Il film m'è piaciuto parecchio: belle riprese ed effetti speciali che salvano i buchi di sceneggiatura e i dialoghi idioti. Ambientazione gotica e zombi intelligenti che lavorano di squadra. Peter Bark, Mariangela Giordano, e alcune scene che sono entrate di diritto tra i classici del cinemabis. Divertente e piacevole, promosso.
Il fascino di pellicole come questa sta tutto nell'approssimazione: da quella data dagli interpreti a quella generata da un soggetto fatto con dialoghi allucinati e poco curati. Andrea Bianchi è stato regista di decine di pellicole (di vario genere) fatte con questo tenore e viene - non a caso - rammentato solo in occasione di questo Zombi Horror (nobilitato dagli effetti speciali del grande Giannetto De Rossi) e del consimile (giallo) Nude per l'assassino... Un film non per nuove generazioni...
Uno dei capisaldi dell'horror-trash nostrano. Attori terribili (ad esser buoni), effetti splatter abbondanti ma rozzissimi, dialoghi esilaranti (molti sono ormai passati alla storia), regia approssimativa, montaggio pieno di errori (alcuni degni di un dilettante), musiche allucinanti (con effetti in stile fantascienza di serie Zz). Comunque il ritmo è alto e non ci si annoia mai. E poi c'è Peter Bark, il quale rende il film qualcosa di sublime. Orribile ma imperdibile.
Il film più trash che i mie occhi abbiano mai visto: dalla regia, alla trama, agli attori (e non aggiungo altro per non rovinare la sorpresa), tutto sa di trash. Un grazie ad Andrea Bianchi per le risate che mi faccio ogni volta che lo vedo: gli zombi sono veramente esilaranti e portano le scarpe da ginnastica. Da vedere almeno una volta nella vita.
Perla imperdibile del trash italiano che vanta numerosissimi estimatori. Il film, infatti, pur essendo davvero brutto, diverte non poco chi si imbatterà in esso: i dialoghi ridicoli, gli attori impresentabili, l'inverosimiglianza di alcune situazioni (frutto di una sceneggiatura pessima e grossolana) contribuiscono a renderlo indimenticabile. Se siete in cerca di crasse risate questo è il film che fa per voi.
MEMORABILE: Sicuramente il personaggio del "bambino", palesemente affetto da complesso edipico.
Film horror che assomiglia più ad una commedia demenziale, anche se non credo che la cosa fosse intenzionale... Decine di zombi in impermeabile e maschera coi vermi assaltano una villa (ovviamente stra-isolata e senza telefono) decimando i presenti per la nostra soddisfazione. Dialoghi risibili, regìa poverissima e musiche fastidiose... e ciononostante il film si fa guardare fino alla fine, sempre nell'ormai celeberrima logica del brutto che affascina. Una visione, non di più.
Notevolissimo. Trionfo di coratella e fegatini, affare della vita per le macellerie fornitrici, e materia di effettacci alla vaccinara davvero squisiti. Uno spettatore superficiale sarebbe incline a pensare che la tecnica sia la stessa del porno: tasto forward e via a cercare le scene clou. Grave errore, perchè il gore è la giusta punizione che la robusta etica del regista commina agli incredibili personaggi. Ai posteri l'allattamento un po' esagerato e gli zombi deossoriani con saio, ma non male anche lo scienziato (?) dell'inizio. Mistico.
Un trash che però non riesce a non piacere. Il cast è composto in gran parte da pessimi attori, tolta la bellissima Mariangela Giordano e il bravo Caporali (che rivedremo qualche anno dopo ne Le Nuove Comiche), ma l'ambientazione nella villa funziona e il sangue scorre copioso. Alcuni trucchi fanno pena, ma mediamente ci si diverte. Non così orrendo come si può credere a prima vista. Da vedere.
Un film sugli zombi semplice semplice con effetti speciali di rilievo e con la solita regia ammazzafilm di Bianchi. Buon successo all'epoca, alcune scene sono rimaste di diritto negli annali del trash ma siamo davvero su livelli qualitativi infimi, che lo rendono incommentabile.
Mega-cult del trash nostrano. La struttura è la tipica dei film zombeschi, con l'assedio dei morti viventi alla villa solitaria. Gli attori sono terribili e il tutto è reso ancor più bizzarro dalla presenza di un nano nella parte di un bambino con complessi edipici (autore di oscene avances alla madre, assolutamente esilaranti). Ma l'atmosfera morbosa tipica dei film di Bianchi c'è tutta e gli effetti speciali da sagra dello splatter sono efficaci e divertenti. Il fascino del brutto colpisce ancora, in questo imperdibile B-movie.
MEMORABILE: Gli zombi travestiti da monaci, la decapitazione alla finestra, il bambino-nano marpione.
Un gruppo di amici giunge in una villa, per ricevere una notizia che cambierà la vita... in morte! Ultra-trash zombesco, con sesso incorporato e la solita Giordano idonea, questa volta, a farsi masticare. La trama è un pretesto per mostrare mostri zombi, tette, cagnotti e parti interne del corpo umano e questo avviene già dopo pochi minuti dall'inizio del film, senza inutili perdite di tempo. Sicuramente da vedere per poter farsi una idea di come era possibile riempire le sale dei cinema senza i soldi dello stato... magari col J&B che girava dappertutto!
Bravo Andrea Bianchi! Al posto delle solite schifezze ci regala un film sì brutto, sì trash ma divertente. Attori incapaci, situazioni stracomiche (i due innamorati faccia a faccia con gli zombies, la Giordano che massacra una zombie) e soffermatevi sopratutto sugli zombies e le assurdità nella scena della decapitazione. Un must!
MEMORABILE: Il morso alla Giordano, la decapitazione e il dialogo con pronuncia "inglese" tra la Giordano e il suo amante.
Se si vogliono fare quattro risate, vedendo un gruppo di babbei, tra i quali, una madre con un figlio che fa più impressione degli zombi, degli zombi etruschi fatti di pongo e cartongesso e un saggio di recitazione da teatrino dei burattini (occhio a ciò che dicono e, soprattutto, a James e alle sue espressioni), è consigliabile. Devono però piacere anche le viscere esposte e i vermi, altrimenti astenersi. Dovrebbe essere un horror, ma quando si vedono certe scene (i grugni stessi degli zombi; La tagliola da lividi; I frati con sorpresa; Gli zombi organizzati), la risata è inevitabile.
MEMORABILE: La cameriera, inchiodata alla finestra da uno zombi e successivamente decapitata utilizzando una falce dal lungo manico; La tetta strappata a morsi.
Le scene negli interni (villa isolata, attori impresentabili, dialoghi velleitari, spruzzate di sesso che vorrebbe essere pruriginoso ed il solito immancabile adolescente arrapato) ricordano il trash di Patrick vive ancora. Gli assedi dall'esterno (zombie che deambulano con incedere soporifero, montaggio approssimativo, inseguimenti che paiono eterni) portano alla memoria il trash dei Resuiscitati ciechi. Si salva il make-up dei morti viventi, ma sinceramente non avevo mai visto delle teste fracassate che somigliano al salvadanaio di terracotta quando finalmente è spaccato.
Il film sugli zombi più scalcinato di tutti i tempi, alla fine non si rivela però il peggiore. La genuina confezione trash, la comicità involontaria, la sceneggiatura demenziale, lo splatter artigianale ma deciso, contribuiscono a salvarci dalla noia. Certo, la coppietta che vede apparire il primo zombi putrefatto e minaccioso sciorina un dialogo di questo genere: (lei) "è mostruoso"; (lui) "non è umano, non ha più nulla di umano, è come corroso dal tempo". Non è impagabile?
Conoscendo il pedigree di questo film, perfino all'estero, è impossibile aspettarsi neanche lontanamente un erede di Fulci. Bianchi è un incapace e assistito da una pletora di incapaci, mette su un horror proprio demenziale. Però il film diverte, non è mai noioso ed è condito da effettacci piuttosto gustosi, anche se il make-up zombesco è mediocre. Alla fine pure il cast scadente ci sta tutto, a partire dal bimbo Micheal (bimbo di 30 anni, su per giù) che osserva finemente: "Mamma, questo straccio puzza di morto". Grandissimo.
MEMORABILE: Il primo zombie con il complesso di Edipo e le continue scene di sesso assolutamente "a gratis".
Film sicuramente trash, per l'ingegnuità o la stucchevolezza di personaggi, dialoghi e situazioni; ma le truculente scene horror - su cui la regia si sofferma compiaciuta - lo riscattano parzialmente, rendendolo nel complesso godibile. Indimenticabile (!) il personaggio del "piccolo" Michael, specialmente nel suo ricongiungimento finale con la madre.
MEMORABILE: La decapitazione della cameriera; il piccolo Michael diventato zombie che stacca a morsi il seno della madre.
Ambientazione incerta tra tombe etrusche e protagonisti inglesi che guidano a sinistra. Qui gli zombi sono evoluti (prima di Romero, chissà?): usano falci, martelli, picconi e addirittura travestimenti. Non parliamo della psicologia dei pesonaggi (il rapporto edipico tra la madre e il bambino), chiaramente in chiave ironica. Il film è girato male, in gran parte delle scene si vedono i primi piani degli zombi e delle vittime che urlano. Ci sono comunque da salvare la location, la violenza e lo splatter che malgrado tutto nel finale inquietano.
Con assoluto mestiere Bianchi concilia "alla perfezione" erotismo patinato, pulsioni incestuose ed esplosioni ultra-splatter. Gli effetti speciali, assolutamenti artiginali, fanno la loro onesta figura. L'atmosfera ricreata strizza l'occhio al putrido e al malsano (e non è affatto male!). Purtroppo l'inspiegabile lungaggine di certi piani sequenza e il ritmo super lento ammosciano disastrosamente ciò che di buono si era fatto. Un'ora e mezza di delirio, assolutamente imperdibile. Cult.
A ben vedere questi zombi etruschi ("corrosi dal tempo!") non sono nemmeno un granché: ok, fanno impressione (non quanto il bambino) con i vermetti che gli penzolano dalle narici, ma quei vestiti tutti uguali e quei movimenti con le braccia tese (neanche fossero sonnambuli) li fanno diventare ridicoli in poco tempo. E il film altro non è che una fuga tra giardino e interno villa, malsano al punto giusto ma pieno di strafalcioni e dialoghi prevedibili. Ottimo il dosaggio splatter (i crani spappolati e la tetta sbranata).
So bad it's good. Perla trash che ha fatto storia, nel suo piccolo. Un delirio di splatter, ridicolo, dialoghi assurdi e tanta sciatteria. Orribile il "bambino", memorabile la scena in cui morde la tetta della madre. Se vi piacciono i film di serie C2, talmente pessimi da risultare irresistibili, non perdetevelo. Non spaventa, non inquieta ma di certo non annoia.
MEMORABILE: I "mostri viventi"; "E' come... corroso dal tempo"; Il bambino zombi.
Capolavoro del cinema trash involontario italiano e solo per questo meriterebbe 5 pallini! Il film non annoia praticamente mai e si ride dall'inizio alla fine: la recitazione degli attori, la ridicola colonna sonora, i dialoghi improponibili, scene senza senso, zombi ninja con teste di terracotta! Il regista meriterebbe una statua per aver concepito una tale opera. Il punto più inquietante del film però è rappresentato dal "piccolo" Michael, un 30enne che fa la parte di un bambino con il complesso di Edipo. Da guardare in compagnia per ridere!
Zombie-movie all'amatriciana (anzi alla coratella) con un'atmosfera generale fra il demenziale e l'assurdo, ma non priva di qualche attrattiva divertente. La componente morbosa acuisce il clima sfrenatamente irrazionale, rendendolo ancora più cheap. Eppure questo gioiellino rubbish si fa notare e guardare con disincanto sino alla fine. Scene cult: la mano sventrata e la tetta sbranata dal nano finto-bambino!
Una zombata pazzesca. Uno di quei film per stomaci forti e deboli di mente (tra i quali ovviamente cinematograficamente mi annovero) la cui visione offre troppi motivi di delirante divertimento per privarsene una volta della vita. Lo script del matusa dei generi, Piero Regnoli, è carne putrida più che riscaldata, di cui il sig. Bianchi compie perfetto apocalittico macello. Di inveterata sciatteria l'intera messa in scena, ma particolarmente memorabile l'incestuosa attrazione tra il nano Bark e Mariangela Giordano. Certe tombe non andrebbero scoperchiate.
MEMORABILE: Lo sgranar d'occhi del "piccolo" Michael; Il morso alla zinna; L'idea, per la verità non malvagia, del travestimento da frati degli zombi.
Pensavo che Il bosco 1 e Talisman fossero i peggiori horror mai realizzati in Italia, ma dopo questo tocca rivedere le stime al rialzo. Se non fosse che si prende maledettamente sul serio, questo film potrebbe essere il “Trinità” del genere zombi-horror: ogni cliché viene demolito, smontato e smitizzato quasi scientificamente. Il risultato è al tempo stesso esilarante e agghiacciante. Indimenticabili (in negativo) dialoghi e colonna sonora. Un pallino, ma è da vedere!
MEMORABILE: Lo zombi che risorge dalla fioriera (che penso volessero spacciare per sepolcro etrusco); Il terrificante bambino-nanetto.
Mediocre horror di un regista mediocre quale Andrea Bianchi. C'è poco o niente di originale nella storia. Perdipiù ci sono attori che onestamente sono tutt'altro che convincenti. Il make-up degli zombi è tuttavia giustamente da apprezzare, così come tutto sommato le musiche.
Il più assurdo degli zombie-movie made in Italy e quindi, trashisticamente parlando, il più imperdibile. I soldi sono pochi e Bianchi non si perde in chiacchiere: fa uscire subito gli inquilini dalle tombe e dà il via alle danze senza tante storie, fra decapitazioni, sbudellamenti e appetitosi pasti a base di carne umana. Soltanto che dopo il primo quarto d'ora il film è virtualmente finito e il resto è solo una lenta e indigeribile reiterazione delle stesse scene. Qua e là spunta qualche intermezzo erotico, giusto per non farsi mancare nulla.
MEMORABILE: Il bimbo-zombi che divora la tetta della madre.
Dopo gli esempi di Romero, Fulci e Girolami, anche Andrea Bianchi si dedica agli zombi, esseri in putrefazione – qui piuttosto astuti e vigorosi - risorti dall’Aldilà e famelici di carne umana. Squallidissimo, accatastato su una sceneggiatura (di Piero Regnoli) pressoché inesistente, dialoghi pietosi, trucchi da carro di Carnevale e un cast di impresentabili che comprende, tra gli altri, le divette del soft-core dei poveri Karin Well e Antonella Antinori e il freak Peter Bark. Roba da chiodi.
MEMORABILE: La cameriera decapitata con una falce dopo che la sua mano è stata inchiodata ad una persiana; il tornio fulciano finale.
Film imprescindibile per tutti gli amanti del cinema trash italiano. Zombi movie a bassissimo budget: trama inesistente, villa isolata, dialoghi scontati e ridicoli, recitazione da parrocchia e un po' di tette e culi per mantenere viva l'attenzione. Tuttavia ben curato il trucco degli zombi. Geniale la svolta, nel momento in cui il film giunge a un punto morto, di far travestire gli zombie da frati per la mattanza finale. Un must a tutti gli effetti!
MEMORABILE: L'uccisione della cameriera; Il piccolo Michael (Peter Bark) che strappa a morsi la tetta della madre.
Trash, ma piacevolissimo da vedere; le situazioni assurde e paradossali, l'evidente povertà dei mezzi, i dialoghi deliranti, lo splatter debordante fanno di questo film un cult per ogni trashofilo e ogni splatterofilo. Similitudini con il capolavoro di Romero, ma anche con La csa di Raimi (vedasi l'archeologo che, tramite la lettura di un testo antico, risveglia le forze del Male).
MEMORABILE: "Sembri proprio una m...!"; L'ormai celeberrima scena incestuosa tra la Giordano e Bark; L'uccisione della Giordano (anch'essa ormai famosissima).
Per me rimane Zombi horror il suo vero titolo, perché rispecchia meglio la pellicola di Bianchi; un'orda di morti viventi etruschi escono dai sarcofagi per seminare morte e contagiare quanti gli capitano a tiro. Chiedere una buona recitazione al pessimo cast sarebbe azzardato, così come aspettarsi una grande sceneggiatura e buone musiche, quindi ci si deve accontentare di qualche seno scoperto e molti banchetti di carne umana. Alcuni momenti comici, cercati o meno, sono divertenti. Passabile, ma solo per appassionati di budella al vento.
Simpatico pasticcio zombi-horror dei primi Ottanta, merita una visione se non lo si prende sul serio ma si è guadagnato, nel tempo, un posto d'onore fra gli appassionati del genere. Dimentichiamo la scrittura, gli attori sono, chi più chi meno, pessimi, il trucco è affrettato, ma certo la performance di Peter Bark è rimasta fra i classici del cinema nostrano: è difficile non affezionarsi al nano. Non mancano, peraltro, momenti degni di nota disseminati in un mare di approssimazione.
MEMORABILE: Il complesso di Edipo; La decapitazione con la falce fuori dalla finestra.
L'incedere del film, ipnagogico e macilento, è quello stesso degli zombi: quanto a tecnica e parco attori, Bianchi non ha nulla su cui contare; ma sa che make-up e splatter di De Rossi e Prestopino sono tra i più belli dello zombesco all'italiana. E il film è innanzitutto un tributo all'artigianato dei due maestri, esaltato nel dettaglio necroforo, nei ralenti subliminali. Il narrato, che appiattisce il fantastico en plein air tra fontane e roseti, è oscenamente pedestre. Peter Bark resta tra le pagine imprescindibili della trash culture mondiale. Allucinante, indifendibile, quindi prezioso.
MEMORABILE: La decapitazione della serva alla finestra; l'ossoriana tavolata di frati zombie.
Bianchi, saltellando qua e là in tutti i generi possibili del nostro cinema bis, con questo amabile trash-movie (su tutti il nano Peter Bark spacciato per bambino) ha onestamente dato il suo tributo allo "zombesco"; una pellicola che, nell'evidente povertà di mezzi, riesce a essere a tratti attanagliante. Sul versante degli effetti speciali c'è da rallegrarsi, in quanto lo zombi etrusco qui proposto (credo peraltro unico caso nel cinema) per i canoni di allora è assolutamente convincente. C'è da ridere, ma stavolta senza troppo sdegno.
Pellicola di culto per i fan dell'horror trash italico. Trama ridicola, attori di serie "Z" come "giustamente" si addice al genere, e un regista (Andrew White... solito inglesismo per celare Andrea Bianchi) che tanto ricorda la diabolica coppia "Mattei/Fragrasso"... Il film è orripilante in tutti i sensi, incluso il discreto make up di Giannetto De Rossi. Da segnalare la Antinori (non nuova a tali filmacci) e il finto bimbo. Serie Z, ma i fanatici lo ameranno.
Il lavoro di Bianchi meriterebbe di essere valutato secondo un metro differente per diverse ragioni, in quanto è uno di quei casi in cui si va oltre il concetto di trash comunemente noto. Paradossalmente assume un certo fascino malgrado la pochezza che lo caratterizza e la completa assenza di trama. Non lesina in quanto a teste fracassate e smembramenti con tanto di frattaglie sempre in bella vista oltre che a zombi a non finire. Degno lavoro agli effetti speciali e al trucco, mentre resta memorabile la scena del seno.
Bianchi infiamma la libido con un'opera zozza e morbosissima, dove salta fuori l'indole del regista di Cora e La moglie di mio padre. Sì, perché la parte incest con le pulsioni sessuali del ragazzino verso la madre è un capolavoro del sordido (gelosia possessiva, occhiate lascive tra il décolleté e le gonne) che nemmeno Kirdy Stevens. Poi ci sono qualche splatterata fatta in casa e i grotteschi mascheroni di Giannetto De Rossi, ma il putridume alla Oltretomba è servito con portate di puro weird marcio e puzzolente e l'ossessione incestuosa resta un must.
MEMORABILE: "Sembrano corrosi dal tempo"; Le espressioni del professore prima di morire, tra l'espressionismo d'avanguardia e le comiche di Benny Hill.
Potrebbe essere da mezzo pallino come potrebbe meritarne cinque; guadagnati tutti sul campo, giocando con sincero agonismo la partita del trash incontenibile e in decomposizione. Denso di indimenticabili momenti topici (uno su tutti il quasi consumato incesto), si distingue per genuina capacità di intrattenimento, sublime artigianato fuori controllo, anarchia stilistica e accensioni psichiatriche. È un oggetto che lascia ipotizzare un composto di immagini plasmate secondo idee in libertà di cinema eversivo (a suo modo, ovviamente).
Bianchi annienta da subito ogni logica ammannendoci (ex abrupto) adolescenti inquieti, copule, magie etrusche e frati zombi putrescenti. L'effetto di tale impasto di assurdità (a volte se ne è basiti, altre si sghignazza) si rivela, alla lunga, quasi ipnotico: di qui la considerazione di cui gode la pellicola. Per fortuna soccorre imperiosa la ragione: solo di assurdità si tratta. Esilaranti la pistoletta con ben undici colpi e l'inopinata tagliola. Non male il trucco dei mortacci.
MEMORABILE: Il morso avido-edipico alla poppa materna.
Un must. Non ci sono molte parole per descrivere cosa sia questo film, che riesce a essere brutto, squallido, violentissimo, erotico, morbido ed esilarante. Forse il definitivo punto di intersezione fra il cinema bis più godibile e la serie Z più becera e inguardabile. Effetti splatter artigianali ma copiosi, recitazione terribile da parte dell'intero cast, scene di una ridicolaggine quasi ricercata, incesti edipici con attori nani in vece di bimbi, dialoghi che brillano di luce propria. Uno di quei film che vanno visti per essere creduti.
Va riconosciuto: per scalcinato che sia l’acting, il necro-serraglio etrusco di Bianchi un timor panico più certo che vago lo incute ancora oggi: un lebbrosario deossoriano, un défilé di putredo che i morituri romerian-fulciani te salutant, tutt’altro che secondo a una personale di Goya, avvallato da uno score tipo Cluster incarogniti che fa da rafforzativo all’inquietudine. E amen se dialoghi situazioni attori, subalterni alla carneficina, vanno a nostro disdoro (o ludibrio, secondo come); tutto è ripagato da sperticata macelleria capitanata da De Rossi e Prestopino pinnacolari come non mai.
Poco o nulla da salvare in questo horror di grana grossa. Personaggi in larga parte improponibili e di bassa credibilità filmica (il "bambino" su tutti), dialoghi che non brillano per originalità, una discutibile parentesi gratuitamente morbosa fra una madre e il figlio e altre amenità assortite. Priva di raffinatezza negli stilemi del genere, la pellicola sconfina nello splatter e nell'eccesso di dettagli ripugnanti (zombie con i vermi, banchetti di interiora umane) che inutilmente cercano di coprire la modestia complessiva dell'opera.
Risvegliare il sonno dei morti (etruschi in questo caso) non sembra una grande idea e, a farne le spese, sarà un gruppo di persone invitate a una fantomatica festa. Bianchi ci mette dentro quanto di più morboso possibile per rendere interessante la scrittura di Regnoli, inserendo neanche troppo velatamente una dinamica incestuosa madre-figlio con scarsi risultati. Il film è mediocre da tutti i punti di vista - effetti speciali compresi - e non riesce quasi mai a suscitare un vero interesse. Pessimo.
Bistrattata da molti per l'animo trash e amatoriale, la pellicola lascia invece il segno per questo suo modo di essere che rende le atmosfere più morbose, acide, malsane. La maggioranza di film sui morti viventi utilizzano il buio per nascondere l'essere approssimativi, ma qui è tutto alla luce del sole, con gli effetti speciali artigianali di De Rossi che risultano ancora più efficaci. La recitazione è quel che è, come i dialoghi (quali?), ma si rimane incollati allo schermo affascinati dagli interni, dai morti viventi intelligenti e da qualche scena di nudo. Fantastica la locandina.
Film preceduto dalla sua brutta fama: in effetti è zeppo di errori di continuità, la sceneggiatura è senza senso, i dialoghi sono assurdi e le interpretazioni lasciano a desiderare. A suo favore ha, però, alcuni momenti di buona tensione, un notevole make up degli zombi, splatter abbondante (anche se gli effetti sono così così) e una vena gustosamente malsana nel rapporto edipico madre/figlio tra Giordano e Bark. Possiede il tipico stile delle produzioni Crisanti del periodo (Giallo a Venezia, Patrick vive ancora) ma, in fondo, non è così tremendo come si sente dire.
MEMORABILE: Chirizzi che cerca di liberare la Well dalla tagliola; Bark che azzanna il seno della Giordano; I finti frati.
Difficile commentare un film ultratrash, zeppo di errori assurdi e con una sceneggiatura e una recitazione tra le peggiori mai viste, che però intrattiene e diverte, proprio grazie ai suoi strafalcioni e a un pizzico di ingenuità che fondamentalmente fanno bene al film. Chi è curioso dei limiti ai quali il cinema può arrivare e cerca un sano trash italico lo troverà un capolavoro. Dialoghi ed effetti speciali da Oscar del serie Z. Eppure affascinante nella sua bruttezza. Curiosissimo.
Romeriano e carpenteriano, ossoriano e al tempo stesso perfetto figlio cinematografico di Oltretomba e Terror, stracult di livello mondiale nonostante tutto e soprattutto grazie ai suoi lati più estremi: la "recitazione" straniante a dire poco di alcuni attori, l'ormai leggendaria presenza di Peter Bark, gli ettolitri di sangue e i chili di budella, i morti viventi più putrefatti e schifosi mai visti al cinema, la sudicissima sottotrama edipico/morbosa firma stilistica della premiata ditta Bianchi-Regnoli. Cinema viscerale, vero culto non solo nostrano ma universale.
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Se vuoi ti posso scannerizzare la Martin, ma la Cosmo non la posseggo, indi per cui...
non è sicuramente il secondo link (che come label riporta curiosamente gong, non martin...). più facile sia il primo ma avrei bisogno di vedere le foto sul retro, mi ricordo assai più quelle. lo sfondo della fascetta/locandina però lo ricordo nero, non rosso. la sola certezza che ho riguarda il titolo.
Se vuoi ti posso scannerizzare la Martin, ma la Cosmo non la posseggo, indi per cui...
non è sicuramente il secondo link (che come label riporta curiosamente gong, non martin...). più facile sia il primo ma avrei bisogno di vedere le foto sul retro, mi ricordo assai più quelle. lo sfondo della fascetta/locandina però lo ricordo nero, non rosso. la sola certezza che ho riguarda il titolo.
Quasi sicuramente era la Cosmo (non mi risultano edizioni Golden video del film)
La Gong video era una "sottomarca" della Martin, come dire Video Ciak/Domovideo per intenderci
Come Le notti del terrore uscì per la Gala e per Star video, il resto Zombi Horror
grazie. mmm...ma sai che anche così non mi sembra lui...colore dello sfondo e corredo fotografico non combaciano. eppur a rigor di logica non può che essere questo. (per la gala uscì sempre come le notti del terrore, giusto?)
Schramm ebbe a dire: grazie. mmm...ma sai che anche così non mi sembra lui...colore dello sfondo e corredo fotografico non combaciano. eppur a rigor di logica non può che essere questo. (per la gala uscì sempre come le notti del terrore, giusto?)
Sì, la Gala come Le notti del terrore (appena scritto sopra), con una cover da "stalking/thriller" movie che c'azzeccava un h
Se non erro la Cosmo fu la prima a editarlo in vhs, quello che girava di più nei videonoleggi
Schramm ebbe a dire: grazie. mmm...ma sai che anche così non mi sembra lui...colore dello sfondo e corredo fotografico non combaciano. eppur a rigor di logica non può che essere questo. (per la gala uscì sempre come le notti del terrore, giusto?)
Schramm per me tu parli di quella Avo Film poiché le descrizioni combaciano
- titolo Zombi Horror
- Retro Nero
Markus ebbe a dire: Panza ebbe a dire: Il film è del 1981.
Il visto censura è del 24 ottobre 1980, quindi dovrebbe essere circolato sul finire di quell'anno. Distribuzione regionale: ho cercato negli archivi on line, ma temo non sia circolato né in Piemonte (La Stampa) né nel Lazio (L'Unità). Altri archivi/Regioni?
Qui a Bologna (Emilia Romagna) è circolato sia in prima che seconda visione.
Fonte : quotidiano Il Resto Del Carlino
HomevideoZender • 8/01/24 13:51 Capo scrivano - 47899 interventi
Ottimo il bluray della 88films chiamato "Burial ground", con traccia italiana e sottotitoli escludibili. La durata è esattamente di 1h 25' 13". Inevitabile la grana, ma i colori sono finalmente belli solidi.