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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Dopo aver scritto l'eccellente copione di DOVE COMINCIA LA NOTTE e averne ceduto la regia a Maurizio Zaccaro, Pupi Avati torna sull'argomento case infestate (almeno apparentemente) e si espone in prima persona per un film che di punti di contatto con quella lontana esperienza americana ne ha effettivamente molti, soprattutto per quanto riguarda la detection: un episodio misterioso di qualche decennio prima, il protagonista che si insedia ignaro nella casa teatro del delitto e la spasmodica ricerca della verità attraverso una complessa indagine. Laura Morante è deputata a sciogliere l'enigma, e già il...Leggi tutto fatto che sia appena uscita da un ospedale psichiatrico (sentiva "le voci") non sembra predisporla al meglio quando nella villa d'epoca dove va a vivere si sentono strani bisbigli. Pare un ghost-movie alla CHANGELING, poi invece devia verso il succitato film di Zaccaro per concludersi con più di un richiamo all'indimenticata CASA DALLE FINESTRE CHE RIDONO. Lo spunto è buono, la direzione degli attori sempre ottima (e ci son pure vecchie conoscenze del nostro cinema di genere come Giovanni Lombardo Radice e Venantino Venantini), la messa in scena raffinata, però il film non decolla, si blocca in una fase di stallo dalla quale fatica a riemergere e, nonostante qualche buon momento di tensione (che Avati gestisce senza scorrettezze o facili spaventi improvvisi), sembra un po' tirato via. Anche nel discreto finale, che chiude un film non brutto ma deboluccio e piatto, che lascia l'amaro in bocca per l'Avati horror che fu.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 16/11/07 DAL DAVINOTTI
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Puppigallo 17/11/07 09:32 - 5370 commenti

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Siamo distanti da film come La casa dale finestre che ridono e Zeder, ma non mi aspettavo così tanto, anche se un po’ ci speravo. E’ per questo motivo che un brodino annacquato, come è tale pellicola, non può soddisfarmi. La Morante si disimpegna piuttosto bene, come anche il mitico Burt Young, ma la storia non aiuta: la base stessa è fragile; e se poi Pupi ci mette anche una vocina stridula da cartoni animati, il tutto inizia a risentirne pesantemente. Indagine un po’ ripetitiva e qualche inutilità. Vedibile, ma non lascia il segno.
MEMORABILE: I condotti nascosti. Cosa c'è nel sacco. L'arma dei delitti.

Il Gobbo 20/11/07 19:38 - 3015 commenti

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Dopo La terza madre, ecco un altro film piacevolmente demodé, anche se non nel modo autolesionista e dissipatore di Argento. Demodé per trama (pseudo ghost-story con magione di rito), svolgimento, anche per qualche licenza poetica (l'incursione ospedaliera della protagonista senza che nessuno si accorga di nulla). Come per Dario, restare delusi o moderatamente soddisfatti (nel senso di non avere perlomeno buttato i soldi) è tutta una questione di aspettative iniziali. A proposito di madri, Sydne Rome è uguale a Mater Suspiriorum!
MEMORABILE: Chi l'avrebbe detto, la vecchia "Magic moments" di Burt Bacharach diventa una canzoncina paurosa...

Stubby 22/11/07 18:55 - 1147 commenti

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Non mi è dispiaciuto affatto, anche se non mi ha fatto certamente impazzire. A tratti risulta anche piuttosto lento. Bravissima la Morante, mentre sono rimasto di stucco quando ho visto la Sciò (i miei ricordi sono andati subito al film A cena col vampiro). Finalmente si respira un po' di buona vecchia aria retrò, con ricordi dei bei tempi che furono. Speriamo di continuare così. Sidney Rome da "paura".

Rebis 22/11/07 20:33 - 2409 commenti

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Espositivo e sonnacchioso, il film è affidato a suggestioni letterarie, come altrove, qui devitalizzate da una sceneggiatura che scavalca ogni logica e non si perita di ragionare su retoriche evoluzioni e imbarazzanti sospensioni sul nulla. Una costellazione di personaggi(ni) si aggira per il film: raccoglieteli come funghi, tanto al chilo. Avati, che non legge i manuali, quando non sa bene come spaventare il suo pubblico, fa accadere esattamente ciò che ci si aspetta dovrà accadere, ma fuori tempo massimo. Le densità infette dell'oscuro sono colte da Balaguerò.

Giapo 24/11/07 09:14 - 246 commenti

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Storia raccapricciante, atmosfere funeree e claustrofobiche. Dal punto di vista stilistico Avati ripropone in modo convincente gli aspetti che avevano caratterizzato i film di maggiore successo del genere. Ma la storia non funziona: aggravata da espedienti narrativi che risultano decisamente forzati, si perde presto per strada risultando addirittura scontata e prevedibile. Deludente.

Homesick 24/11/07 09:17 - 5737 commenti

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Avati cerca di tornare alle origini riproponendo una serie di tòpoi rintracciabili nelle svariate pellicole di argomento horror-mystery-thriller da lui scritte e/o dirette nei decenni passati: dal prologo e dai titoli di testa in stile Zeder alla spettrale magione di Dove comincia, oltre a tetri conventi, omertà, voci chiocce, epiloghi in sospeso. Opera piacevole e insolita, nei dieci minuti finali riscatta un andamento eccessivamente lento e titubante nel concedere brividi e colpi di scena.

LEX 3/12/07 17:54 - 49 commenti

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Un thriller d'altri tempi: ormai abituati alla violenza visiva degli odierni horror, è sorprendente rimanere comunque affascinati da questo film. La differenza la fa una regia coerente e saggia che riesce a creare tensione con l'aspettativa, il non rivelato, i suoni. I violini della colonna sonora sono dosati e taglienti in modo perfetto. Molto rimanda alle "finestre che ridono" e in alcuni momenti si accusa un rallentamento di ritmo, tuttavia la bella Morante è credibile e intensa e bene accompagna lo spettatore al gran finale. Grazie.

Hackett 16/04/08 20:38 - 1868 commenti

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Diligente thriller del bravo Pupi Avati, che anche quando non firma capolavori (La casa dalle finestre che ridono) riesce comunque a sfornare film di buona fattura, cavandosela meglio di tanti "specialisti" del genere. La pellicola ha molti riferimenti ai lavori precedenti del regista ma sa essere comunque un buon racconto nero; buone l'ambientazione e la scelta degli interpreti, condotti sempre con mano sicura. Forse dal regista emiliano ci si poteva aspettare di più ma non importa, basta che continui ad aiutarci a sognare.

G.Godardi 29/04/08 15:35 - 950 commenti

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Vien quasi istintivo associarlo all'ultimo Argento. Un po' per l'ambientazione, per il cast, le tematiche, la struttura narrativa e il sistema produttivo. È un thriller gotico, come nelle corde di Avati, che mostra la sua vera natura solo verso la fine, quando i tratti somatici del regista esplodono con preponderanza (qualche accenno a Macabro e, ovviamente, a La casa dalle finestre...). Confezione encomiabile che non ha nulla da invidiare a quella dei thriller americani. Non originalissimo ma dignitoso.

Mark 29/05/08 12:49 - 264 commenti

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Il ritorno di Avati al thriller è indubbiamente un evento speciale, tuttavia il suo è un ritorno dignitoso ma non sublime, come qualcuno si aspettava. Supportato da una sceneggiatura solida, il film innesca dinamiche contorte in grado di scuotere i circuiti emozionali più reconditi. Un senso di insoddisfazione latente però assale alla fine; mancano dettagli, apparentemente innocui ma in verità preziosi, a conferire vigore esaustivo all'opera: la presenza, ad esempio, dei caratteristi di un tempo.

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B. Legnani 13/06/08 19:07 - 5606 commenti

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Scombinato, con momenti interessanti, ma con falle cospicue. Non c’è, purtroppo, quella magìa nella narrazione che farebbe accettare la serie di avvenimenti messi in fila, taluni dei quali sfociano in assurde omissioni d’azione (il nulla dopo le gabbie!), altri in snodi casuali/illogici (l'ospedale!). Non che si volesse un lieto fine, ma il finale “cattivo” qui è tirato per i capelli. Medio.
MEMORABILE: L'uovo di legno.

Cotola 20/06/08 20:20 - 9275 commenti

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Dopo diversi anni Avati ritorna al thriller e lo fa con risultati non certo eccelsi. L'inizio è buono, fa presagire una bella atmosfera di mistero e risvolti interessanti. Peccato poi che il resto della pellicola non mantenga le promesse. Colpa soprattutto di una sceneggiatura bolsa a cui certe ingenuità e certi buchi non si possono proprio perdonare. Peccato perché l'idea di partenza non era male. Fosse stata sviluppata meglio sarebbe venuto fuori un altro gioiello. In ogni caso abbastanza gradevole anche se imparagonabile ai film "padani".
MEMORABILE: L'inizio.

Galbo 27/06/08 06:02 - 12516 commenti

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Il ritorno al thriller da parte del regista Pupi Avati è una parziale delusione. Il film appare alquanto discontinuo: ci sono alcuni elementi positivi, tra i quali la suggestiva ambienzatione americana e la presenza scenica molto forte di una casa "infestata". Sono inoltre buone le prove degli attori e la regia nel complesso. Di contro la sceneggiatura è francamente al di sotto della sufficienza, con parecchi vuoti narrativi poco spiegabili.

Manulele81 4/07/08 18:25 - 83 commenti

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Piatto, spento, placido ritorno all'horror e al thriller gotico da parte di un regista che aveva detto la sua nel genere. La trama è quella di troppi horror giapponesi e la regia non la ravviva, ormai non più in grado di giocare con le immagini, di creare amppi d'orrore, pago di rumori, ombre, musiche inutii. È un peccato perché il tenntativo e gli spunti erano interessanti e con la Morante poteva uscire fuori qualcosa di buono; ma anche lei annega nel mediocre.

Lovejoy 18/07/08 15:19 - 1823 commenti

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Lontano anni luce dallo splendido risultato ottenuto con La casa dalle finestre che ridono, Pupi Avati sforna un thriller abbastanza risaputo, con qualche tempo morto di troppo, ma non inguardabile. Merito di un sapiente lavoro nel costruire un'atmosfera torbida, malsana, con personaggi interessanti. Il ritmo è altalenante e vi è più di un buco narrativo; nonostante ciò, non annoia, il che è tanto. Buon cast, con menzione d'onore per la Morante, un redivivo Young e un sempre impeccabile Treat Williams.

Undying 6/10/08 01:33 - 3807 commenti

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Le traversie di una vedova italiana immigrata in America, afflitta da sensi di colpa (per il suicidio del marito) e fuoriuscita da 15 anni di detenzione in un ospedale psichiatrico sembrano trovare soluzione di continuità quando decide di affittare lo Snakes Hall, un vecchio edificio da adibire a ristorante. Ma il passato del (sacro) luogo piomba, come un macigno, sul destino della donna. Avati ritorna per la quarta volta ai temi gotici e costruisce un impeccabile meccanismo di tensione, senza mai ricorrere agli effetti speciali, ma utilizzando attori capaci, dialoghi intriganti e tanto stile.

Caesars 9/10/08 08:40 - 3868 commenti

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Non ci si poteva aspettare un film all'altezza de La casa dalle finestre che ridono e infatti siamo ben lontani dai risultati ottenuti con quel capolavoro, tuttavia anche questa volta Avati ci consegna un'opera interessante che sa inquietare senza ricorrere ad effettacci ne visivi ne sonori. Il film ha un ritmo lento, ma ciò è tuttaltro che un difetto, ed è ben recitato e ben diretto. Di difetti ci sono snodi narrativi poco plausibili (vedi l'ospedale), ma accettabili per il genere. Non un capolavoro, ma le sue tre palline se le guadagna.

Bruce 3/12/08 09:42 - 1010 commenti

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Avati torna a voler far paura e ci riesce. Inutile proporre richiami all'ineguagliabile La Casa dalle finestre che ridono, che deve molto del suo fascino anche all'ambientazione padana. Dunque il regista sceglie la provincia americana e vi narra, da par suo, una storia interessante, trascinandoci, con ritmo volutamente lento, alla scoperta del passato che ancora si nasconde nella casa scelta dalla bravissima Laura Morante per aprire un ristorante italiano. Ben diretto e ottimamente recitato, il film sa trasmettere inquietudine.

MAOraNza 17/12/08 08:50 - 251 commenti

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Per cercare di tornare ai fasti dell'impareggiabile La casa dalle finestre che ridono, ogni tanto Avati prova a fare qualcosa di sovrannaturale o mistico. Ma non ce la fa. Per l'occasione poi, "emigra" in America e confeziona la più classica storiella di "case infestate" con tutti i clichè del caso e con un cast molto casereccio. Il risultato? Un The Others alla vaccinara, un Sesto Senso all'amatriciana, un film sconclusionato non privo di momenti di tensione ma che globalmente imbarazza per la sceneggiatura. Morante fuori ruolo. Bah.
MEMORABILE: Quando arrivano i titoli di coda. Una liberazione.

Rickblaine 19/12/08 12:04 - 635 commenti

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Film noioso, che non prende per tutta la sua durata. Meno qualche scena con un po' di suspance, ovvero quelle all'interno della casa, quando si sente il sospiro della ragazza rinchiusa. Doppiaggio ridicolo e scopiazzature a destra e manca, con un finale non all'altezza del regista de La casa dalle finestre che ridono.

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Enzus79 19/12/08 11:39 - 3042 commenti

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"La casa dalle finestre che ridono" mi è piaciuto molto, ma con questo film Pupi Avati ha fatto cento passi indietro. Ha molte similitudini con quello, ma anche con altri film del genere. La storia ha ritmi lenti e la Morante, pur essendo brava, sembra non essersi calata nella parte. Peccato.

Daniela 15/02/09 12:21 - 12916 commenti

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Aspettative alte e delusione innegabile. Anche se grazie alla cura formale risulta più dignitoso della media degli horror recenti (anche senza andare a scomodare il pattume argentiano), non si segnala né per originalità dello script né per livello della recitazione: la solita vecchia casa già teatro di eventi nefandi, in cui si va a cacciare la protagonista con trauma incorporato, una Morante che, reciti per Moretti o Verdone, sembra abbonata alla nevrosi. L'apparizione di qualche vecchia gloria non è sufficiente a evitare la noia. Peccato.
MEMORABILE: Fantascientifica la facilità con cui la protagonista, nelle sue condizioni, ottiene credito dalla propria banca.

Sabryna 1/04/09 12:10 - 225 commenti

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Buon ritorno di Avati al genere horror. Non raggiunge i vertici del fratello maggiore La casa dalle finestre che ridono, ma è un film godibile con buoni spunti e qualche citazione interna (dello stesso Avati) ed esterna (la pallina che cade dalle scale ricorda tanto il Bava di Operazione paura e Cinque bambole per la luna d'Agosto). Peccato che sia anacronistico: nell'era di Saw & co. Avati ritorna al gotico delle case infestate e non tutti riescono ad apprezzare, presi dallo splatter e da horror poco "estetici".

Aal 28/09/09 17:32 - 321 commenti

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Pupi Avati torna ad un genere che gli ha portato fortuna ed al quale ha regalato capolavori come La casa dalle finestre che ridono e Zeder. E lo fa con grande classe, confezionando un film riuscito, inquietante, classico. Il soggetto e la sceneggiatura si avvalgono di molti degli stilemi di un genere che lo stesso Avati ha contribuito a definire ma lo fanno in un modo personale e raffinato, dando vita ad un opera tesa e riuscita, impreziosita da una Laura Morante in un ruolo di forte segno drammatico.

Gugly 14/11/09 22:50 - 1198 commenti

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Thriller tendente all'horror che ha più di un richiamo alla Casa delle finestre che ridono, ma qui le falle sono veramente cospicue: una su tutti i topi e l'ospedale (!!!). Eppure il prodotto è curato e i momenti di tensione sono densi; perché allora una sceneggiatura così sciatta e piena di incongruenze? Poteva nascerne un bel gioiellino, anche per la storia del paese piccolo con la gente che mormora, invece è venuto fuori un film che regala più di un delusione. La Morante è brava, ma non risolve tutto.
MEMORABILE: Il nascondiglio.

Funesto 27/12/09 14:27 - 525 commenti

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Mediocre ritorno all'horror per Avati dopo l'ottimo Zeder di 24 anni prima. La casa dove si svolge parte del film offre ottime atmosfere e momenti di vera paura, ma quando l'azione si sposta in altri luoghi la noia la fa da padrona e la vicenda non riesce mai a coinvolgere. I momenti ad effetto ci sono, come il prologo, il finale shock (che negli horror avatiani non manca mai) e la scena in cui la protagonista (una brava Laura Morante) prova a parlare con gli esseri degli interstizi della casa, però sono gocce nel mare. Eterogeneo e deludente.
MEMORABILE: Le due vecchiette freaks nel finale.

Metuant 17/01/10 16:11 - 457 commenti

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Parte molto bene questo atteso ritorno di Avati alle atmosfere dei tempi che furono (stile Dove comincia la notte, da lui scritto); peccato che, con lo scorrere della trama, si notino alcune leggerezze che rendono la soluzione finale molto meno d'effetto di quanto avrebbe voluto risultare, dato che la si capisce circa a metà film. L'atmosfera c'è, gli attori anche (a parte la solita enfasi eccessiva e "sussurrata" della Morante), ma vi è qualche difetto di troppo. Comunque buono.
MEMORABILE: Il flashback della notte di tanti anni prima.

Stefania 16/02/10 01:11 - 1599 commenti

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Le protagoniste degli horror sono spesso traumatizzate, ma la Morante ha proprio le stimmate! Chi non se lo aspetta che, in una casa relativamente isolata, teatro di una passata carneficina, dia di matto? Quella del "narrare contro le aspettative" non è una regola aurea, neppure nell'horror (anzi, nell'horror meno che altrove), ma qui non funzionano neppure i personaggi secondari, un bestiario senza fascino, né la dinamica tra loro e la protagonista. E dentro la casa? Un tran-tran di spaventi! Il buio può far paura, o far appisolare...

John trent 13/06/10 13:10 - 326 commenti

I gusti di John trent

Interessante ritorno di Avati al thriller. Mentre la prima parte sembra precipitare la protagonista in una ghost story la seconda è tutta basata sull'indagine volta a far luce sui misteriosi delitti avvenuti nel passato all'interno della casa infestata (o presunta tale). Il film è onesto e mantiene le promesse e le premesse iniziali, Avati dirige con la consueta classe e gli attori non sbracano. Simpatici i cameo di Lombardo Radice e Venantini, buone la Morante e perfino Ivonne Sciò (magrissima!). Da vedere senza troppe aspettative, però.
MEMORABILE: L'arma del delitto e il flashback della strage.

Pinhead80 13/01/11 14:23 - 5112 commenti

I gusti di Pinhead80

Il grande regista torna a cimentarsi con l'horror ma abbandona i classici luoghi avatiani della rurale romagna per trasferirsi negli Usa. Questa, a mio avviso, è la meggior pecca in un film che per il resto scorre piacevolmente ma che a tratti pare essere poco credibile (la Morante che si ostina a rimanere nella casa nonostante le lugubri scoperte). L'unico vero sussulto si ha nel finale.

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Myvincent 3/06/10 15:18 - 3852 commenti

I gusti di Myvincent

Una casa infestata, ma questa volta da "fantasmi" viventi, una Laura Morante bisbigliante e sull'orlo di una crisi di nervi. Atmosfere tese e grande maestria di Pupi Avati nel porsi sempre al di sopra della banalità e che, sopratutto in questo genere, si esprime con disinvoltura ed eleganza.

Herrkinski 3/06/10 23:55 - 8395 commenti

I gusti di Herrkinski

Non mi è per niente dispiaciuto questo ritorno all'horror/mystery di Avati; se ne sentiva la mancanza. La confezione è impeccabile: fotografia eccellente, ambienti curatissimi, location americana suggestiva, musiche di Ortolani e attori di un certo spessore (tra cui pure i mitici Venantini e Lombardo Radice); sembra di tornare ai tempi d'oro dell'horror italiano. La storia è ben scritta (nonostante palesi richiami a Dove comincia la notte), la tensione c'è, il meccanismo dell'indagine è tutto avatiano; manca un po' di brio ma è un buon film.

Nando 15/09/10 00:19 - 3855 commenti

I gusti di Nando

Il prolifico Avati dirige questa pellicola di ambientazione americana che vede protagonista la Morante che si pone come una labile donna che intende aprire un ristorante e sente le voci. Trama valida ma debole con atmosfere patinate e non tendenzialmente horror come previsto. Deludente.

Enricottta 15/09/10 18:37 - 506 commenti

I gusti di Enricottta

Mai fare paragoni col passato, il più delle volte si resta delusi. Come una foto sbiadita dal tempo Avati ci propone un film deboluccio, come se l'esperienza di ben altre prove non fosse stata sfruttata al meglio. Non male le interpretazioni del cast internazionale, con un Treat Williams fuori ruolo; tutto sommato un film discreto. Buone le musiche.

Buiomega71 4/01/11 14:55 - 3007 commenti

I gusti di Buiomega71

Non male il ritorno di Pupi al thriller, dove riecheggiano le tipiche atmosfere di cui ci ha abituato nei suoi capolavori. Il prologo è bellissimo e sanguinoso, poi il film si affloscia, con le solite indagini, le risatine, i rumori, i personaggi sospetti, la Morante che ispeziona l'enorme magione, le verità taciute. Poi, sorprendentemente, arriva il finale, un vero è propio pugno nello stomaco come non né vedevo da tempo, ci si ridesta dal tedio e Avati colpisce con un colpo di scena davvero agghiacciante che risolleva le sorti del film.
MEMORABILE: Il finale; la canzoncina "magic moments" che riecheggia tra le mura della casa.

Von Leppe 25/12/10 11:00 - 1285 commenti

I gusti di Von Leppe

Una donna esce da una clinica psichiatrica e compra una casa dove ricomincia a sentire le voci, dai muri. Soggetto ottimo, ma per me sono gli attori ad essere poco adatti: Laura Morante ha un aspetto rilassante (va bene che il regista forse la voleva proprio così, senza esagerazioni nella recitazione e caratterizzazioni da pazza). Comunque un gradito ritorno di Avati all'horror. A parte Legnani e Zeder questo Nascondiglio lo trovo migliore de L'arcano incantatore.
MEMORABILE: La voce dal muro.

Lupoprezzo 15/01/11 15:27 - 635 commenti

I gusti di Lupoprezzo

Il buon Pupi Avati ritorna alle tonalità horror abbandonando le ambientazioni rustiche della pianura padana per trasferirsi nello stato americano dell'Iowa. La confezione è buona, la fotografia elegante e l'incipit accattivante; ma sono i risvolti della trama a non convincere, e in più una certa fiacchezza nello svolgimento manda in letargo lo spettatore esigente. Attori come Burt Young e il mitico Giovanni Lombardo Radice sono sprecati in ruoli marginali o inutili.

Max92 12/06/11 12:48 - 104 commenti

I gusti di Max92

A distanza di molti anni, Avati ritenta la strada dell'horror confezionando una pellicola di notevole classe ed interesse. La trama, pur attingendo qua e là da grandi film del passato, mantiene sino allo straordinario finale una sua originalità e peculirità. Ricche di fascino la tetra ambientazione e i lividi toni della splendida fotografia; ottimi gli interpreti (soprattutto Rita Tushingham), anche se non si capisce bene per quale ragione la Morante debba recitare miagolando. Bravissima Angela Pagano, la vecchia mostruosa.
MEMORABILE: La vocina che, piano piano, dice: "Eeeegleee!"

Beyond87 8/08/11 11:29 - 34 commenti

I gusti di Beyond87

Avati ci riprova. Che dire? Iniziamo con le buone: attori ottimamente diretti, una Morante perfettamente calata nella parte, ottima fotografia, altrettanto buona regia. Passiamo alle cattive: per quanto possa far piacere il colpo di scena finale, la sceneggiatura si porta dietro rigurgiti dei precedenti lavori avatiani. Fin troppo esplicito è il richiamo allo script di Dove comincia la notte ideato da Pupi e girato all'epoca da Zaccaro. Il nascondiglio ne è una semplice variazione. Ne esce un buon lavoro, ma i rammarichi ci sono tutti.

Nicola81 14/06/14 15:15 - 2933 commenti

I gusti di Nicola81

I richiami a Dove comincia la notte sono palesi, ma il risultato è migliore e non solo perché Avati, stavolta, non si limita alla stesura del copione ma si mette dietro la macchina da presa. Abbiamo anche un cast degno di questo nome (la Morante è protagonista di rilievo), una messa in scena più ricca e una storia più intrigante, pur se non esente da forzature. Il finale regala anche una buona dose di brividi; magari ci si poteva arrivare prima... Minimali ma calzanti le musiche di Ortolani.
MEMORABILE: Il prologo; La voce dal condotto; Il finale.

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Lythops 5/12/16 17:28 - 1019 commenti

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Girato nel pieno rispetto delle norme horrorifiche avatiane, ma non traspare la tensione alla quale il regista ci aveva abituati nei suoi film precedenti, capolavori privi di sbavature o quasi. Dei bei tempi restano i criteri compositivi per le musiche a tal punto che si rimpiangono le atmosfere padane nelle riprese in esterni. Comunque interessante per capire il percorso di un regista fra i più importanti che ancora abbiamo. Effetti vocali degni di nota, come sempre.

Markus 29/05/17 09:24 - 3723 commenti

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Ritorno all'horror per Pupi Avati, ma anche a Davenport (Stati Uniti) dove nel 1991 girò Bix. Atmosfera inquietante posta all'interno di una classicissima "ghost house" macchiata da un remoto fattaccio di sangue e un richiamo disperato dal passato che attanaglia. Tutto bene, salvo che il film è in parte rovinato dalla sensazione di "già visto" che fa capolino di continuo e per l'illogicità di talune situazioni inizialmente intriganti (le gabbie nascoste sotto la tappezzeria) che poi non hanno uno sviluppo effettivo e pienamente convincente.

Minitina80 8/09/18 07:49 - 3094 commenti

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Un giallo in piena regola che necessita di un’attenzione certosina per poter cogliere tutti gli snodi e gli intrecci storiografici. Manca quel pizzico di audacia che viene fuori soltanto negli ultimi minuti, rammentando quanto Avati sappia muoversi in terreni distanti dalla commedia. È incentrato quasi del tutto sul personaggio interpretato da Laura Morante, limitando le altre figure a mero complemento. Non mancano un minimo di tensione e la curiosità di sapere dove portano gli indizi. Soffre appena la complessità dello scritto.

Bubobubo 7/11/18 22:40 - 1847 commenti

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Visto e rivisto svariate volte, mi sono convinto che uno dei fattori che più penalizzano la messa in scena di una storia discretamente scritta è l'ambientazione statunitense che, a differenza di molti grandi prodotti di genere degli anni '70 e '80 (Fulci, Deodato, Lenzi etc.), qui spersonalizza il fascino provinciale degli horror avatiani. Anche il finale, che sceglie di concludere il mistero con un velo di esoterismo a buon mercato, sembra un altro specchietto per le allodole a stelle e strisce. Nella media. Morante così così.

Rufus68 13/07/19 21:12 - 3890 commenti

I gusti di Rufus68

Sottovalutato. Avati, pur abusando dei luoghi comuni sulla casa che occulta la colpa e il crimine, riesce abilmente a costruire la storia che reca accenti di mistero non banali. La ricerca negli archivi, gli indizi disseminati, le mezze verità trovano poi sfogo in un finale dove reale e delirio ben si confondono. Nulla di particolarmente originale, ma declinato con sicuro mestiere. Adeguato il cast. La Morante ha qualche incespicamento di troppo: la si perdona, tuttavia.

Gabigol 19/12/19 14:26 - 618 commenti

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Imperfetto nella scrittura e parecchio derivativo, oltre ad affastellare suggestioni e ipotesi che a più riprese tendono all'improbabile (a voler essere gentili). Inutile nascondere che il mestiere di Avati faccia il lavoro sporco; ci si aggiunga una spettrale magione infestata ed ecco spiegata l'efficace gestione della tensione che il regista impone al dipanarsi della storia. Non convince del tutto, ma il rigore formale di un grande regista riesce a reggere la baracca. Inquietanti gli ultimi dieci minuti.
MEMORABILE: Il prologo; Le voci nei muri; Il contenuto del sacco.

Trivex 27/01/20 11:10 - 1778 commenti

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La vecchia casa, che nessuno vuole, nasconde un segreto. Una trama concepita tante volte per l'horror e il thriller, sviluppata in modo più che discreto e con qualche originalità relativa alla tipologia del male occulto. Il contorno è di routine, con le voci che confondono chi si era appena destato da un male personale (che imponeva un "udire doloroso") già sentite in mille altri film. Una tecnica senza pecche sostiene la visione e la presenza di "grandi di genere" del cinema italiano, anche se in parti minori, incuriosisce e invita a cercare "il nascondiglio".

Claudius 2/07/20 07:30 - 550 commenti

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Penultimo horror avatiano non disprezzabile ma lontano anni luce da case e terreni K. Avati gioca con il tema della casa stregata (che poi stregata non è) e, a fronte di un bellissimo inizio, spesso si perde in lungaggini che smorzano il tutto. Buono il cast che vede vecchie volpi come Williams, Young e la Tushingam accanto alle nostre Morante e Sciò. Medio, soprattutto per un doppio finale leggermente buttato lì.
MEMORABILE: L'inizio.

Victorvega 27/03/21 13:21 - 502 commenti

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Discreto (e non di più) horror di Avati. Su di lui pesa l'attesa di un altro capolavoro come le sue precedenti incursioni nel genere: nulla invece di tutto questo, le atmosfere padane non sono pari all'ambientazione americana già molto vista e, perlomeno in lui, decisamente meno suggestiva. La storia scorre, ci sta, ma sa molto di "già visto" e manca di quel guizzo d'autore (pur nel colpo di scena finale, che peraltro non stupisce) che si sarebbe atteso. Alla fine non annoia, ma nulla di memorabile.

Giùan 7/08/21 17:43 - 4757 commenti

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La sostanza è una sola: il film funziona poco, a livello di trama (si rasenta troppo spesso l'inopinato pur in un genere per definizione "incredibile"), di ambientazione (una provincia americana più fulciana che realisticamente credibile) e di protagonista (la Morante, di cui si assume il punto di vista, è troppo sofisticata e fascinosa per il ruolo). Nonostante tutte le sue falle comunque Avati soffonde il film di un curioso fascino abborracciato che lo fa seguire speranzosi e ipotizzare nuove visioni. Peccato sia occultato troppo presto un incipit fortemente melò. Bravo Burt Young.

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Ira72 27/01/22 14:42 - 1342 commenti

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Si respira quella rara, piacevole, inimitabile aria retrò tanto apprezzata dai nostalgici dei thriller nostrani che spopolarono tra gli anni 70 e 80. L’ineguagliabile Avati ci delizia di un’altra pellicola gustosa - certo non delle più saporite - comunque godibilissima. Uniche pecche l’ambientazione un po’ troppo americana, salvata comunque da una location centrata e la vocina infantile ricorrente che scivola un po’ nel trash. Nel complesso, comunque, un buon film frutto del lavoro di un Maestro da salvaguardare.

Noodles 8/01/24 08:45 - 2440 commenti

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Pupi Avati torna all'horror e lo fa alla sua maniera, con i suoi pregi e i suoi difetti. Da una parte abbiamo una storia intrigante e ottime atmosfere sospese e inquietanti, dall'altra una sceneggiatura con diversi buchi, alcune scene davvero poco credibili e soprattutto tanta, troppa carne al fuoco. L'indagine della protagonista, una Laura Morante sempre uguale a se stessa, si perde in mille inutili meandri. Peccato perché il film il suo lo fa e mette curiosità. Bella la location americana, anche se i paesaggi padani avatiani non li batte nessuno. Discreto.
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  • Homevideo Undying • 10/07/08 21:50
    Comunicazione esterna - 7572 interventi
    In effetti l'unica traccia presente nel DVD è quella in italiano, opzionabile anche con sottotitoli per non udenti.
  • Homevideo Caesars • 11/07/08 10:43
    Scrivano - 16864 interventi
    Ok, grazie... adesso il quadro "tecnico" del dvd è completo.
  • Curiosità Undying • 6/10/08 01:26
    Comunicazione esterna - 7572 interventi
    * Il finale è stato celato alla stessa Laura Morante, che ha girato la scena convinta di avere tratto in salvo il bambino dai cunicoli interni al palazzo;

    ** la conversa di nome Liuba (interpretata da Angela Pagano) per evitare di sottostare alle lunghe sessioni di trucco (per la scena finale) si recava a casa (dal set) in quelle condizioni, passando la notte senza struccarsi;

    *** il film è stato girato a Davenport, nello Iowa (USA) luogo prediletto da Avati perché in quel paese detiene una "seconda" casa;

    **** il titolo di lavorazione era Il Nascondiglio delle Monache, ma la produzione, onde evitare confusioni sulla tipologia della pellicola, optò per il più conciso Il Nascondiglio;

    ***** la lavorazione è stata eseguita da due troupe: una americana ed una italiana;

    ****** sicuramente i più esperti lo avranno notato: ma un breve cameo lo ricoprono sia Venantino Venantini, sia Giovanni Lombardo Radice: due caratteristi che hanno solcato il periodo più prolifico del cinema italiano;

    ******* unico effetto digitale è quello della scena conclusiva, con la macchina da presa che si allontana all'interno di un cunicolo.

    Fonte: audiocommento di Pupi Avati al film (DVD 01 Distribution)
  • Curiosità Don Masino • 6/10/08 11:09
    Galoppino - 279 interventi
    Ecco: estrapolare le curiosità più ineteressanti dagli audiocommentary credo che sia una delle cose più meritevoli da fare,a parer mio. Grazie Undyng!
  • Discussione Bruce • 16/02/09 15:17
    Call center Davinotti - 15 interventi
    Devo chiedere ancora una correzione, anche all'
    e non anche all 8146 etc. Grazie
  • Curiosità Ciavazzaro • 3/09/09 10:42
    Scrivano - 5589 interventi
    Riz Ortolani in questo film ricicla una sua vecchia musica.
    Nella scena del ristorante se fate attenzione potrete sentire la musica che si sente nel night nel film Una Sull'altra (1969) di Lucio Fulci.
  • Discussione Gugly • 15/11/09 10:04
    Archivista in seconda - 4713 interventi
    Zender ebbe a dire:
    Ecco, hai sintetizzato perfettamente il mio pensiero riguardo a Dove comincia la notte e anche al Nascondiglio (comprese le situazioni dalla Casa dalle finestre). Avati, come gran parte dei registi tra l'altro, ha dei temi ricorrenti nel suo immaginario. Qui però mi pare che sia andato oltre, perché le analogie col film di Zaccaro (non solo per il fatto di essere girato in America) sono talvolta al limite del remake, nella costruzione della storia e nella ricostruzione degli avvenimenti passati.

    Per Godardi: sì, la vhs (la cui riconoscibilissima fascetta ho voluto apposta riprendere per la locandina) ha stazionato per anni, anonimamente, nelle videoteche di tutta Italia.


    Vero, Dove comincia la notte l'ho visto percchi anni fa ma un po' me lo ricordo.
    Questo film mi ha parecchio deluso, eppure gli ingredienti c'erano tutti: musiche azzeccate, giusta tensione, e me lo rovini con una sceneggiatura tirata via e situazioni assurde (l'ospedale!!!!!!!!!); e poi la vocina infantile non è che c'entri molto.
  • Discussione Hackett • 15/11/09 10:23
    Portaborse - 530 interventi
    Mi sono piaciuti entrambi i film, sicuramente però Dove comincia la notte è un gradino sopra, un film in cui la costruzione e lo svolgimento del mistero sono più completi e credibili.
    Dove comincia la notte è un piccolo thriller minimalista che non smentisce se stesso fino alla fine. Il nascondiglio pare invece un film nato con altre ambizioni, perse poi un pò, per strada.
  • Curiosità Carlito • 30/11/09 17:46
    Galoppino
    Il Nascondiglio ha uno sfondo veritiero della storia raccontata...lo stesso Avati dice che Snakes Hall esiste realmente dove si consumò un atroce delitto per il quale vennero accusate due minorenni.
  • Discussione Carlito • 30/11/09 17:53
    Galoppino
    Dove comincia la notte è un film che da un lato esibisce un efficace e fluido congegno narrativo,dall'altro sconta l'eccessiva preoccupazione di riproporre gli inflazionati stereotipi del thriller, dell'horror e del fantastico, nei trailer una voce fuori campo diceva, a volte la verità ha il volto deforme della follia…Le analogie con il Nascondiglio sono evidenti dove Avati gioca su due piani del tutto razionali,da una parte le angosce della protagonista e dall'altra il coro di personaggi apparentemente normali ma potenzialmente inquietanti.
    Ultima modifica: 30/11/09 18:16 da