ATTENZIONE AGLI SPOILERONI
L'inizio, con la Winstead che guarda fuori dalla finestra del suo appartamento, parla allo smartphone e poi fà la valigia, coperta dalla musica di Bear McCreary, già mette in sintonia.
Quando poi parte con l'auto e ha un incidente (spezzato dai titoli di testa) si respira grandissimo cinema
Poi sembra un kidnapping con reminiscenze a
Saw (lei legata al lettino con delle manette e un tutore alla gamba, rinchiusa in una stanza che pare ermetica)
E l'inizio di un kammerspiel claustrofobico e angosciante, che tocca vette di tensione quasi insostenibili, che ha l'acre sapore di un assedio apocalittico romeriano.
"Rapita" da un John Goodman immenso (in tutti i sensi) che dice di averla salvata da un attacco chimico o nucleare, e magari anche alieno, e che da quel bunker non si potrà più uscire per parecchio tempo, causa radiazioni
Da quì il film coinvolge come non mai, una specie di "Grande fratello" spietatissimo con soli tre personaggi
Un idea geniale, che si sviluppa man mano tenendo sempre alta l'asticella adrenalinica dell'attenzione.
Cospirazione, paranoia, convivenza forzata, tentativi di fuga.
Goodman giganteggia , tra momenti di paternità (la privacy per far sì che la Winstead faccia la pipì con tranquillità, le premure in cucina, la cucitura alla fronte), improvvisi scatti d'ira paranoica (a cena, al gioco di indovina chi) e pian piano viene fuori un uomo disturbato, che molto probabilmente ha già ucciso una ragazza, che tiene un bidone di acido per sciogliere qualsiasi cosa e che, verso la fine, odora un pò troppo di serial killer della porta accanto.
Sprazzi umoristici (la tensione all'interno del bunker non cala nemmeno quando si bighellona tra puzzle e fancazzismo), con il juke box che erutta magnifici hit d'epoca, Goodman che si guarda , sembra per l'ennesima volta,
Bella in rosa (il film preferito di Megan, sua figlia, già Megan, sua figlia...) e che Gallagher scambia per
Un compleanno da ricordare, mentre Gallagher stesso e la Winstead si "godono" la vhs del film fittizio
Cannibal Airlines (che pare una figata!)
I dialoghi sono ben scritti (la Winstead che racconta a Gallagher l'episodio della bambina maltrattata dal padre, lei stessa picchiata spesso dal papà in tenera età) e le psicologie ben rese. Nonchè tocchi di genialità, come la tuta protettiva (con maschera antigas) fatta in casa o lo sparo che assorda.
Ma più "quello che succede fuori" incombe l'ombra minacciosa di Goodman
L'Help scritto all'interno del vetro dello stanzino di aerazione, Megan forse non esiste, la foto della ragazza scomparsa dentro al libro, l'orecchino, la polaroid che ritrare Goodman con la ragazza scomparsa (forse c'è sotto del marcio), il bidone dell'acido che, guarda caso, scioglie tutto, ma proprio tutto, osse umane comprese, come dirà lo stesso Goodman.
Eppoi arrivano le battute slasherose da "psycho thriller", la parte che mi ha mandato in estasi tachicardiaca, con la Winstead/Jamie Lee Curtis che fugge dalle grinfie di Goodman/Myers, tra acido e coltellate al condotto dell'aria , che sono momenti di suspence di alta scuola
La violenza e il gore non mancano (in piccole ma efficaci dosi, e si ritrova a orchestare ferite e corpi dilaniati, il grande Matthew Mungle), tra inaspettate e fulminee esecuzioni ("
Accetto le tue scuse" e, inaspettatamente, bang!), la donna contaminata che chiede di entrare e sbatte violentemente la testa contro il vetro della porta, i maiali dilaniati, Goodman ridotto a "toxic" dall'acido, il corpo di Gallagher immerso nella vaschetta dell'acido
La Winstead entra nel condotto (ah, i cari vecchi
Demoni baviani) e finalmente esce dal bunker...
E quì, però, comincia un'altro film, che manda in vacca una pellicola che ormai mi aveva rapito e quasi gridavo al miracolo
Per la serie come sputtanare un gioiellino con una "sorpresa" all'esterno di rara fantascemenza (con la Winstead che dice: "
Scherziamo" alla vista della prima astronave che volteggia nel cielo. Da quì non si hanno più freni per le vaccate che cominciano a fioccare), tra alienoni insettiformi in CG che assomigliano allo xenomorfo, pagliacciate assortite, come l'astonavona organico/vaginale/tentacolosa nascosta dietro la fattoria, la Winstead con quella tutina che la fà sembrare una supereroina alla
Kick-Ass, chiusa nel pick-up a mezzaria pronta a essere trasportata sull'astronave se non avesse la prontezza di avere un accendino e una bottiglia di vodka, e via pagliacciando...
Un prefinale decisamente orrendo, messo lì per far ricordare al pubblico che siamo sempre connessi al precedente (e brutto, per chi scrive)
Cloverfield, che non solo ammazza il film e tutto quello di buono che c'era stato, ma non prova nemmeno a suggerire o ha instillare il dubbio (come doveva essere), mostrando tutto e di più, scadendo nella più dozzinale e bambinesca SFX odierna, con mostri in CG e altre brutture. Divenendo in breve la perfetta antitesi di
Blair Witch Project.
Dovevo aspettarmelo da Abrams produttore, che se non ci ficca stè bimbominkiate spaziali non e contento. Aveva fatto così un bel lavoro con il nuovo
Star Wars, e quì mi rovina imperdonabilmente il film.
Un vero peccato (anzi, quasi un delitto), che abbia gettato via un kammerspiel della paranoia per un finale da fantaputtanata.
Comunque sia, Trachtenberg ha stoffa da vendere e farà molta strada (al suo primo film e sembra già un regista consumato di grande talento), il cast artistico mozzafiato, quello tecnico ancora di più (cosa non e la fotografia di Jeff Cutter)
Mi rimarrà dentro volentieri, se non fosse per quel prefinale maledetto, demenziale e fracassone. Come se nel finale di
Psycho, e magari proprio dietro al Bates Motel, arrivassero le astronavi di
Indipenence Day e uscissero gli xenomorfi di
Alien. Ecco, la sensazione e stata proprio questa. Un bellissimo "survivor movie" con innesti da "psycho thriller" mandato in vacca da smanie di blockbusterone da domenica pomeriggio.
Lo consiglerei a chi ama le tensioni da "camera" che sfociano nello psycho-thriller con lampi slasher. Con la riserva, però, di spegnere appena la Winstead esce dal bunker.