tarantino. Un insalatiera di scene indimenticabili ed uniche per il loro genere. Attori più che all'altezza e una colonna sonora perfetta. Sceneggiatura ottima (ha vinto l'Oscar). I personaggi sembrano volersi contendere lo scettro di protagonista, con le loro storie sadiche e curiose. John Travolta non l'ho mai visto così in forma (con quel pancione). Bruce Willis si avvicina al cinema "serio", la bellissima e dura Thurman, grandioso Keitel, Samuel L. Jackson (divino), Walken, Roth, Plummer, Rhames, ecc... ecc...
MEMORABILE: "È l'orgoglio che ti fotte il cervello e te lo ficca nel culo".
Seconda fatica ed affermazione di un mito vivente. Tarantino stravolge le regole più classiche di narrazione cinematografica (vedi Altman), regalandoci un film che viene mandato avanti per destrutturazione. Assoluto melting pop, attraversato da dialoghi al vetriolo (basta sentire i discorsi tra Jackson e Travolta), con una serie di personaggi da sbarco sulla luna, il regista di Knoxville firma il più grande successo degli Anni Novanta e molto probabilmente la sua "condanna" nei confronti di un pubblico che da lì in poi gli ha sempre chiesto di più. Innovativo.
MEMORABILE: Chi è Zed? Zed è morto, piccola, è morto.
Dopo Le iene, Tarantino inventa un Hellzapoppin del cinema violento, parolacciaro e sanguinario. Furibondo e irresistibile, alla sua comparsa siamo rimasti stupefatti e ammirati. Niente storia, cinema di puro meccanismo, che qui è nuovissimo e perfettamente oliato, macchina strepitosa di violenza e humour nero, con personaggi e momenti entrati nella storia del cinema. Oggi sappiamo che era, fin da allora, già maniera di se stesso. Infatti, tentato (e fallito al box office) un film come Jackie Brown, Tarantino ripiega poi (definitivamente?) sul vuoto citazionismo. Zenit & nadir.
Truculento, trucido e al tempo stesso comico, è uno dei film più sovversivi degli ultimi decenni. Tarantino abbatte con metodo convenzioni narrative e steccati tra i generi, con un intreccio a puzzle che regala un posto al sole a quasi tutti i personaggi e ai rispettivi interpreti (in particolare ci sono il sorprendente rilancio di Travolta e il decollo di Jackson e Uma Thurman) e attenua il senso di prolissità e logorroica sovrabbondanza che qua e là affiorano. Ottima colonna sonora.
MEMORABILE: I due killer ripuliti, appiedati e in tenuta da “ca**oni” (T-shirt, shorts e valigetta); Ezechiele 25, 17.
Il film culto degli Anni Novanta. Un mix di noir, commedia e dramma grazie al nuovo maestro del cinema Quentin Tarantino. Il grande ritorno di John Travolta oltre ad uno strepitoso Harvey Keitel nella parte del risolvi-problemi Wolf, completato dagli altrettanto eccezionali Uma Thurman, Bruce Willis, Tim Roth etc. L'originalita di Tarantino la si coglie in situazioni drammatiche, che però vengono prese sempre non troppo sul serio (il caso di Wolf, o dell'iniezione di adrenalina ad Uma Thurman etc.) Super!
Quanto cinema in questo perfetto capolavoro pulp. Il film ha una lunghezza considerevole che non pesa minimamente sulla visione grazie ad una raffica di loquacità verbali (in realtà si parla persino di cani e porci) di un cast sorprendente: il rispolverato Travolta si prende la scena maggiore, ma altrettanto godibile è Bruce Willis nell'episodio (a mio parere) più divertente. Perchè nonostante la quantità di frattaglie e malavita, questo è un film che diverte, prende e fa ridere! Il divertimento è nella genialità del tutto, anche degli incastri.
MEMORABILE: Bruce Willis ha solo l'indecisione di che arma usare per soccorrere un nemico. Il signor Wolf "non è il momento di farci pompini a vicenda".
Decisamente uno dei più bei film degli ultimi 15 anni, in cui il regista fa una specie di sunto del suo modo di vedere il mondo. Un mondo violento, ricco di personaggi a tratti ambigui e inumani. Molto interessante la regia, anche se un po' prolisso il film, in generale. Due ore e mezza non sono infatti consone ad un film del genere, anche se, con la sua genialtà, Tarantino riesce a farne un film piacevole, per così dire. Geniale la scelta di unire una serie di storie tutte legate fra loro ma indipendenti.
MEMORABILE: I titoli di testa, l'episodio "A colazione", Uma Thurman e John Travolta che ballano.
Capolavoro innovativo, unico e irripetibile di un Tarantino ai massimi vertici del suo talento. Qui gli elementi che erano già in gestazione ne Le iene lievitano e si esprimono in maniaera lucida, autorevole e matura. Abbiamo storie e frammenti di storie che si incastrano alla fine a formare un mosaico completo: impossibile descrivere a parole la suggestione che ne deriva. Del resto qui si rifugge da ogni verbalismo e perfino i dialoghi sono funzionali alla visione. Anche le prove degli attori sono al di sopra dei loro consueti livelli.
Il cinema è fatto di punti di riferimento e questo film lo è. Tarantino mette nel calderone le sue grandi passioni, dai b-movie anni 70 alle musiche d'atmosfera ai dialoghi surreali e violenti e ne esce un capolavoro. Non mette su una trama complicata, ma la crea "sfasandola" in episodi e poi crea dei personaggi cult come se niente fosse, dai protagonisti principali ai comprimari (anzi probabilmente comprimari in questo film non ne esistono). Da scoprire anche in lingua originale.
MEMORABILE: Troppi. Ma la scena della siringa d'adrenalina? Geniale...
Incassati gli inni celestiali post-Le iene Tarantino, godendo stavolta di un budget miliardario, firma il suo film simbolo. Baciato in fronte da Dio partorisce una sceneggiatura geniale e strabiliante ma soprattutto costruisce una schiera di personaggi caratterizzati in modo eccellente, ognuno di loro avrebbe meritato un'intera pellicola ad hoc. Quel quid in più lo dà ancora la cronologia sfalsata dei vari segmenti. Troppo contemplativo in alcuni punti, un po' di aria fritta nei memorabili dialoghi (Jackson esagera), per il resto un'opera superba.
MEMORABILE: Tutto l'episodio con l'ottimo Bruce Willis; Rhames sodomizzato; Keitel chiede a Tarantino una tazza del suo buon caffè.
Un film il cui successo rimarrà un’incognita. Tutta ‘sta montagna di stile con cui Tarantino riscatterebbe la banalità di fondo non la vedo. Anzi, sembra che per diventare un regista di successo basti prendere storielle scialbe, frullarle con dialoghi tra volgarità e citazioni pop-cinefile, copiare tutti gli stili per illudere d’averne uno proprio, ed accumulare suspense verso un climax che non arriva mai. L’intreccio è abile, le musiche sono ben scelte, ma questo non basta certo a fare di Pulp Fiction un capolavoro, né di Tarantino un autore.
MEMORABILE: Thurman e Travolta che ballano il twist.
Un intreccio tarantiniano di alto livello con personaggi prima ammazzati e poi di nuovo alla ribalta, un cast di assoluto livello per un film di grande impatto narrativo e non solo. Belle scene di violenza concatenate con ironia acuta e fuori dagli schemi cinematografici classici. Alcuni frammenti hanno fatto storia e Travolta ha avuto la possibilità di tornare in auge.
Coraggioso, originale e soprattutto imprevedibile. Pulp fiction, un po' noir un po' pulp, è un vero capolavoro! Diretto da un grandissimo Tarantino, che ha svolto il suo compito in modo perfetto, ci regala un "rinato" e semplicemente magnifico John Travolta, una splendida e misteriosa Uma Thurman, dialoghi taglienti, una splendida colonna sonora e un sacco di risate. In sintesi: 2h e mezza memorabili.
Capolavoro: Tarantino mescola tra di loro diversi generi e ciò che ne esce è un miscuglio omogeneo al cento per cento. Non è possibile trovare un protagonista perché tutti i personaggi sono protagonisti a loro modo. Dialoghi memorabili, cast composto da attori perfetti per il loro ruolo e diverse trovate geniali. I capolavori per me sono pochi e Pulp Fiction è uno di questi.
MEMORABILE: Travolta: "Secondo me ora è meglio andarsene". Jackson: "Sì, mi pare una buona idea".
Tarantino è paragonabile solo, che so, a Bob Dylan: a loro è concesso tutto, ma la loro influenza sugli altri è stata terribile: e se negli anni '60 tutti si sono sentiti in diritto/dovere di riempire le canzoni con fiumi di parole, così per tutti gli anni '90 ci siamo dovuti sorbire commedie finto-alternative basate su chiacchierate interminabili e sulla trovata di episodi frammentari destinati a ricomporsi in ordine cronologico sparso. Detto questo, il film è Tarantino tout court e resta il capolavoro assoluto che è.
MEMORABILE: La gara di Twist; "Cazzo non mi morire, Mia!;... "ed ora, giovanotto, consegno a te l'orologio!"; Ezechiele, 25, 17...
Questo è uno di quei film che ti rimangono appiccicati addosso per tutta la vita. Una serie di personaggi e di storie strampalate si intersecano tra di loro con dinamica, humor nerissimo e tanta violenza. Gli attori sono un tutt'uno con i ruoli che devono interpretare. Rispetto ai film che Tarantino farà in futuro, da premiare anche per l'originalità. Le cose belle da elencare sono infinite. Un film assolutamente perfetto.
MEMORABILE: Il ballo tra Travolta e la Thurman. Ogni scena in cui è presente Samuel L. Jackson.
Sono d'accordo con tutti quelli che definiscono questo capolavoro un film comico. È una comicità particolare, di certo si ride dall'inizio alla fine e quando non si ride si è comunque in uno stato di sovraeccitazione che spinge a vedere con ansia il nuovo fotogramma e si perde la sensazione del passar del tempo. Farei prima a dire i difetti che non le tante qualità, ma difetti non ne trovo. Dirò che la fotografia mi ha stregato e la sceneggiatura non dà respiro. Tutto il resto è all'altezza. Come raccontare cose truculente (pulp) con arte.
Troppo facile essere banali qui; potrei solo dire che il giochino degli stravolgimenti temporali l'ho trovato più interessante nel Tarantino precedente e in quello successivo, ma questo film rimane comunque il manifesto di una poetica pulp che applica i meccanismi comici alla violenza (anche sessuale) più gratuita ed efferata.
Ovvero come smontare e ricomporre il genere noir. Nella scatola dei Lego di Tarantino ci sono gangster idiosincratici, femme fatales, rapine, pistole di Cechov, trame spezzate e ricomposte, musiche da antologia e lui mescola tutto. Esagera in tutto e sa come farlo bene. Un film i cui difetti (la prolissità di Jackson, il costante bisogno di essere sopra le righe, la sostanziale assurdità) possono diventare pregi sotto la giusta luce. Completamento e superamento de Le iene, ha ridefinito le regole e vanta innumerevoli tentativi d'imitazione.
MEMORABILE: Uma Thurman che consiglia a John Travolta di "non essere troppo..." e disegna il "quadrato"; "Devo pugnalarla tre volte?"
Un capolavoro! Non esistono altri termini per definire il film in questione, partorito da un Quentin Tarantino in stato di grazia e con un cast di elevatissimo livello. Praticamente tutti i personaggi e tutti gli episodi sono perfettamente incastrati tra loro, indimenticabili. Magnifico Samuel L. Jackson e il famoso balletto tra la Thurman e Travolta. Dieci e lode!
MEMORABILE: Samuel Jackson che recita la Bibbia. Il dialogo iniziale sul sesso orale.
Tarantino bissa e supera il successo del precedente Le iene. Con una sceneggiatura a più ampio respiro, si reinventa un genere lavorando sui dialoghi e sul montaggio. Non è però solo bravo nella regia o nella sceneggiatura; sa essere un ottimo motivatore riuscendo a tirare sempre fuori dagli attori una sorta di stato di grazia. Willis, Travolta, Jackson. Tutti ad altissimi livelli. Per non parlare delle seconde linee come Walken, impeccabile nel suo cameo. Insomma, in questo caso, anche per i detrattori è difficile trovare difetti.
La conferma (ce ne saranno altre) che Tarantino sa scrivere e dirigere molto bene, usando non sempre materiale di “prima scelta” (ciò accadrà soprattutto altrove). Qui è riuscito a creare un magnifico puzzle i cui pezzi alla fine si incastreranno alla perfezione l’uno nell’altro. Ciò che è notevole in questa ed in altre sue opere è però che il regista riesca a coinvolgere lo spettatore non solo attraverso gli avvenimenti ma anzi, forse soprattutto, attraverso i dialoghi. Così la verbosità, che per altri sarebbe un difetto, con lui diventa una qualità o ancor di più, un marchio di fabbrica.
La forza di questa pellicola sta principalmente nella regia di classe e in una sceneggiatura di altissimo livello. Idem per i dialoghi e per l'interpretazione del cast. È la violenza la protagonista, con le vite dannate che popolano il sottobosco delle metropoli, la violenza che annichilisce, chi ne fa ragion di vita, chi vive per essa. Azzeccata la colonna sonora e curioso e riuscito l'intreccio temporale. Un capolavoro tanto pulp e poco fiction.
Imperdibile capolavoro di Tarantino, che ci garantisce due ore e mezza di intrattenimento di ottima qualità, fra noir e commedia. Sceneggiatura impeccabile e inarrestabile, anche se godibilissima; il regista riesce a stravolgere e ricostruire l'intreccio in maniera chiara, senza confondere troppo lo spettatore. Episodi appassionanti farciti di personaggi innovativi e recitati oltretutto ottimamente, si noti fra tutti Samuel Lee Jackson, secondo chi scrive al suo top di sempre. Ha rinnovato la produzione di tutti gli anni 90.
MEMORABILE: Le visite al bagno di Travolta, che ogni volta sanciscono un giro di boa della storia; il mitico twist Mia-Vega; l'episodio in cui recita Tarantino.
Dopo Le iene, Quentin Tarantino gira Pulp fiction mettendo su un nutrito cast di star e comprimari. Montata in maniera sconclusionata, ma originale, la pellicola riesce a regalarci una carrellata di personaggi indimenticabili, che pontificano monologhi che molti spettatori hanno imparato a memoria. Ma anche le azioni e le situazioni surreali non mancano. Non solo. Con questo film, John Travolta viene rilanciato alla grande e si scopre Samuel L. Jackson, fino ad allora caratterista di poco conto. Uma Thurman indimenticabile dark lady. Ottimo.
MEMORABILE: La gag della macchina, dove John Travolta/Vince Vega spara, per sbaglio, all'uomo che sta dietro, schizzando il vetro posteriore di sangue.
Cosa dire di questo film che non è stato già detto? Sarebbe come commentare la musica dei Led Zeppelin... Semplicemente, non ha difetti. Il cast è di prim'ordine, la regia perfetta. La sceneggiatura strutturata in maniera innovativa con salti temporali, colpi di scena, situazioni inaspettate... lascia di stucco alla prima visione. Le successive sono ancora meglio.
MEMORABILE: Uma Thurman in overdose; Il risolutore di "situazioni"; Il personaggio di Bruce Willis; Il passo della bibbia letto da Jackson.
Se stilisticamente Tarantino ha fatto molto di meglio in futuro, non si può dire la stessa cosa della sceneggiatura, che risulta perfetta: ogni tassello ritorna magicamente al proprio posto come in ogni puzzle che si rispetti. Senza alcun dubbio i dialoghi, geniali e appassionanti, sono fra i migliori mai scritti nella storia del cinema. Peccato per qualche tempo morto, specie nella parte centrale. Nonostante abbia rivoluzionato il cinema, l'ho trovato un filino sopravvalutato: meglio sia Le iene che Bastardi senza gloria.
Ennesima prova brillante di Tarantino: il suo è un film nel film, veniamo catapultati continuamente di situazione in situazione innamorandoci di volta in volta di personaggi straordinari che reggerebbero da soli un film (toccando l'apice nel Sig. Risolvi problemi e nel Walken custode dell'orologio d'oro). Il montaggio in capitoli (che rivedremo in Kill Bill), oltre a rendere il film godibile senza stancare, riesce diabolicamente a chiudere le intricate trame in un puzzle perfetto. Cast eccezionale; altro che storielle pulp; puro genio!
Visto, rivisto e stravisto, con il sole e con la pioggia, in inglese e in italiano, a 13 e 28 anni: il risultato non cambia, amore allo stato puro. Pulp Fiction rimane il film che mi ha cresciuto e grazie al quale ho imparato ad amare il cinema di genere. Incastro magistrale di storie popolate di personaggi che passeggiano con grazia tra la realtà ed il mito, esplosione di una regia ipercitazionista ma pura e capace di regalare momenti di puro godimento allo spettatore, dialoghi al limite della perfezione e colonna sonora curatissima. Sublime capolavoro.
MEMORABILE: Il massaggio ai piedi; L'orologio; Harvey Keitel.
Tarantino e il montaggio. Quattro storie che si intersecano in maniera stravolgente. Sangue sparso nella pellicola come un fiume in piena. Violento e crudo, battute dei personaggi curate. Mitica interpretazione di Wolf, lo sbriga faccende elegante (ricorda tanto la politica odierna)...
Capolavoro di Tarantino che con questo film sancisce definitivamente il concetto di pulp al cinema. Sono rimasto sorpreso dalla metrica del film: anche se sembra a episodi riesci a capire il sottile filo conduttore della trama. Ottimo cast, soprattutto Travolta nei panni di Vincent Vega. Da vedere assolutamente, è di sicuro uno dei migliori film del secolo.
Come scomporre un film in un frappè da 5 dollari e sentirne il gusto ad ogni sorso. Sceneggiatura da marziano che, con un durata abbondante, tracima idee, violenza e humour nero in un vortice. Eccellenti prove degli attori, dove il mio plauso personale va a Jackson. Colonna sonora di valore, basata su ritmi blues decadenti. Si nota che ha preso a mani basse idee registiche e stilistiche, ma per il senso del film non se ne fa una colpa. L'insieme di scene cult è un suo merito e ad ogni visione si impreziosisce il contributo.
MEMORABILE: Il nome Butch; Buonanotte Rachele; Il dialogo Marcellus e Butch; Il dialogo sui massaggi ai piedi; Wolf.
Un film ormai iconico: ricco di momenti memorabili, con una colonna sonora curatissima e mai inserita a sproposito, recitazioni ottime e indimenticabili da parte di tutto il cast (con punte di eccellenza in Travolta, Jackson e Willis), personaggi entrati nel mito e dialoghi pieni di frasi e scambi di battute brillanti. Un capolavoro.
Lo vidi in VHS, quando uscì in questo formato e lo trovai truculento e prolisso: segno che non avevo capito lo spirito del film. L'ho rivisto ora e mi ci sono divertito molto. Dà una specie di assuefazione e per questo non sembra lungo, anzi alla fine uno vorrebbe vedere ancora qualcosa. Un po' come un beverone americano: uno ci prende gusto e trangugia fino alla fine il liquido, che professionisti sofisticati hanno confezionato con la massima attenzione e che propongono in tutta disinvoltura.
Pulp fiction aka absolute exploitation aka aria fritta aka pericoloso trend installatosi su di noi negli ultimi 24 anni e che ne domina ancora tanti aka asserzione di essere a tutti i costi speciale senza tenere manco il fatidico pugno di mosche aka volontà perversa di provare di tutto pur di credere alla barzelletta di vivere al massimo. Strumenti usati: cervello disconnesso in toto, scempio del proprio corpo, sbroccate maniacali, elucubrazioni che rendono schifoso ciò che una volta era sublime, arte lounge (unico elemento positivo). Il tutto girato superbamente e con rare doti di veggenza sulla durata del trend.
MEMORABILE: Fantastici i discorsi della Thurman sul silenzio fra due e sugli uomini che son peggio del circolo del cucito. Talmente vero da far rabbrividire.
Pulp fiction è il film per definizione. Un capolavoro indiscutibile: dialoghi mai banali, scene memorabili, attori divini con uno dei più grandi cast di sempre. È uno spaccato degli anni 90 dove i vari capitoli ritornano, si incastrano, raccontano e si completano con grande maestria. Un film che ha creato un genere e fatto tendenza ergendosi a modello cui tenderanno molte produzioni successive. Geniale!
MEMORABILE: Solo scrivendola in inglese se ne capisce il vero senso: "who chopper is this?" "Zed". "Who's Zed?" "Zed is dead"; La verità è che tu sei il debole e io...
Non dimostra certo i suoi 20 anni quest'opera che ha consacrato Tarantino quale regista e autore di vaglia. Ancora fresca, spumeggiante nel ritmo e affascinante nei dialoghi intrisi di black humor. La struttura circolare e impeccabile della sceneggiatura, l'intreccio sapiente delle varie trame, l'interpretazione magistrale di un cast più che azzeccato, con un Harvey Keitel una spanna sopra gli altri, ne fanno capolavoro evergreen. Invidia per chi deve ancora scoprirlo!
Signore e signori, Quentin Tarantino. Ho visto questo film una ventina di volte, ma lo rivedrei anche subito; il fatto è che guardandolo non si ha la sensazione di guardare un semplice film, ma un'opera divina guidata direttamente dal dito di Dio. Ogni inquadratura, ogni movimento di macchina, ogni attore supera la perfezione, ogni dialogo ti spiazza e ti resta dentro per tutta la vita, spedendo il regista californiano di diritto nell'Olimpo dei geni indiscussi della settima arte. A mio avviso il più grande film della storia del cinema.
MEMORABILE: Ezechiele 25: 17; La gara di ballo; La scelta dell'arma; Mr. Wolf.
Eccellente esempio di sceneggiatura e di regia. Ironico, efficace, ben recitato e girato ancora meglio, Pulp Fiction dà inizio all'epopea tarantiniana per il grande pubblico (il vero inizio risale a Le iene). Il livello di scrittura è sicuramente ciò che impressiona di più del film, la forza dei dialoghi è tale da rendere interessanti disquisizioni su pancetta di maiale, maionese e perfino massaggi ai piedi. Facendo gli esempi più terra terra, l'opera è un dialogo continuo, sempre efficace. In un certo senso rivoluzionario.
MEMORABILE: "Lì sai di aver trovato qualcuno davvero speciale. Quando puoi chiudere quella cazzo di bocca per 5 secondi e goderti il silenzio in santa pace".
Capolavoro, non trovo altre definizioni più adatte: ha creato un vero genere ridefinito ed elevato il concetto di film a episodi a un livello estremo, storie che sembrano disgiunte ma con un sottile filo conduttore, battute che sono diventate dei cult, attori perfetti nei ruoli e in grande forma, su tutti un ritrovato John Travolta meravigliosamente autoironico. Le storie narrate sono tutte originali, emozionanti e comiche, tanto che il film corre via veloce e non ti accorgi della sua durata! Da vedere e rivedere, anche dopo 20 anni sembra nuovo!
Siamo di fronte al capolavoro assoluto di Tarantino: regia perfetta, cast eccezionale, trama intrecciata (come nel precedente Le iene). Il film è un susseguirsi di scene d'azione con una dose di sangue e violenza fuori dal comune, vero marchio di fabbrica del regista americano. Da segnalare un Samuel Lee Jackson in forma smagliante (doppiato da Luca Ward) e un John Travolta che dopo un periodo oscuro torna ai vecchi fasti. Nulla è dato per scontato e nonostante molte cose non si capiscano, alla fine tutto torna, come in un puzzle perfetto.
Pulp fiction ovvero l'essenza stessa di Tarantino, con pregi, difetti, eccessi; e Tarantino è il classico regista che si ama o si odia, ma la cui originalità è sempre graffiante. Siamo a livelli di capolavoro, anche per il solo piacere della visione. Grandissimo cast, utilizzato in maniera non convenzionale ma giustificabile solo dalla struttura episodica. Il migliore in campo è Jackson, assoutamente miracoloso nella sua verve, seguito a ruota da Keitel (che avrebbe meritato maggior spazio, così come Walken) e Travolta. Super promozione.
Alla base del film c'è una padronanza registica fuori dal comune: Tarantino sa esattamente come girare e utilizza il mezzo della parola come se fosse stato lui stesso a crearla. La capacità di tenere incollato al film lo spettatore nonostante (o forse proprio perché) si parla di cose completamente futili è una dote fuori dal comune, e così Tarantino introduce lo spettatore in maniera completamente naturale all'interno di vicende tutt'altro che ordinarie. Cast in stato di grazia e Travolta fantasmagorico. Capolavoro.
Uno sviluppo narrativo costituito da una serie di scene montate in ordine non cronologico sorrette da grandi attori e da un'ottima sceneggiatura in cui tutto torna. Un procedere fumettistico in cui la tanta violenza è presentata in chiave ironica e perciò diluita nelle sue connotazioni drammatiche. Il punto di forza sono i dialoghi super, che rendono naturale e fanno apparire lo sviluppo drammatico inevitabile e naturale. Grande cinema!
MEMORABILE: Jules e Vincent dall'auto a parlare di hamburger fin nell'appartamento a regolare i conti; Dallo scoppio della testa alla colazione.
Se si eccettua il lungo episodio iniziale con la Thurman (noioso e a conti fatti inutile ai fini della trama), il film è un vero capolavoro di regia, sceneggiatura, recitazione e musiche. Travolta e Jackson paiono in irripetibile stato di grazia e insieme formano una delle coppie più memorabili della storia del cinema. Notevolissimi comunque anche Roth e Willis, per non parlare di Rhames (l'indimenticabile gangster Marsellus). Quasi tutti i dialoghi sono memorabili e le scene cult si sprecano. Da vedere almeno una volta.
MEMORABILE: "Stai bene?" "No amico. Mai stato così lontano dallo stare bene".
Una svolta nella storia del cinema. Innanzitutto per lo stile, perché un approccio così sorprendentemente curato nel narrare assurde vicende pulp/trash di violenza efferata non si era mai visto. Poi la perfetta gestione temporale di diverse storie intrecciate, come tanti film che alla fine risultano perfettamente concatenati. Infine il cast, eccezionale: su tutti la straordinaria interpretazione di Vincent da parte del recuperato John Travolta, che nel duetto con Mia/Uma Thurman dà vita a un episodio di cinema indimenticabile. Capolavoro.
Tarantino può essere riassunto in queste due ore e mezza di spettacolo puro, in cui le risate sono direttamente proporzionali alla quantità di sangue mostrata. Un vero miracolo al quale ha contribuito non poco anche un cast particolarmente ispirato, con menzione particolare per Harvey "Mr. White" Keitel nel ruolo del serafico risolvi-problemi Wolf e soprattutto Sam Jackson, che in seguito riuscirà a eguagliarsi solo nei panni di Ordell. Semplicemente un film perfetto.
MEMORABILE: Ezechiele 25: 17; L'orologio d'oro; Il massaggio ai piedi; L'iniezione a Mia; Mr. Wolf; La tortura di Marsellus.
Non necessaria sarebbe una nuova menzione alla genialità di Tarantino, che con questo pezzo viene assurto nell'olimpo dei geni della cinematografia contemporanea. Un film che ogni volta che si rivede ci cogli un dettaglio in più, personaggi indimenticabili e a trecentosessanta gradi. Una vera e propria perla, nel suo genere. Assolutamente inaccettabile non vederlo.
Benchmark assoluto per un certo tipo di cinema, se non vogliamo credere che questa sia una pellicola unica e irripetibile. Non ho una risposta certa, perché di film ne sono stati fatti troppi e tanti ne faranno ed è difficile prendere una posizione assoluta. La prima volta rimasi interdetto dallo spettacolo, forse perché non lo avevo capito fino in fondo. Poi, col susseguirsi delle visioni e fino a quest'ultima, la mente si è fatta sempre più lucida e non è stato difficile elaborare la considerazione che siamo di fronte a un capolavoro assoluto della cinematografia.
Inaugura il termine "pulp" e punta verso il leggendario questo cult anni '90 che annovera una parata di stelle, sparse in vari episodi separati, che poi chiudono il cerchio ritornando al punto di partenza. Nonostante il frastuono di esaltazione lo accompagni, vi aleggia piuttosto un clima fra il pretestuoso e il presuntuoso che si sposa bene a un'ironia che è pallida sorella del cinico humor nero (che qui manco a sperare). Per fortuna troviamo un John Travolta che magnetizza col suo accattivante sorriso. Sopravvalutato.
Un film diviso in diversi episodi che si ricollegano l'uno con l'altro senza seguire però una linea temporale. Possiamo ammettere senza problemi che sia uno dei cinque migliori film degli anni 90, capace di mescolare scene violente a battute divertentissime. Puro stile tarantiniano con una miriade di dialoghi e sparatorie. Cast favoloso. Capolavoro.
Il nostro dopo l'exploit delle Iene confezione il suo film perfetto. Pulp fiction è il bilanciamento nell'eccedenza dialettica, il pacifico relax della violenza imperante, è un disarmante polpettone di scene montate apparentemente senza criterio; è un capolavoro, diciamocelo. Una di quelle pellicole che non puoi non conoscere a memoria e amare in ogni sua scena. Perfetto.
MEMORABILE: Zed; Mr Wolf; La citazione di Ezechiele di Winnfield.
Un film che raglia, per rimanere, per affermarsi. E ci è riuscito alla grande, formando un'intera tribù di registi e scrittori, sfornando scene che rimarranno nella storia del cinema. Il film è meno forte, meno crudele, meno intenso di quanto si potrebbe pensare; ma è una cosa voluta, tra dialoghi comici, surreali e temi abbastanza frivoli. D'altronde, lo dice lo stesso nome, è pulp.
Considero Tarantino (forse insieme ai fratelli Coen) il più talentuoso e sincero dei registi della Hollywood attuale. Eppure devo anche ammettere che una parte considerevole del suo stile non mi piace affatto: il suo umorismo non mi fa ridere, i suoi famosi dialoghi non mi divertono (già mi parevano la parte debole de Le iene) e la sua impronta pulp la trovo solo fastidiosa. Ed è così che confesso che non amo questo film, fondato tutto su di questo, anzi mi annoia nell'oceanica durata. Un po' in imbarazzo, rifilo un due pallini.
Straordinario godimento per lo spettatore, cinema allo stato puro, che si alimenta di continui riferimenti al cinema stesso. Insomma, tutto l'opposto di "ispirato a una storia vera". Qui una concatenazione circolare di storie raccontate con grande felicità narrativa e un feroce humor nero. Servito da interpreti eccezionali, il film rappresenta forse il vertice mai più raggiunto della carriera di Tarantino, che in seguito tenderà a replicare la formula senza eguagliare il risultato.
L’esaltazione del superfluo e dell’imprevedibilità. In fondo si tratta di storielle prive di grande significato rese interessanti dall’abilità di Tarantino di raccontarle nel modo giusto. Decontestualizzando i dialoghi si ha la conferma di quanto l’opera viva del lato estetico e del carisma degli interpreti principali, ognuno dei quali molto ben calato in parte. Un contributo determinante arriva dal montaggio che ha il merito di conferire una visione d’insieme dal senso compiuto. Un film personale e difficile da imitare.
La colonna sonora è buona, come la fotografia; la regia è sicura e meticolosa; le prove degli attori ottime e mantenute da un degno doppiaggio. Sarà forse l'eccessiva lunghezza, sarà il fatto che nessuna delle vicende mi ha divertito, il film pare molto "pesante" e non dice assolutamente nulla, come del resto i vari dialoghi, abbastanza insipidi. Annoia. Detto questo, malgrado sia una pellicola molto, ma molto sopravvalutata, almeno un'occhiata è d'obbligo...
MEMORABILE: Il dialogo sulla persona caduta dal quarto piano, prima del twist…
Passati 25 anni rimane un film straordinario. Se fosse musica si potrebbe parlare di una jam-session. Un film psichedelico in cui le storie si perdono e si riprendono in una serie quasi innumerevole di fantastici flash. Personaggi dipinti in modo fantastico. Un capolavoro. Mulholland drive di Linch, anche se con ritmi opposti, gli è debitore per questo intrecciarsi di storie con Los Angeles sullo sfondo
Un film costruito come mai nessuno prima o quasi. Tarantino crea una sorta di gangster movie unico nel suo genere tra personaggi grotteschi, vicende straordinarie, ma soprattutto dialoghi ormai diventati storia del cinema. Tarantino ci mostra di che cosa parlano due gangster che stanno andando a fare un'esecuzione, un signor risolviproblemi che si presenta in smoking alle 8 del mattino, un pugile gretto e rozzo che diventa un agnellino di fronte alla sua donna. La trama, frammentata e rimescolata, caratterizza una nuova idea di cinema. Unico!
MEMORABILE: L'espressione felice di Jimmy quando Wolf dimostra apprezzamento per il caffè; Mia che rivedendo Vincent dice "Non ti ho mai ringraziato per la cena!"
Film che ha consacrato il regista Quentin Tarantino che pur aveva già diretto l'ottimo Le iene. Ormai diventato un cult da avere nella propria videoteca personale: è come avere più film dentro a un film. Un filo conduttore comune e una miscela esplosiva di battute nonché un po' di sano splatter ne han fatto un capostipite del genere da prendere come esempio.
Un cocktail di violenza, morte, cinismo e supereroi metropolitani con gli ingredienti dosati al punto giusto. A pensarci bene le vicende raccontate - nella formula degli episodi - non sono poi così importanti, in quanto lo spettatore del 1994 poteva lasciarsi condurre con gran divertimento da questi stralunati personaggi e dalle loro brutali vicende. E' un film che, nonostante abbia creato una strada poi percorsa da molti e replicata dallo stesso regista, rivisto oggi riesce ancora a suscitare emozione. Non è da tutti essere cult.
Il capolavoro insuperato di Tarantino. Attorno alle vicende di un gangster che deve scarrozzare la pupa del boss, di un pugile in fuga da un incontro truccato e di due killer afflitti da dubbi esistenziali, si sviluppa una sorta di antologia pulp-noir in cui si incrociano un’infinità di personaggi ed eventi. A colpire è soprattutto la violazione dei codici narrativi tradizionali, con un’irrequieta scansione spazio-temporale in cui ogni tassello alla fine si incastra come in un perfetto puzzle. Cast incredibile che avrebbe meritato un premio collettivo.
MEMORABILE: “Ezechiele, 25: 17”; La gara di ballo; L’iniezione di adrenalina; L’orologio di Butch; Nello scantinato del negozio di Maynard e Zed; Mr. Wolf.
Alla sua seconda prova da regista e sceneggiatore Tarantino sforna un capolavoro nel quale la miscela tra violenza, ironia, tensione e originalità di scrittura raggiunge la perfezione. Una di quelle pellicole che appena finite si ha voglia di rivedere, talmente esplosivo e riuscito è l'intreccio tra le storie raccontate e tanto sono efficaci, intensi e anche divertenti i dialoghi tra i protagonisti. Attori strepitosi, tutti all'apice della forma: difficile scegliere tra Lee Jackson, Travolta, Uma Thurman, Keitel, Roth e Willis. Spettacolo!
Tre episodi che si rincorrono e si intrecciano tra loro tra dialoghi irriverenti, aneddoti comici e battute spesso senza nesso con la storia. Tarantino è così, prendere o lasciare, ma questa volta il suo film semina per strada più di un dubbio: è un indiscusso capolavoro o un insipido polpettone? La verità sta nel mezzo, se è vero che arruola un cast di eccellenti attori che recitano come meglio non si può, è vero anche che edifica una trama che sembra gli sia sfuggita di mano.
La tarantinata suprema: si prendono tre storie neanche troppo appassionanti, le si monta senza rispettare la cronologia infarcendole di dialoghi molto meno geniali e brillanti di quanto si dica (ma che in compenso trasudano volgarità da ogni poro) ed ecco che il "capolavoro" è servito. Esercizio sterile con l'aggravante di una durata eccessiva, persino meno violento delle aspettative. Ci sarebbe un ottimo cast, ma Willis è abbastanza fuori ruolo e quando appare lo stesso Tarantino cadono definitivamente le braccia. Sopravvalutato è dir poco...
Tarantino fa bum, non sorprendendo chi era già stato deliziato dalle Iene ma rilanciando con una costruzione del racconto ad incastri ancora più complessa, una pletora di situazioni da brividi di piacere, una manciata di personaggi tutti memorabili come l'uomo che risolve i problemi o la coppia di killer bianco/nero, tutti affidati ad attori in gran spolvero. Film citazionista ma al tempo stesso autoreferenziale, in un cortocircuito che diventa la nuova pietra di paragone dell'action, imitatissimo nel bene ma anche nel male, dato che non si contano i cloni malriusciti. Fondamentale.
MEMORABILE: La gara di ballo; La siringa dritta nel cuore; Il racconto dell'orologio.
Sembra tutto strampalato, dilatato, a volte quasi onirico. Eppure il filo conduttore c'è e alla fine incastra tutto. Molti registi dovrebbero studiare questo film per capire l'importanza dei dialoghi, che possono sembrare insensati e invece sono il protagonista principale. Personaggi top che dopo quasi trent’anni ancora sono citati, ottima recitazione, violenza, sangue, cinismo, ironia, musica: non manca nulla. Col tempo forse il suo effetto dilatato e la sua lunghezza si fanno sentire di più, ma è poca cosa rispetto al resto.
MEMORABILE: “Ora, se vuoi scusarmi, vado a casa a farmi venire un infarto”.
Film iconico degli anni 90, un cult che ha visto numerosi tentativi di imitazione mai arrivati alla stessa originalità. Tarantino in stato di grazia crea un puzzle tra storie che, prese singolarmente, hanno trame abbastanza semplici; ma il loro mix, unitamente agli interpreti e ai dialoghi, genera un ritmo accattivante e un interesse crescente. Un montaggio eccellente e le musiche utilizzate sono il perfetto complemento a un capolavoro. Attori tutti eccellenti con menzione particolare per Travolta.
Una pellicola che con il suo chiassoso humor nero e sboccato è capace di strappare una risata anche al momento meno opportuno. Tarantino aveva già esordito alla grande, ma qui forse si supera pure, perché pur con un plot imperfetto e discontinuo "Pulp fiction" riesce a mantenere vivo l'interesse nello spettatore per tutte le sue due ore e mezza senza annoiare minimamente. E solo un genio come Tarantino sarebbe stato in grado di farlo...
MEMORABILE: I versetti biblici narrati da Jackson; Mr Wolf: "Adesso, per piacere, pulite quella c**zo di macchina"; La vendetta spadaccina di Willis.
Il film che ha segnato un decennio e ha definitivamente iniziato il Tarantino-style: personaggi sopra le righe, dialoghi logorroici ma geniali, sangue a fiotti, piani temporali in disordine e un sano senso del grottesco. Non si contano le scene mitiche e quelle assurde, in un film se ci si pensa altrettanto assurdo e privo di trama ma proprio per questo notevole, perché il regista riesce a dare un filo narrativo senza che ci sia una vera storia. Straordinarie colonna sonora e fotografia. Tarantino farà altri buoni film, ma non riuscirà più a raggiungere questi livelli.
Ogni volta che lo si rivede, questo immenso film che fece scoprire al mondo il genio di Quentin Tarantino riserva qualche piacevole sorpresa. La narrazione non consecutiva, i dialoghi geniali, la violenza sempre proposta con l'accompagnamento dell'ironia, le trovate di trama, i personaggi (anche minori) che rimangono impressi: tutto concorre a farne un punto di svolta importante nella storia del cinema.
Capolavoro assoluto, opera innovativa per quanto riguarda le soluzioni adottate nelle tecniche di ripresa, montaggio, utilizzo della colonna sonora parte attiva della storia, la narrazione totalmente slegata da qualsiasi progressione logica degli eventi, storie dal ritmo adrenalinico, discorsi e comportamenti folli fatti come se fossero la cosa più naturale di questo mondo. La rappresentazione senza pietà di una umanità perversa e folle, capace - senza alcuna logica apparente - di gesti feroci e grandi slanci di umanità. Film senza dubbio molto violento che ogni cinefilo deve vedere.
MEMORABILE: Il dialogo tra la tassista e il pugile.
È il film che ha cambiato la prospettiva del cinema: del modo di farlo, ma anche di vederlo. Non solo per il montaggio destinato a spiazzare lo spettatore che fatica a seguire la storia, ma proprio per l'assenza di una vera storia, visto che Tarantino preferisce affastellare una serie di sottotrame in cui i personaggi a volte si incontrano, ma non necessariamente. Non c'è perciò un protagonista, ma una parata di attori gestiti in modo superlativo e, anche se la coppia Travolta/Jackson è più presente sulla scena, le parti migliori sono per Keitel e lo stesso regista in un suo cameo.
Una galleria di personaggi e situazioni che si alternano e si incastrano fornendo una narrazione coerente e che trova nel finale una sintesi "circolare" che lascia intatta la singolarità e l'estro di ognuno di loro, in un vortice citazionistico e ironico fino alla satira con venature di paradossale verve comica. Qualche prolissità - certo voluta, funzionale e preparatoria alla parte action - sarà poi il segno distintivo del modo tarantiniano di fare cinema, dando l'avvio a un genere che condizionerà tante produzioni successive. Scene e musiche iconiche; cast indimenticabile.
Ottimo film in cui Tarantino si diverte tantissimo a prendere per i fondelli gli spettatori: tutto ciò che accade non ha senso, è ridicolo al massimo anche nelle scene più truci e i dialoghi sono un capolavoro dell'assurdo. Una parodia molto ben riuscita, a patto di prenderla come tale (in questo senso l'episodio con Bruce Willis è perfetto e meriterebbe il punteggio massimo).
MEMORABILE: "È una moto questa?". "No, non è una moto, è un chopper".
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Non condivido, ci sono film che ho visto anche 20 volte, ma mai mi sognerei di vederli col fast forward. C'è sempre qualcosa che ti sfugge, anche a più visioni (così come nei dialoghi)
Ovvio, pure io non lo farei. Ricordiamoci che è la terza e c'è gente che usa il fast pure alla prima visione . Poi certo, preferirei scegliere altro piuttosto che vedere una cosa che ho già visto con il fast. Ma in fin dei conti capa non ha fatto nulla di male.
Didda23 ebbe a dire: Ovvio, pure io non lo farei. Ricordiamoci che è la terza e c'è gente che usa il fast pure alla prima visione . Poi certo, preferirei scegliere altro piuttosto che vedere una cosa che ho già visto con il fast. Ma in fin dei conti capa non ha fatto nulla di male.
Infatti...Era solo una mia opinione, per carità
Ognuno i film se li vede come meglio crede
Ma vedere un film (anche più volte) col fast a me pare un sacrilegio (manco i porno mi vedo col fast, figuriamoci)
Lo sempre trovata una mancanza di rispetto verso il film e ai suoi autori (un pò come smorzare i titoli di coda, per dire)
Per carità colleghi, la prima volta non uso mai il FF salvo casi sporadici di filmetti che hanno già palesato grossi limiti espressivi (è più drammatico quando mi tocca spezzare la visione di un buon film in due parti, quello è far violenza).
Per Pulp la 2 e 3 volta invece, parte dei dialoghi Thurman-Travolta me li sono risparmiati, ma si parla di 10 minuti su 140 minuti di dialoghi da gustare, che è ben diverso dal vedersi l'intero film col FF pronto a scattare.
Capannelle ebbe a dire: Per carità colleghi, la prima volta non uso mai il FF salvo casi sporadici di filmetti che hanno già palesato grossi limiti espressivi (è più drammatico quando mi tocca spezzare la visione di un buon film in due parti, quello è far violenza).
Per Pulp la 2 e 3 volta invece, parte dei dialoghi Thurman-Travolta me li sono risparmiati, ma si parla di 10 minuti su 140 minuti di dialoghi da gustare, che è ben diverso dal vedersi l'intero film col FF pronto a scattare.
Non sono assolutamente d'accordo. Il FF non lo uso nemmeno per i porno, e credo (almeno dal mio punto di vista) che sia una mancanza di rispetto verso il film e verso i suoi autori (che sia uno z movie o un filmetto cestinabile)
Posso capire usare l'espressione "manco col FF il film si sopporta", per dire, ma e un metro di espressione che sta ad indicare che il film e inguardabile
Poi, anche solo per pochi attimi, usare il FF sui dialoghi tarantiniani (anche se li si conosce a memoria) mi par sacrilegio
Altro conto e usare il FF per cercare qualche momento o immagine per scopi di "ricerca". Ma certo non mi metto a rivedere un film per poi usare il FF , non esiste!
Poi, per carità, ognuno i film se li vede come meglio crede, ci mancherebbe
HomevideoRocchiola • 20/02/20 10:24 Call center Davinotti - 1318 interventi
Sinceramente non credo che la Eagle abbia usato master diversi per le varie edizioni di questo classico di Tarantino. Che sia la prima versione nella confezione normale, o l'edizione steelbook o ancora quella della serie Indimenticabili e forse c'è anche quella con il ricettario, penso carichino sempre lo stesso master della Studio Canal. Io ho l'edizione primaria del 2011 che mi è sempre parsa ottima sia come immagine (pulita e dal buon dettaglio), che come audio (un discreto 5.1 solo un pochino basso nei dialoghi).
lui vincerà l'incontro e in questa scena è determinante il discorso con Vincent, che è impossibile capirlo in realtà senza averlo sentito in inglese "You're not my friend 'Palooka'" (Term for an unskilled boxer that purposely loses)
(termine dispregiativo per i pugili venduti.)
Inoltre Vincent non ha paura di sfidarlo apertamente pur essendo Buch un pugile professionista
perchè Buch ti spacca la faccia, ma Vincent è un gangster, e spara :)
La scena in cui i malavitosi Vincent Vega (John Travolta) e Jules Winnfield (Samuel L. Jackson) aprono la misteriosa valigetta del proprio capo che emette dal suo interno (mai mostrato al pubblico) una luce dorata è un omaggio al contenuto luminoso e fosforescente della valigetta misteriosa di Un bacio e una pistola di Robert Aldrich. Questo stesso espediente era già stato omaggiato da Alex Cox nel suo Repo Man - Il recuperatore del 1984 con Emilio Estevez ed Harry Dean Stanton, nella scena della fosforescenza minacciosa emessa dal contenuto (mai mostrato al pubblico) del portabagagli della Chevrolet Malibu.
La scena in cui i malavitosi Vincent Vega (John Travolta) e Jules Winnfield (Samuel L. Jackson) aprono la misteriosa valigetta del proprio capo che emette dal suo interno (mai mostrato al pubblico) una luce dorata è un omaggio al contenuto luminoso e fosforescente della valigetta misteriosa di Un bacio e una pistola di Robert Aldrich. Questo stesso espediente era già stato omaggiato da Alex Cox nel suo Repo Man - Il recuperatore del 1984 con Emilio Estevez ed Harry Dean Stanton, nella scena della fosforescenza minacciosa emessa dal contenuto (mai mostrato al pubblico) del portabagagli della Chevrolet Malibu.
avevo letto di questo omaggio, tuttavia mi piace pensare che vi sia l'anima di Marsellus all'interno eheh