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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

La miglior virtù che era stata riconosciuta a Carlo Verdone fino ad oggi era la capacità di proporre sempre personaggi nuovi. A volte s’era glissato sulla non felice sceneggiatura (vedi IL BAMBINO E IL POLIZIOTTO, ad esempio) esaltando comunque il coraggio di saper sempre presentare nuove idee. E invece ecco il passo falso: VIAGGI DI NOZZE riprende il discorso abbandonato dopo BIANCO ROSSO E VERDONE e che aveva caratterizzato i primi successi dell'attore-regista romano. La struttura a episodi permetteva a Verdone di esaltare le sue camaleontiche...Leggi tutto doti di caratterista e aveva contribuito a creare alcuni personaggi entrati nella storia del cinema italiano. Così ecco che qui il nostro, probabilmente in crisi d'ispirazione, ne riprende in mano tre: c’è Raniero il medico (praticamente ricalcato sul paranoico estenuatore di Magda in BIANCO ROSSO E VERDONE), Ivano il bullo arricchito (lo stesso che in UN SACCO BELLO accompagnava Renato Scarpa all’ospedale) e il buon marito costretto ad accudire il padre anziano (così come in BIANCO ROSSO E VERDONE il nipote accudiva la sora Lella). A volte si ride, è vero (grazie soprattutto all’intrinseca comicità di personaggi indubbiamente vincenti), ma la sensazione è di assistere a uno sorta di remake in chiave minore, con un Verdone quasi imbarazzato (dopo film di un certo spessore) nel riproporre l'infantile bulletto che ripete ossessivamente la frase “O famo strano” (con una Claudia Gerini meno strepitosa di quanto si sente dire). Megaincasso prevedibile.

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TomasMilia 15/02/07 12:21 - 157 commenti

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Verdone ritorna all'antico. Il film presenta l'evoluzione (?) di tre personaggi che gli avevano portato successo all'inizio della carriera. C'è Raniero che è uguale a Furio di Bianco Rosso e Verdone, c'è il simil Mimmo (ma non troppo) che si ritrova ad accudire il padre in viaggio di nozze e, dulcis in fundo, Ivano. Quest'ultimo però non è proprio un'evoluzione del bullo di Un sacco bello, perché mentre quello è destinato a rimanere un vinto per sempre, Ivano ha i soldi e quindi può permettersi tutto.

B. Legnani 11/08/07 01:29 - 5604 commenti

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Un buon Verdone. Il dottor Raniero Cotti-Borrone è un simil-Furio ed è il pezzo forte del film (fantastico quando, anziché accorrere dalla moglie, svenuta, ignorando tutto il resto, rimane a scambiare battute con un collega che gli pare d'aver conosciuto al Congresso di Ancona...). Ivano è un po' monotono, ma ha alcune trovate grandiose (come il matrimonio cafonesco). Più debole, ma degnissimo, l'episodio con la Mascoli.
MEMORABILE: Ivano, dalla terrazza dell'hotel fiorentino, se ne frega di chiese, palazzi e campanili: cerca di localizzare lo Stadio in cui gioca la squadra viola.

Galbo 13/11/07 19:59 - 12514 commenti

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Dopo alcune prove non brillantissime, Carlo Verdone torna all'antico dirigendo ed interpretando più ruoli in una commedia che mette in scena un certo tipo di società italiana estremizzando (ma talvolta neanche troppo) le situazioni ad uso comico. Certo la brillantezza e freschezza di regia e sceneggiatura non sono quelle degli esordi. Tuttavia alcuni momenti (il dottor Raniero, perennemente al lavoro) sono memorabili e il film gradevole. Oltre al protagonista, molto brava la Gerini.

Gugly 17/02/08 11:55 - 1198 commenti

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Evoluzione moderna di personaggi collaudati. Per fortuna Verdone è maturato e i finali si fanno un po' più agrodolci, se non addirittura amari (vedi l'episodio di Raniero e Fosca). Ottima la stoccata sul problema dei genitori anziani (ed in genere delle famiglie a carico) e sulla volgarità dilagante dei nuovi arricchiti, complice il cellulare. Ovviamente, visto la prima volta, il film fa molto ridere. La seconda ci sono invece da imparare le battute cult. Bravina la Gerini, più in parte la Pivetti e la Mascoli.

Redeyes 24/02/08 21:20 - 2459 commenti

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Ennesimo, in un certo senso ahimè, capitolo ad episodi di Verdone, che nelle sale già ci propina "Grande, grosso e Verdone". Alcune scenette sono ancora divertenti, ma hanno quella tristezza di fondo che, se prima era dovuta ad una particolare propensione dell'attore, adesso, secondo me, sono dovute al trascinarsi dei personaggi. Ogni scena o quasi fa sorridere, ma dà pure un po' fastidio. Comunque il film è tutto sommato godibile, ed alcune gag sono innegabilmente divenute dei tormentoni.

Ciavazzaro 10/01/09 14:48 - 4765 commenti

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Più che sufficiente. L'episodio meglio costruito è quello della coppia Verdone professore ossessivo e Veronica Pivetti moglie ossessionata da lui. Le altre coppie sono quella dei due coattoni e quella del marito che accudisce il padre: non sono troppo divertenti. Forse nel primo episodio qualche risata c'e. Si può vedere senza problemi. Sufficiente.

Fabbiu 14/01/09 13:14 - 2165 commenti

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Raniero non può non ricordare il personaggio ultra-pignolo di Bianco Rosso e Verdone, soprattutto visto il rapporto con la moglie (qui è una brava Pivetti) ormai sulla crisi di nervi; invero tutto lo schema a episodi intervallati con l'attore-regista nei panni di diversi personaggi (di cui uno minore: il prete) ricorda vecchi successi di Verdone. Detto questo, rimangono da considerare le valide interpretazioni dei comprimari (tra cui una brava Gerini, a anche una giovane Arcuri) per ribadire che è un film piacevole ma nettamente inferiore ai precedenti.

Brainiac 15/04/09 12:04 - 1083 commenti

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Lo sbaglio di Verdone è stato cercare di tornare all'antico descrivendo una realtà dalla quale ormai si era distaccato. Mi spiego: negli Anni Settanta ed Ottanta Carlo conosceva alla perfezione i "tipi" comuni di Roma: il coatto, la nonna, il burbero camionista. Ma nel 1995 nulla era come allora. Prendiamo Ivano: è una malriuscita commistione fra un coatto (che tra l'altro così, capellone e musicofilo, esisteva solo negli Anni Settanta) e il Verdone dell'epoca (amante dei compianti Morphine). I coatti romani nel 1995 ascoltavano techno e non grunge! Pessima anche la Gerini.

Disorder 15/07/09 12:58 - 1416 commenti

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Dal punto di vista prettamente comico, è accostabile ai classici di Verdone: non sfigura affatto; anzi, su certi personaggi si rincara la dose: Raniero è un Furio ancora più estenuante e puntiglioso, Ivano è coatto all'ennesima potenza (anche troppo) ecc... Insomma, è divertente e si lascia sempre vedere, l'unico difetto è proprio la ripetitività dei personaggi.
MEMORABILE: Tutte le gag con Raniero.

Renato 14/11/09 13:05 - 1648 commenti

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Più che un film, a tratti, mi è sembrata una di quelle tristissime partite fra le vecchie glorie, che tentano faticosamente di far brillare gli occhi dei loro tifosi di una volta re-indossando i vecchi colori. Verdone si ricicla paurosamente, sbaglia quasi tutti i personaggi secondari (compresa la tremenda Veronica Pivetti) ed ovviamente qualche risata la strappa comunque, sia chiaro: ma il film è faticoso, derivato e più adatto alla televisione che non al grande schermo.

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Stefania 30/12/09 14:52 - 1599 commenti

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Sì, qualche risata me la sono fatta, ma... adoravo Furio in "Bianco, rosso e Verdone" perché era un perdente, vittima delle sue nevrosi: qui è solo un carnefice, e lo odio. Mimmo aveva una commovente svagatezza infantile. qui è un poveretto che se le va pure a cercare. E Ivano non è un coatto genuino, di strada, è un sotto-prodotto televisivo. Forse non si poteva farlo diversamente, questo film, non potevano essere diversi, questi personaggi. Ma allora, era meglio rinunciare.

Markus 23/06/10 17:34 - 3723 commenti

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In un periodo di rivalutazione, Verdone scivola su questa pellicola che vorrebbe riprendere i personaggi che lo resero celebre e di cui aveva già detto sostanzialmente tutto con le sue prime due regie. Qualche battuta simpatica c’è, merito senza’altro dell’inventiva di Carlo che, malgrado il "déjà vu", non ci mostra la stanchezza e la freddezza del mero sfruttamento commercial-furbesco di questo film, ma cerca di aggiungere qualcosa di nuovo ed attuale, da Anni ’90. In parte vi riesce ma, a dispetto di ciò, lo spettacolo è mediocre.

Piero68 3/11/10 12:51 - 2967 commenti

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Film di tre episodi completamente a se stanti che riprendono altrettante famose caratterizzazioni di Verdone: il prof/medico filosofeggiante, il coatto arricchitto e lo sfortunato, eterna vittima di se stesso e della famiglia. Si ride poco o niente in una pellicola che va avanti a braccia e dove è fin troppo evidente la mancanza di una sceneggiatura strutturata. Sicuramente uno dei peggiori film di Verdone sia per la totale mancanza di idee e sia per la ripetitività di personaggi e situazioni. Male la Gerini. Poco e male sfruttata la Pivetti.

Mdmaster 3/11/10 12:17 - 802 commenti

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Verdone ritorna con i film a episodi e, mentre la componente critica della società moderna è piuttosto irreale (il coatto con i Morphine e la compagna con i Megadeth?), i personaggi sono divertenti e la cura per i particolari è notevole. L'episodio di Furio è quello che avrebbe meritato più attenzione, magari anche per qualche momento drammatico; divertente ma sottovalutato quello della coppia brava ma "sfigata" con un ottimo cast di contorno. Rimane un film ancora vivo nella memoria del pubblico e che ha fruttato a Carlo parecchi soldini.
MEMORABILE: "Sahid... Albukra? Grazie Bukra!"; "Una cosa è certa, hai messo su proprio na famiglia di merda!"

Cangaceiro 6/11/10 12:04 - 982 commenti

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Valido esempio della tipica formula verdoniana ad episodi che vive soprattutto del certosino disegno dei caratteri dei personaggi. Le tre storie, per quanto zeppe di trovate divertenti, si reggono sulla prova attoriale di un Verdone scatenato e ispiratissimo, capace di creare modi di dire e di fare ancora oggi attuali e incancellabili (cfr. 'O famo strano!). Ben scelto anche il drappello di comprimari, ognuno dei quali porta un buon contributo al risultato finale, che non è paragonabile a quello dei primi del lavori del regista, ma ancora di tutto rispetto.
MEMORABILE: "Pronto? Nooo, non mi disturba affatto mi dica..."

Ilcassiere 15/01/11 14:57 - 284 commenti

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Un mix tra Un sacco bello e Bianco rosso e Verdone, i due film che hanno consacrato Carlo Verdone. Le similitudini, però, sono troppe ed i personaggi, a differenza dei due vecchi film, non sono per niente originali. La sua indiscussa bravura ad interpretare ruoli così diversi e qualche battuta divertente stavolta non bastano. Dispiace ammetterlo ma di questo film, francamente, non se ne sentiva il bisogno.

Cotola 18/04/11 19:59 - 9271 commenti

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Verdone torna all'antico e gira, dopo svariati anni, un film a episodi. Il meglio è rappresentato dal personaggio di Raniero (che riprende palesemente quello di Furio) e dalle situazioni esilaranti che costellano il suo segmento. Il più debole, ma in ogni caso non malvagio, è quello con la Mascoli. In mezzo l'episodio con la coppia di cafoni che alterna cose buone ad altre che lo sono meno. Alla fine il risultato non è affatto male.

Plauto 13/07/11 00:07 - 126 commenti

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Film che dimostra come l'affetto del pubblico in Italia sia sconfinato... Ci troviamo di fronte a un film sopravvalutatissimo, con attori che da "Non è la rai" passano improvvisamente come attori consumati (la Gerini, per esempio). Verdone cerca la complicità delle donne, che fingono allegria davanti a questo uomo ormai consumato, che senza Leone l'attore si prende qualsiasi libertà... il buon Sergio l'avrebbe certamente rimesso in riga e avrebbe stracciato il copione senza pietà.

Jandileida 4/12/11 11:10 - 1610 commenti

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Se ad inizio carriera la malinconia dava quel tocco comicamente amaro alle pellicole di Verdone (Stadio Olimpico, Olimpico Stadio), in questo film autunnale c'è invece un po' di tristezza nel vedere un grandissimo della nostra commedia (che qualche zampata la piazza anche qui) ripetere stancamente dei personaggi con poco da dire, provando ad aggiornarli ad un prestente che non gli appartiene più (Jessica che sente i Megadeth?). Tutto molto degno e, a tratti, anche divertente certo, ma si coglie un po' di fatica, come se anche lui non ci credesse del tutto.
MEMORABILE: "Oddio me sa che me sta a parti 'a pompa".

Dengus 19/01/12 11:02 - 360 commenti

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L'ultimo gran Verdone, che 14 anni dopo aver vestito i tripli panni l'ultima volta nel cult Bianco Rosso e Verdone, ci riprova con eccellenti risultati; anche qui ci sono il logorroico, il bonaccione ed il coatto; è proprio in questi panni che Verdone dà il meglio, regalandoci battute e tormentoni esilaranti grazie anche al supporto della Gerini, che con questo film vedrà decollare la sua carriera. Da non dimenticare poi Raniero, stressante marito di una depressissima Fosca (Pivetti) e Giovannino con le sue disavventure in luna di miele. Ormai cult!
MEMORABILE: Al ristorante Giovannino che dice a suo papà davanti alla gente esterrefatta: "Papà, hai tirato su na famiglia de mmerda!"; Ivano in generale.

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Nando 4/11/12 16:35 - 3853 commenti

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Verdone torna agli eventi episodici in modo interessante e variegato. La coppia d'impiegati totalmente sfigata, i coatti veri protagonisti della pellicola e infine il logorroico professore e la sua consorte vittima. Validi momenti ridanciani, alcune situazioni lievemente forzate, tuttavia il film appare godibile e Verdone si mostra nuovamente uno e trino.

Mco 30/10/12 12:04 - 2353 commenti

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"O famo strano" è diventato un tormentone e già questo fatto dà la misura di quanto il film a episodi (una specialità di Verdone) in questione abbia fatto presa tra il pubblico. Anche il personaggio del dottor Raniero è spassoso, affiancato da una Pivetti maschera triste del modus vivendi del coniuge, mentre l'immancabile vena melanconica del Carlo nazionale riposa nella figura di Giovannino. Però è il duetto dei coatti, con la Gerini in gran spolvero, ad emergere, come poc'anzi rilevato. Un'avventura filmica che si deve affrontare!

Zender 3/11/12 13:45 - 317 commenti

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Ripescaggio e aggiornamento di tre "tipi" verdoniani in modalità luna di miele. Episodi alternati come da tradizione, ma non c'è più la freschezza travolgente degli esordi. Le gag non mancano (soprattutto nell'episodio di Raniero, un Furio 2.0), tuttavia Ivano e Jessica si beano troppo dell'o famo strano tendendo a ripetersi e la coppia ingenua e onesta non incide (pur divertendo). Comunque non ci si annoia, e anzi l'aggiunta di un feroce cinismo figlio di quei tempi carica il film di una valenza satirica nuova, che colpisce. Certi tormentoni han fatto epoca.
MEMORABILE: Ivano sulla terrazza dell'albergo fiorentino, davanti a una vista sull'Arno da mozzare il fiato: "Non riesco a individua' o stadio".

Roger 11/11/12 18:32 - 143 commenti

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A prima vista sembrerebbe riproporre con minime varianti alcuni personaggi che hanno fatto la fortuna di Verdone: l'ingenuo bonaccione, il coatto spaccone e il maniaco logorroico. A meno che non si considerino come l'evoluzione (in peggio) di quei personaggi, attualizzati con la società che evolve. Furio è diventato un professionista ancora più insopportabile e mostruoso, il coatto un "fashion victim" vittima soprattutto del suo vuoto culturale, il bonaccione capro espiatorio predestinato degli egoismi familiari. Per questo si merita un ***

Homesick 28/12/12 18:14 - 5737 commenti

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Vino vecchio in botte nuova. I viaggi di nozze di tre infelici coppie di sposi sono il contesto in cui Verdone, con grinta e consueta attitudine al trasformismo, ripropone alcune macchiette dei suoi primi due film (il figlio con genitore a carico, il professionista opprimente, il burino rockettaro). La comicità affiora timida e a tratti; le notazioni di costume sono di superficie. Brave la sexy Gerini - quantunque troppo bella per fare la coatta – e l’esasperata Pivetti. Colonna sonora da intenditori, con Sylvian/Fripp e i Morphine. **/**!
MEMORABILE: Il matrimonio rock; l’interminabile preghiera delle intenzioni.

Gabrius79 18/06/13 23:59 - 1450 commenti

I gusti di Gabrius79

Verdone cala l'asso nella manica, ricreando la commedia a episodi che tanta fortuna gli portò agli esordi. Il risultato è inferiore alle aspettative, ma sicuramente è rimasto impresso nella memoria collettiva la frase "'O famo strano" (episodio Verdone/Gerini, qui piuttosto brava). Il migliore episodio è però quello con l'accoppiata Verdone/Pivetti che ricalcano la coppia Furio-Magda di Bianco, rosso e Verdone. Non male l'episodio con Verdone e la Mascoli. Cameo di Manuela Arcuri agli esordi.

Luchi78 6/09/13 15:28 - 1521 commenti

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Provo qualcosa di ansioso e lugubre ogni volta che rivedo questo film. Dietro i personaggi verdoniani che scatenano più o meno ironia, a seconda dei gusti, c'è sempre un'estremizzazione degli aspetti più drammatici; su tutti Raniero e Fosca, ma anche i coatti Ivano e Jessica alla ricerca di qualcosa che riempia il loro desiderio di coppia, chiudono il film con una sorta di grosso punto interrogativo che pende sulle loro vite e sul loro futuro. Secondo me è un film che merita una grossa rivalutazione, non mi dispiace affatto.
MEMORABILE: La Arcuri nella sua migliore interpretazione, n'ascella si, n'ascella no. Molto bella l'atmosfera della stessa scena...

Stelio 3/08/14 21:46 - 384 commenti

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Grande ritorno di Verdone alla commedia caricaturale ed episodica: il modo è più raffinato rispetto ai primi film, i personaggi riprendono le maschere classiche verdoniane ma non rinunciano a proporre nuove situazioni comiche e interessanti; la profondità dell'analisi sociale è, se possibile, ancora maggiore (si nota soprattutto nel finale). Il regista regala una delle sue migliori interpretazioni e bravissime sono pure le protagoniste femminili (menzione speciale per la Mascoli, probabilmente la migliore del lotto).
MEMORABILE: Raniero a Fosca nella tomba familiare: "Tu questa la devi considerare un po' come casa tua".

Didda23 6/08/14 09:41 - 2439 commenti

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Verdone gira tre episodi basandosi fondamentalmente su tre sole idee di fondo: la sfiga che non lascia scampo alla coppia Giovannino/Valeriana, l'ottusità e la pignoleria di Raniero e l'o famo strano di Ivano e Jessica. Sinceramente troppo poco, considerando che le tre trame non si intersecano e che le gag comiche vanno raramente a segno. Di positivo c'è la bravura di Carlo, che fa capire allo spettatore di credere molto nel progetto. Indiscutibilmente un successo commerciale, ma decisamente inferiore ad altri lavori. Mediocre.

Motorship 13/08/14 23:14 - 585 commenti

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Dopo un cambio di rotta che sembrava definitivo, Verdone torna con un film strutturato in episodi che cerca di dare frecciate alla società degli anni 90. Il risultato è inferiore rispetto ai suoi primi due film (strutturati allo stesso modo), ma tutto sommato il risultato non è male. Si ride per la verve del buon Carlo e per alcune trovate azzeccate, specie negli episodi di Raniero e Fosca e in quello dei coatti Ivano e Jessica (anche se qui la ripetitività un po' stanca). Non male anche quello con la Mascoli. Brave tutte e tre le attrici. Discreto.
MEMORABILE: Ivano che cerca "o stadio" di Firenze; "No... non mi disturba affatto, mi dica".

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Vitgar 10/06/15 10:04 - 586 commenti

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Ancora Verdone alle prese con il suo genere prediletto della commedia a episodi (che si intrecciano in una situazione comune). Solite caratterizzazioni di alcuni degli stereotipi umani cui Verdone ci ha abituati, un po' ripetitivi ma sempre gradevoli e divertenti. Le sue interpretazioni del professionista anaffettivo maniacale, del coatto becero e dell'ingenuo sfortunato sono sempre all'altezza. Brava oltre che bella la Gerini.

Pinhead80 10/07/15 13:13 - 5104 commenti

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Tre coppie di novelli sposi e altrettante lune di miele dai risvolti imprevedibili e grotteschi. Verdone interpreta tutti i personaggi maschili presentandoci una carrellata di umanità nevrotica e a tratti disturbata. Anche le spose sono state scelte con accuratezza (tra tutte si segnalano per bravura la Gerini e la Pivetti). La satira di Verdone è sempre pungente e, in questo caso, lascia anche un certo amaro in bocca.

Scarlett 29/01/16 01:42 - 307 commenti

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Commedia molto godibile: Verdone disegna tre personaggi ottimamente riusciti estremizzandoli e riproponendoci il compulsivo ossessivo che tanto verrà apprezzato nella versione di Raniero (con una Pivetti che ispira la giusta pietà per la sua situazione). Lascia i suoi spunti di riflessione e ci garantisce scene riuscite e divertenti, quindi promosso con una piena sufficienza.

Il Dandi 30/06/16 12:45 - 1917 commenti

I gusti di Il Dandi

Forse la ripresa dell'antico repertorio trasformistico era un asso che Verdone teneva pronto nella manica da chissà quanto tempo; forse dopo un film difficile come Perdiamoci di vista è subentrata la necessità di recuperare consensi più vasti e più facili. Purtroppo il nostro aveva perso il polso della "società (in-)civile": resta la divertente riedizione di Furio versione barone della medicina, ma mentre Enzo e Ruggero offrivano uno spaccato epocale, Ivano e Jessica sono macchiette costruite che non rappresentano nulla.
MEMORABILE: Pronto? No, non mi disturba affatto...

Lythops 24/06/16 12:08 - 1019 commenti

I gusti di Lythops

Sguardo ironico ma non troppo su tre prematrimoni-tipo in cui Verdone interpreta altrettanti personaggi già conosciuti tra i quali particolarmente riuscito appare quello di Raniero. Si ride complessivamente poco e si riflette altrettanto non solo perché la commedia è volutamente leggera, ma per le "disgrazie" comuni. Buono il finale, che si commenta da solo, a raffigurare un destino comune a tanti, troppi. Tipologie di comportamento ben descritte, tra le attrici davvero notevole la Gerini.

Alex75 28/07/16 09:38 - 903 commenti

I gusti di Alex75

Verdone torna, dopo anni, alla commedia a episodi, riproponendo e aggiornando alcuni suoi cavalli di battaglia visti nei suoi primi due film. La freschezza e in parte la verve degli esordi sono irrimediabilmente perdute, in compenso ci sono un po’ di amarezza e di cattiveria in più; nel complesso ci si diverte, si riflette un poco: l’unica cosa che si può rimproverare a Verdone è di aver voluto "vincere facile". Buone le presenze della Pivetti e della Gerini.
MEMORABILE: L’odiosa pedanteria di Raniero; "No, non mi disturba affatto, mi dica"; "O famo strano?"; Il coatto Ivano; L'orribile famiglia di Giovannino.

Il ferrini 20/07/16 01:32 - 2499 commenti

I gusti di Il ferrini

Raniero è l'evoluzione di Furio così come Ivano lo è di Enzo; insomma, in realtà c'è poco di nuovo nella pellicola, eppure vuoi l'ecletticità di Verdone, vuoi la scelta (felice) della Gerini come "coatta", si ride ancora parecchio. L'episodio meno brillante è senz'altro quello di Giovannino e Valeriana; non perché sia qualitativamente inferiore ma perché appartiene ad altro registro comico, quello un po' malinconico d'Er Patata. Se "o famo strano?" è entrato di diritto nel dizionario cinematografico italiano ci sarà pure una ragione.

Lou 25/07/16 18:23 - 1127 commenti

I gusti di Lou

Tre coppie affrontano ciascuna a suo modo una luna di miele paradossale, con Verdone che impersona i rispettivi mariti tornando con successo ad alcune delle sue caricature più riuscite. La più efficace è la coppia dei coatti con la Gerini, che lascia il segno per alcune trovate spassose e per l'ormai famoso " 'o famo strano", ma anche l'episodio di Raniero ha alcuni tormentoni di successo ("No, non mi disturba affatto"). Nel complesso un prodotto commerciale, senza troppe sfumature, che infatti ha sfondato nelle sale.

Ultimo 26/08/16 17:37 - 1688 commenti

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Con viaggi di nozze Carlo Verdone cerca di tornare agli antichi fasti, quando interpretava diversi personaggi alternati tra loro. Il risultato è un film piacevole, ma non tra i migliori prodotti del regista. Funziona bene l'accoppiata con la Gerini ("o famo strano" ha fatto storia...), meno la parte con la Pivetti (Raniero è troppo identico al Furio di Bianco rosso e Verdone). Nella norma l'episodio con la Mascoli. Non male, ma inferiore alla fama.
MEMORABILE: Il rapporto a 180 all'ora in auto; In treno con la Pivetti.

Parsifal68 28/12/16 15:42 - 607 commenti

I gusti di Parsifal68

Dopo alcuni ottimi film di inizio anni '90, più intimisti e maturi, Verdone torna al film a episodi con le sue classiche macchiette rivedute e corrette. Poco importa se i protagonisti non si chiamano più Furio, Mimmo o Enzo; i nuovi sono decisamente inferiori a quelli degli esordi e la stessa sceneggiatura appare forzata. In ogni caso, più divertente il personaggio del coatto Ivano con a fianco una brava Gerini, Raniero con la Pivetti troppo estremizzato e Giovanni assolutamente dimenticabile.
MEMORABILE: "O famo strano?"

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Pessoa 18/07/17 12:26 - 2476 commenti

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Verdone torna alle origini e ripropone i suoi vecchi personaggi riveduti e corretti in questo film a episodi. Il risultato risente però di uno script frammentario su trame piuttosto banali. Raniero forza gli atteggiamenti estremi di Furio trasformandolo in una macchietta talora eccessiva, Giovanni rifà Mimmo che senza la sua candida ingenuità diventa piatto mentre Ivano, grazie anche alla formidabile coatta Gerini, è il protagonista dell'episodio migliore. Grandi prove anche del protagonista, a tratti irresistibile e della Pivetti. Buono!
MEMORABILE: L'omelia infinita del parroco; Il sesso alla guida; La colonna sonora.

Samuel1979 21/06/17 16:41 - 553 commenti

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Dopo l'opaca prestazione del film precedente, Verdone va sul sicuro riesumando i suoi vecchi personaggi che all'epoca lo resero irresistibile. Trattasi di una discreta commedia che ha nell'episodio di Ivano e Jessica (interpretata con estrema bravura dalla Gerini) il suo pezzo migliore; per il resto il film sa di già visto e si avverte la mancanza di originalità.

Paulaster 17/07/17 10:32 - 4624 commenti

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Triplice luna di miele per coppie eterogenee. Il primario tutto d’un pezzo sconta il livello insuperabile del personaggio di Furio degli albori; il coatto ha degli ottimi momenti (anche grazie alla freschezza della Gerini) ma si spegne man mano; lo sfortunato Giovanni dà umanità alla vicenda. Per togliere ripetitività vengono giustamente mischiati gli eventi ma si arriva stancamente alla fine. Poca attenzione ai ruoli marginali, che risultano scarsi.
MEMORABILE: La Gerini che si cambia sulle note dei Morphine.

124c 18/10/17 00:15 - 2950 commenti

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Carlo Verdone torna a fare il trasformista, ma a brillare è soprattutto la coppia di coatti romani arricchiti, forse perché hanno le battute meglio riuscite e le situazioni più immediate per il grande pubblico. Verdone qui riesce a lanciare le carriere cine-tv di Claudia Gerini e Veronica Pivetti, specie la prima, ma non fa il maricolo con Cinzia Mascoli, forse la più normale delle tre mogli. Buona idea riportare al cinema l'ingenuo, il coatto e il pignolo visti nei primi due film prodotti da Sergio Leone, ma non tutto funziona come dovrebbe.

Rambo90 19/01/18 16:55 - 7815 commenti

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Un Verdone vulcanico, che ritorna alla formula dei primi film tralasciando l'amarezza per dedicarsi a tre episodi assolutamente comici, dal ritmo veloce e con gag ormai memorabili. Il migliore è quello con la Mascoli, più normale ma anche divertentissimo nella serie di disgrazie passate dai due sposi. Al secondo posto Ivano e Jessica, coatti capaci di regalare le risate più grasse e infine l'insopportabile Raniero, in cui ho visto reminiscenze di alcuni personaggi di Sordi. Ottimo il trasformismo di Verdone, brave le attrici.

Modo 23/10/18 10:19 - 974 commenti

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Il regista romano ripropone un film a episodi. Si torna alla comicità pura tralasciando storie più o meno emotive. "O famo strano" è stato un vero e proprio tormentone. Raniero fra tutti è la figura meglio riuscita e riprende i fasti del vecchio Furio. Delle tre protagoniste femminili meglio la Gerini, ma non è male neppure la Pivetti. Si vede anche una giovanissima Arcuri. Un Verdone godibile.

Bubobubo 21/01/19 22:28 - 1847 commenti

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Tre eccessi, un'unica morale: l'esistenza non perdona. Morale forse esilina, ma tant'è. Non è il miglior Verdone (qui omaggiante la commedia a episodi con cui ha raggiunto la notorietà) ma in più punti si ride a crepapelle, anche e soprattutto per la caratterizzazione iperrealistica (e quindi grottesca) dei personaggi. L'episodio generalmente considerato più debole, quello con la non irresistibile Mascoli, è però anche il più verosimile e doloroso. Claudia Gerini, in qualsiasi foggia, è di una bellezza sfolgorante. Splendida O.S.T.

Minitina80 27/03/20 18:03 - 3094 commenti

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Si può anche tornare sui propri passi, se il risultato è una commedia divertente in grado di intrattenere. Richiama palesemente la gestualità, la mimica e alcuni personaggi del passato riuscendo lo stesso ad andare a segno. La frase di Jessica e Ivano “Lo famo strano?” testimonia la capacità di arrivare alla gente con battute o esclamazioni che trasudano lo spirito coatto proprio dell’autore. Di fronte a opere del genere, costruite quasi esclusivamente per essere divertenti, non resta che godersele senza fare troppi appunti tecnici.
MEMORABILE: Jessica e Ivano che fanno sesso in autostrada con in sottofondo "I Witness" dei Black Sabbath.

Bruce 27/03/20 11:50 - 1008 commenti

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Verdone torna alle caratterizzazioni tipiche dei suoi primi due film e spinge sul lato più comico. I tre personaggi che interpreta, più l'esilarante prete che celebra la messa infinita di matrimonio, offrono, ciascuno a suo modo, diversi spunti divertenti. Il tutto si gioca su una evidente estremizzazione delle situazioni che trova il suo apice comico nella parte con la Gerini/Jessica accompagnato dalla musica sexy dei Morphine. Commedia comica, godibile e riuscita.

Mickes2 10/04/20 14:36 - 1672 commenti

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Ritorno di fiamma per un Verdone che cerca di tornare agli “antichi” fasti rispolverando gli “antichi” modus operandi narrativi e di scrittura. Il risultato è in linea, quello che dal regista romano ti puoi e devi aspettare: personaggi gradevoli, amalgama tra i caratteri, simpaticissime battute, ritmo comico sempre sull’attenti. Ha il sapore del già visto, ma da un lato fa l’effetto del piatto preferito: sempre buono.
MEMORABILE: "Lo voglio fa' strano caa pupa!".

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Michelino 19/10/20 20:16 - 103 commenti

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Carlo non tradisce le aspettative, riproponendo la formula dei primi due successi, in cui la raggiunta maturità della commedia che fa ridere, ma al tempo stesso riflettere, sicuramente qui lascia il segno. Tre viaggi incrociati uno più spassoso dell' altro, ma il vero Verdone è proprio lo ''sfigato'' Giovannino insieme a Valeriana, con battute al momento giusto da far scompisciare, grazie anche alla simpatia di Nanni Tamma nel ruolo del padre. Curiosamente viene spesso sbagliato il cognome De Berardi con De Bernardi, quello di uno dei suoi ''storici'' sceneggiatori.
MEMORABILE: ''Clitoridea o vaginale?''; All' ufficio postale; ''Eeelllsaaa !''; Il ficus; Gli ''str....ssimi cugini Cocciolati''; ''Prenda del Krematon 200''.

Hearty76 16/08/20 21:56 - 263 commenti

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Il sempre amabile Verdone si mette dietro e davanti alla telecamera per riproporre qualcosa di già noto, ma in una rinfrescata chiave novantina più ariosa e dinamica. Tre coppie molto diverse, alle prese con lune di miele non proprio esaltanti, fanno sorridere e intenerire ma mai veramente divertire con coinvolgimento. Brave e belle presenze la Pivetti e la Gerini, però nel complesso i tre episodi restano timidamente in bilico tra sequel e remake, col rischio di sconfinare nel cinecocomero. Non certo opera da antologia, tuttavia bello nella sua compassata livrea d'italica malinconia.

Gordon 20/11/20 21:57 - 266 commenti

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Celeberrima commedia di Verdone che ripercorre le vicende di tre coppie di sposini. Una siffatta struttura permette all'attore romano di mostrarsi in tutte le sue possibili sfaccettature, il che è certamente il punto di forza della pellicola. Le spalle femminili sono tutte, a loro modo, all'altezza e complessivamente il film risulta godibile. Peccato che le storie si sviluppino senza alcuna evoluzione e alla lunga risultino un po' monotone e sfilacciate, pur divertendo. Comunque da vedere.
MEMORABILE: "O famo strano?".

Noodles 20/12/20 23:22 - 2434 commenti

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A diversi anni di distanza Carlo Verdone ripropone il vecchio copione del film diviso in tre episodi ognuno dei quali dedicato ad un suo personaggio. E colpisce nuovamente nel segno, girando uno degli ultimi suoi film veramente degni di nota. L'episodio con Claudia Gerini, nonostante sia il più famoso e abbia creato dei modi di dire entrati nella cultura italica, è però il più ripetitivo. Si fanno preferire gli altri due, come coinvolgimento. Tratti di vera genialità comica nell'episodio con Veronica Pivetti. Divertente e intelligente. Come un tempo sapeva essere Carlo Verdone.

Silvestro 5/02/21 23:42 - 379 commenti

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Con questo film Verdone a tratti si ricicla, riutilizzando formule e personaggi di altri film, ma riesce comunque a portare a casa la pagnotta realizzando una pellicola che garantisce la solita dose di risate. Sicuramente un'opera lontana dalla brillantezza di Bianco rosso e Verdone oppure Un sacco bello, ma che nel complesso non delude e regala qualche soddisfazione
MEMORABILE: La scena finale della coppia di sposi coatti.

Daniela 28/05/21 21:31 - 12916 commenti

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Una delle pellicole più famose di Verdone che, replicando una formula giù utilizzata agli esordi, dirige un film ad episodi legati da uno stesso tema in cui interpreta 4 personaggi. Piuttosto debole l'esordio con i due sposini vittime dei parenti egoisti, più grintoso il secondo con un medico logorroico fratello ideale del mitico Furio che spinge al suicidio con la sua pignoleria la moglie, citatissimo il tormentone "famoso strano" dei due coatti romani nell'episodio che chiude con toni malinconici. L'originalità latita e non tutte le gag vanno a segno, ma nel complesso godibile. 
MEMORABILE: Il telefono squilla dentro la bara. 

Ira72 1/11/21 19:53 - 1342 commenti

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Tre novelli sposi agli antipodi sono l’opportunità per Verdone di poter raccontare, sempre nel suo stile ormai iconico, le fortune e le disgrazie dell'italiano medio. Traendo spunto da alcuni personaggi-macchietta vengono giustamente riproposte dinamiche celebri come quelle che furono nella coppia “Magda/Furio” (qui una malinconica Fosca euno spassosissimo Raniero). Permane con le sue caratteristiche la coppia più normale che, comunque, diverte sempre; travolge l’ultima Ivano/Jessica, destinata a diventare un tormentone che strappa non poche risate. Da rispolverare!

Caveman 8/12/21 10:52 - 523 commenti

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Verdone torna con i personaggi e riprende in parte Bianco Rosso e Verdone, ma se Giovannino è un Mimmo ormai pronto per le nozze, sempre con un cuore grande così, gli altri due personaggi (che alla maggioranza fanno impazzire) in realtà sono copie sfocate. Verdone e la Gerini sono coattissimi, caricaturali esagerati, ma non convincono fino in fondo, mentre Raniero è un wanna be Furio che in realtà non arriva mai alle vette a cui vorrebbe aspirare. In definitiva un film tra i più incensati ma che forse gode di troppo credito, nonostante sia senza dubbio potabile.

Enzus79 17/01/22 21:59 - 3038 commenti

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Film che si suddivide in tre espisodi nei quali si seguono le vicende di tre coppie. Deludente. Non siamo negli anni del miglior Verdone sceneggiatore: poco divertimento, è tutto forzato con momenti al limite del banale e che rasentano a tratti il patetico. I personaggi creati da Verdone hanno perso lo spessore e la verve di una volta e appaiono piuttosto datati.

Aco 27/09/23 12:40 - 236 commenti

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Uno spaccato surreale dell'Italia anni 90, cellulari compresi. Abbiamo il professor Raniero, pedante luminare che non riesce a separarsi dal lavoro, dimenticandosi di avere una nuova moglie; Giovannino e Valeriana, vittime di parenti crudeli, e Ivano, coatto a 360 gradi, che sposa Jessica, sua fotocopia al femminile. Le storie del film non sono tutte allo stesso livello, alcune situazioni sono già viste, altre sono più originali, tra le attrici brava la Gerini. Film un po' datato ma godibile.
MEMORABILE: La colonna sonora del pranzo di nozze di Ivano e Jessica: lo squillo dei cellulari.

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Daidae 5/01/24 21:57 - 3268 commenti

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Se ci si ricorda dei film anni 80 di Verdone (gli stupendi I due carabinieri e Borotalco, per citarne giusto due) si rimane delusi e non poco da questa commedia, in cui a parte la azzeccata coppia Gerini-Verdone, delle altre quattro coppie di sposi c'è poco da salvare. Leggera nostalgia anni 90 quando si sentono i telefonini squillare (oggi è roba comune, ai tempi era un'altra cosa) e.. basta. Per il resto non emoziona. Non brutto, ma deludente.

Herrkinski 5/08/24 01:46 - 8390 commenti

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Dopo un periodo più maturo e autoriale, un inaspettato ritorno di Verdone allo stile dei suoi primi film a episodi che segnò anche un bel successo commerciale; rivisto oggi, l'effetto revival che conquistò all'epoca è meno efficace e le numerose battute, ormai entrate nell'immaginario collettivo, strappano il sorriso ma non possono competere con i lavori degli esordi, forse anche per l'assenza di spalle strepitose come furono Brega o la sora Lella. Le caricature verdoniane restano comunque spassose, anche se l'episodio con la Mascoli parte bene ma poi si rivela abbastanza debole.
MEMORABILE: Verdone nei panni del prete logorroico; "No, non mi disturba affatto".
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  • Discussione Zender • 22/08/14 08:14
    Capo scrivano - 48339 interventi
    Brainiac ebbe a dire:
    Trovami un tizio che possa dire che nei 90's era simile all'Ivano di Viaggi di nozze
    (cioè, contemporaneamente: coatto, musicofilo, alternativo, col doppio taglio, capezzato, ma che ascolta i Pearl jam, discotecaro -e giuro- ti stringo la mano).
    Carlo ha sempre detto che lui osservava questi ragazzotti nerboruti al bar dietro casa sua da ragazzo, poi gli ha costruito su un "vestito"
    non volendo citando Carlo (che anni saranno stati quando era ragazzo?) porti una cascata d'acqua alla mia tesi: il coatto di Viaggi di nozze è un ibrido (malriuscito, aggiungo io) di un tamarro Settantesco con uno pseudo-alternativo degli Anni Novanta. Un personaggio fuori dal tempo e da ogni verosimiglianza col Reale.
    Comunque sia "Viaggi di nozze" è stato uno dei suoi film che ha incassato di più e che tanti ricordano checchè se ne dica. Io gliene auguro altri cento di incassi sfavillanti, ma che sia piaciuto non vuol dire che sia valido, per me è un film tremendo


    Non lo so, considerata l'età che nel film può avere Ivano (non cioè certo un ragazzo ma un uomo cui è rimasto lo spirito del ragazzo d'altri tempi) trovo assolutamente possibile che frequenti le discoteche (magari senza amarle davvero ma andandoci per atteggiamento e basta) e insieme resti legato all'amore per la musica diciamo "vera", che si vesta da coattone come si usa ancora fare in certe zone di Roma, che abbia ereditato la passione della musica da amici o genitori. E' chiaro che Verdone estremizza sempre, ma mi pare altrettanto chiaro che chi va in disco non necessariamente non ascolta altra musica, e chi la ascolta nei 90 non poteva non conoscere i Pearl Jam, quindi le due cose mi pare vadano d'accordo. Quanto al look lo trovo slegato dagli ascolti. Forse non esiste come "tipo", ma come personaggio non lo trovo fuori dal mondo; è come se in Ivano convivessero due anime diverse, una ereditata da parenti o amici di una certa età (o dal suo io degli anni passati, visto che giovane non è, ripeto) e un'altra più affermatasi col tempo per non perdere il treno delle mode diciamo, a cui evidentemente tiene molto. Un personaggio interiormente combattuto insomma, anche se magari a livello del tutto inconscio.

    Quanto al successo penso sia dovuto all'effettiva validità della formula già sperimentata nei primi due film: la caricatura da un punto di vista comico funziona e indubbiamente certi tormentoni di Raniero si prestavano a diventare epocali già in partenza, visto che Raniero è una semplice evluzione di Furio (il suo personaggio più citato e amato in assoluto). Anche a me il film non ha fatto impazzire, ma rivedendolo credo di averne facilmente capito i punti di forza: gli italiani vanno al cinema per ridere, prima di tutto, e di battute (buone o cattive si può discuterne, ovvio) nel film ce ne sono moltissime, i tormentoni da citare allo sfinimento (a cominciare dallo storico "o famo strano") non mancano. Un'operazione di rilettura furba, da parte di Verdone, con tutti i limiti di chi non ha più, per forza di cose, la freschezza degli esordi e lascia affiorare in più punti un'evidente stanchezza.
    Ultima modifica: 22/08/14 08:27 da Zender
  • Discussione Brainiac • 22/08/14 14:46
    Call center Davinotti - 1464 interventi
    Zender ebbe a dire:
    Non lo so, considerata l'età che nel film può avere Ivano (non cioè certo un ragazzo ma un uomo cui è rimasto lo spirito del ragazzo d'altri tempi) trovo assolutamente possibile che frequenti le discoteche (magari senza amarle davvero ma andandoci per atteggiamento e basta) e insieme resti legato all'amore per la musica diciamo "vera"
    You've really got a point there, ti seguo.


    che si vesta da coattone come si usa ancora fare in certe zone di Roma

    Questo è davvero poco credibile, a Roma, negli Anni Novanta, quel look anche fra i coatti era scomparso. E' molto più probabile che sia una forzatura perchè con la parrucca faceva ridere, e se invece si fosse vestito come un coatto "contemporaneo" (capelli corti ingellati, bomber collo scudetto italico etc..) non avrebbe fatto ridere nussuno. Insomma, è -dal mio punto di vista ovvio- semplicemente un look che non fotografa la realtà dell'epoca. Che poi sia pop ed entri nell'immaginario è tutto un altro paio di maniche.


    che abbia ereditato la passione della musica da amici o genitori. E' chiaro che Verdone estremizza sempre, ma mi pare altrettanto chiaro che chi va in disco non necessariamente non ascolta altra musica, e chi la ascolta nei 90 non poteva non conoscere i Pearl Jam quindi le due cose mi pare vadano d'accordo

    Questo è plausibile, non l'avevo mia pensata in questi termini
    è come se in Ivano convivessero due anime diverse, una ereditata da parenti o amici di una certa età (o dal suo io degli anni passati, visto che giovane non è, ripeto) e un'altra più affermatasi col tempo per non perdere il treno delle mode diciamo, a cui evidentemente tiene molto. Un personaggio interiormente combattuto insomma, anche se magari a livello del tutto inconscio
    Io trovo molto più probabile che all'epoca fosse Verdone ad essere confuso fra quello che si aspettavano da lui (il ritorno alla gag, alle macchiette) e l'impossibilità di riproporre personaggi che negli anni semplicemente non esistevano più (o quantomeno erano meno frequenti). Lo pseudo-furio fa ridere -a tratti (perchè in molte scene è invece davvero pesante)- ma fin dal look è ancorato sempre ai soliti 70's.
    gli italiani vanno al cinema per ridere, prima di tutto, e di battute (buone o cattive si può discuterne, ovvio) nel film ce ne sono moltissime, i tormentoni da citare allo sfinimento (a cominciare dallo storico "o famo strano") non mancano
    ho rinunciato a capire gli italiani, il pressapochismo della Commedia italiana odierna risiede a parer mio proprio nella scarsissima accuratezza delle sceneggiature, dei dialetti, dei caratteristi, dell'attinenza alla realtà.
  • Discussione Zender • 22/08/14 17:55
    Capo scrivano - 48339 interventi
    Ma sì, son d'accordo che fosse un po' confuso e anzi, secondo me troppo distante dal mondo "giovane" di quel tempo, ma ha provato a inserire il suo mondo in un contesto a lui estraneo per capire se la sua formula classica poteva funzionare ancora, e la risposta del pubblico è stata "sì". Quanto al capire i gusti del pubblico di oggi a me sembrano la semplice "banalizzazione" (il più delle volte) di quelli di un tempo: da una parte la commedia un po' più sofisticata (Virzì, Salvatores e altri), dall'altra gli "eredi" di Totò (alla Zalone per dire, e non sto facendo paragoni tra i due, sia chiaro) e cioè della commedia tendente spudoratamente al comico senza pretese, oggi però più contaminata dal sentimentale (visti i successi dei vari Pieraccioni, AG&G eccetera). Il discorso da fare, è ovvio, sarebbe molto più profondo, ma credo si possa tracciare una linea ereditaria nei gusti di un popolo che non è poi troppo diverso da un tempo, secondo me (considerati i cambiamenti enormi intercorsi negli anni nel mondo della comunicazione).
  • Curiosità Mauro • 18/05/15 11:39
    Disoccupato - 12294 interventi
    La bambina che, sul treno diretto a Venezia, chiede alla madre cosa sia un pacco emorroidario, è interpretata da Giulia Verdone, figlia di Carlo.
  • Curiosità Mauro • 6/05/17 17:59
    Disoccupato - 12294 interventi
    Ieri sera a "I migliori anni" Verdone ha rivelato che la scena al parco acquatico, girata a Guidonia, doveva essere in realtà girata a Ladispoli, ma a causa del maltempo e della presenza di paparazzi (la Gerini era in topless) si preferì rimandare le riprese. Tra l'altro, Verdone ha raccontato di essersi seriamente fatto male nel tuffarsi in acqua, riportando una frattura alla colonna vertebrale per la quale dovette essere operato, preferendo prima portare a termine le riprese del film soffrendo un dolore indicibile.
  • Musiche Falcao1970 • 2/06/20 19:19
    Disoccupato - 5 interventi
    Dai titoli di coda

    Cold Metal - Iggy Pop
    Super Sex - Morphine
    Honey White - Morphine
    I Know You (part 1) - Morphine
    Do you take this man - D. Galas & J.P. Jones
    I Witness - Black Sabbath

    Inoltre
    CHEIKHA RIMITTI - Ha Raï Ha Raï
    Ivano e Jessica in discoteca
    Ultima modifica: 3/06/20 06:39 da Falcao1970
  • Discussione Striscia • 21/07/20 23:05
    Galoppino - 66 interventi
     Io non ho mai capito perché nella scena della piscina Ivano e Jessica sono soli. Non sembra fuori stagione. Mi sembra una forzatura nella sceneggiatura 
  • Discussione Daniela • 29/05/21 12:30
    Gran Burattinaio - 5937 interventi
    La visione di questo film, rinnovata a tanti anni di distanza dalla prima avvenuta al momento dell'uscita, mi ha fatto ritornare in mente un episodio familiare a cui non posso pensare senza un sorriso ricolmo di affetto.
    Io e mio marito viviamo al piano terreno in una casetta terra-tetto, mentre i miei suoceri vivevano al piano superiore, quindi i contatti erano quotidiani. Quando uscì il film di Verdone, sapendo che era simpatico ad entrambi nelle sue apparizioni in tv, li convinsi ad andare al cinema, evento per loro rarissimo
    L'esperienza non fa per niente positiva, perché al rientro a tarda sera erano perplessi e scontenti: mia suocera mi disse che le storie con tutti quei morti non le piacevano, mio suocero brontolò contro i film in cui non ci si capiva niente, Io non ero ancora andata a vedere Viaggi di nozze ma la cosa mi sembrò molto strana. Domanda decisiva: ma Verdone vi è piaciuto? Risposta: boh, non l'avevano neppure visto.
    Cosa era successo? Mistero risolto controllando la programmazione: il Grotta di Sesto Fiorentino proponeva allora due spettacoli e i miei suoceri senza rendersene conto avevano acquistato i biglietti per l'altro film in programma: I soliti sospetti. 
  • Discussione Didda23 • 29/05/21 15:45
    Compilatore d’emergenza - 5795 interventi
    Bellissima storia... molto divertente!
  • Curiosità Fedemelis • 23/12/21 07:18
    Fotocopista - 2172 interventi
    Come riportato in una intervista sul sito della Gazzetta dello Sport, e da altri siti sportivi, Il bambino Matteo, nipote di Giovannino De Berardi (Carlo Verdone), che si vede nella scena in cui la cognata simula il suicidio con le mentine, è Wladimiro Falcone (all’epoca aveva tre mesi), attuale secondo portiere della Sampdoria che il 22 dicembre ha giocato contro la "sua" Roma:

    [img size=424]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images59/falcone1.jpg[/img]

    Qui in scena con Carlo Verdone (qui un altro articolo con anche la foto del loro incontro nel 2015):

    [img size=424]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images59/falcone2.jpg[/img]