Tuttargenteria (
quel che rimane di Dario Argento)
Argento corona il suo sogno, omaggiare
Il fantasma dell'opera (quello più brutto, quello con Claude Rains) e realizzare una commedia mista a musical (quello che il suo
fantasma effettivamente è) tornando sui passi delle
5 giornateE se ne esce con un imbarazzante e improponibile divina vaccata, dove, se a qualcuno che non sa le dici che è lo stesso autore di
Suspiria e di
Tenebre ti domanda se lo stai prendendo in giro.
Inutile, alla fine, rimarcare l'irreversibile declino di un genio, meglio lasciarsi andare ad un surrogato andato in malora di quello che, un tempo, era un'alchimista unico che sapeva incredibilmente coniugare immagini straordinarie con la musica, i colori e le sinfonie di morte.
Non c'è più nulla di Argento, e quel che rimane ( eliminato l'impossibile, per quanto sembri improbabile, ma non lo è) sono una mosca che entra nel camerino a dar fastidio alla Tassoni (
Phenomena?) o un micro
Suspiria versione pedofila (le bambine a scuola di danza irretite da un untuoso pedofilo che dispensa loro cioccolatini per tutto il film), nonchè Asia e Julian Sands ad amoreggiare a "corpo duro" (no, non è
La sindrome di Stendhal), ma Asia presa da dietro? Che must!
Regia e movimenti di macchina totalmente piatti e anonimi (l'unico e flebile guizzo argentiano è la ripresa dell'interno della gola infiammata della Rinaldi) , terrificante, tronfia e invasiva colonna sonora morriconiana, Ronnie Taylor non pervenuto, dialoghi assurdi e demenziali (il fantasma ferito a Asia: "
La vita continua!", il fantasma che minaccia la Rinaldi "
Stasera non canterai, se ci tieni alle tue grosse POPPE!", la Rinaldi che, d'improvviso, comincia a imprecare in napoletano. No, ma per davvero, ste perle le ha scritte Gerard Brach? Dopo una colossale sbronza probabilmente), sofferenze d'amore da quattro soldi, pacchianate barocche in CG (perchè Argento si ostina ad usarla? Rovinando anche la poco entusiasmante infilzata sulla stallatite), splatter buttato lì e messo a casaccio (e mal gestito, il più delle volte non si capisce bene cosa stia succedendo, come l'aggressione al pedofilo) giusto per non scontentare i fan, gag demenziali rancide ( Molteni che sbava e sputa schiuma all'improvviso, ma nulla di preoccupante, e solo un attacco di malaria , poi passa, i due tizi che si azzuffano al bordello tifando uno per Rimbaud, l'altro per Verlaine) e battute vanziniane tremende (la dama di compagnia della Tassoni, la Rinaldi che si inalbera, il neo finto sul naso, lo sbuffo di calce che le esce dalla bocca-in orrida CG-) e un Julian Sands totalmente sciapo e assai poco minaccioso, sottospecie di ridicolo e patetico rockettaro a dorso nudo e braghe di pelle.
Cosa rimane di Argento? Nulla, se non si cita addosso (e bisogna essere capziosi per far passare i topi di
Inferno o una puttana che si chiama Rose come la Irene Miracle ancora in
Inferno) , omaggia i colleghi, come il Tinto Brass del
Caligola nelle tristissime scene al bordello saunistico (con tanto di sgradevoli nudi integrali, sia maschili che femminili e Asia che caccia la lingua vogliosa che manco Diane Franklin in
Amityville possession, ma almeno lì il "prete lo voleva FARE", qui c'è solo disagio e imbarazzo), il Ken Russell di
Lisztomania (le visioni lisergiche in CG di Sands sopra al tetto dell'opera, con tanto di omini che si dibattono nella gigantesca trappola per topi e Asia che appare all'interno di una nuvoletta in versione pornostar), Terry Gilliam nelle parti scombiccherate della macchinetta ammazzatopi, Tim Burton con l'inizio alla
Batman-Il ritorno, e il Robert Fuest di
Frustrazione (con Sands che da novello Phibes, vaga con la barchetta a remi nel fiume sotterraneo).
Il resto è una meravigliosa scelleratezza fatta di bigiotteria scadente e paccottiglia bric-à-brac (Argento, nel bene e nel male, ci credeva proprio a questo delirante progetto e si nota) dove, almeno, qualcosa si salva: Asia in uno dei suoi ruoli migliori dopo
La sindrome, Nadia Rinaldi a dir poco straordinaria, gli SFX di Stivaletti (molto realistica la decapitazione del nanetto e la mano infetta morsa dai topi) e il massacro degli orchestrali dovuto al cedimento del lampadario, con teste schiacciate e enucleazioni.
E un momento assolutamente di culto fetish (con rimembranze al feticismo argentiano delle décolleté rosse di
Tenebre), quando Asia fugge dal nascondiglio del "fantasma" e lascia a terra le sue scarpette argentate, Sands le raccoglie, se le struscia sul volto e le bacia.
Ma l'
Opera vera rimane quella di Betty che DEVE VEDERE TUTTO, mentre quì si viene colti da attimi di sconforto e di tristezza, spiccioli di ilarità (spesso involontaria) e irrevocabile decadenza artistica (stendendo innumerevoli veli pietosi su stop frame finali e cadute in acqua al ralenti).
E pensare che Darione nostro detesta
Elisa Di Rivombrosa, peccato che questa sua debosciata e parafictionesca versione del fantasma di Leroux la rammenti non poco.