Gretel e Hansel - Film (2020)

Gretel e Hansel

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Tutti i commenti e le recensioni di Gretel e Hansel

TITOLO INSERITO IL GIORNO 24/04/20 DAL BENEMERITO COTOLA
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Cotola 24/04/20 13:03 - 9536 commenti

I gusti di Cotola

Rivisitazione totale della nota fiaba "per bambini" che ben si presta al genere fantastico con innesti orrorifici. La storia è poca cosa, mantiene pochi elementi del testo "originale", ma quando innova lo fa in modo riuscito. Quel che resta sicuramente nella memoria è uno stile visivo prodigioso che regala copiosamente immagini ed inquadrature di grande bellezza ed impatto estetico. Rivelano una cura ed un estro immaginifico che fanno ben sperare: Perkins va tenuto d'occhio. Ottima anche la gestione dello spazio filmico. Evitabile qualche eccesso nell'uso della computer grafica.

Daniela 25/04/20 19:27 - 13285 commenti

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L'inversione dei nomi rispetto all'ordine classico non è casuale, perché la protagonista assoluta diventa Gretel, giovane donna che assume connotati materni nei confronti del fratellino, mentre il suo rapporto con la strega diventa quello di una discepola, anche se la maestra è cattiva. Rilettura della fiaba visivamente molto curata e suggestiva, come lo erano le precedenti opere del regista, con il pregio di una maggior compattezza narrativa che lo avvicina al bellissimo The witch. Nel cast Krige colpisce con il suo volto inquietante, mentre convince meno Lillis, troppo IT-simile nel look.
MEMORABILE: Le sequenze nel bosco in cui si intravede la sagoma della bella bambina con il cappellino

Von Leppe 3/11/20 17:22 - 1310 commenti

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Ottime le scenografie e le ambientazioni autunnali tra i boschi, riprese con una fotografia multicolore che ricorda i migliori Mario Bava e Dario Argento, mentre lo svolgimento della trama ha un sapore surreale che fa venire in mente in modo vago certi film di Jean Rollin. Interessante pure il formato quasi in 4:3. Il resto è piuttosto mediocre: la voce narrante in prima persona di Gretel annoia e sono presenti gli ormai soliti africani vestiti in abiti europei antichi che non ci azzeccano niente con il plot.

Nicola81 9/11/20 14:54 - 2986 commenti

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Rivisitazione in chiave fantasy/dark della celebre fiaba dei fratelli Grimm, focalizzata soprattutto sul rapporto (quasi tra maestra e discepola) che si viene a instaurare tra la strega e Gretel, mentre Hansel, battute finali a parte, appare come un bambino petulante e lagnoso. Narrativamente non c'è poi molto, l'ambientazione in un passato indefinito è contaminata anche da alcuni elementi surreali (il cacciatore di colore, la pettinatura di Gretel), ma ad appagare è soprattutto l'aspetto visivo, e anche le interpretazioni convincono.
MEMORABILE: L'inizio e il finale.

Lupus73 16/11/20 19:14 - 1604 commenti

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Reinterpretazione della nota fiaba che ne enfatizza gli aspetti più tetri e vede come protagonista Gretel sorella maggiore. Ottima fotografia dai colori molto ricercati e piacevolmente artefatti (altrettanto dicasi per le luci che creano le varie atmosfere). Licenze nell'ambientazione che unisce elementi fiabeschi tradizionali a particolari architetture lignee piuttosto contemporanee con forme puriste e simboliche, sottolineando l'atemporalità della fiaba. Alla cura formale fa da contraltare una pretenziosità allegorica che in fin dei conti conduce alla scoperta dell'acqua calda.

Pumpkh75 25/01/21 15:15 - 1893 commenti

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Visivamente curatissimo e formalmente magnificiente, con un Perkins che pur senza risplendere recupera quella gestione dei tempi e quella capacità di inquietare nei silenzi che aveva fatto di February una piacevole sorpresa. E’ la storia a procedere semmai a singhiozzi: già in partenza la materia non assicurava sviluppi biblici, poi qualche accomodamento (la strega precettrice, il rapporto Gretel/Hansel parzialmente risolto) lascia dubbi e qualche ferito alle spalle. Mettiamola così: discreto, ma non è il primo titolo che verrà in mente se qualcuno chiede un consiglio per la serata.

Ira72 2/03/21 21:30 - 1364 commenti

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Pellicola curata e fotografia suggestiva per una storia rivisitata che vede in Gretel la protagonista (il titolo, infatti, non è casuale). O, almeno, questa sarebbe l’intenzione. Ma. Holda è il personaggio più interessante e carismatico, anche a livello interpretativo ed è, forse, l’attrattiva di un film guardabile e altrettanto dimenticabile. Un film che non annoia e non esalta. Troppo blando. Qualche pennellata horror in più, probabilmente, avrebbe potuto distinguerlo, sottraendolo dalla massa dei mediocri.

Jdelarge 8/04/21 10:17 - 1000 commenti

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Un ottimo horror girato dall'ormai specialista Oz Perkins, che ha il pregio di creare una fotografia degna dei più grandi capolavori del genere, supportata da un lavoro scenografico di alto livello. Anche dal punto di vista di scrittura, nonostante molti aspetti non vengano forse approfonditi a dovere, il film risulta riuscito, andandosi a configurare come interessante rilettura, in chiave femminista, di una fiaba iconica. Una delizia per gli occhi.

Buiomega71 9/04/22 01:17 - 3108 commenti

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L'incipit con la bimba malefica e malmostosa (cuginetta di un'altra ben più terrifica) faceva ben sperare. Ma nonostante la suggestione visiva (quasi stucchevole) e qualche tocco surreale (i funghetti allucinogeni, la casetta della strega, la ciocca di capelli sfilata dalla bocca) il film si avvolge su se stesso, risultando uno sterile contenitore vuoto che dispensa ben poche emozioni e anche un po' di noia. Rimandi a Alice nel paese delle meraviglie, maghi di Oz, tra sbroccate jodorowskiane, modelli jordaniani e infino l'Argento più vilipeso. February era fatto di tutt'altra pasta.
MEMORABILE: Il viscido e vecchio satiro stile marchese De Sade che vuol corrompere la verginità di Gretel; La madre pazza con l'accetta; Il banchetto di viscere.

Teddy 7/04/22 07:07 - 1112 commenti

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Sullo sfondo di un paesaggio gotico e surreale domina una scena fiabesca, in una performance che esalta l’importanza figurativa pur senza esserne il centro focale. Il film di Oz Perkins - dietro l’accurata composizione estetica - ci offre infatti una celebrazione del culto femminile: quello della rinascita (Gretel) e quello del crepuscolo (la strega). Film tetro e meditativo, intossicato  dall’immaginario arcaico-matriarcale e scandito da una suspense fortemente emotiva. Perfetta l’interpretazione di Alice Krige, sibillina ancella del maligno in totale decomposizione.

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Magerehein 23/03/23 10:36 - 1229 commenti

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Tra i molteplici riadattamenti della celebre favola germanica questo spicca per la notevole cura formale (debitrice a Eggers) e per la naturale capacità di emanare un'aura sinistra, specialmente quando la vicenda è ancora non del tutto definita. Promossa anche l'inquietante colonna sonora, così come il duo Lillis/Krige (il fratellino è invece abbastanza irritante). Il finale è soddisfacente, peccato però che per arrivarci si debba attraversare una fase interlocutoria piuttosto lunga e ripetitiva, che ammazza il ritmo e mette a repentaglio l'attenzione. Tetro ma lento: peccato!
MEMORABILE: "Affetto" materno; Trip allucinogeno; L'asteriana casa della strega, con l'ingresso identico alle porte di una certa accademia.

Puppigallo 21/12/23 07:58 - 5490 commenti

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Una recitazione convincente (la strega e la ragazzina), la giusta atmosfera e una regia di buon mestiere fanno di questo economicamente modesto horror un prodotto riuscito, con alcune scene e riprese visivamente e cromaticamente accattivanti. La voce fuoricampo della protagonista non è la scelta migliore, perché tende a rompere l'atmosfera, anche se non danneggia più di tanto l'insieme. Dura il giusto; e pur non puntando certo sul ritmo raggiunge comunque lo scopo, riuscendo a far immergere lo spettatore in un ambiente sinistro e malvagio.
MEMORABILE: Gli incubi che si confondono con la realtà (nella stanza con la strega che crea il cibo); Gli insegnamenti; "Noi siamo fatte della stessa sporcizia".

Rebis 10/02/24 18:41 - 2477 commenti

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Dall’horror realista alla fiaba gotica, Perkins mantiene il focus sull'universo femminile e il passaggio all'età adulta: annichilito in February, pienamente conseguito in Gretel. Il percorso di iniziazione, tratteggiato con rigore junghiano, fa tutt'uno con l’accurata costruzione scenografica, che ci immerge in un'esperienza sensoriale inedita, capace di rivoluzionare i tradizionali scenari fiabeschi in forme fluide e lisergiche inondate di luci baviane e sofisticate soluzioni figurative integrate agli effetti in CGI. Impressionante Alice Krige, da gustare in lingua originale.

Gabigol 27/07/24 10:26 - 655 commenti

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L'estro di Perkins resta indubbio: la suggestione visiva fuori dall'ordinario e l'atmosfera onirico-ferina tipica delle fiabe sono tratti distintivi di questa rivisitazione. La storia galleggia in un bolla atemporale, ove a prendere forma sono le disforie percettive associate a un percorso di formazione che rincorre la scoperta del sé (e il potenziale del sé). Concettualmente il film resta solido, inattaccabile dal punto di vista tecnico; forse si registra solo qualche calo di ritmo, laddove i dialoghi non sempre sono a fuoco. Da segnalare un'ottima Krige e il bel finale.
MEMORABILE: Il nobile viscidone; I funghetti allucinogeni; La treccia estratta dalla bocca; La strega che risale la pozzanghera; Il banchetto sotterraneo.

Minitina80 28/08/24 15:10 - 3214 commenti

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Le scenografie e la fotografia rappresentano gli elementi di maggior pregio a cui è impossibile rifiutare una nota di merito. L’incedere nel raccontare la vicenda è soppesato e in uno scenario visivamente tanto appagante rappresenta un connubio perfetto in grado di conferire maggiore sostanza. Si discosta in alcuni punti dal testo originale della fiaba e lo fa con discreta cognizione di causa, concentrandosi sulle figure femminili a cui concede ampio spazio. L’esaltazione della componente folkloristica rifulge di sinistro splendore e il fascino di alcune sequenze è innegabile.

Erfonsing. 17/10/24 13:48 - 216 commenti

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Un horror in cui l'orrore viene suggerito grazie a una fotografia che definire superba è poco, a un'interpretazione di alto livello, a un uso del sonoro azzeccato e a un montaggio con stacchi improvvisi che suggeriscono l'idea di essere in un sogno. La casa della strega sembra uscita da una rivista di arredamento nordico e sortisce il proprio effetto, specie il forno. Regia decisamente importante per una trama che si presenta come una rilettura della nota favola in chiave onirica. Il film suggerisce un finale non spiazzante ma diverso dalla tradizione. Da vedere. Da rivedere.
MEMORABILE: Il forno a vista.

Giùan 2/11/24 10:22 - 4946 commenti

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Perkins persegue nel suo progetto di horror adulto con pervicace ostinazione, benemerita se pur non esente da certo eccesso di consapevolezza, a rischio talora di troppo calcolato manierismo (la plumbea fotografia "silvana" perfetta eppure molesta). A prevalere tuttavia è una attenta riproposizione di archetipi (qui quelli esplicitamente fiabeschi), in grado di rimodellare coerentemente il "folklore" dei Grimm alla luce dei tempi che corrono (la ridefinizione del protagonismo femminile nel rapporto della convincente Lillis col fratello/figlio e nell'antagonismo con la strega/madre).

Natron 4/11/24 11:36 - 33 commenti

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Che questo horror sia una rivisitazione in chiave ideologica della storia di Hansel e Gretel lo si intuisce già dal titolo. Infatti parte bene, con la realistica rappresentazione di un cupo medioevo europeo afflitto da carestia e povertà morale, ma svolta ben presto in un irritante polpettone woke infarcito di bambine con superpoteri, improbabili cacciatori di colore e case delle streghe che sembrano chalet di St. Moritz, mentre il povero Hansel viene ridotto a una sorta di bimbo ritardato. Alla fine della favola risulta forse più verosimile e paurosa la fiaba dei fratelli Grimm.

Pigro 18/11/24 09:55 - 10122 commenti

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La favola dei fratelli Grimm si trasforma in allegoria del passaggio della bambina all’adolescenza. Un fantasy stracarico di segnali, immagini, parole e azioni che rimandano al momento in cui Gretel diventa consapevole della sua identità, confrontandosi con le declinazioni del femminile e le idiosincrasie col maschile, in un passaggio ideale e concreto dalla sapienza della strega 'femminista’ alla responsabilità della donna nuova. Un horror di straordinaria ispirazione visiva, dall’andatura implacabilmente lenta per una meditazione interiore.

Il ferrini 17/11/24 23:15 - 2691 commenti

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Oz Perkins mostra un talento visivo straordinario e la favola gotica per eccellenza viene messa in scena con una cura delle inquadrature sorprendente, tagli di luce degni di Bava sulla magnetica e quasi futuristica dimora triangolare ma anche sulle interiora repellenti che rammentano il racconto di Garrone. I tre attori sono uno migliore dell'altro, con Alice Krige strega perfetta, quasi proto-femminista nei suoi tentativi di convincere Gretel del potere delle donne, frenato dal fardello di dover accudire Hansel. Bellissima OST. Piccolo gioiello.

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Luluke 1/02/25 08:18 - 795 commenti

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È il nuovo horror satanico: non più la strega inserita in un contesto borghese che si rivela tale solo quando deve difendersi facendo valere i suoi poteri. Si torna alle storie di metà millennio, in cui veniva identificata nella donna in cerca di emancipazione dal ruolo assegnatole nella cultura popolare intrisa di fanatismo religioso. E al bosco come dimora naturale per personalità malefiche. Perkins, come già Eggers, punta molto sulle suggestioni visive dettate dall'ambiente, ma lascia perplesso il piano narrativo con un finale in chiave neofem estraneo al modello Grimm.
MEMORABILE: Holda: "È bene che Hansel non sia con noi, presto t’avrebbe temuta come farebbe ogni uomo intelligente, ma facilmente il timore si trasforma in odio".

Deepred89 17/02/25 14:57 - 3872 commenti

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Cupo fantasy dai tocchi horror sui cui pesa, più che altrove, il dislivello tra forma e contenuto, con una sceneggiatura esile e ridondante incapace di stare al passo con un lato visivo di grande suggestione. I primi minuti funzionano discretamente, poi il film rallenta e si arriva a fine visione piuttosto affaticati, per quanto appagati a livello visivo. Il soggetto non era neppure male, per quanto probabilmente più adatto a un mediometraggio. Fotografia notevole, interpretazioni tutto sommato credibili. Perkins ha talento, ma merita sceneggiature migliori.
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  • Discussione Cotola • 24/04/20 13:06
    Consigliere avanzato - 3909 interventi
    @ Daniela

    In giro non se ne dicono faville, ma a me è piaciuto molto. Ti sacrifichi e mi fai sapere se ho preso un
    granchio di quelli grossi? ;)

    P.S.

    Ovviamente è bene accetto qualunque parere che suffraghi o confuti il mio giudizio estremamente positivo.
  • Discussione Daniela • 24/04/20 17:02
    Gran Burattinaio - 5945 interventi
    x Cotola

    Accetto volentieri l'invito, tanto più che sono curiosa di vedere cosa ha combinato Oz Perkins alla terza regia: i primi due film non mi avevano convinto molto sia a livello di sceneggiatura (February) che come gestione dei tempi (Sono la bella creatura che vive in questa casa), però erano visivamente suggestivi ed anche impaginati con una certa eleganza. Magari con questo ha fatto centro :o)
    Vedo, commento e ti faccio un fischio :o)
  • Discussione Cotola • 24/04/20 17:18
    Consigliere avanzato - 3909 interventi
    L'aspetto visivo non potrà non colpirti. Leggo da te che era buono anche nelle pellicole precedenti (mi chiedevo appunto se lo fosse), quindi provvederò al recupero.
  • Discussione Daniela • 25/04/20 19:32
    Gran Burattinaio - 5945 interventi
    Visto in nottata ed anche apprezzato, anche se per me la più bella rilettura della stessa fiaba resta quella del sud-coreano Hansel & Gretel di alcuni anni fa.
    Se non l'hai visto, ti invito a recuperarlo, se non altro per fare un confronto.
  • Discussione Cotola • 26/04/20 11:06
    Consigliere avanzato - 3909 interventi
    Non ne sapevo nulla. Ovviamente il connubio consiglio "danielesco" + pellicola sudcoreana, rende
    obbligatoria la visione.
  • Discussione Buiomega71 • 9/04/22 10:25
    Consigliere - 27156 interventi
    Il talento del figlio di Norman Bates è fuori discussione e questa sua "rivisitazione" della fiaba dei fratelli Grimm è intrisa di suggestioni e da un'aspetto visivo affascinante (che , spesso, sfiora lo stucchevole), tra cromatismi refniani, OST pseudocarpenteriana e estetismi lantimosiani (o eggersiani).

    Ma a mancare è tutto il resto, in primis l'emotività, il coinvolgimento, l'interesse, la visceralità, in una pellicola che non arriva, che si rivela uno sterile esercizio di stile (anche un pò ruffiano), in quello che è un freddo contenitore vuoto che racconta del nulla (prevedibile e poco sorprendente chiusa finale compresa) e non esente da pesanti momenti di noia (i canonici 87 minuti sembrano il doppio), se non la solita (e convenzionale) tiritera sul passaggio di consegne generazionale (e stregonesca) e la ritualità che passa  dall' adolescenza all'età adulta (le mestruazioni di Gretel).

    L'incipit faceva sperare il contrario, con la bambina dannata, menagramo e malmostosa abbandonata tra i boschi (cuginetta di quella , ben più terrifica, del Triangolo delle bermude cardoniano), il viaggio , nella selva oscura, intrapreso da Gretel e Hansel, tra viscidi vecchi satiri al là marchese De Sade che vogliono corrompere la verginità di fanciulle in fiore, madri corrose dalla pazzia, padri suicidi, inquietanti creature silenti e , forse, cannibali, che sembrano uscite dalla Sindrome del terrore, in un'atmosfera di pestilenza e disperazione non dissimile da quella di The VVitch (anche se, il cacciatore nero, dal buon cuore, lascia basiti).

    Ma una volta arrivati alla casetta di marzapane (che di marzapane non è, ma pare più una scultura dadaista che sembra uscita dalla mente di Hans Ruedi Giger) della strega cattiva in mezzo al bosco fatato, il film si avvita su se stesso e si impantana nella mediocrità e nella sterilità narrativa.

    Come vedere un dipinto fiammeggiante e seducente, ma che, ben presto, stanca e nausea, con quella fastidiosa patina "fasulla" di chi nell'ambizione vuole fare vedere a tutti i costi che è davvero bravo (in questo, February, era molto più onesto e sincero) tentandole tutte per lasciare a bocca aperta lo spettatore, ma sortendo, per quel che mi concerne, l'effetto contrario.

    Momenti surreali (i funghetti allucinogeni, la ciocca di capelli, con nastrino, che la strega si sfila dalla bocca), si miscelano nei richiami ad Alice nel paese delle meraviglie, a strascichi dal Mago di Oz (e Perkins jr, con quel nome, non poteva farne a meno), tirando in ballo il re Jodo della Montagna sacra ( la strega nera , con cappello, sulla cima del monte, l'occhio che guarda nel triangolo), il Jordan di In compagnia dei lupi, fino all'Argento più villipeso (quello della Terza madre) tra streghettone tatuate, rese dei conti pacchiane e fuocherelli celesti in CG.

    Non basta una Alice Krige di mostruosa decadenza (lei si, straordinaria), un banchetto fatto di viscere e frattaglie di piccole vittime trasformato in prelibatezze da Grande abbuffata, una madre che divora la propria prole (con camin che fumano sangue in stile Landrù), una Gretel convincente con il faccino promettente di Sophia Lillis, quando a mancare è proprio il livello emotivo, che se ne stà ben sotto il livello di guardia.

    E non se ne può più degli spiritelli dei bimbetti liberati nel bosco e di rimasugli alla Strega di Blair sparsi qua e là nel fitto della foresta nera.

    Insopportabile, poi, il marmocchio Hansel, che speri venga servito a tavola insieme alle altre pietanze.

    Parecchi dubbi e ben pochi entusiasmi, in una pellicola si accattivante esteticamente, ma infruttuosa sotto tutti gli altri aspetti e, fondamentalmente, inutile (ultimamente, sulle streghe, si è fatto ben di meglio e con altra caratura).

    La favoletta di Perkins jr non carbura e non affonda e February era fatto di ben altra pasta.

    Curioso come anche papà Anthony (sotto forma di commedia grottesca) abbia anch' esso trattato di cannibalismo con Una fortuna da morire, proprio come il figlio lo ha fatto sotto ottica fiabesca.

    Totalmente ingiustificato il divieto ai minori di 14 anni.

    Chi ha paura delle streghe di Oz?


    Ultima modifica: 10/04/22 00:03 da Buiomega71