Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Un film folle quanto il suo titolo, interpretato da un Tognazzi godibilissimo mangiapreti e, in un ruolo di secondo piano, da un Paolo Villaggio cinico e laido come sapeva essere prima di incorrere nel pur storico FANTOZZI (che uscirà nei cinema di lì a un paio di mesi). La storia è una favola tipicamente romagnola, raccontata con stile quasi felliniano e fotografata benissimo dal talentuoso Luigi Kuveiller: narra di un ex sportivo di successo (Tognazzi) caduto per disgrazia da un fico da poco santificato per la sua miracolosa capacità di guarire chi vi salga. Storpiato per sempre dalla caduta, il barone Anteo Pellacani...Leggi tutto diventa per vendetta un crudelissimo nemico della Chiesa e, col nome di battaglia di “Gambina maledetta” ne combina di tutti i colori. E’ la parte migliore del film, che vede Tognazzi insultare pesantemente e offendere in ogni modo chiunque gli sia vicino: dal povero domestico maniaco sessuale (un Gianni Cavina dalla capigliatura rosa protopunk) alla zia e alle cugine. Tenta di distruggere il fico (di sua proprietà) con ogni mezzo senza peraltro riuscirvi, finché un giorno arriva nei pressi la società “Sadomasosex - Taranto” di Paolo Villaggio (con parrucca bionda del cherubino), composta da lui e da due mignottone che spedisce a battere per mandare avanti la baracca (un auto con roulotte). Per caso un giorno una delle due (Delia Boccardo) si siede sul fico benedetto: il Barone la crederà la Santa che per prima aveva dato il via ai miracoli! Il passo per il pentimento del Barone è breve e lo vedremo trasformarsi improvvisamente in bigotto donando tutti i suoi averi al becero pappone. Una favola, si diceva, troppo sconclusionata e mal montata per piacere appieno, penalizzata oltretutto da un secondo tempo lagnoso e moralisticheggiante. Comunque un'operazione originale.

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Deepred89 17/04/07 20:01 - 3701 commenti

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Stupendo grottesco italiano. Una favola tanto bizzarra quanto imprevedibile, che contrappone ad un primo tempo cinico ma sarcastico un secondo malinconico e poetico; finale da applausi. Ottima la fotografia e piena di invenzioni la regia. Grandissimo Tognazzi, incredibile Villaggio e bravi la Boccardo e Cavina. Bellissima colonna sonora, che spesso si sposa con le immagini in maniera assolutamente perfetta. Consigliatissimo.

Caesars 21/05/07 09:50 - 3773 commenti

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Avati prima maniera, ancora lontano dall'intimismo che gli poterà notorietà e gloria presso la critica ufficiale. Commedia grottesca, non del tutto riuscita che però fa già intravvedere un autore notevole, ottimamente interpretata da Ugo Tognazzi nel ruolo di "gambina maledetta". Paolo Villaggio sorprende con la sua acconciatura bionda (non unica eccentricità comunque: si pensi a Gianni Cavina rosso). Un Avati ancora acerbo ma in procinto di regalarci, solo l'anno dopo, il capolavoro La casa dalle finestre che ridono.

Homesick 24/05/07 18:36 - 5737 commenti

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Goliardica, spassosa, anticlericale al limite del blasfemo la prima parte; smorta e prevedibile la seconda, con la conversione del protagonista. Plauso per i grandissimi Tognazzi, Villaggio e Cavina, ma anche tutti gli altri attori (specie quelli provenienti dal teatro bolognese) non sono da meno. Comicità romagnola doc.
MEMORABILE: La stonatissima, sguaiata esibizione canora della De Clara davanti ad un cinico Tognazzi.

G.Godardi 10/08/07 17:21 - 950 commenti

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Primo vero film di Avati a godere di una distribuzione ufficiale grazie all'apporto di Tognazzi, vero motore dell'operazione. È una commedia grottesca ed eccentrica molto avanti per i tempi (vedi le videoconfessioni in parrocchia) che alterna una robusta vena sarcastica e anticlericale (la parte più divertente del film) ad una riconversione religiosa (francamente discutibile), insomma il sacro col profano. Ma è soprattutto un film cinico (vedi il personaggio senza scrupoli di Villaggio) fortementre influenzato da Fellini. Bellissima galleria di freaks.
MEMORABILE: Il filmato che apre il film, docufiction che pare una parodia del genere Quando le donne avevano la coda.

Hackett 15/04/08 19:02 - 1865 commenti

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Pupi Avati parte in quarta in quello che sembra essere un film (complice un Tognazi scatenato) boccaccesco e basato su una comicità un po' volgare. Piano piano però il buon vecchio Pupi viene fuori e prende forma una piccola e delicata favola dai contorni surreali e quasi mistici. Un piccolo grande film che sa divertire e commuovere. Ottimo Tognazzi insieme a tutto il cast, struggente il finale.

Ellerre 18/10/08 10:00 - 89 commenti

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Pupi Avati all'apice della sua vena creativa assieme al seguente La casa dalle finestre che ridono. Inventa di sana pianta un'architettura descrittiva farcita con grotteschi personaggi e con storie fantastiche. La terra di Romagna è il teatro in cui un Tognazzi strepitoso interpreta mirabilmente l'anticristo e il mistico. Come al solito Avati non forza mai su un'unica chiave di lettura ed evita di dare precise indicazioni moralistiche, specie di fronte all'eterna disputa tra sacro e profano. Da vedere assolutamente.

Undying 11/03/09 00:34 - 3807 commenti

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Insolita pellicola animata da due registri: il comico (sconfinante nel grottesco) e il sacro (spesso approcciato al contrario). Pur nello sviluppo volutamente irreale, il film manifesta una genesi "territoriale" fortemente voluta dai suoi autori (oltre ai fratelli Avati sceneggia anche Cavina) e rappresentata dall'uso costante di termini dialettali. Ottima la performance di Tognazzi, costretto a sostenere un ruolo "felliniano" ed in grado di passare dal ruolo di "miracolato" au contraire - e pertanto avverso alla Chiesa - a quello (quasi strappalcrime) di credulone beffato.

Sabryna 19/03/09 17:45 - 225 commenti

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Con questa sua seconda prova dietro la macchina da presa, Avati ci regala una commedia a tratti grottesca, a sfondo religioso. Il film fa riflettere, soprattutto in relazione al sacro come commercio di ciarlatani che mirano al guadagno facile a spese dei credenti creduloni. Avati continua qui il discorso già iniziato con Balsamus, l'uomo di Satana, virando sul filone cattolico dopo aver esplorato quello pagano della magia a buon mercato. Grande Tognazzi nella prima parte, buona anche l'interpretazione di Villaggio.

Matalo! 2/04/09 16:06 - 1378 commenti

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Del periodo grottesco di Avati: un film con simpatici momenti, un gran Tognazzi "gambina maledetta", fascistissimo, mandrillo, testardo che si converte a causa di un'apparizione alquanto fittizia (la bella Delia Boccardo). Più compatto di Bordella, vicino ad una certa tarda commedia italiana d'autore (quelle che faceva all'epoca Villaggio, prima di Fantozzi), surreale, non tanto riuscito. Cameo per Lucio Dalla, campagnolo arrapatissimo.
MEMORABILE: La prostituta nera alle dipendenze di Villaggio: inguainata in un abito rosso fu per me uno choc erotico mai più recuperato.

R.f.e. 19/06/09 11:09 - 816 commenti

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Mi dispiace esordire nel solito modo, sarò monotono, scusatemi: "di solito non amo Pupi Avati" (soprattutto l'Avati patetico, ho detestato il suo ultimo film, quello sugli amici al bar) ma ci sono almeno due suoi lavori che gradisco molto: uno è naturalmente La casa dalle finestre che ridono e l'altro è questo qui, un sanguigno e divertente racconto grottesco, impreziosito da un Tognazzi strepitoso, Delia Boccardo mai più così bella, i soliti bizzarri personaggini di contorno, la campagna romagnola... Divertente.

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Rebis 16/04/10 15:26 - 2331 commenti

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La campagna emiliana secondo Avati: un ubertoso purgatorio senza pace e senza pietas infestato da una corte dei miracoli di avida e cialtronesca giocondità... A discapito della ricchezza figurativa ovattata ad arte dalle luci di Kuveiller, la dissacrazione avviene a colpi di barzellette e goliardia, e dietro alla teratologia dei comprimari si celano solo macchiette e puro bozzettismo. La fiaba del fico però ha una sua qualità magica e Tognazzi regge bene il personaggio, specie negli affondi iconoclasti. Neopagano?

Il Dandi 25/04/10 12:24 - 1917 commenti

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L'incipit col documentario è irresistibile e per tutto il primo tempo la cattiveria del barone "Gambina Maledetta" si segue con piacere e riesce a calare lo spettatore nell'atmosfera irreale dei luoghi. Nel secondo tempo purtroppo il film scade, non solo a causa del cambio di registro conseguente alla "conversione" del protagonista, ma anche dal punto di vista dei ritmi e delle soluzioni narrative. Il risultato è ambiguo (francamente molto meno anticlericale di quanto si dica) e più divertito che divertente.
MEMORABILE: Lucio Dalla nei panni del giardiniere, a cui Tognazzi minaccia di strappare tutti i peli se non taglia il fico!

Trivex 19/04/10 15:17 - 1738 commenti

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Non parlerei di film comico, infatti non si ride molto. Ma i sorrisi e l'approvazione non mancano, per un prodotto ben più profondo di quanto la sua locandina potrebbe far pensare. Il tema della conversione è trattano in modo totalmente irrituale, con continue promiscuità e deviazioni dagli stereotipi. I personaggi sono magistrali, con una buona nota anche per il Villaggio, angelo biondo e demone spregiudicato; ma è il Tognazzi che fa la differenza, alla fine. La morale e la buona novella si ritrovano interpretate da agenti tutt'altro che santi (in terra).

B. Legnani 22/04/10 23:34 - 5519 commenti

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Visto e rivisto, non mi convince. Ha momenti notevoli, come il documentario iniziale e la fuga del prete con la ragazzona ignuda, ma in realtà regge, per quanto benissimo, solo la prima mezzora. Poi va a strappi, incespica su una subitanea conversione immotivata, regala qualche squarcio notevole (la gara alla balera "La passera") e cala fino al prevedibile finale. Si vede che sta per esplodere un regista coi fiocchi, ma coi fiocchi il film, per quanto talora intrigante, non è.
MEMORABILE: Il documentario iniziale.

Pigro 23/04/10 09:08 - 9624 commenti

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Il titolo spiega già tutto: sia la trama che racconta del barone ateo che si converte sotto il fico della santa cedendo a un inganno, sia il registro che è quello della mazurka. Un film ballabile, dunque, ma nel segno del grottesco e del ridanciano fino al fiabesco, che Avati sa orchestrare divinamente (con ottimi attori) da una parte attingendo alla tradizione delle sua terra (da Bertoldo a Fellini) e dall'altra riecheggiando antichi sapori iberici di avventure malsane e irriverenti. Quasi un unicum.

Qed 25/04/10 19:52 - 54 commenti

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La demarcazione netta, quasi stridente, segnata dalla conversione è l'elemento più interessante di questo strano film. Perché dopo una parte comicamente discreta (con personaggi e scene quasi ripugnanti), boccaccesca, godibilmente irriverente verso Santa Madre Chiesa, arriva il guizzo semiserio che senza retorica parla della miseria umana, del potere delle false credenze, e finisce col prete che sbraita: «I miracoli ci servono, ci vogliono!». E infatti... La bontà dello svolgimento comunque è alquanto altalenante. Tognazzi inarrivabile.

Aal 23/08/10 09:49 - 321 commenti

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Godibilissimo film dove Avati, come in altre sue cose degli anni '70, mette in scene una poetica del tutto peculiare al suo cinema fatta di personaggi volutamente caricaturali e vicende grottesche legate alle tradizioni dell'Emilia Romagna. Commedia dai risvolti felliniani con forte uso del dialetto romagnolo e ottime prove per Tognazzi, molto calato nella parte del misantropo anticlericale e Paolo Villaggio, impegnato nel ruolo di un laido e buffo lenone da quattro soldi. Spassoso cameo di Lucio Dalla come contadino miracolato.

Metuant 1/09/11 13:25 - 456 commenti

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Un Avati prima maniera per un film a metà tra la commedia e il grottesco decisamente godibile e molto ben recitato. Tognazzi è perfetto nel ruolo di uno sgradevolissimo personaggio che riceve poi "l'illuminazione" e Villaggio convince in uno dei suoi ruoli non fantozziani, purtroppo in futuro sempre più rari. Non un capolavoro, ma una più che decorosa prova registica e attoriale, resa ancora migliore dai luoghi in cui è ambientata, a me personalmente cari.
MEMORABILE: Il telegramma all'ufficio postale; il cardinale nudo.

Nancy 16/11/11 01:01 - 774 commenti

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Un'originalissima favola questa di Pupi Avati, che si avvale di un Tognazzi praticamente perfetto nel ruolo dell'anticlericale cinico e misogino. Dopo un primo tempo folle, tra prostitute e insulti, arriva la mistica conversione dettata dalla Santa Girolama apparsa sul fico e il film segue perfettamente questa linea di demarcazione facendoci dimenticare le ingiurie viste e cadendo lentamente nella dolcezza assoluta che poi predominerà anche nella parte finale. Bellissima fotografia, buona anche la colonna sonora.
MEMORABILE: Paolo Villaggio biondo del ruolo del pappone; Delia Boccardo, in bianco, sul fico.

Manfrin 30/09/12 11:58 - 391 commenti

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Se fosse una piece musicale sarebbe uno scherzo, è invece una film che, nella sua stranezza, piace e diverte. I personaggi sono tutti smaccatamente felliniani e forse quello principale interpretato da un Tognazzi poco convincente è il meno riuscito. Il cinico Villaggio in parrucca bionda è una grande idea.

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Ronax 2/11/12 22:24 - 1244 commenti

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Primo film di Avati realmente uscito in sala dopo i semiclandestini Balsamus e Thomas, offre un inizio magnificamente irriverente e beffardo, popolato dai volti bruegheliani dei familiari di Tognazzi e degli abitanti del paese. Poi, dopo la "conversione", la storia si impantana un po' ma non manca comunque qualche scena memorabile. Avati mostra già piena padronanza del mezzo cinematografico, mentre Tognazzi e Villaggio giganteggiano nel tratteggiare i rispettivi personaggi. Bellissime la Boccardo e la sua "collega" con tutina rosso fuoco.
MEMORABILE: Il documentario iniziale; Villaggio e "famiglia" nel lettone della roulotte.

Minitina80 19/03/15 00:19 - 2976 commenti

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Commedia in salsa romagnola per un giovane Pupi Avati che dimostra già di avere i numeri per fare bene. Una buona storia, folkloristica e spontanea, i cui personaggi, ben caratterizzati, hanno qualche reminescenza felliniana. Forse è tirata troppo per le lunghe e non sempre riesce a mantenere viva l’attenzione, ma vale la pena di essere visto almeno una volta.

Victorvega 10/06/15 15:32 - 501 commenti

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Grottesco e surreale spaccato di provincia, con le sue credenze e tradizioni. Il film è supportato da una bella sceneggiatura, buone fotografia e regia. Quello che balza più all'occhio è una straordinaria prova attoriale di Tognazzi, ben spalleggiato dai convincenti Villaggio e Cavina. La storia non mi ha intrigato più di tanto; in ogni caso meglio la cinica prima parte della seconda.

John trent 29/11/15 11:59 - 326 commenti

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Film che conferisce alla carriera di Avati la giusta impennata grazie alla presenza di due mostri sacri come Tognazzi e Villaggio. La storia, interessante e dai risvolti drammatici inaspettati, è una sorta di favola bizzarra e dissacrante, sarcastica e poetica. Il barone Pellacani (la gambina maledetta) di Tognazzi è da antologia ma anche Villaggio non scherza nei panni di uno spregevole e odioso magnaccia dai capelli ricci e biondi. Bellissima la virginale Boccardo, statuaria la Camille (che poi scivolerà nel porno). C'è anche Dalla. Discreto.
MEMORABILE: La corsa notturna di Patrizia De Clara interamente nuda con le tette ballonzolanti; Le confessioni registrate col videotape.

Lythops 14/06/16 11:28 - 1019 commenti

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Scherzo godibile a tratti, divertissement molto personale con personaggi eccessivamente caricati, (Villaggio su tutti gli altri), con una vena surreale e irriverente di sottofondo che si lascia apprezzare nonostante. Prodotto artigianale dal quale trapare una regia personale e la tendenza, che dimostrerà il tempo, a utilizzare gli stessi attori non protagonisti e generici che renderanno unici i film successivi. Un buon trash squisitamente (?) padano.

Xabaras 7/09/16 11:36 - 210 commenti

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Accompagnato dal solito cast di caratteristi Avati (che molto meglio farà ne Tutti defunti... tranne i morti) ci guida in questo malriuscito viaggio attraverso la satira umoristica; due sono i protagonisti e due i modi di intenderla: quella di Tognazzi (sì vabbè anticlericale, ma si poteva fare a meno della solita ironia sui carabinieri) e quella di Villaggio sboccata, ridanciana e volgare che non centra mai la risata). Pare incredibile ma l'anno successivo Avati dirigerà quel capolavoro di terrore che è La casa dalle finestre che ridono.

Paulaster 5/12/17 15:21 - 4375 commenti

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Barone ateo azzoppato dalla caduta da un fico si converte dopo l’apparizione miracolosa della Santa protettrice. Sostanzialmente diviso in due parti: la prima (più sfilacciata) mostra l’atmosfera di provincia emiliana tra irriverenza e giocosità sessuale. Nella seconda si scende nell’intimo di credenze popolari e crepuscolarismo. Tognazzi è più a suo agio nel dramma mentre il finale è potente e universale (per chi crede in Dio). Cameo di Lucio Dalla (anche se doppiato).
MEMORABILE: La ragazza Marilyn alla pari (anche se ottantenne); “In alto i capezzoli”; “I miracoli ci servono”.

Il ferrini 9/09/17 15:44 - 2337 commenti

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Nel complesso un filmaccio, volgarotto e grossolano, tuttavia ha dei lampi di satira veramente geniali, almeno fino alla redenzione del barone, un Tognazzi in gran forma. Anche qui, come in Fantozzi (stesso anno), i congiuntivi son tutti sbagliati ma il personaggio di Villaggio (curiosamente parruccato) è tutt'altro che servile e sprovveduto. Statuaria la bellezza della compianta Lucienne Camille (che Avati vorrà anche in Bordella), piuttosto insipida la Boccardo, sopra le righe la "scoreggiona" De Clara. Qualche sforbiciata avrebbe giovato.
MEMORABILE: Il telegramma del Barone al Papa per chiedere la sospensione delle reciproche maledizioni.

Maxx g 9/07/19 22:31 - 631 commenti

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Terzo film di Avati, racconta la storia di un nobile e di un albero benedetto, che ebbe grande importanza nella storia. Il regista di avvale dell'apporto di Ugo Tognazzi, di Paolo Villaggio e di altri buoni elementi come Gianfranco Barra. C'è molto di surreale e di fiabesco, ma la pellicola sembra riscattarsi verso il finale. Prima c'è veramente poco da salvare. Tognazzi se la cava, mentre Villaggio è sempre il solito. Merita una visione, ma null'altro.
MEMORABILE: I dialoghi serali tra Tognazzi e la "santa".

Marcolino1 5/01/20 12:13 - 553 commenti

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La complementarietà tra sacro, profano, desecrazione e fede viene qui pienamente esplicata e per farlo si attinge al canone del doppio senso malizioso e della commedia sexy, senza scopiazzare ma proiettandovi sopra l'occhio personale del regista. I piccoli mondi "dimenticati" dell'Italia rurale vengono parodiati e le leggende popolari "smascherate" nel loro senso più umano e concreto. Alcuni volti sono ritratti comico-grotteschi e lo sberleffo verso il clero, il provincialismo e la superstizione si uniscono a una punta di malinconia e poesia.
MEMORABILE: La leggenda della Santa e il cardinale denudato; La statua oggetto di concupiscenza poi trasportata a spalle come un angelo custode; Il parto.

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Pinhead80 6/05/20 20:17 - 4715 commenti

I gusti di Pinhead80

Favola grottesca bella da raccontare e da vedere. La sceneggiatura è una scheggia impazzita da cui ci si può aspettare di tutto in qualsiasi momento, ed è proprio questa follia che rende unico il film. Tognazzi giganteggia nei panni della "gambina maledetta" soprattutto nella prima parte quando emerge il lato peggiore del suo carattere (memorabili gli insulti alle zie e al suo fedele Petazzoni). Bello vedere anche Villaggio nei panni di uno sfruttatore senza scrupoli.
MEMORABILE: "Vogliamo aprire un dialogo a calci in culo?".

Pessoa 22/01/21 23:55 - 2476 commenti

I gusti di Pessoa

Film avatiano fino al midollo, frutto di una storia visionaria, con quel tocco fra il surreale e lo strampalato che il nostro miglior cinema di genere ha saputo cogliere in tutte le province italiane. Ambienti e personaggi che geograficamente richiamano subito Fellini, ma che si trovano anche in Risi, Germi, Zampa... (l'elenco sarebbe lungo). La sceneggiatura discontinua trova spunti geniali e qualche lungaggine in una vicenda comunque alquanto frammentata. Più che buono l'apporto del cast, anche secondario, segno di una regia molto sicura e piuttosto attenta. Merita una visione.
MEMORABILE: "Ti stacco tutti i peli ad uno ad uno" (Tognazzi a Lucio Dalla); Villaggio una volta tanto furioso e cattivo; La "natività" con la fuga di Tognazzi.

Zampanò 5/06/21 20:22 - 381 commenti

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Terzo film di Avati che abbandona i satanassi per le madonnine. Una crosta fumettesca che in futuro si dirà à la Gondry esalta un film esorbitante, che azzecca quasi tutto, a partire da Tognazzi e Villaggio (un asso nei ruoli di villain, peccato che poi scioglierà tutto nella saga fantozziana) a cui fanno girotondo callidi comprimari e macchiette (Cavina, Tonelli, la bombastica Camille). Gli scattosi personaggetti di provincia fanno pendant con la lepidezza della Boccardo, "santa" per caso. Cameo di Dalla. Di gran classe l'allegoria finale.

Myvincent 21/07/21 07:37 - 3722 commenti

I gusti di Myvincent

Avati gira uno dei suoi film più grotteschi mettendo al centro della scena uno strepitoso Tognazzi nel ruolo del barone che dà tutto se stesso di fronte a un miracolo a cui solo lui crede. Una farsa caotica che mette alla berlina le credenze superstiziose della sua romagna provinciale, piena di quei topoi che fanno del suo cinema uno stile unico. Peccato per il ritmo forsennato e troppo a briglie sciolte che rende l'opera complessivamente troppo sconclusionata e disordinata.

Noodles 14/01/22 09:30 - 2196 commenti

I gusti di Noodles

L'assurdo totale dei primi film di Pupi Avati si allontana, ma sono lontani ancora anche i suoi lavori migliori. Il film fa parte del filone grottesco del regista, con la consueta carovana di personaggi e vicende assurde. Mattatore della pellicola è Ugo Tognazzi, in uno dei suoi personaggi più cinici. Sino alla sua conversione il film incuriosisce e diverte. Quando il protagonista cambia, il tutto perde interesse e diventa lento e noioso. Per il resto, Avati utilizza come sempre con maestria il suo cast e le location. Per gli amanti del regista e di questo genere in attesa di meglio.
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  • Homevideo Xtron • 10/02/13 18:28
    Servizio caffè - 2147 interventi
    Questa invece la versione francese SNC - M6 Video

    Audio italiano
    Sottotitoli in francese (eliminabili senza problemi)
    Formato video 1.85:1 anamorfico
    Durata 1h41m57s
    Extra Trailers vari

    Se qualcuno possiede il dvd Rarovideo e vuole fare un contronto l'immagine si trova al min. 46:23

    Ultima modifica: 10/02/13 18:41 da Zender
  • Curiosità Zender • 2/08/13 15:28
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film:

  • Homevideo M.shannon • 20/06/14 08:11
    Disoccupato - 310 interventi
    Dvd Rarovideo

    Ultima modifica: 21/06/14 07:31 da M.shannon
  • Discussione John trent • 24/01/16 13:13
    Custode notturno - 526 interventi
    Il rarissimo trailer (non presente nel dvd italiano Rarovideo):

    https://www.youtube.com/watch?v=LpjGGOmRYCc
  • Discussione Kanon • 26/06/16 19:34
    Fotocopista - 832 interventi
    B. Legnani ebbe a dire:
    Nel documentario iniziale si vede Jimmy il Fenomeno (primo da destra). Nessuno se n'era mai accorto?



    Appare anche l'allora 20enne Ricky Tognazzi, accreditato nei titoli di coda come assistente alla regia Riccardo Tognazzi. Nella foto, è il giovane Anteo in maglia bianca.
    Ultima modifica: 26/06/16 19:35 da Kanon
  • Discussione Zender • 27/06/16 10:25
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Spostato tutto in curiosità, a questo punto. La foto cominciava a diventare molto interessante...
  • Discussione Samuel1979 • 18/08/16 22:41
    Addetto riparazione hardware - 4153 interventi
    Leggo solo adesso della scomparsa nel 2006 dell'attrice di colore Lucienne Camille, che quì aveva il ruolo di una prostituta.


    https://it.wikipedia.org/wiki/Lucienne_Camille
  • Discussione Kaciaro • 18/08/16 22:51
    Galoppino - 506 interventi
    film straordinario , satira finissima come non si fa' piu' da anni purtroppo Tognazzi immenso....
  • Discussione Pessoa • 22/01/21 23:07
    Formatore stagisti - 417 interventi
    In molti commenti, nonché nel flano postato da Zender in curiosità, si fa riferimento alla provincia emiliana, forse confusi dal fatto che il film è stato effettivamente quasi tutto girato in Emilia.
    In realtà la vicenda è ambientata a Bagnacavallo che, essendo in provincia di Ravenna, si colloca geograficamente e fino a prova contraria in Romagna, e romagnolo è anche il dialetto usato da molti personaggi del film.
    Probabilmente a molti può sembrare una questione di lana caprina, non influente più di tanto, ma provate a dare dell'emiliano ad un romagnolo e capirete immediatamente che non è proprio un dettaglio irrilevante...

  • Discussione Zender • 23/01/21 08:39
    Capo scrivano - 47698 interventi
    E' vero, c'è una sostanziale differenza tra luoghi delle riprese e luoghi in cui si vuole ambientato il film ed è curioso che in effetti anche il flano faccia riferimento alla "provincia emiliana" (forse intesa come Emilia Romagna tutta).

    PS: ho aggiunto l'altra curiosità alla vecchia.