Una coppia si separa e i figli di lui hanno un rapporto difficile con la nuova compagna del padre. Film dalle premesse non propriamente originali ma realizzato con indiscussa professionalità dall'esperto Chris Columbus che aiutato da una sceneggiatura piuttosto curata nella caratterizzazione dei personaggi e nell'indagare le dinamiche familiari, dirige con bravura un ottimo cast dove le due protagoniste (la Roberts e la Sarandon) sono affiancate da un efficace Ed Harris. Ottimo esempio di cinema di intrattenimento.
Confezione impeccabile, ma un tasso di ruffianeria che ho trovato francamente eccessivo in questo film di Chris Columbus. Il babbo si vuole risposare ma i due figli non sopportano la nuova matrigna? Nessun problema, tanto la madre vera sta morendo di cancro, quindi sotto con una bella riconciliazione generale in famiglia e "vai cor tango"! Fastidioso, per non dire di peggio... anche se, come detto, il tutto è portato avanti con buona tecnica.
Insomma. Susan Sarandon cerca di sfruttare il suo talento d'attrice in un ruolo drammatico, ma non ci riesce. Julia Roberts offre un'interpretazione troppo stereotipata e il film, che ruota intorno al titolo (ex-moglie e nuova compagnia prima nemiche e poi alleate dopo la malattia della prima), risulta troppo melenso in certe parti e non riesce a creare buone scene drammatiche...
C'è tutto un immaginario fiabesco (e dunque, universale e radicatissimo), legato alla figura della matrigna. Poi, c'è la realtà: la matrigna non è quasi mai né santa né strega: è una donna normale, che si assume un compito non facile. Questo film è abbastanza aderente alla realtà, non sfrutta polarizzazioni manichee, e racconta soprattutto una storia di complicità femminile. Spiace soltanto che si ricorra all'espediente strappacuore del male incurabile di Jackie. Perché due donne solidarizzino, a Hollywood, è proprio necessario che una delle due sia sul letto di morte?
MEMORABILE: La coppia Roberts-Sarandon, che oscura lo scialbissimo Ed Harris. Ma perché farne un personaggio tanto passivo?
Chris Columbus dirige un buon film drammatico che, nonostante le premesse non troppo entusiasmanti (un padre vuole risposarsi ma i figli non gradiscono la sua nuova compagna) si rivela apprezzabile. Una sceneggiatura più che discreta fa da sfondo a una storia incentrata sulle complicate vicende di una famiglia qualunque che vanta un cast di tutto rispetto con un'ottima interpretazione di Susan Sarandon e della Roberts, meno di Harris.
Ci si aspettava un bel duello attoriale tra la carismatica Sarandon e la glamour Roberts. In realtà è un lungo e stantìo gioco delle parti, con dialoghi in punta di fioretto sempre uguali a loro stessi, scaramucce compensate subito dopo da prevedibili scene alla "volemose bene" e lieto (ma mica tanto) fine. Il male incurabile di una delle due spinge il film verso il pietismo più stomachevole, stile fiction italiana primi anni '90. Columbus omaggia con riconoscenza le riminiscenze culkiniane dando spazio alle diavolerie dell'antipatico bambino di turno.
Quando il padre si separa, i suoi due figli entrano in contrasto con la sua nuova giovane fidanzata, fino alla malattia della madre che addolcirà gli animi. Melenso e non credibile, nonostante tre ottimi attori che recitano con indiscusso mestiere. Il film sarebbe anche una buona opera, ma il tema, non proprio originale, viene trattato con dosi eccessive di zucchero che producono l'unico risultato di far venire le carie ai denti.
Uno di quei tipici film di Hollywood che danno la totale sensazione di essere preconfezionati a tavolino per cercare la via del comodo melodramma, lasciando invece solamente un amaro retrogusto di plastica, come i prodotti senz'anima. Si cercano tutte le vie possibili (il bimbo che si rompe la gamba, il cancro della madre, ecc) per cercare la lacrimuccia facile, ma il lavoro di fondo è mediocre, con la psicologia dei personaggi (e non solo quella dei bambini) che cambia come niente da una scena all'altra senza apparente motivazione. Dialoghi di profondità nulla.
Dramma familiare in uno stile che Columbus padroneggiava molto bene negli anni Novanta. Purtroppo, a differenza di Mrs. Doubtfire, la sceneggiatura qui non presenta alcun guizzo che intrattenga adeguatamente per la lunga durata (due ore) e così a metà ci si inizia ad annoiare, vista la prevedibilità del plot. Poche emozioni e pochissimi sorrisi, nonostante la presenza di due grandi attrici come la Roberts e la Sarandon (e di un sommesso Ed Harris). Anche la colonna sonora di John Williams è mediocre.
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