Classico triangolo padre-matrigna-figlio, nelle mani di Bianchi sottolinea soprattutto i momenti erotici che intervallano (o estrinsecano) noie, egoismi, incomprensioni e malinconie minanti la stabilità coniugale altoborghese. La regia può contare su tre ottimi interpreti (Celi, Baker, Pistilli) che riescono ad oscurare quasi del tutto i difetti di una sceneggiatura mediocre e prevedibile. La Benussi è una moglie ninfomane, la Giorgelli una prostituta che dà lezioni di seduzione alla Baker e la Gallotti fa al solito una rapida comparsata.
Antonio Lenzini (Adolfo Celi) si è sposato (in seconde nozze) con l'avvenente Laura (Carroll Baker). Tra la donna e Claudio (Cesare Barro), figlio della prima moglie di Lenzini, s'instaura un morboso rapporto che trascende la gerarchia familiare e induce la rottura del rapporto marito/moglie (con effetti tragici sulla psicologia del consorte). Cupo dramma dalle atmosfere tetre e decadenti -che deflagrano in un finale dalle fosche tinte- diretto con buon uso delle scenografie e attenta direzione d'attori di certo rilievo. Ennesimo film italiano che "avverte" la crisi dell'istituzione familiare.
Per far funzionare i film familiar-maliziosi servono una sceneggiatura accurata e una regìa sensibile. Qui c’è il mestiere (non finissimo) di Bianchi ed un testo scritto con l’accetta. Il grande Adolfo Celi valorizza il poco che ha, mentre la 45enne Baker è signorile, bella e sensibile: dal confronto coi due, i giovani (Barro e la Tamburi) escono massacrati. Vedere Celi in azioni ardite crea un misto di curiosità e di rifiuto. C’è la Barbero, lolitesca come ne Il giudice e la minorenne. Guardabile e nulla di più. In altra parola: evitabile.
Anche oggi come allora esistono uomini che non san dare più nulla alle loro mogli e cercano espedienti per confermare la loro virilità e crederci col loro cervello da microcefali. Ottimo film, su tutti Barro e la Benussi. C'è da augurarsi di non far la stessa fine di Celi e della Baker e non si esagera quando si vuol fare apparire il medico (Pistilli) ancora più laido del paziente. Capita di tutto in questo bordello chiamato vita!
MEMORABILE: Le scene d'amore di Barro con la Benussi e la Baker rigenerano dallo schifo e dalla noia diffusi come l'aria. Celi che si sbrodola addosso il whisky.
Bianchi alla regia sembra un manovale: rozzo ed effettistico, muove la mdp in continuazione e non sempre sensatamemente, cerca ostentatamente il dettaglio morboso, sbaglia le messe a quadro, tenta qualche soluzione originale con risultati risibili (il fermoimmagine con flashback). Peccato, perché il film era interessante, con una trama scontata che però descrive bene lo squallore di certi ambienti e di certe categorie di individui. Ottimo Celi, raffinata (fin troppo) la Baker. Musiche e fotografia di tutto rispetto. Squalliduccio ma potabile.
Buon dramma erotico. Adolfo Celi è immenso e si porta il peso del film sulle spalle fino al tragico e cupo finale. Carroll Baker stupenda come al solito, divertente il cameo della Giorgielli prostituta. Nel buon cast cito anche il viscido Pistilli e la zoccolesca (e bellissima) Femi Benussi. Le scene di sesso son ben dosate senza risultare volgari. Una curiosità che merita la visione.
Si parta subito col dire che è un Bianchi da recuperare. Sia per chi ama il cinema italiano in generale, sia per coloro che amano i vari personaggi (più che altro femminili) presenti nel cast. Prescindendo da Celi, un colosso, non solo fisico, come sempre, si denoti anche il buon risultato delle parentesi leggere inserite in un contesto che, alla fin fine, è quanto di più tragico possa capitare nella vita sentimentale di un uomo maturo. Splendide Baker, Benussi e Tamburi (seppur in una parte ridotta). Consigliato.
Non male questo drammone dalle venature erotiche diretto piuttosto bene da Bianchi. Anche se la sceneggiatura non è perfetta (e si vede) e la trama è un "nihl sub sole novi", il film ha però il merito di descrivere certi vizi e certe contraddizioni negli ambienti alto-borghesi di quel periodo. Oltretutto le scene erotiche sono trattate con garbo e senza volgarità. Ottimo il cast, di cui il fiore all'occhiello è un superbo Adolfo Celi. Molto bene anche la splendida Carroll Baker e Luigi Pistilli. Simpatico cameo della Giorgelli.
Tipico dramma erotico anni 70 ma decisamente più riuscito di altre piccole con una dose di erotismo giusta e ben dosata (anche se la Tamburi stranamente non si spoglia). E' pur sempre un film di genere ma realizzato abbastanza bene con una Ost davvero di alto livello. Benussi più bella del solito...
Non avrei mai immaginato in vita mia che anche a un attore come Adolfo Celi avessero proposto parti "spinte", tantomeno che egli le avesse accettate: l'antierotismo per eccellenza (non si discutono le sue capacità attoriali), la sua totale assenza di sex-appeal, oscurano la buona riuscita del film. Per fortuna almeno le attricette di turno sanno il fatto loro, altrimenti era tutto da buttare. Ho apprezzato soltanto i dialoghi schietti tra donne (una volta tanto vengono eternati sul grande schermo), per il resto siamo ai limiti dell'inguardabile.
In un insolito (ma affascinante) clima invernale si consuma il dramma di una coppia in crisi. Il cast è davvero notevole a cominciare da Celi (sempre molto bravo e misurato), in parte anche la matura (e affascinante) Baker mentre splendida è la Benussi (dalla corta chioma corvina). Non male la regia, molto bene anche le musiche ma la trama (familiar-maliziosa) non scorre a dovere e il film inciampa in più punti senza mai decollare del tutto. Guardabile (pur con i suoi difetti).
MEMORABILE: L'amplesso tra la matrigna (Baker) e il figliastro (Barro); La Benussi!
Lo spiazzante finale, unico sussulto anche del punto di vista registico, non risolleva tutta quello che si è visto prima: una vicenda (figlio che sconvolge gli equilibri famigliari già non proprio stabili) portata avanti senza incidere e adagiandosi sugli stereotipi del genere senza personalità e grinta. Celi non viene sfruttato a dovere e sembra tirare via la performance, affascinanti la Benussi e la Baker. Regia rozza che in alcuni passaggi fa malamente uso della macchina a mano. Non male l'OST dei fratelli De Angelis.
Tra i migliori film di Andrea Bianchi, se non altro per tensione emotiva e linearità narrativa. Si avvale di due ottimi attori quali Celi e la Baker, non convincono appieno però i personaggi da loro interpretati: troppo tempo e troppe chiacchiere inutili spese davanti al naufragio di una relazione. Della Benussi non capisco se è più indisponente l'acconciatura alla Ludovico il Moro o l'interpretazione della panterona della società-bene. Forse la seconda: la preferisco colomba più che falco.
MEMORABILE: I convincenti discorsi della Lucignolo/Tamburi alla devota Baker.
Terribile sexy-dramma coniugale che scade in ordinari pruriti incestuosi. Girato con l’abuso di traballanti camere a mano sotto una pessima illuminazione (con conseguente cattiva fotografia), è condito da dialoghi insulsi e amplessi soporiferi. Nulla è plausibile: sembra uno svago improvvisato che mette solo una gran tristezza. Celi e Baker hanno solo nove anni di differenza, ma sembrano trenta e il vedere lui nudo tentare impacciate acrobazie sessuali mette a disagio pure noi. Peccato scomodare un cast del genere per tale pochezza, intrigante solo per i nudi della divina Baker.
MEMORABILE: Il noto whisky pure sul tavolo del studio medico, non è un po' troppo così?; Celi che dice alla Baker: “Non ti vorrà mai nessuno!“. Sì, sì, come no.
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Disponibile nel catalogo Cecchi Gori.
Formato video 1.85:1 ed audio (chiaro, ma non pulito del tutto) italiano stereo 2.0 .
Extra miseri, ridotti a tre biografie ricolme di dimenticanze (sulla scheda della Baker non si fa menzione dei sexy-thriller diretti da Lenzi, e su quella di Andrea Bianchi si glìssa sugli hard di fine carriera).
Durata effettiva del film, titoli di coda compresi, 88 minuti.
La malinconica colonna sonora, che esplode nel tetro finale (con soggettiva dal "mirino") è realizzata a cura di Guido e Maurizio De Angelis.
I fratelli de Angelis, oltre ad aver composto centinaia di soundtrack per altre pellicole, si sono convertiti, a metà anni '80, in veste di produttori.
A parere di chi scrive questa è l'opera più completa, più interessante e più riuscita di Andrea Bianchi...
Con buona pace di chi adora Zombi Horror, Nude per L'Assassino o Massacre.
Buona parte del merito va ad Adolfo Celi, personaggio adatto per il ruolo melodrammatico e malinconico (istinto che, nel sottoscritto, questo attore ha sempre provocato) qua in parte nel ruolo di marito indotto alla disperazione per via di un tradimento "familiare".
Non mi sento di escludere che il finale del film abbia influenzato l'incipit di Autostop Rosso Sangue (Pasquale Festa Campanile, 1977).
A 30m:33s (quando la Benussi fa buio in sala) si sente un brano (sempre composto dai f.lli De Angelis) riciclato dal film ''40 gradi all'ombra del lenzuolo''.