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La nostra recensione di F1 - Il film

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Acquisita ultimamente dagli americani di Liberty multimedia, la Formula 1 ha beneficiato nel nuovo continente di un rilancio d'immagine mai avuto in precedenza: fino a qualche tempo fa, infatti, era sempre stata considerata dagli statunitensi una specialità europea troppo diversa dalla loro concezione spettacolare delle corse. Introducendo un po' alla volta nuove regole per cercare di limare gli eccessivi dislivelli tra le vetture e studiando nuove vie per il marketing, i nuovi proprietari del brand sono riusciti a imporre definitivamente in tutto il mondo la F1 come la specialità regina delle corse, quella che esprime i migliori piloti guadagnandosi la ribalta che per molti meritava.

Il...Leggi tutto film di Joseph Kosinski innesta quindi una semplice storia di rivincita tipicamente americana all'interno di un mondo codificato da regole precise e dominato da piloti e manager ormai noti a chi si interessa di sport, che qui vediamo muoversi sullo sfondo di un mondo al quale, a dire il vero, un personaggio come il Sonny Haynes di Brad Pitt non si sposa troppo bene. Pilota ultracinquantenne (quando in realtà già superare i quaranta al volante è cosa da miracolati, da fenomeni vero come Alonso e pochissimi altri), un passato nella massima serie ai tempi di Senna e Schumacher, Hayes ritorna - a trent'anni dall'incidente che lo fece uscire bruscamente di scena - senza un briciolo di training, dimostrandosi subito in grado di competere con l'altro pilota della squadra disgraziatissima nella quale entra a far parte, la ApexGp gestita da Ruben Cervantes (Bardem). Il compagno di squadra, Joshua Pearce (Idris), è un rookie promettentissimo, ma non ha la personalità del vecchio Sonny, guascone dalla battuta pronta e con le idee ben chiare su cosa può e non può fare in gara. Il rapporto tra i due si rivela ad alta tensione fin da subito, ma già si capisce che alla fine dovranno fare comunella per il bene del team...

La sceneggiatura, che pure conta qualche bello scambio non privo di ironia che Pitt sa gestire al meglio, è però non solo troppo elementare e povera di spunti che sappiano evolvere dalle basi del più qualunquista dei film sportivi, ma anche poco credibile nella rappresentazione di un circo mediatico - quello della F1 - ritratto come semplice sfondo, privo di figure di spicco e con i protagonisti veri della specialità che sbucano qua e là come specchietto per le allodole, mute figurine che riempiono le scene di massa. L'ambiente autentico non si percepisce e anche i meccanismi con i quali la ApexGp scala posizioni in gara (a proposito, qualcuno ha detto agli autori che la F1 contempla anche le qualifiche?) è lontano dall'apparire credibile.

Certo, tutto si può sacrificare in nome dello spettacolo, ma anche sotto questo punto di vista non sempre le cose vanno per il meglio: le scene in pista, dall'interno dell'abitacolo o dall'alto, non hanno, per dire, lo stesso impatto straordinario che avevano in RUSH, film a questo nettamente superiore per coinvolgimento, studio dei veri meccanismi alla base delle gare, resa visiva... Colonna sonora di Hans Zimmer di grande efficacia invece, con l'apertura alla corsa di Daytona sulle note di "Whole Lotta Love" dei Led Zeppelin che mostrava sequenze di tutt'altra forza e prometteva davvero tanto. Invece spesso il film si sgonfia, le dinamiche tra i protagonisti sono povere, la figura dell'ingegnere e team manager interpretata dall'espressiva Kerry Condon viene dirottata in camera da letto a soddisfare il bel Brad, Bardem non ha proprio modo di brillare dando vita a un personaggio banale e scarico.

E' vero: la strategia delle gomme, dei pit stop, le safety car... tutto ciò che fa F1 è presente, ma sembra inserito a forza come semplice riassunto delle norme che regolano la massima serie automobilistica, utile quanto il fumo negli occhi. E poi come si può far credere che un pilota venga accusato dalla stampa per aver suggerito al proprio compagno di squadra una strategia corretta? Come si può credere che un pilota appena arrivato decida per tutti la pianificazione di ogni gara come se il suo box fosse popolato esclusivamente da incapaci? Troppe cose falsano la resa di corse che ricordano più quelle americane che non la F1; e quel che ne esce sembra rappresentare solo la visione semplicistica che può avere l'America della F1, ben incarnata da un Pitt che l'aria e l'atteggiamento da pilota autentico proprio non ce l'ha...

Poi d'accordo: l'adrenalina scorre, qualche scontro in pista e un sonoro roboante ti calano nell'abitacolo e il divertimento non manca, Pitt azzecca un personaggio indubbiamente simpatico e le scene extra GP non sono così invadenti, però i sorpassi sono deboli, le riprese in pista prive di vera tensione. Curioso, per gli appassionati italiani, ritrovare come commentatori delle gare Carlo Vanzini e Marc Gene, ovvero gli stessi che da anni sono le voci ufficiali della F1 su Sky. Peccato che, non potendo andare a braccio come in diretta, le loro telecronache suonino artefatte, poco autentiche (così come quando li vediamo inquadrati in postazione con le facce, ovviamente, di altri attori).

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Tutti i commenti e le recensioni di F1 - Il film

TITOLO INSERITO IL GIORNO 25/06/25 DAL BENEMERITO JANDILEIDA POI DAVINOTTATO IL GIORNO 29/06/25
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Jandileida 25/06/25 18:14 - 1709 commenti

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La Formula 1 si conferma tra gli sport più fotogenici: anche stavolta il mix di adrenalina e benzina non delude. Merito soprattutto di Kosinski che, dopo i supersonici caccia, stavolta filma con la giusta attitudine i duelli tra le le gloriose monoposto del Circus. Nel comparto sceneggiatura si è andati sul sicuro con una storia collaudata, piena di elementi ampiamente prevedibili: caduta e ascesa, rivalità, amicizia maschile e via di cliché in cliché. Il Pitt burbero fa sempre la sua figura, Bardem e Condon di mestiere, Idris accessorio. Durata XXL non del tutto necessaria.

Digital 27/06/25 21:21 - 1317 commenti

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Un ex pilota di F1 decide, dopo molti anni, di tornare in pista, per fare da mentore a un pilota decisamente più giovane e per dimostrare di essere ancora competitivo. Film che riesce sporadicamente a intrattenere ma che ha anche molti momenti di stanca, il che va a influire sulla godibilità, non sempre al top. La durata monstre (due ore e mezza) di certo non aiuta e qualcosa andava tagliato. Pieno di cliché, con dialoghi talvolta logorroici e una colonna sonora invadente. Nel cast è Pitt a rendere al meglio, Bardem non graffia mentre Idris non brilla granché.

Gabrius79 30/06/25 11:50 - 1528 commenti

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Discreto film d'azione dedicato alla Formula 1, ricco di effetti speciali e con un Brad Pitt indiscutibilmente bravo, mentre Bardem e Idris non riescono a dare la giusta personalità ai propri personaggi. Si parte piuttosto lenti e qualcosa inizia a muoversi e a prendere il giusto impulso non appena iniziano i vari Gp. Non manca qualche momento ironico, ma questa storia di riscatto è fin troppo allungata, nelle estenuanti due ore e mezzo di durata.

Erfonsing. 2/07/25 23:18 - 275 commenti

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Per chi mastica di F1 questo film ha falle immense, ma se si cerca lo sport si guarda la realtà, se si guarda un film ci si aspettano il pathos, i personaggi, le musiche, la regia. E qui ci siamo: americanata non vuol sempre (e per forza) dire film brutto: in questo caso significa fotografia stratosferica, personaggi ben recitati (per quanto bidimensionali), trama prevedibile ma che sa assestare il colpo giusto al momento giusto. Da vedere se si ama la F1, ma anche se non si sa nulla di F1: se ci si lascia trasportare si arriva alla fine senza guardare mai l'orologio.
MEMORABILE: La carta che il protagonista mette in tasca a ogni GP senza mai guardarla... tranne l'ultima volta.

Luluke 8/07/25 06:38 - 936 commenti

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Un fumettone, che Kosinski tratta come un interminabile spot, musica compresa. Con trionfo del politically correct: pilota di colore, donne ingegnere e a guidare i meccanici ai box. E trionfo della CGI, al punto che durante le scene delle gare sembra di vivere una simulazione Playstation. Trionfo poi della piacioneria di Brad Pitt che si atteggia per tutto il film, come fosse un Cliff Booth prestato al mondo delle corse. Siamo in ogni caso anni luce dalla forza drammaturgica di Le Mans '66, Rush e persino di Giorni di tuono. Ma questo è il cinema di oggi, bellezza (mica tanto...).
MEMORABILE: Lo sguardo di Hamilton che incrocia quello di Hayes/Idris prima dell'ultima gara, a significare un ideale passaggio di consegne: trionfo del kitsch.

Dusso 9/07/25 16:37 - 1642 commenti

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Il finale sarà prevedibile e la sceneggiatura a volte un po' troppo ripetitiva (I trucchetti che Brad Pitt mette in atto in diverse gare) e qualche personaggio sembra una macchietta, ma non si può non uscire dal cinema comunque esaltati dalla visione; durata lunga ma non si sente, perché Kosinski e tutta la confezione del film sono realizzati in modo da attrarre lo spettatore medio.

Rambo90 15/07/25 00:02 - 8083 commenti

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Stessa storia del Driven di Stallone, ma Kosinski rispetta il rigore del cinema americano e regala una confezione più godibile, approfondendo meglio i suoi personaggi pur restando nei canoni della prevedibilità. Pitt funziona molto bene, guidando un cast che ci crede, con le facce giuste al posto giusto. Le corse sono abbastanza realistiche e la storia del vecchio outsider emoziona ancora, anche se una ventina di minuti in meno sulla durata totale avrebbe giovato (con alcune scene che sembrano di troppo). Buono.

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