Juliette Binoche arriva in un paesino della campagna francese, dominato da un bigottismo esasperato, per aprire un negozio di cioccolata. Avrà un successo incredibile anche perchè la donna si dimostrerà assai abile a capire i desideri più nascosti dei suoi clienti e a proporre loro la cioccolata più adatta per realizzarli. Ovviamente tutto ciò in breve tempo genererà una reazione da parte dei "benpensanti" del posto. Inizia bene questa favoletta ma poi, soprattutto dopo l'entrata in scena di Johnny Depp, diventa un po' stucchevole. Peccato.
Niente di che questa commedia del regista Lasse Hallstrom; la trama è abbastanza scontata: personaggio anticonvenzionale (la Binoche) riesce grazie alla sua abilità (in questo caso di cioccolataia) a conquistare un intero paese inizialmente diffidente e a trovare l'amore. Tuttavia il film è girato con garbo senza grandi punte negative (ma neanche positive) e l'ambientazione (la pittoresca provincia francese) aiuta a caratterizzare con toni favolistici tutto il film. Il personaggio più riuscito è il sindaco, interpretato dal bravo Alfred Molina.
Deprimente favoletta per adulti ritardati, infarcita di tanti luoghi comuni e sterotipi quanti un film può contenere, e che ci ricorda come anche la categoria del "pittoresco" sia da evitare come le mine antiuomo, specie quando a maneggiare il "colore locale" si mette gente lontana emisferi. Depp si fa una riuscita autocaricatura, la Binoche è sempre valida ma affonda anche lei nella cioccolatosa banalità del tutto. Mai più.
Sotto il travestimento da fiaba romantica si nasconde un nauseante convoglio di trivialità, patetismo, buonismo. Alla guida c'è un campionario di tutti i luoghi comuni più discutibili: la brutalità del maschio, la presunta ipersensibilità della donna, l'esaltazione del gitano in onore al politically correct e, naturalmente, il cioccolato come parte integrante della vita del gentil sesso... Il cast è di lusso e recita bene, ma alla fine è come sfogliare un rotocalco femminile o uno scadente romanzetto rosa...
Discendente. Di rado ho visto un film partire in modo così divertente (pur dovendo fare accettare i limiti di un manicheismo esageratissimo) per poi, attorno alla metà, iniziare una decadenza che si fa via via più veloce, fino al catastrofico finale. Brave le donne, con la Binoche su tutte. Bravo Molina, ma viene a stancare. Degli uomini il peggiore è Depp, dalla monocorde inespressività.
MEMORABILE: "Se farà amicizia con noi, si inimicherà gli altri!" "Me lo promette?".
Purtroppo, dopo tale battuta (la migliore), il film inizia il suo declino.
Un negozio di dolci al cioccolato in un remoto paesino suscita la golosità di tutti e lo scandalo dei benpensanti. All’inizio la vicenda sembra curiosa e trattata con grazia e leggerezza, con punte di profondità nella descrizione delle varie umanità. Dopo un po’ ci si rende conto che è sempre la stessa solfa sul diverso che destabilizza la comunità, e visto da questa prospettiva il film ricalca tutti i cliché del caso, scivolando ben presto nel melenso e nel prevedibile. La lunghezza del film non aiuta.
Davvero bruttissimo. Johnny Depp non recita per niente, la storia è quanto di più ridicolo e deprimente (sì, avete capito bene: deprimente) abbiate mai visto. E non fa neanche venire appettito, visto il disgusto che prenderà lo spettatore subito dopo la visione.
Sono stato costretto a vedere per forza di alcuni eventi questo film: dire che mi ha sfiancato è poco! Già di per sè i film in costume li detesto, se poi ci aggiungiamo che è straniero e nuovo la cosa si aggrava ancora di più. La mazzata finale, sono i dialoghi e la sceneggiatura, davvero caricaturale e manieristica. Immagino che sia anche piaciuto a chi ha gusti cinematografici differenti dai miei (e la cosa è molto facile!), ma se al contrario amate il cinema "cult", evitate questa "ordalia" di due ore...
Mi è piaciuto! Il cioccolato come simbolo della sensualità, intesa nel suo senso più ampio di liberazione dei sensi dalle gabbie frustranti della tradizione. Quando la splendida cioccolataia Juliette Binoche si trasferisce in un piccolo paesino della Francia rurale, inevitabilmente finisce per essere un virus che minaccia di intaccare una società fondata sul culto della penitenza e del rigore. Godibile e ben fatto; forse i "topi di fiume" sono abbastanza insipidi. Grande Alfred Molina, meno Depp.
"Spacciatrice di cioccolato manda in acido grazioso borgo francese-Tutti i particolari in cronaca". Juliette Binoche inspiegabilmente interpreta la protagonista di uno dei peggiori film che abbia mai visto, leggendario esempio di fasullo, non un personaggio decente (con menzione per Johnny Depp, zingaro sosia di Jim Morrison). Visto al cinema per motivi extracinematografici. Quando comparve il canguro invisibile Pantoufle venne giù la sala. Diabetico.
All'inizio questo film mi ha provocato le stesse sensazioni di uno spot della Lindt oppure del Nero Perugina: aumento della salivazione ed irresistibile voglia di andare ad intingere il dito nel barattolo della Nutella. Superata eroicamente la tentazione (dita incrociate dietro la schiena), la visione ha cominciato a diventare frustrante: parte bene, promette divertimento, ma poi diventa da coma glicemico, con la Binoche cioccolataia paraninfa e Depp ridicolo zingaro da fotoromanzo. Così, alla fine mi sono ritrovata con la voglia di acciughe.
Film altalenante e insipido (cosa terribile, visto il titolo). Contenuti da fumettone ottocentesco, si dipana attraverso controverse recitazioni, alcune buone altre banalmente mediocri. Se Depp delude non è un problema, Binoche ha sensualità 0 assoluto, Molina è efficace (forse si doveva insistere su quel ruolo). Chocolat non è chocolart. Miserevole la rappresentazione delle ricette, dei dolci, incomprensibile, non riuscirebbero ad attrarre nemmeno un goloso in crisi di astinenza come me. Consiglio: fatevi una cioccolata calda (in buona compagnia).
Funziona benino per mezzora, con la descrizione del borghetto e il classico incontro-scontro tra chi non ha paura ad aprirsi agli altri e chi è preoccupato di mantenere lo status quo. L'arrivo del gitano impersonato da Johnny Depp dovrebbe far decollare la storia e innescare violente passioni ma in realtà sfocia nel prevedibile e rende il tutto abbastanza noioso. Confezione comunque professionale.
Cornice suggestiva: il paesino è proprio una piccola perla, un borgo in cui si respira aria casalinga. Trama troppo modaiola, proprio come accade nei supermercati in cui ormai il banco cioccolato è inflazionato di prodotti che escono da pentoloni industriali, lussuosamente incartati come fossero fatti dalla maison di turno. E tutti a professarsi esperti di cioccolata. Poi i personaggi: sono figli di clichè datati, che stufano. Riconosco il valido mestiere di produttori e regista ma il film risulta troppo prevedibile e "vecchio".
Ha l'aria di un fotoromanzo retro, di un prodotto industriale decorato per conferirgli un aspetto artigianale. La storia della bella cioccolatiera (Binoche) che si confronta con il paesino bigotto è inizialmente graziosa, ma poi lo sviluppo convenzionale e manicheo riduce il tutto ad una sottilissima e zuccheratissima glassatura. I migliori sono Molina e la Dench, anche perché è difficile farli recitar male. Depp tutto sommato marginale. Ambientazioni suggestive, purtroppo relegate al ruolo di semplici sfondi.
Il protagonista di questa frizzante, ironica e poetica commedia è Sua Maestà il Cioccolato, che è sia cibo e bevanda degli dei, sia il grimaldello con cui viene scardinata la provinciale atmosfera bigotta che opprime un paesino della provincia francese. Brava e sensuale la Binoche, guappo il fascinoso Depp, ma rimane memorabile in particolare la prova di Molina nella parte di sindaco castigato e castigatore. Pur essendo un film ottimo, non ha ricevuto l’Oscar.
MEMORABILE: L’abbuffata del sindaco; La preparazione dei dolci.
Commedia qualunquista e prevedibile che aveva un soggetto di partenza buono, ma che non ha avuto il coraggio per andare oltre l'immancabile buonismo e i molti luoghi comuni. Si sfrutta la presenza di qualche volto noto, si creano facili atmosfere bottegaie e si finisce con punire i cattivi e premiare i buoni, in un intreccio da operetta.
Film che spalma la cioccolata su una massiccia varietà di malcelati stereotipi. L'agitatrice sociale al cacao è di per sé un personaggio improbabile, ma davvero caricaturali sono le ripercussioni cui dà vita in seno al bigotto paesino. L'uomo bruto, la falsa difesa dello status quo, lo zingaro tenebroso si rivelano ben presto pretesti narrativi e una sceneggiatura quantomai banale tramuta ogni attesa anticonformista in un insipido e melenso pastone. Non può nemmeno dirsi un'occasione sprecata perché è in toto un film ideato male. Scialbo.
Un film dolcissimo; forse anche troppo vista la quantità di cioccolato che viene mostrato al pubblico. Ma troppo dolce fa male così nella vita come al cinema, soprattutto quando attorno non ci si costruisce una storia solida ma un pasticcio fatto di banalità. Dispiace dirlo perché alla fine si riesce a voler bene ai personaggi, ma la storia è talmente melensa da perdere credibilità in ogni dove. Voglia di cioccolato la fa venire, ma solo di quello.
Un'opera che, tramite una sovrastruttura da commedia romantica, cerca di far riflettore lo spettatore sul tema dell'accettazione del diverso mettendo alla berlina l'ottusità della Chiesa e delle istituzioni. Certo lo stile è politicamente corretto (forse anche troppo...), ma il personaggio della Binoche è talmente positivo e dotato di una dolcezza fuori dal comune che rende il tutto sostenibile e apprezzabile. Hallström gira con gusto senza esagerare in personalità, orchestrando in modo corretto un'orchestra di all astr capeggiata da un valido Molina.
MEMORABILE: Il pentimento del personaggio di Stormare; La gamba della Dench; Il ritratto del nipote; La festa dei gitani.
Un tranquillo villaggio francese viene destabilizzato dall'apertura di un negozio di cioccolata da parte di una donna giovane e sensuale (la sempre ottima Binoche), che diventa riferimento per la comunità riuscendo a incrinarne il radicato perbenismo. Una favoletta intrigante ma con troppi stereotipi, che alla lunga si rivela stucchevole e melensa.
Non è solo l'atmosfera del paesino di campagna francese a essere sonnacchiosa, ma anche tutto il film. Parte in maniera abbastanza interessante per poi perdersi nella noia più totale. La storia infatti è estremamente scontata e piena di luoghi comuni stantii. Non si riesce a entrare in nessun personaggio, perché in nessuno di essi vale la pena di entrare. E sembra per la maggior parte del film di assistere a una pubblicità del cioccolato, ci manca solo la classica fastidiosissima voce suadente in sottofondo. Tremendo.
Speech-on e atmosfera storico-fiabesca accompagnano l'intera durata; un paesotto francese profondamente cattolico scombussolato dalla proprietaria della nuova cioccolateria e dalle sue ricette (quasi magiche) a base di ogni tipo di cioccolato (e come il cacao anche lei ha lontane origini Maya). Una favoletta-commedia romance, ma il sapiente equilibrio tra regia e sceneggiatura ne fanno un buon prodotto di consumo (come il soggetto, del resto) con un'ottima caratterizzazione dei personaggi e un cast brillante. Depp alla prima esperienza col cioccolato e con l'appellativo di pirata.
MEMORABILE: Il Conte-sindaco alle prese con la vetrina; La curata fotografia dei vari prodotti, preparazioni e ricette quasi da spot pubblicitario deluxe.
La tranquillità di un piccolo paese della Normandia viene "rotta" dall'arrivo di una donna con la figlia. Favola con tutti i crismi del caso: dai personaggi alle dinamiche. In un certo qual modo ha anche una sua morale. Non annoia, pur non essendo niente di eccezionale. Bel cast, con Molina qualche spanna sopra gli altri, in un ruolo adatto a lui. Apprezzabili la colonna sonora e la fotografia.
Bastano pochi minuti per capire di trovarsi di fronte a una fiaba in cui il cioccolato rappresenta l’elemento perturbatore. La voce narrante ci introduce in un piccolo paesino morigerato negli usi e costumi la cui “tranquillité” viene scossa dall’arrivo di una donna con la sua giovane figlia. Lo sviluppo della storia segue pedissequamente i topoi narrativi del genere e lo fa senza porsi troppi problemi. Ciò nonostante, si lascia seguire con tiepida soddisfazione, aiutati dalla bellezza degli scenari e dai buoni propositi che non mancano; qualche folata arriva anche dalle musiche.
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Disponibile in edizione Blu-Ray Disc dal 24/08/2011 per Eagle Pictures:
DATI TECNICI
* Formato video 1,85:1 Anamorfico 1080p
* Formato audio 5.1 Dolby Digital: Inglese
5.1 DTS HD: Italiano
Dolby TrueHD 5.1: Italiano
* Sottotitoli Italiano per non udenti Inglese
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