Note: E non "Ben Hur" o "Benhur". Undici Oscar (su 12 nomination). Remake di "Ben Hur" del 1907 (rullo di 15 Minuti). Altri registi: Yakima Cannutt, Mario Soldati (fonte: Morandini). La celebre scena della "corse delle bighe" è entrata nel linguaggio comune con la citata denominazione, che tecnicamente non è corretta dato che si tratta in realtà di quadrighe.
Formidabile kolossal, il più noto insieme a I Dieci Comandamenti. Qualche critico si diverte a scrivere che ci fu chi in Francia lo definì "monumento della stupidità collettiva del 1960". Sarà. Probabilmente non viene la voglia di vederlo per la quarta volta (dura oltre 200'), ma quando, facendo zapping, ci si imbatte nella battaglia navale o nella corsa delle quadrighe (e non bighe...), si resta lì, affascinati. E, bisogna crederlo, la corsa vista sul grande schermo è un'esperienza che non si dimentica per tutta la vita.
MEMORABILE: Ovviamente la straordinaria corsa dei carri.
Sembra che, negli anni '60, per essere un capolavoro un film dovesse essere anche interminabile (come Via col vento o I dieci comandamenti). Ben Hur, partendo dalla storia dell'ebreo Giuda Ben Hur, condannato ingiustamente a patire immani maltrattamenti, arriva fino alla crocefissione di Cristo (motivo per cui il film è uno dei classici del periodo televisivo pasquale) e alla seguente rinascita di Ben Hur e di tutta la sua famiglia, caduta come lui in disgrazia. Su tutto domina la corsa delle bighe, travolgente sequenza mai più superata.
Undici Oscar sono sufficienti per rendere l'idea di che tipo di film sia questo. Con tre ore e mezzo di durata è uno dei più grandi kolossal della storia del cinema. La storia principale si svolge sul sottofondo della presenza di Cristo (non si vede mai in volto, eppure la sua impronta è intensamente forte) eppure è quanto di più lontano dal cristianesimo: tradimento ed estrema ricerca della vendetta. È superfluo e scontato sottolineare come le scene memorabili del film siano la battaglia navale e la corsa delle bighe.
Insiema a I dieci comandamenti di De Mille, il Ben-Hur di Wiliiam Wyler (ne esistono altre due versioni precedenti) rappresenta il prototipo del kolossal alla Hollywood. Il film (in cui la vita di Ben-Hur scorre in parallelo a quella di Cristo, rimanendone inevitabilmente condizionata) si segnala per alcune eccellenti scene d'azione (come la classicissima corsa delle bighe), oltre che per l'ottimo impianto di insieme che consentono di rivederlo più volte senza stancarsi.
Senza dubbio il padre di tutti i kolossal, forse un gradino sopra pure a I Dieci Comandamenti. Nel cast brillano il protagonista Charlton Easton, Jeff, Morell e la Berti. Indimenticabile la corsa sulle bighe. Anche le scenografie (costruite negli studi della nostra bella Roma) sono colossali e ottime.
Remake dello strepitoso Ben-Hur di Niblo, che riesce a tener testa al precedente. Un kolossal grandioso e ispirato, che merita il plauso incondizionato per lo straordinario equilibrio tra la vicenda personale dell'emancipazione umana e gli scenari storici e sociali di duemila anni fa. Ben Hur rappresenta il riscatto del giusto di fronte agli scherzi della storia. Va da sé che la scena della corsa delle bighe sia un pezzo di storia del cinema, ma anche il resto ha una potenza e una coerenza narrativa non comuni.
Eccolo, signori, il film perfetto. La drammatica storia di Giuda Ben Hur, da principe a schiavo e infine eroe, è la più classica delle storie di formazione e rivincita personale del personaggio. La sua influenza va ben al di là del puro kolossal-storico, va a lambire il genere drammatico e sicuramente anche l'azione (alcune scene tengono col fiato sospeso). Memorabile Charlton Heston, memorabili quasi tutte le scene. Da vedere, punto e basta.
MEMORABILE: Le apparizioni di Gesù: nessuno lo ha mai reso con tanta forza in un film.
Quando da piccoli se ne sentiva parlare, soltanto per la durata, già si bollava questa opera come inguardabile e "pallosissima". Poi si cresce e la magnificenza della medesima, agli occhi di chi ama o si occupa di cinema, diventa impossibile da non cogliere. Costruito con una struttura a climax di tipo ascendente, parte forse con una prima parte più pedante ma sfocia in un'ultima ora da perfezione. E che dire di fronte all'immagine finale del monte con le tre croci dopo la tempesta? Immenso Heston.
Kolossal storico di raffinata concezione. Nella storia di un'amicizia rotta dal potere terreno di Roma, c'è il dramma di una vita di sofferenza che cerca riscatto nella vendetta e procede parallela all'insegnamento di Cristo, meravigliosamente inquadrato sempre di spalle. Toccanti i momenti in cui le loro strade si incrociano. Ma nel film c'è ampio (data la durata) spazio anche per epica e romance. Completo.
MEMORABILE: Il momento in cui il prigioniero Ben Hur riceve da bere.
Il kolossal dei kolossal, visto innumerevoli volte ma sempre affascinante. L'eccellente messa in scena, testimonianza di uno spirito di grandiosità hollywoodiana ormai perduto, fa dimenticare la durata titanica e non può non appassionare. Equilibrato e coerente nella sua immensità, può vantare scene d'azione di epico respiro, fra le quali spicca la sequenza delle bighe, entrata ormai di diritto negli annali del cinema. Cast di prim'ordine con un memorabile Heston, per una pellicola memorabile.
MEMORABILE: L'immortale corsa delle bighe; Ben Hur che viene dissetato; le tre croci sul monte.
Le vicende del principe ebreo Ben-Hur, perseguitato dal tribuno romano Messala un tempo amico fraterno, intrecciate con quelle dell'impero romano e della nascita del cristianesimo. Kolossal con la k maiuscola, in cui tutto è smisurato (lunghezza, passioni, fasto spettacolare) ma mai disgiunto da una riflessione morale: Ben-Hur non è solo l'eroe classico del romanzo d'avventure, è anche il giusto ingiustamente perseguitato, per questo ci appassioniamo alla sua parabola di riscatto che dalle catene non giunge al potere, ma alla pace, al perdono
MEMORABILE: La galera con i prigionieri incatenati ai remi; Da vedere obbligatoriamente al cinema: la corsa delle bighe, chi se ne può dimenticare?
Non ricordo bene ma credo di averlo visto almeno di una decina di volte. Ogni volta, negli incontri tra Gesù e Giuda, immagino il loro incrociarsi di sguardi, sapientemente lasciati all'immaginazione dello spettatore e ciò mi provoca un principio di commozione che trattengo a stento. La bellezza della battaglia navale e della corsa delle bighe non è quantizzabile al solo pensiero che sono state girate nel 1959. Cerco di immaginarmi come sia stato possibile portarle sullo schermo con tale realismo quando erano già difficili da immaginare.
MEMORABILE: Nell'ardore di salvare te il tuo Dio ha salvato anche la flotta romana. Antares, Rigel, Aldair ed Aldebaran.
Il kolossal per eccellenza. Come citano anche le note del film, 100.000 comparse e quasi 500 parti attive, per non parlare poi del resto. Ottima la sceneggiatura, dove vengono trattati in maniera perfetta sia il dualismo (con il tribuno romano) che il parallelismo (con Gesù). Qualche ingenuità ci sta, ma diamine, era il 1959! Heston quasi perfetto e cast credibilissimo.
Kolossal che "accidentalmente" tratta il tema religioso dato che il protagonista vive la sua storia al tempo di Gesù Cristo, da cui viene influenzato solo "a cose fatte". Come tutti i "filmoni" del periodo (Quo vadis, Il re dei re) la scena si apre con un trademark inconfondibile: legioni trionfanti che marciano ordinate. Melenso nelle scene d'amore ma con un Heston e un Boyd meravigliosi, come pure Griffith e Hawkins, ottimi contorni di un piatto succulento. Bellissima la Harareet. Le musiche di Rozsa sono sempre una garanzia. ****1/2
Narra le avventure e disavventure dell'ebreo Giuda Ben Hur ai tempi dell'impero romano, tra soprusi, violenza e schiavitù; in tutto questo orrore si compie la vita di Cristo, che sembra essere una luce in mezzo all'oscurità (non lo si vede mai intero e solo in poche inquadrature ben fatte) dando l'idea di un epoca in cui avvenivano prodigi. Capolavoro colossale grazie anche ai grandi mezzi (scenografie e comparse), dove si contano ottime sequenze entrate nella storia del cinema.
MEMORABILE: L'apertura della cella dove ci sono le due lebbrose; Il ritorno di Ben Hur nella sua casa ormai in abbandono.
Grandioso (e anche un po' pachidermico, aggiungo io) nelle intenzioni e nella realizzazione, è il kolossal per eccellenza, con scene ormai stampate nella memoria collettiva. Pur con lungaggini notevoli e momenti in cui l'impulso a schiacciare l'avanti veloce del telecomando si fa quasi insopprimibile, non vi è dubbio che le quasi quattro ore di film permettano un tuffo nella Hollywood che fu e lasciano vagare i pensieri in compagnia di Charlton Heston e di una storia monumentale nella Palestina al tempo di Cristo.
Uno dei kolossal per eccellenza. La sontuosità scenografica non è un fine in sé, ma un mezzo necessario a servizio di una trama drammatica e trascinante (l’amicizia tradita dalla brama di potere e la conseguente vendetta) e dello spettacolo avventuroso (la celeberrima corsa delle bighe), che in ultimo cede il posto al messaggio evangelico, sublimato nella Passione di Cristo e in una pioggia lustrale. Sanguigna e intensa l’interpretazione di Charlton Heston in un’opera che, rivista oggi, non fa avvertire né il peso degli anni né quello della durata.
MEMORABILE: Le epifanie di Gesù; Griffith che parla ai cavalli; gli schiavi ai remi; la corsa delle bighe; Boyd maciullato e agonizzante; la guarigione;la pioggia
Prototipo del film kolossal e delle pellicole legate all’infanzia, riesce a collegare mirabilmente avventura, sentimento epico e religiosità. Restano impresse le scene d’insieme, la battaglia navale e la famosa corsa delle bighe, così come i brevi e toccanti incontri con la figura di Gesù. L’impostazione delle figure in maniera manichea disturba solo minimamente.
MEMORABILE: La corsa delle bighe; Il lebbrosario; Ritmo da battaglia!
Ancora oggi il film dei film. Un capolavoro giustamente pluripremiato che nel sempre spettacolare genere epico offre il meglio del meglio in ogni componente filmica. Una vicenda di largo respiro che trova nel pacato sviluppo la coinvolgente densità, anche emotiva, dell’avvincente trama. C’è un perfetto equilibrio tra le scene d’azione e quelle dialogate, le immagini presentano una brillantezza nei colori che non teme obsolescenza e la visione in HD le fa sembrare come nuove. Si candida per restare a lungo nell’èlite dei migliori film di sempre.
La storia di un principe giudeo che viene tradito dal suo amico di infanzia, il tribuno romano Messala. Imprigionato come schiavo, riuscirà a vendicarsi. Epico kolossal hollywoodiano per eccellenza (insieme a I dieci comandamenti), dalla durata di quasi 4 ore e che fu premiato con 11 Oscar (su 12 nomination). Wyler è stato il regista più poliedrico di sempre e con il biblico-storico dimostra le sue immense qualità con un film ad ampio respiro, lungo e avvincente, con migliaia di comparse, una scenografia suntuosa e attori eccellenti. Cult.
Un film che ha tutti i difetti dei kolossal biblici risultando piuttosto inverosimile, storicamente inattendibile, eccessivamente lungo e dall'andamento lento. Certo la corsa delle bighe e la battaglia navale sono numeri d'antologia tuttora insuperati, ma il tono evangelico che pervade l'intero film riduce di molto la potenza narrativa e il miracolo finale è puramente consolatorio. La palma di miglior "peplum" spetta in ogni caso al Kubrickiano Spartacus.
MEMORABILE: La corsa delle bighe; La battaglia navale.
Apoteosi di una Hollywood al culmine della grandezza: bellissime scenografie, ottimi effetti e spettacolarità ancora oggi intatta. Il racconto funziona nonostante la durata fiume e funziona per l'ottima scrittura del personaggio protagonista che attraversa una classica storia fatta di vendetta e redenzione, ma contestualizzata in un periodo storico molto particolare. Bravo Heston, ma anche tutti i comprimari a partire da Griffith e Boyd. Il continuo mutare della vicenda rende il ritmo fluido e la regia di Wyler è quasi perfetta.
Inutile spendere troppe parole per quello che non è soltanto il kolossal per antonomasia ma in assoluto uno dei film più famosi e (giustamente) premiati della storia del cinema. Talmente grandioso nella messa in scena e avvincente nella narrazione da non risultare neppure particolarmente noioso, sebbene una durata simile si faccia inevitabilmente sentire. Anche il messaggio evangelico è veicolato con notevole intelligenza (le fugaci apparizioni di Gesù). Ottima prova del cast, con Charlton Heston nel ruolo della vita.
MEMORABILE: Dire la battaglia navale e la corsa delle quadrighe sarà pure scontato, ma è proprio così...
Wyler dirige la terza rappresentazione cinematografica della storia del principe ebreo. La trama è sapientemente rivisitata per una sceneggiatura focalizzata sulla caratterizzazione dei protagonisti; il risultato è un'epica di passioni che resiste la durata del film. La scenografia imponente, il cast eccellente e l'evocativa colonna sonora accompagnano lo spettatore in una storia senza tempo: una storia di tradimento e di perdono.
MEMORABILE: La corsa delle quadrighe; La morte di Messala.
La parola kolossal non potrà che essere associata in eterno a questa produzione: 15 milioni di dollari spesi, 3 ore e 40 di durata, record di 11 Oscar vinti su 12, una trama complessa che si intreccia con la vita di Cristo... Visto oggi risente probabilmente dei suoi sessant'anni e la recitazione spiccatamente teatrale un po' lo appesantisce, ma resta una di quelle pellicole che ha contribuito a nobilitare la settima arte.
MEMORABILE: L'entrata in scena di Gesù, che aiuta Ben-Hur, ripreso posteriormente.
Kolossal se ce n'è mai stato uno, tutto maestoso a partire dalle scenografie e dalle scene di massa (in particolare la famosa corsa delle bighe, straordinaria). Le immagini di morte sotto pestilenza per l'epoca erano forti, così come il rapporto chiaramente omosex che lega il protagonista al suo peggior nemico. Spettacolo puro, che riempie gli occhi ancora oggi. Charlton Heston monumentale.
Compaesano di Cristo viene incarcerato ingiustamente dai Romani. Kolossal per antonomasia, con sfarzo nelle ricostruzioni storiche e comparse presenti a dismisura. Oltre alla vicenda personale, che gioca sull'onore e sulla famiglia, si staglia un misticismo che sublima il senso del perdono. Finalone, con miracolo annesso, mostrato in maniera poco eclatante ma simbolico per il pubblico. Regia disinvolta nelle scene da stadio e corsa coi cavalli da storia del cinema. Heston non enfatizza il suo personaggio.
MEMORABILE: La nave speronata; La biga con lo sperone; Schiacciato dai cavalli.
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DiscussioneDisorder • 22/04/16 23:25 Call center Davinotti - 380 interventi
Zender ebbe a dire: Ok, ma dove sta scritto che una biga non può avere più di due cavalli? Poi sì, sistemo le note.
A parte il numero dei cavalli, la differenza fra biga e quadriga era sostanziale.
La quadriga era un carro da corsa o da parata, monoposto, robusto, molto veloce ma poco maneggevole. Una specie di F1 dell'epoca.
La biga era un carro molto piú antico e diffuso, leggero e maneggevole, in genere biposto, usato per la caccia e la guerra o, al tempo dei romani, come mezzo di trasporto.
Quelle che si vedono nel film sono assolutamente quadrighe, anche se in effetti nell'immaginario di tutti è la "corsa delle bighe"!
100.000 comparse, 496 attori parlanti, 14 mesi di riprese di cui 3 per la corsa delle bighe (in realtà quadrighe), diretta da Andrew Marton.
CuriositàDaniela • 21/10/16 11:21 Gran Burattinaio - 5940 interventi
Nel documentario Lo schermo velato, nel corso di un'intervista Gore Vidal (co-sceneggiatore non accreditato) rievoca come gli venne l'idea di rendere più interessante la trama del film sottintendendo un precedente legame omoerotico fra Ben-Hur e Messala, amici fin dall'infanzia prima di diventare nemici mortali.
Wyler approvò l'idea, che venne però comunicata al solo Stephen Boys, interprete di Messala, in quanto sia Gore che Wyler erano certi che Heston si sarebbe rifiutato di sottintendere alcunché del genere.
Per questo motivo, nella prima parte del film ed in particolare nella sequenza (inserita nel documentario) in cui i due si ritrovano dopo molto tempo, Boys lancia sguardi tanto intensi (quasi adoranti) a Heston che da parte sua risponde con amichevole ma "virile" cipiglio.
Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (martedì 12 novembre 1985, la seconda parte andò in onda mercoledì 13 ) di Ben-Hur:
DiscussioneNoncha17 • 15/01/18 23:59 Pulizia ai piani - 1066 interventi
Questo, come quello del ’25, a quanto pare non è il remake di quello del 1907.
DiscussioneDaniela • 16/01/18 07:46 Gran Burattinaio - 5940 interventi
Noncha17 ebbe a dire: Questo, come quello del ’25, a quanto pare non è il remake di quello del 1907.
Sono tutti trasposizioni, più o meno libere, dal romanzo omonimo di Lew Wallace, pubblicato nel 1880.
La prima è stata appunto quella del 1907.
Nel caso di film ispirati alla stessa opera letteraria, trovo che non si possa parlare propriamente di remake, perché la fonte primaria non è l'opera (o le opere) cinematografiche precedenti, anche se ovviamente ne sarà stato tenuto conto in sede di realizzazione.
Questo per lo meno in caso di opere letterarie molto famose, come appunto il romanzo di Wallace, che aveva avuto fin dal suo apparire un grande successo editoriale e, prima ancora che sullo schermo, era stato anche adattato varie volte per il teatro.
Forse l'unico vero e proprio "remake" nel senso proprio del termine è il film del 2016: essendo la fama del romanzo ormai svaporata nel tempo, è molto probabile che la "fonte" diretta sia stata il Ben-Hur di Wyler.
DiscussioneZender • 16/01/18 08:01 Capo scrivano - 48970 interventi
Sì, è come appunto dice Daniela. Vecchia storia, bisognerebbe parlare più di adattamenti che di remake.