La casa dei giochi - Film (1987)

La casa dei giochi
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

I film sui truffatori difficilmente deludono. Forse per il nostro inconscio desiderio di apprendere nuovi metodi per far soldi dal niente, forse per una naturale simpatia nei confronti dell'intelligenza umana che ci porta a plaudire la furbizia più dell'onestà; se poi il film si giova di una sceneggiatura pressoché perfetta e di un Joe Mantegna (Mike) in stato di grazia il divertimento raddoppia. Il celebre David Mamet è qui al suo esordio da regista; fino ad ora si era limitato all’attività di commediografo (da cui l'abilità come sceneggiatore), ma è invece auspicabile continui anche a dirigere film, visti i risultati raggiunti. Niente di particolarmente straordinario o innovativo nella sua...Leggi tutto messa in scena, la sua opera ha un garbo e una grazia lodevoli. L'unica difetto da rimproverargli è l’aver utilizzato la moglie Lindsay Crouse come protagonista femminile: inespressiva, fredda, toglie ad HOUSE OF GAMES parte del suo fascino facendolo sembrare a volte (unicamente per colpa di lei) un tv-movie dallo scarso budget. Fors'anche credibile nel ruolo della psicologa, la Crouse sembra sempre estranea a tutto ciò che le capita attorno. Incapace di far trasparire alcuna emozione, non si riscatta nemmeno nel tragico epilogo, dove ne avrebbe ampie possibilità. Bella l'idea di alternare costantemente commedia e cupo dramma disorientando sovente lo spettatore con ribaltamenti di situazione piuttosto imprevedibili. Non un espediente nuovo (è solitamente questa l'unica risorsa dei film sui truffatori), ma sfruttato con grande abilità senza trascurare alcun particolare.

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Cotola 18/10/08 23:36 - 9043 commenti

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Ottimo film di David Mamet (probabilmente alla sua opera migliore) che riesce a dar vita ad una pellicola ricca di tensione e di colpi di scena (molto bello e riuscito soprattutto quello finale) grazie ad una regia sobria e professionale e ad una sceneggiatura solidissima. Bravi anche gli attori. Poco conosciuto ma decisamente da non perdere.

Puppigallo 21/08/09 08:21 - 5275 commenti

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Bel tipo questa psicologa a caccia di emozioni forti. Certo, per quasi tutta la pellicola fa la figura (cito dal grande Monnezza, Tomas Milian) "der cane de Mustafà, che ce l'ha arculo e crede de sta a scopà". Ma col passare del tempo, rivelerà doti nascoste e inquietanti. Bravi gli attori, tutti in parte, soprattutto Joe Mantenga (il truffatore), con i suoi modi gentili, da signore, che gentilmente ti frega e rifrega. La sceneggiatura, pur non puntando certo sull’azione, ma più sui dialoghi e sui piani architettati, permette allo spettatore di godersi gli eventi, restando appagato. Notevole.
MEMORABILE: "Un uomo con stile non si rode dalla bile"; La partita a poker con "pistola speciale".

Daniela 12/11/09 10:51 - 12662 commenti

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Psicologa affermata e molto sicura di sé si trova invischiata, per curiosità intellettuale e seduzione fisica, in un giro di truffe organizzate da un gruppetto di professionisti del bidone. La gatta ci lascia lo zampino dell'amor proprio, ma saprà dare l'ultima zampata. L'esordio di Mamet è anche il suo film migliore, per l'intrigante costruzione a scatole cinesi, il disegno non banale dei due protagonisti (ottimamente interpretati), i dialoghi acuti, il bel doppio colpo di scena finale (pistola ed accendino).

Stefania 16/03/10 00:05 - 1599 commenti

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La casa dei giochi... di potere. Affascinante e truffaldino, scontro tra due intelligenze, più precisamente tra due modi di dominare gli altri con la propria intelligenza. Il potere della psichiatra Margareth sui suoi pazienti è socialmente riconosciuto e accettato. Il potere di Mike sulle sue vittime, no, ma entrambi sono dei manipolatori. E il loro gioco di potere è un gioco di ruoli, che possono ribaltarsi. Compatto, costruito senza sbavature, in una Chicago livida, solitaria, notturna, di luci fredde, dialoghi "per iniziati", sguardi obliqui, facce indecifrabili. Facce da poker.

Tomastich 9/11/10 14:47 - 1255 commenti

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Atipico noir-slow movie notturno che riprende alcuni temi del vecchio cinema americano e delle situazioni più narrativo-teatrali. C’è pochissimo di thriller, c’è un’assenza di suspense. In una pellicola dove la lentezza regna sovrana sembrerebbe che ci sia poco da salvare. Tuttavia tra finte truffe, stangate malmesse e attori poco simpatici, qualcosina si salva.

Mark 14/02/11 02:39 - 264 commenti

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Thriller pomeridiano annacquato da qualche sparuto colpo di scena che proprio "colpo" non è. Psicanalisi spicciola ed escatologia truffaldina condite da musiche sonnacchiose come la sceneggiatura, cast ridotto al minimo, gioco di luci e atmosfere che ammiccano parodisticamente al primo Lynch, ma siamo su un altro pianeta. Un film non deprecabile ma davvero modesto.

Roger 3/03/12 20:43 - 143 commenti

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Da questo film la psicologia ne esce a pezzi. La protagonista (una psicologa di successo), nel suo analizzare razionalmente l'animo umano mantenendo sempre una distanza (dal paziente ma anche dalla vita stessa), non solo intuisce l'impotenza nell'aiutare veramente i suoi pazienti, ma non é capace di aiutare se stessa quando la vita gli darà uno smacco tremendo. Per questo motivo secondo me la Crouse é ottima nella parte della donna sola, fredda, in fondo repressa, "dottore a sua volta malato".
MEMORABILE: La protagonista, sola e affranta, straccia il suo titolo di studio inquadrato alla parete.

Ultimo 27/02/16 16:50 - 1655 commenti

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Ottimo film d'esordio per David Mamet in cui Lindsay Crouse interpreta una psicologa di successo che si trova invischiata in un giro di truffatori, orchestrati al meglio dal bravo Joe Mantegna. Il film vive su una sceneggiatura perfetta che ha con un obiettivo ben chiaro: mostrare le debolezze umane dal punto di vista psicologico attraverso lo studio dei minimi dettagli. A tratti un po' lento, ma complessivamente notevole.
MEMORABILE: Il finale con accendino.

Il Dandi 15/04/17 01:42 - 1917 commenti

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Giallo psicologico in cui - nonostante i ripetuti colpi di scena a scatole cinesi non siano tutti esattamente così imprevedibili - è proprio alle ulteriori visioni che si apprezza ancor di più la finezza di dialoghi in cui nessun dettaglio è lasciato al caso. Mamet è abilissimo nel cambiare ripetutamente registro (dal mistery hitchockiano, al fiabesco, al pulp) e il finale è un bel saggio di pessimismo e cattiveria. Casa di giochi per adulti, col ritmo di una partita a poker classico: si astengano i bambini bisognosi del ritmo di una slot-machine.
MEMORABILE: La partita a poker.

Nicola81 15/04/24 11:44 - 2857 commenti

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Thriller psicologico che segna l'esordio dietro la macchina da presa per David Mamet, fino a quel momento attivo soltanto come sceneggiatore. In effetti il punto di forza del film non risiede certo nella regia (il ritmo è abbastanza compassato), ma in un copione ben strutturato nei dialoghi, con alcuni colpi di scena efficaci (magari non tutti imprevedibili) e un epilogo non certo consolatorio. La non troppo avvenente Lindsay Crouse si rivela adatta nell'esprimere la freddezza e la solitudine del suo personaggio, ma viene superata in bravura da Joe Mantegna seducente truffatore.

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  • Curiosità Daniela • 12/11/09 11:00
    Gran Burattinaio - 5928 interventi
    2 anni dopo Lindsay Crouse replica il personaggio di psicologa tradita ed umiliata in un bell'episodio dell'ottava Stagione del Tenente Colombo: "La signora in nero". Anche qui, la Crouse ascolta non vista un giudizio molto crudele che il suo amante pronuncia nei suoi confronti e questo scatena la sua voglia di vendetta.
  • Curiosità Buiomega71 • 16/12/20 19:01
    Consigliere - 25998 interventi
    Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv ("Lunedì cinema", 22 ottobre 1990) di La casa dei giochi:

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