Uwe Boll che presenta uno zombie-movie italiano tutto livornese?!? Ebbene sì! Sia chiaro, il film non è nulla di originale o rivoluzionario e mostra parecchi punti deboli nella sceneggiatura - con passaggi affrettati o eliminati in fase di montaggio, per esigenze di durata standard - ma la confezione è di tutto rispetto. Gli sfondi apocalittici in CG sono ben miscelati alle location esterne, il buon make-up prostetico si rifà al Dawn of the dead di Snyder ed il clima di tensione che si respira è spesso interrotto da salti sulla sedia a rischio infarto. Romeriano a sufficienza.
MEMORABILE: Alex Lucchesi (un Leonida senza capelli) che recita come uno di quei sotto-bountykiller da rigatoni-western; le comparsate dell'hardista Francesco Malcom e del metal-rocker Steve Sylvester.
Si può apprezzare un certo impegno nelle riprese e il make up zombico, nonostante gli stessi zombi lavorino troppo poco. Ma non si riescono a sopportare certi dialoghi di bassa lega e attori così mediocri, ultra sopra le righe, eccessivi come il barbuto, il finto prete, lo stesso dottore folle, o i due dementi addetti alla pulizia della stanza piena di resti umani. In più, non si può non notare l'approssimazione nella sceneggiatura, con l'aggiunta dei nazi per cercare di tappare i buchi e far andare pellicola. Peccato, perchè una certa atmosfera malsana aleggia, ma serviva più professionalità.
MEMORABILE: Notiziario: "Il Papa si è appena suicidato sparandosi"; Caravaggio, detto anche "scarafaggio", che dipinge i morti; Gli zombi parlanti fanno domande.
Realizzato con una buona cura formale, il film delude sotto tutti gli altri aspetti. In primis la sceneggiatura, che sembra scritta giorno per giorno e che manca di una trama che possa dirsi tale così come di un qualsivoglia coinvolgimento emotivo. Non aiutano poi gli attori dilettanteschi e il profluvio di battute "cool" che in continuazione vengono messe in bocca all'insopportabile Lucchesi, con effetto stucchevole. Effetti speciali ai minimi termini: gli zombi non sbranano mai nessuno e il sangue è fatto (pessimamente) in digitale. Noioso.
MEMORABILE: Buono il lavoro sulle scenografie. Però prima di mettersi a girare bisognerebbe avere uno script.
Difficile arrivare alla fine della visione, nonostante baleni subito alla vista il divario fra l'aspetto tecnico e della computer grafica di livello professionale e la sceneggiatura quasi inesistente. L'atmosfera c'è, ma la pellicola appare troppo letteraria e andrebbe epurata delle continue parolacce. La prova attoriale è decente, ma probabilmente solo con altro montaggio sarebbe emerso quel talento adombrato da una regia troppo statica. Da rivedere. Ancora?
Opera giovane e per questa ancora acerba, ha qualche merito nell'atmosfera apocalittica e nella fotografia adeguata. Per il resto il film appare troppo "parlato" e con dialoghi scadenti, tanto da far perdere allo spettatore l'attenzione sulla trama, anche a quello più accorto. Sarebbe valso di più forse come romanzo horror. Onore solo all'entusiasmo speso.
I non-morti sono un argomento fin troppo abusato dal cinema, ma che sembra non passare mai di moda. Pochi film riescono a dire ancora qualcosa di originale su di un tema alquanto sterile, ed anche qui, vista la sceneggiatura (se mai c'è), le idee latitano. L'ambientazione è un po' troppo astratta (italica, ma con ambizioni americane) e la storia manca di un vero filo logico. Recitazione che varia dal mediocre al pessimo, alcuni trucchi buoni, effetti digitali poveri, fotografia suggestiva. I pochi pregi, restano quasi inosservati. Approssimativo.
MEMORABILE: La notizia del suicidio del Papa (lode a chi l'ha letta senza sbellicarsi); lucchesi, che per tutto il film farebbe schiattare d'invidia Vin Diesel...
Discreto tentativo di riaggiornare l'horror italiano. Trama e situazioni riportano ai recenti capitoli zombeschi di Romero (da La terra in poi), mentre make-up e stile ricordano il remake di Snyder. A latitare è la sceneggiatura, un po' inconcludente; anche la CGI non è il massimo e la recitazione è spesso sopra le righe, ma d'altro canto se fosse stato un film americano nessuno si sarebbe stupito delle battutacce da duro messe in bocca al buon Lucchesi. Mezzo pallino in più per la buona atmosfera, rassegnata e pessimista; comunque decoroso.
Esordio dietro la macchina da presa per Boni e Ristori, autori di corti e videoclip. Si vede la mano sicura nella messa in scena e sono assolutamente da lodare gli ottimi trucchi di make up. Però i dialoghi molto forzati e certe soluzioni visive troppo "finte" abbassano il livello della pellicola, che pure è stata apprezzata da Uwe Boll al punto da trovare una distribuzione internazionale. Non del tutto riuscito, ma certamente promettente per il futuro dei due registi.
Nulla di nuovo sotto il sole, ma il punto è che – purtroppo - questo lavoro di Boni e Ristori pare un brodo allungato privo di guizzi e con poco mestiere; e tale sensazione inizia ad acquisire forma già dopo i primi venti minuti fino alla conclusione, peraltro senza infamia né lode. Onore al make-up e agli sfondi apocalittici che ben si sposano con gli edifici esterni, ma la pellicola manca completamente di coinvolgimento emotivo ed è viziata da dialoghi lunghissimi affossando un’atmosfera già ai minimi storici. A malincuore, bocciato. **
Per quanto ci sia una cura formale nel girato e i trucchi siano piuttosto convincenti, la confezione, la sceneggiatura infarcita di citazioni romeriane, gli attori alquanto scarsi e la noia di un ritmo che manca rovinano le buone intenzioni di Boni e Ristori (che sicuramente avranno dato il meglio di quel che potevano). Resta un b-movie omaggiante il mondo degli zombi che nulla aggiunge al fiorente mercato. In Italia, chissà perché, con gli zombi non abbiamo mai sfondato.
Perchè rovinare una possibile gemma con una concitata mitragliata di dialoghi al limite dell'assurdo e con una galleria di personaggi caricaturali e sopra le righe? La storia non è originale, ma con il microbudget a disposizione i due ragazzi toscani avevano fatto un buon lavoro: location accattivanti, ottima anche parte dei trucchi, regia assolutamente non banale. Purtroppo la sensazione finale non è delle migliori, con la convinzione che una sceneggiatura più curata e un maggiore controllo degli attori avrebbe giovato al tutto. Rimandati.
Rilettura al limite del plagio de Il giorno degli zombi che ha di buono riusciti effetti speciali e valide scenografie (ben inseriti e non invadenti i background in CGI). Peccato che la sceneggiatura sia un tripudio di parolacce, al punto che vien da rimpiangere la censura del passato, sotto la cui maglia il film sarebbe durato meno di mezz'ora anziché 90 minuti. I dialoghi (?!) sono effetto emulativo di certo cinema americano, che predilige la volgarità al contenuto. Occasione sprecata a causa del divario tra capacità tecnica e narrativa.
MEMORABILE: Il pittore maniaco, in un lapsus, si lancia in una insolita (dato il tenore del film) esternazione latina: "Cogito ergo sum"!
Un voto di incoraggiamento, perché realizzare un film simile con una sola macchina da presa e budget praticamente zero è una di quelle follie che fanno bene al cinema italiano, specialmente quello di genere. Grande lavoro di make up, buona anche la post produzione (fatta eccezione per la fintissima esplosione finale), montaggio veloce e location perfette per l'atmosfera post-apocalittica. Bravi Favilla e Marmugi, un po' troppo sopra le righe Lucchesi. Qualche ingenuità nella sceneggiatura ma, ragazzi, è un film di zombi. Intrattiene.
Sviluppato sul corto "I mangiatori" dello stesso Ristori, "Eaters" è un suggestivo incrocio tra postatomico e zombi, due generi molto in voga negli Ottanta essendovisi cimentati maestri del nostro cinema-bis. Qui siamo dalle parti del cinema indipendente con zombi, scienziati e soldati romeriani, neonazi, nani e mutanti che non sembrano avere molto da dire, a parte tante, troppe parolacce. Purtuttavia, gli effetti speciali, curati da discepoli di Stivaletti, sono molto belli e gli zombi creano il giusto e compiaciuto disgusto.
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