Sui carabinieri, in Italia, si sono girati parecchi film, la maggior parte dei quali improntati a dipingere l'arma esattamente tale e quale nelle barzellette. Questo CARABINIERI SI NASCE non fa eccezione: di nuovo un insieme di gag da quattro soldi supportato da una sceneggiatura del tutto pretestuosa. In pratica due "evasi" in mutande (quello basso è Sandro Ghiani, presenza fissa di tutti i film ambientati in Sardegna) vengono scambiati, in una caserma dei carabinieri, per due superispettori dall'aria volutamente scema (un’idea simile l'avevamo incontrata nell'ALLEGRO SQUADRONE con Sordi). Trattati dal...Leggi tutto colonnello capo con i dovuti onori, i due ne combineranno di tutti i colori senza che nessuno li rimproveri. Anzi, uno che non crede alla loro "nobile" origine c'è, ma viene tacitato dal suo superiore: è Alessandro Benvenuti, toscanaccio dalla comicità surreale, di tanto in tanto impelagato in film di serie zeta come questo. La sua presenza è comunque fondamentale, perché è solo grazie a lui se, di tanto in tante, si ride. La comicità del film è di grana a dir poco grossa (con frequenti ammiccamenti erotici), ma non così sguaiata come ci si potrebbe aspettare. In fondo questo CARABINIERI SI NASCE (bello il tema musicale omonimo, allegrotto alla Oliver Onions) è film a tratti insolito (merito di Benvenuti e della scarsa incisività, almeno in questo caso, dei due protagonisti), quasi surreale (involontariamente, purtroppo). Ci sono Vincenzo Crocitti cuoco che emette peti in scala musicale, un'apparizione di Tinì Cansino nella parte di se stessa che fa un ballo in un night (e mostra il seno) e tanta, tanta miseria. Se non fosse per le improvvisazioni di Benvenuti...
Finiti i capitoli sulle gag politicamente scorrette del 1981 e 1982 e dopo il successo de "I due carabinieri", con la coppia Montesano/Verdone, ecco "Carabinieri si nasce", altro film sull'arma dove stavolta, i nostri devono sgominare una cellula di avvenenti spie russe. Fra Alessandro Benvenuti che fa il verso al Rambo di Sylvester Stallone e il "solito" Sandro Ghiani che fa il sardo, ciò che si salva sono solo le forme di Tinì Cansino e delle altre belle ragazze, che sono sempre notevoli.
Il fertile filone del cinema italiano dedicato a carabinieri, polizia e forze armate varie si arricchisce (?) di un nuovo fulgido esempio diretto da Mariano Laurenti che si pone a metà tra la commedia degli equivoci (lo spunto iniziale) e il film di barzellette (il prosieguo); si tratta in ogni caso di un filmetto trascurabile, segnato negativamente da una sceneggiatura sciatta, colma di gag di bassa lega e recitazione pedestre. Coinvolto purtroppo anche un bravo attore come Benvenuti.
Fiacca commedia del sottogenere sui carabinieri che spara gag a vuoto, nonostante l’aggiunta della pista spionistica e il lieto fine che riscatta la sorte di personaggi di solito piuttosto iellati. Al gruppo di caratteristi, in gran parte provenienti da Pierino il fichissimo il cui regista Metz è qui l’aiuto di Girolami, si associano senza elevare la bassa media lo stralunato Alessandro Benvenuti, la divetta del “Drive in” Tini Cansino, un imperioso Benito Artesi e le starlets dal nudo facile Malisa Longo e Cinzia De Ponti.
MEMORABILE: Benvenuti che parla al poster di Rambo; i nudi della Longo.
Evidentemente insoddisfatto del lavoro svolto dal collega Massaro, il sexycommediografo Laurenti, in rapida pausa merenda dai cineromanzucci dangeliani, ci scalda e c'impiatta questa sua "carrambata" a sorpresa, terzo pasticcio in successione a omaggiare l'Arma di scherni. Disinquinato dal barzellettume preistorico, il testo però si reinquina nella più scipita farsa comica sugli scambi d'identità, rotolandosi tra jingle enterici, onanistici gloryholes e corsette in mutande per Roma fra astanti ignari e impietriti. Idealmente raccomandato per fioretti quaresimali e prove estreme di resistenza.
MEMORABILE: I gloryholes auto-masturbatori dei militari attraverso il muro divisorio delle docce femminili; Ghiani e Cappuccio in boxer per le strade di Roma...
Sul filone primi Anni '80 dei carabinieri/film-barzelletta, uno degli ultimi esemplari che nulla aggiunge alla filmografia. Un raschiare il barile che persino un veterano come Mariano Laurenti, ormai arrancante, gestisce nel peggiore dei modi. Il comparto dei caratteristi fa quel che può e, in mancanza di veri attori, si provvede a far smorfie e a dire sciocchezze. Il film si ricorda solo per il ritorno di un ex "vip" come Alessandro Benvenuti, che dopo i fasti in tv coi Giancattivi riparte da zero... con questa scarsa commedia.
Film sull'arma dei carabinieri, che in quel periodo andava molto di moda. Qui però non si ride mai, neanche con il bravo Benvenuti. Non si salvano Ghiani e Crocitti che ce la mettono proprio tutta, bene invece Artesi e Ozzano, fin dove possono. Cinzia De Ponti e Tinì Cansino bellissime ma non basta. Orribili le gag (se così si possono chiamare), barzellette da serie Z. Equivoci e travestimenti già visti e rivisti, insomma pare una bruttissima copia dell'americano Scuola di polizia; si salva solo l'orecchiabile colonna sonora, per il resto evitabilissimo!
Una delle ultime tristi cartucce inerenti le pellicole su militari e carabinieri, con uno sviluppo narrativo alquanto scadente e un cast non proprio irresistibile. Situazioni al limite del ridicolo pedestre e fa tristezza vedere Benvenuti ridotto a uno pseudo clone di Rambo. Tra le starlette da segnalare la Longo mentre la Cansino si limita ad ocheggiare in discoteca. Tremendo.
Mariano Laurenti HA DIRETTO ANCHE...
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Alessandro Benvenuti, in un una intervista che ha concesso al programma televisivo "Stracult", ha ammesso che questo film (pur considerati i limiti del valore artistico dell'opera) è stato fondamentale, poiché dopo la separazione dei "Giancattivi" (di cui lui era leader storico), passò tre anni senza mai lavorare e all'ombra del successo di Nuti e parzialmente della Cenci. Fu un ritorno sulle scene necessario e anche un po’ di "ossigeno" che gli concesse poi di intraprendere la seconda parte della sua carriera, orientata soprattutto alla regia.
DiscussioneZender • 12/08/10 10:38 Capo scrivano - 48333 interventi
Markus ebbe a dire: Alessandro Benvenuti, in un una intervista che ha concesso al programma televisivo STRACULT, ha ammesso che questo film (pur considerati i limiti del valore artistico dell'opera) è stato fondamentale, poiché dopo la separazione dei "Giancattivi" (di cui lui era leader storico), passò tre anni senza mai lavorare e all'ombra del successo di Nuti e parzialmente della Cenci. Fu un ritorno sulle scene da lui tanto atteso, e anche un po’ di "ossigeno" che gli concesse poi di intraprendere la seconda parte della sua carriera, orientata soprattutto alla regia. Molto interessante questo, non avrei mai detto che Benvenuti dovesse qualcosa a questo film. Onesto lui a riconoscerlo e ravo chi l'ha scelto per il cast: dal punto di vista comico Benvenuti aveva (e ha) molte frecce al suo arco. Lo si considera oggi soprattutto come regista, ma anche in film in ci è solo attore (vedi MANIACI SENTIMENTALI) la sua presenza è fondamentale, per la riuscita brillante.
CuriositàZender • 17/06/17 16:35 Capo scrivano - 48333 interventi
Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film: