Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Il numero del canale si trova tra parentesi dopo il suo nome. Se non c'è, cercatelo qui: numero canale. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Galbo: Il compianto Daniele Formica è il coprotagonista (insieme a Leo Gullotta) di questa pellicola parodistica dedicata ad alcune delle figure messe per eccellenza alla berlina in barzellette e quant'altro: matti e carabinieri. Purtroppo il livello rimane assai basso e rarissimamente il film riesce ad essere un minimo divertente per evidente pochezza della sceneggiatura. Astenersi dalla visione è preferibile.
Daniela: Breve incontro in Normandia: lei è una biologa marina che sta per imbarcarsi verso l'Artico, lui si fa passare per ingegnere idraulico ma è una spia diretta in Somalia. Entrambi si troveranno in pericolo, ma non cesseranno di amarsi... Quasi tre film in uno, non ben amalgamati: se la storia d'amore è banale e la vicenda artica annoia, la parte con McAvoy prigioniero dei jihadisti è più interessante, anche se non esente da stereotipi. Fatta salva la bellezza dei luoghi esaltati dalla fotografia, difficile appassionarsi per questi viaggi wendersiani fino alla fine del mondo, ora come nel passato.
MEMORABILE: La finta esecuzione, immerso nel mare fino alla cintola.
Galbo: Doveroso omaggio ad uno degli artisti più completi e versatili della discografia italiana, Via con me non è il solito documentario compilativo, ma un’opera approfondita, molto ricca iconograficamente, che rappresenta un viaggio sentimentale verso le fonte ispirative più intime del cantautore. Si dimostra ad esempio il “taglio” cinematografico (da lui stesso ammesso) delle sue composizioni e tutte le componenti autobiografiche, oltre che lo sconfinato amore per il jazz. Molto interessante anche l’espediente di affiancare la stessa composizione ripresa in epoche differenti. Notevole.
Markus: Sul filone primi Anni '80 dei carabinieri/film-barzelletta, uno degli ultimi esemplari che nulla aggiunge alla filmografia. Un raschiare il barile che persino un veterano come Mariano Laurenti, ormai arrancante, gestisce nel peggiore dei modi. Il comparto dei caratteristi fa quel che può e, in mancanza di veri attori, si provvede a far smorfie e a dire sciocchezze. Il film si ricorda solo per il ritorno di un ex "vip" come Alessandro Benvenuti, che dopo i fasti in tv coi Giancattivi riparte da zero... con questa scarsa commedia.
Il Gobbo: Musicarello con Tony Renis super-seduttore (francamente un po' improbabile) alle prese con un sacco di donne; l'amico Jannacci, stralunatissimo, lo aiuta a gestire il traffico, senza ovviamente rimediare alcunché. Intanto Renis indovina un successo discografico (vedi titolo), ma il giochino viene scoperto dalle ragazze... Le girls (fra cui Lola Falana e Alida Chelli giovane e carinissima) sono l'unica cosa da salvare del film. Apparizione di Dalla fuori di testa.
Dengus: A parte gli anacronismi nel flashback (le parabole e la Citroen C1 nel 1990...) ha i suoi momenti divertenti tipici della commedia italiana, grazie a un buon cast e a una trama a tratti telefonata (si azzecca facilmente chi possa essere la sposa) ma ben fatta e valorizzata dagli attori. Spiccano Solfrizzi, la burina raffinata Spada, Rossi logorroico, il mite Pasotti, la Minaccioni, il maschiaccio Rocca (simpatica nel suo personaggio) e Tortora. Avanti così i Vanzina possono tracciare la strada giusta per un ritorno della buona commedia tricolore.
Rambo90: In qualche modo precursore della tipica formula del cinepanettone (episodi che si intrecciano in un tipico luogo di vacanza, anche se qui siamo in estate), il film non decolla mai, le varie storie sono risapute e le risate veramente poche. Viene dato troppo spazio ai giovani del cast e alle varie storielle d'amore e troppo poco a De Sica e Peppino (coinvolto in un caso di oltraggio al pudore). Veramente poca roba. È curioso pensare che in effetti il film uscì il 20 dicembre.
Caesars: Siamo di fronte ad uno di quei film che una volta finiti ti lasciano dentro qualcosa e ti fanno pensare. Notevole risultato che Gianni Amelio riesce a raggiungere raccontando con ritmo lento e aggiungendo poco alla volta elementi ad una storia apparentemente senza risvolti particolari. Grandi le prove offerte da Volonté e da Fantastichini, ma anche Carpentieri non sfigura, nel confronto con i due. Non si grida al capolavoro, ma l'opera è da vedere. ***!
Magi94: Capolavoro del genere spionaggio. Compie quasi 60 anni eppure avvince ancora più dei film spionistici del giorno d'oggi, grazie alla sceneggiatura strepitosa nei suoi risvolti e alla brillante recitazione di tutto il cast, a partire da Cary Grant che con eleganza getta un po' di ironia per sdrammatizzare il giusto. Eva Saint è meravigliosa. Inutile elencare le scene memorabili perché lo sono più o meno tutte, dall'inizio fitto di mistero fino all'inseguimento sul monte Rushmore.
Markus: Secondo questo film essere single è una grave patologia. Con questo quantomeno spiritoso spunto - qui dato per quasi serio - la pellicola si rifà a tutto quell'universo forse meglio rappresentato nei vari Sex and the City e compagnia aberrante, dato per anni in pasto alle trentenni “stressate”. Tutta una serie di personaggi-macchietta senza un minimo d’introspezione psicologica che, a giudicare dalle compiaciute risate femminili in sala, evidenziano una certa diffusa limitatezza. Destinazione tv, ma... che tristezza!
Daidae: Il tentativo di riesumare un mito degli anni 70-80 non ha buon esito. Il film magari non è così male, ma certamente non si avvicina neppure di poco a quelli girati dalla coppia Milian/Corbucci. Oltretutto si fa un po' di confusione visto che il poliziotto interpretato da Tomas Milian si chiamava Nico "Er pirata", mentre il Monnezza era un personaggio che appariva in altri film (La banda del Gobbo, per dirne uno). Film mediocre, che non piacerà soprattutto ai cultori del cinema cosiddetto "di genere".
Galbo: Ambientato negli anni successivi alla guerra di secessione americana, è una fantasiosa ricostruzione in chiave western di accadimenti politici "chiave" della storia statunitense. Il film possiede una certa precisione storica dovuta alla buona qualità della sceneggiatura. Le riprese regalano momenti spettacolari e il cast è formato da attori molto aderenti ai propri personaggi. In definitiva un buon film.
Rigoletto: Buon sequel che però non raggiunge i vertici del primo film. Schwarzy è ben calato nel personaggio ed è affiancato da attori che riescono ad offrire un buona interpretazione (punta di diamante la prova di Tracey Walter, bravissimo). La regia di Fleischer punta più sul fantastico rispetto al primo, epico capitolo. Ottime anche le musiche, come sempre. Da vedere per completezza. **1/2
MEMORABILE: Akiro a Malak: "Se vedi qualcosa, non la rubare".
Ciavazzaro: Atroce, senza mezzi termini. Alessandro Gassman in particolar modo offre una pessima interpretazione. Salvo del cast solo la Merlini e Philippe Leroy in versione Yanez. C'è anche la Arcuri, che anche in questo caso come attrice proprio non convince. Scene assurde, plot mal scritto e confusionario, proprio brutto. Da evitare accuratamente.
Galbo: Uno dei due western realizzati da John Huston (l'altro è L'uomo dai sette capestri) presenta uno spunto simile a quello del capolavoro di Ford, Sentieri selvaggi ma non si può dire altrettanto riuscito. La storia presenta delle implicazioni di tipo morale che appesantiscono la storia che a tratti appare forzata. Buona la prova del cast.
Daniela: Inevitabile il confronto con Twister: nel film di De Bont la parte catastrofica, resa in maniera eccellente, scontava un milieu "umano" mediocre, che però assume un rilievo quasi shakespeariano se confrontato con quello del filmetto di Quale, vera e propria galleria di personaggi stereotipati, situazioni straviste, banalità assortite, frasi fatte, con l'aggravante - purtroppo legata ai tempi - di un ricorso modaiolo e pretestuoso al finto found footage. Tolti i momenti di rifrullo tornadico, ben realizzati, tutto il resto è una vera catastrofe dal punto di vista cinematografico.
MEMORABILE: I due grulli con la go-pro sul casco che si divertono come matti: cosa vuoi che sia il rischio di crepare di fronte a un milione di links su youtube?
Piero68: Diciamoci la verità, alcuni comici e un certo tipo di comicità mal si sposano con la denuncia sociale. Qui Aldo non solo deve fare i conti con la prima apparizione da "single", sdoganato da Giovanni e Giacomo. Ma addirittura sembra voler riproporre un certo cinismo molto zaloniano che si sposa male con la sua indole. Insomma, film sbagliato con sceneggiatura sbagliata. Di pessimo gusto poi, oltre che gratuita, la parte della Finocchiaro versione schiavista. Se nei primi 10-15 minuti scappa pure la risata risulta poi difficile arrivare alla fine.
Markus: Parigi. Diatribe d'una coppia di trentenni tra smanie del primo, il figlio e la prospettata carriera di lei a New York. La crisi di coppia secondo un film sentimentale para-televisivo di stampo classico, che dal punto di vista sociologico non racconta nulla di nuovo ma a cui va riconosciuta una certa spigliatezza registica. Sul fronte prettamente campanilistico c'è da sottolineare la presenza di Stefano Accorsi nel classico ruolo da italiano all'estero, dipinto con l'approssimazione dettata dai cliché. Buona la fotografia, ma complessivamente è un film mediocre.
Reeves: Misconosciuto film western con sfondo terzomondista che esalta il bravo Robert Hundar, attore che in vita non ha mai ottenuto il riconoscimento sperato. I rivoluzionari sono simpatici, i cattivi rancheros egoisti e violentatori, il killer yankee prende coscienza e si schiera con i ribelli. Tutto avviene con un buon ritmo e colpi di scena non banali. Poi, quando il sottoproletariato ha il volto di Fernando Sancho, non ci si può che divertire. Andrebbe sempre citato tra i western rivoluzionari di Corbucci, Sollima, Leone...
Giùan: Impegnata a preparare col fido Uomo dal cappello giallo e i suoi amici il costume per la festa della "zucca", la nostra scimmietta è incuriosita dalla leggenda di uno spaventapasseri senza capoccia. Avventura lunga in salsa "halloweenesca" per il piccolo George ("creatura" di Ron Howard), il cartone gioca piuttosto bene la carta dell'attrazione/repulsione dei bambini per la paura e lo "spavento". Peccato la trama troppo intorcinata rispetto alla lineare media degli episodi della serie, comunque divertente per i ficcanaso e gli impiccioni di ogni età e... razza.
Ruber: Filmetto tv abbastanza sciapo e uguale a tanti altri; quindi con una sceneggiatura scritta alla velocità della luce e senza dare un minimo di carattere ai personaggi. Due sorelle di cui una finita in carcere per l'uccisione della madre anni prima, uscendo cercherà la verità. La poca tensione viene lasciata solo ad alcuni momenti che da soli non riescono a tenere su un thrillerino da due soldi, con attori da low budget che si muovono come manichini senza dare alcun spessore ai loro personaggi.
Il ferrini: Riuscita commedia che si basa su una gustosa satira iconoclasta lasciando perdere per una volta i soliti intrecci sentimentali. I personaggi sono ben strutturati e il trio protagonista è ben affiatato, con Battiston una spanna - facciamo anche due - sopra tutti. Forse cala leggermente nella parte centrale (la signora coi "friccicori") ma tutto sommato non ci si annoia mai e alcune riflessioni sulla natura e sulla struttura delle religioni sono tutt'altro che banali. Del resto Aronadio è laureato in psicologia e un po' si vede. Un buon film.
Markus: Paul Turner è uno esperto che dà ai politici le soluzioni per tenersi distanti dagli incidenti diplomatici, in particolare gli scandali sessuali. Accetta per scommessa di occuparsi di una dottoressa impegnata nel sociale, che tenta di candidarsi come governatore. Film che ruota attorno alla figura di Rob Lowe, che molti ricorderanno come "belloccio" in alcuni film degli Anni '80. La pellicola di Bill Guttentag, pur garantendo la professionalità e la pulizia del cinema yankee, di fatto non riesce purtroppo mai a decollare.
Saintgifts: Se si toglie quel po' di patinatura dei western RKO di questo periodo, "Gli avvoltoi" non è niente male. La trama è ricca e, oltre ai cattivoni della banda, ci sono anche due donne innamorate dello stesso uomo e la redenzione di una delle due. C'è la corsa per la conquista di un pezzo di terra in Oklahoma e città che diventano fantasma. La regia non la chiamerei di maniera, ma sicura nel trattare il genere e il film è piacevole fino alla fine. Buone riprese e anche ricercate, gli attori se la cavano dignitosamente. C'è il solito divertente Gabby.
Jandileida: Minestrone in cui De Sica butta un po' di tutto, dai ghostbusters giù fino allo spirito del padre. Il risultato, se non proprio gustoso, è quantomeno commestibile: pur usando gag già messe in formalina ai tempi gloriosi dei cinepanettoni e riciclando tutto ciò che si poteva raccattare dai barili del genere comico paranormale, il film ha buoni tempi, più che discreti effetti speciali e un trio di protagonisti affiatati. Il tentativo di mettere insieme più stili è poi per lo meno degno di nota, in un panorama comico italiano che tende in genere alla ripetizione perpetua di se stesso.
Il ferrini: Malinconica macchina del tempo che a partire dal titolo dispensa citazioni (in Germania è uscito come "Main name ist somebody"). Le più evidenti sono quelle a Trinità (lo scorpione, i fagioli, la padella) ma c'è perfino Charleston, in un improvvisato balletto della Bitto. La storia è fragile, la confezione anche, eppure l'effetto nostalgia colpisce al cuore e il finale è tutt'altro che scontato. Chi è cresciuto col protagonista (e col suo storico amico) non può non emozionarsi.
Piero68: Da una storia vera una toccante pellicola su un ricongiungimento familiare. Nell'India della povertà più nera un bimbo di 5 anni deve affrontare una vera e propria Odissea per sopravvivere. Anche se a grandi tratti ricorda il film di Boyle The millionaire, almeno nella parte dell'infanzia del protagonista, è innegabile la bravura del regista nel trasportare lo spettatore nei sentimenti più veri facendogli vivere tutto il disagio che molti bambini in India devono affrontare. Buono il cast in cui ovviamente spicca Patel, attore sempre più convincente nella sua maturazione. Da vedere.
Motorship: Una delle migliori prove di Banfi attore: meno comico, più misurato ma al contempo molto funzionale. Merito soprattutto della direzione di un maestro del cinema italiano qual'era Dino Risi, il quale tira fuori un lato allora nascosto dell'attore pugliese. La storia è abbastanza azzeccata, anche se prende ritmo solo quando c'è il fantomatico (infatti poi sarà tale) omicidio, con tutti i risvolti e le indagini curiose. Banfi qui può contare su ottime spalle come Maurizio Ferrini, Maurizio Micheli e le sorelle Patanè. Divertente l'imitazione di Andreotti.
Piero68: Una volta a dirigere i noir/polizieschi venivano chiamati registi specializzati nel genere: Hill, Lumet, Friedkin... Ora sembra essere diventato un genere di transizione e la regia, come in questo caso, viene affidata ai Watkins di turno. Il risultato è che i film sono tutti uguali tra loro; come questo Bastille day che, tolti un paio di momenti action, è un prodotto miseramente anonimo. Persino Elba, attore dal buon potenziale, sembra sfigurare in un ruolo che dovrebbe essere suo a occhi chiusi. Implicazioni politiche, poi, semplicemente ridicole.
MEMORABILE: La fuga sui tetti; La scazzottata nel furgone.
Taxius: Divertente commedia on the road che ha come protagonisti quattro semisconosciuti che fingono di essere un'allegra famiglia per passare inosservati il confine col Messico allo scopo di contrabbandare una grossa partita di droga. Il film funziona e diverte puntando sull'assurdo e il demenziale senza essere mai volgare o eccessiva. Ovviamente si parla di un film da intrattenimento puro, ottimo per rilassarsi e per quando non si ha voglia di impegnare il cervello. Commedie americane di questo tipo ce ne sono tante, ma questa sta sopra la media.
Puppigallo: Ha decisamente fatto il suo tempo e non è invecchiata molto bene, questa pellicola in cui un protagonista sempliciotto ma non stupido va in confusione cercando di capire cosa è meglio per il giovane figlio. Non c'è nulla di particolarmente interessante nello sviluppo e tutto risulta abbastanza prevedibile, con i soliti pregiudizi, un cattivo con frusta (Matthau), due ancora più pericolosi causa faida e il vero amore che naturalmente non viene subito capito dal vagabondo del titolo. Comunque resta vedibile grazie al protagonista, interpretato da un Lancaster che ci credeva.
MEMORABILE: La perla e la lettera; Sul battello; Frusta contro capa tosta più aiutino.
Siska80: A primo impatto sembrerebbe un film di Rosamunde Pilcher con una bella fiaba dietro l'angolo (due sorelle da tempo lontane ricevono un'eredità misteriosa che arriva "a fagiolo", tanto per rimanere in ambito culinario); invece lentamente la vicenda si fa seria affrontando temi sempre attuali e toccanti. Peccato per la dispersività che inficia sul ritmo creando un considerevole varco tra le parti migliori, ossia l'inizio in cui ci vengono presentate le protagoniste (due attrici bravissime) dal carattere molto differente e la conclusione amara. Non troppo originale ma significativo,
Cotola: Fuori tempo massimo! Avrebbe avuto un suo perché nei '60-'70, col suo mescolare immagini di repertorio a quelle contemporanee, col flebile discrimine realtà-finzione, con le sue velleitarie aspirazioni godardiane, con i personaggi che blaterano di arte, morte, delle loro ispirazioni frustrate... Oggi invece appare egocentrico e intellettualoide nonché a tratti risibile quando non ridicolo nei dialoghi e anche nel ritratto dei personaggi tra cui spicca, in negativo, quello che si atteggia, fisiognomicamente, a Pasolini. Se amate questo tipo di cinema, fatevi avanti.
MEMORABILE: "Penso che i miei refusi siano una forma di autodistruzione"; "Non c'è scrittura in questo film"; Il tumore al cervello considerato una scocciatura.
Herrkinski: I cortometraggi di vari registi sono inseriti in una storia principale che si muove attorno a una videoteca per nerd dell'horror, presentata all'inizio e poi ripresa in varie tranche fino al lungo finale - di fatto la cosa con più senso compiuto del film - che vede la anche guest-star Briggs; il resto degli episodi sono inseriti un po' forzatamente e nonostante la dose di splatter alta risultano perlopiù puerili, intrisi di una comicità demenziale che vanifica qualunque tentativo di horror. I modelli migliori del genere antologico sono ben lontani, ma potrebbe divertire qualcuno.
Anthonyvm: La terza trasposizione cinematografica della storia di Anna Leonowens, insegnante presso la corte del re del Siam, pur giovando delle considerevoli migliorie tecniche acquisite negli anni e di un adattamento più consono ai gusti del pubblico moderno, si uniforma agli standard dei polpettoni sentimentali hollywoodiani, storicamente inaccurati e melodrammaticamente tronfi. L'ossatura convenzionale dello script, dal pretestuoso subplot cospirazionista alle risapute tribolazioni romantiche, inficia le sequenze d'impatto e la buona accoppiata Foster/Yun-Fat. A tratti valido, ma banalotto.
MEMORABILE: L'avvelenamento di gruppo; La coreografia letale attorno ai condannati a morte, con lirici schizzi di sangue nel finale; La quasi-battaglia sul ponte.
Tyus23: Se Benvenuti al Sud funziona abbastanza il merito è senz'altro quasi interamente del cugino d'oltralpe che, cambiata ovviamente l'ambientazione, viene qui ri-girato piuttosto pedissequamente. Bisio se la cava bene in un ruolo decisamente nelle sue corde e anche Siani fa la sua figura. Ad ogni modo chi ha visto l'altro (senza dubbio superiore) non lo troverà granchè interessante.
Redeyes: Statham e West non colpiscono nel segno galleggiando a metà strada fra una sorta di gangster movie e un action classico in cui si fatica ad amalgamare i generi e soprattutto ad avere una buona sceneggiatura. Dal nostro Jason ci aspettiamo pugni e sbruffonate ma qui latitano anche quelle, complice anche un cattivo piuttosto annacquato. L'uso dei flashback non aiuta e lo stesso finale è più patetico che altro. Occasione completa persa.
Pinhead80: Bella domanda: cosa vogliono le donne? Il film cerca di dare una risposta a questo quesito donando a Mel Gibson, in maniera casuale, la capacità di poter leggere loro nel pensiero. L'idea è senza ombra di dubbio simpatica e pure il film risulta essere godibile, anche se la sceneggiatura finisce per scivolare inesorabilmente nel banale. Riuscito, ma solo in parte.
Pessoa: L'esperto LeRoy mette in pentola diversi ingredienti (esotismo, avventura, bambini malati, vulcani arrabbiati, spiritualità e umorismo) mescolando tutto con la forza del suo talento e tira fuori un film prelibato, capace di valorizzare al meglio le buone prove di un intenso Sinatra e un energico Tracy. Spettacolari le eruzioni e le scene del salvataggio, con grande impiego di mezzi mentre la sceneggiatura ben scritta non risparmia continui colpi di scena, vellicando troppo spesso gli spettatori dalla lacrima facile. Forse un po' eccessivo l'afflato religioso ma il film è molto bello.
Reeves: Amara commedia drammatica sul degrado dei quartieri popolari, stretti tra egoismi di ogni tipo. La maschera dolente del protagonista e regista Ravello riesce a suscitare simpatia; intorno a lui ci sono solo personaggi negativi: dalla palazzinara arricchita e volgare al malavitoso fascista e razzista ai bulletti adolescenti. Molto più profondo e realistico di quello che può sembrare in superficie.
MEMORABILE: Il nonno e i suoi commenti sulla situazione
Pinhead80: Testimone di un atto di terrorismo che gli cambierà totalmente la vita, un uomo trova la propria ragion di vivere diventando uno spietato assassino. Nel suo mirino ovviamente ci sono cellule terroristiche pronte a colpire nuovamente. Il film è un po' un pasticcio che pesca a piene mani da altri action movie ben più accattivanti. Keaton nel ruolo dell'addestratore veterano e senza scrupoli non ci azzecca per niente. Una volta visto si è già dimenticato.
Trivex: Bella storiella, leggera leggera, adatta per quando il proprio tempo risulta pesante. "Schwarzy" si mette in gioco e oltre ai muscoli-comunque presenti-mostra la forza della simpatia nel ruolo del forte ma candido che incontra il mondo. Bravo anche Danny e pure il resto del cast fa il proprio dovere, in questa commedia americana che è anche un po' novella del figliol prodigo.
MEMORABILE: Al bar, dove lui sa tutto sulla birra... pur non avendola mai assaggiata!
Kinodrop: Il protagonista, l’abilissimo transporter Martin ingaggiato da tre femmes fatales per una nuova missione, se la vedrà con la crudele mafia russa in una lotta tra location di lusso e bonifici hackerati. Un reboot dell’omonima saga sempre a firma di Luc Besson, ambientato in Costa Azzurra; un action al quale non si deve chiedere né coerenza, né verosimiglianza, né psicologia dei personaggi ma solo di farsi trascinare dalle situazioni più estreme di stampo fumettistico e dal vortice rocambolesco di inseguimenti, vendette e scazzottate a non finire. Iperbolico.
MEMORABILE: Martin jr. e il duplice rapimento del padre; Le tre "bionde"; L'Audi "volante" che va finire nel gate dell'aeroporto.
Silvestro: Un film impeccabile da molti punti di vista ma che manca del necessario pathos e dello slancio per farne una pellicola davvero interessante in grado di far più del compitino. Anche le prove degli attori confermano la sensazione di un'opera ben studiata ma con pochi guizzi, a partire da Liam Neeson che senz'altro è bello e bravo ma non riesce a dare al suo personaggio spessore drammatico. Insomma, siamo di fronte a un film discreto ma tutt'altro che memorabile e questo è un peccato, considerandone le potenzialità.
Digital: Convincente action movie. La trama, a dire il vero, non propone chissà quali novità (lui dopo averne passate di ogni colori, vuol far fuori colui che gli ha ucciso la fidanzata). Ciò che lo rende un buon film è la cura con cui vengono tratteggiati i caratteri dei personaggi (specialmente quello di Statham e della Buzek), dopodiché una regia che pur concedendosi qualche spettacolarizzazione, riesce ad andare al di là del semplice intrattenimento fine a se stesso.
Mco: Salvatores coniuga situazioni al limitare del noir con altre prettamente avventurose, condendole con lo spirito sagace che lo contraddistingue. I personaggi si completano alla perfezione, tra insoddisfatti veraci e falsi realizzati, fughe studiate e improvvisazioni di comodo. La location messicana (soprattutto nella sua parte più selvaggia e desolante) aggiunge sale e colore all'intera vicenda, virando spesso verso scorci poetici. Viaggio cinematografico anomalo ma più che consigliato.
Saintgifts: L'atletico Chuck Connors è un bianco, ma interpreta abbastanza credibilmente il famoso capo indiano Geronimo. Sono le ultime gesta del capo Apaches prima di scendere a patti con il Governo degli Stati Uniti. È un film chiaramente dalla parte dei nativi americani, anche se ne mette in mostra la loro fermezza nel rifiutare le abitudini e la civiltà, ritenuta superiore, dei bianchi, ma evidenzia anche la disonestà di questi ultimi. Girato in modo molto convenzionale, così che la visione risulta piuttosto distratta e senza particolari scosse.
Markus: Ne folto panorama dei polizieschi all'italiana se non altro un diversivo legato ai poliziotti in motocicletta. L'ultimo film di Massimo Dallamano (morì per incidente pochi mesi dopo la fine delle riprese) insegue il filone senza troppe divagazioni, con una buona dose di morti e sangue che, tra stragi indotte da valigette esplosive e altri di circostanza, si faticano a contare dopo già pochi minuti. Non un film che colpisce per originalità, ma che riesce nel tentativo di essere avvincente. Le belle musiche di Cipriani sono un valore aggiunto.
Belfagor: C'è la Fonda nei panni di un mostro (mormone) di nonna, la Lohan che fa la mean girl e la Huffman che fa i salti mortali in pieno stile desperate. Peccato solo che le tre componenti, invece di sostenersi, si smorzino a vicenda. Nemmeno la biforcazione fra la commedia e il dramma riesce bene, in questo film che vorrebbe essere femminista ma finisce col sembrare quasi misogino. L'impegno delle tre protagoniste, ognuna con uno stile ben diverso, è notevole, ma non eleva la pellicola oltre la mera sufficienza.
Markus: Remake di un film israeliano. Che il cinema nostrano si stia da tempo afflosciando sul bieco rifacimento di successi di altre nazioni è ahimè dato sconfortante, ma quando lo fa persino un giovane regista come Ivan Silvestrini la cosa si fa anche un po' drammatica. Ingoiata questa mandorla amara, c'è ben poco da dire su una giovanilistica tiritera di sesso nel fantastico scenario di una Ford C-Max (palese product placement) nella sporca Roma di oggi. Occhioni sbarrati per la Gioli e sguardo da duro per Martari: due maschere poco convincenti.
Viccrowley: Secondo giro nei panni dell'eroe howardiano per il buon Schwarzy; purtroppo tanto epica e possente era l'opera di Milius, tanto posticcia e abborracciata è quella di Fleischer. La storiella sembra uscita da un modulo d'avventure di un gioco di ruolo, con le varie quest sempre più impegnative che portano l'eroe a scontrarsi infine con un risibile demone di gomma realizzato da uno svogliato Rambaldi. Gradevoli il personaggio di Grace Jones fiera amazzone e la colonna sonora di Polidouris. In definitiva un fantasy trascurabile.
Alexpi94: Thrillerino di ambientazione francese (non privo di una certa grazia) con un stormo di splendide fanciulle (Bouchet e Neri su tutte) e dalla recitazione accettabile (buono Sacchi). Ma tutto ciò non basta per risollevare le sorti di un prodotto molto lento, con personaggi che non funzionano a dovere e (quasi del tutto) privo di suspense. Ritmo fiacco e le musiche non aiutano. Diciamo pure guardabile (ma non proprio un buon film).
MEMORABILE: Il bulbo oculare; La splendida (e brava) Bouchet (a inizio film).
Enzus79: Biopic dell'ex vicepresidente americano Dick Cheney, figura tutt'altro che empatica. Di conseguenza sorprende il fatto come il film non annoi, anzi. Coinvolgente, a tratti ironico e tagliente. Inquietante il dietro le quinte dell'attacco in Iraq. Christian Bale (candidato all'Oscar) magistrale, ma non si può dimenticare un ottimo Steve Carell nei panni di Rumsfeld.
Pessoa: Ennesimo non film prodotto raschiando il fondo del barile della commedia italica e dei suoi sottogeneri. La sceneggiatura non esiste e le pochissime idee del progetto devono fare i conti con un budget minimo che le frena sul nascere. Resta da chiedersi chi fosse l'utente finale di simili capolavori... Peccato per il cast ricco di buoni caratteristi cui non resta che esagitarsi e urlare senza soluzione di continuità. Fa male vedere bravi attori come Formica e Agus ridotti a interpretare cose così. Passate oltre!
Ruber: Esile commedia andolescenziale che ruota attorno alla vita quotidiana del ragazzino che tenta con svariati modi di di vivere tra ragazze, scuola e amici ("Banana" perché amante della nazionale brasiliana, quindi gira con la maglia color giallo/verde). Non si salva niente della sceneggiatura di Jublin, situazioni scontate e banali si sommano a interpretazioni scialbe. La storia fatica a tenersi in piedi, tuttavia rappresenta con intelligenza il mondo dei giovani d'oggi. Si salva quindi l'idea di base, non certo la sua realizzazione.
124c: Finiti i capitoli sulle gag politicamente scorrette del 1981 e 1982 e dopo il successo de "I due carabinieri", con la coppia Montesano/Verdone, ecco "Carabinieri si nasce", altro film sull'arma dove stavolta, i nostri devono sgominare una cellula di avvenenti spie russe. Fra Alessandro Benvenuti che fa il verso al Rambo di Sylvester Stallone e il "solito" Sandro Ghiani che fa il sardo, ciò che si salva sono solo le forme di Tinì Cansino e delle altre belle ragazze, che sono sempre notevoli.
Markus: Paul Turner è uno esperto che dà ai politici le soluzioni per tenersi distanti dagli incidenti diplomatici, in particolare gli scandali sessuali. Accetta per scommessa di occuparsi di una dottoressa impegnata nel sociale, che tenta di candidarsi come governatore. Film che ruota attorno alla figura di Rob Lowe, che molti ricorderanno come "belloccio" in alcuni film degli Anni '80. La pellicola di Bill Guttentag, pur garantendo la professionalità e la pulizia del cinema yankee, di fatto non riesce purtroppo mai a decollare.
Markus: Alcuni marines sbarcano su un'isola tropicale dove risiede un vecchio indigeno con due figlie che faranno da paciere con i nemici giapponesi. Favoletta povera di idee e anche di soldi, in quanto le inquadrature sono tutte o quasi nel medesimo boschetto di palme. Innocente farsa pacifista del Bene contro il Male, in cui l'allora poliedrico Renato Rascel fa da perno centrale della vicenda (spesso sonnacchiosa, va detto) e coglie l'occasione per cantare la sua ritmata "Caporal boogie".
B. Legnani: Grazioso film d'azione, le cui pregevolezze stanno in primo luogo nei tocchi di umorismo sottile (la prima, pietosa copertura della "salma" è impagabile) e di un ritmo scanzonato, che non fa mai annoiare anche quando l'esagerazione domina (alla faccia dell'organizzazione!). Curiosamente funzionano meno i momenti più dichiaratamente comici (la vecchietta col cane, Therry-Thomas). Moschin è il mattatore, niente male il composto Vianello, Stander uguale a sé stesso, fino a non poterlo sopportare. La guardia Jones è Mingozzi, ancora in divisa...
MEMORABILE: La citata prima copertura della "salma".