Zender • 22/08/14 08:14
Capo scrivano - 48916 interventi Brainiac ebbe a dire:
Trovami un tizio che possa dire che nei 90's era simile all'Ivano di Viaggi di nozze
(cioè, contemporaneamente: coatto, musicofilo, alternativo, col doppio taglio, capezzato, ma che ascolta i Pearl jam, discotecaro -e giuro- ti stringo la mano).
Carlo ha sempre detto che lui osservava questi ragazzotti nerboruti al bar dietro casa sua da ragazzo, poi gli ha costruito su un "vestito"
non volendo citando Carlo (che anni saranno stati quando era ragazzo?) porti una cascata d'acqua alla mia tesi: il coatto di Viaggi di nozze è un ibrido (malriuscito, aggiungo io) di un tamarro Settantesco con uno pseudo-alternativo degli Anni Novanta. Un personaggio fuori dal tempo e da ogni verosimiglianza col Reale.
Comunque sia "Viaggi di nozze" è stato uno dei suoi film che ha incassato di più e che tanti ricordano checchè se ne dica. Io gliene auguro altri cento di incassi sfavillanti, ma che sia piaciuto non vuol dire che sia valido, per me è un film tremendo
Non lo so, considerata l'età che nel film può avere Ivano (non cioè certo un ragazzo ma un uomo cui è rimasto lo spirito del ragazzo d'altri tempi) trovo assolutamente possibile che frequenti le discoteche (magari senza amarle davvero ma andandoci per atteggiamento e basta) e insieme resti legato all'amore per la musica diciamo "vera", che si vesta da coattone come si usa ancora fare in certe zone di Roma, che abbia ereditato la passione della musica da amici o genitori. E' chiaro che Verdone estremizza sempre, ma mi pare altrettanto chiaro che chi va in disco non necessariamente non ascolta altra musica, e chi la ascolta nei 90 non poteva non conoscere i Pearl Jam, quindi le due cose mi pare vadano d'accordo. Quanto al look lo trovo slegato dagli ascolti. Forse non esiste come "tipo", ma come personaggio non lo trovo fuori dal mondo; è come se in Ivano convivessero due anime diverse, una ereditata da parenti o amici di una certa età (o dal suo io degli anni passati, visto che giovane non è, ripeto) e un'altra più affermatasi col tempo per non perdere il treno delle mode diciamo, a cui evidentemente tiene molto. Un personaggio interiormente combattuto insomma, anche se magari a livello del tutto inconscio.
Quanto al successo penso sia dovuto all'effettiva validità della formula già sperimentata nei primi due film: la caricatura da un punto di vista comico funziona e indubbiamente certi tormentoni di Raniero si prestavano a diventare epocali già in partenza, visto che Raniero è una semplice evluzione di Furio (il suo personaggio più citato e amato in assoluto). Anche a me il film non ha fatto impazzire, ma rivedendolo credo di averne facilmente capito i punti di forza: gli italiani vanno al cinema per ridere, prima di tutto, e di battute (buone o cattive si può discuterne, ovvio) nel film ce ne sono moltissime, i tormentoni da citare allo sfinimento (a cominciare dallo storico "o famo strano") non mancano. Un'operazione di rilettura furba, da parte di Verdone, con tutti i limiti di chi non ha più, per forza di cose, la freschezza degli esordi e lascia affiorare in più punti un'evidente stanchezza.
Ultima modifica: 22/08/14 08:27 da
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