Il vero, naturale seguito del successo RIMINI RIMINI (RIMINI RIMINI UN ANNO DOPO lo sarà solo nominalmente) riprende la coppia Paolo Villaggio/Serena Grandi e trasferisce l'azione in Costa Azzurra, decidendo di puntare questa volta non su storie particolarmente piccanti o balneari ma sui grandi nomi. Ecco così comparire due calibri da 90 della comicità di casa nostra come Renato Pozzetto e Lino Banfi, che si prendono un episodio e un sex symbol a testa e vanno a completare una commedia assai povera di idee e grinta: Villaggio è un assicuratore...Leggi tutto fallito che viene truffato dalla solita giunonica Serena Grandi (anche qui l'unica a esibire il seno), Pozzetto un prete (ma che novità!) cui viene chiesto direttamente dal Papa di esaudire i sogni erotici di una principessa (Francesca Dellera) travestendosi da gran cavaliere, Lino Banfi un ricchissimo imprenditore costretto a sottostare ai desideri repressi della moglie (Laura Antonelli) che vuol farsi possedere da un rozzo clochard. Gli episodi non si intrecciano ma si alternano (come in RIMINI RIMINI) secondo uno schema collaudato, ma la regia di Sergio Corbucci (anche autore del soggetto e co-sceneggiatore con Bruno Corbucci, Bernardino Zapponi e altri) è qui inferiore alle attese. Tra tutti il migliore è Lino Banfi (l'unico abituato ad improvvisare alla grande su copione inesistenti), con Villaggio e soprattutto Pozzetto alle prese con storie orripilanti e noiosissime. Di RIMINI RIMINI mancano specialmente gli esterni, l'atmosfera scanzonata... Chi si conferma è invece Maurizio Micheli, caratterista sottovalutato che sfoggia un divertente accento piemontese. Musica dei fratelli La Bionda.
Sia Villaggio che Pozzetto e Banfi non sfruttano abbastanza le loro doti interpretative, sebbene il terzo sia come sempre il migliore (merito della grande improvvisazione ed espressività che va sempre ricordata, in queste commedie) e faccia sì che il suo episodio sia il più divertente (nonostante non brilli certo per originalità o per interesse particolare). Segue Pozzetto che ogni tanto spara qualche freddura geniale. Villaggio invece è il punto più debole di tutto il film, monotono e mai disposto a cambiare stile. Film per niente particolare.
Film che si lascia dimenticare senza troppi rimpianti. Dei tre episodi il più divertente è quello con Lino Banfi, anche perché quello con Pozzetto vede la Dellera protagonista (grave handicap per il risultato qualitativo) ed in più ha una trama che non offre che pochissimi spunti peraltro iper telefonati mentre Villaggio ci propina l'ennesimo personaggio fotocopia. Ad ogni modo lo sketch con la Grandi viene in qualche modo ricordato per le molteplici allusioni al "gatto" e per le lingue di fuori di Villaggio. Ma non stufa un po'?
Film di Sergio Corbucci costituito da tre episodi piuttosto scialbi e facilmente dimenticabili. Nonostante gli sforzi impiegati (regista e cast di grande impatto commerciale) il film risulta francamente noioso, frutto di una sceneggiatura raffazzonata, trovate comiche poche e scarsamente divertenti e un cast evidentemente poco ispirato. Se si deve scegliere, l'episodio meno brutto è quello con Lino Banfi.
Evitabile. Un Banfi non male ma senza molto brio che può contare come spalla sulla bellissima Laura Antonelli. Bravo ma piuttosto stanco e scialbo Villaggio, anch'egli accompagnato da un altra diva, Serena Grandi (memorabile il suo strip con tanto di mela in bocca lanciata al povero Villaggio). Mal riuscito l'episodio di Pozzetto.
Lo ricordavo peggio, invece è invecchiato benissimo e riesce anche ad essere superiore al suo ispiratore, quel Rimini Rimini, film sì diseguale, ma che riscosse un buon successo. Qui Corbucci affina la formula ispiratrice (episodi incrociati), smussa gli angoli e confeziona una discreta commedia. Grandi, Villaggio e Micheli provengono direttamente dall'episodio più riuscito del film precedente, mentre Banfi ci regala una delle ultime prove divertenti e Pozzetto garantisce la continuità col passato. Da rivalutare. C'è anche la Gerini, giovanissima.
Più che roba da ricchi è roba per gente di bocca buona (io mi ritengo tale). Tutto dà l'idea di già visto, spesso in film migliori, con tre episodi intrecciati (giusta almeno la scelta di non montarli separatamente) basati su storie imbevibili e tirate via per i capelli. Le tre punte di diamante, vero motivo d'esistere della pellicola, innestano subito il pilota automatico senza né brillare, né deludere troppo (il più scarico è Banfi, spremutissimo dal cinema in quegli anni). Tra le donne splendide la Dellera e la Grandi, ma la recitazione per loro è un optional.
Leggermente meno peggio del tremendo Rimini Rimini. Banfi, col suo talento istrionico ed improvvisatore, salva il suo episodio, popolato da un'Antonelli inespressiva e da una Vukotic sprecata (non accreditata!). Pozzetto tiene fino all'arrivo della voce papale, poi crolla, anche per colpa di una Dellera ai limiti dell'inguardabile (il che è tutto dire). Il peggiore è quello con Villaggio, che ripete noiosi temi fracchieschi. Qualche sorriso non solleva il film dalla piena mediocrità.
Un film che può contare sulla sola presenza di un Banfi minore, pur sempre mattatore dell'intera pellicola. Altre personalità sono solo di peso (come dimostra, in particolar modo, la circonferenza toracica della Dellera) e servono per abbellire un quadretto altrimenti destinato all'oblìo di critica e pubblico. Al di là dell'esito finale, decisamente scarso, resta da capire come si sia potuto raggiungere un risultato così sconfortante in considerazione di presenze piuttosto significative (la Vukotic e Caprioli per citarne un paio). Pozzetto è al suo standard: con tutti i pro ed i contro.
Terrificante polpettone a episodi, che ricicla roba già riciclata nei vari Rimini Rimini, con un cast persino sproporzionato, con Pozzetto, Villaggio e Banfi (nientemeno) titolari di una fetta ciascuno di questa tremenda torta di riso (come direbbero i bagnini liguri di Colorado Cafè). Ovviamente, in due ore di film qualche battuta divertente c'è, soprattutto ad opera di Pozzetto e Banfi. Villaggio, purtroppo, sprofonda a causa di una storiella ridicola e dello spazio improbabilmente concesso alla non-attrice Serena Grandi. Sciagura.
Beh, che dire, uno di quei filmetti che le reti mediaset, IRIS compresa, programmano abbastanza di frequente per riempire il proprio palinsesto. All'epoca in cui uscì ricordo ancora che i ragazzi come me andavano al cinema sì per ridere ma anche e soprattutto per sperare nell'epifania dei senoni della Grandi (internet era ancora lontano). Rivisto oggi resta simpatico e nulla più, anche se il siparietto sul braccio finto tra Villaggio e Micheli resta spassosissimo!
Sullo stile di Rimini Rimini un'altra commedia italiana tipica del periodo, che ironizza sulle stranezze di chi è già ricco e di chi invece lo vuole diventare. Dei tre comici protagonisti Villaggio è sicuramente quello che ne viene fuori peggio stavolta, riciclando gag straviste; del suo episodio si salva giusto Micheli. Pozzetto non si spreca ma manda comunque a segno qualche battuta spassosissima, Banfi reinterpreta bene il suo classico repertorio e risulta godibile. Nel complesso una commedia discreta; non eccelle, ma strappa qualche risata.
Stante le inesistenti doti recitative della Grandi e della Dellera (la Antonelli vale di più ma non è ispirata), il compito di Corbucci è in salita. In aiuto del film arrivano qualche guizzo di Banfi, il talento di Micheli, un apprezzabile Pozzetto che pare a suo agio nel ruolo. Villaggio è inguardabile, anche se per colpa non tanto sua quanto di una sceneggiatura povera. Non che i copioni degli altri due episodi siano molto più sfiziosi, va detto: e con un folto team di sceneggiatori (fra loro i due Corbucci, Franciosa e Zapponi) ciò delude.
Simpatico clone di Rimini Rimini diretto sempre da Corbucci. Le idee sono molte meno (così come gli episodi) ma oltre al riconfermato Villaggio si aggiungono gli assi Pozzetto e Banfi e sono infatti questi due a regalare i momenti più divertenti, mentre il primo sforna per l'ennesima volta i classici del suo repertorio in una storiella scipita dove il migliore è Maurizio Micheli (anche lui in Rimini Rimini). Comunque simpatico, anche se non a livello di altri film vacanzieri.
Film a episodi che mostra una notevole carenza di idee e un pessimo riciclaggio di volti noti della commedia di genere. Villaggio brilla raramente nei segmenti, ma a memoria non riesco a ricordare un caso più fiacco e noioso di questo (forse solo Tre tigri contro tre tigri). L'episodio con Pozzetto è sorretto da una Dellera piuttosto provocante ma che senz'altro non entusiasma; Banfi è il migliore, ma non va oltre la sufficienza scarsa. Sottotono la Antonelli, incapace persino di sedurre sfruttando la sua divina fisicità. Flop.
Il film è una serie di tre situazioni che hanno come comune denominatore un grande comico e una grande bellezza del nostro cinema (Villaggio/Grandi, Pozzetto/Dellera, Banfi/Antonelli). Ogni comico cerca di portare quelle che sono le proprie caratteristiche recitative per adeguarle alla sceneggiatura (Villaggio è praticamente in versione Fantozziana). Ne esce un prodotto così così che fa ridere poco (soprattutto le parti con Pozzetto) e che non aggiunge niente a film di precedente uscita. Insufficiente.
Il tramonto di un certo tipo di commedia già nel 1987 era alle porte e questo film lo rasenta. Comunque sia, tolto l'episodio di Pozzetto, che è secondo me il peggiore del lotto, l'esito non è poi così negativo; la presenza della Antonelli e del trio Villaggio-Micheli-Grandi garantisce un sequel ideale del contemporaneo Rimini Rimini, con l'episodio di Villaggio/Grandi che spudoratamente sembra quasi far provare dei notevoli déjà vu allo spettatore, rendendo labili le differenze tra i due film (almeno in quell'episodio); per chi ama l'atmosfera '80.
MEMORABILE: Villaggio: "Ma cos'è?" Grandi: "E' di abete!" Villaggio: "Diabete al braccio?" Grandi: "Ma no, con la sega!" Villaggio (in stile fantozziano, mimando...): "Aaaaaaaaah!"
Insulso polpettone a episodi alquanto insalvabile perché poco divertente: propone Pozzetto, Banfi e Villaggio, ma essi ripetono svogliatamente i loro tipici tormentoni senza pathos alcuno e per giunta inseriti in sceneggiature francamente infelici. Il film qualche ghigno lo strappa, ma siamo su bassi livelli considerato l'impiego d'un cast così nutrito. Sul versante femminil-pruriginoso, troviamo la Dellera (era il suo momento, ma di lì a poco il crollo nel dimenticatoio) così come la Grandi e una depressa e bolsa Antonelli. Evitabile.
Le commedie balneari con protagonisti adolescenti, o almeno giovani, possono essere stupide, melense, mal riuscite...ma non tristi. Quelle con protagonisti maturi, come questa, sono invece decisamente tristi, a prescindere dalla qualità della sceneggiatura, che comunque, qui, è mediocrissima. Infatti, l'unico a emergere indenne dalla generale mestizia è Pozzetto, che giovanissimo non è, ma ha una mimica (e un ruolo) da bambinone, oltre a recitare nell'episodio dallo script appena più originale e meglio elaborato. Villaggio si auto-scimmiotta, Banfi non ha alchimia con l'Antonelli, e si vede...
MEMORABILE: La "gamba" di Pozzetto; il duetto di Banfi con la Vukotic che da' una spiegazione psicanalitica del malessere dell'Antonelli.
Le gag si spostano in Costa Azzurra, ma il clima è lo stesso di Rimini Rimini e tanti altri cineombrelloni simili. Tre grossi nomi per tre episodi totalmente slegati tra loro dove Villaggio fa il Villaggio, Banfi il Banfi e Pozzetto idem. Nessuna novità quindi nel panorama della commedia anni 80. Alla fine si ricorderà solo l'episodio di Banfi, l'unico con una storia che si digerisce meglio e l'unico che ha qualche gag, grazie soprattutto alla verve del barese, che fa veramente ridere. Disastroso l'episodio Villaggio/Grandi/Micheli.
Filmettino (ma davvero ino ino) balneare stile Rimini Rimini, egualmente insufficente. Solo un Banfi leggermente sottotono regala qualche attimo di risate vere in un'ora e 45 di film. Per il resto si ride poco o nulla: l'episodio con Pozzetto è proprio scadente e il comico milanese è spaesato e assai sottotono, quello con Villaggio poco meglio; si salvano solo i duetti con Micheli. Scarsissime le performance interpretative della Grandi ma soprattutto della Dellera, mentre la splendida Antonelli è poco ispirata (anche se più attrice sicuramente). *!
Nonostante il cast, si tratta di un film a episodi senza infamia e senza lode. Banfi e Villaggio sono sempre alle prese con i loro personaggi classici, mentre (a mio avviso) forse l'unico veramente "in palla" sembra essere Pozzetto, il quale riesce a essere divertente, con alcune sue "battute". La Grandi e la Dellera stupiscono solo per il loro aspetto fisico, ma quanto a recitazione meglio lasciar perdere.
L'unico motivo che fa reggere questo polpettone estivo è l'episodio con il grande Lino Banfi, industriale pugliese arricchito fatto cornuto da una ancora piacente Antonelli. Villaggio e la Grandi sono alle prese con il solito clichè già visto in Rimini Rimini, mentre Pozzetto è nelle vesti del solito prete alle prese con il sesso. Alfiero (e non Alfredo) Toppetti come fidanzato della Dellera che a ogni scena guarda in macchina, è completamente fuori ruolo.
Stantia e noiosa commediaccia di basso profilo dove la struttura ed episodi non fa che diminuirne progressivamente l’interesse. Scrittura al limite del trash e attori svogliati e fuori forma. Si salva solo, leggermente, l’episodio con Lino Banfi, che si fa in quattro per tenere in piedi la baracca con le sue divertentissime crisi isteriche di gelosia e la collaudatissima (cinematograficamente) cadenza dialettale.
Roba da ricchi permettersi una sceneggiatura che si possa definire almeno tale (e dire che sei persone hanno scritto il film!) invece di sobbarcare tutto sulle spalle di interpreti noti. Banfi non riesce a risollevare un episodio pessimo che mi sono dimenticato alla fine del film: troppo labile, insulso, inutile. Pozzetto e Villaggio strappano qualche risata nelle loro parentesi riuscendo almeno a non confondersi troppo nel grigiore generale. Lo si guarda e lo si dimentica in pochissimo tempo. Musiche indecenti e a volte fastidiose.
Volendola mettere su una spicciola indagine socio-culturale, la domanda è: negli anni ottanta dello scorso secolo il cinema italiano sfornava prodotti come questo come espressione massima delle sue capacità (nel campo commedia-comico) o perché il pubblico dimostrava (incassi alla mano) di gradire questo tipo di film? L'uno o l'altro non so, ma rivedere i tre mattatori rifare sempre le stesse cose, con le stesse espressioni, con le stesse battute o quasi, in storielle piuttosto insipide, più che comico è tragicomico e mortalmente noioso.
Tre episodi mediocri e privi di spessore che sminuiscono il talento degli attori presenti nel cast. L'episodio con Villaggio e la Grandi è fatto di classiche gag trite e fantozziane; quello con Banfi e la Antonelli è il migliore ma il comico pugliese (che dà il meglio quando improvvisa) è ingabbiato da una brutta sceneggiatura; quello con la coppia Pozzetto-Dellera è ridicolo e si salva per le solite gag pozzettiane.
Non molto riuscito film a episodi. Fra i tre attori sicuramente il migliore è Banfi, supportato da una bella Laura Antonelli. Il cast ci sarebbe anche. Pozzetto qualche risata la strappa ma onestamente è poco, troppo poco. La sceneggiature, se esiste, non si scorge da quanto è priva di inventiva. Villaggio è quasi imbarazzante, difficilmente ha fatto peggio ed è un peccato. Due stelline, da lucidare.
Film composto da tre episodi praticamente identici: Corbucci affida ai tre mattatori la stessa solfa di belle donne (in abbondanza), corna e amanti, con condimento di equivoci e situazioni grottesche. Il risultato è una commedia di grana grossa, assai lontana da un sano senso di comicità e molto monotematica. Fra i tre episodi quello di Banfi è il migliore, anche perché Villaggio e Pozzetto non sembrano essere granché ispirati. Prove scadenti da Grandi e Dellera, con un'Antonelli sprecata. Si sorride ogni tanto, ma è poca cosa.
Commedia a episodi piuttosto simpatica, costruita in maniera molto simile a Rimini Rimini e riuscita grazie alla bravura e simpatia dei protagonisti. Villaggio e Pozzetto sfornano nei rispettivi episodi il loro repertorio consueto, così da rendere il film scorrevole pur non avendo chissà quale sceneggiatura. Un po' più debole l'episodio con Banfi. Una pellicola poco originale ma che fa sorridere, e questo è sufficiente per promuoverla.
Banfi, Pozzetto e Villaggio sono bravi e non lo si scopre certo qui, ma con uno script simile neanche loro fanno miracoli. Il comparto femminile invece è impresentabile, soprattutto la Grandi e la "principessa" Dellera, alle quali non basta ostentare larghe porzioni di epidermide. Micheli che fa l'accento torinese è improbabile, ottimo invece - al solito - Garinei. Tre storielle esili, senza nessun guizzo memorabile. Trascurabile.
Tipico film a episodi in puro stile anni Ottanta; simile, per non dire uguale, ad altri usciti nello stesso periodo. Certo, il cast è sempre una garanzia visto che comprende le solite vecchie glorie di un certo tipo di commedia italiana, ma al di là di alcune prestazioni brillanti (un Banfi sempre simpatico e poco altro) il film sa molto di minestra riscaldata. Peccato, perché non è un prodotto da buttare e rispecchia bene il cinema italiano di quegli anni.
Scialba commedia a episodi di Corbucci in cui Villaggio e Pozzetto vivono di rendita perpetuando i più scontati cliché delle loro maschere. Discorso a parte per Banfi che ha al suo arco frecce di altro spessore e riesce a dare al suo personaggio una vita propria, grazie anche al cast in cui si distinguono una simpatica Laura Antonelli burina e una freschissima Gerini al suo esordio. Script obsoleto e ripetitivo che tiene comunque il film nel limbo dei prodotti di cassetta creati per durare una sola stagione. Non necessariamente...
Sei sceneggiatori di una certa fama uniscono le loro forze e cosa ottengono? Un mezzo disastro, tre storiacce che oscillano tra lo scontato e l'improbabile, senza una sola gag che si ricordi. Se ogni tanto si ride è grazie alla straripante comicità di Banfi, memorabile nei suoi scatti d'ira quando scopre la nuova cotta della moglie. Non all'altezza i due colleghi: Pozzetto simpatico ma ingabbiato dall'assurdità del suo episodio, Villaggio ancora una volta fantozzeggia. Corbucci alla regia impone un certo ritmo, ma non salva il film.
Fa parte del periodo d'oro del genere comico italiano. Un ottimo cast (ci sono insieme Pozzetto, Banfi, Villaggio anche se tutti in episodi separati). Il film è in parte simile a Rimini Rimini (con il quale condivide diversi interpreti oltre che la regia). Divertente l'episodio con Paolo Villaggio, il migliore in assoluto, mentre quello con Pozzetto e con Banfi sono meno divertenti ma comunque ben riusciti. Film che ha più di trent'anni sul groppone eppure non li sente.
Stanco film a episodi commerciale nella peggior accezione del termine: comici di richiamo svogliati (anche se con soggetti simili era difficile essere stimolati), bellone ornamentali (Grandi e Dellera) o spaesate (Antonelli) e clamorosa mancanza di idee. Corbucci si limita a dirigere con il pilota automatico una pellicola dove è difficile salvare qualcosa: qualche battuta surreale di Pozzetto e uno stuolo di bravi caratteristi malamente sprecati (Micheli in versione Teste di quoio, Garinei, Caprioli, Vukotic e Ralli) che avrebbero meritato maggiore spazio.
Commediola italiana con tre vicende che si svolgono in terra monegasca che mostrano un notevole fiato corto nonostante il ricco cast. Delle tre vicende quella con Banfi strappa il sorriso nonostante un'improbabile Antonelli, quella con Villaggio mostra il comico genovese nel suo solito cliché benché la Grandi sia il solito belvedere. La terza vicenda è di una pochezza imbarazzante, con la Dellera che sogna un sacerdote. Corbucci aveva abituato a lavori migliori.
Molto fiacco e salvato solo da colossi della recitazione come Banfi e la Vukotic (coppia fenomenale al cinema e in TV). Fiacchissimo l'episodio di Villaggio: gli anni '80 non sono stati il suo decennio. Scadente anche l'episodio di Pozzetto, che ci mette del suo ma non riesce a sollevare un segmento a tratti imbarazzante. Appare una pochezza generale di idee, una realizzazione "televisiva" e interpreti poco convinti. Un bel buco nell'acqua, nonostante tre protagonisti di quel livello. Peccato.
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Al minuto 7:13 Banfi chiede al suo autista che risultato ha fatto il Bari, e gli viene risposto che ha perso in casa col Piacenza. Essendo quest'ultima la squadra della mia città, ho fatto una piccola ricerca e ho notato che effettivamente nel 1987 il Bari ha perso col Piacenza 0-1, nella partita di Serie B del 20 Settembre. Il film però è uscito nelle sale il 6 Novembre 1987, quindi a meno che non sia stato girato in Ottobre è impossibile che sapessero il risultato al momento delle riprese! Oltretutto nella stagione precedente il Piacenza non era nemmeno in Serie B, quindi è impossibile che il risultato detto da Banfi si riferisse al campionato del 1986...
Nella sequenza in cui Banfi parla con l'amico di Napoleon (Fabbri) in un locale, si vede alle sue spalle la locandina dell'incontro di Boxe fra Terence Alli e Josè Luis Ramirez che si svolse il 19/07/1987.
DiscussioneDusso • 21/04/23 10:02 Archivista in seconda - 1822 interventi