Gli inesorabili - Film (1960)

Gli inesorabili
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Titolo originale: The Unforgiven
Anno: 1960
Genere: western (colore)
Note: Ispirato a un romanzo di Alan Le May, lo stesso autore di The Searchers da cui è stato tratto Sentieri Selvaggi.
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 31/01/10 DAL BENEMERITO SAINTGIFTS
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Saintgifts 31/01/10 17:10 - 4098 commenti

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Un bianco durante una battaglia contro gli indiani Kiowa salva una neonata indiana e la farà crescere assieme ai suoi tre figli che la credono loro sorella, sapranno la verità solo quando lei sarà già una giovane donna. Le diverse reazioni dei familiari e degli amici sono la parte interessante del film per tutte le questioni morali e personali che solleva. Ci sono parti molto godibili nel film ma purtroppo anche momenti di calo di tono che lo appesantiscono. Bella musica di Tiomkin ma non adatta.

Galbo 29/01/11 07:16 - 12399 commenti

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Uno dei due western realizzati da John Huston (l'altro è L'uomo dai sette capestri) presenta uno spunto simile a quello del capolavoro di Ford, Sentieri selvaggi ma non si può dire altrettanto riuscito. La storia presenta delle implicazioni di tipo morale che appesantiscono la storia che a tratti appare forzata. Buona la prova del cast.

Homesick 21/05/12 17:19 - 5737 commenti

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Dall’odio implacabile tra bianchi e indiani avrebbe potuto scaturire una tragedia shakespeariana in cui la morte lavava tutte le colpe; invece, per lo meno da metà pellicola in poi, si fa strada un atteggiamento moralistico e sentimentale - la love-story d’ordinanza di Lancaster con la sorellastra meticcia Hepburn - che vende gli intenti antirazzisti per un’assoluzione faziosa e ottusa della civiltà bianca e delle sue conquiste a danno degli autoctoni. Sugli interpreti, inutile dirlo, troneggia l’anziana Gish con il suo tormento compìto e materno.
MEMORABILE: Lancaster al fratello: «L’uomo mette radici, Cash, e soffre se gliele tagliano. Non te ne dimenticare»; la strage dei pellerossa durante l’assedio.

Rigoletto 4/10/14 19:31 - 1787 commenti

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Al di là dei risvolti filosofico-moraleggianti, questo western di John Huston non si distingue in mezzo alla massa di tanti prodotti del genere che in quegli anni venivano sfornati a pieno regime. Ampiamente sufficiente, ma col cast che aveva era d'obbligo ottenere di più e anche la durata, incastonata in quadro ad azione ridotta, non gioca certamente a suo favore. Bravi come sempre gli interpreti, a cominciare dalla Gish e da Bickford.

Rebis 13/03/15 15:52 - 2338 commenti

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Anomalo western di John Huston che vorrebbe essere la risposta progressista a Sentieri selvaggi, ma a discapito delle istanze filo-indiane naufraga in un finale razzista e reazionario che ha dello sconcertante. Lo spettro dell'incesto si aggira tra Lancaster ed Hepburne senza instillare turbamento. Lillian Gish, che passa con disinvoltura dal pianoforte al fucile, è quanto di meglio il film possa offrire. Confezione di routine.

Daniela 27/11/16 14:42 - 12672 commenti

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Situazione invertita rispetto a quella presente in Sentieri selvaggi: questa volta la ragazza che è stata rapita è indiana e sono gli indiani della sua tribù che ne pretendono la restituzione dalla famiglia di coloni che l'ha allevata. All'inizio sembra una requisitoria contro il razzismo ma gli sviluppi e soprattutto il "lieto" fine cambiano il senso al film, diretto con mestiere e recitato con professionità da Lancaster e Hepburn tenuti sul filo dell'incesto, ma anche poco sentito, forcaiolo nel suo sposare in toto la causa del bianchi civili contro i selvaggi da prendere a mazzate.

Paulaster 2/01/18 17:20 - 4427 commenti

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Tribù indiana pretende la restituzione di una ragazza cresciuta da una famiglia di bianchi. Se il plot non è banale dando iniziale importanza a valori casalinghi e di pace, il tutto si ribalta coi protagonisti che si fanno giustizia pur essendo nel torto. Il peggio comunque si ha col bacio tra consanguinei (anche se poi...). Ben girato: campi lunghi, non troppo truculento nelle uccisioni.
MEMORABILE: Lancaster che si butta nel fiume per lavarsi; L’inseguimento passando da un cavallo all’altro.

Tarabas 4/04/19 10:46 - 1878 commenti

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Famigliola di coloni deve affrontare l'ostracismo dei vicini per il sospetto di avere in casa una trovatella indiana. Nel mentre, scatena una guerra con la tribù che ne reclama la restituzione. Ideologicamente ondivago, pare riconoscere dignità ai nativi per poi chiudere sui toni consueti del regista (e del western tradizionale). Hepburn poco credibile nel ruolo, sembra vestita Givenchy anche coperta di stracci, mentre il resto del cast è ottimo (specie il patriarca Bickford e la splendida Gish). Tecnicamente impeccabile, non molto interessante.
MEMORABILE: La scena del pianoforte suonato da Lilian Gish in risposta alle musiche di guerra degli indiani.

Pigro 5/09/19 09:06 - 9673 commenti

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Da una parte assediati dagli indiani, dall’altra ostracizzati dai bianchi che non perdonano (come dice il titolo) alla famiglia protagonista di aver adottato una piccola pellerossa da neonata (ormai cresciutella) dopo la strage della sua tribù. Pendant di Sentieri selvaggi, il film affronta pregiudizi e razzismo, salvo proporre una soluzione senza originalità e quindi facendo propri pregiudizi e razzismo. Sequenze indubbiamente efficaci, ma con molta routine. Alla fine, la cosa più interessante è Lillian Gish, madre dolorosa e inviperita.

Myvincent 25/08/23 07:20 - 3744 commenti

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Una neonata indiana viene allevata da una famiglia yankee, ma la verità verrà a galla rivelando tutto il razzismo che ne consegue. Il film s’incentra su questo, su quanto gli indiani fossero considerati peggio dei paria, con in più un odio che solo col sangue si poteva lavare. Il racconto è monotono, convenzionale e solo l’ultima mezz’ora sa intrattenere ed è all’altezza del suo regista. Audrey Hepburn cinguetta divertita anche nei momenti di maggiore pathos.

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Noodles 30/03/24 16:57 - 2233 commenti

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La consueta retorica yankee è qui ancora più palese e gli indiani sono più che mai brutti, sporchi e cattivi. Una volta che si digerisce questo aspetto, il film è sicuramente riuscito negli straordinari paesaggi, nella bellissima fotografia e nella recitazione, con due ottimi Burt Lancaster e Audrey Hepburn. La storia è molto simile a quella di Sentieri selvaggi, ma non ne ha lo stesso spessore e spesso zoppica nel ritmo, che a volte si perde in inutili momenti folk. Da segnalare invece l'interessante ambiguità del rapporto Lancaster-Hepburn. Merita un'occhiata comunque.
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  • Homevideo Digital • 14/06/19 10:21
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