Note: Il film viene qui schedato in quanto esistente anche in edizione soft. Come è noto, il Davinotti non scheda i film hard, ad eccezione di pochissime pellicole, o perché storicamente importanti (p.es. "Gola profonda") o perché casi particolari (alcuni film di Radley Metzger). Il film di Andrea Bianchi uscì in doppia versione benché a metà degli Anni Ottanta i porno italiani spesso uscissero solo nella versione hard. Noto anche come "Cora".
Sottolineato quanto detto in Note, la celebrità del film è dovuta all'esordio di Karin Schubert, attivissima nel cinema italiano di genere, nel vero porno, anche se alcune foto di scena testimoniano, sin dagli Anni Settanta, una sua analoga attività in edizioni di film italiani riservate al mercato estero. Pur con gli ovvi limiti del genere, il film ha un certo decoro (una vera trama, accettabile livello attoriale, ambientazioni di vaglia) e l'ultraquarantenne Schubert conserva una buona forma fisica.
Ufficiale e splendido esordio hard-core di Karin Schubert (all'epoca 41enne). Il tema dello sdoppiamento di personalità di una annoiata mogliettina (frigida e pudìca col marito e tigre del sesso con sconosciuti quando cade in trance) è al centro di una trama (ebbene sì, c'è anche quella!) decisamente divertente e Karin, a tratti, è davvero scatenata. Consigliabile anche ai non hardisti.
MEMORABILE: Il marito scopre dei preservativi nella borsa della moglie che si giustifica dicendo che si tratta di caramelle...
Incredibile. Vidi questo film al cinema nel 1987, durante la visita di leva dei cd tre giorni. Ovviamente in versione hard! Poi l'ho rivisto in versione soft, in un più recente passato. Ricordavo solo il ruolo della bellissima protagonista (da giovane veramente splendida), oltre alla motivazione che dava origine alla patologia schizofrenica (le richieste del marito per rapporti sessuali orali). A mio avviso, eliminate le scene hardcore, il prodotto perde quasi del tutto la sua motivazione. Permettetemi di essere patetico e provare quasi tenerezza per Karin!
Il pregio del film è dato dagli interni e dal piacere sessuale emanato dal desiderio infuocato della protagonista, di questo le va dato atto. Intrigante risulta pure l'idea di una docile contessa capace di trasformarsi, grazie a un conflitto di personalità, in una irrefrenabile vogliosa collezionista di uomini. Sul set gli attori ce la mettono tutta e i preamboli accrescono il pathos di cui la pellicola è permeata, ma il regista predilige le scene di letto ai dialoghi e questo penalizza il film.
Interessante esordio hard per la Schubert che al tempo ebbe grande successo. Bianchi firma una hard migliore dei precedenti e soprattutto senza dialoghi volgari e nulli. Scenografia decorosa ma come sempre chi fa la figura più bella è Continiello con la musica. La trama chiaramente non è nulla però le scene di sesso soddisfano. Nel film troviamo i migliori caratteristi hard italiani d’epoca. Insolito che un film del genere circoli anche in versione soft...
MEMORABILE: La lunga e noiosa panoramica iniziale sul castello.
Indipendentemente dagli abbondanti inserti, il film mantiene comunque l'impianto narrativo e la confezione da hard d'antan, in cui il minimo pretesto è buono per terminare la scena in un amplesso più o meno gratuito. La prova degli attori resta in qualche modo dignitosa, ma tutto viene sprecato da una sceneggiatura davvero povera e da una regia poco propensa a dare all'intera operazione una vita propria al di fuori dei circuiti rated x. Se non siete appassionati del genere non vi perdete nulla non guardandolo.
La presenza di una doppia versione lo contestualizza nel periodo, anche se non giustifica il suo basso livello, specialmente nei tentativi di psicanalizzare Cora (forse un rimando alla ibseniana Nora?), velleitari e spesso ridicoli. Regia ruspante con un ampio uso della camera a mano, per lo più tremolante, e di brusche zoomate, a volte fastidiose: l'unica scena davvero azzeccata è l'incontro tra marito e moglie sul lago. Allucinante la pacchianeria della villa, dove si affollano armature, leopardi di ceramica, portoni in legno, quadri dalle pesanti cornici e statuine di cavalieri.
Karin Schubert HA RECITATO ANCHE IN...
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Lucius, mi puoi dare più dettagli sulla rivista Video ? L’ho sentita nominare anche nel libro di Grattarola e Napoli ma non sono mai riuscito a trovarla per colpa del titolo troppo generico...
Il film termina con una citazione. La sigla A.W. indica il regista Andrea Bianchi, che qui si firma Andrew White. Grazie a Panza per il fotogramma.
L'ipotesi, già rafforzata dal fatto che, se non si trattasse di lui non avrebbe senso la presenza della sigla anziché la firma per esteso, viene ulteriormente confermata dalla recensione di Sharon (Michele Capozzi), apparsa su Video, dopo la pubblicazione della VHS.
B. Legnani ebbe a dire: Carlitos ebbe a dire: Lucius, mi puoi dare più dettagli sulla rivista Video ? L’ho sentita nominare anche nel libro di Grattarola e Napoli ma non sono mai riuscito a trovarla per colpa del titolo troppo generico...
Credo che proprio non esista più, e da molti anni.
Credo sia quella specializzata (forse una delle prime negli anni d'oro) in home video e che aveva uno speciale, con tanto di minuziose recensioni e interviste agli addetti ai lavori, sulle uscite in videocassetta dei film hardcore al suo interno (che era chiuso, con tratteggio da ritagliare con le forbici).
Ne ho alcuni numeri, credo scomparve a metà anni 90 o giù di lì.
Il bello e che da ragazzino potevo gustarmi il cinema "probito" proprio grazie a questa fantastica rivista, perchè alla portata di tutti con il divieto ai 18 solo all'interno dello speciale.
Buiomega71 ebbe a dire: B. Legnani ebbe a dire: Carlitos ebbe a dire: Lucius, mi puoi dare più dettagli sulla rivista Video ? L’ho sentita nominare anche nel libro di Grattarola e Napoli ma non sono mai riuscito a trovarla per colpa del titolo troppo generico...
Credo che proprio non esista più, e da molti anni.
Credo sia quella specializzata (forse una delle prime negli anni d'oro) in home video e che aveva uno speciale, con tanto di minuziose recensioni e interviste agli addetti ai lavori, sulle uscite in videocassetta dei film hardcore al suo interno (che era chiuso, con tratteggio da ritagliare con le forbici).
Ne ho alcuni numeri, credo scomparve a metà anni 90 o giù di lì.
Il bello e che da ragazzino potevo gustarmi il cinema "probito" proprio grazie a questa fantastica rivista, perchè alla portata di tutti con il divieto ai 18 solo all'interno dello speciale.
Buiomega71 ebbe a dire: B. Legnani ebbe a dire: Carlitos ebbe a dire: Lucius, mi puoi dare più dettagli sulla rivista Video ? L’ho sentita nominare anche nel libro di Grattarola e Napoli ma non sono mai riuscito a trovarla per colpa del titolo troppo generico...
Credo che proprio non esista più, e da molti anni.
Credo sia quella specializzata (forse una delle prime negli anni d'oro) in home video e che aveva uno speciale, con tanto di minuziose recensioni e interviste agli addetti ai lavori, sulle uscite in videocassetta dei film hardcore al suo interno (che era chiuso, con tratteggio da ritagliare con le forbici).
Ne ho alcuni numeri, credo scomparve a metà anni 90 o giù di lì.
Il bello e che da ragazzino potevo gustarmi il cinema "probito" proprio grazie a questa fantastica rivista, perchè alla portata di tutti con il divieto ai 18 solo all'interno dello speciale.
Buio ma per caso questo inserto si può ancora trovare ? Ne ho comprati alcuni numeri sperando che ci sia integrato il fantomatico VIDEO X a cura di Sharon.
Intanto grazie per la risposta...