(BABY VINTAGE COLLECTION) Mario Landi (valoroso pioniere dello sceneggiato televisivo e autore tra gli altri della prima serie di Maigret, personaggio cui dedica un paio di autocitazioni) confeziona un thriller dall'andatura svogliata povero nei contenuti e in tutte le altre componenti cinematografiche: dalla fotografia al montaggio fino alla recitazione, le scenografie... Il cast è da brividi: nella parte dell'uomo a cui la sua donna non sa dire di no troviamo addirittura Gianni Dei; Jeff Blynn è invece il commissario che conduce scalcinatamente le indagini, perennemente intento a divorare uova sode...Leggi tutto (o comunque a giocarci) e ad agitare convulsamente braccia e mani in un una mimica ridicola e forzatissima. Conciato come un Maurizio Merli con parrucca alla Branduardi, Blynn fa a volte scompisciare per la messa in piega modello "mi sono appena svegliato scusate". A completare il cast troviamo la bella Leonora Fani (non al suo massimo come forma fisica) e l'immancabile Maria Angela Giordano (destinata a una fine atroce: immobilizzata al tavolo da cucina e mutilata a colpi di sega in una sequenza ad alto contenuto splatter, davvero insostenibile). La componente erotica del film è preponderante (lo si capisce quasi subito), ma Landi cerca di sostenere la sua idea di "giallo" fino alla fine, condendo il tutto con un bel po' di sangue (tremende anche le forbiciate su genitali maschili e femminili); ma l'atmosfera è un po' da film amatoriale (Venezia ppare anonima come di rado le è capitato), tanto che non si può dire nemmeno spicchi tra i vari, squallidi erotici di quegli anni.
Tremendo giallo sul Canal Grande, che mescola vaporetti stracolmi a turpi effettacci finendo con l'essere un'esperienza strana, di serie Y, ma da fare. Disinibite la Fani e la meno giovane Giordano. Cast secondario preso chissà dove, ma il peggiore di tutti è Jeff Blynn, chiamato scherzosamente "Maigret" da Capritti perché il regista è Mario Landi, che a lungo aveva diretto Cervi per la tv.
Discontinuo e raffazzonato. Una trama gialla decisamente blanda cede presto il passo ad un erotismo ai limiti dell'hard con protagoniste le nudissime Leonora Fani e Mariangela Giordano. Gli omicidi sono tutti estremamente cruenti: spiazzanti quello con la benzina e soprattutto quello, molto insistito, con la sega elettrica il cui effetto gore rimanda alle pellicole di H.G. Lewis. Trashissimo Gianni Dei, che si atteggia a star.
Bruttissimo e noiosissimo giallo di fine Anni Settanta. La trama è quasi inesistente e viene presto sostituita da numerosissime scene di sesso (parecchio spinte) e qualche scena splatter (molto violente, ma realizzate malissimo), tra le quali va citata quella dell'omicidio col seghetto. Il protagonista Jeff Blynn (che nel film non fa altro che mangiare uova sode), una specie di clone mal riuscito di Maurizio Merli, non si può vedere, e Gianni Dei ci fa la figura dello stupido.
Raggiunge vette inarrivate di orrore non tanto negli splatterosissimi delitti quanto nei plurimi e polimorfi accoppiamenti Dei-Fani, e nel vomitevole ingozzamento di uova sode di Blynn. Ovviamente ha tutti gli ingredienti del culto trash (c'è anche Vassili "Spirito Santo" Karis!), per cui sopravviverà a molti migliori. Sigh. Maigret, dal suo appartamento, scuote il testone bofonchiando.
Film di rara bruttezza costellato di personaggi di rara stupidità. Più che un thriller una sorta di soft-core con parentesi gialle. In ogni caso la noia regna incontrastata. Gli attori fanno a gara a chi recita peggio ma su tutti spiccano un patetico Gianni Dei e un Jeff Blynn semplicemente ridicolo che ripete sempre la stessa battuta: “Peggio per lui o lei”, a seconda del sesso della persona cui si riferisce. Solo per gli amanti del brutto.
Film davvero deprimente e difficile da vedere fino in fondo. Quando ci si rende conto che le goffe scene di sesso (mal pensate e recitate) prendono quasi tutto il tempo di durata della pellicola, è troppo tardi. Si può quindi cercare di restare a guardare in attesa di qualcosa da salvare, ma è tutto inutile. Il film appare dilettantesco in tutti i suoi aspetti, il direttore della fotografia forse era rimasto a terra quando la troupe aveva preso il vaporetto e le scene di Venezia visibili sembrano tratte da un documentario amatoriale. Repellente.
Incommentabile "giallo" fine Anni Settanta. Praticamente un lento film porno-thriller che non arriva mai al dunque. Jeff Blynn, il commissario di turno nonché mix tra un tardo Maurizio Merli e un giovane Claudio Caniggia, si limita a sfoderare un umorismo da "La settimana enigmistica", inframezzato da scorpacciate di uova sode che tiene sempre pronte nel taschino della giacca. Gianni Dei, nella parte dell'erotomane tossicodipendente, raggiunge forse il picco più alto della sua carriera dopo la performance in Patrick vive ancora. Imperdibile.
MEMORABILE: La fustigazione della Fani con amplesso incorporato.
Allucinato giallo, che merita d'esser visto per la sua "eccentricità". Sulla linea di Patrick vive ancora, per intendersi, siglato dallo stesso Mario Landi. L'estremità di contenuti (sul versante sleazy) rimanda ai contemporanei fumetti per adulti (Storie Blu, Terror, Oltretomba). La sceneggiatura delirante passa in secondo piano, di fronte ad una messa in scena povera e confusa, rappresentata da attori ed attrici allo sbando. Il gore eccessivo sfuma, spesso, nel grottesco per via dell'approssimazione di effetti (poco) speciali. Un caposaldo del cattivo gusto della serie "so bad it's so good".
Ingenuo gialletto che spinge decisamente sul lato erotico. La storia in sé non sarebbe nemmeno malaccio (psicologia spicciola sulle perversioni sessuali a parte) se il ritmo non fosse fin troppo spezzettato dalle tante sequenze di nudo con la Fani e la Giordano. Blynn e Capritti poi sono forse i due poliziotti più improbabili del cinema italiano, ma tra un paio di scene splatter e qualche bell'esterno lagunare si può dire che il film non annoia lo spettatore. Facile dimenticarlo in fretta, in ogni modo.
Film "gemello diverso" di Patrick vive ancora, propone ancora una volta sesso spinto e violenza, qui talmente esagerati da risultare ridicoli (la gamba della Giordano e l'uomo carbonizzato). Ottimo Gianni Dei nella parte di un vizioso tossicomane, perfetta la Fani nel ruolo di vittima sacrificale. Comica la trovata del commissario che gira con delle uova sode nei jeans...
MEMORABILE: Il viso di Gianni Dei che vede la Fani nuda pancia al letto e...
Incredibile trashata. Incerto sulla direzione da prendere, soft-core audace o giallo con picchi gore, il regista opta per un mix delle due cose, con una propensione alla lungaggine nelle scene erotiche (noiosissime e tristissime). Le parti gore sono notevoli, ma non bastano a sollevare dalla tremenda mediocrità questo pasticcio. Venezia non è mai stata fotografata in modo così anonimo e gli interpreti sono agghiaccianti, tra un Gianni Dei patetico e una Leonora Fani con cellulite (per non parlare degli altri). Mezzo pallino in più per il gore.
Sia la versione integrale che quella tagliata sono ottime. È un film un po' paradossale, ma non è assolutamente un serie Z. La sorpresa vera è il non collegamento tra i due avvenimenti, mentre ogni personaggio, ad iniziare dal commissario, esprime al meglio i propri sentimenti, tanto che alla fine non ci si accorge di aver visto uno slasher. Eccellente anche Gianni Dei, il quale non è mai normale, in alcun film. Abbastanza attendibile il movente... per gente pazza. Superba la colonna sonora.
MEMORABILE: Le uova, la frase del coroner su... un'Italia di depravati; Lo sfrontato esibizionismo di Gianni Dei...
Sciatterie e superficialità su ogni fronte, dalla recitazione (e dire che la Fani, pur se giovanissima all'epoca, solitamente è un'ottima attrice!) alla storia e alla fotografia (che trasforma la bella Venezia in uno squallido porto marino), creando buffi eccessi di trash. Tutto all'insegna del cattivo gusto, il quale ci è dato soprattutto dall'estremizzare le scene di sesso (comunque softcore) con amplessi e giochi sadomaso a tutto spiano. Lo splatter non è realizzato male, ma stona molto, data la piattezza generale.
MEMORABILE: La scena dell'amputazione dell'arto della Giordano e quella dell'uomo bruciato, vivo e agonizzante.
Una Venezia irriconoscibile (da sembrare quasi una oscura località affacciata sul Bosforo) fa da sfondo a questo film tremendo. Landi si impegna, con cocciutaggine inspiegata, nel realizzare un prodotto il meno artistico e fine possibile: tecniche registiche e bella recitazione cedono il posto a sciatteria, approssimazione, interpretazioni ridicole e tragicomiche morbosità da sottoriviste di quart'ordine. Le scene sanguinose, seppur crudissime, sono imbastite alla meno peggio, mentre le musiche di Pisano risultano totalmente fuori contesto.
MEMORABILE: Jeff Blynn che ingurgita uova sode una dietro l'altra e la coppia ridicol-masochista formata da Gianni Dei e Leonora Fani.
"Giallo a Venezia" lo può incontrare chi cerca la presenza di Leonora Fani, già splendida in in Nenè. Se non altro si ha la conferma di una cosa: gli attori (escludendo i mostri sacri) sono più o meno bravi a seconda di come vengono diretti e di quello che sono costretti a fare su certi set. Se però il film lo si guarda con la predisposizione al riso, il divertimento è assicurato.
Più erotico che thriller, lo si dice di tanti gialli: ma questo è veramente squallido come un porno senza sesso esplicito. Un paio di omicidi particolarmente truculenti non risollevano l'attenzione e si sdrammatizzano da soli per l'improponibilità degli effetti. Venezia è praticamente assente dopo la cartolina dei titoli. Dei e la Fani bisseranno in Peccati a Venezia.
La classificazione internazionale è già un commento: eurotrash-eurosleazy. La versione visionata (brasiliana) è indicata come la più uncut, indugiando maggiormante sulle scene di sesso (volgarissime) e trovando la massima rappresentazione dello squallore in un breve momento hardcore maschile (all'interno del cinema). Dei è scatenato: un maniaco totale, drogato ed esaltato esibizionista (e alla fine pure vouyeur). Tutto questo film è improntato al profilo del disgusto, massificando i personaggi e le loro azioni. Obiettivo raggiunto.
Un lungometraggio banale e perverso, da vedere solo per chi ama Venezia e i film lì ambientati (fra l'altro se ne vedono solo scorci), il film è un giallo caratterizzato da punte di una morbosità e di un vuojerismo, non soliti. L'attore protagonista, non nuovo a queste "sconcezze" (vedi Manhattan gigolò) si trova completamente a suo agio in prodotti di tale livello. Alcuni delitti sono feroci, specialmente quello della prostituta a cui vengono infilate le forbici nella vagina. Da vedere e dimenticare.
Più soft-core che giallo questo film è un supercult. Avete notato che per essere un "raro" è stato visto da molte persone? Una ragione ci sarà pure, no? Per gli amanti del trash più trashofilo è da antologia. Il film omaggia i vari generi Anni 70: il poliziottesco (il commissario sorta di cugino alla lontana di Merli), l'erotico (scene erotiche che ricoprono la maggior parte dei tempi del film per sprofondare in un soft-core che si trasformerà in hard negli anni vicini a venire), lo splatter: scene splatter alla Fulci.
Adorabile. Vero esempio di "Z-movie" tutto italiano, patetico quanto geniale nel suo saper essere perfettamente ridicolo. I seguaci della Fani e della Giordano, indubbiamente, lo ricorderanno a vita. Dei è la caricatura di se stesso, quindi anche lui è memorabile a prescindere! In Germania è stato bandito per anni, ma in quegli anni è stato fatto comunque di peggio. Cinema popolare, assolutamente "low-cost"... sarebbe impensabile, oggi, fare un film simile!
Filmetto che mischia splatter e porno soft in una Venezia irriconoscibile. Gli attori recitano da cani, i poliziotti sono tra i più sgangherati della storia. Anche lo studente-maniaco che non si priva mai di un paio di enormi occhiali scuri fa piuttosto ridere. A cercare di salvare il salvabile numerosi ed evitabili amplessi, un commissario che divora uova sode e il suo vice che a tratti sembra un Kojak di serie Z...
Mario Landi, o dell'insipienza+furberia. Il regista impressiona immagini di un piattume amatoriale una vicenda gialla che cede il posto a Dei che se la fa con una scialba Fani in flashback che sviliscono ogni guardonismo. In più l'ossessione per la vagina squarciata, come in Patrick, le vessazioni (giuste) sulla Giordano e un commissario deficiente che sostituisce la pipa maigrettiana con le uova sode, alla faccia del colesterolo. Mai vista Venezia uscire così brutta da una pellicola (e ce ne vuole...). Immeritevole anche come cult trash.
Film di un lercio raro. Per certi versi paragonabile a quei fumettacci porno horror tipo "Storie nere" o "Attualità nera", che addosso lascia un senso di squallore e sporcizia raramente eguagliati. La regia di Landi è scadente, il cast tecnico pure, ma le perversioni sessuali (gratuite) di Dei e della Dea Fani sfiorano l'hard core, con momenti di assoluta depravazione. Esplosioni di insostenibile violenza e sadismo che manco nei "nazi", dove si respira un'aria quasi da "snuff". Inclassificabile.
MEMORABILE: L'amputazione della gamba della Giordano, insostenibile per sadismo!; La Giordano infilata nel frigo; La Fani che impazza con le forbici in mano.
Landi colpisce ancora con un thriller sgangherato, imbevuto di scene erotiche che non farebbero effetto neanche a un quindicenne arrapato e un cast improponibile. Divertente l'ispettore mangiauova a tradimento, male Gianni Dei in chiave don Giovanni. Però tutto sommato ci si poteva aspettare di peggio; almeno la trama non è troppo illogica, è solo dispiegata in maniera pessima. Ci son film di genere dell'epoca che han fatto di peggio e son più osannati, quindi non esageriamo col fustigare Landi.
MEMORABILE: Il guardone che rincorre Dei e la Fani e poi se ne va; L'uccisione della Giordano (ma muore sempre?).
Poteva essere peggio. Se quanto a difetti possiamo citare i due peggiori detective del mondo, un incredibile Dei pervertito che nel corso del film non si fa mancar nulla, per quanto riguarda le qualità rileviamo ottimi delitti molto sanguinosi (cult quella della Giordano, bello anche quello della prostituta, recitazione vittima a parte) e un finale con colpo di scena che non è proprio così male. Resta un film molto brutto, certo, ma con un suo perchè, non raggiungendo gli infimi livelli di Delitti o La polizia brancola nel buio.
MEMORABILE: Dei che frusta nudo la Fani!; L'omicidio della Giordano; Il finale.
Nasce come un porno-soft e maldestramente di trasforma in un giallo assurdo che ha come sfondo una Venezia da turismo di serie C. Gli attori sono improponibili: fra di essi Jeff Blynn (già famoso interprete di fotoromanzi) che maneggia in continuazione uova sode (chissà poi perché) e una sexy Leonora Fani dal sedere piatto. Il resto è atrocemente brutto, purtroppo.
Indescrivibile giallaccio con inserti hard (vista la versione uncut con la scena completa al cinema) che tedia anche lo spettatore più affamato di trash: Dei e la Fani, forse memori delle gesta del marchese Casati, si danno alle perversioni (ma la Fani in una scena mostra un deretano cascante), la Giordano pure ma poi come la solito fa una brutta fine, un commissario fa finta di capire e si ingozza di uova, la musica non c'entra nulla e Venezia è davvero brutta... dimentico qualcosa? Sì, il giallo ampiamente prevedibile.
Tardo giallaccio fuori tempo massimo che mischia le carte con l’erotico, orientandosi più sul versante pruriginoso/voyeuristico. L’operazione di Landi è per certi versi sconcertante, tuttavia non priva di situazioni grottesche che contestualizzate in una visione goliardico-collettiva può suscitare la giusta ilarità che merita, a partire da un'assurda colonna sonora jazzistica. Nei panni di uno stereotipato commissario giovane/brillante/belloccio ("maschera" tipica del giallo italico) uno dei vari divi dei fotoromanzi Anni '70, tale Jeff Blynn.
Un anno prima del Mario Landi's Patrick il regista già ci delizia: la sceneggiatura azzera le voci dei protagonisti lasciando recitare solo i loro corpi avvinghiati durante sexy flashback che si alternano alle indagini di Jeff Blynn ovofago compulsivo. La sciatteria dell'operazione è epocale, ma entra nella storia il taglio della gamba della Giordano assieme alle performance "assenti" di una Fani in pieno trip. Venezia si specchia in una fotografia tremenda e sembra soccombere inerte ai raid estemporanei di Landi, che piazza una Giudecca qui e un Canal Grande lì.
Venezia qua e là possiamo intuirla; il giallo, però, si fa fatica a rintracciarlo. La struttura è quella del film soft pornografico, incluse le goffe scene di raccordo a mezzo fra la cartolina turistica e lo psicologismo d'accatto. Il resto, una sciocca razzumaglia di perversioni e delitti, è inoltre afflitto da una serie di interpretazioni d'infimo livello (Blynn su tutti: con quei capelli strappa gli schiaffi dalle mani). La Fani si dà parecchio da fare, comunque: è quasi ammirevole.
L'inizio del film anticipa il finale, una sequenza incompleta che stuzzica lo spettatore e lo molla subito. Da qui parte un delirio intorno a una pseudo struttura gialla, priva di suspence e ritmo con un noioso investigatore. Il film sembra voglia entrare negli improbabili bassifondi veneziani: droga, perversioni, mutilazioni misogine e una coppia trasgressiva. Il tutto tenta di sostenersi su una struttura incostante e sconnessa tra una scena e l'altra. Film estremo nell'alchimia erotico-violenta, non geniale ma di una crudeltà kitch.
MEMORABILE: L'omicidio della prostituta e della Giordano. I deliri erotico-cocainomani di Dei. La scena hard nel cinema porno (presente solo nella vhs brasiliana).
Un giallo ambientato a Venezia che si dimentica di sfruttarne il potenziale semplicemente perché non sa coglierlo. Sceneggiatura da mani nei capelli, attori da velo pietoso (il commissario è antipatico e la faccenda delle uova contribuisce al quadro desolante). Si cerca di trovare la via maestra e commerciale con il sesso (le scene sono noiose, eterne e spezzano la già tenue tensione) e il gore (inutile ma almeno dà un senso). Dimenticabilissimo.
Un misterioso giustiziere si muove fra calli e campielli facendo strage di una combriccola di porcelloni e tocca al demenziale commissario Jeff Blynn sbrogliare la matassa. Dopo aver deliziato le tranquille serate televisive in b/n con le paciose inchieste di Maigret, Landi provvede a soddisfare le platee di soli uomini con questo risibile sexy thriller dalle inusitate punte splatter e con squarci hard nella versione integrale. La mimica facciale di Gianni Dei nei panni di un forsennato erotomane lascia un ricordo indelebile nello spettatore.
Non si capisce bene a cosa si puntasse realmente con questo film dato che, più che italian giallo, è una sorta di porno soft con punte di violenza decisamente inusitate per un prodotto di questo genere. Tra un poliziotto con un curioso vizio e un assassino dagli occhiali a specchio, la trama si riduce a niente più che un pretesto per mostrare nudità assortite e omicidi violenti. Poteva anche risultare un buon prodotto di genere, invece è solo un film scadente e casereccio.
Giallo italiano fuori tempo massimo dal risultato catastrofico quanto bizzarro. Probabilmente uno dei film di genere più violenti di sempre, con scene gore realizzate in maniera non eccelsa ma d'effetto. Tutto il resto invece è da antologia del trash: dalla storia - che avrebbe potuto anche funzionare se non fosse stata riempita di scene di sesso malato e voyeuristico dalla durata spropositata al personaggio del commissario con la passione per la uova - passando per gli sguardi allucinati di un Gianni Dei sempre troppo sopra le righe. Lercissimo.
MEMORABILE: Le musiche di Berto Pisano (riciclate) che non c'entrano nulla con le scene hanno un nonsoché di surreale.
Dall'autore della perla trash Patrick vive ancora, un giallo fortemente erotico e molto violento che però non arriva abbastanza in là per poter vantare un titolo da capolavoro del brutto. La storia si dipana fra numerosi flashback sexy e un'indagine un po' raffazzonata a opera di un detective amante delle uova. Qualche scena è entrata nella storia (la morte atroce della Giordano), ma nel complesso è troppo rozzo per piacere ai giallisti e troppo controllato per divertire i trash-seeker. Non terribile, guardabile, ma destinato ad essere dimenticato.
MEMORABILE: La morte della Giordano; Le pugnalate intime a danno di un'altra vittima; La rivelazione dell'assassino, un anticlimax, prima del secondo twist.
Muniti di scafandro ci si può avventurare con disinvoltura e divertimento negli abissi trash di questo terribile giallaccio quasi hard (se visto in versione integrale) fornito di forti dosi gore. Totalmente fuori dai cardini sotto il profilo tecnico e formale, è un guazzabuglio squilibrato e morboso, che lascia esterrefatti i giallisti, intriga i collezionisti di omicidi efferati e non soddisfa del tutto le platee delle luci rosse. Restano impressi i momenti topici da truce e audace fumetto coevo e il sonnambulismo erotico di Leonora Fani.
MEMORABILE: Le uova; L'uccisione della prostituta; La scena autoerotica della Fani; La scena nel cinema; L'uccisione della Giordano.
Soft-core non tanto soft (abbondano i nudi integrali e i close up, maschili e femminili) al servizio di una stiracchiatissima storiella giallo-drammatica che si distingue, nella sagra dell'eccesso, per i soli efferatissimi delitti (ognuno meritevole di citazione, va detto). Personaggi principali tremendi (si salva il solo Michele Renzullo), con un commissario odiosissimo la cui unica attività è mangiare un uovo dietro l'altro. Alcune situazioni fanno ghignare. Musiche di maniera e fuori luogo.
Probabilmente la visione in alta definizione (con colori vividi) non lo fa sembrare sciatto e squallido come si legge. Ovviamente è lontano dall'essere un film rimarchevole, ma tutto sommato si lascia seguire senza troppi intoppi, nonostante la trama sia pressoché assente. Un collage di scene erotiche dal basso valore sono inframezzate da omicidi di inusitata e inaspettata violenza (indimenticabile la tortura alla Giordano). Venezia fa da sfondo, ma non è certo sfruttata con eleganza e originalità. Regia potabile di Landi.
MEMORABILE: Le richieste sempre più spinte di Dei a una candida Fani; Il poco carisma del commissario mangia uova (Blynn); Le fotografie.
Solo due cose illuminano questa brutta pellicola: la colonna sonora di Detto Mariano e la scena del cadavere nel frigorifero. Il resto è buio pesto, con una storia piatta, una sceneggiatura piena di buchi e una serie di stucchevoli scene softcore utilizzate per tappare i suddetti buchi. Pessima anche la recitazione, con Jeff Blynn un po' sopra gli altri. Location veneziana utilizzata pedestremente, con una fotografia deludente. Da evitare.
Sporco e sadico come un coevo albo Edifumetto, questo giallo lagunare ma lacunoso (troppi i buchi di sceneggiatura) è un perfetto esempio della exploitation brutta, sporca e cattiva di fine anni '70. Tantissime le scene che sembrano tratte da fumetti per adulti e che non hanno pari per senso di sporcizia e degrado. Come in quei fumetti, gli attori richiamano altri personaggi più celebri: Blynn rifà Merli, Capritti Kojak e Del Duca Mastroianni ne La donna della domenica. Gianni Dei nel ruolo della vita. Cult!
MEMORABILE: La degradazione di Leonora Fani per il perverso marito; L'orgia; La scena hard nel cinema; I delitti sadici.
A dispetto del titolo, la trama gialla e l'ambientazione veneziana sono più che altro pretesti per imbastire un erotico piuttosto spinto, in cui però trovano spazio anche un paio di omicidi di insostenibile efferatezza. Dei è qui imbarazzante, Blynn (con la sua improbabile chioma e la mania per le uova sode) appena un po' meglio, le musiche di Berto Pisano non brutte ma fuori luogo. Mezzo pallino in più per Leonora Fani, che sfoggia un fondoschiena non esattamente tonico ma anche un impegno meritevole di miglior causa.
Come opera artistica vale meno di zero: una storiella tutto meno che gialla, affossata da interpretazioni pessime e da una produzione in ciclostile di amplessi, voyeurismo stradale e misoginia generalizzata. In particolare, i tira e molla Dei-Fani e le uova di Blynn vengono presto a noia e anche la vis erotica si fa fatica a vederla. Ma ci sono perle di trash e di violenza, legate perlopiù al maniaco con i Rayban e all'eroica Giordano, che permettono di concludere la visione con un certo retrogusto.
MEMORABILE: Dei guarda la Fani assopita sul letto, comincia a frustarla e le zompa addosso con un salto; La maschera dell'uomo bruciato; La Giordano in frigo.
A dispetto del titolo, di giallo c'è ben poco: dopo una decina di minuti l'indagine lascia il posto all'erotismo più sfrenato. Cast allucinante: Gianni Dei in versione erotomane, la Fani giovanissima ma con un corpo tutt'altro che perfetto, Eolo Capritti brigadiere, il commissario mangia-uova... E poi gli omicidi ferocemente splatter, le musiche di Pisano mutuate da Interrabang... insomma, sgangherato e trashissimo, eppure di cose da ricordare ce ne sono. "So bad, so good", si direbbe; in ogni caso, da vedere almeno una volta nella vita per credere.
Davvero brutto. Lasciamo perdere la scelta di puntare quasi tutto sul versante erotico rispetto a quello giallo, ma la realizzazione della pellicola genera noia e nessuno spunto che possa interessare lo spettatore. Interpretazioni largamente insufficienti, tra le quali spicca in senso negativo quella di Jeff Blynn, uno dei protagonisti più insulsi che siano mai apparsi su grande schermo. Spiace vedere il nome di Landi, che aveva firmato il Maigret televisivo, alla regia. E proprio al celebre commissario sono dedicate alcune battute della pellicola: troppo poco per salvare il film.
Landi dirige un incredibile mix tra giallo risibile, splatter artigianale, softcore e involontario comico demenziale. Tra attori fuori forma o fuori ruolo (Dei pervertito, Blynn improbabile commissario e una atona Fani in un ruolo di raro masochismo) e omicidi di rara atrocità (Giordano e Venturini su tutti) in puro Crisanti style almeno il divertimento, seppur rozzo, è assicurato. Il regista rischia una "raffinata" struttura in flashback ma la confezione è veramente misera. Più brutto che mediocre ma il suo perché ce l'ha senza dubbio. Con Patrick vive ancora un dittico da "sogno".
MEMORABILE: Dei strafatto che frusta la Fani; Le morti della Giordano e della Venturini; L'omicidio cona benzina; La sequenza al cinema.
Improbabile giallo fortemente contaminato da sequenze erotiche, alcune delle quali protratte per interminabili minuti. Due le cose per cui vale la pena visionarlo: una Fani nel fiore della giovinezza nuda e le musiche di Pisano, che, per quanto fuori luogo, risultano comunque orecchiabili; per il resto ci troviamo di fronte a un film totalmente sbagliato, incapace di generare tensione, con una recitazione men che modesta e una regia perlopiù scarsa. Solo per accaniti fruitori di certo cinema Seventies.
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E' uscito in BR e dvd per X-Rated dopo che la label tedesca ha acquisito per la scansione 2K una copia in 35 mm uncut (rinvenuta fortunosamente due anni fa in Portogallo) e i relativi diritti del film. Durata 95' (PAL), AR 1.66:1
Zender ebbe a dire: Ma ha i sottotitoli eliminabili? Opzioni audio: italiano e tedesco, sottotitoli: tedesco ed inglese, quest'ultimi risultano essere forced.
Quidtum ebbe a dire: Forced significa che sono settati come attivi ogni volta che si avvia la riproduzione, non che siano impressi su ogni fotogramma. Ci sono stati casi in cui erano proprio sovrimpressi al video, si chiamano comunemente hardcoded subtitles. Meglio così.
HomevideoZender • 14/11/16 14:34 Capo scrivano - 48839 interventi
Non avevo mai incrociato Gianni Dei... grande, grandissima perdita!!
Non c'è solo lui di sbagliato nel film, sia la Fani (che, almeno qua, ha la verve di un sacco di patate) che il gruppo di poliziotti non scherzano.
Per fortuna che altre sequenze trash/gore lo salvano dallo zero in condotta e giustificano il tempo speso. Non 5 palle (mah...) ma 2 gliele diamo volentieri.