Una famiglia dall'aria scioccamente allegra e tradizionalista in viaggio su un gigantesco camper è molto meno sospettabile di chiunque altro, alla dogana. E' su questo semplice concetto che il film si basa, scegliendo come protagonisti uno spacciatore d'erba e una spogliarellista. Coppia insolita, composta forzatamente perché in realtà i due sono semplici vicini di casa. La causa scatenante è lo zaino che rubano a David (Sudeikis) e che conteneva le migliaia di dollari da restituire al suo boss (Helms). Per abbonargli il debito, quest'ultimo gli propone di andare in Messico, ritirare lì un grosso quantitativo di droga e riportarlo in America. Passare...Leggi tutto la dogana sarebbe un problema, ma David si convince che fingersi una innocente e ingenua famiglia americana in vacanza sul camper potrebbe bastare per non destare sospetti e ingannare la polizia di frontiera.
Per l'operazione deve cominciare con l'ingaggiare una falsa moglie e pensa a Rose (Aniston), la vicina di casa che deve evitare lo sfratto o accettare la proposta del suo, di capo, di non limitarsi a spogliarsi ma pure di fare sesso con gli avventori del night dove lavora. Entrambi si trovano insomma in una condizione finanziaria tale da non poter rifiutare a cuor leggero la proposta di fare da corrieri della droga. A recitare la parte dei figli ci penseranno altri due ragazzi che gravitano intorno al palazzo di Davis: l'imbranatissimo Kenny (Poulter) e la punk ribelle Casey (Roberts), debitamente ripulita.
Il viaggio può cominciare, con i suoi ovvi imprevisti a cui spetta il compito di movimentare questa bizzarra commedia on the road a cui qualche qualità non manca. A cominciare dal cast: Sudeikis e la Aniston sono ben affiatati ed entrambi piuttosto credibili, nei loro ruoli; meno lo saranno le situazioni in cui incorreranno, ma d'altra parte è evidente come in più parti si sfiori quasi il demenziale e si abbondi con una comicità talora greve e volgare che nelle gag più divertenti non poteva non riguardare il sesso: la Aniston che si lancia a indovinare il titolo del film che Kenny sta disegnando su di un foglio ne è un esempio lampante ma non l'unico. Anche altre sono comunque le trovate spassose (il panetto di marijuana avvolto in una coperta e scambiato per un bimbo dall'invadente famigliola che accompagnerà i nostri per un lungo tratto originerà la pià divertente delle gag visive) e quando l'umorismo latita ci pensa in qualche modo la regia di Rawson Marshall Thurber a tenere piuttosto alto il ritmo.
Se Sudeikis offre una prova a suo modo brillante, la Aniston gli fa da spalla con consumato mestiere (regalandoci un lungo strip, per distrarre i gangster, che i fan apprezzeranno), Ed Helms (che una famiglia simile aveva accompagnato nel buon "sequel" di NATIONAL LAMPOON'S VACATION, a cui il titolo italiano si rifà palesemente e a cui gli autori evidentemente guardano) è cinicamente feroce e canzonatorio nella parte del boss: scolpisce sculture di ghiaccio e ha un acquario in cui nuota una gigantesca orca. La prima parte è la migliore e più esplosiva, la seconda - che pure comprende una gag alla Farrelly con testicolo gonfio causa puntura di ragno - perde un po' di verve e si riavvicina a quel politically correct che si era fin lì contrastato con discreto coraggio. Non sempre efficace e un un po' troppo lungo (un quarto d'ora in meno avrebbe giovato), altalenante e con più di un passaggio a vuoto, è comunque discretamente piacevole, con punte riuscite non facili incontrare nelle commedie attuali. Nelle "papere" dei titoli di coda qualcuno fa ascoltare sulla radio del camper alla Aniston non la canzone prevista ma la sigla di FRIENDS (con simpatica reazione di lei).
Un piccolo spacciatore di droga, per trasportare molta "roba" dal Messico con un camper, chiede a una ballerina di lap dance, a una giovane vagabonda e a un ragazzo, abbandonato dai suoi e suo vicino di casa, di aiutarlo. Il bello è che i quattro si fingono una famiglia. Discreta commedia americana sostenuta da una Jennifer Aniston che fa una ballerina di lap dance, stufa del suo mestiere. Simpatico l'incontro con la famiglia dell'agente della Dea, divertente il balletto sexy della Aniston, fatto per distrarre gli inseguitori messicani.
MEMORABILE: La trasformazione della finta famiglia in una famiglia vera, per cause di forza maggiore.
Commedia all'americana che attinge per sommi capi anche al road-movie. L’intento di Marshall Thurber è evidentemente quello di divertire un pubblico senza troppe pretese e forse di giovane età. Si ride poco perché la sceneggiatura è un trionfo del “poco credibile” e del “già visto”, il tutto malamente assortito in un film che a malapena può fungere da scacciapensieri; in questo senso la pellicola può avere una dignitosa collocazione.
Commedia americana dell'assurdo senza pretese ma in grado di strappare qualche risata, questo We're the Millers fa più o meno quel che promette: miscela cinismo tarato al punto da restare sotto il confine attuale del politically correct (non lo sposta di certo), qualche buon sentimento, un pelo di caratterizzazione e qualcuna delle grazie ancora appetibili della buona Jennifer Aniston. Restare fino al termine dei titoli di coda.
Commedia che gioca con lo stravolgimento della famiglia tradizionale, proponendone una alternativa e fittizia di contrabbandieri di droga tra il Messico e gli USA. Il film ha il pregio di un cast azzeccato, con una Jennifer Aniston mai così convincente al cinema e altri attori da noi poco conosciuti ma decisamente in parte. Gag di buona qualità e dialoghi divertenti per un film nel complesso godibile. Discreto il doppiaggio italiano.
Per saldare un debito, piccolo spacciatore si presta a far da corriere per una partita di erba da prelevare in Messico. Per passare indenni la frontiera, cosa c'è di meglio che spacciarsi per una famigliola in gita col proprio camper? Ancora una commedia political-scorrect in cui una famiglia disfunzionale, qui pure improvvisata, si rivela molto più coesa di molte altre tradizionali. Certo la scorrettezza è più che altro di facciata e certi passaggi poco originali, ma gli attori coinvolti sono quasi tutti simpatici e/o in palla, qualche situazione divertente c'è, il film non annoia.
MEMORABILE: Il cliente dalla parrucchiera, riferendosi al proprio taglio di capelli: "Come i miei..."
Classica commedia on the road che si trascina un po' stancamente anche se non mancano alcune gag demenziali che strappano qualche risata. Buona performance per Jennifer Aniston, che si salva proprio perché i migliori momenti sono quando è in scena lei.
La vera famiglia è quella che ti vuole bene, anche se talvolta appare più che bizzarra. E quindi ecco una spogliarellista sboccata, una giovane senzatetto e un imbranato vicino di casa, l'ideale per una prova d'amore senza limiti. La conturbante Aniston prende in mano le redini della pellicola a poco a poco, innalzando l'asticella del divertimento. La trivialità è all'ordine dei minuti (su tutti il tentativo di corruzione alla frontiera) ma si stenta a trattenere la risata in più occasioni. Omogeneo e frizzante il cast, buona la regia.
MEMORABILE: Il gioco dei disegni tra famiglie; Lo "scambio di coppie" in tenda; Il morso del ragno.
Un piccolo spacciatore si ritrova nei guai e deve rimediare recuperando un grosso carico di droga dal Messico. La coppia Aniston/Sudeikis funziona alla grande, così come l'idea di trasformare la commedia nel solito road movie, cosa che permette di disseminare all'interno della trama incontri bizzarri e situazioni comiche. In definitiva ci sono tutti gli elementi per rimanere soddisfatti, dopo la visione.
Divertente commedia on the road che ha come protagonisti quattro semisconosciuti che fingono di essere un'allegra famiglia per passare inosservati il confine col Messico allo scopo di contrabbandare una grossa partita di droga. Il film funziona e diverte puntando sull'assurdo e il demenziale senza essere mai volgare o eccessiva. Ovviamente si parla di un film da intrattenimento puro, ottimo per rilassarsi e per quando non si ha voglia di impegnare il cervello. Commedie americane di questo tipo ce ne sono tante, ma questa sta sopra la media.
Molto divertente, perché la sceneggiatura (pur senza proporre niente di innovativo) sa inanellare una serie di gag volgari e demenziali spesso riuscite con un ritmo senza pause e una regia che asseconda bene gli interpreti. Il cast è in palla: la coppia Aniston-Sudeikis funziona bene, così come i loro finti figli e i vari caratteristi di contorno. Non è chiaramente un'opera d'alto ingegno ma fa il suo dovere.
Famiglia improvvisata ad arte da un simpatico e improbabile spacciatore per attraversare la frontiera messicana con un imponente carico di droga a bordo del camper. La trovata non è male, così come alcune battute scorrette e volgarotte che rendono la visione frizzante e a tratti esilarante. I quattro protagonisti sono ben assortiti e affiatati. Demenziale con un suo perché.
Comico demenziale all'americana un po' debitore del cinema politicamente scorretto dei Farrelly dei tempi migliori. Le battute e la gag si susseguono una dietro l'altra e, nonostante la qualità a volte sia un po' altalenante e per far ridere si ricorra a situazioni un po' di grana grossa, ci si diverte abbastanza. La regia è veloce e funzionale, il cast è in forma (il quartetto di protagonisti è affiatato e ben assortito, il boss della droga Helms è davvero spassoso) e cento minuti passano alla svelta. Finale non così buonista come potrebbe sembrare.
MEMORABILE: Il finto neonato; Il ragno punzecchiante; La tenda da campeggio; Lo spogliarello della Aniston; La prova di bacio.
Sulla scia della celeberrima saga dei Griswold, ma soprattutto del più recente Vita da camper (sul cui canovaccio la pellicola sembra basarsi caricando e inacidendo il tutto), arriva questa versione politicamente scorrettissima e scurrile della famigliola in vacanza, che in effetti è solo una famiglia simulata a fin di lucro illecito, e composta da uno spacciatore, una spogliarellista, un ragazzotto ingenuo e una giovane sbandata. Divertimento assicurato, trovate brillanti che praticamente azzerano i tempi morti e tanto umorismo sardonico (ma con un finale un po' edulcorato).
Tra le tante insulse commedie americane politically incorrect, questa ha qualche cartuccia in più da sparare. Innanzitutto uno script discreto, poi un buon ritmo con diverse gag riuscite e infine un cast ben assortito sia nei ruoli principali che nei comprimari. Così come nella maggior parte delle commedie made in Usa non si riesce a fare a meno dell'happy ending un po' telefonato, ma ciò non sgonfia eccessivamente la pellicola. Nel complesso, buono.
Quando gli viene ordinato di trasportare droga dal Messico agli USA, trafficante "crea" una famiglia falsa per non far sospettare le autorità. Commedia demenziale che, pur intrattenendo discretamente, risulta sfilacciata e priva di humour originale. Non mancano i doppi sensi e le situazioni equivoche. Personaggi riusciti. Jennifer Aniston sopra le righe. Merita una visione.
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