Il Divin Codino - Film (2021)

Il Divin Codino
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

A partire dalla discutibile scelta di ignorarne la fase più gloriosa della carriera, il film ci consegna un Roberto Baggio difficile da sovrapporre al campione conosciuto da chi davvero lo vide al tempo incantare gli stadi di casa nostra. Riassumendo gli anni migliori sui campi da gioco esclusivamente nel racconto del mondiale 1994 e focalizzandosi su quel rigore sbagliato destinato a diventare icona ingannevole di una vita intera, si rischia di restituire un'immagine non solo parziale ma distorta, dell'asso di Caldogno. Perché va bene prediligere il ritratto privato, le angosce dovute ai ripetuti infortuni che l'hanno martoriato, ma passare dalle primissime partite con la...Leggi tutto Fiorentina alla felice coda nel Brescia di Corioni e Mazzone ignorando i successi alla Juve, al Milan o con la maglia azzurra (riassunti come detto nell'unica esperienza del '94) significa presupporre che chi guarda già conosca più che bene quanto realizzato da Baggio nell'intera carriera. Peccato perché inizialmente pareva che l'approccio potesse essere invece più attento e meno settoriale, e va sottolineato che l'interpretazione di Andrea Arcangeli nel ruolo del protagonista è piuttosto azzeccata: ne rispecchia bene l'intima timidezza, la gentilezza d'animo che in una delle scene più indovinate (nel finale) portano a capire quanto Baggio sia riuscito, come pochi altri calciatori, a guadagnarsi l'affetto dei tifosi dell'Italia intera non solo attraverso il talento ma anche con il suo sguardo buono, sincero e insieme furbo. Un raro esempio di campione d'altri tempi, schivo e dolce, compatito per le sofferenze causa di ripetuti gravi infortuni e insieme capace di esaltare i suoi fan per lo straordinario talento che lo lanciava veloce tra le difese avversarie accarezzando il pallone con la classe dei migliori. Tutto questo è dato qui per scontato, malamente concentrato in poche azioni - che mescolano faticosamente goffe ricostruzioni a filmati di repertorio - e in quel mondiale americano nel quale il testa a testa pare sia unicamente quello con l'allenatore di allora, Arrigo Sacchi (Zavatteri), con cui discutere (nei limiti del confronto civile) ma ancora senza che la sceneggiatura trovi mai un dialogo efficace, che dia l'impressione di poter far emergere in poche frasi il carattere dei personaggi come era invece necessario. Convincono di più le scene in cui Baggio si relaziona col duro padre (Pennacchi) scambiando pareri acidi figli di una chiara difficoltà nel vedere la vita allo stesso modo, un modo che però non mette in discussione la validità degli insegnamenti paterni; ed è questa una delle buone chiavi di lettura del film, che però nel risultato producono un approccio da fiction un po' scipita, priva di momenti capaci di segnare svolte importanti e in definitiva piatta, con un Martufello che gigioneggia in romanesco replicando Mazzone ma di nuovo senza indovinare un solo confronto ficcante, una scena capace di riassumere in uno scambio l'essenza vera di un rapporto. Meglio allora, ma più per merito della spontaneità della Bellè (credibile nel suo accento veneto, essendo veronese), le parti con la fidanzata e poi moglie Andreina, amore di una vita, al fianco di Baggio con la pazienza e la comprensione di chi ha l'animo semplice e sincero. E' in queste fasi che il fim dà il meglio, ma per lasciare il segno avrebbe dovuto suddividere con maggiore saggezza e furbizia le fasi salienti di una carriera lunga e intensa, perché il valore di Baggio come calciatore qui non si coglie affatto se non attraverso gli ovvi complimenti di chi gli sta intorno. Così come è un peccato sorvolare sui motivi che portarono Gianni Agnelli a definirlo "coniglio bagnato", epiteto leggendario ed emblematico, privilegiando invece fin troppo, ad esempio, la vicinanza religiosa del campione al buddismo. Se si fosse lasciata trasparire meglio la personalità di Baggio nei confronti sul campo e introrno al campo sicuramente il ritratto sarebbe risultato più attendibile e godibile.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 26/05/21 DAL BENEMERITO CAVEMAN POI DAVINOTTATO IL GIORNO 5/06/21
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Redeyes 1/06/21 08:48 - 2449 commenti

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Nel cercare di far emergere l'uomo dietro il pallone se Diodato centra il bersaglio, la regista spara alto sulla traversa fra errori grossolani a livello tecnico e poco sentimento, nonostante l'impegno. La pellicola sembra più un biopic per chi non conosce e non ha vissuto il divin codino. Senza discutere le scelte, seppur pare folle saltare a piè pari il pallone d'oro con la Juve, il travagliato passaggio alla stessa e la rinascita bolognese, ne esce fuori quasi un Baggio viziato che rende solo quando è il centro del mondo. Prove attoriali scarse.

Caveman 26/05/21 18:49 - 523 commenti

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Bravissimo Arcangeli che dà tutto se stesso portando in scena un Roberto Baggio perfetto (somiglianza straordinaria). Ottima la canzone di Diodato nel finale. Scelta degli attori strana (Trapattoni sembra Trump), azioni di gioco purtroppo mal ricostruite e una scelta narrativa particolare; dei tre mondiali giocati da Baggio si analizza solo USA '94, mentre a livello di club lo vediamo con Vicenza, Fiorentina e Brescia. Il film farà probabilmente più felice chi non ha vissuto la carriera del campione "in diretta" e che potrebbe non captare le tante lacune di cui la pellicola è pregna.

Daraen4 27/05/21 00:50 - 102 commenti

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Pellicola biografica diretta da una regista di serie televisive, che di televisivo ha qualche aspetto visivo e registico legato a banali movimenti di macchina; apprezzabile la scrittura, con qualche caduta recitativa e somiglianze non del tutto azzeccate; film che non scende mai di tono, trova nel montaggio parallelo temporale una buona strategia emozionale e la storia stessa reale del campione veneto risulta non scontata, ma anzi assolutamente originale nei plot-twist. Emozionante e vivo.

Reeves 27/05/21 15:39 - 2228 commenti

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Modestissima fiction calcistica pensata per Netflix ma che sembra invece un prodotto di Raiuno, tant è "perbene" e "pulita". L'unica perla di genialità è Carletto Mazzone interpretato da Martufello nella migliore interpretazione della sua carriera, capace di rendere la popolarità e l'unicità di quel grandissimo allenatore. Per il resto tante omissioni, situazioni scontate e un po' di retorica della quale si sarebbe volentieri fatto a meno.

Smoker85 28/05/21 09:35 - 487 commenti

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Realizzare un film su un personaggio pubblico è sempre un azzardo, perché si rischia di non cogliere quei tratti della sua storia che non sono scontati e di concentrarsi solo sulle cose note. Questa fiction materializza tali paure: mostra tutto quello che già è risaputo di Baggio e dà troppe cose per scontate, come il rapporto con Petrone, mentre omette passaggi decisivi come la stagione bolognese, la partecipazione al mondiale francese o la rottura con Lippi che lo porta a restare svincolato. Al di là dell'ottima ricostruzione visiva e della bravura del protagonista, resta ben poco.
MEMORABILE: La ricostruzione di USA 94.

Didda23 28/05/21 23:54 - 2426 commenti

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Baggio per un bresciano è un qualcosa che non si può spiegare a parole. Detto ciò, la pellicola mette quasi in secondo piano la vicenda sportiva (concentrandosi quasi esclusivamente su Usa '94) per analizzare il Baggio uomo. Da questo punto di vista la pellicola fa emergere l'umiltà e l'umanità del personaggio, ma la realizzazione tecnica è mediocre e a livello emozionale il film è abbastanza deludente. Di straordinario c'è solo la prestazione de il "Pojana" Andrea Pennacchi, mentre Arcangeli vanta una somiglianza incredibile ma a livello di recitazione è abbastanza ingiudicabile.
MEMORABILE: La promessa di Baggio al padre; Corioni e Martufello; La canzone di Diodato.

Giufox 30/05/21 10:55 - 324 commenti

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Didascalie compiaciute e tra loro slegate più che affresco biografico - alla ricerca di quello che già sappiamo - annacquando un idolo in un bagno di pathos stemperato in pieno stile "fiction". Tra le tante omissioni, i conflitti portanti: infortuni (e riscatto orientale), mondiali (quel gran "despota" di Sacchi) e ritiro (la parabola freudiana tra le anatre). Da salvare tecnici e cast: confezionano ottime scene nonostante l'idea a monte non ben definita e una regia incerta. Uno degli ultimi simboli di un mondo sportivo e di una nazione tormentata, meritava un'analisi più matura.
MEMORABILE: Il prologo nella vetreria; Il finale all'autogrill; Andrea Pennacchi, una spanna su tutti.

Pinhead80 6/06/21 21:31 - 4767 commenti

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Riuscire a condensare in poco più di novanta minuti la storia di un grande campione come quella di Roberto Baggio non era un'impresa semplice. Ragion per cui alcune parti della sua storia sono state completamente omesse. Il risultato finale purtroppo è totalmente insoddisfacente perché si è spinto molto sulla parte spirituale e famigliare e molto meno su quella sportiva. La scelta di utilizzare poche immagini di repertorio è sciagurata e le ricostruzioni delle partite sono terribili. Bravo Andrea Pennacchi nel ruolo del padre di Baggio, malissimo invece Zavatteri in quello di Sacchi.

Markus 6/06/21 22:36 - 3690 commenti

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Ci si aspettava una confezione molto più ricca considerato il fatto che dietro a questo film c'è il colosso Netflix. Povertà di mezzi e si sceglie di dar per scontata la conoscenza della storia di Roberto Baggio, tanto da tralasciare a piè pari "Italia '90" (com'è possibile? Eppure l’hanno fatto!) e persino gli anni in Juve, Bologna, Milan, Inter... e scusate se è poco! C'è però scorrevolezza, qualche buon momento e Andrea Arcangeli, che trova in questo personaggio una buona occasione. Resta però un'opera nel complesso deludente.

Cotola 8/06/21 18:59 - 9055 commenti

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Il film si sofferma più sul Baggio uomo che sul calciatore della cui carriera si omettono, incredibilmente e colpevolmente, tappe fondamentali. Interessante e trattata con rispetto, per quanto molto celermente, la conversione al Buddismo. Ma le emozioni latitano dall'inizio alla fine: non c'è mai un guizzo, un'accelerazione, un colpo di coda. Niente di niente. E la forma è piatta e scialba sia dal punto di vista tecnico che sotto il profilo visivo. Almeno è breve è scorrevole. Non malvagie le prove di Arcangeli e della Bellé ma il migliore è Pennacchi.   

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Paulaster 10/06/21 10:10 - 4427 commenti

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Biopic a segmenti sul campione di Caldogno incentrato più sulla vicenda umana. Il lato sensibile e introspettivo sono resi con giustizia salvo qualche eccesso di retorica (soprattutto nel finale). Poco curati, al limite del macchiettistico, i vari sosia del mondo del pallone (tranne Martufello) e particolari di gioco che cercano in qualche modo di essere verosimili. Peccato che non sia stato svelato qualche particolare in più fuori dal campo. Protagonista che restituisce la postura del vero Baggio e la mimica. Nel complesso un’occasione persa.
MEMORABILE: I tiri con Sacchi prima della finale; La fascia di capitano passata da Guardiola; A casa Corioni.

Gabrius79 27/06/21 23:43 - 1427 commenti

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Omaggio decisamente sottotono e poco riuscito dedicato a Roberto Baggio. Il film scorre lentamente e si riprende giusto quando si parla dei mondiali di calcio del 1994 e del passaggio del Divin codino al Brescia. Arcangeli ce la mette tutta ma la recitazione non è così carismatica, mentre abbiamo un ottimo Pennacchi che illumina la pellicola ogni volta che appare. In sostanza un’occasione gettata alle ortiche che poteva essere svilippata meglio e con più mordente.

Xamini 30/03/22 18:30 - 1254 commenti

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In 90 minuti era difficile riprodurre tutti i passaggi della carriera dai Baggio, così il film sceglie di rinunciarvi a prescindere dedicando tempo solo ad alcuni di questi (in particolare quelli amari) per porre l'accento sul fattore umano. Anche a valle di una decisione di questo tipo (che, de facto, elimina completamente la sua ascesa al Pallone d'oro), sarebbe stato preferibile includere qualche filmato d'epoca in più; tuttavia la prova di Arcangeli si può dire riuscita nel riproporne il carattere e qualche emozione (con una fotografia un po' da fiction) riesce ad arrivare.
MEMORABILE: Il maledetto rigore.
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  • Discussione Caveman • 27/05/21 11:14
    Servizio caffè - 403 interventi
    Temevo il peggio, invece tutto sommato ha il pregio di non irritare.

    Arcangeli perfetto ed anche l'attrice che interpreta la moglie Andreina è bravav e somigliante.

    Le azioni da campo sono da brividi (e non in senso buono) ma si sa è lo scotto da pagare nei film sul calcio. Mistero. Ad esempio Pagliuca con la Norvegia come ben sappiamo venne espulso perché toccò il pallone fuori area con le mani, la dinamica mostra quasi un fallo in scivolato. Anche se poi per salvare capra e cavoli Andrea Pennacchi (qui papà di Roberto) guardando in TV la gara sentenzia con un lapidario: "L'ha presa fuori area" 

    La cosa che mi ha infastidito un po' è il trailer furbino dove si ode la soave voce di Pizzul, ma per il resto del film c'è un imitatore.

    Baggio è di tutti, quindi ne godranno certamente maggiormente quelli che non lo hanno visto direttamente.

    Ho molto apprezzato invece il Cameo di Valentina, in un ruolo nel finale, la vera figlia du Roberto. 

    Non occasione sprecata, per carità, ma spero proprio di non leggere ovunque lodi sperticate. 
  • Discussione Caesars • 27/05/21 12:21
    Scrivano - 16812 interventi
    Devo dire che questa "moda" di dedicare film a calciatori mi lascia freddo assai.

  • Discussione Didda23 • 27/05/21 18:15
    Compilatore d’emergenza - 5797 interventi
    aggiungerei al cast Martufello. il cast su Imdb è ancora molto scarno.
    Ultima modifica: 27/05/21 19:01 da Didda23
  • Discussione Caveman • 27/05/21 20:14
    Servizio caffè - 403 interventi
    Didda23 ebbe a dire:
    aggiungerei al cast Martufello. il cast su Imdb è ancora molto scarno.

    A questo punto, dato che l'ho citata nel primo commento qui sopra, direi che si può aggiungere anche Valentina Baggio. 
  • Musiche Didda23 • 28/05/21 09:00
    Compilatore d’emergenza - 5797 interventi
    La canzone originale del film " L' uomo dietro il campione", cantata da Diodato:
    https://www.youtube.com/watch?v=bH9jTb3MU8I
    Ultima modifica: 28/05/21 09:00 da Didda23