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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Chi entra nel mondo parallelo di Lynch sa cosa lo apsetta: immagini dall’irresistibile fascino magnetico, musiche (Angelo Badalamenti, naturalmente) avvolgenti e ipnotiche, situazioni spesso incomprensibili, deliri personali montati secondo uno schema logico imperscrutabile. Un universo codificato col precursore VELLUTO BLU, ampliato nel finale di TWIN PEAKS (e nel suo prequel FUOCO CAMMINA CON ME!), sorvolato nel televisivo CAMERA D'ALBERGO ed esploso...Leggi tutto qui in LOST HIGHWAYS, vera apoteosi del Lynch più ermetico e “classico”. Non seguite troppo la storia, semplicemente lasciatevi trasportare nei fluidi azzardi nonsense di uno dei più originali autori del cinema contemporaneo, che garantisce poco o nulla a chi si aspetta un film strutturato in maniera anche solo vagamente “ortodossa”, moltissimo a chi accetta di immergersi in una realtà “diversa”, in un sogno senza fine dove la logica non esiste. Lunghissimi silenzi, decine di azioni inspiegabili, personaggi assurdi (c'è perfino la rockstar Marilyn Manson nel ruolo di un attore porno), identità doppie, un Robert Loggia supergangster che ricorda non poco il Dennis Hopper di VELLUTO BLU, una Patricia Arquette femme fatale affascinante (non all'altezza di Sheryl Fenn o Isabella Rossellini, comunque), protagonisti maschili un po' vuoti, fotografia che questa volta dopo il blu di VELLUTO BLU e il rosso/ocra di TWIN PEAKS vira verso il verde mettendo in luce scenografie fredde, scarne e spigolose. Una vera e propria opera d'arte in movimento, con i limiti dati da un artista che non si cura eccessivamente di comunicare col pubblico: lo stordisce e lo spinge a completare con la sua immaginazione i buchi di una sceneggiatura criptica.

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Lercio 10/07/07 01:20 - 232 commenti

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Forse il più bel film di Lynch. Patricia Arquette è meravigliosa, le sue due parti sono perfette, non si può non amarla ogni secondo in cui occupa lo schermo. Strade Perdute è un film che cattura completamente dal primo all'ultimo istante. David Lynch ci guida nel suo mondo attraverso le sue vie imprevedibili... Capolavoro. A tratti inquietante, come sempre, e come sempre sublime nella messa in scena.

Homesick 6/01/08 10:03 - 5737 commenti

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Aggressivo e circolarmente labirintico, decostruisce l'intero meccanismo noir infrangendo ogni linearità, consequenzialità e logica narrativa: un onirico teatro dell’assurdo - forse un poco autocompiaciuto dopo gli allori di Twin Peaks - con personalità multiple, montaggio spezzato e convulso, luci d'abisso psichico e potenti musiche opera del fido Badalamenti e di artisti alternativi. Perfetti la duplice Arquette, Loggia come boss della mala e l’ex Baretta Blake, inesplicato araldo del Male con make up ibrido tra il Bela Lugosi più vampiresco e il clown felliniano.
MEMORABILE: La videocassetta; L'incontro con l'uomo misterioso e la telefonata; L'inseguimento con l'auto.

Flazich 9/07/08 20:08 - 667 commenti

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In assoluto il migliore film di David Lynch nel quale la cortocircuitazione del continuum spazio temporale assume le sembianze labirintiche di un nastro di Moebius a n dimensioni. Claustrofobico nelle ambientazioni, inquietante per i personaggi che lo popolano, delirante nella narrazione. A Lynch non importa che lo spettatore comprenda, lo scopo principale è narrare una sua idea, un suo modo di vedere qualcosa. Quindi coraggioso e al contempo spregiudicato. Definitivo.

Brainiac 15/01/09 21:29 - 1083 commenti

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Inizia come un thriller (le videocassette inquietanti che riprendono Bill Pullman nottetempo), continua come un horror (il massacro), prosegue come un On The Road flippato. In mezzo una serie di incubi che fanno rabbrividire (risvegliarsi in una cella al posto di un'altro!), sobbalzare (Marilyn Manson in un'orgia snuff!), tremare (il nano che dice a Pullman "telefonami, sono a casa tua"!). Insomma, un film che non è un horror ma fa veramente paura. Tetro.
MEMORABILE: L'imprevedibile connessione fra finale ed incipit.

Patrick78 16/01/09 16:09 - 357 commenti

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Si parte benissimo, poi... Altra presa in giro da parte di Lynch che vive di un credito illimitato nei confronti di critica e pubblico. Questo non è cinema, ma piuttosto una mostra di quadri su schermo. A questo punto vado in un museo e mi diverto di più! Neppure così bella come si dice la Arquette che con il suo sorriso di certo non invidiabile non è catalogabile nelle bellezze di Hollywood, anche se un certo fascino lo dimostra. Inutile cercare di capire il film che può contare su buone muciche e una splendida fotografia. Inqualificabile guazzabuglio.

Rebis 24/03/09 18:21 - 2332 commenti

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Banco di prova per emanciparsi da un immaginario - quello addensatosi in Twin Peaks - il film è una chiave di volta nella filmografia del regista: pur lasciando un retrogusto di ipercontrollo formale e il sospetto scomodo di manierismo, mira a ricongiungere, nella circolarità perfetta e crudele del paradosso narrativo, il caos delle forme nell'unità del sé, cospira alla ricostituzione di un'identità artistica. Siamo all'elaborazione metodica di una nuova dimensione creativa. Sound design iperuranico. Opera infernale e ipnotizzante.

Matalo! 29/07/09 17:04 - 1378 commenti

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Una mezza bufala: intanto... che c'è di così impenetrabile in questo film? Niente! Oltretutto dopo che avviene la trasformazione del protagonista il film procede come un comune noir con femme fatale, solo rivestito dalla consueta vernice Lynchyana che ben altri risultati aveva dato in passato e in futuro. Umorismo che non fa ridere e non basta far sprofondare i personaggi nell'abisso della penombra con musiche apocalittiche per fare un'opera d'arte. Aggiungiamo stravaganze come Blake e il giochino è fatto.

B.wildest 22/01/10 18:24 - 33 commenti

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Una donna e un uomo che vissero due volte. Lynch gioca con il suo immaginario e gira un film divertentissimo, anche se con uno dei personaggi più terrificanti della storia (il mistery man). Grandi sequenze e ironia, anche se manca il guizzo del capolavoro: il gioco del nastro di Moebius su cui si chiude il film è interessante ma non suggestiona come Lynch ci ha abituato.

Enzus79 25/06/10 14:35 - 2874 commenti

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Da un genio del cinema americano (e non solo) come David Lynch che ti puoi aspettare? Le immagini e i silenzi valgono più di mille parole nei suoi film e questo film ne è la dimostrazione. Lynch gira storie inspiegabili, ma mai noiose o patetiche. Bella la colonna sonora.

Luchi78 27/07/10 16:19 - 1521 commenti

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Grande film di David Lynch e una meravigliosa e algida Arquette nel suo duplice ruolo. Quando si riesce a fondere così bene il thriller con l'horror mantenendo sempre alta la tensione e soprattutto a creare eventi inspiegabili avvolgendoli con ansia e mistero senza sembrare eccessivamente "artificiosi", beh allora, tanto di cappello! Assolutamente da non perdere.
MEMORABILE: Fred che durante la festa incontra l'uomo misterioso che gli dice di essere anche a casa sua: surreale e da brividi.

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Mdmaster 30/09/10 18:07 - 802 commenti

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Quasi impossibile da valutare, il film di Lynch vuole farsi comprendere ma allo stesso tempo rifugge ogni interpretazione. È facile vederlo come un film noir, ma è altrettanto seducente da vedere come un viaggio spirituale. In realtà è la colonna sonora che l'ha reso celebre: da Manson ai Rammstein, i nomi sono di quelli da orgasmo. Quel che davvero non va è il cast, Bill Pullman non mi è mai piaciuto, la Arquette ha solo le tette e Getty è espressivo come la tavoletta del wc. Peccato, perché avrebbe potuto essere di più. Da vedere. Forse?
MEMORABILE: "You'll never have me"; "I'm at your house, right now"; "Dick Laurent... is dead".

B. Legnani 7/01/12 23:22 - 5523 commenti

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Mmmmmmh... Buon film senz'altro (***) ma, se porta emozioni, porta anche perplessità. Il "messaggio" lo sintetizza bene Morandini ("l'incapacità di un uomo di mantenere il controllo sulla propria vita"), il "come" è impeccabile, ma è il "cosa" che lascia perplessi. Viene troppe volte il sospetto che Lynch abbia voluto essere lynchiano, a costo di prendere un pensiero sincero per poi dilatarlo all'inverosimile, onde colpire la mente del di lui tifoso, che troppo si bea nel crogiolarsi nell'incomprensibile.

Disorder 15/02/12 12:46 - 1416 commenti

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Davvero deludente: se non fosse per l'imprevedibile colpo di scena finale sarei addirittura tentato di giudicarlo insufficiente. Si parte bene, ma poi è come se sulla pellicola calasse una cortina di fumo, che si dirada verso la fine grazie alla citata sorpresa che tuttavia non riesce a fare luce su molte parti del film. Visto una seconda volta, ho ottenuto solo di ri-annoiarmi senza capirci molto di più. Notevole la colonna sonora. Tanto fumo e poco arrosto...
MEMORABILE: L'arrivo di Alice sulle note di Lou Reed ("This magic moment").

Mickes2 9/04/12 12:48 - 1670 commenti

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Noir atipico passionale e luciferino, oltremodo labirintico e forsennato nella sua continua ricerca a depistaggi e scambi d’identità permeati da un inquietante onirismo con echi horrorifici. Personaggi che si stagliano nella mente grazie ad un tratteggio ambiguo ed una messinscena che inchioda lo spettatore martellato da un ipnotico commento sonoro. Lynch getta la basi di un linguaggio affascinante e criptico, viscerale e sensoriale; anticamera di una poetica che troverà ulteriore perfezionamento nel capolavoro Mulholland drive.
MEMORABILE: L'avvenente Patricia Arquette. "A essere più precisi... sono lì in questo istante".

Rullo 15/04/12 21:49 - 388 commenti

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Un grandissimo Lynch in direzione di un altrettanto grandissimo film. L'intreccio di gelosie e mistero è da top class Lynchiana e offre due storie concentriche, parallele e perpendicolari allo stesso tempo. Le musiche rendono l'esperienza più unica; sommateci poi il calibro recitativo davvero alto ed il gioco è fatto. Inquietante e indimenticabile.
MEMORABILE: La scena finale e quella iniziale.

Fabbiu 23/08/12 00:22 - 2136 commenti

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Ancora il doppelgänger, tema particolarmente caro a Lynch, qui alla regia di un film molto particolare: inspiegabile e non logico, eppure narrativamente chiaro e fluido; soprattutto per una buona metà i ritmi sono quelli di un thriller canonico, che poi "esplodono" nella seconda in sequenze inquietanti che hanno l'effetto di pugni nello stomaco. Fotografia spettrale e colonna sonora di Badalamenti (con qualche pezzo rock dei Rammstain e altro), è tra i lavori del maestro che preferisco; completato da belle donne davvero difficili da scordare.

Tomastich 1/09/12 10:50 - 1255 commenti

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Il rischio c'è: Lynch lo sa, sa che una parte del pubblico lo apprezzerà anche se girasse il remake di un film di Gianni e Pinotto e l'altra parte...? L'altra parte magari è quella più "normale", a cui risulta difficile vedersi questo Strade perdute, un film dove la parole "standard" non rientra nel lessico corrente del regista. Eccessivo e delirante. Forse troppo? Forse troppo poco?

Ryo 8/01/13 17:41 - 2169 commenti

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Un favoloso viaggio nei meandri dell'inconscio umano. Un thriller psicologico carico di mistero con venature horror e fantascientifiche. Un capolavoro di David Lynch, che con questa pellicola si conferma capace di angosciare con un montaggio, una fotografia, dei set e una sceneggiatura studiati e realizzati in maniera eccelsa. Bellissima e azzeccata anche la colonna sonora.
MEMORABILE: Il filmato della moglie dissanguata; Andy con la fronte conficcata nel tavolo; Patricia Arquette che dice "non mi avrai mai" e se ne va nuda.

Samdalmas 21/10/13 13:10 - 302 commenti

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Uno dei capolavori di David Lynch in cui si ritrovano tutte le caratatterisitiche del suo cinema folle, visionario, controverso, che può piacere o no ma non lascia certo indifferenti. Un'opera che decostruisce thriller, noir, horror sin dall'incipit con la frase al citofono "Dick Laurent è morto", che ci fa precipitare subito nel labirinto lynchiano. Splendida e sorprendente la doppia Patricia Arquette, mora algida o bionda femme fatale.
MEMORABILE: La telefonata del diabolico uomo misterioso al party; La scena d'amore con il sottofondo di "Song to the siren".

Daniela 12/05/14 08:47 - 12625 commenti

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Un saxofonista geloso, condannato per l'assassinio della moglie, una volta rinchiuso in una cella del braccio della morte diventa un'altra persona, non per modo di dire ma proprio in senso letterale... Fra i film lynchiani di Lynch (sic!), uno dei più affascinanti ed anche enigmatici. Un incubo circolare a codice binario: due i protagonisti maschili alle prese con la stessa donna sdoppiata in versione bionda/bruna e con un demone/clown che parla con se stesso. Impresa ardua e forse inconcludente cercare una spiegazione logica: gli incubi possono avere una spiegazione, ma non hanno una logica.
MEMORABILE: Tutte le apparizioni dell'uomo misterioso con la faccia bianco-gesso

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Tarabas 17/08/15 18:03 - 1878 commenti

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Esiste ormai una definizione per questi film: "Incubo lynchiano". Suona un po' come una patologia. E in effetti la sensazione è di assistere a un mero gioco formalistico, un'esibizione di luoghi comuni estetici del regista, dove la storia è priva di senso intelleggibile e i personaggi sono inesistenti e (o forse in quanto) irrilevanti. Come nota acutamente Ebert sembra che Lynch, invece di una sceneggiatura di un film, abbia filmato gli appunti. Oppure che si sia deliberatamente preso gioco di noi.

Didda23 22/01/16 09:51 - 2426 commenti

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La grandezza di Lynch sta nel colpire contemporaneamente l'irrazionalità e la razionalità dello spettatore: se da un lato scuote le viscere con un incredibile senso per l'inquietudine che solo lui sa creare, dall'altro esalta la perfetta analisi critica e metodica dei processi mentali che inducono l'essere umano a ingannarsi per non accettare la propria natura, fornendo allo spettatore una lezione psicologica degna del miglior Freud. Un'opera non facile, un miliardo di volte più profonda di quanto sembra. Avrei gridato al miracolo anche solo per la meravigliosa "superficie" angosciante.
MEMORABILE: Le simboliche "scariche elettriche"; Le vhs recapitate a casa; La prova della meravigliosa Arquette.

Impi3gato 23/02/16 21:04 - 26 commenti

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Lynch stravolge e rinnova il noir a cui siamo abituati contaminandolo con la psicoanalisi e il surrealismo. Audio, colonna sonora (Rammstein sempre potenti) e scenografie sono estremamente curati per trasmettere una sensazione di straniamento e distacco che a tratti spaventa. La lunghezza e la difficoltà della trama non rendono il film facilmente digeribile, tuttavia lo spettatore non è mai abbandonato a se stesso; anzi, di frequente giunge a provare sensazioni simili a quelle dei protagonisti.
MEMORABILE: L'inseguimento in macchina di Dick Laurent.

Mike91 14/01/17 13:40 - 3 commenti

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Film strano e surreale che fa la gioia di chi cerca la complessità a tutti i costi. Invece secondo me è troppo sornione proprio in questo suo meccanismo, nel ricercare un senso di mistero arrivando quasi al grottesco (che però strizzi l'occhio all'interpretazione dello spettatore, il quale può trovarvi qualsiasi significato).

Paulaster 13/04/17 10:37 - 4391 commenti

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Musicista jazz riceve alcuni dvd che filmano presenze in casa sua. Parte iniziale che trasmette angoscia e introduce al mistero (simbolico il corridoio), con Pullman che rende bene il suo sconvolgimento. Con la storia che si incanala nella figura del doppio e con la Arquette (tutt’altro che una bomba sexy) che prende le redini, l’effetto ipnotico è meno incisivo (nonostante gli inserti pulp) e ci si incammina in una conclusione che è immaginabile.
MEMORABILE: Il personaggio di Blake; La testa conficcata nel mobile; Il secondo dvd; Il video gigante degli amplessi; La casa di legno che brucia al contrario.

Thedude94 26/10/17 10:48 - 1089 commenti

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Lynch gioca per tutto il film sul concetto di doppio, con una trama dal gusto thriller in cui un sassofonista (Pullman) e la sua amata (una bellissima Arquette) affrontano situazioni a dir poco strane e inquietanti. Ai momenti di passione tra i due si alternano scene di tensione altissime, nelle quali sono presenti figure e personaggi onirici quanto misteriosi. Il regista gira il tutto alla sua maniera e nonostante qualche mancanza di dettagli nella trama riesce a confezionare un prodotto notevole.

Bubobubo 18/08/18 00:52 - 1847 commenti

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Il mio Lynch preferito (senza nulla togliere a ciò che è venuto prima e a ciò che verrà dopo): una storia di gelosia passionale che deraglia tra i gangli di una mente dissociata e impazzita, scissa in (almeno) due diverse personalità. Un cult indefinibile, sintesi e amalgama di decine di generi diversi (giallo, thriller, noir, gangster, erotico, pulp...) ed espressione di un cinema visionario e viscerale. L'embrione tematico verrà ancora approfondito tra le pieghe noir di Mulholland Drive e la polifonia paranoide di Inland empire.
MEMORABILE: Patricia Arquette che scende dalla limo di Robert Loggia: una visione; Lo speronamento su Mulholland Drive; Il finale.

Pinhead80 21/07/19 10:59 - 4719 commenti

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Una, due, forse mille storie che s'intrecciano una con l'altra creando un vortice che assorbe tutto come un immenso buco nero. Nello sforzarsi di comprendere quest'opera si rischia il mal di testa; allora è meglio lasciarsi condurre dai momenti esaltanti che ci propone. Dalle misteriose videocassette all'incontro "demoniaco" nel party, sino ad arrivare al meccanico perdutamente innamorato di una femme fatale. Qualsiasi sia la strada scelta tutto porta inesorabilmente nella stessa direzione.

Rocchiola 8/04/20 14:36 - 953 commenti

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Parte come un thriller della gelosia piuttosto intrigante, poi sul più bello il protagonista si trasforma letteralmente in un bellimbusto tontolone che si fa irretire dalla classica pupa del gangster, ma il finale pur chiudendo il cerchio ripiomba nell’irrazionale. Lynch inizia a perdere la bussola ma gira ancora un film ricco di suggestioni noir e tutto sommato narrativamente concreto. Gli interpreti maschili sono mediamente imbambolati ma l’Arquette, donna sirena che visse due volte, è una magnifica dark lady dalla bellezza non convenzionale.
MEMORABILE: Alice scende dall’auto sulle note di "This Magic Moment" rivisitata da Lou Reed; "Che lavoro del cazzo!" "Quale, il nostro o il suo?".

Rambo90 15/04/20 16:39 - 7679 commenti

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Lynch fa Lynch e quindi ci trasporta in una storia dai contorni fumosi, che si avvolge su se stessa senza dare vere spiegazioni e rimanendo grosso modo incomprensibile. Le immagini sono affascinanti, con una bella fotografia e le musiche contribuiscono a creare un'atmosfera straniante quando non inquietante. Manca vera sostanza, ma si lascia seguire, con un cast curiosamente assortito (l'erede di Getty, l'inconsapevole killer di Lee, l'ultima apparizione di Pryor...) e in parte.

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Schramm 22/03/21 15:19 - 3490 commenti

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Io è l'altro. Qui è altrove. La prigione della mente che mente. Che l'emisfero destro non sappia cosa fa il sinistro. E via così, da un'infrazione-effrazione identitaria-percettiva all'altra, a senso unico alterato, per la moebiusiana linea di mezzeria che porta alla fine del principio di realtà e oltre quello di piacere. Di piacere allo spettatore illuminista anzitutto. Lynch vola alto giocando sporco: fa del suono pittura, della fotografia script, di quest'ultimo un seminario di Lacan riscritto da Burroughs. Per ogni tremito, dieci sospiri spazientiti. Divide ma ancora non impera.

Myvincent 28/05/22 08:22 - 3727 commenti

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Donne stupende, arredi magnifici, uomini attraenti e due storie che si profilano separate per poi concludersi circolarmente. Il mondo di David Lynch è questo, ricco di splendide fotografie in cui perdersi senza chiedersi tanto il perché o tentare di assemblare un racconto dal senso logico comune. Salvo lavorare di ipotesi e lasciarsi conquistare dal suo mood personale. Qualche momento di fiacca fa capolino, specie per il ritmo narrativo volutamente lento. Prendere o lasciare!

Giùan 25/02/23 09:33 - 4539 commenti

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Vocazionalmente sperimentale e dunque per sua natura inesorabilmente "scisso", il cinema di Lynch ulcera l'approdo misterico del picco gemellare partorendo un film ultimativamente polimorfo. La (auto)strada maestra è persa, dando vita a un incontro conscio/inconscio dominato da un perturbante che inebria e angoscia, provoca e consola come il doppio buñueliano. Perché nulla è nuovo nella sostanza lynchiana se non quella forma della contemporaneità che è la sua cifra di stile, uno specchio distorto che riflette la mente, rivelandone la verità come l'inganno. E il viaggio prosegue.

Occhiandre 9/03/23 11:18 - 153 commenti

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Dopo aver ispirato persino Kubrick con Eraserhead, commosso tutti con Elephant man, scioccato con Velluto blu e indignato le famigliole teledipendenti con Twin Peaks, Lynch mette la freccia e si immette con classe in un'autostrada verso il nulla cosmico. Riprese insistite sulla linea di mezzeria illuminata solo da fari nell'oscurità e musica ipnotiche e bizzarre. E' questo lo stile che ci incanta e trasporta, come sempre nei suoi film, in mondi sconosciuti eppure vicinissimi, privi di logica, almeno apparentemente. Luoghi della mente conturbanti ci attendono ovunque, basta saltar su.
MEMORABILE: La ciclicità della trama; L'arredamento della casa del musicista e il look di sua moglie; L'orrido nano sembra uscito da un circo (vedi Elephant man).

Reeves 19/03/23 00:31 - 2172 commenti

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Come sempre David Lynch dimostra di conoscere a menadito tutti gli espedienti narrativi e di saperli esporre nel modo più congruo e affascinante. Ma il tutto viene inserito in modo geniale in una struttura trasognata e onirica, completamente surreale. Si può dire che Lynch con questo film realizzi settant'anni dopo il manifesto dei surrealisti, la scrittura automatica, regalandoci un film veramente fantastico.

Gabigol 19/08/23 16:09 - 571 commenti

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Nel correre via, non si va mai così lontano come si vorrebbe. Un noir che guadagna i tratti dell'incubo surreale; una perpetua ricerca di senso che sovente approda a sprazzi di lucidità nello sterminato oceano dell'incodificabile. Da antologia i primi 45 minuti, capaci di perturbare con l'ausilio di una messinscena efficace, musiche centrate e una fotografia che racconta più dei dialoghi stessi. Il prosieguo mantiene la continuità del grande cinema attraverso una decostruzione narrativa che ridistribuisce ruoli, nomi, identità e dialoghi in una circolarità paradossale. Grande film.
MEMORABILE: Le VHS; La casa di notte; L'uomo misterioso; Il cambio di identità; Alice sulla Cadillac; I fulmini/scariche elettriche; "Dick Laurant è morto".

Xamini 27/08/23 17:27 - 1247 commenti

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A osservare con attenzione, Lynch dissemina sempre i suoi film di indizi per dare la possibilità allo spettatore di ricostruire e forse arrivare a comprendere le sue intenzioni (magari con una plurima visione). "Lost Highway" non è da meno e gode delle solite atmosfere rarefatte (qui a Badalamenti si accosta musica metal in diversi momenti), di almeno un personaggio trascendente un po' deus ex machina, degli immancabili drappi rossi e in generale di una scrittura che porta la ragione alla resa, inducendo ad accettare la stranezza, per eventualmente scioglierla più tardi. O anche mai.
MEMORABILE: L'inquadratura sulla strada di notte; L'esplosione del capanno montata al contrario; I filmati delle videocassette; La scena porno che giganteggia.
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  • Discussione Zender • 14/05/14 07:51
    Capo scrivano - 47727 interventi
    Esatto Daniela. Come giustamente ti fa capire Ruber l'età incide e causa questo tipo di problemi. E ringraziamo che ancora lavoro da casa e non dall'ospizio (dove potrei avere problemi di linea, mi hanno detto).
  • Discussione Daniela • 14/05/14 08:54
    Gran Burattinaio - 5930 interventi
    mi avete fatto ricordare il nonno multimediale :o)
    https://www.youtube.com/watch?v=BN-irpEnA3k
  • Discussione Zender • 14/05/14 14:34
    Capo scrivano - 47727 interventi
    Ahah, giusto, ma lui è molto più giovanile di me.
  • Homevideo Noncha17 • 9/09/16 20:50
    Magazziniere - 1068 interventi
    Uscito qualche mese fa per la RaroVideo in Blu-ray e DVD..




    BADTaste
  • Homevideo Rebis • 9/09/16 23:53
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Ammazza che recensione dettagliata 0_0 pauroso...
  • Homevideo Zender • 10/09/16 07:51
    Capo scrivano - 47727 interventi
    Ah quindi io che avevo il vecchio Koch (e a dire il vero mi pareva ottimo) dovrei prendermi pure questo, a quanto pare, che risolve problemi di antialiasing eccetera. Visto l'amore per il film mi toccherà farlo...
  • Homevideo Xtron • 7/10/16 16:51
    Servizio caffè - 2147 interventi
    Il bluray CG/Rarovideo/Minerva ha una durata di 2h14m18s

    immagine a 56:30

    Ultima modifica: 7/10/16 17:13 da Zender
  • Homevideo Rocchiola • 8/04/20 14:41
    Call center Davinotti - 1238 interventi
    Vista la recensione di Badtaste c’è poco da aggiungere. Senza troppi tecnicismi a me per lo più ignoti, mi limiterò a dire che il BD Rarovideo visto su di un televisore medio da 32 pollici appare pressochè perfetto. Immagini pulite e dettagliate in corretto schermo panoramico, cosa chiedere di più dalla vita !!??!! Sui colori meno saturi ho avuto l'impressione di un maggior equilibrio rispetto alla prima versione i DVD da me posseduta. Relativamente all’audio confermo la preferenza della traccia 2.0 rispetto alla 5.1, per i motivi esposti con molta precisione nella recensione suddetta. Prodotto altamente consigliato prima che sparisca nuovamente dal mercato.
  • Discussione Bubobubo • 23/03/21 12:55
    Archivista in seconda - 271 interventi
    Schrammy, mi spezzi il cuore così... :(
  • Discussione Schramm • 23/03/21 17:46
    Scrivano - 7694 interventi
    bubolone, che dire?
    quando david si balocca con compiaciuto autismo sul gioco delle tre(mila) carte identitarie non lo reggo granché. finisce sempre con l'affascinarmi per pochi isolati nuclei a sé ma mai come totalità da incassare sensorialmente. lo preferisco di grandissima lunga laddove anziché spezzare di colpo un'allusa linearità narrativa (che certo, andrebbe sempre data per presunta dato l'artifex) per gingillarsi con l'imago del corpo in frammenti, fa da subito saltare per aria l'identità stessa del cinema e di tutte le sue possibilità rappresentative come interpretative (inland empire) o quando abbraccia la figurale sintassi dell'incubo (di Dio?) tenendosi però in bilico su un filo narrativo (eraserhead). oppure quando fa dell'iper-realtà carne dell'incubo (elephant man) o fa sì che l'una determini organicamente l'altro e viceversa, in chiave perché no quasi pop (le prime due stagioni di twin peaks, cuore selvaggio)

    ma quando rende così scopertamente protagonista il sé-fantasma e rende lo spettatore abbandonata vittima del ghosting (questo, e il suo mulhollandiano fratellino) facendolo sentire escluso da un gioco per soli iniziati lacaniani mi viene a noia e ai nervi, anche se non senza qualche grossa soddisfazione (il suo farla finita con le simmetrie e le antinomie, col diseducativo ostentare risposte; e certamente nulla da eccepire sull'architrave estetica). però gioca davvero una partita "sleale" con lo spettatore privo dei giusti strumenti, al quale altro non resta che farsi sballottare sensorialmente dai corpi sonori o dalla deflagrazione estetica, obbligato però alla rinuncia percettiva di tutto il resto, in primis quella della vertigine e dell'abbandono.

    fatti un paio di distinguo, vale tutto quanto già scritto altrove. con un'aggiunta: che ora non meno che all'epoca ho covato la forte impressione che usato di più e diversamente, il mystery man/pierrot mi avrebbe colonizzato a lungo i dormiveglia.
    Ultima modifica: 23/03/21 17:51 da Schramm