Avventure di una squadra di polizia losangelina, variegata e un po' meno stereotipata di quanto ci si aspetti da un film così. Probabilmente perché la sceneggiatura è tratta dall'omonimo libro di Joseph Wambaugh, che in un gruppo così aveva lavorato davvero come sergente riportando poi le sue esperienze con la necessaria schiettezza. Il quadro che emerge è in realtà piuttosto preoccupante (non è un caso che il film di Aldrich sia stato avversato in patria da molti), con agenti che spesso si comportano in modo infantile dimostrando razzismo, pressapochismo, stupidità. Ma nonostante il realismo con cui Aldrich mette in scena il suo THE CHOIR...Leggi tutto BOYS, un cast folto di celebrità (James Woods, Randy Quaid, Louis Gossett jr, Charles Durning, Burt Young...) e una competenza registica non indifferente, il film non riesce a decollare, evidenzia una struttura episodica incapace di focalizzare gli eventi in modo forte, prosegue piattamente tra dialoghi indecisi se seguire la via ironica o drammatica e fallendo spesso in entrambe. I caratteri sono meno delineati di quanto si possa pensare, le avventure tra case abitate da neri e messicani, strade percorse da spregiudicate prostitute, parchi e bagni in cui si affaccia timidamente qualche omosessuale, si susseguono senza riservare molte sorprese. I ragazzi del gruppo scherzano tra loro ma possono arrivare alle mani quando le opinioni divergono, bevono e si lasciano andare a rapporti con donne “equivoche” senza troppi problemi. Finché non ci scappa il morto, ovviamente. Piuttosto sopravvalutato e meno “forte” del previsto.
Banale dire "era meglio il libro", ma questo è un classico caso. Ellroy dichiara che Wambaugh fu una delle sue principali fonti d'ispirazione e questo di per sé fa capire che il romanzo non era per niente male: complesso e con una profonda introspezione dei personaggi narrati. Aldrich purtroppo prende gli episodi più di colore e vi costruisce attorno un film raffazzonato, che ha il suo culmine in una scena pecoreccia che nel romanzo occupava una ventina di righe. James Wood, sprecato, sembra uno che passava di lì quando hanno dato il ciak.
Partendo dal bel romanzo di Joseph Wambaugh (che non ha mai amato questa trasposizione), Robert Aldrich dirige un poliziesco scanzonato, macchiettistico e poco riuscito (tanto che in certi passaggi sembra di assistere a Scuola di polizia). Non mancano tuttavia momenti più amari, ma non lasciano il segno. Per quanto mi riguarda il film più deludente del grande regista americano. Piccola menzione per la prostituta bonazza che frequenta l'agente masochista.
Sicuramente uno dei migliori film dell'immenso Bob Aldrich, un folle e scatenato mix di commedia, poliziesco e dramma psicologico. I poliziotti di Aldrich sono complessati reduci del Vietnam, tra razzismo, impotenza sessuale e il trauma della sporca guerra ormai indelebile nelle loro menti. L'omicidio del gay nel parco, il sesso s/m con una dominatrix e l'ingorgo tra le auto della polizia rimangono nella memoria. Cast a dir poco straordinario (su tutti Woods, King e Stroud) e turpiloquio ai massimi livelli. Memorabile e mitico.
MEMORABILE: L'incubo del Vietnam e l'omicido del gay nel parco; Woods che esibisce il distintivo a due prostitute, che lo deridono.
Storie di poliziotti dall'etica quantomeno discutibile che si incrociano in questo film di Robert Aldrich, tratto da un romanzo scritto da un ex poliziotto. Ben realizzato e recitato da un buon cast, il film ha il limite di un'eccessiva frammentarietà, compensata però da una buona caratterizzazione dei personaggi che lo rende meritevole di visione anche se il regista ha fatto di meglio.
C'è un po' di tutto in questo film drammatico di Aldrich: momenti di grande ilarità alternati sapientemente ad altri che ti lasciano con il nodo alla gola. Nel gruppo di poliziotti protagonisti dell'intera pellicola vi è un intero campionario di caratteri e personalità differenti uniti soltanto dalla divisa che portano e pronti per questo ad accettare e perdonare qualsiasi cosa li riguardi. La stessa divisa da simbolo di unione diventa impossibilità di essere qualcosa di diverso da quello che si deve mostrare di essere.
MEMORABILE: Burt Young nei panni del capo della buoncostume che biascica e trita un sigaro; La prostituta sodomizzatrice.
Poco più di una sporca dozzina di poliziotti, al cui confronto quei criminali ingaggiati per un'impresa suicida sembrano educande delle orsoline. Fra battute volgari, scherzi di pessimo gusto e lazzaronate assortite contro i bersagli consueti (donne, neri, omosessuali), la storia procede a singhiozzo, frantumandosi in un susseguirsi di episodi e gags cartina di tornasole di un caos morale la cui giustificazione in un passato traumatico (come l'esperienza in Vietnam o un'educazione bacchettona) appare piuttosto pretestuosa. Il peggior film di un grande regista.
Sicuramente uno dei film più importanti degli anni 70 anche se all'epoca non piacque molto per la comicità scollacciata e il turpiloquio a raffica. Inizia con brevi episodi degni dei comic strips per prendere poi lentamente quota sino al coinvolgente finale dove i "ragazzi" si prenderanno la rivincita morale sugli inetti superiori. Il prologo in Vietnam ci ricorda il pesante fardello sociale della sporca guerra. Un Aldrich che non crede più in nulla assalta ferocemente il sistema con un cinema essenziale e stilizzato. Grande cast collettivo.
MEMORABILE: Il lercio ma bonario sergente Scugnizzo interpretato da Burt "Maialotto" Young; La scena del suicidio simil Callaghan; Lo scontro tra cubani e neri.
In una divisione della polizia un manipolo di commilitoni lavora nel turno di notte. Idealmente spaccato in due: la prima parte è un’accozzaglia di gag di bassa lega con Mammola, Dracula e spiate sotto le salviette; nonostante sia faceta senza essere stupida, si vola molto bassi. Seconda parte in cui si cambia registro fino ad arrivare all’omicidio nel parco. A quel punto passa la voglia di scherzare a tutti, ma è tardi. Conclusione che stempera il clima e lascia l’amaro in bocca per l’ambientazione anni 70 che non era male.
MEMORABILE: Zinny; Il suicidio della ragazza; Lo strappo dei baffi all’ispanico; L’uomo che avvicina il poliziotto ammanettato a un albero.
Grande, inimitabile, unico, distruttivo, semi-capolavoro per volontà di non essere "normali" né "perfetti", dell'Aldrich più maturo alla soglia dei sessant'anni, assieme a Ultimi bagliori di un crepuscolo. Migliore persino del bel libro di Wambaugh, che difatti non si riconobbe nel film, e molto meno alla fine indulgente, con la corporazione dei poliziotti. Aldrich è al massimo livello corrosivo e di demolizione di ogni istituzione americana, e per come metteva in scena lui il tutto in ogni minimo dettaglio era diventato semplicemente insuperabile. Cast e situazioni stupendi.
MEMORABILE: McIntire e King pestati da neri e portoricani assieme nel palazzo; I festini al parco e la checca con barboncino; George DiCenzo e la "rugiada".
Robert Aldrich HA DIRETTO ANCHE...
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Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (venerdì 16 marzo 1984) di I ragazzi del coro:
Sono entrambi tratti dal romanzo di Joseph Wambaugh ( che creò anche la serie di telefilm Sulle strade della california)
Ma che io sappia il film di Aldrich non è il remake del film di Fleischer
Esatto, il film di Aldrich non è il remake dell'altro. I nuovi centurioni è tratto dal romanzo omonimo (del 1971), mentre I ragazzi del coro è tratto da I chierichetti (1975)
DiscussioneZender • 30/09/21 14:02 Capo scrivano - 48675 interventi
Non ho capito, sarebbero quindi tratti pure da due romanzi diversi?
Esatto. Wambaugh è stato un poliziotto, quindi ha scritto parecchi romanzi dove narra i problemi dei suoi (ex) colleghi. I due film hanno due fonti letterarie diverse.
Volevo vede se stavate attenti :-) Dai domani o al massimo lunedì inserirò un film che nel sito non c'è. PS: Comunque I NUOVI CENTURIONI per me è superiore; molto drammatico ed introverso, riesce a tratteggiare i personaggi in maniera più credibile ed intensa. In più non mancano scene spettacolari e ben dirette.
DiscussioneZender • 3/10/21 07:27 Capo scrivano - 48675 interventi
Meglio ricontrollare anche su Imdb, prima di scrivere certe cose.
BURT YOUNG R.I.P. 1940- 2023 https://youtu.be/8bjmyhDNGiM?si=6Vr7hd6-5GVItN11Nei panni dello sciagattatissimo e umano capo Ispettore della buoncostume, di questo capolavoro massimo di Robert Aldrich, è grandissimo. Grande anche in "California Dolls"(All the Marbles)(1983), ultimo di Aldrich, con Peter Falk. Ma è quasi impossibile enumerare tutti i film pure di medio-basso livello, che ha invece salvato di interesse con la sua sola presenza, inimitabile gestualità naturalistica. Invece era un attore che studiava tutto, coniugato con capacità di improvvisazione e mimesi dalla vita vera, tutte e solo sue. Era anche un ex Actor's studio newyorkese d.o.c.