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Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Quattro episodi per altrettante festività diretti alternativamente da Edoardo Leo e Massimilano Bruno (due ciascuno) e interpretati dai più noti volti della commedia "romana". Una bella sorpresa che si segnala per efficacia, concisione e una scrittura spesso superiore alla media, opera tra gli altri sempre di Leo e Bruno. Questi ultimi sono anche protagonisti, con la Foglietta, del primo episodio, LA VIGILIA. Sono tre fratelli, con i due maschi che in piena “era Covid” la vedono in modo diametralmente opposto: Alessandro (Leo) è assolutamente pro vaccino, Luca (Bruno) un convinto no-vax. Stefania (Foglietta) sta nel mezzo e, ospitando a casa per la cena di...Leggi tutto Natale un onorevole (De Silva) che le ha promesso un posto da segretaria del partito, è interessata unicamente a concludere la cena senza polemiche. Inutile dire che saranno vane speranze e che la miccia verrà presto accesa portando i due fratelli ad attaccarsi ferocemente. Scritto e interpretato bene, divertente il giusto, scoppiettante e godibile, è un conciso esempio di quel filone inaugurato dal Polanski di CARNAGE poi diffusosi anche alle nostre latitudini (il miglior frutto del quale resta ancora PERFETTI SCONOSCIUTI). Bruno e Leo dapprima si accontentano di allusioni e insulti mascherati per poi superare la soglia della soportazione reciproca, la Foglietta è credibile mentre cerca di mantenere bassi i toni di fronte all'ospite. La durata contenuta permette di concentrarsi solo sulle fasi salienti eliminando inutili raccordi e il risultato – per quanto non certo innovativo nelle dinamiche - è spassoso, restando a testimonianza di un periodo nella nostra storia in cui davvero le lotte feroci tra pro e no-vax hanno messo a dura prova l'amicizia di molti.

Con CAPODANNO si lascia spazio a un eccellente Max Tortora che, nei panni di un imprenditore traffichino, si reca con la moglie e la figlia alla mensa dei poveri, dove per errore sono stati recapitati caviale e prelibatezze assortite destinati a ben altri palati. Il cinismo massimo del protagonista, che in presenza di telecamera (una giovane giornalista riprende amatorialmente la serata) si sforza di fare costantemente buon viso a cattivo gioco, si appoggia a un bel copione e a una regia (questa volta di Bruno, mentre il primo episodio era diretto da Leo) che mostra di saper gestire solidamente i tempi comici e sfrutta bene l'entrata in scena di Calabresi, l'ex autista del protagonista da lui licenziato e deciso a vendicarsi in pubblico. Tortora perfetto, spalleggiato bene anche coralmente per l'episodio più genuinamente vicino alla vecchia commedia all'italiana; ancora una volta sulle orme di Sordi (che in tv imitava spesso con risultati esilaranti), Tortora ruba la scena a tutti e trova finalmente uno spicchio di cinema in cui far valere le proprie sottovalutate doti.

In SAN VALENTINO si abbandonano prevedibilmente i lidi più vicini alla risata per approdare al sentimentale tradizionale: Gianni (Argentero) deve festeggiare il 14 febbraio con la moglie (Lodovini) dopo venticinque anni di matrimonio che hanno ormai logorato la passione. Per questo lui se la fa con un'amante (Centorami) che pretenderebbe un rapporto più esclusivo minacciando di andarsene con l'amica lesbica (Scarano), a sua volta collega della moglie di lui. Un intreccio improbabile ma curioso, che Leo dirige con grazia e buon gusto (sempre d'aiuto la buona colonna sonora) pur incappando in qualche banalità di troppo. C'è però curiosità di capire come le cose si concluderanno e nel vedere come Gianni sia costretto a cambiare gli orari degli appuntamenti per far combaciare i desideri di moglie e amante. Un bell'intermezzo rilassante, ancora dilettevole e che se anche non recitato al livello dei precedenti conferma l'adeguatezza di Argentero al ruolo e la seducente bellezza della Lodovini.

Chiusura con 8 MARZO (regia di Bruno), l'episodio in cui più si punta sul valore degli attori ottenendo da Fresi e la Gerini performance all'altezza. I due si fronteggiano poco prima di una trasmissione in cui Margherita (Gerini), la conduttrice, viene chiamata a scusarsi - in qualità di responsabile del programma - per quanto detto nella puntata precedente, durante la quale era assente per problemi seri con la figlia che ha tentato il suicidio. Margherita s'inpunta e ripete che non lo farà mai, lui (coautore della trasmissione) la spinge in direzione opposta alzando la voce per rintuzzare gli scatti d'ira di lei. Un confronto teso per un episodio che, abbandonati commedia e sentimentale, si rivela puramente drammatico, con un finale tutto da interpretare in cui la decisione ultima della conduttrice può essere letta in modi diversi e comunque variamente inquietanti per più di un aspetto. Uno script maturo che permette ai due protagonisti di sfoggiare il non comune talento portando a riflettere sullo stato della televisione in Italia e di conseguenza sul supposto equilibrio tra i due sessi nella stessa. In definitiva un film che si muove bene tra i diversi registri senza incappare in alcuno scivolone. Non è poco, di questi tempi...

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 7/01/23 DAL DAVINOTTI
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Markus 7/01/23 11:50 - 3682 commenti

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Quattro gradevolissimi episodi. "La viglia di Natale" (***): l'unico che accorpa i due registi/attori Bruno/Leo e che con molta efficacia, seppur attingendo al già visto, si traduce nel classico battibecco che diverte sempre; si continua con "Capodanno" (***!): strepitoso Tortora, che nelle parti in cui il divertimento è generato dal cinismo diventa personaggio calzante; il terzo episodio è "San Valentino" (**!): il meno convincente, forse perché in definitiva si tratta di una commedia sentimentale; ultimo "8 marzo" (***!): lo scontro verbale Fresi/Gerini li conferma ottimi attori.
MEMORABILE: Tortora, che non capendo una frase biascicata di un emigrante di colore, precisa "Non c'ho capito un cazzo".

Rambo90 10/01/23 00:50 - 7676 commenti

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Film a episodi diretto con sobrietà, che si prefigge di raffigurare gli italiani in modo amaro (ma ironico) durante alcuni giorni di festa. Funziona, soprattutto nei dialoghi ficcanti e sornioni al tempo stesso, e grazie a un ottimo cast in palla. Gli episodi migliori sono il primo e l'ultimo, in cui le situazioni deflagrano completamente, mentre il secondo si può fregiare di un grandissimo Tortora. Meno ispirato il terzo - nonostante una brava Lodovini e un Argentero maturo - ma comunque non da buttare. Alla regia meglio Leo, nel complesso buono.

Caesars 1/02/23 08:39 - 3778 commenti

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Si rispolvera la commedia (se di commedia si può parlare) ad episodi, tanto in voga nei '60-'70, ma il risultato è ben distante dai migliori esempi del periodo. Qui la traccia, assai flebile, è data da quattro giorni di festa (Natale, Capodanno, San Valentino, 8 Marzo) durante i quali ci vengono mostrati spaccati della natura umana: niente di nuovo sotto il sole. Trame troppo esagerate, recitazione non certo da premio Oscar e regie nella norma fanno sì che si esca dal cinema senza grossi entusiasmi. Due pallini paiono pure generosi.

Gabrius79 3/02/23 10:14 - 1420 commenti

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Gradevole commedia a episodi in cui i migliori sono sostanzialmente il primo, con un bel tris d'assi quali la Foglietta, Leo e Bruno (che fanno esplodere tutte le dinamiche) e il quarto con un bel duetto Gerini-Fresi. Il secondo con un istrionico Tortora e Calabresi funziona a corrente alternata ma si lascia vedere. Il terzo con Argentero, Lodovini e Scarano è spiritoso ma col fiato corto. Le regie di Leo e Bruno sono ben calibrate.

Achab50 4/04/23 11:38 - 76 commenti

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Buona opera ad episodi che trova solo un punto debole nel terzo in cui si tratta con la dovuta leggerezza ma senza particolari guizzi degli amori saffici, mentre nel quarto una strepitosa prova la offrono la Gerini e Fresi: è forse l'episodio più riuscito, articolato e conclusivo, nel senso che lascia nello spettatore un misto di amarezza (il cedimento della Gerini) e freschezza (la giovane assistente appena licenziata).
MEMORABILE: Nel primo episodio il segretario di partito vestito da babbo natale mentre è in corso una battaglia verbale.

Galbo 6/04/23 18:15 - 12380 commenti

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Film a episodi che "rinverdisce" la tradizione della commedia italiana di spessore. In generale un film molto godibile con un episodio un po' debole (quello con Argentero e la Lodovini) e altri tre ottimamente scritti e altrettanto ben recitati, con un picco finale (quello sull'otto marzo) in cui, oltre all'ottima prova della Gerini, si unisce una riflessione sul ruolo della donna e sui meccanismi dell'intrattenimento televisivo. Da segnalare infine l'episodio in cui recitano (su fronti opposti) i due registi e quello in cui brilla il talento di Max Tortora. Un buon film.

Anthonyvm 18/04/23 01:35 - 5637 commenti

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Quattro episodi festivi per altrettanti quadretti sociologici in una riuscita e graffiante collezione kammerspieliana. Divertente la guerra fraterna tra no-vax e pro-vax a sfondo natalizio, soprattutto per la familiarità del tema; tensiva e graffiante la vendetta di un senzatetto contro un ricco imprenditore, vero e proprio thriller al black humour; equamente ansiogeno e dissacrante negli esiti, sebbene per vie assai differenti, lo scontro tra sessi su background televisivo. Unico anello debole il quadrato amoroso diretto da Leo, che banalizza in senso rom-com una notevole antologia.
MEMORABILE: La cena di famiglia dai risvolti carnageschi; La confessione di Tortora in camera; Il confronto fra coppie al ristorante; Il monologo in diretta TV.

Ira72 7/07/23 14:22 - 1309 commenti

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Quattro giorni di festa sono il pretesto per scandagliare quattro diverse situazioni sociali. Due evergreen (la politica corrotta e il marito fedifrago) e due più attuali (il dibattito sul vaccino ai tempi del covid e la donna ai tempi del metoo e dei social). Il risultato è altalenante, anche se nel complesso non male. Senz'altro il cast è riuscito e centrato nei rispettivi personaggi del film, ma talvolta alcune interpretazioni scivolano nel teatrale a causa di dialoghi urlati e un po' forzati.

Pinhead80 8/07/23 19:28 - 4719 commenti

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Quattro festività fanno da sfondo ad altrettante storie che tra liti familiari, vendette, tradimenti e incomprensioni varie dipanano una matassa di relazioni fasulle pronte a esplodere alla prima scintilla. Il risultato è un quadro destabilizzante di quella che è la società odierna, frustrata, arrabbiata ed egoista che cerca di stare a galla affondando il prossimo. I primi due episodi sono i più incisivi, mentre gli ultimi hanno il compito di rinforzare il concetto di inautenticità dei rapporti. ll cinema italiano a episodi dimostra ancora una volta di essere più vivo che mai.

Capannelle 24/09/23 15:06 - 4398 commenti

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Nel complesso si vuole osare ma anche gridare troppo, col risultato di generare scontri dal buon ritmo ma in definitiva poco credibili per come vengono estremizzate le situazioni, all'insegna de "il più pulito c'ha la rogna". Il primo episodio non è nulla di originale ma è il meglio strutturato. Il secondo vive su un valido Tortora, emblema del solito politico double face tacciato di ogni possibile male. Il terzo propone relazioni ad alto grado di fluidità e prende poco. Il quarto, molto teatrale e verbale, avrebbe una sua dignità ma la rovina usando toni troppo urlati e manichei.

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Daniela 10/12/23 18:11 - 12622 commenti

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Leo e Bruno si alternano nella regia di quattro episodi, ciascuno dedicato a una festività: tre fratelli/coltelli riuniti per la vigilia di Natale, un ricco imprendtore al cenone dell'ultimo dell'anno in una mensa per poveri, un san Valentino complicato per un uomo incapace di scegliere tra moglie e amante, una presentatrice tv alle prese per scuse difficili da fare. Il livello e l'interesse è diseguale e l'originalità piuttosto scarsa ma alcune frecce satiriche colpiscono nel segno e la godibilità dell'insieme è garantita dalle buone prestazioni di tutto il cast.
MEMORABILE: Il monologo finale dell'imprenditore interpretato da Massimiliano Tortora, vero pezzo di bravura.

Ultimo 17/12/23 17:55 - 1653 commenti

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Commedia dai risvolti drammatici incentrata su varie festività, deve la sua riuscita a una buona prova corale del cast. Gli episodi migliori sono il primo con Leo e la Foglietta, a seguire l'episodio con Argentero. Sebbene non vi sia nulla di particolarmente originale, nel complesso il film si lascia guardare, grazie soprattutto all'amarezza di fondo che pervade ogni episodio e ci porta a riflettere su diversi aspetti dei rapporti umani. Non male complessivamente.

Nando 27/12/23 16:14 - 3810 commenti

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Quattro episodi incentrati su festività del calendario che mostrano un buon ritmo ma non tutti appaiono riusciti. Ben realizzato quello della Vigilia con scoppiettanti interpreti. Valido Capodanno con un eccellente Tortora ben coadiuvato da Calabresi. Abbastanza monotono San Valentino, nonostante il buon finale e uno scialbo Argentero. Valido 8 marzo con la lunga diatriba Fresi/Gerini. Nel complesso buono. Da segnalare Leo e Bruno, oltre ai sopracitati interpreti.

Giùan 5/01/24 09:10 - 4539 commenti

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Acceso dal laico ma non meno benedetto furore di tagliare i ponti coi cinepanettoni e riallacciare i nodi della miglior commedia italiana, il film sconta diversi vizi e talune virtù. I primi due episodi olezzano di vacua inconcludenza: scarso "La vigilia", salvato "Capodanno" dalla mostruosa riconoscibilità di Tortora formato Max. Ben meglio, in termini di stratificata ambiguità, vellicamenti e reprimende alla becera ipocrisia di società e costumi, "San Valentino" (sontuosa Lodovini spalleggiata dalla Scarano) e "8 marzo" (lo scontro Fresi/Gerini è da antologia). Manca un'epifania.
MEMORABILE: Il botto di Capodanno con Tortora che dopo la confessione si rivolge a Calabresi: "E mo' mori!"; L'assalto della Lodovini alla Scarano.

Paulaster 8/01/24 18:15 - 4389 commenti

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Quadruplice episodio sul tema delle ricorrenze. In quello di Natale si esplora il conflitto familiare e l’inevitabile scontro col tema del Covid arriva fuori sopportazione. Più che discreto Tortora nel Capodanno, tanto che il soggetto poteva anche essere più ampio. Gli scambi di coppie a San Valentino rinfrescano l’argomento sentimentale anche se diversi dialoghi cadono nel didascalico. L’ultimo sulla Festa delle Donne esprime contenuti importanti, anche se la denuncia sembra più un pistolotto.
MEMORABILE: “Babbo Natale non esiste”; La cena alle 7 PM…

Alex75 12/03/24 19:10 - 878 commenti

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Quattro buoni episodi con Leo e Bruno in alternanza alla regia: il primo mostra con puntualità, in una tavolata male assortita di “fratelli-coltelli”, le polarizzazioni ideologiche degli italiani al tempo del Covid; il secondo, il migliore perché cattivo fino in fondo, con un Tortora sordido e sordiano, è una satira spietata sulla beneficienza come detersivo per coscienza e immagine; il terzo, sulla fluidità delle relazioni, esce solo a sprazzi dai binari della commedia sentimentale; l’ultimo, molto urlato, si rivela il più sottile grazie a un finale aperto a più interpetazioni.
MEMORABILE: Il battibecco tra Leo e Bruno; Ogni volta che Tortora parla davanti alle telecamere; Il duetto/duello isterico e sboccato tra Gerini e Fresi.
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