Colpo di luna - Film (1995)

Coproduzione italo-franco-olandese, presentata in concorso (unico italiano) al Festival di Berlino, opera d'esordio di Simone, che poi avrebbe diretto più volte Manfredi in tv. Il difetto principale sta proprio nel taglio televisivo del film, dalla fotografia alle musiche, che ne pregiudicano la resa cinematografica e rendono il film più "vecchio" di quanto sia. Per il resto film più che buono, nelle intenzioni, nelle interpretazioni (sopratutto Manfredi, in un consueto ruolo che ne mette al centro l'umanità), nella storia.

Uno dei non molti film italiani dedicati al disagio psichico; il regista (egli stesso psicoterapeuta) tratta la materia con cognizione di causa e la sceneggiatura del film presenta una buona caratterizzazione dei personaggi. Benché la sua parte sia piuttosto limitata, Nino Manfredi interpreta con grande sensibilità il suo personaggio. Peccato che il film sia segnato da una certa povertà di allestimento che si nota sopratutto nella fotografia slavata e poco suggestiva.

Particolare pellicola che affronta il tema scottante del recupero di disabili psichici inserendo l'argomento in una vicenda di ricordi costellati di dolorosi abbandoni. Buono il contesto in cui Manfredi agisce da veterano navigato regalando un'intensa interpretazione. Sorprendente il resto del cast e buona attenzione del regista nel tratteggiare i vari personaggi.

Il ritorno di un trentenne nella nativa Sicilia diventerà occasione per conoscere un saggio anziano e un gruppo di ragazzi con disagi mentali. Opera prima di Alberto Simone (marito di Roberta Manfredi, figlia di Nino), che punta sul sicuro mettendo saggiamente in scena il suocero che di fatto è la spina dorsale d'un film altrimenti destinato all'oblio, nonostante i lodevoli intenti. L'idea di base c'è: non una pellicola con i "matti" resi caricaturali, ma un disegno evidentemente più profondo che in taluni sprazzi traspare. Taglio televisivo.

Il poco conosciuto regista Alberto Simone gira un gioiellino, un piccolo film pieno di sensibilità e profondità nel narrare l'amara realtà dei ragazzi con disagio psichico. Il tutto è ulteriormente potenziato dalla presenza di Nino Manfredi, che invecchiando non perde la sua straordinaria bravura. Ma anche il resto del cast se la cava benissimo. Un film dalla storia semplice ma che fa riflettere profondamente sui rapporti umani e commuove senza scadere mai nel patetico. Buona la fotografia. Per chi è sensibile la lacrima finale è assicurata. Interessantissimo.