Era cominciato benissimo il film, con Verdone che interpretava magistralmente questo suo nuovo personaggio, un misto tra Frizzi, Magalli, Castagna con un pizzico di cinismo in più (o perlomeno cosí vegliamo sperare). La trasmissione condotta da Fuxas (questo il nome del conduttore protagonista) non può non ricordare da vicino “I fatti vostri”; poi ecco che d'improvviso l'inatteso intervento di una splendida Asia Argento sconvolge la sua vita compromettendone l'immagine. Da questo momento il film perde colpi, incanalandosi inevitabilmente nei soliti, triti dialoghi con cui Verdone sta ormai rischiando di inflazionare la sua, di immagine. Peccato, perché...Leggi tutto la figlia del grande Dario recita bene e Aldo Maccione dimostra ancora una volta quanto sia lui a incarnare meglio di chiunque la parte dell'italiano medio volgare e "maialone". Quelle che mancano sono le idee nuove, uno svolgimento fresco della narrazione e, non ultimo, un po’ di brio in più da parte di Verdone. Resta comunque un film piacevole, come in fondo quasi tutti quelli diretti dal comico romano.
Verdone dirige uno dei suoi film più amari. Nei panni di uno spregevole presentatore televisivo, Verdone fa un ritratto graffiante e in fin dei conti pessimista dei media alla ricerca del facile ascolto e che speculano sulle disgrazie altrui (tema questo sempre attuale). Il film però pecca di un moralismo troppo facile mentre tra i suoi meriti c'è quello di avere disegnato un bel personaggio femminile (affidato alla brava Asia Argento) e di momenti comici piacevoli riservati a Maccione, attore da riscoprire.
Non è certo un film perfetto, però una ancor deliziosa, dolcissima e incredibilmente pure brava Asia Argento sa trovare le corde giuste per dare al suo sfortunato personaggio (legato visceralmente alla carrozzella con cui si sposta) l'umanità che serve a farlo interagire al meglio con un Verdone particolarmente impegnato. Un film diretto con grazia ed eleganza anche quando affronta il mondo becero della televisione, del quale un bravissimo Aldo Maccione (che si riaggancia al suo personaggio di Sono fotogenico) fornisce un ritratto impietoso.
Il film parte benissimo con un Verdone cinico e falso e la Argento che lo sbugiarda in diretta; ma poi, incredibilmente, il film prosegue sui soliti binari di Verdone succube del ciclone femminile di turno; ma come? Ed il cinismo utilizzato nel lavoro? È uno scarto a cui è difficile dare una risposta. Comunque Asia Argento è credibile, come così pure Maccione. Peccato per il gap. Più coraggio.
Tutto sommato uno dei migliori film di Verdone dell'ultimo periodo. Ultimo per modo di dire, visto che ormai il film ha 15 anni. Comunque il film all'inizio promette bene, salvo poi scivolare in una retorica sentimentale un po' ovvia, come se Verdone non volesse più graffiare in modo cinico come faceva in passato. Restano alcuni ottimi momenti ed il solito grandioso Aldo Maccione, decisamente sotto-utilizzato dal nostro cinema ma come sempre di assoluto livello.
Ultime cartucce del periodo d’oro del “nuovo” Verdone (1987/96). “Perdiamoci di vista” inizia con il mostrarci un personaggio cinico e senza morale, cosa che lo rende irresistibile (Sordi c’ha fatto una carriera con questa caratterizzazione!), ma nella seconda parte scivola in un cedevole rapporto proprio con la sua nemica (la qui convincente Asia Argento) e comincia tutto un altro film. Gradito ritorno di Maccione, ma è un sasso nello stagno... peccato!
Uno dei migliori Verdone della seconda fase (quella post Compagni di scuola, il suo capolavoro e canto del cigno di un genere che non avrebbe avuto più modo di esistere). Film cinico che funziona su due livelli, come critica sociale alla televisione d'assalto e come storia sentimentale delicata ed incompleta. Asia Argento è per una volta comprensibile e bravissima. Parecchie scene cult: dalla sedia a rotelle scassata dal goffo Fucsas al regalo riciclato, dalla "poesia musicata" all'ormai mitico fan di Fucsas che finge di salutarlo e poi... Ottimo film.
MEMORABILE: "A Fucsas!!!"; "Ciao bello..."; "A testa de cazzooo!!!"
Gepy Fuksas (solo Verdone poteva coniare un nome del genere), presentatore in declino, incontra e si scontra con la paraplegica Arianna (un'Asia Argento così carina e adatta al ruolo non si è più vista... pensare che sono passati 15 anni e continua a fare film). La storia funziona bene e Verdone è il solito mattatore tra smorfie, fobie e figuracce. L'occasione della trasmissione in tv mi ha dato modo anche di dargli mezzo punticino in più.
La vita del fastidioso conduttore Fuxas, interpretato dal solito grande Verdone, rovinata da un litigio in diretta con una giovane paralizzata (impersonata da Asia Argento quando era un'attrice). Questi i primi trenta, ottimi, minuti di film, poi la storia va nel surreale e black-out anche per Carletto.
MEMORABILE: All'inizio: due tizi si avvicinano a Verdone & co. seduto al bar e gli urlano: "A Fuxas, a testa de..."
Lievemente buonista, ma cinico quanto basta questo Verdone che mostra le miserie (ahimè oggi la situazione è di molto peggiorata) del mondo televisivo. Un conduttore col pelo sullo stomaco alto così vede crollare la sua carriera costruita sul voyeurismo delle disgrazie altrui. La 'colpà è di una ragazza in sedia a rotelle che lo umilia durante una diretta. I due impareranno a conoscersi a vicenda e a capire che forse nessuno è del tutto buono o del tutto cattivo. La Argento è convincente.
MEMORABILE: La presunta porta-sfiga Dodi Congia ("Toccàteve, a carne!"); lo spettacolo "poetry and music" a Praga.
Alla fine dei conti una commedia amarotica non orribile e, stranamente, con una convincente Asia Argento (che poi non convincerà più), paralitica che mette il conduttore alle corde. Certo Verdone non ha lo spessore per cimentarsi coi temi delle arene televisive alla Giletti etc. e il suo approccio alla realtà deve sempre fare i conti con il botteghino e la sua origine commediara. Piccoli atti di coraggio cinematografici, ammirevoli ma mai del tutto convincenti
Un Verdone inizialmente cannibalesco e cinico porta il suo lavoro a binari più comuni e consueti. L'impossibile amore, tra uno sciacallo televisivo ed una disabile leggermente inquieta, inizialmente genera interesse, in seguito perde mordente e campa con le liti ed i confronti melensi tra i due interpreti. Verdone vola basso e sciorina raramente battute memorabili. Tuttavia la musica di Sylvian merita l'ascolto.
Solita commedia dolceamara del comico romano, concentrata sui rapporti di coppia, come han fatto molti dei suoi film anni 90. Parte molto bene e in maniera davvero divertente con Fucsas, non architetto ma bieco presentatore televisivo in discesa di gradimento col pubblico. Poi, purtroppo, subentra l'insopportabile Asia e la pellicola comincia a perdere colpi, fino a diventare a malapena sopportabile. Fortunatamente si evitano disastrose apologie nei confronti dei disabili. Fortunatamente c'è Aldo Maccione che da solo vale la visione.
MEMORABILE: "Abbiamo lo sponsor... carta da culo!"; certe previsioni orrendamente realistiche sulla tv italiana (galline da combattimento).
Fuxas è il ritratto del telecinismo, come un parassita specula sul dolore della gente per fare audience (e siamo nel 1994....); un film piacevole, soprattutto anche per la presenza della dolcissima Asia, quando ancora non aveva quell'immagine aggressiva creatasi negli anni seguenti. Si ride, ma come capita con Carlo ormai da anni fa riflettere e soprattutto ci mostra un po' dell'attore stesso e dei suoi comportamenti; si rivede un buon Maccione e spazio anche per il "Compagno di scuola" Bernabucci in una parte trash che anticipa la tv odierna, Molto valido.
MEMORABILE: Dialogo con i direttori che lo liquidano: Fuxas s'inventa di tutto per non perdere il posto!
Film in cui Verdone cerca di toccare temi di un certa complessità (però poco innovativi) ma lo fa in modo usuale e con risultati solo parzialmente positivi. A salvare la baracca c’è una certa maturità di fondo (che il regista romano ha acquisito ormai da tempo) che nega allo spettatore l’identificazione con i vari personaggi (antipatici quando non sgradevoli) e soprattutto il lieto fine amoroso.
La prima parte è molto incisiva e ficcante; infatti Verdone riesce a delineare con veridicità un tipo di televisione che successivamente diventerà molto di moda (purtroppo). La seconda parte invece vira nei binari poco originali della solita commedia romantica: nemmeno la bontà di certi dialoghi salva la pellicola dalla mediocrità. La Argento non entusiasma, molto meglio Maccione. Se la pellicola avesse mantenuto il ritmo e l'impostazione iniziale, il risultato finale sarebbe stato decisamente migliore.
Con questo film Verdone dimostra ancora una volta, a mio avviso, di essere tra i pochi in Italia a saper confezionare commedie sentimentali mature e davvero degne di questo nome. Il canovaccio è quello tipico verdoniano (l'ennesima donna che sconvolge la vita al protagonista), fanno la differenza al solito i dialoghi divertenti e curati, oltre ovviamente alla verve comica di Carlo (imperdibile come cinico conduttore di tv-spazzatura). Buona anche la prova della Argento.
MEMORABILE: Fuxas al bar: "Ricevo 300 lettere a settimana, mi adorano"... Passano dei ragazzi in motorino: "A Fuxas, a testa de ca...!"
Uno dei film più anonimi di Verdone il quale manifesta chiaramente segni di stanchezza e poca ispirazione; d'altra parte la poco pregevole prova di Asia Argento, la quale mal interagisce con l'attore romano, non fa che esasperare la mia insofferenza verso questo film. L'unica scena degna di nota è quella girata con Bernabucci e Maccione.
Un conduttore di gran fama si inceppa sul più bello, offendendo la sensibilità di chi vive su una sedia a rotelle. E da lì l'inferno della sua vita professionale, distrutta, si unirà a quello che una bella paraplegica infonderà in quella privata. Verdone è attore a tutto tondo e gioca come pochi a ricoprire ogni ruolo che la bisogna necessiti. Maturo e bambino, simpatico e fastidioso in un rincorrersi senza indugi dietro una deliziosa Asia Argento, qui davvero perfetta. Difficile non affezionarsi a questo insolito duetto.
MEMORABILE: La trasmissione volgarissima la cui conduzione gli viene proposta.
Si parte con uno spunto interessante e in qualche modo profondo, il cinico presentatore televisivo che nonostante non sia uno stupido si fa cogliere completamente impreparato di fronte ad un vero dramma umano. Poi però si torna un po' in superficie e si ritrovano tutte le caratteristiche dei film di Verdone, nel bene e nel male. Il film comunque è godibile e a tratti divertente. Bravissima (ed è davvero una rarità) Asia Argento.
Non può non colpire il personaggio interpetato da Verdone, cinico conduttore televisivo come ce ne sono a dozzine ancora oggi. Anzi, forse anche di più rispetto a 20 anni fa circa. Ma tolto questo e tolta la buona critica costruttiva al mondo televisivo rimane poco altro. Superata la prima ottima metà del film, si precipita in una sceneggiatura noiosetta e banale dove torna il solito Verdone alle prese con i problemi di coppia. A questo si aggiunge anche la deludente prova dell'Argento a tratti troppo sopra le righe. Magnifico invece Maccione.
Uno dei Verdone migliori (***), perché rende credibile un personaggio al limite, ma senza cadere in quegli eccessi che talora abbassano un po' la media, quando non sono sostenuti da una sceneggiatura notevole. Qui si evita il dolciastro e si resta bene in carreggiata, anche grazie ad un'Asia Argento forse nella sua interpretazione migliore. Insomma Verdone qui riesce a mescolare bene i vari registri e riesce a non scivolare nel finale, come invece gli càpita altrove (Al lupo al lupo, Gallo cedrone...).
MEMORABILE: La riunione di redazione, con Verdone che invita tutti a "toccarsi" per difendersi dagli jettatori.
C’è un brusco salto, causato dalla discrepanza tra la prima parte, graffiante critica ai programmi televisivi costruiti sui dolori del prossimo, e la seconda, storia sentimentale tanto insulsa nel suo nascere quanto scontata nell’evolversi. Di questo dualismo trae profitto il Verdone attore, che smette i consunti panni di macchietta ingenua, goffa e iellata per interpretare un uomo cinico e spregevole alla riscoperta della propria umanità. La Argento, inguardabile e inascoltabile quando strilla, recita comunque meglio che nei film del padre.
MEMORABILE: La riunione di redazione; il pilot del programma ideato da Maccione.
Un film che si sgonfia pian piano. Le premesse per una bella commedia amara c'erano tutte; ci rimangono comunque un Asia Argento in ottima forma e il "recupero" di Aldo Maccione, che qui ha un gustoso ruolo di contorno. Ovviamente i pezzi migliori sono con Verdone. Si ride amaro.
Con misurato equilibrio Verdone affronta il delicato tema del rapporto col mondo dei portatori di handicap, senza retorica e facili pietismi, aiutato in ciò dall’interpretazione della Argento che è autrice di una prova superiore al suo standard e appare adatta al ruolo della ragazza apparentemente sciolta, in realtà indurita dal suo stato. Verdone interpreta invece un individuo i cui i difetti (è vanesio, spocchioso, arrivista, in sintesi spregevole) sono forse esagerati, con effetto più fastidioso che divertente. Il finale non (mi) convince.
Anche se Verdone con quella faccia non è tanto credibile come conduttore tv cinico e baro, il suo Fuxas professionista della disgrazia all'inizio promette una commedia satirica diversa dalle sue solite, ma l'illusione dura poco: basta un licenziamento in tronco perché il suo personaggio rientri nei binari consueti dell'adulto immaturo, finto narciso ma in realtà insicuro ed impacciato, in fondo "buono". E con il protagonista si affloscia anche il film, dato che Asia Argento, pur graziosa e non volgare come altrove, non è in grado di reggerne il peso. Occasione persa.
Una delle perle più sottostimate della storia cinematografica di Verdone. Tema fresco, innovativo, ben sceneggiato e recitato bene perfino da Asia Argento (il che suggerisce un lavoro registico sempre di livello). In certe fasi anticipa addirittura, nel 1994, alcune tematiche che domineranno il palinsesto pomeridiano di diverse tv private. Ottima la prova di Maccione. Finale semplicemente stupendo.
Commedia un po' "telefonata" nella critica di costume, viceversa piacevolissima nel raccontare il rapporto, nato in maniera tempestosa, tra Fuxas e la giovane paraplegica Arianna. L'assoluta imprevedibilità di un'amicizia che diventa amore è il vero tema del film e Verdone lo mette in scena con maestria, con la giusta miscela d'ironia e delicatezza. Lo strepitoso Maccione, qui caratterista di lusso, porta in scena un personaggio quasi luciferino nella sua cinica guasconeria.
MEMORABILE: Fuxas "alla scoperta" di Arianna; Le "apparizioni" di Antonazzi.
Bellissimo film del Verdone più maturo. Dopo un inizio cinico e divertente (in cui il Verdone attore sembra più di tante altre volte degno erede di Sordi) il film riesce a esplorare con umanità e bei dialoghi il rapporto fra lui e la ragazza paraplegica, ben interpretata da Asia Argento in uno dei suoi ruoli più riusciti. Il ritmo è buono, si ride spesso ma c'è spazio anche per piccole riflessioni e per una storia d'amore non convenzionale. Grande Aldo Maccione. Da non perdere.
Uno dei migliori lavori di Verdone, nonostante Asia Argento. Il personaggio che si ritaglia il regista ha un'evoluzione molto interessante ma anche quello di Maccione è notevole (ricorda molto l'agente del fotogenico Pozzetto). Il tema affrontato è assai delicato ma Verdone lo fa senza troppe lacrimevoli concessioni ai buoni sentimenti; anzi, dipinge la disabilità scevra da pietismi e conferisce alla protagonista un carattere tutt'altro che remissivo. Si ride e talvolta ci si emoziona. Bella fotografia di Praga.
Il film più pessimista di Verdone, pervaso dalle situazioni più tristi e dalla carrellata di personaggi più squallidi (compreso il proprio) della sua filmografia. Film fatto di contraddizioni irrisolte e di sensibili sottintesi (elegantissima la descrizione dei parenti), privo di eccessi grotteschi e di rassicuranti sentimentalismi. Purtroppo il pubblico non lo capì e da lì in poi Verdone avrebbe iniziato a perdersi.
MEMORABILE: Il primo bacio scambiato di sfuggita tra Gepy e Arianna.
Un bieco presentatore televisivo inciampa in una volitiva ragazza paraplegica che lo ridicolizza in pubblico e gli fa perdere il posto, ma della quale si innamorerà. E' un Verdone dalle due facce, totalmente in antitesi tra loro, incredibilmente cinico e ben caratterizzato nella prima parte, ma che poi lascia il posto a un personaggio più gattone e consolatorio nella seconda. Un film poco convincente, perché vira decisamente sul buonismo lasciandoci il dubbio che sia volutamente costruito per far intenerire. Pessima la Argento.
Un Verdone non memorabile (né alla regia né come protagonista) ma ancora ad alti livelli, pre-Viaggi di nozze non solo cronologicamente. Dopo una prima parte amarissima e caustica su un tema che a vedere oggi il film lo rende tutt'altro che datato (la "tv del dolore"), si addolcisce un po' troppo nello scivolare verso la classica deriva sentimentale verdoniana, ma mantiene un certo equilibrio. Da segnalare un'Asia Argento piacevole e in parte.
Nei primi minuti Verdone ci ricorda quanto l’ambiente dello spettacolo possa essere cinico, introducendoci a un presentatore televisivo, cinico e amorale, il cui unico obiettivo è fare audience. Poco dopo, in maniera quasi inaspettata, dà al proprio film un’altra piega, mostrando metamorfosi interiori a drammi esistenziali e conferendo alla commedia uno spessore differente. Da sottolineare la buona interpretazione di Asia Argento, forse una delle sue migliori, nel ruolo non facilissimo di una giovane paraplegica.
Un Verdone ormai d'annata che prosegue sui toni malinconici, quasi pessimistici, della sua filmografia del periodo. Si affrontano qui i temi della tv del dolore, genere che tutt'ora è vivo e lotta insieme a noi e quello della disabilità. Se il personaggio che il regista disegna per sé ha caratteristiche ciniche e "mostruose" che lo rendono interessante, lo stesso non si può dire della storiella d'amore con la Argento (qui potabile) che lascia un po' il tempo che trova. Maccione dà brio a un film comunque un po' irrisolto e facile nelle scelte.
Più attuale che mai questa piccola-grande critica ai mass media d’assalto, dal facile appeal, perennemente aggrappati alla tragedia, alla lacrima facile. A questa però si addiziona un legame alquanto improbabile tra il protagonista e una seppur brava (merito del regista) Asia Argento. Un cambiamento ingiustificato e repentino che non può reggere granché. Scremando tutto rimane sempre la prova di un Verdone più intimista e adulto, che cerca di intraprendere una strada più difficile con sufficienti risultati.
MEMORABILE: Verdone: "Non me rigà il quadrante!"; Maccione: "Attenzione all'orologio! Mi righi il quadrante, non fare lo stronzo!".
Siamo di fronte a uno dei film più maturi di Verdone, che riesce a trattare un argomento delicato come l'handicap con garbo e sensibilità. Cast affiatato con grandi prove di Argento, Maccione e dello stesso Verdone, sia come attore che come regista, più attento del solito ai dettagli. Di livello anche la sceneggiatura, che rifugge dai luoghi comuni e consegna allo schermo due personaggi veri che riescono a coinvolgere lo spettatore. Non manca qualche passaggio a vuoto (il bagno in autostrada) ma nel complesso è un film divertente e sincero.
MEMORABILE: Lo show "Galline da combattimento" che illustra con grande anticipo certa tv spazzatura oggi purtroppo molto diffusa sul piccolo schermo.
Un Verdone più che discreto dirige un film non memorabile ma riuscito, specie nella prima parte in cui il protagonista è il conduttore di una trasmissione tv. Il suo programma e la sua vita saranno "sconvolti" dall'intervento della brava Asia Argento, forse nel ruolo migliore della sua carriera. Seconda parte scontata ma comunque piacevole. Tra gli altri, buona la prova di Aldo Maccione. Belle le musiche. Non tra i migliori Verdone, ma comunque niente male.
Verdone poco convincente nel suo tentativo di fare cinema impegnato: idea iniziale utilizzata male, giacché fin dall'inizio è prevedibile come si svilupperà il rapporto tra il cinico presentatore che si occupa di "casi umani" e l'intraprendente ragazza paraplegica. Prova attoriale dei due protagonisti per nulla esaustiva, soprattutto quella della Argento, poco adatta alle commedie; durata eccessiva, finale ambiguo (probabilmente lo stesso regista non sapeva come risolvere in maniera originale e non banale una vicenda che sembrava un po' girare a vuoto).
Verdone qui non è il solito personaggio ansioso ma offre un protagonista interessante: Fuxas è come un Magalli (la sua trasmissione "Terrazza italiana" ricorda decisamente "I fatti vostri") pieno di difetti, che per via di una gravosa caduta di stile in diretta ci rimette il posto. Una love story complessa, quella con l'adorabile Asia Argento, per via della differenza di età e della condizione di paraplegia della ragazza. Spassoso Maccione, imprenditore di tv locali. Tutto sommato piacevole.
Cinico conduttore tv viene smascherato in diretta. L'inizio, promettente, affronta la tv del dolore e la conseguente meschinità, ma il film si perde poi con l'analisi. Ci possono stare la presa di coscienza, il senso di colpa e il desiderio di portare alla "normalità" la tetraplegica Argento, ma Verdone punta sulla relazione di coppia e sbaglia bersaglio. Si nota un'evidente imbarazzo nelle effusioni e nei frangenti sociali. Discreta la scelta di Maccione e del suo programma urlato. Parentesi del matrimonio e flirt conseguente inutili.
MEMORABILE: Le foto rubate; Le gabbie per i polli; La carrozzina rotta; "Sediamoci" - "Son già seduta".
Amara commedia di Verdone, per certi versi anticipatrice di una certa TV sensazionalistica popolata da personaggi sgradevoli che non esistano a mettere in piazza il privato delle persone. Ben diretto il cast: l'Argento, con un personaggio scritto ad hoc, è forse alla miglior interpretazione della carriera e il bieco produttore televisivo di Maccione non si dimentica. Peccato che l'evoluzione del rapporto tra i due protagonisti e del personaggio di Fuxas risultino un po' forzate e prevedibili e che a tratti il film si perda in lungaggini che vanno a scapito della compattezza.
MEMORABILE: Galline da combattimento; La diretta TV con Gepy e Arianna; L'irruzione di Antonazzi a casa di Gepy ("Carta da culo"); La riunione di redazione.
Gradevole film, nonostante la modesta prova della Argento. Verdone divertente e ancora in palla nella prima parte, quando interpreta il Fuxas spregiudicato, ma perde clamorosamente il personaggio tornando Mimmo nella seconda parte. Grandiosa la scena delle galline da combattimento. Secondo tempo quasi imbarazzante, sentimentalismo fuori luogo e relazione, anche se platonica, con una disabile a dir poco di cattivo gusto. Pochezza di mezzi imbarazzante. Un film che sarebbe stato anche valido se gestito con un po' di coraggio in più.
MEMORABILE: Le galline da combattimento; Il primo tempo; Il Fuxas spregiudicato.
Un Verdone in tonalità pessimista affronta il tema della disabilità nell'Italia anni 90. Il film è ben costruito, anche se il personaggio del protagonista non è molto credibile per la fisicità del Carlo nazionale. Asia Argento offre invece una buona prova, a parte una voce poco consona, specie quando strilla. Finale dolce amaro. Ancora attuale la critica alla TV del dolore a ventisette anni dall'uscita del film.
Verdone ha la faccia da buono, come abbiamo imparato fin dai tempi di Troppo forte; quindi qui il plauso per aver interpretato il cinico e viscido Fuxas è doppio; certo il regista romano è saggio e si aiuta dando al personaggio un ruolo ambivalente: il conduttore tv che banchetta sulle disgrazie della povera gente è solo un lato della medaglia. Dall'altra parte c'è un uomo fondamentalmente solo, che riempie la propria esistenza con il lavoro, deprecabile però nei modi. Asia risulta perfetta nei panni della scintilla che farà svoltare la storia e offre un'interpretazione verosimile.
MEMORABILE: Passante: "Ah Fuxas" Fuxas: "Ciao bello" Passante: "Testa de cazzo!" Fuxas: "Tutta ggente de lotta continua!"
Pellicola nettamente divisa fra il cinismo di Fuxas, che dà dinamicità e convince all'inizio, e una seconda parte con una Argento alla sua migliore interpretazione che cattura la scena. Il tentativo del regista di affrontare un tema delicato è piuttosto riuscito, salvo qualche passaggio a vuoto che tuttavia ben si allinea con l'approccio dell'uomo medio, quale appunto Fuxas è, a tematiche come la disabilità. Seppur un po' troppo sdolcinato, il finale ha comunque un suo perché.
Presentatore cinico viene sbeffeggiato e rovinato professionalmente da una ragazza disabile. Nascerà poi un tenero sentimento tra i due. Un Verdone che riesce ancora a divertire, dopo il picco raggiunto qualche anno prima. Una commedia dolce/amara con una all'epoca esordiente Asia Argento nei panni di un personaggio impegnativo. Grandi Maccione e Pareti. Location che spaziano dal Nord-Est italiano alla bellissima Praga al centro di Roma.
MEMORABILE: L'imbarazzo di Verdone a "Terraza Italiana", con la sua nuova ospite che dal pubblico chiede di intervenire.
Verdone riesce a unire diversi temi con successo, dalla critica ai meccanismi di certa tv spazzatura e scandalistica fino a quello degli handicap; la storia passa attraverso l'evoluzione morale ed etica - nonché sentimentale - del suo personaggio, a cui l'attore dona diverse sfaccettature e che dimostra un bell'affiatamento con Asia, dolcissima e sorprendentemente brava (farà giustamente incetta di premi). Bello anche rivedere Maccione; ben calibrato l'equilibrio tra i momenti più leggeri e quelli più commoventi e anche il finale sospeso, un po' inaspettato, mantiene una sua poesia.
Il film di Verdone ricalca il modello di Maledetto il giorno che t'ho incontrato, le cui somiglianze sono evidenti (un personaggio femminile di peso, il rapporto amore odio, la presenza di Renato Pareti). Qui però le cose si fanno più serie, indagando il mondo della sofferenza fisica oltre che psicologica. La Argento non raggiunge la bravura della Buy. Verdone invece è mattatore ed è imparaggiabile nelle sue espressioni quando il mondo gli crolla addosso. Buon film che non pareggia l'archetipo, ma che si lascia vedere.
Film che tratta con equilibrio un tema delicato: la prima parte non fa sconti alla TV dei "fatti propri" (prevedendone una deriva ancor più becera) e ai cliché sui disabili; la seconda, lasciando entrare con discrezione l'impegno sociale e l'intreccio sentimentale, mostra la non scontata evoluzione personale dei due protagonisti. Verdone cuce su di sé un'efficace figura di italiano medio (con alcuni tratti sordiani) e riesce a ottenere una prova non disprezzabile da Asia Argento (in un ruolo problematico e umorale). Notevole il maneggione un po' volgare impersonato da Maccione.
MEMORABILE: La riunione di redazione; Il finto ammiratore in motorino; Le apparizioni e i progetti di Antonazzi; "Sediamoci" – "Sono già seduta".
Graziosa commedia del Verdone novantiano, calca un sentore comune di sdegno nei confronti del mezzo televisivo tipico di quell'anno. L'Asia Argento paraplegica ribelle artistoide recita alla meno peggio (avrebbe fatto meglio in futuro), lui è il solito mattatore impareggiabile, un genio, tempi comici da peso massimo della goffaggine esistenziale riprodotta. Purtroppo però: prima mezzora eccellente, parte centrale lacunosa, mezza vuota, finale con intimismo malinconico cecoslovacco quasi slegato. Menzione d'onore: Aldo Maccione, rivederlo così cinico e laido è breathtaking.
MEMORABILE: Tony Sarnano il tastierista dei "Fiori & Frutta" (un gruppo rock di tendenza); "Heartbeat" di David Sylvian e Sakamoto; "Galline da Combattimento".
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CuriositàGugly • 17/02/08 18:15 Archivista in seconda - 4712 interventi
l'attrice che impersona la madre della ragazza paraplegica ospite della trasmissione è Sonia Gessner; si può ammirare molto giovane in riprese amatoriali nel documentario " Un'ora sola ti vorrei " di Alina Marazzi; è la compagna di scuola nonchè l' amica del cuore della bellissima e sfortunata Luisa (Liseli) Marazzi.
Salve a tutti. Vediamo se c'è qualcuno che mi può aiutare. Mi piacerebbe molto conoscere l'autore ed il titolo del brano musicale che Verdone inserisce nella scena del primo incontro a casa di Asia Argento: lei va in bagno e Verdone schiaccia il play di un riproduttore nel film " Perdiamoci di vista" .
DiscussioneZender • 29/05/09 23:21 Capo scrivano - 48842 interventi
Provo a sensibilizzare i nostri esperti... ma la vedo dura...
Verdone quando va via con la sorella di Asia Argento in discoteca, quando sono a casa sua nel trevigiano, mentre si accinge a salire sulla Porsche della sorella, dice: "Bella questa, la Porsche me la volevo fare l'anno scorso, poi mi sono comprato la Lotus"... E in effetti Carlo Verdone, per chi non lo sa, è un grande appassionato nonché collezionista di auto Lotus (sua auto preferita).
Ho la versione collectors edition della cgh a due dischi, ormai andata fuori catalogo da tempo. La durata è di 1h 51m
Formato: 1.66:1 anamorfico. Audio: Italiano dolby 2.0 Sottotitoli: Italiano Extra: biografia regista e cast.
Disco due, di soli extra della durata di 60 minuti: Terrazze Italiane, Il matrimonio, Praga, La piscina, lo sponsor, galline da combattimento, music video di David Sylvan colonna sonora del film. Belle interviste al buon Aldo Maccione, Asia Argento, e Verdone.