Italian horror stories - Film (2021)

Una cartomante sostiene la lettura dei tarocchi a sei sventurati: cornice narrativa - diretta da Fragasso - si rivela raccordo per sei cortometraggi girati da differenti registi. Purtroppo la povertà di mezzi e la generale penuria di idee decreta anzitempo la scarsa resa del progetto. Discreto il primo episodio, con un buon Augusto Zucchi sugli scudi; salvabile anche la storia di chiusura, che perlomeno cerca di eludere alcuni archetipi del genere. Nel mezzo non si salva nulla quasi nulla, eccettuata l'idea sottesa alla storia d'amore in salsa neomelodica. Esiziale l'epilogo.

Sette registi (fra cui il supervisore del progetto Claudio Fragasso) firmano un'antologia complessivamente povera e contenutisticamente superflua, su modello Le cinque chiavi del terrore (una cartomante introduce i corti). L'unico episodio salvabile è "La trappola", scontata ma divertente storia di vendetta a tema filmico; il resto del lotto sfiora dal basso la soglia della mediocrità, con l'eccezione dell'excursus comico di Vincenzo Della Corte, che rivisitando vampiri e licantropi in salsa neomelodica ottiene la mera essenza dell'intollerabilità. Finale tremendamente prevedibile.

Inconsistente antologia di corti horror in cui il comune denominatore dei vari episodi è la prevedibilità della storie, l'abuso di brutti effetti digitali e la propensione al ridicolo involontario. Nella mediocrità generale solo un pochino meglio gli episodi di Bonucci e Losito (che può contare anche su un convincente Zucchi) mentre il nadir è costituito dal delirante incontro tra vampiro e licantropo in salsa neomelodica di Della Corte. Almeno c'è un minimo di cura nella confezione ma siamo di fronte a un prodotto tranquillamente trascurabile; evidenti i plagi in colonna sonora.

“Pezzi” di cinema horror, coordinati in modalità non nuova, con il finale che ricompone il puzzle dandogli una unica “via”. Tanta passione si avverte e la messa in scena non è male, dopotutto. Ma in alcuni degli episodi manca davvero il sale di una seppur minima originalità nel soggetto. L’episodio del cimitero è troppo scontato mentre quello “comico” è assolutamente fuori luogo. Discreto risulta quello del “filmmaker”, gli altri sono mediocri. Apprezzabile la palese “condanna” dei pericolosi comportamenti alla guida in automobile (in stato di ebbrezza e parlando al cellulare).

Dentro a una cornice in pieno stile Fragasso ecco che ci vengono presentate sei storie a tinte horror. L'idea è quella di rilanciare un po' il cinema italiano a episodi, ma il risultato è alquanto discutibile. Il primo racconto ("La trappola") funziona bene, anche se non racconta nulla di nuovo, mentre gli altri spaziano tra l'assurdo e il trito e ritrito. L'intenzione è sicuramente da apprezzare, ma la qualità è molto bassa sia dal un punto di vista delle sceneggiature, sia da un punto di vista della recitazione. Le premesse non erano buone ma qualcosa di più era lecito aspettarsi.