Rob Reiner era già stato ampiamente lodato ai tempi della sua prima riduzione da un'opera di Stephen King (STAND BY ME), ma questa volta con MISERY ci regala davvero una delle più belle produzioni nate dalla penna del re del brivido. Un solido romanzo al quale Reiner ha conferito visivamente una tensione costante notevole, aiutato dalle splendide prove di Kathy Bates (premiata con l'Oscar!) e James Caan, i cui repentini quanto forzatamente impercettibili mutamenti d'espressione (non può far trasparire i propri veri sentimenti per non allarmare la sua carceriera) sono una tra le particolarità...Leggi tutto più riuscite del film. Certo la Bates (al suo primo ruolo importante) non è da meno, anche lei cambiando registro da una scena all'altra come si addice a un’autentica psicopatica. E' incredibile come da un soggetto indubbiamente statico Reiner - e con lui lo sceneggiatore William Goldman - siano riusciti a ricavare un thriller tanto intenso, esplodendo oltretutto in poche ma significative e impressionanti sequenze di sadica violenza. Da ammirare il progressivo delinearsi di una situazione sempre più paradossale senza che vengano mai meno i presupposti di un realismo fondamentale nell'economia del film. La lucida follia dell'infermiera è imprevedibile, creando così momenti di puro terrore psicologico. MISERY è giocato moltissimo sui pensieri non detti ma suggeriti allo spettatore, ed è uno spettacolo accorgersi di comprendere assai bene cosa passi nella mente dei protagonisti. Non privo di una sottile vena ironica (soprattutto nelle figure dello sceriffo, interpretato da Richard Farnsworth, e di sua moglie) MISERY è un gioiello di equilibrio e originalità.
Un film riuscito, dove anche chi lo guarda tende a immedesimarsi nel protagonista, intrappolato, in balia di una psicotica. E’ una lenta agonia, un gioco cinico e perverso tra lei e il povero scrittore che, scoprendone il lato oscuro e deviato, dapprima cerca di assecondarla per non farla arrabbiare, e poi… Bravissima Kathy Bates, ma un plauso anche a James Caan. Impressionante la reazione della protagonista quando scopre il finale del manoscritto, ma anche la scena del pezzo di legno… Notevole.
Tra la vastissima produzione di Stephen King, "Misery" rappresenta una delle migliori perle: fortunatamente anche il film tratto dal romanzo riesce a mantenere intatta l'atmosfera che traspare dalle pagine. Oltre ad una regia, davvero notevole il merito che va ai due straordinari interpreti. Una vicenda che si svolge al 99% tra quattro mura con due soli attori potrebbe far morire dalla noia: in questo caso, invece, la tensione regge benissimo fino alla fine del film. Molto bello.
Kathy Bates ha vinto un Oscar per questa interpretazione strepitosa, eccezionale. Il film è avvincente fin da subito, nonostante sia piuttosto lento in certi passaggi. La storia è molto bella e le atmosfere angosciose la rendono ancora migliore. Altissima la tensione in alcuni frangenti e agghiacciante la sequenza in cui la Bates si presenta al cospetto di Kaan con il martello. Strepitoso film.
Qualche tocco alla Hitchcock, attori in formissima, regia e sceneggiatura puntuali costruiscono su questo bel thriller di King una pellicola di alto livello. Un paio di scene memorabili, tensione che a tratti tocca il sublime, lo snodo narattivo credibile (ciò contribuisce a coinvolgere le coronarie dello spettatore) e una Bates straordinaria rendono questo film una chicca per tutti gli amanti del cinema, non solo di genere. Da non perdere.
Inchioda lo spettatore (non al letto, ma sulla poltrona). Impossibile, in più, non pensare all’austriaca vicenda di Natascha. E, come in quel caso, all’ossìmoro di “orribile amore”. Film not(evol)issimo, con splendida, addirittura geniale la trovata di far guardare in macchina alla Bates (un cognome, un destino segnato), per farci sentire tutti al posto del povero James Caan. Davvero un bel film, che può ricordare molto Cujo e, per certi versi, Gli occhi della notte. Da non perdere.
Sinceramente l'inizio non promette bene e annoia, ma subito dopo il primo cambiamento umorale della psicopatica il film diventa interessantissimo, e via via che scorre aumenta la suspance, lo spettatore difficilmente si distrae e viene letteralmente catturato da questo che a mio parere è uno dei più bei thriller di sempre. Stupende sia le interpretazioni di James Caan che di Kathy Bates, ben sceneggiato e con la presenza di una leggera venatura ironica (il personaggio dello sceriffo).
Kathy Bates ha vinto giustamente l'Oscar per l'interpretazione del personaggio di Annie, la psicopatica infermiera e ossessiva lettrice dei romanzi popolari di Paul Sheldon. È un lungo incubo la degenza proprio di Paul Sheldon fra le mura di casa Annie, i cui cangianti stati umorali sono facce diverse della stessa medaglia: una follia ingiustificata e agghiacciante. Veramente un ottimo film. Bella l'ambientazione e belli i personaggi di contorno. Spassosi i duetti sceriffo-moglie. Attenzione a leggere libri spazzatura!
MEMORABILE: La risposta dello sceriffo alla ennesima battuta al veleno della moglie: "È questo genere di sarcasmo che rende piacevole il nostro matrimonio".
Sorta di autobiografia, che può essere accostata a Secret Window (anch'esso scritto da King e sceneggiato dal bravo David Koepp) e che ha, di buono, la notevole interpretazione (s)offerta da Kathy Bates nei panni di Annie Wilkes, la fan sfegatata che sequestra lo scrittore. Notevole da un punto di vista narrativo e, una volta tanto, scorrevole pur se basato su un racconto del prolisso scrittore del Maine: ma, visto una volta, ha già assolto alla sua funzione, perché lo spettacolo è più che finito.
Stephen King è un grande autore che spesso il cinema ha maltrattato; non è così per "Misery". Da un ottimo romanzo, un film che mantiene le aspettative e che porta lo spettatore direttamente nell'incubo, sotto forma di un personaggio apparentemente innocuo, ma che si rivela presto diabolico. Il vero punto di forza del film è la grande interpretazione della Bates, cui fa da contrappunto un James Caan che regala la sua migliore interpretazione dai tempi del Padrino. La cornice innevata del Colorado fa da sfondo all'incubo.
Grandissimo thriller. Appassionante e incredibilmente teso, valorizzato da una regia azzeccatissima che riesce a rendere benissimo l'atmosfera crudele e claustrofobica. Mitica l'interpretazione di Kathy Bates, ma anche Caan è fenomenale. Assolutamente imperdibile.
Ottimo film, tratto da un ottimo romanzo. Estremamente claustrofobico, con pochissimi attori e solo due veri protagonisti in scena, funziona alla perfezione perché riesce a far immedesimare con facilità lo spettatore in Paul Sheldon e perché la figura dell'infermiera psicopatica è resa con equilibrio. Qualche colpo "basso", ed il gioco è fatto... A mio avviso, questo film fa molta più paura di dozzine di horror truculenti finché si vuole ma ad alto tasso di improbabilità. Chi ha apprezzato il film, amerà decisamente il libro.
Un film da vedere, non c'è dubbio. Dopo di che diffiderete delle persone sole che vi vogliono aiutare, specie se avete difficoltà a deambulare. Il soggetto è semplice nella sua genialità e prevede un progressivo cambio di atmosfera, nella quale il rapporto tra lo scrittore (Caan) e la sua appassionata lettrice (la Bates) assumerà toni da incubo senza ritorno. Ed è l'apparente normalità che accompagna la follia a colpire lo spettatore. Bene la regia, ottima la prova dei due attori.
King ha spesso riflettuto nei suoi scritti sui rapporti autore-lettore, raggiungendo in "Misery" un punto di non-ritorno nell'esplorazione dei caratteri patologici di essi. Il film ne distilla la cruda sostanza, e diventa un meccanismo concentrazionario inesorabile e avvincente, grazie soprattutto all'ottima scelta degli interpreti: la Bates pazzissima, e Caan sdrucito e sfavato, salvo poi riacquistare, pour cause, la taurina grinta dei suoi anni giovani. Tesissimo. No, la gamba no.......
Teso, tesissimo confronto tra personaggi e attori. Un film da camera che gioca tutto in un duello tra due personaggi. Come nel libro, l'operazione riesce, ma dove la parola scritta era merito dello scrittore americano, qui il merito va anche alle buone doti registiche di Reiner che con il materiale tratto da King ha fatto i suoi migliori lavori (Stand by me). Ottimi gli interpreti, menzione particolare per una mai più così brava Kathy Bates.
Ottima riduzione cinematografica del bel libro di King. Interpretato da attori di alta caratura e perfettamente in parte, il film riesce a ricreare le atmosfere soffocanti e tese del romanzo, senza scadere mai nella noia e riuscendo a mantenere un ritmo ideale nonostante il soggetto "statico". La Bates è eccellente nella caratterizzazione della folle infermiera e alcune scene sadiche sono di grande effetto, pur non mostrando troppo sangue. L'atmosfera invernale acuisce la sensazione di disagio e isolamento, a suggellare un ottimo thriller.
Ottimo horror, teso e minimale. Tutto basato sulla tensione e sull'ottima interpretazione di Caan e della terrifficante Kathy Bates. Uno dei migliori adattamenti di King, anche se le somiglianze con Baby Jane sono davvero molte. Un plauso a Reiner, regista disciplinato che sa fare un po' tutto, vero Sally?
Lui è uno scrittore di successo, lei una fan che non gli perdona di voler far morire il suo personaggio preferito. Un thriller diabolico, costruito su un'incredibile follia, in cui siamo trascinati fino alle conseguenze più assurde e estreme. Ottimi il ritmo e l'atmosfera; grandissima Kathy Bates, in coppia con un eccellente James Caan. Inoltre, il film è un'agghiacciante metafora dei rapporti di dipendenza, riuscendo a scavalcare il più semplice livello della trama e arrivando a toccare corde psicologiche nascoste in ognuno di noi.
Notevole thriller firmato da Rob Reiner, il cui merito principale è quello di evitare effettacci da quattro soldi e di puntare tutto su una tensione che cresce progressivamente col passare dei minuti e su di un personaggio femminile (folle) davvero riuscito, grazie alla straordinaria interpretazione di Kathy Bates (che venne giustamente premiata con l’Oscar). Leggero calo nel finale, ma gli amanti del genere (e non solo loro) non dovrebbero lasciarselo scappare.
Uno dei pochi romanzi di King raccontati sullo schermo più che egregiamente. Lo scrittore viene torturato da una sua fan perché ha deciso di cambiare gli eventi di uno dei personaggi di un suo libro. Kate Bates da Oscar è bravissima, James Caan anche. Originale. Rob Reiner dopo Stand by me non delude i seguaci kinghiani.
Da uno dei romanzi migliori di King, parabola sul rapporto fra scrittore e lettore/critico, una ottima trasposizione diretta da Reiner, che già aveva dato buona prova in Stand by me. Il film può contare su due attori in stato di grazia: James Caan, dopo tante prove opache, rende splendidamente la fragilità e la disperata tenacia di Paul Sheldon, mentre Kathy Bates, unendo aspetto bonario e follia sadica nel personaggio di Annie Wilkes, la rende una delle "cattive" più inquietanti dello schermo. Efficace l'ambientazione claustrofobica. Ottimo.
MEMORABILE: La scena con il martello, piuttosto impressionante (nel romanzo viene impiegata un'ascia).
Si sente spesso "che bello il libro, che brutto il film". Beh, questa è una piacevole eccezione: la tensione del libro si coniuga perfettamente con una scenografia claustrofobica e la straordinaria interpretazione dei due protagonisti. Kathy Bates meritò l'Oscar senza alcun dubbio, ma occorreva un attore come James Caan per interagire bene con il personaggio oscuro e complesso che porta sullo schermo. Inquietante e profondo, probabilmente la migliore opera di Reiner.
MEMORABILE: "Sei uscito dalla tua stanza." E tutto quello che segue...
Tra le trasposizione cinematografiche tratte dai romanzi di Stephen King, risulta essere una delle meglio riuscite. Questo grazie anche alla superba interpretazione di Kathy Bates, che rende il personaggio della fan ossessiva indimenticabile al pubblico. Atmosfera da incubo resa girando la maggior parte del film con il protagonista a letto.
MEMORABILE: La punizione inflitta a James Caan con i ceppi.
C'è un elemento di morbosità nel rapporto tra lo scrittore e il suo pubblico, c'è dell'irrazionale nell'identificazione dei lettori con gli eroi della letteratura popolare. La fruizione della scrittura è un contenitore di pulsioni: se salta il coperchio, schegge impazzite di sadismo schizzano fuori... Materia rovente declinata in un gelido thriller, con grandi attori: la Bates misurata nella sua follia incommensurabile, Caan passivo ma non arrendevole Sherazade, costretto a narrare ancora la sua fiaba, per rimandare una sentenza di morte.
Notevole trasposizione cinematografica di un romanzo di King. Con questo film ho conosciuto il talento Bates, che qui regala due ore di vera tensione con una interpretazione da oscar (vinto infatti!). Horror psicologico centrato sulla patologia ossessivo-compulsiva di una donna verso il personaggio di quello che era diventato il suo scrittore preferito. Grande prova da parte del regista nell'addomesticare un contenuto psicologicamente sfaccettato e complesso da rendere credibile.
Dopo la buona prova già fornita con Stand by me, Reiner si conferma ispirato interprete dell'universo kinghiano, portando sullo schermo uno dei più noti (e migliori) romanzi del "re" del brivido. Ben supportato dalle prove attoriali di Caan e della sempre splendida Bates, il regista sceglie al meglio le soluzioni più adatte a avalorizzare una storia che rischiava, tradotta in immagini, di risultare troppo statica per ambientazione e situazioni. Invece, il regista crea una tensione ansiogena che non risparmia neppure chi già conosce il romanzo.
Meno opprimente e sanguinosa dell’originale di King, la riduzione di Reiner rientra nell’alveo del thriller più classico, acquisendo dinamismo nell’alternarsi tra interni (la prigionia) ed esterni (l’inedita indagine dello sceriffo) e levigando la figura di Annie Wilkes: se nel libro era un fetido mostro dalle doti quasi soprannaturali, con il volto dell’eccelsa Bates assume invece un’aria umana e malinconica, in grado persino di invocare la pietà dello spettatore. Caan è un Paul Sheldon più scaltro e attivo della sua controparte letteraria. Senz’altro un buon lavoro.
MEMORABILE: L’entrata in scena di Misery la scrofa.
Un bel crescendo di tensione in questo thriller dove vengono mostrati sentimenti contraddittori tutt'altro che esagerati; i due protagonisti si chiamano amore l'uno con l'altro ma nel fondo covano istinti che portano alla distruzione: chiaramente non quelli di James Caan, che sono comprensibili, ma quelli di Kathy Bates che esplodono in modo violento verso le cose che "ama" e che vorrebbe perfette. La trama è strutturata in modo efficace, la fotografia non esalta l'ambientazione montana ma la vita quotidiana dei protagonisti.
MEMORABILE: L'infermiera entra di notte nella stanza dello scrittore, arrabbiata per come sono andate le cose per Misery...
Un capolavoro del cinema firmato dal grande Rob Reiner, che riesce a creare un'ottima atmosfera e a tenere sempre altissima la tensione durante tutto il film. Un thriller perverso costruito quasi esclusivamente sulla doppia personalità ossessiva dell'infermiera Annie (interpretata magistralmente da Kathy Bates), ma anche Caan è decisamente in ottima forma. Non si registra un solo calo di ritmo e la storia riesce a risultare credibile. Memorabile lo scontro finale tra Caan e la Bates. Un vero cult.
MEMORABILE: Lo scrittore che sente l'auto di Annie arrivare mentre si trova dove non dovrebbe essere...; Le sfuriate della Bates.
"Misery" e Cujo sono a parer mio i migliori adattamenti cinematografici tratti dai libri di Stephen King. Il libro è molto più violento, ma almeno il film cerca di ricalcare le vicende in maniera più fedele possibile. La parte centrale qui è il rapporto tra la psicopatica (magnifica Kathy Bates) e lo scrittore, un rapporto estremamente malato. Realistico l'effetto dell'operazione chirurgica ai danni dello scrittore (a scena più forte del film). Il momento migliore però arriverà successivamente.
Giocattolone hitchcockiano che intrattiene e diverte senza lasciar da parte un po' di sana ma sopportabilissima inquietudine; si ha l'impressione di trovarsi di fronte ad un film adulto ma che non avresti paura a guardare con un nipotino decenne e questo è tutto merito della messa in scena divertita e quasi classicheggiante. Non è un horror, non è un thriller, è una commedia nerissima e plausibile. Cultissimo.
Claustrofobico film di Rob Reiner che con pochi ambienti riesce a dar vita a una pellicola che crea suspense dall'inizio alla fine, complice la formidabile interpretazione di Kathy Bates che le valse l'oscar come miglior attrice protagonista. Gran prova anche quella di James Caan, che interpreta il povero scrittore Paul Sheldon. Di solito il passaggio da un romanzo molto noto (in questo caso il bellissimo "Misery" di Stephen King) a film non è cosa facile, ma il risultato è strepitoso. Uno dei più bei thriller di sempre.
MEMORABILE: Annie Wilkes a Paul Sheldon: "Sono la tua ammiratrice numero uno".
Un buon thriller diretto ottimamente da Reiner, nel quale spicca soprattutto la prova della Bates. La bravura di Reiner non è solamente quella di riuscire ad adattare un romanzo di King alla pellicola (cosa non semplice, ricordiamo il disastro fatto con L'acchiappasogni) ma anche quella di narrare il tutto tramite una regia lucida e caparbia, capace di coinvolgere notevolmente lo spettatore e di tenerlo incollato allo schermo.
Un piccolo classico, uscito in un periodo non proprio felice, sottovalutato. Due grandi attori che giocano faccia a faccia come in una piece teatrale nera. James Caan e Kathy Bates danno vita a un intensa pellicola carica di suspance (non possiamo chiamarla thriller in senso stretto).
Da una trama piuttosto semplice, intuita da me dopo due minuti (sic!) di visione, Reiner riesce a tirar fuori un film niente male. La storia semplice ed essenziale conta buoni momenti di suspense, anche se a questi si contrappongono numerose sequenze prevedibili. Sottolineo l'angoscia provata dallo spettatore nel compatire il povero Sheldon, la quale è l'elemento fondamentale per apprezzare un thriller di questo genere; proprio ciò rende la pellicola avvincente fino al termine piuttosto che noiosa. Il resto è passabile, come la regia.
Andrò controcorrente ma non sempre un ottimo romanzo può essere un ottimo film. In questo caso, complice la riduzione, il taglio o la modifica di alcuni salienti, la trasposizione cinematografica perde molto e alla fine si riduce nel solo confronto psicologico prima, anche fisico dopo, dei due personaggi principali, senza troppe variabili. Per carità, la regia è ottima e la Bates verrà giustamente insignita dell'Oscar per la sua prova maiuscola, ma già se si sposta l'attenzione sul personaggio maschile ho trovato Caan non proprio adatto al ruolo.
Misery è forse l'esempio di come si dovrebbe girare un thriller claustofobico: scarsità di luoghi, evoluzione lenta e inesorabile della trama, accompagnamenti divini. Momenti in cui non succede assolutamente nulla precedono quelli più caldi, dalla serenità all'angoscia. Forse l'unico capolavoro di Reiner, anche perché i due interpreti sicuramente gli danno una grossa mano.
Un buon thriller e probabilmente una delle migliori trasposizioni cinematografiche prese dai libri di Stephen King (calcolando ovviamente il basso livello delle altre); come al solito però perde molto rispetto al libro; infatti la tensione, la violenza e il sadismo di Annie sono molto "alleggeriti", alcuni personaggi sono stati aggiunti e altri eliminati. Due punti in più per la fantastica interpretazione di Kathy Bates, che le valse l'Oscar. Lo apprezzerete molto di più se non avete letto il libro.
Superbo thriller psichiatrico tratto dal romanzo di King. Fantastica la Bates nel ruolo della sadica padrona di casa, come Caan nel ruolo di vittima sacrificale. Ambientazioni glaciali e claustrofofiche (anche se ci troviamo in mezzo a una foresta). Trama che tiene incollato lo spettatore dall'inizio alla fine, con un finale mozzafiato.
Pur lievemente edulcorata rispetto al romanzo di King, la trasposizione di Reiner è un incubo domestico senza tregua, una lotta in cui l’unica arma contro la follia e il fanatismo è l’intelligenza. Alla riuscita della rappresentazione del rapporto morboso tra lo scrittore famoso e la sua "fan n. 1" contribuiscono in modo decisivo i due attori: la Bates mette davvero paura malgrado la sua apparenza innocua e ordinaria, mentre Caan è più che adeguato in una prova impegnativa.
MEMORABILE: Annie scopre il finale del romanzo di Paul; Le martellate sulle caviglie; La lotta finale.
Davvero un signor thriller, che non risparmia tensione e colpi di scena dall'inizio alla fine. La trama è avvolgente e coinvolgente e spesso capita di sentirsi parte della storia. Ottima fotografia, movimenti di macchina azzeccati, ambientazioni perfette avvalorati da ottime interpretazioni di Bates e Caan. Imperdibile per gli amanti del genere ma in fondo per chiunque ami il cinema.
Thriller claustrofobico davvero ben fatto, che riesce a coinvolgere lo spettatore grazie a una tensione costante, ben mutuata dal romanzo di King. L'ottima sceneggiatura rende avvincenti e credibili le dinamiche vittima-carnefice tra l'infermiera psicopatica e lo scrittore di successo rapito, ottimamente interpretati da Kathy Bates e James Caan. In particolare la Bates è bravissima nell'uso dello sguardo e della mimica per rendere verosimili gli atteggiamenti estremi tipici della follia: Oscar meritato.
Thriller che descrive lo sfogo della patologia della protagonista con saltuarie punte di drammaticità, infierendo sullo spettatore meno di quanto potesse. Primi piani ficcanti che richiamano atmosfere alla Hitchcock e inquadrature interne della casa che la fan diventare prigione e clausura sono i pregi di Reiner. Bates alterna ottimamente gli stati d’animo come una posseduta, Caan ha più presenza che sentimenti. Scelta di un finale sinistramente ironico ma di poco impatto.
MEMORABILE: La Bates che fa il verso della scrofa Misery.
Fra le trasposizioni cinematografico-televisive tratte dai frutti della geniale penna del Re, siamo sicuramente di fronte a una delle migliori. E' un continuo duetto d'attori di altissimo livello, quello fra la Bates dalla doppia personalità e il sofferente Caan, i cui sguardi e la cui gestualità fanno da pennellate a un dipinto d'autore: difficile decretare un vincitore. Reiner contribuisce con un buon ritmo alla pellicola, reso tale dal sapiente impiego della macchina da presa. Colonna sonora coinvolgente.
MEMORABILE: I cambi d'umore di Kathy Bates, improvvisi e spiazzanti.
Dopo circa quindici minuti si incomincia a capire che la protagonista ha un carattere disturbato e da lì in poi si sviluppa un grande thriller ove i due "antagonisti" si trovano (recitativamente parlando) in sintonia praticamente perfetta. Kathy Bates è terrorizzante, con i continui cambi di umore e le strillate verso il povero scrittore James Caan (non sa più come fare per darle corda). Non ho letto il romanzo, ma deduco che sia magnifico...
MEMORABILE: Il comportamento di lei quando scopre che fine farà la protagonista dei romanzi...
Senza dubbio uno dei migliori thriller degli anni 90, con una regia strepitosa di un Rob Reiner in stato di grazia che ha la capacità assoluta di gestire ogni dettaglio nel miglior modo possibile al fine di generare una tensione crescente che raggiunge momenti al limite del sostenibile. La sceneggiatura regala siparietti gustosissimi fra una Kathy Bates (nel ruolo della vita) meravigliosa e un James Caan altrettanto bravo. L'ottima scelta delle location, dei comprimari e della colonna sonora non fanno altro che confermare l'incredibile livello complessivo.
MEMORABILE: L'incidente; L'intuizione dello sceriffo; I cambi di umore di Kathy Bates.
Tratto dal romanzo omonimo di Stephen King, il poliedrico Rob Reiner ne fa una trasposizione straordinariamente angosciante che nulla toglie alla suspense del libro. Film recitato praticamente da due soli attori (lo scrittore di successo Caan e la sua psicopatica ammiratrice Bates) che, in un crescendo di tensione raramente efficace, lottano strenuamente per sopraffare l'altro. Per la sua interpretazione la Bates ha vinto meritatamente l'Oscar e riesce difficile pensare che un'altra attrice avrebbe potuto superarla in bravura. Cult.
Tratto dal libro di Stephen King, il film è sicuramente fra i migliori del suo genere grazie alle interpretazioni di una straordinaria Kathy Bates da Oscar e un ottimo James Caan. Ritmi piuttosto serrati e momenti claustrofobici sono il sale di questa pellicola che coinvolgono lo spettatore senza mai farlo cadere nella noia. Appassionante.
Ormai è un cultone del genere tanto che spesso, quando mi ritrovo in luoghi isolati, una delle prime cose che mi viene in mente è "speriamo di non fare la fine di Paul". Girato con piglio e senza fronzoli da Reiner, il film colpisce nel segno inchiodandoti al divano: la tensione è costruita benissimo sfruttando l'ambientazione in un unico luogo (oltretutto circondato dalla neve), come benissimo è incarnata la follia dell'isolamento dalla Bates; non dispiace nemmeno il malcapitato Caan. Un po'tirato via verso la fine. Classico.
Misery è decisamente un capolavoro, inutile negarlo e la Bathes è assolutamente da annoverare nell'Olimpo degli psicopatici, tanto da restare quasi imprigionata nel personaggio. La storia viene sviluppata con perfetto utilizzo dei tempi, amplificando il senso d'impotenza di un Caan a sua volta in stato di grazia ed esasperando la follia dell'infermiera Annie. In un crescendo di tensione si arriva a un finale che, per quanto non all'altezza del resto del film, non delude.
Uno dei migliori film tratti da King, forse il migliore. Reiner sa sfruttare al massimo la praticamente unica location usando abilmente tutti i meccanismi della tensione e della paura. Caan nei panni dello scrittore prigioniero è sublime e Kathy Bates straordinaria nell'interpretazione di Annie Wilkes, uno dei mostri più spaventosi creati da King proprio perché orribilmente umana. Il rapporto tra i due è incredibilmente reale. Alla fine Misery è una grande storia d'amore, un amore folle, sadico e perverso, ma anche intenso e che non di dimentica più.
MEMORABILE: Annie spezza le caviglie a Paul col mazzuolo, per impedirgli di scappare di nuovo.
Oramai un classico del genere "King" grazie alla presenza di due ottimi interpreti e, naturalmente, a una storia in fondo semplice ma che prende per i suoi progressivi sviluppi in crescendo. Una velata critica anche contro i fanatismi di ogni forma che sfociano nella paranoia pura, con le conseguenze che si lasciano immaginare. Autoreferenziale.
Kathy Bates e James Caan: che connubio vincente! I due non ci lasciano un attimo di tregua in questo thriller mozza... fiato... ricco, ricchissimo di colpi di scena (nonché di asce e coltellacci). A mio avviso, nel genere, il meglio riuscito da King (dopo Shining) ed egregiamente diretto da Reiner. Come dimenticare la folle infermiera, carceriera pazzoide dello sfortunato scrittore che per tenerlo con sé gli spezza le gambe con un martellaccio? Amore e odio non hanno confini, nella mente schizofrenica di Annie!
Dopo Stand by me, Rob Reiner azzecca una nuova trasposizione di uno scritto (forse uno dei migliori) di Stephen King. Perno di tutto è la straordinaria performance di Kathy Bates, che si guadagna un posto nei più inquietanti cattivi del mondo del cinema. La storia scorre veloce, la tensione è sempre presente e il dolore di James Caan torturato e punito lo possiamo avvertire anche noi. Se devo trovare un difetto: il cambio di finale in negativo, facendosi sfuggire la magnifica conclusione di King con il ragazzo e la puzzola.
Titolo di culto degli Anni Novanta in cui il confronto psicologico tra i due protagonisti rappresenta il punto di forza. Innegabile che la recitazione della Bates conferisca al personaggio una forza maggiore, ma la regia di Reiner ha il merito di far funzionare a dovere i tempi non dimenticando di creare la giusta apprensione in un contesto che non forniva ampi margini di movimento. Riduttivo etichettarlo come thriller, almeno nel senso classico del termine perché assume una valenza più ampia sconfinando in diversi generi.
Un abbecedario su come i nostri sogni avrebbero sempre voluto, specialmente da metà 80 in poi, le trasposizioni del nostro amato King: scegliere il meglio su carta, non divagare eccessivamente dalle pagine, accaparrarsi un regista asciutto e con idee chiare, un budget adeguato. Per la Bates parla l’Oscar ricevuto, ma che dire di James Caan oppure di Richard Farnsworth, uno dei migliori sceriffi di provincia di sempre? Il neo: quegli istanti finali forse un po' artificiali. Non perde forza neanche a rivederlo più volte.
MEMORABILE: Universalmente, credo la martellata, personalmente Kathy Bates che imita la scrofa.
Gli esiti migliori Reiner li ha ottenuti confrontandosi con Stephen King. Dopo Stand by me ritorna a ridurre un romanzo dello scrittore del Maine e fa nuovamente centro con un thriller claustrofobico leggibile anche come metafora sull'arte e l'atto creativo dello scrivere. Non esente da qualche esagerazione soprattutto nella lotta finale tra i due protagonisti, contiene comunque diverse scene d'antologia come quella dell'ispezione dello sceriffo nella casa della Bates memore di Psyco. Un plauso all'arguto vecchietto Farnsworth.
MEMORABILE: La punizione per essere uscito dalla stanza; La reazione alla scoperta della morte di Misery; "Puoi stare tranquillo, io sono la tua ammiratrice n° 1".
Una grandiosa trasposizione in salsa hitchcockiana del romanzo di Stephen King. Perfetta la regia che riproduce in maniera eccellente il senso di angoscia e inquietudine, coadiuvata dalla strepitosa performance di Kathy Bates che dota il suo personaggio di un'agghiacciante imprevedibilità psicotica. Un po' fortunata l'indagine dello sceriffo, ma la colpa è delle classiche "forzature" alla King.
MEMORABILE: Il martellone sui piedi; Le espressioni di James Caan quando accondiscende.
Ottimo thriller kinghiano, uno dei più ricordati e riusciti. La spaventosa storia della fan pazza che sequestra e sevizia "amorosamente" il proprio idolo è ormai un classico. Perfetta Kathy Bates nei panni della folle innamorata e indimenticabile un sofferentissimo Caan. Anche se nel complesso non ci sono grosse sorprese sull'andazzo della trama, che si svolge in modo estremamente lineare, certe scene di magistrale suspense e di sorprendente violenza (fisica e non), gestite da un Reiner più che abile, non si scordano più. Da vedere!
MEMORABILE: Il tentativo di evasione di Caan, interrotto dall'inatteso arrivo della Bates: corsa contro il tempo da antologia; La cruda scena dell'operazione.
Un anno prima che Anthony Hopkins vincesse l'Oscar per aver interpretato uno psichiatra cannibale, successe la stessa cosa a Kathy Bates per un ruolo simile, ma diverso: quello di un'infermiera fan di romanzi in costume ma soprattutto una psicopatica che, con un martello, spacca le gambe allo scrittore James Caan, già costretto a letto per un incidente d'auto. Adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo di Stephen King, "Misery" è un film violento, sadico, bello e claustrofobico, perché soprattutto ambientato nella casa dell'infermiera pazza.
Un'ottima pellicola. Kathy Bates è perfetta nel ruolo dell'infermiera folle a tratti premurosa, a tratti violentissima. Caan messo un po' in ombra dalla Bates offre comunque una buona prova, il regista Reiner invece non ha fatto di meglio. Film ricco di tensione, diretto bene e recitato meglio. Non deve mancare nella collezione degli appassionati di buon cinema.
C'è una strana vena di ironia nera che pervade le vicende della strana coppia Bates-Caan, quasi un ammiccamento allo spettatore che - da un momento all'altro - si trova a seguire la vicenda in piena apnea, curioso di saperne di più, ma allo stesso tempo temendo ciò che potrebbe seguire. È un grottesco dato dall'ontologia delle situazioni, ma anche da alcuni gustosi dettagli (gli sbalzi d'umore della protagonista, il contrasto fisico tra i due, l'arredamento della casa...) che rendono la pellicola la migliore trasposizione filmica di King. Cult!
Una delle migliori trasposizioni di Stephen King, dominata da una gigantesca Kathy Bates nel ruolo dell'infermiera psicopatica. James Caan regge bene il gioco senza strafare. Ottima la regia di Rob Reiner già autore del kinghiano Stand by me. Sfrutta al meglio un ambiente quasi teatrale nella stanza. Nel cast anche Richard Farnsworth come anziano sceriffo.
Una delle più riuscite trasposizioni da Stephen King, un thriller piuttosto teso incentrato sul rapporto scrittore/ammiratore ma anche lettore/personaggio. In lavori come questo, in cui una certa staticità narrativa è inevitabile, diventa fondamentale il contributo degli attori: la Bates (giustamente premiata con l'Oscar) è strepitosa nel suo oscillare dalla premura a incontrollabili scoppi di sadismo, ma anche Caan è intenso quanto basta. Risulta un po' troppo facile l'indagine dello sceriffo, comunque utile a spezzare l'unità di luogo.
MEMORABILE: L'album dei ricordi; Il martello; Il finale.
Miglior film tratto da un romanzo di King dopo Shining. La valenza è duplice e profonda: il piano più superficiale del thriller, sicuramente ottimo, praticamente kammerspiel, nella casa dell'infermiera circondata dalla neve (stupenda e suggestiva la fotografia), in cui la suspense è gestita con maestria; il piano metaforico che ritrae il rapporto tra artista (lo scrittore) e il pubblico con le sue pretese, aspettative e fissazioni spesso "maniacali". La Bates non si scrollerà più di dosso questo ruolo interpretato in maniera "impressionante".
MEMORABILE: Le "escursioni" di Caan in cucina con rispettivo ritorno col cuore in gola; Il crescendo di follia della Bates nella durata della pellicola.
Reiner azzecca in pieno il modo di fare del buon thrilling: zero effetti speciali di basso livello, tensione costante, regia scrupolosa nei dettagli, montaggio alternato perfettamente calibrato, una location incantevole ma glaciale. Sulla bravura indiscutibile della Bates è già stato detto tutto, ma anche Farnsworth merita certamente un plauso. il brutale finale è notevole ma è carente della finezza del resto della pellicola; nel complesso senz'altro un ottimo lavoro.
MEMORABILE: Il legno inserito tra i piedi e le conseguenze; Caan che sfoglia l'album; La cena a lume di candela.
Per Rob Reiner cinema significa scrivere con il buio. Il buio inteso come unico legame fra due mondi: quello di Sheldon - scrittore di successo ma solitario - e quello di Annie - ammiratrice entusiasta ma emarginata. Un film teso e intenso, che fotografa gli orrori monomaniaci e li ridimensiona in pallide atmosfere gelide e dilatate. Immensa Kathy Bates, che con la sua figura affabile e dimessa crea un personaggio psicologicamente multiforme entrato di diritto nell’immaginario collettivo. Sadico.
Tra le migliori trasposizioni dell'universo di King, un angosciante saggio sulla "paranoia" che gioca sul rapporto tra carceriera e vittima rinchiusi in un'improbabile cornice di neve, ottone e carta da parati di discutibile gusto. Il risultato deve molto all'exploit di Bates e ai suoi perfidi sguardi in macchina, senza la quale la buona regia di Reiner non avrebbe toccato vette orrorifiche cosi alte. Il meta-testo s'innesta quale brillante exploit narrativo senza incidere con ulteriori riflessioni presenti nel libro.
Una delle migliori trasposizioni da King, perché Reiner riesce soprattutto nel trasferire le atmosfere evocate dallo scrittore (un misto di orrore e grottesco) dalla carta allo schermo. La sceneggiatura non perde un colpo e la regia sa costruire poco a poco la tensione, man mano che la follia della protagonista si disvela. Fantastica la performance schizzata della Bathes ma efficacissimo anche Caan con la sua naturalezza e la sua ironia. Belli gli scenari innevati.
In un micro-spazio territoriale una macro-lezione cinematografica. Rob Reiner, felicemente fagocitato dalle pagine di Stephen King, dirige un film coriaceo e lineare, preciso nei tempi e nelle psicologie dei personaggi, soggiogato ad infinitum dalla straordinaria bravura di Kathy Bates, teatraleggiante outsider di malinconica perfidia. Soundtrack hitchockiana di Marc Shaiman.
Uno dei migliori adattamenti di un'opera di Stephen King. Film brillante e realmente angosciante, non tanto per la comunque opprimente sensazione di claustrofobico pericolo che coltiva man mano, quanto soprattutto per le performance dei due protagonisti. Caan riesce a suscitare empatia nello spettatore (un uomo disperato spesso trova soluzioni disperate ma salvifiche), ma che dire della Bates? La sua è una prova che vale una carriera, e risulta tutt'oggi difficile trovare un altro personaggio "ordinario" tanto squilibrato e inquietante (forse Norman Bates). Ottimo.
MEMORABILE: Il volto della Bates, sorrisi rassicuranti e rabbiosa espressività che non si scordano più; Le martellate (due colpi che pure lo spettatore sente).
Uno dei film più ansiogeni in assoluto tra quelli tratti da romanzi di Stephen King. Merito dell'atmosfera opprimente e inquietante di tutta la vicenda è sicuramente la prova straordinaria di Kathy Bates, forse una delle psicopatiche migliori di tutta la storia del cinema. Ma non è da dimenticare anche la perfetta scenografia degli interni della casa della pazza, nonché i paesaggi innevati e claustrofobici di Kubrikiana memoria. James Caan ottimo, ma la Bates lo nasconde. Un grandissimo thriller curato in ogni dettaglio e ricco di tensione e buone trovate. Da non perdere.
Il rapporto tra un affermato scrittore e una sua pericolosa ammiratrice ambientato nella casa di lei immersa tra le nevi del Colorado. La Bates regala un'interpretazione notevole che miscela ingenuità iniziale salvo poi trasformarsi in sadismo violento totale, mentre Caan mostra un lato bonario lievemente tormentato dalla stesura del romanzo. Qualche immagine rimasta nell'immaginario come l'aggressione col martello e il violento litigio finale.
Un thriller dal meccanismo perfetto, con una regia in stato di grazia e attori assolutamente azzeccati, nei rispettivi ruoli: la Bates come sadica infermiera è da Oscar (doppiata superbamente dalla Febbi), mentre Caan è bravissimo come scrittore menomato in balia della psicopatica Annie Wilkes. Un film senza sbavatura alcuna, ricco di tensione, che ha forse nell'anonimo cast di contorno l’unico “difetto” (eccezion fatta per la Bacall, che però ha un ruolo marginale). Indispensabile.
Rob Reiner realizza a mani basse uno dei migliori lungometraggi tratti dai romanzi di Stephen King, con un'interpretazione magnifica di James Caan e Kathy Bates, che si immedesima alla perfezione nel personaggio di Annie Wilkes cogliendone anche le più piccole sfumature, interpretando un personaggio nel quale è impossibile immedesimarsi. Inoltre la trasposizione dal libro al film è stata eseguita nel miglior modo possibile, racchiudendo tutte le scene iconiche del romanzo in una pellicola di un'ora e cinquanta minuti, tenendo teso lo spettatore come una corda di violino.
MEMORABILE: La scena del martello; Il divertentissimo finale.
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
Quando la Wilkes compra la macchina da scrivere per Sheldon, gli dice che ha "ottenuto un grosso sconto perché ci manca la N". Sheldon scrive quindi il romanzo senza l’ausilio della suddetta N, come si vede in questa immagine (manca la N di Not, ma non solo):
In realtà, la N sulla tastiera c'è, per quanto dal dialogo non è chiaro se sia mancante fisicamente o semplicemente non funzionante....
HomevideoRocchiola • 9/03/18 13:54 Call center Davinotti - 1274 interventi
Il bluray sopra indicato è stato pubblicato sul suolo italico dalla Koch Media, utilizzando il master dell'edizione internazionale curata dalla MGM/Fox (il cui marchio compare anche sull'edizione italiana Koch).
Si tratta di un ottimo prodotto in HD con video nitido e pulito ed audio italiano 5.1 DTS di buon livello.
A fine 2017 l'americana Shout Factory ha fatto uscire una nuova Collector's Edition che in base alle recensioni pare eccezionale, ma ovviamente solo con audio originale e codifica Regione A.
HomevideoZender • 9/03/18 14:10 Capo scrivano - 48270 interventi
No aspetta Rocchiola, l'audio è inascoltabile, non buono (se guardi in discussione generale c'è tutta la discussione in tema). Han sbagliato il pitch, James Caan pare un morto vivente. Hai provato a fare il confronto col dvd o con la versione tv?
HomevideoRocchiola • 12/03/18 08:26 Call center Davinotti - 1274 interventi
Sinceramente non posseggo il DVD e normalmente non guardo i film in TV, tuttavia sul bluray ho notato solo che l'audio ha un tono forse eccessivamente basso, ma non è l'unico titolo ad avere questo problema. Forse ho ecceduto nell'usare il termine "buono", diciamo "discreto", però sinceramente ho sentito di peggio. Che Caan sembri uno zombie, bè forse è anche dovuto al doppiatore, visto che in originale la sua voce ha tutto un altro appeal. Comunque ora mi leggo la discussione generale!!!
HomevideoZender • 12/03/18 16:01 Capo scrivano - 48270 interventi
No, ma non è un problema di "qualità" dell'audio, che è pure buono, è che il doppiaggio italiano è "rallentato" perché non han regolato il pitch, cosa che rende questo (e altri bluray) fastidiosamente "bassi", se vogliamo usare il tuo termine. Inascoltabili, secondo altri.
La bella canzone jazz che apre il film quando Caan parte con la macchina in mezzo alla neve per andare a consegnare l’ultimo libro alla sua editrice a Ny è "Shotgun" di Junior Walker & the all stars.